
Carissimi Amici e Lettori, anche sporadici,
È dallo scorso giugno che non abbiamo pubblicato un articolo sul blog e la ragione principale è stata quella di non mettersi a ripetere in modo autocentrato che abbiamo avuto ragione con mesi, anzi anni, anzi, oramai, lustri di avanzo circa quel che succede, non direi nella Chiesa, perché Essa è sempre Santa ed Inerrabile, ma in quella parte della gerarchia, e di chi la segue volontariamente, che ha apostasiato anche professando eresie e comportamenti immorali e che ha finito, due anni fa, con separarsi scismaticamente da Essa seguendo l’art. 1 di TC.
Come già indicato in altri articoli, ormai il nostro cammino di Santità personale consiste ad assicurarsi che la Dottrina del Cristo e degli Apostoli sia conosciuta ed applicata dalle presenti e future generazioni e questo va di pari con una necessaria focalizzazione personale sulle persone concrete e reali di cui portiamo una responsabilità diretta e questo prima ancora che di esprimere, vanamente, le nostre frustrazioni vedendo tutta questa parte di quel che fu il Popolo di Dio seguire i caproni che li conducono a sicura dannazione eterna.
Come insegnò il Cristo stesso, meglio vale che a certuni non sia dato di capire: non tocca a noi, certamente, darci questa carica che non ha nessun fondamento e nessuna missione voluta dal Cristo Stesso. A noi tocca, invece, fare proselitismo attivo e concreto nei nostri luoghi di vita, promuovere la Santa Liturgia cattolica dalla quale ormai la struttura settaria post-cattolica che segue Papa Francesco si è irrimediabilmente tagliata: a noi tocca, in primis, vegliare acciocché ci si incammini lungo un cammino di Santità sulle orme di chi è già stato capace, con l’aiuto sempre garantito dallo Spirito Santo, di raggiungere l’unico scopo che vale la pena di essere perseguito della nostra unica vita.
Per guidarci nella vita abbiamo solo la Chiesa che è Magistero bimilleniale, la Tradizione che ce lo fa conoscere e le Scritture sulle quali si costruscono, eppoi la Santa Liturgia tale e quale ci è stata trasmessa da due millenni in perfetta continuità, la vita dello Spirito Santo nei nostri cuori, la pratica delle quattro virtù cardinali e delle tre teologali. Quel che è richiesto in più non viene dall’Angelo di Dio ma dal Divisore come constatiamo oggi con quel che cerca di imporci indebitamente chi è oggi legittimamente seduto sul trono pietrino, ma che, con un gioco delle tre carte, dichiara non essere più peccati oggettivi orrori morali, ma ne inventa al posto altri in relazione all’ecologismo ambiente o alle politiche migratorie.
Non possiamo passare il nostro scarso tempo a concentrarci sul brutto, sul cattivo, sulla perversione di quella parte della gerarchia cattolica che segue tali apostasie, scismi ed eresie: se vogliamo avanzare o aiutare altri ad avanzare in Santità per la Gloria di Dio dobbiamo esercitarci alla contemplazione del bello, del buono, delle virtù cristiane. Cioè dobbiamo radicalmente distogliere lo sguardo da queste orribili vicende che scuotono la nostra Santa Chiesa e che tentano, come se lo potessero, di SfigurarLa. Ecco perché ci siamo dati qualche mesi di “riposo” rispetto al blog.
Nel contempo abbiamo continuato a riflettere sul perché siamo arrivati a questa situazione , quali ne possono essere le radici profonde , a parte le conseguenze del peccato originale in ognuno di noi, e su questi punti la riflessione avanza, ad esempio possiamo solo constatare che il S.S. Concilio Vaticano II, sebbene canonincamente valido, non ha raggiunto nessuno dei suoi obiettivi , e cioè non ha salvaguardato la fede, non ha raggiunto sempre più persone, ma anzi tutto il contrario e questo mostra che va da essere messo tra parentesi, come tanti altri concili precedenti, almeno per qualche secolo, se questi secoli ci sono dati, come anche, probabilmente, tutto il Magistero susseguente qualora si debba riferire al detto Concilio per far valere l’autorità delle proprie asserzioni. Anche qui il principio di precauzione deve essere adottato, principio che trova la sua radice in una delle quattro virtù cardinali che è quella della prudenza.
Bisogna, intellettualmente, andare alla radice antropologica di questo problema di civiltà, che probabilmente risale alla Rinascenza, con il coraggio di rimettere in causa le proprie strutture culturali e mentali, perché non è un caso che al contempo di certa gerarchia ecclesiastica e di chi la segue, spesso per meri motivi di pagnotta presso certo clero e laicato, anche la società occidentale sia completamente perduta e stia cascando in un baratro che finirà solo quando rimpiazzata da altre realtà umane aliene.
Questo sarà per noi l’occasione di riflessioni dove cercheremo di valutare altri cammini intellettuali che quelli nostri abituali, dove le parole stesse hanno un senso che ha slittato e dove i concetti sono totalmente impoveriti: secondo me questo è fare vera filosofia.
A presto, di nuovo.
In Pace
Categories: Sproloqui
Grazie, Symon! Non è la frequenza la cosa importante ma la sostanza e questo post mi pare molto illuminante e sensato. Metterci in gioco in prima persona nel apostolato nella nostra quotidianità mi pare un ottimo progetto, oltretutto in linea con l’indicazione della attiva partecipazione dei laici del suddetto CVII (per non parlare del fondamento dell’Opera avviata da Sant’Escrivà de Balaguer). Occuparsi dei viventi e lasciare che i morti seppelliscano i morti.
Buona riflessione a tutti, il Signore ci benedica e ci custodisca.
L’Opus Dei con il suo statuto di Prelatura Personale era probabimente la miglior, se non la sola, dimostrazione dell’utilità del CVII nel contesto della valorizzazione dei laici. Purtroppo questa realtà è stata canonicamente cancellata dal presente papato.
In Pace
Io ho imparato molto da te, ed ammiro ed elogio la tua preparazione, che io non ho, spesso mi lascio dissuadere o distrarre da peregrine e subdole indicazioni pseudo-scientifiche o pseudo-morali nell’ordinaria vita naturale di tutti i giorni aggiungendovi dubbi religiosi che deriveranno anche da una esigua preparazione metafisica che determinano probabilmente i primi stessi appena accennati.
MA:
– L’articolo 1 della TC è , a conti fatti, esistente dalla « Missale Romanum » di Paolo VI. Ovvietà assiomatica.
– La prelatura personale è, a rigore fattuale e logico oltre che canonico, una totale infrazione ecclesiologica e contraddizione dei primi concili ecumenici.
Ora l’enciclica ambientalista di Francesco non è poi diversa dalla Rerum Novarum di Leone XIII sia nella superficialità, nella vaghezza oltre che nell’opportunismo.
Lo stesso vale per Pio X, che è l’apripista di Paolo VI, lui che favorì la burocratizzazione del diritto canonico, deformò il canto liturgico, sfigurò l’ufficio divino, grazie al nocciolo del problema: la totale incomprensione del Concilio Vaticano I, che è ben più increscioso del II ( tralasciando che in esso sono scritte delle menzogne storiche , e che chiuderlo dopo 70 anni non ha nulla di egualmente legittimo ).
Che Francesco sia quel che sia, non è tanto differente da varie eresiucce ( l’eresia non è mai solo dottrinale, ma può essere anche liturgica oltre che morale oltre che confliggente con i canoni, in senso pieno ed antico ) dei papi precedenti, e d’altronde cosa dovrebbe preoccuparci di Francesco se la simonia dal rinascimento può averci consegnato catene di successione apostolica fittizzie, dato che la simonia impedisce la sacramentalità? O l’infiltrazione dei sabbatian-frankisti guardacaso dall’est europa cattolico?
A mio parere ti fai problemi atroci su temi marginali, ignorando la gravità della situazione, che in realtà, se ben vedessi è ben peggio di quel che credi tu, e praticamente tutti i tradizionalisti ( che d’altronde spesso si riducono ad eretici speculari dei modernisti ).
Piano formale, piano materiale…mamma mia, Aristotele va bene per stemperare gli zenoniani stoici ed i pitagorici gnostici, ma o la Chiesa è e sussiste e continua, o tali finte e false specificazioni non servono ad un tubo.
La deformazione del sacramento dell’ordine per fare un esempio riferendomi a qualcosa che citi esiste dal basso medioevo ed è stata sancita poi da Giovanni Paolo II nella « Pastores Dabo Vobis » anch’esso un documento confliggente con la Rivelazione, confliggente con la storia e la logica e la teologia che solo le manipolazioni hanno potuto far suffragare. E vedrai che ne troverai vari, ben prima del rinascimento Simon, nulla di nuovo d’altronde visto che eresiarchi spuntarono subito.
Quindi non ho capito perché tu ti agiti ed angusti tanto. Francesco infondo oltre che svelatorio non sta dicendo nulla di così grave che, invece, papi detti tradizionalisti hanno compiuto nel loro dominio plurisecolare.
(1) il Missale Romanum di Paolo VI pretendeva sostituire il Missale precedente, ma si concepiva come in continuità e non in rottura con la tradizione liturgica. Cioè l’art.1 poteva dirsi presente solo materialiter ma non formaliter.
(2)Circa la Prelatura Personale concordo con la tua affermazione ed è la ragione per la quale era per me un concetto canonico possible solo a causa del CVII. Interessante che questa sola realtà canonica prettamente CVII sia stata “cancellata”.
(3)Concordo con te per dire che, con il senno del poi, la Rerum Novarum non vale une cicca soprattutto sul piano intellettuale, economico, morale o religioso, anche se è Magistero (scadente). Le encicliche ambientalistiche di Francesco non sono atti di Magistero cattolico proprio nella loro radice (ma vero anti-Magistero cattolico).
(4)Come descritto nel mio post penso che la Chiesa, in quanto organizzazione umana, ha sempre fallito , cioè dico quel che dici a proposito di eresie e eresiucce.
(5)La corruzione della Chiesa che ha condotto alla situazione attuale personalmente la vedo, grosso modo, vecchia di 5 secoli su per giù; però, c’era una differenza: i Papi e la gerarchia custodivano la nozione di continuità, sola garante della genuinità della Chiesa anche se non erano sempre capaci di metterla in opera o di giustificarla intellettualmente, cioè , fino al deludente Benedetto XVI compreso, c’era sempre la ferma volontà di fare quel che la Chiesa vuole sia fatto anche se incapaci. Con l’art.1 di TC questa volontà di voler fare e insegnare quel che la Chiesa vuole sia fatto ed insegnato è stata messa da parte: il taglio è sul piano formale irreversebile, ed infatti la barca di Bergoglio ormai si allontana alla velocità del suono da tutti gli insegnamenti i più importanti dati dal Cristo e dagli Apostoli. È come se la Rivelazione non fosse finita con l’ultimo degli Apostoli ma avesse ripreso con tale Bergoglio contraddicendo gli insegnamenti del Figlio di Dio e del Suo Corpo mistico, il che è un’altra massima ed insigne eresia.
In Pace
Basta con queste amenità materialiter e formaliter. Simon le ho ben presente cosa significhino, e sono solo arzigogoli. Il rito del 62, che non è il rito apostolico intonso affatto, è un indulto. Il problema è liturgico e nell’abuso canonistico ossia il soverchiamento del diritto rispetto al culto, ma di per sé tale articolo neanche avrebbe senso a ribadirsi. Cioè chi gli dà tutta questa importanza nella normalità delle cose, è un ritardato. Perché? Se Pio X distorce il breviario dando il là alle menomazioni e creazioni assurde dal cilindro a cui giungiamo con Pio XII e e Paolo VI, liturgicamente ( che la liturgia è fonte e culmine di ogni cosa, sia della Scrittura che della Tradizione ) è il problema e non c’entra nulla la canonistica. Cioè che Pio V abrogò leggi che permettessero l’uso dei messali precedenti il suo, se si mantiene il rispetto del deposito rituale ed il principio di intangibilità liturgica per capirsi, non fece una grinza ed era segno di unità oltre che di ordine. Il problema non è l’articolo, che è già tutto scritto nelle ultime righe della MR di Paolo VI che non si doveva permettere di creare una cosa a buffo, fatta salva la validità/verità sacramentale eucaristica.
Ugualmente Francesco porca miseria è meno pericoloso di praticamente il 25% dei papi dal 1000 in poi. Solo che al tempo dovevi quasi sempre fare pippa e non vale il punto 5 perché già dal bisecolare periodo della pornocrazia romana cosiddetta iniziarono ben seri problemi e ciò lo scrivo al di là ed al di qua dei foziani, che pure st’accusa è l’alibi perfetto
Beh posso solo dirti che hai le risposte, cioè l’espressione del mio punto di vista su tutte queste questioni, tutte descritte nel mio punto (5) qui sopra. Che puoi, oppure no, liberamente accettare o rifiutare: dopottutto non cerco di convincerti ma solo di esprimere il mio punto di vista.
In Pace
Potresti chiarire la tua frase; « …la « Pastores Dabo Vobis » anch’esso un documento confliggente con la Rivelazione…
Infondo è un’esortazione che sminuisce e sbeffeggia ovviamente in modo suadente ed implicito sia gli episcopi che la taxis monastica oltre ad essere nauseante nella sua sociologia e come al solito noiosamente prolisso, ma a conti fatti il paragrafo 29 è una totale menzogna.
I canoni antichi impongono che chiunque voglia fare il sacerdote per servire la Chiesa e porsi all’altare di DIO – da non sposato – debba essere vergine e non consacrato prima dei 40 anni, cosicché la stragrande maggioranza dei nostri sacerdoti occidentali confligge già sia i canoni che gli impedimenti visto che molti hanno avuto rapporti sessuali, ed altri che li hanno avuti dopo la consacrazione sono semplicemente stati oggetto di penitenza, mentre ipso facto vanno dismessi dal clero se la cosa è notoria e provata, tenendo conto che ormai si diventa sacerdoti da ragazzi od appena adulti post-ventenni cosa che non sarebbe stata accettata mai.
In realtà consuetamente presbiteri non si poteva divenire prima dei 30 anni e lo sposalizio ne era un pre-requisito ( e ci si doveva sposare vergini entrambi i coniugi per garantire l’accesso alla celebrazione dei misteri del candidato che alla luce della retorica prete-comunità doveva dimostrarlo proprio nella sua famiglia semmai ) abbastanza ovvio per una società che faceva giungere alle nozze da prima dei 20 anni.
Ora calcolando che il canone famoso di Elvira dice il contrario di quel che viene sostenuto truffaldinamente, i concili gallici e di Cartagine come le decretali di Siricio esplicitamente parlano di impossibilità all’uso del debito coniugale in relazione alla celebrazione quotidiana del sacrificio eucaristico ossia per le questioni legate alla purità rituale ed al digiuno anche sessuale necessario per degnamente adempiere la propria missione, si comprende che qualcosa non torna.
Quindi scrivere ” Ma la volontà della Chiesa trova la sua ultima motivazione nel legame che il celibato ha con l’Ordinazione sacra, che configura il sacerdote a Gesù Cristo Capo e Sposo della Chiesa. La Chiesa, come Sposa di Gesù Cristo, vuole essere amata dal sacerdote nel modo totale ed esclusivo con cui Gesù Cristo Capo e Sposo l’ha amata. Il celibato sacerdotale, allora, è dono di sé in e con Cristo alla sua Chiesa ed esprime il servizio del sacerdote alla Chiesa in e con il Signore” è inutile si affermi non urti l’eccezione degli orientali che hanno uso diverso, ridotti a sacerdozio di serie B con un buffetto sulla guancia.
Il problema è che è una menzogna, tutto qua, con la pretesa di assurgere a chissà quali grandi virtù disconoscendo Canoni, Scrittura e Tradizione.
Perché io certo imporrei ugualmente il celibato perenne a chi dovesse celebrare giornalmente il santo e terribile sacrificio eterno, immenso, beato ed irripetibile di nostro Signore Gesù Re, ma mai mi sognerei di giustificarlo con panzane del genere.
E’ la stessa cosa dell’idiozia di Benedetto XVI riguardo l’esistenza di due forme rituali parallele, è la stessa cosa rispetto alle deviazioni di Pio X sulla santa comunione frequente e la supposta restaurazione del canto liturgico.
Tutte buone intenzioni, tutti risultati peggiori della pezza, e guardacaso portanti a conflitti e non soluzioni, Pio X paga lo scotto 70 anni dopo.
DIO invece ci ha favoriti, augurati e prescelti con Francesco I per poter, finalmente, liberarci dalle manipolazioni degli uomini che spacciano le loro soluzioni per fedeltà alla Rivelazione.
p.s. aggiungo: Viganò, in quanto consacrato vescovo secondo un ordinazione assoluta dato che la sua diocesi adibita è inesistente e soppressa, stanti ai canoni dei concili ecumenici, è un semplice presbitero. Ricordatelo.
Saluti
Dalla tua risposta lunga risposta OT, deduco che tu non abbia ben chiaro cosa sia la Rivelazione.
Data inoltre la tua finale considerazione su Vigano, deduco che tu non abbia nemmeno le basi della conoscenza del sacramento dell’Ordine e dei suoi tre gradi.
Hai molte idee ma alquanto confuse: sei un ottimo seguace dell’ideologia personale del nostro attuale Santo Padre.
Puoi dedurre quello che vuoi Loré, siamo liberi, ma i canoni parlano chiaro ed evidentemente quello che fu approvato dai papi di prima vale meno di quello che modificano impunemente i papi di dopo. Faresti un buon servizio però, rammenta, se enucleassi i punti storti invece di dar parere sentenziatorio.
Perché a domanda ho risposto con annessi corollari basandomi su canoni e consuetudini ecclesiastiche certo non citate ma che chiunque può, con impegno, constatare da sè per rendersi conto che certe dispute sono in realtà insensate.
Per il resto che vuoi farci, per me Leone XIII sulla questione sociale e Francesco sull’ambientalismo infondo hanno parlato sia a vuoto che opportunisticamente, sinceramente schierarmi con i 62isti od i 69 è quanto mai peregrino.
Ti ho chiesto in cosa la « Pastores Dabo Vobis » confligge con la Rivelazione e tu mi rispondi che confligge con i canoni: ho l’impressione che tu confonda la Rivelazione divina con i canoni umani.
Scusa mi pareva evidente: l’ordine sacro non conforma a Cristo in quanto capo e sposo della Chiesa a livello presbiterale ed il celibato non ha nulla a che fare in sè per sè con il sacerdozio.
Aspetta un attimo Lorè…cioè tu stai sostenendo per caso che i canoni ecclesiastici dei concili infallibili siano meramente umani?
Cioè ti rendi conto di quel che stai affermando? E poi però, quando invece col codex si apportano le innovazioni quelle si prettamente burocratiche, ah beh quelle vanno seguite pedissequamente no?
Ma dai!
Se Rivelazione e Concili fossero sinonimi, avresti ragione.
Infatti, intrinsecamente non possono esserlo: la Rivelazione si termina, una tantum, con la morte dell’ultimo degli Apostoli.
In Pace
Beh il primo elemento confliggente è l’usurpazione del dominio incontrastato del Cristo e la negazione del suo governo nella Chiesa.
Il secondo è l’assalto al battesimo ( e quindi la cresima ) che è il solo necessario sacramento.
Il terzo elemento è appunto il fatto che si sminuisce il solo ed uno ed unico sacerdozio del Cristo stesso.
Il quarto è il clericalismo e la sminuizione degli eunuchi ossia i monaci assieme a quella del sommo sacerdozio episcopale ossia il solo riferimento analogico a Cristo stesso rispetto alla propria chiesa locale che esso dirige.
Ad ogni modo queste desunzioni che non comprenderai , confliggono con le stesse lettere paoline riguardo gli episcopi i diaconi ed i presbiteri ( mi citerai gli sposalizi bianchi, cosa non solo anti storica ed anti logica ma essenzialmente anti-sacramentale ) come anche il fatto che Clemente romano ricalca esattamente per i chierici le disposizioni mosaiche per i leviti, cosa raffrontabile proprio con le prime collezioni canoniche originarie.
Ma scritto questo è ben strano che, se io affermi ipoteticamente e nestorianamente che Maria è solo Christotokos, tu possa usare un concilio ecumenico che è magisterio straordinario ed infallibile, mentre io se ti faccio presente che Viganò alla luce dei canoni è un presbitero ed alla luce del Deposito della Fede posso dimostrare la falsa teologia dietro il celibato sacerdotale, il tutto non valga affatto.
Perché mi sembrava che la Chiesa fosse il Corpo Mistico del Cristo oltre il fatto che l’apostolicità si avvalga dell’assistenza inabitante del Santo Spirito Paraclito nella contemplazione del Padre.
Ad ogni modo valga questo: ringraziamo DIO che con Francesco ci permette di sbugiardare chicchessia, e preghiamo per non fare il doppio peso ed il doppio gioco, soprattutto con noi stessi.
Perché il senso era proprio questo: Francesco infondo non sta facendo neanche granché rispetto a quel che per secoli si è fatto.
Poi se ognuno di noi voglia dichiararsi che c’è un momento in cui tutto divenne chiaramente nefando, a mio avviso nega la Provvidenza oltre che , umanamente, illudersi di poter aver compreso il mistero d’iniquità, e nega ancora la Rivelazione giacché , fra i nostri, gli infiltrati furono subito e Pietro e Paolo avvisarono subito che nel corso del tempo falsi profeti, falsi dottori, falsi maestri, falsi sacerdoti sarebbero apparsi proprio fra noi.
Confidiamo nel Signore, che stiamo scrivendo troppo, e questo spero e credo, sarà l’ultimo messaggio che vorrò porre, mi sembrava ignobile dar la soddisfazione al blog Kelebekler dela mia morte digitale che ha apportato solo astio, confusione e disturbo.
Una cosa a Simon. E’ ovvio ed assiomatico che la Rivelazione cessi con la morte di Giovanni il reale Teologo, il discepolo amato.
Ma a me sembrava parlassimo della trasmissione e custodia della Rivelazione stessa ( Manoscritta o Vocale ), che implica ortodossia, pia liturgia, ortoprassi, magistero legittimo e sana mistica.
Ora se uno vuole ridurre i canoni della santa Chiesa ed il suo magistero straordinario infallibile ( certo fatta salva la contestualizzazione che nessuno vuol negare, però vien da ridere rispetto alle prese di posizione riguardo il concilio Vaticano II oppure i papi post conciliari a caso ) a mere disposizioni di naturalità umana , non credo abbia capito che la Chiesa è corpo mistico del Verbo incarnato inabitato dallo Spirito Consolatore contemplante il volto del Padre Ingenerato e non credo abbia compreso che eretico è chi sceglie e devia da tutti o qualcuno dei punti espressi.
Ritenere l’eresia un qualcosa di solamente intellettivo è già cattivo segno e presagio.
Fermo restando che oltre tutto questo umanamente c’è la logica ed i fatti, che siamo sperticati a dimostrare concordanti con la Rivelazione stessa, mentre i grandi soloni cianciano di sposalizi “bianchi”.
Ora a me del celibato sacerdotale interessa poco, d’altronde se si offre il sacrificio giornalmente è una necessità.
MA è la cattiva teologia proposta anche da BXVI o Sarah che non è consona e crea dissidi falsi e finti.
Ad ogni modo la cosa è irrilevante. La cosa in realtà del tutto nefanda è che nessuno pretenda la verginità dai sacerdoti che anzi sono di norma fornicatori convertiti e che, se cascano in tale peccato, addirittura rimangono sacerdoti, cosa che non sarebbe mai stata possibile.
Quindi per quanto mi riguarda Stickler è un manipolatore, e come possa un manipolatore servire in buona coscienza il Signore, questo solo Lui lo sà.
D’altronde la misinterpretazione di Nicea al riguardo e dell’annoso canone 33 di Elvira è davvero un pugno nello stomaco ma dovremmo essere abituati a coloro che esigono esigono esigono, ma quando dovevano chiedere prestiti agli usurari, castrare i cantori, indire lotterie, estorcere più tasse del dovuto – parlo di qualche cosa dello Stato ecclesiastico nel centro Italia – alla fin fine va da via al cool…e mi vengono a dire che la deriva è iniziata solo 500 anni fa?
Se la Rivelazione è chiusa, il ruolo della Chiesa è solo di trasmettere e non di trasformare, di spiegare ma non di inventare, di garantire la continuità, che è l’essenza della nozione di Tradizione e l’espressione temporale dell’unità ontologica della sola ed unica Chiesa di Cristo lungo gli accidenti temporali millenarî.
Finché la gerarchia ed i membri del Corpo di Cristo (i.e. la Chiesa) intendono fare quel che la Chiesa vuole sia fatto, e non quello che passa loro per la testa, cioè, in primis, garantire quest’unità millennaria, anche se si sbagliano accidentalmente (nel senso del termine aristotelico di “accidente”), il Sacramento “Chiesa” si dà al nostro mondo.
Ed è per questo che ciascuno di noi, anche preso individualmente, è Chiesa se realizza nella propria vita questa intenzione voluta fin dalla Preghiera Sacerdotale di Cristo, malgrado tutti i problemi che possiamo avere.
Orbene, anche nel più oscuro periodo della storia della Chiesa, ad esempio durante l’eresia ariana, oppure durante gli anni oscurissimi dalla fine del S.S. CVII fino a dieci anni fa, nessun Papa avrebbe positivamente, nella sua intenzione e foro interno il più nobile, voluto ed insegnato altro che quel che la Chiesa ha sempre voluto ed insegnato e questo èevidenziato anche da come le loro argomentazioni, per quanto a volte debili, sempre tenessero a stabilire una certa continuità con la Chiesa di sempre, Una e Sola, Quella dei loro predecessori: con quiei Papi la Chiesa si faceva, malgrado le opzioni a volte sballate ed errate, malgrado La conducessero, umanamente in rovina, come ben vediamo, oggettivamente, da 60 anni in qua.
La differenza tra quei Papi con il Papato attuale è che, ormai, c’è una volontà espressa e formale di rompere con la continuità, di non garantire l’unità ontologica con la Chiesa di Cristo e cioè di creare una soluzione di continuità, una faglia tettonica con la Chiesa di Cristo, ad esempio, con i Sacramenti della Chiesa cattolica (cf. lo pseudo-insegnamento sull’Eucarestia nel caso degli adulteri), con la Liturgia (cf. TC in art. 1 che non ammette più nessuna continuità con la Liturgia della Chiesa cattolica da 2000 anni, ma diventa ormai “autocefala”sul piano della fede e della preghiera, addirittura condanna chi partecipa alla Santa Messa con lo spirito di chi vi ha partecipato dal Golgotha fino ad oggi), con la dottrina sui mezzi di salvezza (ormai gli atti omossessuali ed i contesti che vi ci portano e la conseguente distruzione di ani e budella degli invertiti “praticanti” diventano oggetto di benedizione; l’adulterio conduce alla santità visto che ci si può comunicare in questa situazione; la pedofilia e gli abusi di potere, sessuali o no, non sono poi così importanti soprattutto quando membro del partito bergogliano; in loro vece, però, sono inventati nuovi fardelli fariseici, come, ad esempio, il solo pensare non accettare il dogma climatologico è ormai un peccato tale che i governi o chi per loro possono usare di ogni restrizone contro chi lo praticherebbe) con la Dottrina cattolica ormai dimenticata e sostituita da un non-pensiero debilitante (ad esempio sulla condanna a morte, sui migranti, sul non dover fare proselitismo, mentre quest’ultimo è sempre stato un comandamento del Cristo stesso sul quale è fondata la nostra Chiesa, etc etc).
Oggi, non assistiamo, quindi, a semplici peccati di pontefici e gerarchi, anche gravissimi: qui stiamo parlando di scisma in atto, di apostasia celebrata pubblicamente e volutamente, di eresie imposte al Popolo di Dio; almeno, nei tempi passati, i peccatori, Papi e Re compresi, sapevano di peccare e potevano essere salvati: oggi non si possono più salvare perché non ne vogliono proprio sapere di ammettere che peccano ma, addirittura lo gisutificano, cioè praticano il peccato contro lo Spririto Santo. Contrariamente a quel che si crede se si pecca essendo convinti di non peccare, siamo in presenza di circostanza aggravante e non di di circostanza attenuante per i cristiani che vivono dello Spririto dal giorno del loro battesimo e che sanno benissimo nel loro cuore, cioè nel loro faccia a faccia quotidiano con lo Spirito Santo, che sono buttati fuori delle nozze via dove ci sono grida e stridor di denti.
Se tu non vedi e non percepisci la differenza tra quel che succede oggi e quel che è avvenuto da 2000 anni in qua, vuol semplicemente dire che non la devi vedere e che non la devi capire, disse Gesù.
Di cui, atto.
In Pace
Oltre gli accidenti temporali direi anche quelli spaziali.
Come ho già scritto, io non sono in grado di conoscere Francesco e le sue reali intenzioni e come potrei risponderti sull’insegnamento di Francesco alla santa comunione data a chi non può, posso argomentare contro la comunione frequente di Pio X altrettanto dannosa, checché me ne dica qualsivoglia solone di turno.
Quindi sai già che Francesco a conti fatti per me non è così problematico, per quanto mi faccia ribrezzo, più liturgicamente che rispetto ad altro.
Francesco ha la sfortuna di vivere in un’epoca dove il doppio peso è evidente per forza di cose, quando una volta i fantomatici sacri palazzi non permettevano di sbirciare riguardo agli atti e le preferenze meschine poste in essere.
Che oggi si giustifichi e ci si autoassolva, non posso che concordare : Giuda sarebbe oro per il rimorso disperato che ebbe rispetto a chi nemmeno si sente colpevole ma aggiusta a modo suo la Rivelazione.
Il problema è che non è cosa nuova: è più ingente, più spregevole, più evidente, ma non cosa che si può ritenere inesistente prima, come volendo si deve assumere ( pena il giudicare la Legge ) che anche oggi si creda e si speri di attuare una certa aderenza a Cristo attraverso l’epoca.
Non è che non possa vedere quel che è lampante è che per fare un altro esempio, i legati papali o nunzi dal dopo Avignone e dal cinquecento in poi condussero azioni di soverchiamento degli ordinari vescovili dunque in atto ebbero semplicemente a disporre un’eresia ecclesiologica oltre che produrre un abuso para-scismatico.
E’ mai fregato a nessuno questo?
Ed io mi devo preoccupare delle scempiaggini di Francesco, che col suo compare Viganò stanno giocando a rimbalzone in senso dialettico hegeliano?
DIO provvede alla sua Chiesa ed il seminatore nella sua generosità e fecondità semina , secondo una logica mondana, anche in modo del tutto folle, ossia anche su strada, rovi, rocce, tutte cose assurde.
Se volevo il regno di DIO sarei nato sotto la croce ed avrei gridato anche io « scendi e fammi vedere se sei chi dici! » ma non sono nato fra loro e realmente non ho alcuna soggezione rispetto quest’epoca su cui ho solo da ripetre quel che tu ripeti ben meglio di me, ma non capisco perché abbia a fossilizzarti su quest’ultimo decennio in così tale drasticità, cioè veramente un uomo come te così capace e serio non può assumer posizioni così temerariamente cieche.
Ho faticato molto per almeno sta cosa estirparla da me rimettendomi alla Grazia, nonostante le mie scuse, la mia pigrizia e la mia presunzione.
Forse sono stupidamente fissato e fragilmente suscettibile. D’altronde la confidenza è che al momento delle scelte, tutti questi discorsi che sono solo veleno non serviranno a nulla, e staremo dalla medesima parte finalmente.
Davide uccise l’amalecita che terminò Saul dopo essersi gettato sulla spada da sé, perché il consacrato del Signore non si può toccare, è scritto, in ogni caso, pur maledetto, pur abbandonato da DIO.
Non sarò un dottore né infondo integro di virtù, ma con questo Spirito voglio leggere i canoni della Santa Chiesa e guardare a tutto il resto del Deposito, altrimenti sarei rimasto a Baruch Spinoza e Max Stirner e mi sarei trovato certamente meglio illudendo me stesso come tutti gli altri, pronto per la rovina.
Uniti in preghiera, come amavano dire i miei compagni monaci libanesi, e grazie di tutto.
Come detto precedentemente: se non vedi o non capisci, vuol dire che è tuo destino non vedere o non capire. Non a tutti è dato vedere e capire.
Prendine atto, come io ne prendo atto: non è solo questione di intelligenza ma anche di Grazia.
In Pace
Simon va bene. Non ho capito cosa non dovrei riuscire a vedere ma pazienza. Mi sembra un gioco reciproco eheheh
Ad ogni modo visto che Francesco partecipò da arcivescovo di Buenos Aires a rituali giudaici , doveva esser ridotto allo stato laicale e quindi non poter essere elegibile.
E via discorrendo perché ti ripeto, avoja a trovà…
Ma ringraziamo la pazienza di DIO, « sic transit gloria mundi »
un saluto
Gioco reciproco, forse, asimmetrico certamente: io me ne sto dalla parte della certezza eviterna che è la Chiesa di Cristo, mentre tu sembri seguire i caproni del momento senza tanti problemi visto che non sai distinguerne la differente sostanza dai precedenti.
😉
In Pace
Simon la tua accusa è vile, non volevo rispondere ma la cosa è nefanda.
Tu usi Francesco come alibi a mio parere. Ora io ho qui scritto tutto sto sbrodolo per evidenziare una cosa lampante: c’è del doppio peso e non ci si prende la briga di, una volta accettato il gioco/dovere di far le pulci e cercare l’eresia altrui, soprattutto da parte di chi dovrebbe favorire la salvezza e non irretirla, applicare il principio e la prova a tutti.
Ora di per sé la mia è stata critica d’atteggiamento, perché sono sicuro che le vostre virtù e capacità siano maggiori delle mie, le tue se non altro per la tua età maggiore della mia oltre per il servizio che hai reso con questo blog, da cui ripeto ho attinto molto. Io però non ti ho accusato implicitamente di eresia come tu stai facendo dicendo che sto seguendo i caproni.
E ripeto, quello che non comprende la sostanza delle cose sei proprio tu semmai perché se ancora la meni con l’articolo 1 che è solo un ribadimento strategico per creare dissidi appositi ( visto che dopo la Missale Romanum di Paolo VI e l’indultismo di Giovanni Paolo II non c’è proprio da discutere ).
Eugenio IV nella bolla agli armeni quando asserisce che la materia dei sacramenti della consacrazione ministeriale siano gli strumenti consegnati ed espunge l’episcopato aggiungendo il suddiaconato non è in continuità affatto con la Chiesa ( nessun problema visto che l’imposizione nella liturgia si è comunque avuta ), e di cose del genere ne hai molte, e che non vuoi vedere, lungo consuetudini e documenti ecclesiastici.
Tu hai scritto che i caproni a cui ti riferisci, con la stessa immagine qui nel post, con quel che hai sostenuto, e con la simbologia che porta la capra, sono eretici o peggio apostati , ed io seguendoli cosa devo dedurne?
Le parole di nostro Signore ti bastino Simon, perché stai reagendo gravemente rispetto ad un problema montato ad arte, di cui come al solito miri solo alle questioni intellettuali e mai liturgiche, e giammai ti sogneresti di sostenere che in quanto capo di uno stato partecipante all’usura mondiale, la cosa già si sentenzia stanti a Nicea per praticamente tutti i compresi da 300 anni in qua almeno.
Io ne ho di cose da scrivere, ma non nego la sussistenza della Chiesa e nemmeno del papato eretico o che altro, il caso Onorio è davanti a tutti, e dovrebbe acquietare i nostri animi, assieme al pusillanime Liberio, per non parlare dei rinascimentali che, se hanno comprato la carica alcuni, neanche saranno mai stati episcopi, dunque di certo neanche papi.
Simon.
La tua degenerazione, quella che descrivi, è una degenerazione ottimale, la situazione è ben peggio, ma ciò non toglie il principio per cui la Chiesa supplisce laddove possa ( anche qui si vagheggia ), il fatto che la Grazia non è vincolata ai sacramenti, ed il dominio incontrastato della Provvidenza divina che infondo ci saggia come anche ci dà l’opportunità di svincolarci infondo dagli schemi, ora che è saltato molto.
Meglio non parlarne, continua a guardare le eresie morali od intellettuali o giuridiche…
Rilassati, perché se vuoi dirmi stupido, cieco, inabile, incapace, ingenuo, imbranato, rozzo, acerbo qualsivoglia cosa, che potrà certo esser molto, va bene, ma se mi dici implicitamente che sono eretico o seguace di apostati, sta attento a te perché realmente è un giudizio temerario oltre che falso, visto che di me, fattelo scrive, non ciài mai capito n cazzo ( nun ce stava n cazzo da capì scriverai, suppongo ahahah ).
Comunque, il Signore ci illumini ed ognuno per la sua strada.
E’ stato un piacere e grazie della pazienza
Carissimo Daouda,
non ci sono due pesi e due misure misurando una stessa cosa: ci sono due pesi e due misure perché si misurano cose di natura differente. Se vuoi misurare la quantità di materia di un solido usi una bilancia, se quella di un liquido la capienza di una bottiglia e questo perché la natura di un solido è differente di quella di un liquido. Non puoi misurare l’agire del legittimo Papa Francesco, purtroppo apostata ed eretico ma anche scismatico con quello dei 260 et tot Papi legittimi che lo hanno preceduto i quali, sebbene peccatori anch’essi, incompetenti spesso, almeno volevano fare quel che la Chiesa sia fatto, espressa nella Preghiera Sacerdotale di Gesù, e cioè l’unità sincronica ma anche diacronica della Chiesa Unica e Una. Non solo non puoi misurare nello stesso modo ma non puoi seguirli nello stesso modo: mentre non era una peccato seguire i secondi ma a volte una virtù, è, invece,peccato oggettivo seguire il primo.
Eppoi, no, non ti tratto di stupido, etc. per niente, anzi! Quel che dico, citando le parole stesse di N.S.G.C., è che a molti non è dato di capire: non è una questione di intelligenza o di cultura, ma di pura Grazia, di Elezione divina. Non dico quindi che sei un imbranato, ma se dopo averti signalato l’errore peculiare di colui di cui accetti, de facto, seguirne le orme, non mi resta che scuotere i miei calzari e proseguire: non prendertela con me ma con Gesù stesso che mi ha ordinato di fare cosÌ.
Dài! Non dramatizziamo!
In Pace
Fintanto che nessuno si prende la briga di dichiararlo eretico, che è, il che implica il decadimento, è Papa come scrivi e nel legittimo va seguito come si deve sempre resistere come anche 1000 anni fa ( che un documento come la bolla agli armeni sia stato accettato è scandaloso ).
Poi se vuoi essere convinto che solo Francesco non agisce ( termine più congruo e coerente del mero fare ) ciò che la Chiesa vuole, tramanda e comanda, io posso solo dirti che che non approvo.
Quindi in realtà a me pare tranne certi appunti tuoi, che giustamente mi fai notare forse in certe mie esagerazioni o travisamenti, oppure i miei a te come ho continuato ad insistere su quel che mi pare auto-evidente rispetto appunto ad esempio a sto fantomatico articolo 1, tutto sommato sosteniamo infondo il medesimo ed io riconosco il tuo atteggiamento e lo comprendo ed è doveroso, solo che sbagli bersaglio, con me, capperi.
Ti ri-rispondo ringraziandoti della comprensione e delle tue parole scritte ed infondo perché sono stronzo che voglio aver l’ultima.
Si non drammatizziamo, ma come a suo tempo chiamasti i tradi-protestanti, guardiamoci pure da loro, ecco.
Un abbraccio nel Signore e che Lui ci illumini, cosa di cui tutti abbiamo bisogno, ed al riguardo mi impegno a riflettere su la possibile disparità di gravità e realtà che non reputo così distinta come vedi tu. L’importante è chiarirsi, per quel che si può su internet.
Beh di certo non mi identifico al tradi-protestantesimo per niente, che è forma di papismo storto come quello hypermodernista contemporaneo.
Mi definisco solamente “cattolico” in quanto quel che mi caratterizza è quel ” credo la Chiesa” della professione di fede di Nicea-Costantinopoli. Non necessito nessun altro aggettivo da aggiungere a quello di cattolico.
Grazie per il commento.
In Pace
Se vuoi sapere cosa sia la Rivelazione, puoi sempre leggere qui: https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s1c2a1_it.htm#III.%20Cristo%20Ges%C3%B9%20-%20%C2%ABmediatore%20e%20pienezza%20di%20tutta%20la%20Rivelazione%C2%BB
Posso solo scriverti caro fratello che tra il punto 70 e 73 manca la promessa davidica, cosa credevo fosse fondamentale per la nostra Fede relativamente inoltre allo scettro di Giuda….
MI accusi di OT, ma vedrai che converge tutto: il cardinale Burke potrà pure fare il savio ricordando a tutti che il sinodalismo proposto attuale è anticanonico e completamente insensato rispetto le stesse prassi orientali, ma ugualmente non credo lui abbia mai partecipato ai sinodi obbligatori a cui ogni ordinario deve partecipare 2 volte l’anno, sinodi esecutivi sottomessi al gerarca arcivescovile o metropolitano o che lui stesso dovrebbe indire.
Il cervo che dice cornuto al bue, dunque.
D’altronde Burke è cardinale DIACONO di sant’Agata, cosa che neanche perdo tempo a denigrare visto che mi sà che qua, quello che deve farsi un’esame di coscienza rispetto i dati della Rivelazione sei tu, non io, perché è molto comodo vedere il male in periodi storici circoscrivibili per creare le fazioni del caso, defalcando quel che si afferma sia « superato » o « reinterpretabile ».
Io dovrei preoccuparmi della mia superbia od invidia e dell’ira e la cocente tristezza con cui scrivo, sconcertato dalla totale ipocrisia e manipolazione della realtà a cui da degenere non so porre freno e quindi sto scrivendo questo cappero di messaggio telematico credendo chissà che. Pochi che possono ponderare, riescano a superare l’abile scusa con cui appena si trovi un appiglio di errore si pensi a muovere spietate critiche e giudizi su fratelli o gerarchi confidando nella santissima Provvidenza immancabile giacché come scrisse Pietro principe degli Apostoli: » Il Signore non ritarda nell’adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi ».
Si vede che io ne ho di strada da fare, ma guardati bene dal criticare Francesco e lasciare elusi gli altri forse meno appariscenti ma non meno perniciosi, perché il doppio gioco e la doppia misura sono umanamente meschine ed abominio davanti al nostro DIO, l’Unico Uno Tripersonale.
Prendo atto che anche la tua conoscenza biblica è alquanto carente:
– scrive il CCC al n° 64: “Attraverso i profeti, Dio forma il suo popolo nella speranza della salvezza, nell’attesa di un’Alleanza nuova ed eterna destinata a tutti gli uomini…”
– Davide non riceve la promessa direttamente da Dio, come Adamo, Noè ed Abramo, ma attraverso il profeta Natan.
Basta:
https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2005/documents/hf_ben-xvi_aud_20050921.html
Ciao Daouda. Cosa intendi per « opportunismo » , relativamente alla rerum novarum (e altre) ?
Già dal motivo al suo inizio è chiaro. In sé è abbastanza inutile, stucchevole, prolissa, ambigua con qualche errore proprio di chi non mastica di quel che scrive ( ad esempio la distinzione lavoro vs capitale in realtà, onestamente, non esiste ) giacché, a conti fatti, è un testo che avrebbe potuto scrivere nella sua ovvia ed assiomatica generalità qualsivoglia persona capace in senso prettamente naturale dato che non ha in sé nulla di spirituale.
Basta leggere d’altronde, non è che io sono un genio eh, e non avevo certo bisogno di Leone XIII per comprendere quelle cose basilari…però è ita così…
Tutta la Dottrina Sociale della Chiesa da Leone XIII fino ad oggi è concettualmente scadente e condivide lo stesso, poco evangelico, obiettivo delle due, per giunta apostate, Laudato del presente pontiifcato: allinearsi per non creare conflitti con il pensiero economico mondano a poco costo, poco santificante ma molto piccolo borghese.
In Pace
La prima edizione de « Il Capitale » è del 1886.
La « Rerum Novarum » è del 1891.
San Paolo avrà scritto quello che ha scritto sulla schiavitù « per non creare conflitti con il pensiero economico mondano »?
É possibile. Ma la schiavitù non ha mai impedito né lo schiavo né il padrone di santificarsi.
La soggezione a Mammona, invece sì.
In Pace
Sono andato a rileggermi la « Rerum Novarum », ma non ho trovato alcun passaggio dal quale si dedica la soggezione a mammona.
Infatti, questo è il problema.
In Pace
(P.S.: RN non insegna cose sbagliate o non cattoliche. Ma, semplicemente, non ha nessuna radicalità cristiana: in questo senso dico che è pensiero piccolo borghese. Magistero di certo, ma senza gran sapore.)
Magistero senza gran sapore?
« 18. Ma la Chiesa, guidata dagli insegnamenti e dall’esempio di Cristo, mira più in alto, cioè a riavvicinare il più possibile le due classi, e a renderle amiche. Le cose del tempo non è possibile intenderle e valutarle a dovere, se l’animo non si eleva ad un’altra vita, ossia a quella eterna, senza la quale la vera nozione del bene morale necessariamente si dilegua, anzi l’intera creazione diventa un mistero inspiegabile. Quello pertanto che la natura stessa ci detta, nel cristianesimo è un dogma su cui come principale fondamento poggia tutto l’edificio della religione: cioè che la vera vita dell’uomo è quella del mondo avvenire. Poiché Iddio non ci ha creati per questi beni fragili e caduchi, ma per quelli celesti ed eterni; e la terra ci fu data da Lui come luogo di esilio, non come patria. Che tu abbia in abbondanza ricchezze ed altri beni terreni o che ne sia privo, ciò all’eterna felicità non importa nulla; ma il buono o cattivo uso di quei beni, questo è ciò che sommamente importa. Le varie tribolazioni di cui è intessuta la vita di quaggiù, Gesù Cristo, che pur ci ha redenti con redenzione copiosa, non le ha tolte; le ha convertite in stimolo di virtù e in maniera di merito, tanto che nessun figlio di Adamo può giungere al cielo se non segue le orme sanguinose di Lui. Se persevereremo, regneremo insieme (2 Tim 2,12). Accettando volontariamente sopra di sé travagli e dolori, egli ne ha mitigato l’acerbità in modo meraviglioso, e non solo con l’esempio ma con la sua grazia e con la speranza del premio proposto, ci ha reso più facile il patire. Poiché quella che attualmente è una momentanea e leggera tribolazione nostra, opera in noi un eterno e sopra ogni misura smisurato peso di gloria (2Cor 4,17). I fortunati del secolo sono dunque avvertiti che le ricchezze non li liberano dal dolore e che esse per la felicità avvenire, non che giovare, nuocciono (Cfr. Mat 19,23-24); che i ricchi debbono tremare, pensando alle minacce straordinariamente severe di Gesù Cristo (Cfr. Luc 6,24-25); che dell’uso dei loro beni avranno un giorno da rendere rigorosissimo conto al Dio giudice. »
Sì, certo: come detto nulla di sbagliato. Ma, eppoi?
Ovvio che, almeno si tentava di mettere il Cristo al centro, non come gli insegnamenti del presente Papato, dove Egli è evacuato.
Ma dunque, per diventare un santo oeconomicus, cosa si propone di schiettamente cristiano a fronte del liberalismo e del socialismo dell’epoca?
In Pace
E’ una mia opinione, ma mi sembra che l’indicazione per diventare « un santo oeconomicus », sia abbastanza chiara:
« 19. In ordine all’uso delle ricchezze, eccellente e importantissima è la dottrina che, se pure fu intravveduta dalla filosofia, venne però insegnata a perfezione dalla Chiesa; la quale inoltre procura che non rimanga pura speculazione, ma discenda nella pratica e informi la vita. Il fondamento di tale dottrina sta in ciò: che nella ricchezza si suole distinguere il possesso legittimo dal legittimo uso. Naturale diritto dell’uomo è, come vedemmo, la privata proprietà dei beni e l’esercitare questo diritto é, specialmente nella vita socievole, non pur lecito, ma assolutamente necessario. E’ lecito, dice san Tommaso, anzi necessario all’umana vita che l’uomo abbia la proprietà dei beni (S. Th. III-II, q. 66, a. 2). Ma se inoltre si domandi quale debba essere l’uso di tali beni, la Chiesa per bocca del santo Dottore non esita a rispondere che, per questo rispetto, l’uomo non deve possedere i beni esterni come propri, bensì come comuni, in modo che facilmente li comunichi all’altrui necessità. Onde l’Apostolo dice: Comanda ai ricchi di questo secolo di dare e comunicare facilmente il proprio (Ivi). Nessuno, Certo, é tenuto a soccorrere gli altri con le cose necessarie a sé e ai suoi, anzi neppure con ciò che è necessario alla convivenza e al decoro del proprio stato, perché nessuno deve vivere in modo non conveniente (S. Th. II-II, q. 32, a. 6). Ma soddisfatte le necessità e la convenienza è dovere soccorrere col superfluo i bisognosi. Quello che sopravanza date in elemosina (Luc 11,41). Eccetto il caso di estrema necessità, questi, è vero, non sono obblighi di giustizia, ma di carità cristiana il cui adempimento non si può certamente esigere per via giuridica, ma sopra le leggi e i giudizi degli uomini sta la legge e il giudizio di Cristo, il quale inculca in molti modi la pratica del dono generoso e insegna: E’ più bello dare che ricevere (At 20,35), e terrà per fatta o negata a sé la carità fatta o negata ai bisognosi: Quanto faceste ad uno dei minimi di questi miei fratelli, a me lo faceste (Mat 25,40). In conclusione, chiunque ha ricevuto dalla munificenza di Dio copia maggiore di beni, sia esteriori e corporali sia spirituali, a questo fine li ha ricevuti, di servirsene al perfezionamento proprio, e nel medesimo tempo come ministro della divina provvidenza a vantaggio altrui: Chi ha dunque ingegno, badi di non tacere; chi ha abbondanza di roba, si guardi dall’essere troppo duro di mano nell’esercizio della misericordia; chi ha un’arte per vivere, ne partecipi al prossimo l’uso e l’utilità (S. Greg. M., In Evang. hom 9, n. 7). »
Ecco la Dottrina Economica di Gesù alla quale ci dobbiamo attenere e realizzare nei nostri contesti personali, sociali e storici precisi:
Matteo 6,25-33
“25 Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27 E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? 28 E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30 Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31 Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32 Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.”
In Pace
Mi pare che la dottrina sociale della Chiesa meriti un post a parte. Da dove trae origine? E’ corretto che la Chiesa pensi al benessere anche fisico del popolo , e quindi dia a suo modo indicazioni che inevitabilmente sono anche « politiche »? Oppure dovrebbe limitarsi al benessere spirituale in ottica di salvezza, al più indicando la carità come unica forma di c.d. « giustizia sociale »? Deve essere interessata la Chiesa all’esistenza delle classi sociali ? E’ dovere della Chiesa dare indicazioni ai governi perchè adottino sistemi di maggiore ridistribuzione delle ricchezze e delle libertà, attraverso sistemi che oggi sono chiamati genericamente diritti civili e welfare (libertà di espressione, Istruzione e Sanita sovvenzionate dallo stato, Pensioni, Assistenza agli invalidi, etc) ?
Oppure di queste cose Gesù non si occupava, e le iniziative in questo senso prese dalla Chiesa nei secoli non erano necessarie , perchè non attinenti alla vita eterna ?
Parliamone…l’argomento è molto interessante.
Sarebbe infatti interessante ma se, e solo se, tale Dottrina mi indicasse un percorso di radicale santità evangelica e non un continuo mercanteggiare piccolo-borghese.
In Pace
Buonasera 🙂 forse sono stato io col mio commento di qualche giorno fa a stimolare questo post, ma non c’era bisogno di scusarsi…il mio era solo il dispiacere di non sentir piu nulla da voci spesso diverse dal mio pensiero ma mai banali.
Anche in questo caso il post è stimolante , e pur, sapendo Simon come la penso su Francesco , sono contento che lui coinvolga nella sua analisi anche tutta la Chiesa scaturita dal CVII, rivedendo quindi a posteriori quelli che erano i giudizi espressi durante gli anni, nel corso di papati meno estremi ma che preparavano la strada per quello attuale (se non altro perché tutti i cardinali elettori di Francesco sono diventati tali proprio sotto i papati precedenti).
Ora secondo me, al di là di nostalgie , bisognerebbe molto concretamente cercare di capire se la Chiesa che intendeva Gesù fosse più vicina a quella preconciliare , piuttosto che alla attuale. Certo i tempi attuali sono talmente diversi dai tempi di appena 200 anni fa che era inevitabile arrivare ad un aggiornamento liturgico e pastorale ed in piccola parte anche dottrinale (senza cadere dalla sedia). Troppe cose sono cambiate dalle prime comunità che vivevano in comunione ed in condivisione anche dei beni , nell’ attesa del ritorno di Gesù, in un mondo semplice popolato da qualche centinaio di milioni di persone in tutto , con la catapulta come unica arma di distruzione di massa e ignorando l esistenza di Americhe , Oceanie e Dinosauri nel passato. Viviamo sulla promessa che le tenebre non prevarranno e su quella ci poggiamo. Nel frattempo vivere cercando di evitare i peccati e secondo le indicazioni basiche della dottrina , benedicendo e pregando , ci dovrebbe proteggere da errori , sia che celebriamo in latino sia in italiano, si che siamo d’accordo con AL sia che non lo siamo , sia che concordiamo con Francesco sia che non cocordiamo con Lui. I 10 comandamenti , il credo ed i precetti, se applicati , ci mettono sulla via giusta. Il resto sinceramente non dipende da noi.
Dipende cosa si intende per “vicinanza”: è questa una correlazione temporale, oppure una questione di similitudine? Non penso che queste due categorie siano significative per tentare di valutare che tipo di Chiesa intendesse Gesù.
In senso stretto la Chiesa, il cui atto di fondazione storico, visibile e spirituale si fa corrispondere alla prima Pentecoste, corrisponde con l’Incarnazione, cioè con l’atto di creazione del Corpo stesso di Cristo nel Santo Seno di Sua Madre: la Chiesa è, misticamente, il Corpo di Cristo. Non penso sia possibile tentare di concepire cosa sia la Chiesa che vuole Gesù senza avere la capacità mistica, concepita come dono dello Spirito Santo, di capirLa in quanto tale.
La Chiesa è, e lo è eviternalmente, contemporaena al Cristo Stesso fattoSi uomo: non c’è modo di cercare una similitudine tra la Chiesa in quanto Corpo di Cristo e le realtà ecclesiali di qualunque epoca, che sono state tutte largamente fallimentari umanamente parlando, come anche non fa senso cercarne la verità in una miticizzata vicinanza al Gesù storico.
La realtà Chiesa, Corpo mistico, si realizza nella Storia umana non in funzione di similitudine o di vicinanza temporale, ma nel fatto che Essa sia sempre la Stessa, la Sua eviterna creazione attuandosi in ogni momento storico: cioè quel che ci garantisce che tale struttura o esperienza ecclesiale sia espressione della Chiesa di Cristo in quanto Suo Corpo, risiede nell’unità ontologica di questa realtà che si esprime storicamente ed intellettualmente con la nozione di continuità.
È perché la Testimonianza della Morte e Resurrezione di Gesù Cristo si tramanda in modo continuo fino a noi e dopo di noi che la Chiesa è; è perché abbiamo la continuità apostolica, vescovo dopo vescvovo, che abbiamo tale continuità espressa in modo formale; è perché l’Insegnamento, il Magistero della Chiesa evolve in modo continuo e coerente, senza alcun bisogno di rimanere statica, ma senza discontinuità o contraddizione o soluzioni di continuità che la Chiesa di Cristo si svela in quanto tale alle nostre menti ed ai nostri cuori.
Più rifletto a tutti questi elementi, e più li paragono alla realtà storica della Chiesa in quanto istituzione umana, più mi rendo conto che, in fin dei conti, la Chiesa è, e salva le anime, a dispetto delle Sue strutture e progetti umani e non grazie a codesti e questo fin dal giorno della Sua fondazione quando 11 codardi, pigri e ignoranti si messero in moto, malgrado loro, sottomettendosi all’ispirazione dello Spirito Santo che ne “sapeva” più di loro, con Fede, Speranza e Carità da rivendere.
Quel che accade oggi e che è grave, come la rottura formale con la continuità liturgica, orandi et credendi, con la Dottrina del Cristo stesso sul matrimonio e la castità, con il neo-insegmaneto circa la pena di morte, o con i tentativi di deformare de facto il sacramento dell’ordine, è che siamo in un caso eclatante di rottura formale e materiale della continuità che ci mostrano come non ci sia la Chiesa di Cristo nella realtà umana gerarchica o laicale che segue Bergoglio: quindi,di sicuro, questa non è la Chiesa di Cristo, in questa realtà bergogliana non sussiste la Chiesa di Cristo.
Certamente, Papa Francesco non è un Pulcinella che sbuca a sorpresa dalla sua scatoletta magica come se fosse stato creato ex nihilo, ma egli è stato seminato, coltivato, sviluppato, promosso, coccolato e messo in avanti da generazioni di vescovi e Papi dai tempi del Concilio Vaticano II stesso, essi stessi formati ben prima del detto Concilio: non è un caso, un accidente di percorso. Sì, lui è come un bubbone infettato che evidenzia la gravità della malattia del corpo ecclesiale umano e, in quanto tale attira particolarmente la nostra attenzione, ma l’infezione lo precede e lo circonda, e la causa di questa infezione è molto interessante da analizzare e capire ma soprattutto da tenere alla larga e da evitare nella nostra vita spirituale per la nostra santità personale di figli di Dio e di coloro di cui siamo in carica.
Dobbiamo però dirci che, anche se era già incancrenata prima di Bergoglio, almeno sul piano formale l’Istituzione umana Chiesa Cattolica teneva ad essere in continuità con la Chiesa di Cristo, anche se non lo era perfettamente e materialemente (ma quando mai lo è davvero stata perfettamente?): con Bergoglio il taglio, la soluzione di continuità è ormai formalmente celebrata, creando così una realtà che sul piano mistico, dottrinale, sacramentale, liturgico è altra che la Santa Chiesa Cattolica.
E, tutti sappiamo che se non è del Cristo, è contro il Cristo…
In Pace
O forse il problema è esserci focalizzati (incancreniti) su un unico totalizzante argomento sul quale si torna e ritorna senza avere alla fine più altro da dire e, come normale che sia, poco poter incidere sull’andamento dei fatti della Storia che non sono nelle nostre misere mani (ma in Buone Mani).
Per carità, argomento non secondario, non certo marginale, cocente e preoccupante, ma non c’è altro di dire? Non c’è altro da dire sulla Morale Cristiana, sulla Società, sulla Filosofia, sulla Dottrina, sugli attacchi subdoli dall’esterno e non solo dall’interno stesso della Chiesa, sulla Tradizione, sulla Famiglia, sulla Liturgia e potrei continuare a lungo…
.
Tutti quegli argomenti non siano solo « contro ciò che è distorto », ma anche ciò che c’è di buono e santo, ciò che talvolta è ancora racchiuso nel Mistero, nell’Escatologia o che semplicemente, per disattenzione o ignoranza, non si comprende o non si è compreso.
Tutti quegli argomenti sviluppati negli anni addietro e che a suo tempo mi fecero avvicinare, seguire e partecipare a questo Blog, tutti rivoli, ruscelli che sgorgavano dalla stessa virtuosa sorgente e che ora sembrano esserci inariditi e persi, forse solo interrati, come sotto quel suolo carsico dove continuano a scorrere non visti eppure non perduti.
Forse che in un tempo di crisi, di dubbi, di ondivaga direzione, si debba interrompere l’Insegnamento, l’annuncio del Kerigma, quella pastorale solerzia data dal mostro essere Battezzati, al di là di ministeri acquisiti o meno.
Si può smettere di essere servi (inutili) e al contempo terreno della mistica Vigna?
Che dovremmo farne dei Talenti che il Signore nella sua infinita magnanimità a distribuito?
Sotterrarli??
Oppure due sono le risposte: questa come altre opere che vengono dallo spirito, ha esaurito il suo corso, il suo servizio o era semplice opera dell’uomo e della sua vanità e come tutte queste, presto si seccano, come quel fico pieno si di foglie lussureggianti, ma non aveva frutti per cristo quando venne a cercarli (che fosse o meno stagione per i fichi).
In cuor mio spero che chi ne ha responsabilità possa dire: «Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai».
Caro Bariom.
sì è carsico, ma la siderazione, che questi ultimi 10 anni hanno generato, ha necessitato un tempo di riflessione, di digestione e di riappropriazione alquanto lungo, non volendo prendere personalmente vie larghe e facili, che lascio molto volentieri ad altri che possono accontentarsene.
Prima della fine di questa settimana ti prometto che comincerò a condividere una serie di riflessioni, anzi un vero e proprio viaggio sperimentale, quindi avventuroso, intellettuale e culturale che, lo spero, ti interesserà in quanto esso sarà completamente fuori dai sentieri battuti delle categorie occidentali degli ultimi secoli; ovviamente sempre con lo scopo di fare riflettere su differenti sfaccettature del messaggio di Cristo, e sempre con il desiderio di rimanere perfettamente fedele alla Chiesa cattolica.
È l’inizio di un lavoro personale che ho cominciato da febbraio e che, anche se non ancora maturo quanto lo vorrei, e mi ci vorranno anni se mi sono dati,, mi farebbe piacere compartire con i lettori del blog come te: la discussione aiutandomi sempre a meglio perfezionare i concetti e ad andare avanti verso questi continenti sconosciuti.
In Pac
Sarà mi a cura, mia premura, mio piacere leggerti… 😉
Volevo far un mio personale commento in calce all’articolo, ma approfitto del ritorno su questi lidi di sempre profondo Bariom, per alcune mie considerazioni in reply al suo scritto. Credo che le mie riflessioni possano giovare alla partenza con l’articolo di Simon e nel mentre con le considerazioni di Bariom stesso. Vediamo.
E’ innegabile che gran parte del silenzio mio qui sia dovuto ad una sorta di rassegnazione sul fronte “clericale e politico”, chiamiamolo cosi, della Chiesa Romana. Ma sarei in realtà poco onesto se pensassi che questa rassegnazione si sia trasformata in silenzio per “non destare scandalo” o perché davanti al “padre ubriaco” non bisogna far altro che nasconderlo e non mostrarlo. In realtà la rassegnazione si è tramutata in questo anno in una freddezza che, ahimé, ha investito con il tempo anche la mia (sempre tentata) costanza nel cammino della fede. Senza arrivare a fare una confessione pubblica, non richiesta, senza senso e nemmeno utile, sono palesemente in un momento in cui, al centro della mia vita, ho messo una versione di me che sembra si sia imposta di portare avanti obiettivi di tornaconto personale, sociale e vanità personale con la scusa che serva a chi mi sta vicino. Andando sul concreto? E’ come se uno dicesse: “Devo guadagnare di più per la mia famiglia” e facesse tre lavori che lo smontano come uomo e lo allontanino dalla famiglia. Roba cosi, la solita storia dell’uomo peccatore esatto.
Detto questo, e chiudo qui questa parentesi personale, sono pertanto ben restio dal dare la colpa a ciò che non è mai stato (e mai lo sarà) di mia competenza – cioè quel che succede nella gerarchia romana – di come sto messo io ora, ma certamente ha una bella fetta di colpa nel mio silenzio su certe questioni. Per non parlare della lontananza con alcune conclusioni di Simon circa questi argomenti che, per quanto possano essere semina per una moderna discussione polemica, non possono esserlo per una sana disputa medievale.
Sono pertanto molto contento di questo rilancio di Simon su fronti inediti (anche se tangenziali a quanto sempre narrato qui), non solo per ritornare a sentirsi anche in questi luoghi in modo attivo, ma anche per impormi di nuovo una riflessione che possa toccare corde che ora – volutamente o no – sono ferme da troppo tempo. Mi conosco, sono uno che non ha nella costanza continua un punto di forza, vivo da sempre con grandi fuochi che bruciano tutto rapidamente. Un enneagrammista direbbe: il classico 7. Ma so anche benissimo quali fuochi scaldano, anche da spenti. E sono quelli che – anche quando spenti – ne senti davvero la mancanza, così come il figliol prodigo sapeva dove stava il vero bene per lui.
Non vedo l’ora di leggere i nuovi fronti di Simon, sperando di superare durante le future letture, il senso di inadeguatezza alla vita tutta che a volte mi prende, segno questo di un periodo di prospettive non centrate e di dimenticanza della mia natura di uomo, e quindi marito, quindi padre e infine creatura peccatrice e amata.
Grazie a tutti, grazie Simon. A presto!
Caro Minstrel, come mi rivedo nelle tue parole «…sono uno che non ha nella costanza continua un punto di forza, vivo da sempre con grandi fuochi che bruciano tutto rapidamente».
Obiettivi che hanno la lunghezza di qualche giorno, settimana, quanto ad entusiasmi e relativi impegni, se non fosse che il Signore mi ha dato una Famiglia, forse sarei uno pseudo utopico bohemienne se non un quasi-clochard, perdigiorno.
E con la Famiglia, un lavoro, tanti e diversi in questi anni, che mi hanno costretto a « restare in riga », difronte alle mie responsabilità, con i piedi per terra a non inseguire chimere.
E per la vita spirituale? Un preciso cammino, fatto anche di regole, di appuntamenti fissi, di impegni per l’ascolto e anche talvolta per la predicazione e tanto studio, approfondimento, delle Scritture.
L’importante non è essere perfetti in tutto, ma essere aperti al richiamo, ad un serio esame di coscienza, al riprendere la retta via, al « ritorno al Padre », dopo che per un po’ abbiamo pensato di « farci i fatti nostri » sperperando la sua/nostra « eredità ».
Da quel che scrivi non mi pare manchi un po’ di sano « mea culpa », sei (siamo) sulla strada più che buona per riprendere il cammino, più spedito, più gioioso, più grato per quel che il Signore (nonostante noi) ogni giorno ci concede.
Anche io come voi sono in attesa, dopo questa uscita di Simon. Tu hai espresso in poche parole quello che io avrei detto in decine di righe : « Sono pertanto molto contento di questo rilancio di Simon su fronti inediti (anche se tangenziali a quanto sempre narrato qui) »
Per mettere un poco di pepe alla discussione riporto questa risposta dell’inossidabile Padre Cavalcoli a Aldo Maria Valli ad Aldo Maria Valli – Al suo discorso “fatto” al Festival di Fede&Cultura https://padrecavalcoli.blogspot.com/2023/10/risposta-ad-aldo-maria-valli-al-suo.html
Provo un’immensa compassione per AMV, lo potrei anche capire sul piano emozionale in quanto è vittima dell’anti-testimonianza di Papa Bergoglio, dei suoi insegnamenti anti-cattolici, anti-cristici, dei suoi atteggiamenti mancanti di qualunque empatia umana reale.
Ad AMV direi, semplicemente di non lasciarsi impressionare dalla tempesta, che sì la Barca di Pietro, cioè la realtà umana dell’Unica Chiesa di Cristo è profondamante scossa e che, vedere il suo capitano, andando a passeggio sull’acqua prendedosi per il Cristo stesso, annegarsi, sia proprio un’immagine profondamente deprimente: però tutta la Chiesa di Cristo sussiste in questa Barca, anche se il capitano confondendo le cose ovvie crede poter camminare sull’acqua senza la Fede, ragione per la quale sprofonda, senza la Speranza, sennò sarebbe rimasto nella Barca e non avrebbe creato scisma, e senza Carità perché non ha confermato i propri fratelli nella Fede eppure rimasti nella Barca, per l’appunto.
Quanto al bravo padre Cavalcoli continua, dulcis in fundo, ad essere un papista che crede che ogni flatulenza bergogliana sia soffio dello Spirito e generi il buon odore di Cristo: in sua difesa, per mangiare, deve ingoiare fagioli e tacere….
In Pace
Non mi pare corretto dare dell’imbelle a un personaggio di peso come Padre Cavalcoli visto il suo curriculum. Sta tranquillo e papista per la pagnotta e non per convinzione? Non ti assumere una tale responsabilità…
Quando mai l’ho trattato di imbecille?? Qui mi stai facendo una fallacia del tipo strawman perché non hai argomenti?
In Pace
Invece queste sì che sono prese di posizioni coraggiose e obiettive:
https://blog.messainlatino.it/2023/10/esclusiva-magister-muller-scrive-duka.html?m=1
Qui si leggono cardinali e vescovi che davvero amano la Chiesa a presscindere da qualunque a-cattolica papolatria e dando esempio di disobbendiente (allo scismatico) obbedienza (alla Chiesa di Cristo)
In Pace
Ho detto “imbelle” (poco coraggioso) non “imbecille cosa che non dico mai a nessuno.
Caro Simon, diciamocelo francamente, formalmente ha ragione p.Cavalcoli, « se il papa è il Vicario di Cristo ha il mandato da Lui di chiarirci le parole del Signore. Dunque, come cattolico, abbi fiducia nel Papa » (cfr la risposta di p.Cavalcoli ad AMV). Aggiungo io, estendendo appena un po’ il concetto: se il papa ti dice che l’inferno non esiste, tu abbi fiducia, lui è il Vicario di Cristo, ha il mandato di chiarirti le parole del Signore. E così via di questo passo, con buona pace del principio di non contraddizione. E’ la dura realtà bellezza! Se sei cattolico, delle due l’una: o ti arrovelli cuore e cervello come AMV perché non capisci, e ti chiedi perché non riesci più a pregare per il papa, e ti chiedi se fai ancora parte della Chiesa; ovvero, ti metti l’anima in pace e segui felice il pifferaio magico verso il precipizio perché egli è il Vicario di Cristo col mandato di spiegarti le parole del Signore. Ma in nessun caso puoi fare a meno del papa: la cattolicità si basa tutta sull’unicità della Chiesa di cui il papa è il segno visibile: Ubi Petrus, ibi Ecclesia.
Ma davvero la Chiesa può diventare un inferno senza via d’uscita, una dannazione senza speranza, e proprio a motivo dei suoi statuti divini? Che ne è della promessa di indefettibilità della Chiesa? Come dire ancora « non praevalebunt » mentre noi stessi prevaliamo sulla Sposa di Cristo alla stregua di schiere demoniache? Una domanda che, tra parentesi, pare sottendere all’esigenza di sinodalità e a ogni questione sinodale. Come uscire da questa impasse?
Per fortuna nostra il Signore ci ha predisposto una via di uscita. La Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis promulgata da GPII stabilisce nr 76 che « Se l’elezione (di un nuovo pontefice – ndr) fosse avvenuta altrimenti da come è prescritto nella presente Costituzione o non fossero state osservate le condizioni qui stabilite, l’elezione è per ciò stesso nulla e invalida, senza che intervenga alcuna dichiarazione in proposito e, quindi, essa non conferisce alcun diritto alla persona eletta ». In particolare, tra le condizioni stabilite, viene prescritto che in caso di vacanza della sede apostolica per rinuncia del pontefice, al fine di stabilire la validità di tale rinuncia, e cioè l’effettiva sussistenza della vacanza, circostanza che sola può giustificare la convocazione di un nuovo conclave, ebbene, in caso di rinuncia, questa deve essere conforme a quanto prescritto dal can. 332, §2 del Codice di Diritto Canonico. Ora, distinguendo tra Munus petrino, cioè l’Ufficio di Pietro di costituzione Divina, e il Ministerium, cioè l’esercizio dell’autorità di Pietro nel governo della Chiesa Universale, detto canone richiede che il papa abdicatario formuli l’esplicita rinuncia al Munus. Di converso, non è possibile rinunciare al solo Ministerium trattendo il Munus essendo le due cose indivisibili per l’unicità di Pietro, segno visibile dell’unità della Chiesa. Orbene, per venire al caso di specie, una rinuncia al solo Ministerium senza menzione del Munus come quella pronunciata da BXVI è nulla e invalida, e, a norma del nr 77 della Universi Dominici Gregis non rende vacante la sede apostolica. Pertanto, il conclave che ha eletto Bergoglio è stato invalidamente convocato ed ha sortito non un papa, ma un anti-papa, essendo allora BXVI ancora in vita e canonicamente ancora regnante. Questo è un dato di fatto oggettivo e inoppugnabile che da solo basterebbe a spiegare perché Bergoglio non sembra un papa: perché non è il papa.
Esiste poi una teoria a cui vorrei qui appena accennare perché corrobora quanto sopra, secondo cui il card Ratzinger da Prefetto della CDF e GPII, per evidente ispirazione divina, avrebbero previsto la circostanza di una sede impedita, cioè di una situazione in cui il papa sarebbe stato completamente impossibilitato ad esercitare il proprio Ministerium per effetto delle pressioni esterne e della soverchiante azione contraria dei nemici della Chiesa interni alla Chiesa; una circostanza in cui, peraltro, il pontefice sarebbe stato proprio l’allora card Ratzinger. Questa teoria è suffragata dal fatto che proprio Ratzinger e GPII nel 1983 modificarono il CDC introducendo il can 332, §2 senza che allora alcuno ne ravvisasse la necessità o la ragione; canone poi richiamato dalla Universi Dominici Gregis promulgata da GPII per stabilire canonicamente quali siano le condizioni di sede vacante che validano la convocazione di un conclave legittimo. Ora, la rinuncia al Ministerium dichiarata da BXVI davanti al collegio cardinalizio nella sua « Declaratio » (Nota: Declaratio, non Renuntiatio) sarebbe perciò stesso invalida, e ciò basterebbe a chiudere la questione. E’ poi assolutamente impensabile che BXVI, dopo aver introdotto il can 332, §2 nel CDC, abbia confuso il Munus col Ministerium proprio nella redazione dell’atto più importante del suo pontificato; ma se anche ciò fosse avvenuto, a norma del CDC la rinuncia deve essere considerarata invalida e invalido il successivo conclave che ha eletto Bergoglio. Punto.
Senonché, secondo questa teoria, BXVI non avrebbe neppure rinunciato al Ministerium, ma soltanto dichiarato, come in una premonizione (non per nulla il suo documento è titolato « Declaratio »), che dopo 17 giorni, egli avrebbe rinunciato al Ministerium, sottintendendo però, non volontariamente, ma in quanto posto formalmente in sede impedita dalla convocazione di un conclave illegittimo con lui ancora in vita e non abdicatario. Infatti BXVI non ha poi mai firmato alcun atto di rinuncia, tale atto semplicemente non esiste. E se anche esistesse, come già spiegato, sarebbe illegittimo non potendo un papa rinunciare al solo Ministerium, oltreché inutilizzabile come rinuncia al papato. Al contrario, la Declaratio avrebbe avuto avuto lo scopo di provocare da parte dei cardinali la disposizione di BXVI in sede impedita (de jure, quindi, non solo de facto), e, quel che più importa, in modo canonicamente indiscutibile.
A questo punto uno si potrebbe chiedere perché lo ha fatto? La risposta è fin troppo ovvia, per abortire ab initio la linea successoria di un (anti)papa eretico, mantenendo in sé la continuità del Munus che discende dalla linea successoria che fa capo a Pietro e che, per promessa divina, proseguirà fino al ritorno del Signore, magari solo in un piccolo gregge che conserverà la fede. Tale piano anti-usurpazione escogitato dall’allora card Ratzinger e da GPII sarebbe quindi parte del disegno di salvezza di Dio per l’umanità.
Mi scuso per la lunghezza.
Non è una grande sorpresa che un sedevacantista possa essere essere d’accordo sul fondo con P. Cavalcoli: anzi così deve essere.
Tutti e due condividono una stessa convinzione, che però non ha nessun fondamento dottrinale dal Cristo ad oggi e che si può esprimere nel dogma apocrifo seguente: ““Omne crepitus papalis est semper verum magisterium et eius odor semper est sicut rosae Damascenae.””
La differenza è nella conseguente applicazione, quando un Papa non insegna quel che la Chiesa di Cristo vuole che sia insegnato, cadendo così, secondo i generi, sia nell’eresia, sia nell’apostasia, sia nel scisma o in tutti e tre questi casi di figura come avviene con Papa Bergoglio ed i suoi accoliti e scagnozzi:
(1) interpretazione dei sedevacantisti: siccome il Papa non insegna quel che la Chiesa vuole che sia insegnato, a causa del dogma (apocrifo di cui sopra) vuol dire che egli non può essere Papa perchè con questo in contraddizione
(2) interpretazione alla Cavalcoli: siccome il Papa non insegna quel che la Chiesa vuole sia insegnato, a causa dello stesso dogma apocrifo vuol dire che non si debbano ritenere gli insegnamenti della Chiesa di Cristo come validi e che abbisogna piuttosto seguire il “crepitus papalis“.
Personalmente, come già spiegato più volte sia nel testo qui sopra che nelle conversazioni che l’hanno seguito, ritengo tale dogma apocrifo essere una fallacia intellettuale che può essere sostenuta solo da chi è pigro intellettualmente, ed in alcuni casi da chi è in malafede, oppure da chi dipende per la propria pagnotta da quella parte anti-cattolica e quindi anti-cristica della gerarchia.
Come già spiegato io sono un cattolico semplice e forse anche sempliciotto: so che è la Chiesa che fa il Papa e non il Papa la Chiesa e che nel Credo che recito affermo credere la Chiesa; Una, Santa, Cattolica ed Apostolica e da nessuna parte c’è scritto che io debba credere nel Papa anche qualora non insegnasse quel che la Chiesa vuole che sia insegnato. Punkt Schluss.
Quindi vivo in pace, non ho bisogno di sperticarmi in spiegazioni e giustificazioni, o ermeneutiche nebbiose, ma vado semplicemente lì dove si fa quel che la Chiesa di Cristo ha sempre voluto che si facesse, con un rito romano che realizza questa volontà del Cristo stesso, con una dottrina non contraddittoria e tesa alla santificazione dei fedeli. Semplice.
Il problema del sedevacantismo si porrà probabilmente alla morte di Francesco, in quanto molti dei cardinali da lui nominati chiaramente non condividono la fede cattolica degli Apostoli visto che si oppongono frontalmente ai loro insegnamenti ed è possibile che eleggano un anti-Papa. La setta post-cattolica dello scisma della Traditiones Custodis del 21 luglio 2021 celebrato nell’art.1 continuerà così ad avere una sua linea di anti-Papi e chi la seguirà sarà fuori della Chiesa di Cristo materialiter et formaliter. Vedremo cosa succederà: Papa Francesco prendendosi per un novello Pietro, quasi fosse un Pietro due, chiudendo forse così un periodo storico di due millenni di cattolicesimo regnante e visibile e causando un periodo tombale per la Chiesa di Cristo, veramente Una, Cattolica, Apostolica e Romana ma ormai in una situazione di Sede Vacante fino alla Seconda Venuta di Cristo? Chi vivrà, vedrà.
Per oggi però Papa Francesco è davvero il nostro Papa a tutti gli effetti e dobbiamo pregare per lui e per le sue intenzioni se gradite da Dio, lasciando Dio decidere cosa Egli gradisce oppure no.
Concentriamoci sulla diffusione della Vera ed Unica Lex Orandi tramandataci da secoli senza discontinuità anche se con le proprie evoluzioni o involuzioni e sulla Lex Credendi che Essa Rispecchia, con un atteggiamento chiaramente proselita, affermativo, coraggioso, impregnato di Fede, di Speranza e di Carità.
Grazie IV piano
In Pace
Altrettanto interessante la risposta… esposizioni da meditare.
Considerando che tendenzialmente mi ritrovo nell’essere “un cattolico semplice e forse anche sempliciotto…” 😉
Perche’ il problema del sedevacantismo dovrebbe porsi solo alla morte dell’ attuale papa? Se l’ attuale papa mette come Prefetto della Dottrina della Fede un uomo come Tucho Fernandez che insegnera’ contro la dottrina della fede , non e’ gia’ da adesso un anti-papa? Bergoglio potrebbe campare altri cinque o piu’ anni. In cinque anni con un Tucho Fernandez come autorita’ alla Dottrina della Fede cosa nepyo’ risultare ? Secondo me chiaramente un regime da anti-papa.
Sì, materialiter Francesco agisce come un anti-papa, anzi un anti-Cristo: i suoi insegnamenti malvagi nei suoi documenti e nei suoi atti lo dimosttrano chiaramente ed inequivocabilmente: è apostata, è eretico ed è scismatico. E, quindi , per seguire il Cristo dobbiamo disobbedirgli e non ascoltarlo in niente.
Ma formaliter è pur sempre il Papa: non può perdere questa funzione che gli è stata data dalla Chiesa , salvo se dimissionasse o se morisse. Nessuno lo può giudicare, vuol proprio dire questo. Ma visto che nessuno lo può scacciare anche quando fa chiaramente il male allora siamo nell’obbligo morale di non obbedirgli in queste circostanze e di combattere gli effetti dei suoi insegnamenti e decisioni malvagie a nostro livello.
Se fosse possibile giudicarlo allora saremmo nell’obbligo di obbedirgli finché tale giudizio sia stato espresso da chi di dovere: meno male per noi che tale “chi di dovere” non esiste in terra il che ci rende liberi di fare il bene in tutte le circostanze es enza scusanti gerarchiche
In Pace
Interessante…
@ivpiano . permettimi una considerazione. Bisogna capirsi sul valore e concetto di munus petrino che assieme al ministerium completano i poteri pietrini di un pontefice. Il munus é il potere di esercizio , il ministerium è l’esercizio di questo potere. Col l’elezione il candidato acquista sia il potere come l’esercizio di questo potere. Però il munus ha in se anche un intervento particolare dello Spirito Santo che assicura l’inerranza. E’ un potere divino in cui l’uomo non può mettere becco. Con la rinuncia di papa Benedetto al ministrerium vi é in automatico la rinuncia all’esercizio del munus ( tutti poteri derivanti dall’elezione) non al potere del munus che é opera dello Spirito Santo. Per questo papa Benedetto ha fatto bene a non di rinunciare (non può farlo)al munus . Se vogliamo essere più chiari: l’elezione del candidato al soglio pontificio da a costui il ministerium (esercizio) pietrino e con la capacità di esercitare il potere del munus che deriva solo dallo Spirito Santo. Chiaro o no? Distinzione da potere ed esercizio. Non so se mi sono spiegato bene.
Ne approfitto per segnalare questo bel articolo di Padre Cavalcoli I sofismi di Chiodi . https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/i-sofismi-di-maurizio-chiodi-nella-sua.html saluti
Haha di Chiodi ne abbiamo parlato qui nel 2018 nell’articolo Chodi Fissi Contro Humanae Vitae: se c’è un teologo scadente è ben lui https://pellegrininellaverita.com/2018/01/15/chiodi-fissi-contro-humanae-vitae/
A parte questo punto, l’elezione papale non è conferimento di un sacramento che cambierebbe la natura della persona eletta al Seggio Petrino: il battesimo, la cresima ed il sacramento dell’ordine (manco il matrimonio) imprimono un carattere indelebile alla natura umana di un individuo specifico. Questo non fa l’elezione papale.
Un Papa quando eletto, rimane un sacerdote con tutte le caratteristiche sacerdotali e senza alcun nuovo carattere che si aggiunge: un battesimato, un cresimato, un sacerdote rimangono battezzati cresimati e sacerdoti anche se non vogliono più esserlo, anche quando muoiono.
Siamo quindi di fronte ad una nomina ad una funzione particolare nel Corpo del Cristo che è quella di esprimere l’unità visibile e storica del detto Corpo (simile a quella di un Re o di un Presidente della repubblica) e quella di poter confermare i suoi Fratelli una volta che lui stesso si sia convertito grazie alla Preghiera del Cristo stesso ( Cf Luca 22, 32: Ma Io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, una volta convertito, rafforza i vostri fratelli): non c’è nessuna inerranza automatica nell’insegnamento di Pietro e dei suoi successori, ma solo la garanzia che il Cristo stesso prega per loro e che, SE si convertiscono grazie a tale preghiera, allora avranno da rafforzare la fede dei loro fratelli: ben sappiamo che lo stesso Pietro dovette più volte convertirsi e solo un volta fatto poté raffermare i propri fratelli e discepoli.
Separare il munus dal ministerium è quindi altrettanto artificiale nella realtà delle cose quanto voler separare la potenza dall’atto: tipo in potenza posso fare il bene ma rinuncio agli atti di fare il bene. È giusto un cavillo inventato per giocarsela da sofisti alla Protagora. Dimettendosi, Papa Benedetto XVI è rimasto il vesccovo che era, con la sua propria personale autorevolezza di vescovo, di teologo e di ex-vescovo di Roma, ma di munera e di ministeria non ne ha ritenuto alcuno. Forse lui si rendeva conto che aveva peccato gravemente dimettendosi e questa novella teoria era un modo per trovarsi una scusante ai propri occhi
In Pace
E perché avrebbe peccato dimettendosi ?
https://pellegrininellaverita.com/2022/12/30/preghiamo-per-benedetto-xvi/
Caro Vincenzo, mi permetto di correggere alcune tue affermazioni. Non è vero che un papa non possa rinunciare al munus, anzi è espressamente richiesto che lo faccia se egli vuole validamente dimettersi. Non è poi vero che la rinuncia al Ministerium comporti automaticamente la rinuncia al munus. Per questo il can, 332, §2 richiede che per la validità delle dimissioni del papa è necessario che egli rinunci « rite » (formalmente) al munus (« muneri suo rite renuntiet »). E’ però vero che un papa non può rinunciare solo al ministerium, perché se ritenesse per sé il munus continuerebbe ad essere il papa. Il papa è uno solo perchè è il segno visibile dell’unità della Chiesa.
Scrivo per chiarire giacché queste sono false informazioni:
-Per quanto riguarda la perdita del ministerium deve essere tale riguardo non le prerogative mondano-burocoratiche dello stato del Vaticano ma riguardo alla gestione e controllo spirituali della diocesi di Roma e dell’ecumene ecclesiale, cosa che Benedetto XVI ha continuato ad agire comunque sia. Difatti continuare a sostenere che le dimissioni o rinuncia abbiano attinenza con l’abdicazione è completamente indebito ossia si mischia la teantropicità della Chiesa con la mondanità pura e semplice.
Ad ogni modo l’impossibilità dell’esercizio della facoltà operativa del munus in quanto ministerium deve essere esterna e totale, cosa insoddisfatta secondo le clausole espresse dal diritto.
-l’introduzione nel codex del 1983 della distinzione ministerium e munus,more germanico , romanamente e canonicamente, è anch’essa indebita proprio in quanto distinti sì ma inseparabili.
-Per quanto riguarda il comma 2 di quel canone, non è affatto previsto che debba essere esplicita la rinuncia al munus, è un’invenzione, tralasciando il fatto che nelle prime righe della declaratio è puntualizzata mi pare 3 volte. Che BXVI abbia citato il ministerium e non il munus nella frase centrale è perché citantado il vescovato romano a cui dichiarava di rinunciare, non poteva usare il termine munus relativamente all’episcopato giacché esso è carattere sacramentale.
Ora: la dichiarazione di rinuncia, a norma del diritto del codex, è stata formalizzata al concistoro in cui è stata annunciata davanti ai cardinali, ed è del tutto esatto proporla come postponibile stanti al diritto.
Il fatto che la rinuncia sia illegittima per dolo, paura incussa e violenza, non è diverso dalla nullità di un’elezione simoniaca plausibile di Francesco, che è da dimostrare. Tali fatti andrebbero dimostrati però e non è certo il problema politico-crematistico del blocco bancario e diplomatico in cui sarebbe incorsa la santa Sede – secondo certi complottarti a stipendio – che può inerire sulla realtà spirituale della Santa Chiesa e dunque essere addotto a rinuncia non ricevibile.
Fatto conto che vige il “supplet ecclesiam” e che non tutti gli atti di un papa illegittimo od anche anti-papa di per sè stessi sono irregolari ( ossia vale la regola della rescissionabilità ), fintanto che non si prendono provvedimenti la faccenda non ha né soluzione né ha alcun problema in sè per sè.
Siamo sotto punizione divina.
Scindere il papato in materialiter/formaliter non ha senso essendo la giurisdizionalità personalista.
Concordo con te.
Per giunta il Santo Padre può non applicare il Codice canonico quando e come gli pare: l’importante è che la sua dimissione sia stata chiaramente enunciata e percepita in quanto tale, il che è stato il caso. D’altronde negli anni seguenti non ha mai enunciato qualcosa che possa mettere in dubbio la sua dimissione.
Ed il papato è una sola cosa, munus e ministerium anche e pure “formaliter e materialiter” (da distinguere dalle azioni specifiche del Papa, che benché formaliter et materialiter Papa, può benissimo agire materialiter e formaliter , creando uno scisma, da anti-papa: nel primo caso riguarda la funzione papale quando operante, la seconda l’individuo papa ad un momento dato) .
Da cattolici, quello che non bisogna applicare al papato, esplicitamente o implicitamente, è il dogma apocrifo già citato “Omne crepitus papalis est semper verum magisterium et eius odor semper est sicut rosae Damascenae.”
In Pace
Un altro dogma apocrifo o meglio fallace è che, stanti al fatto che il papa sia ingiudicabile in quanto prima Sede cosa corretta, dato che certamente può solo decadere da sè per eresia come noto, bisogna allora comprendere cosa sia eretico e cosa determini tale deponibilità. Eresia non è solo difatti deviazione dottrinale, ma anche morale, come liturgica, tutte cose che contro Francesco potrebbero essere impugnate vista la sua sfacciataggine ( che io però ho calcato non essere così discrepanti da altre avutesi nel corso dei secoli, questa era la mia premura ).
Il dogma fallace non è quindi solo espungere il caso dell’eresia, ma estraniare il papato dal rispetto dei canoni che regolano la vita morale, liturgica e dottrinale della Santa Chiesa. Egli non è affatto al disopra dei canoni appunto come scrive Simon. In quanto episcopo cade in tutte le leggi che prevedono la riduzione allo stato laicale o la scomunica per giunta per determinate infrazioni gravi in questi campi poiché essendone il massimo custode per definizione è il massimo “costretto” a rispettarle.
I papi fornicatori del rinascimento erano già da considerarsi, giurisdizionalmente, decaduti ipso facto.
La stessa gestione della pars occidentalis avulsa dal dovere di riunire i sinodi provinciali due volte l’anno , defalcata per via della lotta per le investiture contro il potere civile usurpatore, ha però poi portato ad una non regolarità dei rapporti fra gli episcopi ordinari e i gerarchi via via superiori.
Comprendere questo a mio avviso ridimensiona la gravità della situazione ( su cui Simon si è già espresso cristallinamente in senso contrario, parere che rispetto e che valuterò meglio ) ma il suddito in quanto giurisdizionalmente non appartenente alla gerarchia non può che resistere e disattendere l’illegittimità fintanto non si prenda atto della situazione e dunque, chi ne ha l’autorità, non determini un riconoscimento di tale auto-decadimento che oltremodo è dato dallo stesso spergiuro visto che all’ottenimento dell’ufficio si interpella DIO in un impegno sacrale e solenne per trasmettere e custodire il Depositum Fidei nel rispetto dei canoni.
Queste cose non inficiano la sussistenza della Chiesa per quanto spieghino sia la degenerazione sia l’opportunismo delle due fazioni attuali dirimpettaie che amano datare infiltrazioni o manomissioni o disattenzioni troppo in là nei secoli, collegandone la confusione al crollo della supposta società cristiana che è sia un alibi che un vizio di fondo rispetto la radicalità evangelica ( cosa che si esponeva più sotto in un certo senso ).
Inoltre essi usurpano a DIO l’autorità mormorando contro la divina Provvidenza.
Se il Bene è diffusivo, santificandosi si rimedia ipso logico facto, ognuno sta al posto suo perché lì deve stare, il vaso che rimprovera il vasaio è cosa bieca, cosa che io stesso adisco empiamente a fare alle volte, ma la realtà questa è.
Che il Papa sia aldisopra del codice di diritto canonico e che possa cambiarlo nel suo insieme, nel dettaglio, perennemente o per un tempo limitato lo si riscontra dal semplice fatto che sia lui solo a promulgarlo e che non c’è nessun aautorità aldisopra o accanto a lui che partecipi a questa promulgazione: può quindi creare eccezioni quando e come vuole senz adover renderne conto a nessuno. Con buona pace per chi pensa che egli sia sottomesso a qualunque codice in vigore oppure no.
D’altronde il fatto stesso che un Papa non possa essere, intrinsecamente, giudicato è una conseguenza logica diretta di questo fatto ed in questo è radicalmente differente, sul piano canonico da tutti gli altri episcopi.
Orbene, il fatto che egli sia insindacabile ci rende totalmente liberi di agire contro la sua azione: se infatti un tribunale potesse giudicarlo, il suddito dovrebbe aspettare il giudizio dell’autorità competente per poter disattendere alle sue direttive (esempio, uno deve continuamente pagare le tasse costituzionalmente ingiuste finché un tribunale di cassazione non si sia promunciato a suo favore), il fatto che tale autorità non esiste rinvia alla responsabilità piena del suddito il dover decidere se obbedire o non in modo altrettanto insindacabile quanto lo è per il sovrano (per questo, ad esempio un colpo di stato contro un sovrano insindacabile può essere moralmente lecito e a volte anche moralmente necessario in precise circostanze).
Ergo, nelle circostanze attuali, quando il Sovrano insindacabile propugna comportamenti scismatici, apostatici ed eretici, non solo è perfettamente lecito ma anche obbligatorio per il fedele cattolico opporsi all’applicazione delle sue direttive e alla propagazione del suo insegnamento, soprattutto nel quadro del proprio dovere di stato.
In Pace
Simon l’ingiudicabilità del papato deriva dal fatto che non ha superiori, non dal fatto che abbia potere sul diritto a sbafo e di certo di conseguenza
Ecco perché nessuno può opporsi oggi fintanto che non si renda palese che in quanto spergiuro ed eretico egli stesso si è evirato dalla Chiesa, per forza di cose DIO già lo ha deposto e lui è deponibile, ma qua siamo in mezzo ad opportunisti che amano parlare e non perdere le rendite.
Ergo non permette a lui di poter disattendere la Rivelazione e lo stesso diritto su cu ha giurato, cosa che fatta in temi già statuiti e dunque gravi, chiarisce tutto.
Ora il diritto ha varie fonti oltre la stessa Scrittura e Tradizione e dunque non deriva solamente dall’autorità, affatto, e chi studia diritto lo comprende bene.
Restanti al fatto che un concilio ecumenico che è magistero straordinario infallibile, che certo deve essere ratificato dal papa del momento, obbliga comunque tutti, compreso il papa, e non certo nelle sole disposizioni decretate in campo di dottrina, il discorso della resistenza ed opposizione è valevole comunque sia.
Perché non si tratta di attendere giudizi come potrebbe essere riguardo al canone VI del Concilio Ecumenico I di Costantinopoli nell’adire all’accusa di qualsivoglia gerarca, ma siamo difronte a conclamate eresie, non abusi, che questi ultimi invece determinerebbero la situazione che paventi tu di rimpallo.
Insomma te sto solo a rompe aahjajaja.
Comunque grazie ed un giorno confido che ci vedremo, chissà dove, come e quando.
Pietro era sempre Pietro a
nche rinnegava Cristo?
Certo sempre Piero era, anche se ha dovuto convertirsi pubblicamente per avere la sua carica riconfermata.
Ed era anche sempre Pietro quando si comportò talmente male che S. Paolo dovette rimetterelo a posto.
In Pace
Non facciamo confusione, quello di Pietro è stato un peccato contro la fede, un atto privato, non ha niente a che vedere con l’eresia sia o con l’apostasia, tantomeno con l’usurpare il posto a un altro papa. E poi Gesù non ha promesso l’impeccabilità a nessuno.
Era un peccato pubblico, e la reprimenda paolina era pubblica anch’essa.
In Pace
Con il termine privato non intendevo dire che Pietro avesse peccato nel chiuso della sua stanza, ma che il suo peccato fu il frutto della sua natura ferita e della sua propria debolezza umana. Pur trattandosi di una controtestimoninza, non si trattava di certo di un insegnamento che coinvolgeva la Chiesa, né di un atto che esigesse imitazione e ubbidienza. Quanto a Paolo è fuor di dubbio che, accettando la sua correzione, Pietro lo abbia confermato nella fede.
Simon, dobbiamo stare ai fatti e ai dati reali, non alle opinioni. Giustamente tu dici che Munus e Ministerium sono inscindibili, ma il can. 332, §2 del CDC prescrive che per abicare un pontefice deve rinunciare al Munus, non al Ministerium; e la Universi Dominici Gregis, che è una Costituzione Apostolica cioè un documento del massimo grado nella gerarchia delle fonti magisteriali e normative della Chiesa, secondo solo alla proclamazione solenne ex-Cathedra, prescrive che se una rinuncia non viene fatta in modo conforme al can. 332, §2 del CDC, detta rinuncia è nulla e invalida, così come l’eventuale conclave che venisse convocato in assenza di sede vacante validamente dichiarata, e che perciò stesso la persona eletta non ha alcun diritto, senza che intervenga nessuna dichiarazione in merito. Capito? Non c’è bisogno che lo dicano i cardinali, qualunque fedele può, anche se i cardinali tacciono, fare appello al Diritto della Chiesa che è di origine divina. E’ la Legge di Dio che ci difende, non il nostro personale senso del bene e della verità. Se questo è un solo sofisma, come tu dici, allora è un sofisma che ha dietro delle ragioni che vanno trovate e capite. Perché se tu riconosci Francesco come il vero papa successore di BXVI, allora non puoi giudicarlo per eresia senza cadere tu stesso in eresia; né puoi pretendere di fare da solo, basta fare il bene e seguire la verità, questo ti pone automaticamente fuori dalla cattolicità. Sarebbe una dispercezione della realtà ben più grave e carica di conseguenze del non saper riconoscere il dato di relatà – Diritto Canonico alla mano – che BXVI non si è mai dimesso, ma che il suo trono, il soglio di Pietro, è stato usurpato.
ivpiano, quel che è sicuro è che BXVI ha vilmente dimissionato ed il fatto che lo abbia fatto fuori dal codice canonico non è un problema maggiore in quanto il Papa può fare astrazione del codice canonico quanto e come e quando gli pare.
Quel che è sicuro è che tutti abbiamo ben capito che ha dimissionato.
La sola cosa che mi potrebbe mettere fuori dalla cattolicità sarebbe di non obbedire alla Chiesa di Cristo per qualunque ragione , anche se fosse, a chiedermelo, un Angelo di Dio stesso, come ci ha avvertiti e prevenuti San Paolo e a fortiori un Papa apostata.
La cosa tipica degli scismatici è che fanno quattro cose praticamente sempre subito dopo aver commesso lo scisma: fanno concessioni sull’inviolabilità del matrimonio (cf ortodossi, proestanti, vetero-cattolici, sette varie), sulla sacarmentalità del sacerdozio (donne pastori, sacerdoti sposati, etc), rottura con la Tradizione e derelizione liturgica. Quarda cosa succede nel cattolicesimo da quando lo scisma è stato pronunciato due anni fa da Papa Francesco: non vedi la differenza?
Orbene, non sei fuori dalla Chiesa cattolica se rigetti l’apostasia bergogliana… non è mica protestantesimo , è pura fedeltà cattolica, è aiutare con somma carità il pessimo Papa affinché abbia da subire una punizione infernale meno cocente poiché almeno tu non sarai stato dannato per causa sua come tanti altri,
In Pace
« Quel che è sicuro è che tutti abbiamo ben capito che ha dimissionato ». Bé, se tu non vuoi dare le dimissioni, ma ti costringono a farlo, che fai? Magari fai finta di dare le dimissioni, e il popolo bue capisce che tu hai « vilmente dimissionato ». Ma per quelli che hanno orecchie per intendere, BXVI ha fatto molto di più che fare finta di dimettersi. Lasciando che quelli che non hanno orecchie per intendere intendessero ciò che in fondo desideravano, cioè che lui volesse dimettersi, egli ha fatto in modo – senza dare dimissione alcuna – di essere posto in sede impedita da un conclave illegittimo e da un anti-papa che gli ha usurpato il Ministerium. In questo modo ha conservato il Munus evitando che un anti-papa eretico interrompesse la continuità della linea successoria del Principe degli Apostoli. In altre parole BXVI ha salvato la Chiesa dall’abominio della desolazione. Soltanto nell’Adilà conosceremo la vera grandezza e la suprema santità di questo papa davvero immenso, probabilmente il più grande di sempre.
Avec des si et des mais, l’on pourrait mettre Paris en bouteille.
😉
In Pace
(Con i se e con i ma, si potrebbe imbottigliare Parigi.)
Ivpiano, secondo te BXVI si sarebbe “non dimesso” in modo nascosto, tipo 007, per salvaguardare non si sa bene cosa e farsi capire solo dallo 0,0001% dei fedeli, gettando però così nella confusione il restante miliardo di cattolici? E pur potendo dire quello che voleva dopo le dimissioni e prima e dopo il conclave, sarebbe stato zitto per 10 anni ? Per paura di cosa? Di essere ucciso (Alla sua età?) ? Ma se avesse fatto davvero così sarebbe lui il nemico della Chiesa ! E anche volendo credere questo, ora che è morto chi sarebbe e come andrebbe eletto il suo successore ? Quanto vi piacciono i complotti…….
No Viandante, vedo che non ti è chiaro il quadro della situazione. Benedetto XVI non aveva paura di farsi uccidere – anche se la cosa era perfettamente plausibile, avendo lui ricevuto minacce di morte – semplicemente aveva il dovere di rimanere in vita. Perché se fosse morto, o se avesse dato delle valide dimissioni, il suo successore di cui conosceva bene le trame e gli accordi già presi per farlo eleggere, sarebbe stato un Papa canonicamente legittimo, e così tutta la sua linea successoria che si sarebbe assicurato con la creazione dei 100 e più cardinali dell’attuale collegio (tutti illegittimi), come ha poi fatto. E lui aveva il dovere di evitare questo abominio. Ma se non credi ai complotti sto sprecando il mio tempo.
LA storia dei cardinali illegittimi non ha senso ragazzi. Se davvero volete credere alla corbelleria , allora sappiate che l’ultimo Papa legittimo in realtà fu Pedro de Luna giacché il solo cardinale rimasto precedente allo scisma d’Occidente.
Date troppo peso a cose futili.
Douda, i cardinali illegittimi sono quelli creati da un anti-papa. Tu che conosci la storia della Chiesa, dimmi, quanti cardinali illegittimi hanno partecipato a conclavi legittimi?
Chiediti come possa un titolo cardinalizio essere conferito a chi non risiede nel tempio eletto a cardine nella diocesi di Roma o suffraganee.
Chiediti anche come sia possibile che un cardinale sia gerarchicamente superiore ad un episcopo ordinario, cosa che confligge con Nicea I e Costantinopoli I.
Ora lo stesso collegio cardinalizio che viene adunato dal Papa per discutere di questioni della Chiesa universale è, di per sé, un cedere ad una prassi eretica in quanto nega ecclesiologicamente la realtà della Chiesa locale e confligge con l’obbligo di avere sinodi 2 volte all’anno nelle province, cosa che infatti non è più avvenuta per molto tempo, e che oggi si ripropone in modo del tutto inverso ed opportunistico, stolti chi la propone e stolto chi la combatte.
Tipico dei tradizionalisti è considerare che precedentemente ad una certa data ci fossero deviazioni non dottrinarie, e la cosa è falsa.
Di solito esse hanno un aspetto genericamente giuridico che fu dovuto alle necessità storiche contro i monarchi germanici, e di conseguenza la dottrina o la prassi di Fede non sono state infondo deturpate ma giuridicamente ( e dunque a livello magisteriale ) declassate o reinterpretate o rimodulate in modo del tutto incoerente ed incongruo e dunque è andata ad imporsi tutta una serie di deviazioni che poi si sono sedimentate nel sentire comune tant’è che il catechista sacerdote medio dei tradizionalisti con il modernismo ha la scusa perfetta per scrollarsi di dosso le deviazioni che ha accumulato in secoli.
Chi non vede che il digiuno è stato ridotto tanto da divenire irrisorio?
Chi non vede che la devozione privata del nobile e santo rosario soverchia l’ufficio liturgico che è stato appioppato ai soli chierici?
Chi infondo non direbbe, alla luce di Pio X, che la comunione frequente è grandissima cosa?
E parliamo di preghiera e sacramenti, ma se si guarda il resto…
Francesco non è anti-papa. Per esserlo devono accadere 2 cose: dichiararlo decaduto in quanto spergiuro ed eretico constatando che DIO lo ha destituito in forza di ciò da parte dei gerarchi, e dunque lui deve abbarbicarsi sulla cattedra di Pietro non lasciandola.
Inoltre scusate la norma del conclave è una mera convenzione mondana. Se il popolo della diocesi di Roma acclamasse un laico al papato e qualche vescovo dei dintorni lo riconoscesse e provvedesse alla consacrazione, avresti ugualmente un papa legittimo giurisdizionalmente.
Inoltre ripeto: non tutti gli atti giuridici di un illegittimo sono illegittimi ipso facto, ma questa è pertinenza dei giuristi.
Non credo che qualcuno si ponga il problema ben più grave se il papa in quanto fuori dalla grazia come privato individuo per via di un possibile peccato mortale è per definizione un morto spirituale.
Se la cosa sacramentalmente non crea problemi, ancor meno giuridicamente.
Qualche gerarca ha gli attributi per adire quel che va agito. Bene. Non ci sono? Bene lo stesso. Lamentiamoci con chi fa i dubia giusto per scrivere e lascia il campo al presbitero Viganò ( addentro alle cose dei servizi ) per attirare a sé gli sprovveduti.
Francesco è un caso perso, e si deve pregare per la sua conversione.
Di sicuro ci sono state deviazioni dottrinali ma mai a livello magisteriale: comunque sei libero di mostrarci a cosa ti rifersici concretamente. DI sicuro anche il fatto che l’enfasi pastorale può aver oscurato insegnamenti molto importanti e per ragioni tutt’altro che santificanti (l’esempio di San Pietro ad Antioca è paradigmatico).
Concordo con te che Francesco non è un anti-Papa anche se agisce da anti-Papa: uno può essere presidente della repubblica del suo paese ma vendere i segreti militari del proprio paese a terzi. Però nel caso del presidente vi è sempre un’autorità umana superiore che lo può dimettere, ma questo non è possibile nel caso del Vicario di Cristo che ha “solo” da rispondere al suo Giudice Supremo.
Nessuno, cardinale, o altri, ha la competenza canonica (questi si che sono sottomessi al diritto canonico, contrariamente al Papa) di dimettere un Papa in esercizio se non il Papa stesso (è accaduto nei tempi pornocratici che uno sia stato Papa ben tre volte, avendo abdicato due volte più o meno volontariamente): ragione per la quale abbiamo il sacro dovere di infischiarcene di quel che un tale Papa come Francesco insegna visto che non può aggiungere un solo mattone a quel che la Chiesa ci ha insegnato sul piano della Fede e della Morale da duemila anni.
Che questo Papa sia in stato di peccato mortale, di sacrilegio costante, di peccato contro lo Spirito Santo è cosa pacifica e, sì, dobbiamo pregare per la sua conversione anche se nel nostro intimo ben sappiamo che la richiesta di pentimento pubblico per le sue offese, le sue apostasie, le sue eresie ed il suo scisma, necessario per essere salvato probabilmente non avverrà mai. Ma anche se ne siamo convinti dobbiamo continuare indefessamente a pregare per lui, perché, per l’appunto, è il nostro Papa.
In Pace
Ribadisco solo la posizione del Caetano.
Mi scuso comunque per l’italiano da cane. Buona domenica!
Un abbraccio!
Stefano è a te che sfugge la realtà : TUTTI i cardinali che hanno eletto Francesco erano stati nominati in buona parte da BXVI e in parte minore da GVPII. Quindi ad eleggere Francesco non sono stati dei “complottisti”, ma cardinali legittimamente nominati dalla Chiesa, e se hanno eletto Francesco è perchè così la Chiesa ha voluto. Fine del discorso.
Se BXVI avesse voluto impedire tale elezione avrebbe fatto un abuso del suo ruolo, che non è quello di alterare i risultati della volontà dei conclavi, ne certo quello di dimettersi per finta, per creare un vulnus irrisolvibile.
Ed in ogni caso , seguendo il tuo ragionamento , ti ripeto la domanda, a cui ovviamente non puoi rispondere : Se Francesco non è Papa, da chi dovrebbe essere eletto oggi il vero Papa ? da qualche commentatore internet in veste di Cardinale elettore ad honorem? Facciamo le elezioni, magari online ? Su..dai…esci dalla fantasia e dall’illusione.
Mi scusi Viandante, mi rendo conto che è una cosa difficile da capire e ancora più dura da accettare. Certo che i cardinali che hanno eletto Bergoglio erano tutti leggittimi, il problema sta nel fatto che quel conclave è stato convocato mentre BVXI era ancora in vita e non aveva affatto abdicato a norma di quanto prescritto inequivocabilmente dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis e dal Codice di Diritto Canonico (cfr can. 332, §2). Quindi era un conclave illeggittimo che ha eletto un anti-papa. Il quale rimarrebbe un anti-papa anche se si trattasse di Padre Pio. E’ la legge canonica che lo stabilisce. E’ chiaro il concetto? Che poi un tale conclave abbia eletto Bergoglio invece di Padre Pio dovrebbe pur suggerire qualcosa.
Per rispondere anche alla sua seconda obiezione, se BXVI avesse potuto sottrarsi al suo stato di totale impedimento nel governo della Chiesa l’avrebbe fatto, ma trovandosi stretto in un angolo ha dovuto tirare la maniglia di sicurezza che si era predisposto con trent’anni di anticipo, cioè usare la legge canonica per farsi porre de jure, oltre che de facto, in stato di sede impedita. In questo modo ha trattenuto il munus salvaguardando la leggittima linea successoria di Pietro.
E per finire con il suo ultimo quesito, cioè chi dovrebbe eleggere oggi il vero papa, lascio la parola a BXVI nella sua Declaratio di fronte al collegio del cardinali prima delle sue presunte dimissioni: « …dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice ». Ora, faccia un piccolo sforzo e provi a dire chi sarebbero « coloro cui compete ». Esatto: sono i cardinali di nomina pre-2013, attualmente meno di una quarantina, se ricordo bene, ma che potrebbero diventare anche tre o quattro se Bergoglio durerà abbastanza e se il Signore vorrà che l’abominio si consumi fino allo stremo. Non c’è un’altra via, non si può aggirare la legge divina.
a) misinterpreti l’applicazione del canone
b) BXVI non era affatto impedito a livello di gerarchia sprirituale
c) tralasciando che il cardinalato per come è oggi è tutto illegittimo, la questione è mal posta giacché l’autorità somma non derivando dai cardinali non esige da essi alcuna determinazione. La linea successoria mica è dinastica d’altronde, ed il capo della Chiesa è comunque nostro Signore.
Mi scuserai Daouda se insisto, ma io non misinterpreto, semmai interpreto letteralmente. Tu invece come interpreti? Cioè, qual’è la tua ermeneutica? Confrontiamoci su questo, non possiamo dare ad intendere a chi legge che abbiamo la verità in tasca. Direi poi che sarebbe molto conveniente non aprire in continuazione nuovi fronti di discussione come hai fatto ora lanciando questa bomba sull’illegittimità del cardinalato. Ma illegittimità deché? Eppoi, quale sarebbe la ratio, scusa, che siccome abbiamo un cardinalato illegittimo, possiamo anche tenerci un papato illegittimo? Concordiamo almeno di rimanere nello stretto ambito della logica aristotelica, prego.
332 comma 2: Si contingat ut Romanus Pontifex muneri suo renuntiet, ad validitatem requiritur ut renuntiatio libere fiat et rite manifestetur, non vero ut a quopiam acceptetur.
412 Sedes episcopalis impedita intellegitur, si captivitate, relegatione, exsilio aut inhabilitate Episcopus dioecesanus plane a munere pastorali in dioecesi procurando praepediatur, ne per litteras quidem valens cum dioecesanis communicare.
Basta leggere.
Per il resto io lancio bombe perché mi sembra tu stia seguendo il filone dei soloni che millantano di difendere la Chiesa di Cristo quando invece l’affossano come Cionci e tutto il tradizionalismo succube dei devianti lefebvriani, pamariani, sedevacantisti, pieni di esoteristi in incognito.
Vige il supplet ecclesiam, che inerisce la giurisdizione giust’appunto, fintanto che non sia dimostri il contrario se c’è dunque qualcosa da denunciare, non ipotesi e soprattutto non distorsioni fittizie insussistenti.
Chi comprende il retto rapporto ecclesiologico fra chiesa locale ed episcopo e poi dunque la communio gerarchica, sancito dai primi concili, comprende anche come debba intendersi il cardinalato che non può ammettere cariche simultanee altre e fa derivare dal magistero straordinario infallibile espresso dai canoni il fatto che Viganò è un mero presbitero poiché l’incardinazione fittizia è nulla ab origine.
Ripeto, i sotterfugi sono molto molto vecchi, ed anzi il concilio vaticano II rettamente colto è alquanto utile e totalmente congruo/coerente con il passato nonostante ambiguità e prolissità indegne di una tale solennità.
Daouda, io mi sono un po’ stancato dei tuoi insulti e anche della tua prosa incomprensibile. Se vuoi rispondermi scrivi poche righe, usa la punteggiatura e stai al merito del tema. Magari potremmo ricavarne qualche scambio reciprocamente utile.
Il merito del tema è che se ti trovassi un foziano contro te rischi di fare la fine di Gnocchi perché ti asfalta.
Te lo ripeto:se credi a queste panzane cerca la « successione » di Pedro de Luna.
Molto vescovi ( munus sacramentale + munus giuridico ) se divenuti tali da simoniaci hanno interrotto la successione apostolica, soprattutto dal feudalesimo almeno fino all’assolutismo monarchico, ed io mi devo preoccupare di Francesco e di tutti i compositori di dubia o critiche che non adiscono, essendo privi di attributi, ad alcuna presa di posizione canonica ( che probabilmente si spartiscono la torta…)?
Ma magari fosse antipapa o satanista Francesco, lui ed i compari attorno a lui nel modo riduttivo vostro. Sarebbe una situazione ottimale!
Pensiamo alla nostra santificazione, non cerchiamo l’angoscia, perché il cuore potrebbe non resistere visto che tutti noi non siamo all’altezza degli antichi, e si vede visto che anche io amo il battibecco.
Buona domenica
Se ti fa piacere una Chiesa costruita su sabbie moventi, chi sono io per giudicarti?
Preferisco però una Chiesa costruita sulla Roccia e situazioni ottimali, come ben hai capito.
In Pace
Compreso.
@Simon. Scusa, ho chiesto a Padre Cavalcoli se Omne crepitus papalis est semper verum magisterium et eius odor semper est sicut rosae Damascenae.”” é un dogma apocrifo :
Risposta :Padre Giovanni Cavalcoli19 ottobre 2023 alle ore 16:06
Caro Vincenzo,
la affermazione è indubbiamente falsa, perché i Concili Vaticani I e II, e la Lettera apostolica Ad tuendam fidem di San Giovanni Paolo II del 1998, precisano le condizioni alle quali sottostanno i pronunciamenti papali che costituiscono magistero.
Questi pronunciamenti sono fatti dal Papa come maestro della fede, in materia di fede o di morale, indirizzati a tutta la Chiesa. Sono soggetti a tre gradi di autorità, che si riferiscono alla forza più o meno grande con la quale la Chiesa intende inculcare una data verità nella mente dei fedeli.
In tutte le altre occasioni, nelle quali il Papa si pronuncia in forma privata o in modo improvvisato o per una improvvisa esternazione o per esprimere una opinione personale o con mezzi occasionali, come può essere una telefonata o un motto di spirito o con una lettera privata, il Papa può certamente sbagliare.
Per questo è “apocrifo” 😉 … non tutto quel che dice of fa il Papa è da prendere per oro colato. Ma solo quando insegna quel che la Chiesa vuole sia insegnato.
Questo dogma apocrifo è semplicemente un implicito nella testa di coloro che si credono in dovere di giustifare l’ingiustificabile qualora il Santo Padre insegnasse apostaia , eresia o generasse uno scisma.
In Pace
Temo di avere una grande confusione in testa sulla figura del papa nella Chiesa cattolica. Prima non l’avevo. Da giovane e per tutta la vita non mi sono mai posto granchè il “problema
” del papa, nel senso che ho sempre appunto pensato che le cose fondamentali della fede cattolica fossero quelle elencate nel Credo, e nel Credo il papa non è neppure menzionato. “credo la Chiesa una santa cattolica e apostolica.” questo mi è sempre sembrato inglobare in se’ anche la figura del papa. Purtroppo da dieci anni a questa parte invece una grande confusione regna nella mia testa , sento tante opinioni contrastanti fra loro e anche contrastanti con la ragione. Mi pare particolarmente contrastante con la ragione umana , con la Storia della Chiesa e anche con l’esperienza chi dice che per il cattolico il papa deve essere creduto “infallibile” in quanto assistito dallo Spirito Santo , pertanto non può essere che un papa, per quanto cattivo, insegni cose sbagliate, quando insegna su fede e morale .
non capisco mi sembra proprio invece che l’attuale papa insegni cose contro fede e morale , contro il Magistero precedente . e allora? non è forse assistito dallo Spirito Santo ? oppure .. non è papa?
È la purificazione che la Chiesa ci chiede ed è la ragione per la quale questo pontificato è stato permesso : smetterla con un indebito culto della personalità del Papa.
Ti capisco al 100%, caro Gian Piero.
In Pace
Per questo motivo papa Francesco è stato « voluto » (e metto voluto tra virgolette) dallo Spirito Santo: i veri cattolici sono obbligati a discernere, ovviamente con l’aiuto della Grazia, ciò che nella fede è basilare e ciò che non lo è.
Se, ad esempio, papa Francesco afferma che i peccati al di sotto della cintura non sono importanti, i veri cattolici, illuminati dalla Grazia, possono, se lo vogliono, discernere che il Papa ha detto una caxxata.
scusatemi , sarà un mio limite, non vedo il senso del « mettere alla prova » i fedeli obbligandoli a valutare un papa che insegna il contrario di quel che dovrebbe, per vedere se i i fedeli sono abbastanza in gamba da discernere il vero dal falso, tutto questo mi pare terribilmente complicato, insensato .Da duemila anni la Dottrina cattolica è stata chiara, semplice , ragionevole, e nessun papa neppure il peggiore ha insegnato contro di essa. Ora essere cattolici diventa un percorso a ostacoli ?
Chiaramente siamo in tempi di sottomissione satanica di gran parte della gerarchia cattolica fino agli scranni i più alti.
In Pace
Simon, mi sembrerebbe più onesto da parte tua dare atto a Giampiero di un ragionamento lucido e coerente, piuttosto che tirare in ballo spiegazioni escatologiche (peraltro condivisibili). Insomma, Giampiero ha ragione, la Chiesa non è un mare aperto dove buttare le anime perché imparino a nuotare. Avere un papa invece di un anti-papa è un diritto di ogni cristiano sancito dal sangue di Cristo, qui non c’entra la sottomissione satanica.
Purtroppo tutti i segni di possessione diabolica sono presenti.
Ma questo non inficia il fatto che il Papa è pur sempre Papa malgrado sia in questa situazione personale.
Togliti dalla testa il fatto che essere eletto Papa lo esenti dalla condizione umana usuale: in nessuna circostanza.
Fattene una ragione: essere Papa non ha nulla di “magico”.
In Pace
Io non ho mai sostenuto poteri superumani del papato. Molto più terra terra sono due giorni che sto cercando di comunicare un concetto semplice e direi quasi banale, cioè che, al pari di ogni regno sulla terra, anche la Chiesa di Cristo ha le sue regole dinastiche. Così come nessuno può prendere il posto di Re Carlo se non il Principe ereditario, e solo alla sua morte o abdicazione, e, comunque, secondo un preciso formulario di regole e protocolli, allo stesso modo nessuno può diventare papa se non con regolare elezione in un conclave legittimo le cui regole sono fissate in una Costituzione Apostolica. Su queste regole si regge l’integrità della Chiesa e la sua capacità di tramandare con continuità nei secoli il deposito della fede Apostolica. Se Bergoglio fosse stato eletto canonicamente le sue esternazioni personali sarebbero suscettibili di correzioni, non sarebbero vincolanti, e potrei anche sopportare che fossero definite tecnicamente “eretiche”. Ma essendo stato eletto in modo non canonico egli è un usurpatore le cui eresie conclamate non posono essere derubricate a esternazioni personali, tanto più quando sono elevate a Magistero autentico attraverso encicliche e documenti ufficiali. E questo non si giustifica con la fragilità della condizione umana, neppure quando sottoposta a influsso demoniaco. Questo si spiega solo con l’impostura.
Beh anch’io cerco di comunicarti un concetto semplice: il Papa è colui che promulga il diritto canonico quindi, se desidera non esserne sottomesso, che sia una tantum o sempre, lo può ignorare. Quel che conta è che sia chiaro a tutti coloro che sono interessati, cosa egli voglia: in questo caso dimissionare.
Come vedi non è sempre facile comunicare cose ovvie via blogs.
In Pace
@Simon 21 Ottobre 2023 • 10:49
« il Papa è colui che promulga il diritto canonico quindi, se desidera non esserne sottomesso, che sia una tantum o sempre, lo può ignorare »
Lasciami intanto dire che quanto affermi nel virgolettato non rorrisponde a verità: il papa non è superiore alla legge canonica e fintanto che non la modifica rimane ad essa soggetto come ogni altro membro della Chiesa.
Poi, alcune considerazioni. Tu ritieni che la l’intenzione di BXVI fosse di dimettersi veramente, ma che, per motivi oscuri, non si è attenuto al canone che lui stesso aveva scritto, ma che siccome tutti abbiamo capito che si è voluto dimettere, anche se si è sbagliato, noi mettiamo agli atti che si è dimesso perché questa era la sua volontà. Quel che non tiene in questa tesi è che: a) anche se lui avesse voluto davvero dimettersi, non avendo rispettato i requisiti canonici la sua rinuncia rimane invalida, perché questo è ciò che prescrive con precisione la Universi Dominici Gregis; b) il fatto che nessuno gli abbia questionato la cosa chiedendogli di ripetere l’atto di rinuncia correttamente non può rendere valida una rinuncia nata con un vizio di invalidità; c) la validità della rinuncia non dipende dalla sua accettazione da parte della maggioranza dei cardinali o dell’opinione pubblica (can. 332, §2: « Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio…, non si richiede invece che qualcuno la accetti ».
Consideriamo poi che proprio perché lui era il papa, come dici tu, poteva modificare il CDC a piacere, per es, introducento l’emeritato con tutte le prerogative che parrebbe essersi poi arrogato, come l’abito bianco, l’anello piscatorio, la facoltà di conferire la benedizione apostolica, ecc. Epperò non l’ha fatto, e questo dato è incoerente con un limpido contesto di dimissioni libere e volontarie.
Io invece ripeto fino alla (mia) nausea che lui ha volutamente agito in modo che si determinasse ciò che il canone prevede e cioè: rinuncia invalida + conclave illegittimo = sede impedita.
Se ti fa piacere credere in tutta questa costruzione simile ad un impianto di gassificazione, chi sono io per impedirtelo?
Però, perché complicare una realtà così ovvia e … semplice?
In Pace
@Simon 21 Ottobre 2023 • 19:08
Sì caro Simon, anche a me piacerebbe fare le cose facili, ma a voler semplificare per principio realtà per natura complesse si rischia di fare analisi superficiali.
Comunque sia, per quanto io mi sforzi, non mi riesce di capire come possa un cattolico che non ritiene di dover obbedire a insegnamenti manifestamente non cattolici o addirittura eretici del papa, come possa fare la scelta difficile di fare di testa sua confidando solo sul suo proprio giudizio personale, piuttosto che accettare la soluzione facile, anzi banale, cioè quella che non esiste alcun obbligo di seguire gli insegnamenti erronei di un papa che non è il papa. Questo per me è veramente complesso da capire.
Certamente non faccio di testa mia assolutamente niente nel campo della fede e della morale.
Infatti ho una guida sicura che è lo Spirito Santo tramite gli insegnamenti inerrabili della Chiesa del Cristo da un lato, e dall’altro la sicurezza di avere la comprensione corretta di quest’insegnamento grazie alla presenza dello stesso Spirito Santo nella mia coscienza che perfeziona le mie virtù cardinali e le completa con le graziose virtù teologali per via dei Santi Sacramenti.
Come ben vedi, come insegna S. Paolo agli Efesini, in queste guerre spirituali contro gli spiriti angelici malvagi, queste sono le nostre armi, i nostri scudi ed i nostri caschi.
Abbiamo tutto quel di cui abbiamo bisogno per essere salvati: e, come dogmatizza il S. Concilio di Trento, siam convintissimi che ciascuno di noi può vivere una vita santa e che questo obiettivo è raggiungibile da chiunque con l’aiuto della grazia di Dio.
Buona domenica.
In Pace
La via stretta è difatti semplice, ma difficile d’altronde.
Conformarsi al Deposito della Fede è una scelta di libertà che paradossalmente le società più son cristiane più rischiano di impedire.
Siamo nati qui ed ora perché non potevamo nascere altrove.
Impostore stanti a Giovanni è chiunque non ama/onora il fratello e la sorella alla maniera del Cristo.
Ammettiamolo, lo siamo un po’ tutti, quindi smettiamola di seguire oltremodo chi neanche appartiene alla santa assemblea con le sue false spiegazioni.
-Da questo sappiamo d’averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco» e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato.
Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto fin da principio. Il comandamento antico è la parola che avete udito. [8]E tuttavia è un comandamento nuovo quello di cui vi scrivo, il che è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende. Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non v’è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.-
Non sono un esperto di diritto canonico ma mi chiedo’elezione di un papa puo’ essere invalida non solo perche’ il.papa precedente non e’ morto e non ha dato valide dimissioni, ma puo’ anche essere invalida per altri motivi, fra cui il do, come per esempio nel caso di matrimonio ritenuto nullo per he’ uno dei due coniugi non aveva alcuna intenzione di stare ai patti e ha solo finto di volerlo fare. Se Bergoglio accettando di diventare il Vicario di Cristo aveva in cuore suo, nella sua cos senza la segreta volonta’ di distruggere invece la Chiesa di Cristo il suo papato non e’ forse da considerarsi nullo, come nullo e’ un matrimonio celebrato con uno dei due che in cuore suo non ha nessuna intenzione di esse e veramente “sposato” ?
Riporto due risposte in italiano migliore del mio apparse sull’articolo del presbitero Viganò che è un altro ciarlatano che ciancia riguardo il vitium consensum :
-L’accettazione dell’elezione al papato significa assunzione di una carica, di un potere di governo. Non è un sacramento, ragion per cui ciò che l’eletto pensa in foro interno non conta.
Non contano i motivi personali per i quali lo fa. Poi, nel prosieguo, si vede che tali motivi non dovevano essere buoni, se l’eletto ha agito da eretico manifesto. Ma viene messo sotto accusa per il dato di fatto oggettivo dei suoi errori, non per l’eventuale presenza di una mala intenzione nel suo foro interno, quando ha accettato la scelta.
– L’accettazione dell’incarico e l’esercizio dello stesso giurisdizionalmente si attuano nella detenzione delle prerogative del potere stesso.
Il fatto che lo si abbia/faccia con simulazione o con indifferenza non contano nulla essendo foro interno. Se invece previamente sia abbia un’usurpazione oppure si cada posposti in eresia non cambia nulla fintanto non si provi il dato stesso. Inoltre gli atti ugualmente possono essere legittimi come lo stesso codex burocratizzato di oggi fa intendere riguardo gli atti giuridici passibili di rescissione ( ossia reali fintanto che non siano impugnati ) tutte cose complesse che gli stessi canonisti avrebbero difficoltà a dirimere, figuriamoci noi.
La seconda lettera di Pietro chiarisce tutto.
Inoltre è contro-storico e contro-logico asserire che solo non si siano insegnate e non si siano date istruzioni contraddittorie la Rivelazione. Oggi molti se ne accorgono, chi ha un cuore pronto al richiamo del Signore, ma tal richiamo deve far comprendere che la cosa era presente da molti molti secoli già.
Inoltre siamo sinceri, non c’è solo un problema gerachico: la fantomatica societas christiana ha navigato fra manipolazioni varie ed il popolo con DIO , come l’antico Israele, non è stato esente da accomodamenti e giustificazionismi.
Essere cattolici è sempre e dovunque stato un percorso ad ostacoli, esaltante di certo nel Signore in grazia della sua Forza. E’ normale.
La seconda di Pietro è magnifica ed è un monumento che ci aiuta in questi tempi bui. Solo lo Spirito Santo in noi può charire quel che lo Spirito Santo insegna: e lo Spirito non contraddice Se stesso.
Che ci siano state pastorali folli lungo i secoli è pacifico: basta risalire appunto alla “pastorale” di Pietro ad Antioca quando faceva l’ipocrita con i giudeizzanti. Però, mai la Chiesa in quanto Magistero ha positivamente voluto invertire i valori biblici e insegnare il contrario. San Paolo insegna che facciamo quel che non vogliamo fare e non vogliamo quel che dovremmo fare: così anche la Chiesa “militante”, quella ingrovigliata nella storia, fa quel che non dovrebbe fare. Non è un problema concettuale in quanto è legato alla natura umana peccatrice: però, certamente, quando non insegna quel che il Cristo e glI Apostoli hanno insegnato, di sicuro erra (cf lettere di San Paolo e di S.Pietro). La Chiesa nella sua umanità militante non erra e va da essere seguita se e solo se insegna quel che lo Spirito Santo insegna e indica ma quando contraddice quel che lo Spirito Santo ha sempre insegnato essa erra con totale certezza per chi vive dello Spirito Santo.
La Societas christiana che ha durato, a spanne, un millennio, era una società peccatrice e che lo sapeva ed in quanto tale capace di conversione e quindi di santità. La situazione attuale, diciamo, a spanne, dal ‘500 in poi , è invece una società che cerca sempre delle scusanti, delle attenuanti o addirittura delle giustificazioni ai propri peccati, peccando così contro lo Spirito Santo e chiudendosi così alla possibilità di conversione e di santità. C’è quindi una differenza di natura tra le due epoche, esattamente come c’è una differenza di natura tra il peccato dei Papi concilari e quello del Santo Padre attuale.
Essere cattolici vuol dire fare fiducia alla Chiesa di Cristo, Una, Santa, Cattolica e Apostolica, ascoltarne l’insegnamento mai contraddittorio che tramite Essa ci ispira lo Spirito Santo ed accogliere tale insegnamento in un’anima preparata dallo stesso Spirito Santo, cioè che si esercita a tutte le virtù umane, che vive di quelle teologali, e dei sacramenti senza sacrilegi, e senza mai chiamare il buono male ed il male buono.
In Pace
Non mi ripeto Simon tu sei chiaro, ed infondo non è nemmeno utile e nemmeno giusto far presenti cose infondo non aggiungono nulla al nostro fronteggiare la situazione attuale.
Se il Signore DIO però non avesse distrutto la società feudale, probabilmente la realtà dell’episcopato come sommo grado del sacerdozio e del servizio ( giacché il diaconato non è un prerequisito del presbiterato ) sarebbe stata compromessa, come d’altronde teologi e bolle papali stesse testimoniano. E via discorrendo su qualsivoglia altro caso su cui è peregrino insistere ulteriormente come ho fatto, la cui mia intenzione non è saccenza per quanto un po’ possa averne, quanto cercare di far comprendere che la Chiesa sussiste in ogni modo ed in ogni caso nonostante noi giust’appunto e che le degenerazioni non accadono dall’oggi al domani di botto.
Concordo al 100%
In Pace
Vorrei ricordare che la 2da lettera di Pietro l’ha scritta Pietro. Cosa voglio dire? Voglio dire che non la si può citare con autorità senza riconoscere l’autorità di Pietro e dei suoi successori legittimi.
Poi, non so di preciso a quali passi della lettera vi riferiate, ma mi permetto di segnalarvi questo « Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione » (Cap. 1, 20).
Infine, non so se questa era l’intenzione, ma mi pare arbitrario, oltre che temerario, strumentalizzare i passi sui falsi profeti e i falsi dottori che si sarebbero manifestati nella Chiesa nel corso dei secoli per lasciare intendere che è dunque del tutto normale se tra questi si possa essere anche un papa legittimo. Come se un abominio possa appartenere alla normale dinamica spirituale della Sposa di Cristo. Mah, si vede che nella terra di Calvino il rischio di cadere in certi autoinganni è ancora alto come quello di valanghe.
Il pensiero cattolico ha sempre ritenuto per vero e imprescindibile che per quanto la barca di Pietro navighi nella Storia tra mari procellosi, al suo timone Pietro tiene sempre la barra ferma per mantenere la rotta verso l’approdo finale.
Il caso Onorio testimonia contro
Grazie Daouda, ma allora davvero tu pensi che, come nel caso di Onorio, il prossimo papa anatemizzerà Bergoglio e un successivo Concilio lo dichiarerà eretico? Con cento cardinali di sua nomina in grado di blindare i prossimi conclavi per l’eternità. Beato te.
il cardinalato lascia il tempo che trova, e di certo Francesco è più nefando ma meno seriamente eretico del fu Onorio.
Passò quello, passerà anche questo. Il tradizionalismo eretico serve a far dimenticare l’ovvio assiomatico di Geremia: « Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Migliorate la vostra condotta e le vostre azioni e io vi farò abitare in questo luogo. Pertanto non confidate nelle parole menzognere di coloro che dicono: tempio del Signore, tempio del Signore, tempio del Signore è questo! Poiché, se veramente emenderete la vostra condotta e le vostre azioni, se realmente pronunzierete giuste sentenze fra un uomo e il suo avversario; se non opprimerete lo straniero, l’orfano e la vedova, se non spargerete il sangue innocente in questo luogo e se non seguirete per vostra disgrazia altri dèi, io vi farò abitare in questo luogo, nel paese che diedi ai vostri padri da lungo tempo e per sempre. Ma voi confidate in parole false e ciò non vi gioverà: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri dèi che non conoscevate. Poi venite e vi presentate alla mia presenza in questo tempio, che prende il nome da me, e dite: – siamo salvi! – per poi compiere tutti questi abomini. Forse è una spelonca di ladri ai vostri occhi questo tempio che prende il nome da me? Anch’io, ecco, vedo tutto questo. Parola del Signore » giacché il tradizionalista specularmente al modernista pensa che può appelarsi a DIO quando ne ha ben manipolato la Rivelazione da molto tempo.
Prostitute e pubblicani ci precederanno, fu detto dal Verbo incarnato, e scritto nel santo Vangelo e difatti completò con il tragico « Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli ».
Dunque non angustiarti per un criterio ed una prassi che non ha che un valore strumentale come il cardinalato.
Essere cattolici è radicale ma semplice. Questi altri fanno politica, ideologia, estetica, crematistica e la loro mistica al massimo si ferma all’uso ignaziano che, utile per quel che vale, qualora vi si rimanesse, sarebbe condannabile da qualsivoglia antico dottore monastico.
Questi rendono tutto molto complicato ed a conti fatti è tutto un’equilibrismo fra compromessi vari.
Inoltre il canone 332 comma 2 non dice quel che vuoi fargli dire seguendo le capre che propagandano tali distorsioni ad usum delphini.
Non devo certo insegnarti che esistono attori anche fra i gerarchi, sia pro che contro.
Insomma, non abbiamo più trent’anni ( una volta avrebbero scritto 20 )
@Daouda e Simon
Allora, io provo a capire, poi se sbaglio voi mi corrigerete:)
– inutile appellarsi alla legge canonica, un conto è la teoria, un altro la pratica – siamo abbastanza adulti per non far finta di non saperlo – e chi lo fa è uno che grida « Signore Signore » e poi fa come gli pare, cioè un eretico tradizionalista;
– il can. 332, §2 non dice quel che dice, « basta leggere » (però nessuno mi ha ancora spiegato cos’altro dice);
– nella sua profezia Geremia non stava prefigurando il Tempio in cui Dio avrebbe abitato, cioè il Corpo di Cristo e quello di ogni suo membro (tesi rispetto a cui avrebbe un senso dire « emendate la vostra condotta »), ma solo che per essere salvi dobbiamo comportarci bene;
– se quindi ci santificheremo sopravviveremo a schiere di papi eretici. Ok, passi pure per un attimo il riagionamento, ma, primariamente, io non sostengo che Farncesco sia eretico, ma che sia un anti-papa. Se ciò non viene riconosciuto egli si è già assicurato una successione infinita di antipapi come lui. Voglio quindi dire che se non verrà accompagnato alla porta in tempo utile egli segnerà la fine della Chiesa Apostolica. Lo so che questo è impossibile perché Dio non lo permetterà – infatti le profezie parlano di un piccolo resto – ma, correggetemi se sbaglio, voi vi ritroverete santi nella sua falsa Chiesa autoscismatica. La vostra autosufficienza è capace di tanto?
Per quanto mi riguarda:
(1) Ci dobbiamo tutti appellare alla legge canonica che è la legge che si dà la Chiesa in quanto società perfetta: ma questa stessa legge canonica stabilisce che il Santo Padre può deviarne quando, quanto e come egli voglia
(2)il can 332 si riferisce ad una problematica non mia
(3) Abitare la Chiesa di Cristo richiede un’Elezione divina: non tutti sono eletti (cf. gli insegnamenti evangelici)
(4) Restare nella Chiesa di Cristo, che sussiste pienamente solamente nella Chiesa cattolica, è condizione sine qua non per essere salvati (Extra Ecclesiam nulla salus). Il Papa attuale è vero Papa e vero peccatore, come è sempre stato da venti secoli. Questo Papa, in particolare, pecca contre la Fede, la Speranza e la Carità commettendo i crimini di scisma, di apostasia e di eresia, che sono da noi constatabili anche se noi, sul piano canonico, non possiamo giudicare il Santo Padre per questi peccati. Essere peccatore non implica nessuna perdita d’incarico, munus o ministerium del Papa, però ci obbliga noi a rimanere ancora più fedeli alla Chiesa del Cristo ed ai Suoi insegnamenti specialmente quelli che l’insegnamento malvagio del Santo Padre attuale tenta più direttamente di attaccare mosso come egli è dallo Spirito del Divisore.
(4bis) Alla morte o alla dimissione di questo Papa si porrà davvero un problema di sede vacante perchè è ormai ovvio che i cardinali monocolori che lui ha scelto per eleggere i suoi potenziali successori hanno gravissimi problemi personali e di magistero con gli insegnamenti del Cristo e molti tra essi condividono con lui pratiche apostatiche, opinioni eretiche e atteggiamenti scismatici: è quindi probabile che quel conclave lì non sarà valido e inizierà una lunghissima serie di anti-papi questa volta sì formalmente e materialmente. Però non saranno papi della Chiesa cattolica, ma di quella setta post-cattolica creata con l’art.1 di TC che ormai ha la sua propria liturgia autoreferenziale, il suo proprio credo (con la sua propria eresia Solum Magisterium, dopo la Sola Scriptura protestante e la Sola Traditio tradizionalista), il suo clero, la sua distruzione del matrimonio e i suoi nuovi sacramentali come gli atti sodomitici ormai materia di “bene-dicere” agli occhi del loro Dio. Quanto a noi, beh resteremo nella Chiesa cattolica evitando di frequentarli, ma mica per isolarci,quanto piuttosto per promuovere un proselitismo attivo ed efficace come il Cristo ci ha comandato nel Vangelo.
In Pace
Innanzitutto scusa la mia carenza espositiva e l’avversione che deriva pure proprio dal mio modo di comunicare sia perché sono stato allevato così sia perché essendo romanesco l’attacco mi è familiare in senso empatico.
– i canoni sono manipolati già col codex stesso. Dovrebbero sapere tutti che un sacerdote o è sposato previamente da vergine con mulier vergine anch’essa, o, se non è sposato, DEVE essere vergine poiché ogni peccato sessuale è un impedimento al sacrificio.
E’ così? No. Da quanto? Beh, da ben prima del CVII ed inerentemente la teologia del mistero della consacrazione ministeriale la distorsione ha svariati secoli.
I sacerdoti oggi invece si vantano delle « esperienze » di prima e si vantano del celibato dopo come avesse senso.
Questo è un caso che manifesta che la morale-canoni-teologia sono degenerate. E ce ne sono vari.
-Nel canone 332 non si deve rinunciare all’ufficio ed alla carica nel senso che sia prevista una esplicitazione dell’ovvio. C’è una virgola capperi ed il latino è chiaro.
– Geremia come nostro Signore parlavano contro coloro che si fanno paladini della Rivelazione ma invece la tradiscono, siano conservatori o progressisti, gli uni calcando gli aspetti contrari o complementari degli altri non solo ignorando il resto ma anche traviando quel che essi stessi sostengono. Questo sottolineavo per cui stanne alla larga, mio consiglio indegno e personale.
– Francesco non è antipapa fintanto che non si dimostri la sua usurpazione, come ugualmente non è dichiarabile decaduto fintanto che un gerarca non impugni la situazione.
Io ripeto che dai troppa importanza al cardinalato ma non vale la pena aumentare il discorso.
RIuccuperemo le sedi che, come al tempo degli ariani, erano tutte loro. Nun c’è probblema
Grazie Daouda per la disponibilità a proseguire il dialogo. Direi di affrontare un punto alla volta e di cominciare con quello per me più importante, il Can. 332 § 2. Se saremo d’accordo su questo anche la tesi dell’usurpazione del soglio di Pietro ne conseguirà logicamente. Allora, ecco il testo in latino: “Si contingat ut Romanus Pontifex muneri suo renuntiet, ad validitatem requiritur ut renuntiatio libere fiat et rite manifestetur, non vero ut a quopiam acceptetur”. Faresti capire anche a me come le sorti della Chiesa di Cristo dipendano da una virgola?
Mi pare sia scritto senza ricorrere alla traduzione del canone italiana che per la rinuncia all’incarico/ufficio, per la validità è richiesta sia fatta liberamente e nel modo dovuto, infischiandose dall’accettazione o meno della stessa.
Ora la rinuncia è stata debitamente manifestata al concistoro in cui BXVI la espresse :
Can. 184 – §1. L’ufficio ecclesiastico si perde con lo scadere del tempo prestabilito, raggiunti i limiti d’età definiti dal diritto, per rinuncia, trasferimento, rimozione e anche per privazione.
§2. Venuto meno in qualsiasi modo il diritto dell’autorità dalla quale fu conferito, l’ufficio ecclesiastico non si perde, a meno che non sia disposto altro dal diritto.
§3. La perdita dell’ufficio, che ha sortito effetto, sia resa nota quanto prima a tutti quelli cui compete un qualche diritto nella provvisione dell’ufficio.
Can. 185 – A colui che perde l’ufficio per raggiunti limiti d’età o per rinuncia accettata, può essere conferito il titolo di emerito.
Can. 186 – Allo scadere del tempo prestabilito o raggiunti i limiti d’età, la perdita dell’ufficio ha effetto soltanto dal momento in cui è intimata per iscritto dalla competente autorità.
Can. 187 – Chiunque è responsabile dei suoi atti può per giusta causa rinunciare all’ufficio ecclesiastico.
Can. 188 – La rinuncia fatta per paura grave, ingiustamente incussa, per dolo, ( per violenza ) o per errore sostanziale oppure con simonia, è nulla per il diritto stesso.
Can. 189 – §1. La rinuncia, perché abbia valore, sia che necessiti di accettazione o no, deve essere fatta all’autorità alla quale appartiene la provvisione dell’ufficio di cui si tratta, e precisamente per iscritto oppure oralmente di fronte a due testimoni.
§2. L’autorità non accetti una rinuncia non fondata su una causa giusta e proporzionata.
§3. La rinuncia che necessita di accettazione, se non sia accettata entro tre mesi, manca di ogni valore; quella che non ha bisogno di accettazione sortisce l’effetto con la comunicazione del rinunciante fatta a norma del diritto.
§4. La rinuncia, fino a quando non abbia sortito l’effetto, può essere revocata da parte del rinunciante; conseguito l’effetto non può essere revocata, ma colui che ha rinunciato può conseguire l’ufficio per altro titolo.
—-
Per quanto riguarda la sede impedita essa non sussiste poiché BXVI continuando le udienze del mercoledì, la sua produzione letteraria, l’angelus, i suoi vari documenti di grado di magistero autentico ossia encicliche, esortazioni, lettere, costituzioni et similia non poteva affatto trovarsi in tale situazione.
Can. 412 – La sede episcopale si intende impedita se il Vescovo diocesano è totalmente impedito di esercitare l’ufficio pastorale nella diocesi a motivo di prigionia, confino, esilio o inabilità, non essendo in grado di comunicare nemmeno per lettera con i suoi diocesani.
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Il testo della declaratio:
Fratres carissimi
Non solum propter tres canonizationes ad hoc Consistorium vos convocavi, sed etiam ut vobis decisionem magni momenti pro Ecclesiae vita communicem. Conscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum.
Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exsequi debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commisso renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse.
Fratres carissimi, ex toto corde gratias ago vobis pro omni amore et labore, quo mecum pondus ministerii mei portastis et veniam peto pro omnibus defectibus meis. Nunc autem Sanctam Dei Ecclesiam curae Summi eius Pastoris, Domini nostri Iesu Christi confidimus sanctamque eius Matrem Mariam imploramus, ut patribus Cardinalibus in eligendo novo Summo Pontifice materna sua bonitate assistat. Quod ad me attinet etiam in futuro vita orationi dedicata Sanctae Ecclesiae Dei toto ex corde servire velim.
Ex Aedibus Vaticanis, die 10 mensis februarii MMXIII
Primo capoverso esplicitamente scrive munus. Secondo capoverso anche. Ti ho spiegato che avendo dichiarato la rinuncia all’episcopato romano, non poteva più usare il termine munus, poiché il munus del somo sacerdozio episcopale essendo sacramentale è indelebile.
Ora attamen è tuttavia oppure nondimeno, quindi chi ha speculato sul munus/ministerium attivo e passivo è un cretino od un torbido, come torbidi sono quegli altri che propugnano amenità apposite.
Nota l’utilizzo di prima gubernandam ed annunziandam ( munus ) e poi ad ministerium bene administrandum.
Ora ciò non toglie che BXVI possa essere stato costretto con violenza, paura grave incussa, dolo, cose che renderebbero nullo l’atto, ma và provato.
Ti faccio notare ancora che l’altra mossa infima ed abietta è confondere la direzione dello statuale vaticano con il governo teantropico della diocesi romana e dell’ecumene ecclesiale.
Di conseguenza solo nei 3 casi sopra messi hai rinuncia invalida il che implica che Francesco non è chi dice.
Ma anche se la rinuncia è valida poiché non si prova o semplicemente non c’è nulla di dietrologico, Francesco potrebbe essere usurpatore.
Ma andrebbe provato. Le due cose sono collegabili ma non dipendono strettamente l’una dall’altra.
Per quanto riguarda l’eresia di Francesco, considerata l’elezione valida e la previa rinuncia del predecessore valida, o si segue la visione del Caetano, o ci attacchiamo tutti e lui papa è e papa rimane nonostante tutto.
Il che non implica nessun problema nel resistergli e fronteggiarlo.
Insomma Daouda, prima mi hai detto che il senso vero del can. 332, §2 dipendeva da una virgola che io non avevo letto, e adesso mi scrivi un lenzuolo e della virgola non c’è più traccia. Ok, passiamo alla Declaratio.
Nei primi due capoversi BXVI ricorda in premessa quali sono le differenze tra Munus e Ministerium e lo fa specificando che le sue forze non gli consentono più di amministrare adeguatamente (funzione del Ministerium) il Munus Petrino (l’Ufficio divino). Per poi proseguire dicendo che tale Munus, per la sua stessa essenza spirituale, non solo va esercitato con l’azione e la parola (cioè col Ministerium), ma nondimeno soffrendo e pregando, cosa che lui dichiara di voler accingersi a fare (cosa che poi farà rinchiudendosi nel recinto di S.Pietro, conservando le prerogative pontificali a cominciare dallo stemma). Se ne deve necessariamente concludere che per continuare a esercitare il Munus, ancorché in questa modalità più spirituale, BXVI non poteva rinunciarvi. E infatti dichiara poi di rassegnare nelle mani dei cardinali le dimissioni dal Ministerium (parte attiva). Dal Ministerium, non dal Munus.
Si è sbagliato? Ha fatto apposta? Chi può dirlo? Quel che conta è che le sue dimissioni non sono state rassegnate in accordo a quanto prescritto dal can. 332, §2 e che stante la circostanza la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis prescrive che le elezioni del suo successore sono nulle e invalide e non conferiscono alcun diritto alla persona eletta, senza bisogno di nessuna dichiarazione in merito. Capito? Non c’è bisogno di nessun processo canonico, ma solo della presa d’atto di 1, 2 o 3 cardinali delle circostanze invalidanti l’elezione del successore di BXVI.
La virgola è importante proprio perché la manifestazione della rinuncia nel debito modo in sé per sé non è determinata dalla specificazione attestativa, quindi non mi contraddico affatto, specificazione comunque esposta previamente come ti ho riportato la cui realtà è data dall’intenzionalità stessa non da parole magiche.
Inoltre tu sbagli l’approccio.Gli stolti hanno recepito – e da cui devi guardarti – della possibilità attiva e passiva di un ipotetico munus o ministerium, o l’uno o l’altro, in tutte le combinazioni a seconda della fola che vogliono spacciare. Lui parla invece della stessa cosa, ossia dell’esercizio stesso e basta, ossia parla comunque solo del servizio nell’esercitare il titolo, l’incarico, dunque l’ufficio, che in sè stessi sono termini di designazione del diritto/dovere d’investitura divina al governo.
Non esiste possibile scissione fra un’esercizio attivo o passivo, il costrutto sintattico « non solum agendo et loquendo exsequi debere, sed non minus patiendo et orando » è difatti simultaneo e descrivente la situazione che lo ha debilitato, quindi i motivi di sofferenza e debolezza.
Ora tralasciando che la preghiera è totalmente cosa attiva, cosa che se il papa non compisse sarebbe passibile di scomunica come ogni chierico, cosa che è necessaria d’altronde, dal punto di vista uman serve solo ad introdurre retoricamente il motivo della rinuncia, e la sofferenza di cui parla altro non è che l’affanno per tutte le Chiese alla paolina maniera, cosa altrettanto attiva fuori dalla retorica che lui abilmente usa per far digerire l’atto, che certamente ha sbalordito tutti.
Inoltre ti ho scritto che l’ « attamen » è congunzione avversativa che introduce un dopo a maggior ragione di grado differente.
L’implicito riferimento alla nave di Pietro già dovrebbe bastare da sé ulteriormente.
Tu scrivi : per poter esercitare il munus in senso interiore parafrasandoti…ma la cosa è comunque sia ammissione di riferimento al ministerium dello stesso giust’appunto.
Il caso di sede impedita ( che non ha affatto riguardato Benedetto XVI ) è infatti un’anomalia giacché il titolo e l’incarico e l’ufficio è ineseguibile per cause di forza maggiore esterne essendo i due inscindibili.
Ti ho poi già spiegato perché abbia usato ministerium in riferimento alla frase dove ha scritto dell’episcopato romano.
Ora a me non frega nulla di quel che intendesse o credesse Joseph Ratzinger, che ho già ribadito più volte ha favorito la situazione attuale proprio con le menzogne insite nella Summorum Pontificum e la sua vacua aspirazione a ricongiungere chi non voleva per nulla riappacificarsi..
Perché il dubbio viene…se dobbiamo perdere tempo con queste stronzate, a pensar male come Andreotti, Ratzinger è compare di Bergoglio e come il Sommorum Pontificum con l’assurdità di due riti paralleli nella medesima scuola e giurisdizione liturgiche, sta dichiarazione sembra appositamente fatta per creare scompiglio, esattamente all’inverso di quel che crede il romanziere Cionci, lui e tutti gli opportunisti della situazione.
Qualcuno crederà io ricalchi Radaelli ed Amerio, ma non ho problemi a comparare due santi papi, Pio X e Paolo VI, e constatarne le opere incresciose che hanno compiuto ed avallato, sempre e dovunque certamente ad majorem Dei gloriam, non fa una piega, no?
Ad ogni modo il Papa non si può mai processare. Una volta che si applica la situazione esposta dal Caetano per eresia o peggio si dimostrasse realmente l’usurpazione, và semplicemente assaltata santa Marta e preso a calci nel sedere.
Possibile?
No.
Dunque di che cosa devo preoccuparmi io se neanche i principi della Chiesa hanno le palle di esporsi?
Quindi o mi si dimostra che Benedetto XVI ( buono o cattivo che sia ) ha subito violenza, paura incussa o dolo, o la rinuncia non ha altre possibilità di illegittimità.
Qualora fosse dimostrato, si deve avversare Francesco. Ma se non si dimostra ( cosa che poi tralasciando il codice de sta fola ha avuto tutto il tempo di manifestare ) ugualmente non è detto Francesco sia papa, se la sua elezione a valida rinuncia è comunque sia stata frutto di accordi irregolari o para-simoniaci.
Ma non sarebbe niente di strano rispetto a quel che è accaduto nel periodo rinascimentale.
Il caso di eresia è appunto diverso ed esula dall’usurpazione. Il primo antipapa, Ippolito, è santo. Ed Ippolito era certamente ben più dotato di Ponziano e ben più serio di Callisto.
Come anche Pedro de Luna , che era l’unico cardinale rimasto prima del grande scisma d’occidente ( giustoa ricordarti che il cardinalato è strumento non fondativo né necessario ), era di certo il più degno umanamente probabilmente anche religiosamente.
Cito IVpiano:
“Vorrei ricordare che la 2da lettera di Pietro l’ha scritta Pietro. Cosa voglio dire? Voglio dire che non la si può citare con autorità senza riconoscere l’autorità di Pietro e dei suoi successori legittimi.”
Ed è il vero problema. La Bibbia (i cosiddetti originali) nella realtà non esiste, il canone della Bibbia è una questione letteralmente di fede nella Tradizione e nella Chiesa.
Cito Piero Ottaviano dal corso della Didaskaleion:
qui a pagina 7 e seguenti http://didaskaleion.murialdo.org/matcorsi/base/A5_08.pdf
“Secondo i cattolici, l’atto di fede è prima di
tutto un atto di fiducia nella Tradizione (sia orale,
sia scritta), cioè nella comunità cristiana (Chiesa).
Cristiano è colui che decide di fidarsi della Chiesa che
– abbia valutato con sufficiente spirito critico le
persone degli apostoli e le loro testimonianze
orali e scritte;
– abbia scelto quei testi che erano veramente
conformi alla loro predicazione;
– abbia fedelmente trasmesso i testi lungo i
secoli;
– li abbia correttamente interpretati, secondo
quanto veramente volevano dire;
– ne abbia ininterrottamente trasmessa anche
l’interpretazione.
Fidarsi della Chiesa non vuol dire accettare che, lungo
i secoli, tutti i singoli cristiani (e la gerarchia in particolare)
abbiano sempre vissuto coerentemente con i testi che hanno
predicato. Vuol solo dire accettare che essa abbia conservato e
trasmesso correttamente la vera tradizione apostolica, sia orale, sia scritta.”
nelle sue lezioni orali ricordo che arrivava a dire che qualora la Chiesa (LA CHIESA!) arrivi a dire il contrario di quello che ha sempre detto, lui avrebbe perso la fede. Ci sono gli mp3, dovrei riascoltarli per vedere bene dove e come lo diceva.
Ora è morto, sarei stato davvero curioso di sentire come avrebbe interpretato quel che accade in questo periodo storico…
PS: intanto mi rileggo: https://pellegrininellaverita.com/2017/01/26/i-fondamenti-della-fede-cristiana-e-la-logica-della-testimonianza/
Infatti questo è tutto il nocciolo vitale e spirituale della questione per quanto mi concerne: io voglio ( per grazia di Dio ho questo volere) fidarmi della Chiesa.
Aggiungerei però un bemolle rispetto a Pietro Ottaviano: qualora la Chiesa arrivi a dire il contrario di quello che ha sempre detto, allora non è la Chiesa, semplicemente.
In Pace
Scrive un sacerdote ad AMV che un motivo per contestare la validita’ dell’ elezione di Bergoglio potrebbe essere il seguente:
L’applicazione al conclave del 2013 di due canoni invalidanti del diritto canonico matrimoniale: l’inganno doloso (cf. CIC, can. 1098) e il vizio o difetto di consenso (CIC, can. 1101). Questa doppia ipotesi di nullità mistarebbe a significare che in quella occasione il cardinale Bergoglio avrebbe volutamente ingannato almeno una parte dei suoi elettori (= dolo), simulando ai loro occhi un corretto proposito pastorale che invece egli escludeva lucidamente e con positivo atto di volontà (= vizio di consenso), avendo già in mente di realizzare un vero e proprio piano rivoluzionario ai danni della Chiesa cattolica, come poi di fatto è avvenuto. Ora, se queste disposizioni giuridiche sono in grado di rendere nullo un matrimonio canonico, perché non dovrebbero vanificare anche l’atto con cui Bergoglio ha accettato l’avvenuta elezione pontificia, la quale – con tanto di anello al dito – lo legava con nuovo vincolo sponsale alla Chiesa di Roma e a tutta la Chiesa universale?
Il tuo bemolle è il punto nevralgico.
Se la fede non è un salto nel buio, ma qualcosa di comprensibile, per essere tale deve avere logica, deve possedere razionalità intrinseca.
Se oggi la Chiesa (e va capito cosa si intende) sbaglia (e va capito cosa si intende) nei punti cardinali che corrispondono a quelli propri dell’atto di fede principale – qui elencati da Don Ottaviano e quindi in primis sufficiente spirito critico per scegliere tradizioni e scritti evangelici e quindi somma sapienza per ben dirimerli nelle varie questioni! – non c’è nessuna certezza logica che tali errori non siano stati compiuti in passato, magari proprio su quei punti cardinali su cui poggia la famosa infallibilità data da Gesù a Pietro e agli Apostoli. O per meglio dire, la Chiesa non può mai dire il contrario di quello che ha sempre detto in alcune e precisissime questioni (e con precise modalità), altrimenti crolla la (presunta?) ragionevolezza della Fede cristiana romana.
Ovvio, è sempre possibile credere, ma IMO avrebbe una ragionevolezza nulla o per lo meno davvero molto approssimativa.
Poi si può “credere” a tutto, anche ai giornali italiani, ma non venite a confonderla con la fede cristiana (o almeno con quella che mi sembrava di aver capito fosse tale fede).
Detto questo sia chiaro: ad oggi nulla è stato toccato veramente perché tutte le pronunce papali possono essere in futuro girate in continuità, ovviamente spesso arrampicandosi sugli specchi (ad esempio dicendo che le note di una enciclica come Amoris Laetitia non sono magistero, ma puro esercizio teologico di un dottore privato e per altro sarei anche d’accordo perché c’è sempre un motivo per cui si mette una cosa nel testo e un’altra nella nota e non è solo per approfondimento del testo stesso).
Come si dice, a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca: a volte mi capita di pensare che il Papa sappia benissimo che non può toccare la ragionevolezza dell’impianto logico dell’infallibilità della Chiesa, pena il decadere di tutta una costruzione di fede che va avanti da sempre e sui cui – tanto per dirne una – va avanti anche il considerarlo Papa (!!!), pertanto non fa che instillare possibilità, gestire proposte di riforma lanciando frecciatine (come Bruno Forte confessò – se vogliamo credergli – in una intervista, prima di scomparire dai radar, che il Papa gli disse: “‘fai in modo che ci siano i presupposti, poi ci penso io'” https://www.marcotosatti.com/2017/10/15/due-anni-fa-supplica-al-papa-sul-matrimonio-ora-quasi-900mila-firme-imbarazzante-imbarazzato-silenzio-di-pietro/).
La cosa per altro a me non stupisce più di tanto: il Papa mi pare faccia esattamente come i grandi potentati, i quali, oggi giorno, parlano chiaramente. Pfizer ad esempio ha sempre detto nei bugiardini che il vaccino era in un certo senso sperimentale, bastava ascoltare il produttore e non tutti gli altri. Oppure è la stessa UE che ha detto che il DSA è per contrastare quelle che LEI chiama fake news.
Ebbene, il Papa non ha sempre detto fin da subito una roba del tipo che è venuto per fare domande, non per dare risposte? Ebbeh, perfetto no?
Ora, per me proprio per questo è palese che a lui piacerebbe tutta un’altra Chiesa. Non so quanto gli prema questo problema logico, ma sa che molti Vescovi nel mondo probabilmente questo punto lo vedono come IL problema.
Come uscirne?
eh, magari ritiene – in puro stile contemporaneo – che basta non pensare al problema (e non parlarne), perché il problema scompaia e quindi fare in modo che i fedeli accettino per mera ignoranza, ma questo vuol dire non fare il Papa, anzi essere il suo opposto. Può anche essere il contrario eh, può anche essere nella più grande delle buone fedi e pensare che Dio prima o poi farà in modo che tutto si sistemi perché il suo agire è perfettamente in linea con quello che Dio stesso comanda e che lui palesemente vede e vive.
Fra i due estremi io dove sto? Sto nel pensare che per ora – appunto – non ha ancora toccato veramente nulla di cosi fondamentale, nemmeno con l’articolo 1 di TC.
Sarà pia illusione, sarà che mi fido troppo del fatto che la fede deve essere ragionevole per poterci davvero credere, ma per ora continuo così.
Come un adolescente: veluti si Deus daretur, ma con un Papa che mi pare lontano e che tendo a non ascoltare mai. Magari sbagliando eh, come spesso gli adolescenti fanno…
Io che sono un semplice cristiano (e forse sempliciotto) come è già stato detto, riflettevo su come tante analisi certamente dotte, sofisticate, non sempre facili da comprendere o da verificare, servono più che altro al sostegno dell’una o dell’altra posizione (o tesi).
Ma soprattutto lo faccio richiamato dalla 1a lettura della scorsa Domenica:
Dal libro del profeta Isaìa
Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
«Io l’ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso.
Per amore di Giacobbe, mio servo,
e d’Israele, mio eletto,
io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.
Io sono il Signore e non c’è alcun altro,
fuori di me non c’è dio;
ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci,
perché sappiano dall’oriente e dall’occidente
che non c’è nulla fuori di me.
Io sono il Signore, non ce n’è altri».
Prima di Ciro, Nabucodonosor che procurò al popolo d’Israele l’esilio, il saccheggio del Tempio, ma tutto voluto da Dio che persino di chi non Lo conosce o si direbbe « nemico », si serve perché si compia la Sua Volontà, che ha come obiettivo la conversione del Suo Popolo, il « ritorno » a Lui, l’abbandono degli idoli e alla prostituzione a questi in cui si è precipitati.
E questo è il tema portante – per chi pratica l’Ufficio delle Ore – di questo tempo.
Non mi lancio certo in parallelismi simbolici-metaforici diretti o direttissimi con figure o accadimenti contemporanei, anche se se ne potrebbero intravedere, ma giusto per ricordare a me stesso Chi guida la Storia (non solo della Chiesa), Chi l’ha saldamente in mano.
Di quanto i Suoi pensieri sovrastano i nostri pensieri, le Sue vie sovrastino le nostre vie.
Scusate se scrivo non in risposta a qualcuno ma vorrei rispondere complessivamente sia a Ivpiano che agli altri sull’aspetto della validità del papato di Francesco.
Ho scelto questo nick (viandante) proprio perchè cerco di guardare le cose come le vedrebbe un osservatore esterno, poco colto delle sottigliezze teologiche ma con una maggiore attenzione a quelle logiche.
La prima osservazione che mi viene da fare è che se al posto di Francesco fosse stato eletto un Papa in maggior prosecuzione con i papati precedenti di GVPII e BXVI, se non addirittura più « tradizionalista » (mi si passi questo termine), sappiamo tutti che al 99% questa discussione sull’effettiva discendenza papale di Francesco non sarebbe avvenuta e oggi staremmo parlando di altro.
La realtà è che Francesco è talmente diverso da quello che alcuni pensano dovesse essere , che si sono formati quattro partiti, entrambi tendenti a cercare una giustificazione al fatto che di non riuscire ad essere d’accordo e neppure a seguire le indicazioni di questo Papa.
l’un partito ha optato per l’invalidità delle dimissioni di BXVI, che trasformano Francesco in un antipapa. L’atro partito per la presunta invalidità teologica e dottrinale di alcuni degli atti e parole di Francesco, che rende teologicamente possibile non seguirne le indicazioni.
Pochi apparentemente appartengono ad un terzo partito , e cioè quelli del « non capisco ma cerco di capire e confido nel Signore » , cioè quelli che invece di mettere in dubbio Francesco mettono in dubbio se stessi e le proprie convinzioni accumulate. il quarto partito è di quelli che si fidano della Chiesa così come è , seguono il Papa che vedono e ne sono convinti.
Mi sento in grado di rispondere solo a quelli del primo partito, per gli altri ognuno penso si possa collocare come meglio crede, non sono in grado di disquisire più di tanto su aspetti teologici fondati all’indietro su tradizioni definite « di sempre » , senza che di questo sempre si dia una data di inizio sicchè c’è da presumere che inizino con Cristo, ma poi se si va a vedere la storia spesso non è così e allora la cosa si fa troppo complicata.
Rispondo solo a Ivpiano e agli altri « sedevacantisti » (non me ne vogliate) perchè davvero tropo il loro approccio fuori dalla teologia ma soprattutto fuori dalla logica, che è forse anche peggio.
1) BXVI si è dimesso pubblicamente. Essendo Papa non aveva bisogno di modificare o adattare procedure che lui stesso aveva scritto e che era nella sua prerogativa cambiare unilateralmente. Potendolo fa lo ha fatto.
2) Lo ha fatto pubblicamente e tutto il popolo ha compreso le sue intenzioni. Dietrologie in questo senso , fondate su cavilli pseudo procedurali, getterebbero nella confusione totale i fedeli e distruggerebbero la Chiesa. Immaginate solo la guerra derivante dalla gestione dei beni della stessa.
3) Dire che fosse in « sede impedita » è davvero una sciocchezza. Era libero, nel pieno delle sue facoltà e per almeno 10 anni ha continuato ad avere liberi scambi col mondo, con teologi e studiosi cristiani e persino atei (con Odifreddi credo che abbia persino firmato un libro). Aveva mille occasioni per manifestare il suo presunto impedimento.
4) Forse mi sbaglio, ma non credo che vi sia nessuno tra i vescovi o i cardinali che abbia mai messo in dubbio la validità delle sue dimissioni e della elezione di Bergoglio, inclusi quelli che più sono critici con questo papato. Tutti i « complottismi » sulla vicenda vengono da laici , fuori dalla Chiesa . Eppure chi più dei cardinali c.d. « dissidenti » , rispetto al Papa, avrebbe interesse invalidarne la elezione ? Eppure sono rimasti in silenzio anche dopo la morte di BXVI.
5) Lo scorrere del tempo rende sempre più esiguo il numero dei cardinali eletti prima di Bergoglio. Se veramente BXVI avesse voluto evitare che il conclave che ha poi eletto Francesco fosse formato da una maggioranza di cardinali c.d. « eretici » non aveva che da eleggerne altri a lui più affini, sperando di vivere il più a lungo possibile. Era la strada maestra e anche la più ortodossa.
In sintesi BXVI amava la Chiesa e mai l’avrebbe esposta ad un tale scompiglio derivante dalla elezione di un « antipapa ».
Riflettete piuttosto sul fatto che gli unici che ci stanno guadagnando da questi « sedevacantismi » sono proprio coloro che scrivono sui social o sui giornali e libri, e che purtroppo si sono fatti (grazie a questo) un seguito che li sostiene economicamente, approfittando della sensibilità complottista di molti , spesso pronti a dar credito a realtà alternative, quando la realtà reale non li soddisfa.
Anche a me le dietrologie mi puzzano.
Preferisco attenermi alla realtà che consto, perché intanto non è una dietrologia che mi rende più santo, ma il mio modo far fronte alla realtà che mi è data da vivere.
Ragione per la quale, ormai, rifiuto, specialmente nel contesto ecclesiale, o pseudo-ecclesiale attuale, l’uso di ogni ermeneutica, o dietrologie anch’esse, che vogliono spiegarci che quel che vediamo e tocchiamo non è quel che sarebbe per davvero.
In Pace
Gentile Viandante, dal giorno successivo alla famosa Declaratio le dimissioni di BXVI hanno sollevato dubbi e domande tra canonisti, teologi, giuristi, storici della Chiesa e esperti di ogni tipo. Lo stesso « papa Francesco » si lasciò scappare qualche tempo dopo che « le dimissioni di BVXI hanno qualcosa di poco chiaro » (un autogol per la voglia irresistibile di metterlo in cattiva luce), ma nessuno allora gli diede del complottista. Il giornalista-scrittore Antonio Socci ha scritto un libro tradotto in tutto il mondo (Non è Francesco) in cui ha dimostrato l’esistenza di irregolarità gravi durante l’elezione di Bergoglio, costituite da violazioni di precise disposizioni della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, per le quali la stessa UDG prescrive la nullità dell’elezione. Non si danno irregolarità procedurali gravi durante un conclave se non per effetto di macchinazioni preventive fatte prima e fuori dal conclave, cosa vietatissima dalla Universi Dominici Gregis e sanzionata con la scomunica latae sententiae dei partecipanti a detti « accordi preventivi » (come vede, anch’io come lei sono politicamente corretto e faccio uso del termine complotti).
Ma veniamo ai suoi punti:
1) Mi piacerebbe sapere dove ha letto o chi glielo ha detto che il papa non è soggetto al Diritto Canonico al pari di chiunque: la sacrosanta verità è che e se un papa non lo vuole violare, lo deve prima emendare. Semmai lei si dovrebbe chiedere perché, potendolo fare, BXVI non lo ha modificato per tempo. Comunque sia, noto che almeno su un dato di realtà fattuale siamo d’accordo: BXVI non ha rinunciato al munus a norma del can. 332, §2.
2) Beh, le do una notizia, una delle cose strane della rinuncia di BXVI è che non sia stata pubblica; sì, c’erano le telecamere, ma la sua declaratio non era Urbi et Orbi, ma diretta solo ai cardinali: « non vi ho convocati in questo concistoro solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa ».
3) Anche Napoleone a Sant’Elena era libero di fare tutto, scrivere incontrare persone, andare a cavallo, ecc, meno che fare l’Imperatore. E’ d’accordo? E, comunque, lei cosa ne sa dello stato di impedimento di BXVI nell’esercizio del governo della Chiesa Universale? Se la può consolare neanche io le saprei dare molti ragguagli su questo, non sono cose che chi le fa ne va poi a parlare in televisione; la mia convinzione che si trovasse in sede impedita deriva con certezza solo dal fatto che ad un certo punto ha deciso di farcisi mettere formalmente, in senso canonico.
4) L’unica cosa certa è che nessuno ha ancora parlato pubblicamente. Quanto questo silenzio debba durare lo sa solo il Signore che ha permesso questa usurpazione. Evidentemente l’abominio si deve ancora consumare del tutto affinché si renda visibile tutto il male nascosto nella Chiesa.
5) Il conclave che ha eletto Bergoglio non era composto di « cardinali eretici », l’elezione di Bergoglio si spiega solo con l’imbroglio, un imbroglio di cui BXVI era evidentemente consapevole, per conoscenza diretta, o per ispirazione divina.
La saluto con affetto nel Signore.
La devi smettere. Hai rotto.
Ora sono super d’accordo con te. Il Papa in quanto custode della Rivelazione è il più soggetto semmai ai canoni.
E’ chiaro che ci sono canoni e canoni ma basti vedere che ogni episcopo , ed il papa è episcopo, ha restrizioni morali e dottrinali più ingenti del semplice fedele laico o del clero o del delegato gerarchico privo di consacrazione.
Verrebbe da chiedersi cosa significhi rinunciare al munus per te, giacché tu esigi una esplicitazione che non è prevista né necessaria, non ha senso e che comunque in ogni caso è stata fatta per giunta. Ne hai un concezione estremamente formalistica qusi al limite del magico, il che tradisce difatti una concezione para-sacramentale del papato come hai fatto trasparire. Crasso errore, crassa ignoranza.
Difatti il tuo punto numero due non ha ulteriormente senso giacché il papa ha, al massimo, bisogno dei propri colleghi gerarchi, non dei sudditi, chi cavolo ti ha detto che debba esser fatta così biecamente? Ma se è prevista la rinuncia davanti a due testimoni in segreto addirittura semplicemente orale, ma cosa farnetichi?
Ti ho poi riportato il canone dell’impedimento fattuale, Non è soddisfatto, è inutile che apponi una falsa analogia giacché appunto Napoleone che esempi era in esilio o confinamento, guarda caso. Cosa c’entra il muoversi?
Inoltre la sede impedita a) non riguarda lo statuale vaticano b) non è qualcosa in cui ci si mette da sé, o su cui si può fare un sotterfugio od un escamotage. E’ una cosa palese, e Benedetto XVI ha continuato le udienze, le encicliche, i libri, gli incontri, gli angelus da papa ed anche dopo qualcosa ha continuato a fare.
Che il conclave che elesse Francesco fu irregolare, basta dimostrarlo. Non è un dramma.
Caro Daouda, noto che io e te abbiamo raggiunto il muro di gomma, per cui non c’è bisogno che mi rispondi (da screanzato, per giunta), tutto quello che ci possiamo dire ormai ci rimbalza.
Ognuno ha il gruppetto suo a quanto pare. Non c’è per nulla un muro di gomma. Ce stai te che sei ito pé la tangente ed io a suffragatte nun ce sto propio, nun sò complice delle tue distorsioni da cuore debbole.
Posso solo avvisatte che la maggioranza sò attori, e tra i pochi seri parecchi arimangono ideologi,estetici e gratta gratta dei politici della religione.
« Quanno de notte sparsero la voce
che ‘n fantasma girava sur castello
tutta la folla corse e, ner vedello,
cascò ‘n ginocchio co’ le braccia ‘n croce.
Ma ‘n vecchio restò all’impiedi, e francamente,
voleva da dije che nun céra gnente.
Poi penzò:
– Sarebbe ‘na pazzia.
Io, senza dubbio, vedo ch’è ‘n lenzolo:
ma più che ddi’ la verità da solo,
preferisco sbajamme ‘n compagnia.
Dunque è ‘n fantasma, senza discusione! –
E puro lui se mise a pecorone »
Caro Daouda, non credo che Ivpiano sia romano come me e (mi sembra) anche te, e quindi non credo che possa prendere con sportività il tuo scrivere come si parla, ed in parlare il tuo scrivere come si parla a Roma (dove due amici che si incontrano dopo lungo tempo si lanciano i più biechi insulti mentre si abbracciano (del tipo « ma limort……guarda sto fjo de na mi……dove eri finito ?). Quindi secondo me dovresti sforzarti di rispondere sui punti senza trascendere in quella che italianamente è una offesa (poi fai tu eh. era solo un consiglio)
Caro Ivpiano, per quanto riguarda le risposte ai miei punti direi che sei assai confuso sui piani della vicenda, e mischi concetti giuridici tipici delle organizzazioni statali, con la Chiesa che è prima di tutto una entità spirituale, dove è il Papa che detta e cambia questo tipo di regole, anche in tempo reale volendo.
Sostieni che tra canonisti, teologi, giuristi, storici ebbero dubbi sulla validità delle dimissioni, ma non mi hai nominato alcun vescovo o cardinale.
Sostieni che lo stesso « papa Francesco » si lasciò scappare qualche tempo dopo che « le dimissioni di BVXI hanno qualcosa di poco chiaro », ma non si trova traccia di queste parole, e comunque potevano significare che il BXVI si fosse trovato psicologicamente costretto alle dimissioni in quanto non si riteneva più in grado di gestire la Chiesa (cosa peraltro ben comprensibili, visto che si dimettono anche i capi di stato e di governo ogni tanto per gli stessi motivi, ma questo non significa che siano costretti a farlo)
Mi nomini Socci, il quale prima scrisse un libro che gli fede guadagnare un bel po di soldi sfruttando il sentiero complottista, poi quando vide che in questo modo si era bruciato tutte le entrature nella Chiesa gerarchica, badò bene di « pentirsi », riuscendo cosi a sfruttare la situazione in due versi, come il figliol prodigo , che prima si spese tutti i soldi ricevuti e tornato a casa fu pure accolto col vitello grasso. Nel suo caso doppia « pagnotta ».
Segui le teorie di Cionci, il quale (non avendo le entrature di Socci) invece si affida per il pane quotidiano a qualsiasi forma di complottismo, sicchè ti invito ad ascoltare su youtube il suo intervento recente (basta cercare « Cionci Titanic », dove lo ascolterai dare un certo credito (dicendo testualmente che « chi crede ai complotti spesso ci prende ») anche alle teorie di un tal Bossi (un altro genio) che sostiene nel suo blog che il Titanic fu mandato contro l’icerberg appositamente dal suo capitano, in combutta con i gesuiti, allo scopo di uccidere dei famosi banchieri che erano sulla nave e che erano avversi alla creazione della federal reserve. Boom 🙂
Sui punti 2,3,4 e 5 però….hai dato del tuo meglio.
2) la rinuncia non sarebbe stata pubblica ? Ripresa da decine di telecamere è divenuta di dominio pubblico dopo 10 secondi in tutto il mondo. Ma tu forse ti aspettavi che ufficialmente parlasse urbi et orbi dal balcone di San Pietro, magari in latino così non lo capivano manco le guardie svizzere
3) Paragonare BXVI nel 21esimo secolo con migliaia di mezzi di informazione e possibilità di contatto con l’esterno , a Napoleone che a Sant’Elena era in esilio su un’isola sperduta in mezzo all’oceano, si commenta da solo. Tralascio.
4) e 5) qui usciamo dal verificabile ed entriamo nel metafisico : La Chiesa finora non si è ribellata perchè il Signore vuole cosi, e BXVI era a conoscenza del « complotto di Bergoglio » per ispirazione divina. Accipicchia ! Mica cavoli.
Non ti viene in mente che la Chiesa non si sia ribellata ne alle dimissioni di BXVI, ne alla elezione di Bergoglio, perchè semplicemente le prime sono valide e per la seconda non vi sono tracce di prove di complotti ?
Ripeto….renditi conto che sei , come molti altri, un semplice « cliente » prodigo di clic e magari libri e giornali scaricati, i cui ritorni economici sono il vero scopo di tutte queste dietrologie.