
Oggi esistono due aspetti sulla questione morale dei cosiddetti vaccini anti-covid che partono entrambi da un errore di fondo che va chiarito. Il primo aspetto:
“Siamo in un contesto dove c’è all’origine un duplice crimine: l’aborto e la vivisezione del bambino. Questo regge un sistema – di preparazione di farmaci, di ricerca e quant’altro – che è diventata la normalità e questo sdogana di fatto il principio secondo il quale alcuni possono essere sacrificati per il vantaggio, presunto o reale, di altri. […]
Secondo aspetto importante del contesto odierno: la sperimentazione di massa […] Mons. Sgreccia sottolineava come il rischio cui viene sottoposto il volontario non può e non deve superare comunque la barriera della difesa della vita e della integrità sostanziale.
Anche al di qua di questo limite, è importante sottolineare che deve sempre esistere il criterio di proporzionalità fra rischi e benefici. Ma attenzione, qui sta il principio cardine e l’errore sostanziale! Al di là dei vizi ad oggi presenti nel calcolo “rischi/benefici”, quello che mi preme sottolineare è che il tale principio di proporzionalità non deve essere considerato sulla popolazioni in generale, ma sulla singola persona che vuole essere vaccinata! Mi spiego: non è che se senza vaccinazione muoiono “X” persone e con la vaccinazione ne muoiono “X-n” allora il principio di proporzionalità è salvaguardato. Non funziona così! Non si fa sulla massa. Mons. Sgreccia richiamava il pericolo di finire all’interno di una idea collettivistica del bilanciamento.
Vi leggo per questo un suo testo a mio avviso chiarissimo:
“Non vale la ragione per cui la parte va sacrificata al tutto, perché il soggetto singolo non è una parte di un organismo sociale, ma è lo scopo della società. Il bene comune va inteso come il bene dei singoli: non esiste un bene comune a discapito del bene dei singoli!” Non posso accettare di sacrificare anche solo un singolo per un presunto o reale bene collettivo. E quindi si torna al primo punto riguardante le linee cellulari dei feti abortiti. Non a caso si è utilizzato da subito un linguaggio bellico: […] siamo in guerra contro il virus, chi non fa il suo dovere è un disertore. Non funziona cosi. Non può esistere un principio di proporzionalità in senso collettivistico che risponda a questo comando: “si possono sacrificare delle vite, purchè se ne salvino un pò di più”. No!
[…] E il principio di solidarietà sociale? Sgreccia sottolineava a tale proposito che il rischio che può essere chiesto alla persona deve essere un rischio limitato e passeggero altrimenti si finisce di nuovo in quella concezione collettivistica già citata. Sgreccia precisava ulteriormente dicendo che “non si può applicare il concetto di parte e tutto rispettivamente alla persona singola e alla società. Questo perché la persona singola non è una parte: nella persona c’è il valore globale della società stessa. Questo è fondamentale.”
Dalla relazione di Luisella Scrosati “Ritrovare la posizione cattolica nell’era post-pandemia” al Convegno: “COVID-19: LO SPIRITO UMANO VERSO LA RICERCA DELLA VERITÀ”
Foligno 28 giugno 2022
Categories: Aforismi, Attualità cattolica, Filosofia, teologia e apologetica
Guardando la video (circa 41 minuti) sono stato piacevolmente sorpreso dal fatto che l’argomentazione etica ivi espressa è similissima a quella nostra espressa un anno fa o più ed, in particolare, che la partecipazione alla commercializzazione di tali prodotti fetali è supporto formale al male ed al sistema in quanto struttura di peccato.
Però, onestamente, quel che mi ha parlato di più sono l’introduzione di Luisella Scrosati quando cita Alexander Issaïevitch Soljenitsyn circa il dovere di rifiuto di partecipare personalmente alla menzogna del sistema e che questo è un atto che inficia il sistema stesso: non solo in parole, ovviamente, ma anche negli atti a livello individuale: importantissimo in quanto questo fu scritto sotto il regime dell’USSR,
Eppoi il finale, citando Vaclav Havel, è assolutamente grandioso con l’esempio degli ortolani : chi si allinea al discorso del sistema è complice del sistema non basta dirlo o pensarlo ma bisogna iscriverlo negli atti propri personali. Rifiutare la menzogna è liberatore: grazie ancora Luisella Scrosati!
Debbo dire, a titolo personale, che questa introduzione e conclusione le ho applicate per analogia non solo nel quadro del moralmente criminale obbligo di vaccinazione, ma alla situazione di noi nella Chiesa in questo momento storico: mi hai fatto guardare questa video, caro Minstrel, appena due giorni dopo la mia ultima fatica circa il Concilio e pubblicata due giorni fa su questo blog: è stata un’esperienza azzeccatissima!
Infatti, appena ebbi terminato questa riflssione e l’ebbi pubblicata, mi sono sentito, per la prima volta dall’inizio di questo pontificato francescano di malore, un uomo finalmente veramente libero e felice perchè non più complice delle menzogne circa i discorsi sul Concilio e le sue pseudo applicazioni da 57 anni in qua: da cattolico ormai posso dissociarmi da queste strutture di peccato così oggettivamente lontane da quel che il Cristo e la Chiesa insegnano da sempre per vivere da “ortolano” onesto e vero.
Grazie.
In Pace
Grazie di questi bei post che ritrovo al ritorno dal soggiorno estivo all’estero assai lungo quest’anno. Mi viene da dire che Dio non vuol salvare TUTTI, come solitamente si dice, ma vuole salvare CIASCUNO DI NOI e per di più con il consenso di ciascuno di noi. Cattolico significa valido per chiunque, in ogni luogo e in ogni tempo.
Ben ritrovati e buon settembre ad ognuno di voi 🙂