Fori Interni, Esterni & Pubblici: La Via Stretta (IV)

L’Ostico

Umanamente parlando il personaggio di Gesù è ostico.

Ecco ho commesso, apparentemente, un crimine di lesa maestà, anzi, di lesa divinità.

Però, carissimi amici, se voi Lo trovate simpatico è perché non leggete i Vangeli e non ascoltate quel che Egli dice ed insegna o che vi fidate dell’agiografia al Suo riguardo che ne fa oggigiorno la classe sacerdotale della Chiesa cattolica, la quale è una realtà di cui facciamo parte ma, anch’essa, arci-ostica.

Guardate, carissimi, che la stragrande maggioranza dell’umanità trova Cristo antipatico e Lo combattono su tutto il pianeta e questo non data di oggi ma fin dal Natale dell’anno Zero.

Gesù è una figura umanamente estremamente divisiva: dobbiamo riconoscerlo senza complessi e dobbiamo assumerlo coscientemente.

Una certa ideologia clericale cerca di darne un’immagine di persona soffice, dolce, con uno sguardo da cocker quando Egli si rivolgerebbe a noi, che ci ama quando pecchiamo perché talmente pieno di “comprensione” per la nostra situazione di poveri umani schiacciati sotto il peso delle strutture di peccato, del riscaldamento atmosferico, dello sfruttamento economico, della cattiveria dei rigidi che giudicano, che il nostro peccato diventerebbe, addirittura, cosa amorevole per lui.

A parte che un personaggio così mi farebbe semplicemente schifo (altro che ostico!), grazie a Dio esso esiste solo nelle menti di persone sconvolte che sono poco in presa con la realtà umana ed evangelica.

Insomma, chi fra di noi avrebbe voglia di seguire un leader di tal fatta? Quando mai un simpaticone snervato ci ha mai attratto e spinto a seguirlo nella vita reale? Un personaggio così sarebbe vomitato del Gesù apocalittico: un Gesù che si vomita se stesso…  un problemino teologico, come minimo, ce lo avremmo.

Intanto mi vado a leggere i Vangeli in diretta tentando di trovare qualche aspetto “simpatico” : dal modo in cui tratta San Giuseppe e Sua Madre quando lo vengono ripescare al Tempio, fosse stato mio figlio gli avrei dato una sberla, in quanto onorare padre e madre è un dovere che non contraddice quello di occuparsi delle faccende del Padre; eppoi durante le nozze di Cana, quando risponde alla Madre che gli chiede di occuparsi del vino degli ospiti, la Sua risposta “ma che ce ne cala a noi di questo problema” non è che Egli mostri tutta quella gran empatia per la situazione dei novelli sposi; oppure quando spiega che è meglio che coloro che non sono i Suoi discepoli non ascoltino le Sue spiegazioni sennò rischierebbero di essere salvati: o quando da botte da orbi con cordami ai mercanti del tempio; o quando insulta i farisei trattandoli senza mezze parole di sepolcri imbianchiti; talmente poco simpatico e popolare che, quando torna a Nazareth, i Suoi concittadini Lo vogliono uccidere; ma anche quando pronuncia il discorso sulle Beatitudini lo fa con uno stile alquanto arrogante, non da scriba, ma che fa pensare a Papa Bergoglio quando manda in inferno quelli che non ragionano come lui senza nessuna tenerezza apparente, almeno nel testo; quando manda i discepoli annunciare la Buona Novella due per due è ben chiaro che non ci sia tempo da perdere con chi non vuole convertirsi, essi devono scuotere i calzari e andarsene; oppure quando le donne di Gerusalemme piangono al Suo passaggio durante la Passione, dice loro in modo simpatico che meglio farebbero di piangere su loro stesse e la loro discendenza.

Non c’è un solo passo dei Santi Vangeli dove le Sue prese di posizione, atti ed insegnamenti non siano radicalmente divisivi: se ne trovate uno, fatemi sapere.

E, infatti, l’antipatia che il mondo in generale ha inverso Lui ed i Suoi insegnamenti è sotto gli occhi di tutti.

Ed infatti neanche i Suoi sacerdoti, quelli della Santa Chiesa al giorno d’oggi riescono a guardarLo in faccia e, ancor meno, a descriverci questo Viso come quello che è, ma ci fanno una narrazione inventata di sana pianta nel crogiolo delle loro fantasie: ho conosciuto più di un sacerdote lungo la mia vita, ebbene i peggiori sul piano umano e spirituale sono sempre stati coloro che, invece di darsi la pena di frequentare Gesù per davvero, prendevano la scorciatoia di descrivere un Gesù ed una Santa Vergine grondanti di sentimenti, di emozioni, di affetti, di psicologia da due soldi; e quando dico peggiori intendo proprio nel senso abusivo del termine, quando, com in un gioco dell tre carte, tentano di nascondere la loro assenza di vita spirituale con considerazioni da romanzo rosa.

Quando riflettiamo di fori interni, esterni e pubblici in retroscena c’è sempre la preoccupazione del nostro fine: cosa vuol dire essere salvati? In fin dei conti per cosa ci arruoliamo?

Personalmente, umanamente, per me il Paradiso è un luogo dove potrò sempre essere con mia moglie, che è Sacramento dello Spirito Santo nella mia vita: francamente, non ho bisogno di più.

Mi si dice quanto sarà bello stare a guardare Gesù per l’eternità e quanto bella deve essere la Santa Vergine da guardare: forse. Ma intanto, francamente, stare a guardare la faccia, anche se è il Viso, di un altro maschio per giunta, non ha assolutamente nessuna attrattiva per me. Se uno mi viene dire che vuole essere un martire per guardare Gesù eternamente, mi porrei qualche domandina sulla sua struttura mentale, per rimanere educato. Quanto a guardare eternamente il viso molto bello di una Donna altra che mia moglie, ve lo dico con franchezza che non me ne cala niente: avrò molto piacere di incontrare la Santissima Vergine, e ringraziarla assieme a San Giuseppe per tutto quello che ha fatto per la nostra famiglia, come anche i nostri angeli custodi, però quel Paradiso lì è essere con mia moglie. Sono un personaggio davvero terra a terra.

Però ben riflettere Gesù non ci ha mai promesso tali paradisi ma qualcosa d’altro: di diventare figli di Dio alla Sua stessa stregua. Cioè personaggi ostici come Lui, alla fine.

Ed in effetti, c’è qualcosa che il “mio” Paradiso, cioè contemplare mia moglie per l’eternità, non mi può dare e che sarebbe davvero un più: guardare eternamente mia moglie con gli occhi di Dio stesso!

Ah si allora, se posso guardare al Creato, alla moglie che amo, a Gesù, alla Santissima Vergine, a San Giuseppe con lo sguardo di Dio, diamine, allora sì che ne vale la pena: non “come Dio” la promessa del divisore ad Adamo ed Eva, ma proprio in quanto Dio, me stesso, allora sì, questa corsa vale la pena e la vittoria finale è davvero desiderabile.

Però, debbo accettare di essere ostico, a tutti, di essere divisivo, di essere antipatico: se annuncio il Kerygma, i dogmi ed il Santo Vangelo sono radicalmente una persona ostica. E il servo non è superiore al Maestro con tutto quello che ciò implica.

La vocazione del cristiano, diciamocelo chiaramente, non è di essere un simpaticone, sdolcinato, che accetta tutto ed il contrario di tutto per “bontà” d’animo, per atteggiamento mellifluo, per conformismo clericale, per evitarsi problemi: quando annuncia nel suo foro pubblico che è di Cristo egli sa che avrà sadducei, farisei, falsi re, veri poteri contro di lui a rischio di martirio.

La Chiesa è un ospedale da campo come ha dichiarato profeticamente il Grande Sacerdote, Papa Francesco: ma non nel senso in cui lui si immagina che sia un ospedale da campo, ma nel senso in cui è un ospedale da campo, cioè un luogo dove si separano quelli che stanno per morire o che sono troppo malandati, da coloro che si possono salvare e fare questo filtro è ostico.

Il Cristo è Colui che filtra tra gli eletti dallo Spirito Santo e gli altri: è la Via stretta, non vi è nulla di simpatico, di sdolcinato in questa divina funzione.

Se amiamo Cristo, non stiamo parlando di affezioni e “dolci” sentimenti, quasi femminei, nei Suoi riguardi, ma parliamo di quel che è Bene per Cristo, e quel che è Bene è la Gloria stessa di Dio: quando affermiamo che amiamo Gesù, non stiamo dicendo che vogliamo sentire il nostro muscolo cardiaco impazzire ogni volta che vediamo la Sua immagine in una copia della Sindone, ma che vogliamo la Sua Gloria: e la Sua Gloria è quella che noi umani assieme agli angeli compiamo quando Lo lodiamo: e Lo lodiamo quando Lo realizziamo in noi con la Grazia dello Spirito Santo.

Quando ad ogni “piccolo” che incontriamo nella nostra vita non gli diamo da mangiare e di che vestirsi, cioè, mica il pane ed il manto ché l’uomo non vive di solo pane, ma la Stessa Parola di Dio e l’accesso ai Santi Sacramenti, allora non diamo Gloria a Gesù, in quanto la Sua Gloria è nella manifestazione pubblica che ne facciamo annunciandoLo e battezzando, e ognuno di questi piccoli testimonierà contro di noi il giorno del nostro giudizio.

Prima di ritrovarci traa qualche giorno, nella conclusione e nella sintesi di queste nostre riflessioni,  cerchiamo di vedere quale Gesù amiamo e come Lo amiamo, perché, trasformando un pochino un antico proverbio, se mi dite con chi uscite e siete amici, vi dirò chi siete in verità.

In Pace

(Continua)

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Categories: Filosofia, teologia e apologetica, For Men Only, Simon de Cyrène

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