Fratelli Tutti (III): Capitolo Primo

(CNS photo/ IPA/Sipa USA, Reuters)

SECONDA PARTE

(A) Analisi del capitolo 1

Nel primo capitolo della sua lettera circolare sul suo sogno, Papa Francesco comincia, a ragione, con il fare l’inventario di quel che egli considera “aspetti della realtà che viviamo” come essendo “soltanto di porre attenzione ad alcune tendenze del mondo attuale che ostacolano lo sviluppo della fraternità universale”.

Il suo proposito è metodicamente corretto: prima di proporre soluzioni, anche se in un sogno, bisogna individuare e nominare le problematiche che si desiderano risolvere, almeno in linea di principio.

Esattamente come in una dimostrazione logica le giustezza delle premesse sono importanti per giungere a conclusioni, così anche, specialmente in un documento che si propone di portare avanti un discorso sociale concreto, è assolutamente necessario che un tale inventario rifletta “aspetti della realtà” in quanto tale, cioè fattuali, e non impressioni, interpretazioni precostruite: infatti se questa fosse la base ci troveremmo di fronte ad un discorso ideologico e non ad una comprensione realista e, quindi, ci condanneremmo a fare girotondi sloganistici invece di darci i mezzi per, almeno, tentare di migliorare la situazione analizzata.

Mi si dia la possibilità di illustrare questo proposito prima di entrare nel vivo del soggetto. Una cosa è affermare che come si può leggere nel Forbes del 20 gennaio di quest’anno che a metà del 2019 l’1% della popolazione più ricca deteneva più del doppio della ricchezza posseduta da 6,9 miliardi di persone, ossia il 90% della popolazione mondiale “ un’altra affermare “quanto è brutto che ci siano ricchi mentre ci sono poveri”: la prima esprime un fatto, la seconda un’opinione. La prima affermazione spinge a riflettere sui meccanismi che conducono a tale situazione eppoi, in un secondo tempo, a riflettere se questa realtà possa essere migliorata, dopo aver analizzato cosa significhi “migliorare”, il che è una riflessione sul piano economico, sociale, politico ed etico. La seconda affermazione invece esprime un giudizio moralistico di tipo kantiano su una situazione che è dell’ordine dell’opinione: essa porterà immediatamente a rimpiazzare la riflessione sui meccanismi con affermazioni apodittiche e la ricerca di soluzioni con slogan altrettanto apodittici che non risolveranno la situazione, né lo possono, intrinsecamente.

Nell’analisi degli “aspetti della realtà che viviamo “è possibile procedere agevolmente a questa tassonomia (i numeri tra parentesi si riferiscono al corrispondente paragrafo nella circolare, in corsivo il testo della circolare pontifica e in caratteri usuali i miei commenti):

  •  Opinioni apodittiche con basi ideologiche

(10) “Per decenni è sembrato che il mondo avesse imparato da tante guerre e fallimenti” : questa è opinione, i fatti sono che le guerre non hanno mai cessato come lo può mostrare fattualmente questa tabella qui.

(11) “Ma la storia sta dando segni di un ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi”: ancora un’opinione che trova la sua risposta nella stessa tabella linkata qui sopra

(16) “In questo scontro di interessi che ci pone tutti contro tutti, dove vincere viene ad essere sinonimo di distruggere, com’è possibile alzare la testa per riconoscere il vicino o mettersi accanto a chi è caduto lungo la strada? Un progetto con grandi obiettivi per lo sviluppo di tutta l’umanità oggi suona come un delirio. Aumentano le distanze tra noi, e il cammino duro e lento verso un mondo unito e più giusto subisce un nuovo e drastico arretramento”: ma forse è una cosa buona che suoni come un delirio, in fin dei conti la conversione non viene dall’alto di un sistema e dal generale, ma dal basso e dal particolare.

(17) Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costituirci in un “noi” che abita la Casa comune. Tale cura non interessa ai poteri economici che hanno bisogno di entrate veloci. Spesso le voci che si levano a difesa dell’ambiente sono messe a tacere o ridicolizzate, ammantando di razionalità quelli che sono solo interessi particolari. In questa cultura che stiamo producendo, vuota, protesa all’immediato e priva di un progetto comune, «è prevedibile che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni»: qui siamo ancora all’espressione di un opinione che confonde diversi piani, problematiche e non fa la parte di quel che è ideologia e quel che è “aspetto di realtà”.

(20) “Questo scarto si manifesta in molti modi, come nell’ossessione di ridurre i costi del lavoro”: qui c’è chiaramente un’ideologica inversione delle cause con gli effetti, in quanto non è per avere scarti che si vogliono ridurre i costi del lavoro ma in quanto si vogliono ridurre i costi del lavoro che si generano scarti (umani).

(21) Ci sono regole economiche che sono risultate efficaci per la crescita, ma non altrettanto per lo sviluppo umano integrale È aumentata la ricchezza, ma senza equità, e così ciò che accade è che «nascono nuove povertà». Quando si dice che il mondo moderno ha ridotto la povertà, lo si fa misurandola con criteri di altre epoche non paragonabili con la realtà attuale. Infatti, in altri tempi, per esempio, non avere accesso all’energia elettrica non era considerato un segno di povertà e non era motivo di grave disagio. La povertà si analizza e si intende sempre nel contesto delle possibilità reali di un momento storico concreto”: ma perché le regole economiche dovrebbero interessare l’uomo integrale? Quali presupposti teologico-filosofici per una tale affermazione? Chi afferma e su quali basi che la povertà va da essere analizzata rispetto alle possibilità reali di un momento storico concreto? Il povero del discorso della Montagna di Gesù non è lo stesso povero di oggi?

(22) “Molte volte si constata che, di fatto, i diritti umani non sono uguali per tutti. Il rispetto di tali diritti «è condizione preliminare per lo stesso sviluppo sociale ed economico di un Paese. Quando la dignità dell’uomo viene rispettata e i suoi diritti vengono riconosciuti e garantiti, fioriscono anche la creatività e l’intraprendenza e la personalità umana può dispiegare le sue molteplici iniziative a favore del bene comune». Ma «osservando con attenzione le nostre società contemporanee, si riscontrano numerose contraddizioni che inducono a chiederci se davvero l’eguale dignità di tutti gli esseri umani, solennemente proclamata 70 anni or sono, sia riconosciuta, rispettata, protetta e promossa in ogni circostanza. Persistono oggi nel mondo numerose forme di ingiustizia, nutrite da visioni antropologiche riduttive e da un modello economico fondato sul profitto, che non esita a sfruttare, a scartare e perfino ad uccidere l’uomo. Mentre una parte dell’umanità vive nell’opulenza, un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati». Che cosa dice questo riguardo all’uguaglianza di diritti fondata sulla medesima dignità umana?”: tutto questo testo, nel quale Papa Francesco cita solo sé stesso come fondamento apodittico per sederne l’autorevolezza, è l’espressione di opinioni, alla moda certo, ma restano pur sempre opinioni. Infatti, cosa gli permette di affermare che da un lato i diritti umani hanno favorito la creatività e l’intraprendenza da 70 anni (come se non ci fossero stati nei millenni precedenti) dicendo che sono cosa buona e al contempo affermare che queste stesse creatività ed intraprendenza hanno avuto come conseguenza negativa un modello fondato sull’opulenza ed il disprezzo altrui? Qui si esprime un pasticcio intellettuale che rivela una profonda confusione fondata su premesse ideologiche (e comunque non sul Vangelo che egli ha in carica di annunciare).

(23) Analogamente, l’organizzazione delle società in tutto il mondo è ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza che le donne hanno esattamente la stessa dignità e identici diritti degli uomini. A parole si affermano certe cose, ma le decisioni e la realtà gridano un altro messaggio. È un fatto che «doppiamente povere sono le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza, perché spesso si trovano con minori possibilità di difendere i loro diritti»: è un fatto, ma cosa significhi identici diritti resta tutto da discutere, ad esempio la povertà delle donne è dovuta ad una mancanza di “identici diritti” oppure al non rispetto della sua propria natura e vocazione? Non voler considerare questi aspetti denota una deformazione ottica ideologica

(27) Paradossalmente, ci sono paure ancestrali che non sono state superate dal progresso tecnologico; anzi, hanno saputo nascondersi e potenziarsi dietro nuove tecnologie. Anche oggi, dietro le mura dell’antica città c’è l’abisso, il territorio dell’ignoto, il deserto. Ciò che proviene di là non è affidabile, perché non è conosciuto, non è familiare, non appartiene al villaggio. È il territorio di ciò che è “barbaro”, da cui bisogna difendersi ad ogni costo. Di conseguenza si creano nuove barriere di autodifesa, così che non esiste più il mondo ed esiste unicamente il “mio” mondo, fino al punto che molti non vengono più considerati esseri umani con una dignità inalienabile e diventano semplicemente “quelli”. Riappare «la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perché gli manca questa alterità» : qui siamo in pieno nell’ideologia bergogliana senza nessuna analisi oggettiva del fenomeno e già da noi analizzata nelle sue prese di posizione sui migranti  dove denunciamo l’assenza di comprensione delle causalità profonda di queste problematiche

(29) Con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb non ignoriamo gli sviluppi positivi avvenuti nella scienza, nella tecnologia, nella medicina, nell’industria e nel benessere, soprattutto nei Paesi sviluppati. Ciò nonostante, «sottolineiamo che, insieme a tali progressi storici, grandi e apprezzati, si verifica un deterioramento dell’etica, che condiziona l’agire internazionale, e un indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilità. Tutto ciò contribuisce a diffondere una sensazione generale di frustrazione, di solitudine e di disperazione […]. Nascono focolai di tensione e si accumulano armi e munizioni, in una situazione mondiale dominata dall’incertezza, dalla delusione e dalla paura del futuro e controllata dagli interessi economici miopi». Segnaliamo altresì «le forti crisi politiche, l’ingiustizia e la mancanza di una distribuzione equa delle risorse naturali. […] Nei confronti di tali crisi che portano a morire di fame milioni di bambini, già ridotti a scheletri umani – a motivo della povertà e della fame –, regna un silenzio internazionale inaccettabile». Davanti a questo panorama, benché ci attraggano molti progressi, non riscontriamo una rotta veramente umana: I due hanno un punto di vista comune, tanto meglio per loro, ma in cosa questo sarebbe convincente per un terzo? Affermare che il peccato (perché di questo, in finis, si tratta) provenga dall’assenza di distribuzione equa delle risorse naturali è di una superficialità spaventevole ed un punto di vista che sprizza ideologia da tutti i suoi pori e non conduttore di una riflessione serena ed efficace

(31) In questo mondo che corre senza una rotta comune, si respira un’atmosfera in cui «la distanza fra l’ossessione per il proprio benessere e la felicità dell’umanità condivisa sembra allargarsi: sino a far pensare che fra il singolo e la comunità umana sia ormai in corso un vero e proprio scisma. […] Perché una cosa è sentirsi costretti a vivere insieme, altra cosa è apprezzare la ricchezza e la bellezza dei semi di vita comune che devono essere cercati e coltivati insieme». La tecnologia fa progressi continui, ma «come sarebbe bello se alla crescita delle innovazioni scientifiche e tecnologiche corrispondesse anche una sempre maggiore equità e inclusione sociale! Come sarebbe bello se, mentre scopriamo nuovi pianeti lontani, riscoprissimo i bisogni del fratello e della sorella che mi orbitano attorno!»: ancora un’opinione, intorno ad un concetto di equità astratto e ideologico: nessuno ha mai detto che il mondo debba essere equo, e ancor meno nella Bibbia. Questi sono specchietti per le allodole senza radice antropologica. Prima di nascere nessuno ci ha detto che avremmo dovuto vivere in un mondo equo, né, dopo la nostra morte, vivere in un Paradiso equo…

(39), (40), (41): sono una lettura personale, legittima certo, ma opinabile e che in nulla costringe il cristiano, in quanto è uno sguardo sfacciatamente ideologicamente di parte nella sua analisi e diagnosi

  • Fatti corroborati o corroborabili

(12) Siamo più soli che mai in questo mondo massificato che privilegia gli interessi individuali e indebolisce la dimensione comunitaria dell’esistenza. Aumentano piuttosto i mercati, dove le persone svolgono il ruolo di consumatori o di spettatori.”

(13)Per questo stesso motivo si favorisce anche una perdita del senso della storia che provoca ulteriore disgregazione. Si avverte la penetrazione culturale di una sorta di “decostruzionismo”, per cui la libertà umana pretende di costruire tutto a partire da zero. Restano in piedi unicamente il bisogno di consumare senza limiti e l’accentuarsi di molte forme di individualismo senza contenuti.»

(14)“Sono le nuove forme di colonizzazione culturale. … Un modo efficace di dissolvere la coscienza storica, il pensiero critico, l’impegno per la giustizia e i percorsi di integrazione è quello di svuotare di senso o alterare le grandi parole. Che cosa significano oggi alcune espressioni come democrazia, libertà, giustizia, unità? Sono state manipolate e deformate per utilizzarle come strumenti di dominio, come titoli vuoti di contenuto che possono servire per giustificare qualsiasi azione.”

(15) “Il modo migliore per dominare e avanzare senza limiti è seminare la mancanza di speranza e suscitare la sfiducia costante, benché mascherata con la difesa di alcuni valori. Oggi in molti Paesi si utilizza il meccanismo politico di esasperare, esacerbare e polarizzare. Con varie modalità si nega ad altri il diritto di esistere e di pensare, e a tale scopo si ricorre alla strategia di ridicolizzarli, di insinuare sospetti su di loro, di accerchiarli. Non si accoglie la loro parte di verità, i loro valori, e in questo modo la società si impoverisce e si riduce alla prepotenza del più forte. La politica così non è più una sana discussione su progetti a lungo termine per lo sviluppo di tutti e del bene comune, bensì solo ricette effimere di marketing che trovano nella distruzione dell’altro la risorsa più efficace. In questo gioco meschino delle squalificazioni, il dibattito viene manipolato per mantenerlo allo stato di controversia e contrapposizione.”: ottima descrizione del machiavellismo ambiente, che si applica anche a chi nelle strutture ecclesiali ne abusa dall’alto della sua posizione gerarchica.

(18) “Certe parti dell’umanità sembrano sacrificabili a vantaggio di una selezione che favorisce un settore umano degno di vivere senza limiti. In fondo, «le persone non sono più sentite come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se povere o disabili, se “non servono ancora” – come i nascituri –, o “non servono più” – come gli anziani. Siamo diventati insensibili ad ogni forma di spreco, a partire da quello alimentare, che è tra i più deprecabili»”: probabilmente la constatazione la più oggettiva di tutta questa list degli “aspetti della realtà”.

(19) La mancanza di figli, che provoca un invecchiamento della popolazione, insieme all’abbandono delle persone anziane a una dolorosa solitudine, afferma implicitamente che tutto finisce con noi, che contano solo i nostri interessi individuali: ovvio!!!

(26) “Questo non stupisce se notiamo la mancanza di orizzonti in grado di farci convergere in unità, perché in ogni guerra ciò che risulta distrutto è «lo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana», per cui «ogni situazione di minaccia alimenta la sfiducia e il ripiegamento». Così, il nostro mondo avanza in una dicotomia senza senso, con la pretesa di «garantire la stabilità e la pace sulla base di una falsa sicurezza supportata da una mentalità di paura e sfiducia»

(28) La solitudine, le paure e l’insicurezza di tante persone, che si sentono abbandonate dal sistema, fanno sì che si vada creando un terreno fertile per le mafie. Queste, infatti, si impongono presentandosi come “protettrici” dei dimenticati, spesso mediante vari tipi di aiuto, mentre perseguono i loro interessi criminali. C’è una pedagogia tipicamente mafiosa che, con un falso spirito comunitario, crea legami di dipendenza e di subordinazione dai quali è molto difficile liberarsi.

(30) Nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un’utopia di altri tempi. Vediamo come domina un’indifferenza di comodo, fredda e globalizzata, figlia di una profonda disillusione che si cela dietro l’inganno di una illusione: credere che possiamo essere onnipotenti e dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca. Questo disinganno, che lascia indietro i grandi valori fraterni, conduce «a una sorta di cinismo. Questa è la tentazione che noi abbiamo davanti, se andiamo per questa strada della disillusione o della delusione. […] L’isolamento e la chiusura in se stessi o nei propri interessi non sono mai la via per ridare speranza e operare un rinnovamento, ma è la vicinanza, è la cultura dell’incontro. L’isolamento, no; vicinanza, sì. Cultura dello scontro, no; cultura dell’incontro, sì»: abbastanza fattuale e condivisibile

(38) “Purtroppo, altri sono «attirati dalla cultura occidentale, nutrendo talvolta aspettative irrealistiche che li espongono a pesanti delusioni. Trafficanti senza scrupolo, spesso legati ai cartelli della droga e delle armi, sfruttano la debolezza dei migranti, che lungo il loro percorso troppo spesso incontrano la violenza, la tratta, l’abuso psicologico e anche fisico, e sofferenze indicibili». Coloro che emigrano «sperimentano la separazione dal proprio contesto di origine e spesso anche uno sradicamento culturale e religioso. La frattura riguarda anche le comunità di origine, che perdono gli elementi più vigorosi e intraprendenti, e le famiglie, in particolare quando migra uno o entrambi i genitori, lasciando i figli nel Paese di origine». Di conseguenza, «va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra»: constatazione oggettiva e conseguenza logica

(42), (43), (44) sono paragrafi piuttosto banali e condivisibili

(45) Ciò ha permesso che le ideologie abbandonassero ogni pudore. Quello che fino a pochi anni fa non si poteva dire di nessuno senza il rischio di perdere il rispetto del mondo intero, oggi si può esprimere nella maniera più cruda anche per alcune autorità politiche e rimanere impuniti. Non va ignorato che «operano nel mondo digitale giganteschi interessi economici, capaci di realizzare forme di controllo tanto sottili quanto invasive, creando meccanismi di manipolazione delle coscienze e del processo democratico. Il funzionamento di molte piattaforme finisce spesso per favorire l’incontro tra persone che la pensano allo stesso modo, ostacolando il confronto tra le differenze. Questi circuiti chiusi facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio»: possiamo solo concordare, abbiamo visto come i media, compresi quelli Vaticani, hanno trattato personalità come i Card. Mueller, Sarah, Burke, e tanti altri che non erano “conformi” al potere bergogliano; oppure come sono stati manipolati i varî sinodi. Ci vuole effettivamente una conversione a questo livello.

(46) Occorre riconoscere che i fanatismi che inducono a distruggere gli altri hanno per protagonisti anche persone religiose, non esclusi i cristiani, che «possono partecipare a reti di violenza verbale mediante internet e i diversi ambiti o spazi di interscambio digitale. Persino nei media cattolici si possono eccedere i limiti, si tollerano la diffamazione e la calunnia, e sembrano esclusi ogni etica e ogni rispetto per il buon nome altrui». Così facendo, quale contributo si dà alla fraternità che il Padre comune ci propone?:ottima e condivisibile riflessione, vedremo l’esempio che darà la struttura ecclesiale in Vaticano in futuro dopo la pubblicazione di questa circolare.

(47) La vera saggezza presuppone l’incontro con la realtà. Ma oggi tutto si può produrre, dissimulare, modificare. Questo fa sì che l’incontro diretto con i limiti della realtà diventi insopportabile. Di conseguenza, si attua un meccanismo di “selezione” e si crea l’abitudine di separare immediatamente ciò che mi piace da ciò che non mi piace, le cose attraenti da quelle spiacevoli. Con la stessa logica si scelgono le persone con le quali si decide di condividere il mondo. Così le persone o le situazioni che hanno ferito la nostra sensibilità o ci sono risultate sgradite oggi semplicemente vengono eliminate nelle reti virtuali, costruendo un circolo virtuale che ci isola dal mondo in cui viviamo.: Molto azzeccato e da applicare in primis al circolo che gravita intorno a Bergoglio, non fosse altro per dare l’esempio circa questo predicozzo

(48) (49) (50) (51) (52) : tutte affermazioni generiche (quasi “bar”) e probabilmente abbastanza fattuali.

(53) Si dimentica che «non c’è peggior alienazione che sperimentare di non avere radici, di non appartenere a nessuno. Una terra sarà feconda, un popolo darà frutti e sarà in grado di generare futuro solo nella misura in cui dà vita a relazioni di appartenenza tra i suoi membri, nella misura in cui crea legami di integrazione tra le generazioni e le diverse comunità che lo compongono; e anche nella misura in cui rompe le spirali che annebbiano i sensi, allontanandoci sempre gli uni dagli altri»: certamente se si rimette al centro la famiglia e concentricamente le altre varie realtà inferiori ed allargate fino alla comunità in quanto tale

  • Slogan

(12) “Aprirsi al mondo” è un’espressione che oggi è stata fatta propria dall’economia e dalla finanza. Si riferisce esclusivamente all’apertura agli interessi stranieri o alla libertà dei poteri economici di investire senza vincoli né complicazioni in tutti i Paesi “: questo è tutto da provare, è l’espressione di un’impressione espressa in modo apodittico ed infatti, per corroborarla, qualche linea più giù egli cita…. sé stesso

“In tal modo la politica diventa sempre più fragile di fronte ai poteri economici transnazionali che applicano il “divide et impera”: come se la politica non usasse del principio “divide et impera”, perché questo sarebbe accettabile in un caso e non nell’altro?

(24) Riconosciamo ugualmente che, «malgrado la comunità internazionale abbia adottato numerosi accordi al fine di porre un termine alla schiavitù in tutte le sue forme e avviato diverse strategie per combattere questo fenomeno, ancora oggi milioni di persone – bambini, uomini e donne di ogni età – vengono private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù. […] Oggi come ieri, alla radice della schiavitù si trova una concezione della persona umana che ammette la possibilità di trattarla come un oggetto. […] La persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, con la forza, l’inganno o la costrizione fisica o psicologica viene privata della libertà, mercificata, ridotta a proprietà di qualcuno; viene trattata come un mezzo e non come un fine». Le reti criminali «utilizzano abilmente le moderne tecnologie informatiche per adescare giovani e giovanissimi in ogni parte del mondo».[21] L’aberrazione non ha limiti quando si assoggettano donne, poi forzate ad abortire. Un atto abominevole che arriva addirittura al sequestro delle persone allo scopo di vendere i loro organi. Tutto ciò fa sì che la tratta di persone e altre forme di schiavitù diventino un problema mondiale, che esige di essere preso sul serio dall’umanità nel suo insieme, perché «come le organizzazioni criminali utilizzano reti globali per raggiungere i loro scopi, così l’azione per sconfiggere questo fenomeno richiede uno sforzo comune e altrettanto globale da parte dei diversi attori che compongono la società» : una serie di affermazioni consensuale per i cattolici. È un fatto che ci sono giornate piovose e giornate soleggianti.

25. Guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali o religiosi, e tanti soprusi contro la dignità umana vengono giudicati in modi diversi a seconda che convengano o meno a determinati interessi, essenzialmente economici. Ciò che è vero quando conviene a un potente, cessa di esserlo quando non è nel suo interesse. Tali situazioni di violenza vanno «moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una “terza guerra mondiale a pezzi”»: la scoperta dell’acqua calda.

(32), (33), (34): sono tutti paragrafi che esprimono opinioni ed impressioni personali, tutte da verificare, ed infatti ancora una volta il Santo Padre cita solo sé stesso. Siamo nel campo delle impressioni, delle fobie e delle ossessioni personali di J.M. Bergoglio e della sua corrente ideologica.

(35) e (36): non guardano più ad aspetti della realtà, come promesso nella premessa di questo capitolo, ma già salta a piedi giunti nei sogni ed utopie dell’uomo Bergoglio

(d) Fallacie argomentative

(37) “Tanto da alcuni regimi politici populisti quanto da posizioni economiche liberali, si sostiene che occorre evitare ad ogni costo l’arrivo di persone migranti. Al tempo stesso si argomenta che conviene limitare l’aiuto ai Paesi poveri, così che tocchino il fondo e decidano di adottare misure di austerità. Non ci si rende conto che, dietro queste affermazioni astratte difficili da sostenere, ci sono tante vite lacerate”: non è onesti di fare finta di contrapporre queste due opinioni come se si escludessero a vicenda. Inoltre sono falsità: chi sostiene posizioni economiche veramente liberali in realtà è a favore della migrazione per compensare la decrescita demografica che impoverisce tutti, peraltro è certo che l’aiuto dell’Occidente ai paesi detto del terzo mondo ha avuto più effetti negativi che positivi imponendo anche colonizzazioni culturali, tra l’altro denunziate (in contraddizione?) altrove in questo stesso documento

(39) “Per giunta, «in alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici. Si diffonde così una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su se stessi».  I migranti vengono considerati non abbastanza degni di partecipare alla vita sociale come qualsiasi altro, e si dimentica che possiedono la stessa intrinseca dignità di qualunque persona. Pertanto, devono essere “protagonisti del proprio riscatto”. Non si dirà mai che non sono umani, però in pratica, con le decisioni e il modo di trattarli, si manifesta che li si considera di minor valore, meno importanti, meno umani. È inaccettabile che i cristiani condividano questa mentalità e questi atteggiamenti, facendo a volte prevalere certe preferenze politiche piuttosto che profonde convinzioni della propria fede: l’inalienabile dignità di ogni persona umana al di là dell’origine, del colore o della religione, e la legge suprema dell’amore fraterno.”: questo è un tipico testo intellettualmente abusivo e moralizzante nelle sue soluzioni. Se i fenomeni migratori suscitano allarme e paure e che queste sono la causa di xenofobia e di chiusura, secondo il testo stesso la causa ne sono i fenomeni migratori e non le “soluzioni” proposte come “l’essere protagonisti del proprio riscatto”: ancora una volta qui sono stati intervertiti in modo confuso le cause con gli effetti. Non si può moralizzare sui cristiani che condividono tale atteggiamento, in quanto essi non sono la causa dei fenomeni migratori. E tutto questo c’entra ben poco con la dignità di ogni persona umana, soprattutto quando non si è specificato in cosa consista questa dignità concretamente. Se ci fosse stata logica, e non ideologia in questo paragrafo, si dovrebbe concludere che è il fenomeno migratorio stesso che è opposto alla dignità umana e trarne le conseguenze pratiche.

(40) «Le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo». Ma oggi esse risentono di una «perdita di quel senso della responsabilità fraterna, su cui si basa ogni società civile». L’Europa, ad esempio, rischia seriamente di andare per questa strada. Tuttavia, «aiutata dal suo grande patrimonio culturale e religioso, [ha] gli strumenti per difendere la centralità della persona umana e per trovare il giusto equilibrio fra il duplice dovere morale di tutelare i diritti dei propri cittadini e quello di garantire l’assistenza e l’accoglienza dei migranti»”: affermazione sloganistica in quanto l’Europa rifiuta coscientemente questo “grande” patrimonio religioso, con politiche anti-umane, anti-religiose e anti-cristiane.

(41) “Comprendo che di fronte alle persone migranti alcuni nutrano dubbi o provino timori. Lo capisco come un aspetto dell’istinto naturale di autodifesa. Ma è anche vero che una persona e un popolo sono fecondi solo se sanno integrare creativamente dentro di sé l’apertura agli altri. Invito ad andare oltre queste reazioni primarie, perché «il problema è quando [esse] condizionano il nostro modo di pensare e di agire al punto da renderci intolleranti, chiusi, forse anche – senza accorgercene – razzisti. E così la paura ci priva del desiderio e della capacità di incontrare l’altro»”: affermazione sloganistica e fallacia, in quanto un popolo è fecondo solo se…non è sterile, parlare di lottare contro “reazioni” primarie senza voler ricominciare a vivere seriamente la propria generosità nella fecondità rifiutando aborti e contraccezione, è giusto un soffiare aria calda. Perché un popolo che ha paura di avere figli ed una natalità nelle proprie famiglie dovrebbe essere aperta alla venuta addirittura di stranieri? L’esperienza umana reale, mostra che sono le famiglie le più numerose che sono le più aperte sullo straniero di qualunque sorta.

.(54) “Malgrado queste dense ombre, che non vanno ignorate, nelle pagine seguenti desidero dare voce a tanti percorsi di speranza. Dio infatti continua a seminare nell’umanità semi di bene. La recente pandemia ci ha permesso di recuperare e apprezzare tanti compagni e compagne di viaggio che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. Siamo stati capaci di riconoscere che le nostre vite sono intrecciate e sostenute da persone ordinarie che, senza dubbio, hanno scritto gli avvenimenti decisivi della nostra storia condivisa: medici, infermieri e infermiere, farmacisti, addetti ai supermercati, personale delle pulizie, badanti, trasportatori, uomini e donne che lavorano per fornire servizi essenziali e sicurezza, volontari, sacerdoti, religiose… hanno capito che nessuno si salva da solo”: un tipico discorso vuoto di contenuto fattuale dove è applicato il metodo Coué, per autoconvincersi che la Chiesa, che lui rappresenta, non è stata latitante durante quest’episodio pandemico per sua stessa disposizione ed cattivo esempio.

(55) “Invito alla speranza, che «ci parla di una realtà che è radicata nel profondo dell’essere umano, indipendentemente dalle circostanze concrete e dai condizionamenti storici in cui vive. Ci parla di una sete, di un’aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore. […] La speranza è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa». Camminiamo nella speranza. » : in questa ultima scia verbosa di slogan  è proposta, non più una speranza basata sulla Morte e Resurrezione di Cristo che è offerta alle moltitudini, comprese quelle alle quali questa lettera circolare è indirizzata, ma un sentimento, un emozione che riduce la speranza ad un piatto incontro con ideali, certo nobili come lo sono bontà giustizia ed amore, ma tale e quali senza alcun rilievo salvifico né afflato divino.

Su 46 punti, supposti descrivere “aspetti di realtà” alla quale la circolare in questione vorrebbe portare risposta, ne abbiamo in realtà, 22 (47%) che si riferiscono a fatti che possono essere constatati da tutti, mentre 14 sono affermazioni apodittiche su basi puramente ideologiche, 7 sono semplici affermazioni basate su slogan, 6 sono pure fallacie argomentative.

In realtà pochissimi tra questi “aspetti della realtà” si riferiscono , ad esempio, alla situazione reale che abbiamo in terra, nella Chiesa e nel Papato attuale e che abbiamo riassunto nella nostra descrizione del contesto storico attuale: sembrerebbe quasi che ci sia come un’allergia a non voler guardare le cose in faccia per evitare di far fronte per davvero ai problemi serî e dover apportare risposte che potrebbero essere non popolari.Probabilmente perché, non avendo più niente da dire, si cerca di occupare uno spazio ad ogni costo per riempire questo vuoto spirituale.

Sarà interessante vedere quale tipo di risposta la circolare Fratelli Tutti apporterà particolarmente a questi 22 punti “reali”: la qualità delle analisi delle cause profonde, l’efficienza delle soluzioni proposte in conseguenza.

Mentre dovremo essere attenti circa le argomentazioni fumose a sostegno di ideologie fumose circa gli altri 24 punti.

È il momento di andare a guardare il modello concettuale, la Parabola del buon Samaritano, utilizzato, a dire dell’Autore, per analizzare questi “aspetti della realtà” e portarvi risposte sensate, rigorose e … cristiane.

In Pace

(Fratelli Tutti (I): Valore Magisteriale)

(Fratelli Tutti (II): Contesto Storico)

(Continua con l’analisi del capitolo secondo)



Categories: Attualità cattolica

16 replies

  1. Anch’io, in questa prima parte, non trovo nulla di evangelico;
    vi trovo invece qualcosa di molto simile alle disquisizioni di un intellettualoide politicamente corretto.

    • Infatti, a ben guardare, non denuncia niente che possa disturbare chicchessia: anche i più fattuali sono solo descrizioni di
      epifenomeni di cui le radici non sono mai denunziate.
      È una lista che non disturba nessuno, in fin dei conti.
      In Pace

      • Sopra ho scritto che, “in questa prima parte, non trovo nulla di evangelico”.
        Ora, in base a quanto si legge in Sapienza 9.(1-4), posso aggiungere che non vi trovo nulla di biblico e che è tutto intriso di teismo: essere creature non equivale infatti ad essere fratelli ed essere fratelli non equivale ad essere figli.
        Sap 9
        1 “Dio dei padri e Signore di misericordia,
        che tutto hai creato con la tua parola,
        2 che con la tua sapienza hai formato l’uomo,
        perché domini sulle creature fatte da te,
        3 e governi il mondo con santità e giustizia
        e pronunzi giudizi con animo retto,
        4 dammi la sapienza, che siede in trono accanto a te
        e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,”
        – Le creature sono state create con la Parola.
        – I fratelli sono stati formato con la Sapienza.
        – I figli sono tali per accettazione del dono gratuito della Grazia.

  2. Pope’s new encyclical ignores previous social teaching
    by Phil Lawler
    Catholicculture.org, 8 October 2020

    How much longer can sensible Catholics maintain that Pope Francis is merely trying to develop— rather than to change— the teachings of the Catholic Church?

    • Infatti: si è inventato tutto un sistema suo, disconesso dal Magistero sociale della Chiesa
      In Pace

      • Ed invece no. Dovremmo ammettere che la dottrina, il culto e la disciplina nella Chiesa hanno sempre riguardato cose spirituali e generali dal punto di vista dell’uomo rigenerato.
        Creare un sistema artefatto però non è diverso da voler dedurre fumosamente una specificazione sociale della Rivelazione oltremodo perché l’Antico Testamento ne dovrebbe essere il riferimento immediato.
        Non vedo dunque perché un gesuita non possa acchittarsi lo stile suo.

        Il vantaggio della realtà, perché questa visione è il punto di partenza ( ergo guai a me se credo di aver qualche merito spirituale ricevuto da DIO o confidi in qualche mia capacità ), è il porre al riparo ed al di sopra di ogni attacco e parzialità, il vantaggio è potersi mantenere puri ed innocenti mentre la fazione è colpevole.
        Piangano i tridentinisti se stessi! i loro frutti li abbiamo davanti…

  3. Io non so se sono « tridentinista* ma so che il Concilio di Trento ,con la sua semplice e chiara dogmatica ha prodotto schiere di santi, di missionari, di ordini dediti alla carita’ , ha dato tantissimi frutti e uno slancio sia spirituale che storico al cattolicesimo.
    Non sono i tridentinisti a dover piangere per i loro frutti.

    Nessuno di noi e’un puro spirito , quindi abbiamo bisogno anche di una dottrina sociale della Chiesa.Leone XIII e San Giovanni Paolo II ne erano ben consapevoli.

    • Quando parlo di tridentinisti parlo di quelli attuali post-rinascimentali che risultano altrettanto sovversivi che i modernisti.
      Essendo la Chiesa in mano loro fino al concilio vaticano II, ed avendo fatto disastri anche loro, i risultati sono ascrivibili anche a loro.
      Tutto qua.
      Quindi la considerazione sul puro spirito , a sentir il loro miope livore, indirizzala altrove.

  4. E’ molto interessante rilevare come si critichino affermazioni apodittiche quando tutta la storia della Chiesa e la Fede stessa è fondata su affermazioni apodittiche, credute ed affermate per fede, trasmesse con la stoltezza della predicazione, non verificate e di fatto non concretamente verificabili.
    E non di rado nella storia parti della Chiesa hanno affermato apoditticamente, traendo spunto dalla Bibbia o da qualche Padre delle Chiesa, anche fatti spesso scientifici, che erano verificabili o che, in ogni caso, si sono rivelati errati.
    .
    Peraltro non ho mai letto in passato encicliche che riportassero grafici e percentuali come se fossero studi di marketing o articoli di giornale.
    A campione prendo un esempio della splendida « Veritas Splendor » di GPII
    .
    « Come s’è potuta determinare una simile situazione? Occorre prendere in considerazione molteplici fattori. Sullo sfondo c’è una profonda crisi della cultura, che ingenera scetticismo sui fondamenti stessi del sapere e dell’etica e rende sempre più difficile cogliere con chiarezza il senso dell’uomo, dei suoi diritti e dei suoi doveri. A ciò si aggiungono le più diverse difficoltà esistenziali e relazionali, aggravate dalla realtà di una società complessa, in cui le persone, le coppie, le famiglie rimangono spesso sole con i loro problemi. Non mancano situazioni di particolare povertà, angustia o esasperazione, in cui la fatica della sopravvivenza, il dolore ai limiti della sopportabilità, le violenze subite, specialmente quelle che investono le donne, rendono le scelte di difesa e di promozione della vita esigenti a volte fino all’eroismo »
    .
    Dove sono le statistiche sulla cultura mondiale , che ci dicono se è cresciuta o diminuita, se si studiano più i classici o altro? Che si intende per società complessa ? Che si intende per persone coppie e famiglie che restano sole? C’è un grafico o una statistica di quante famiglie sono restate sole nei secoli, ed adesso (ovviamente all’anno delle redazione della VS) ?. Quante sono le situazioni di povertà ? sono cresciute o diminuite ?
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    Ho fatto solo un mini esempio di come quando i Papi, in lettere o omelie, ogni qual volta affrontano temi che descrivono la società ben raramente dimostrino di essersi fondati su fatti certi, ma diano un giudizio morale di quello che essi vedono sia vero, parlando della società come se l’avessero fotografata, ma omettendo di mostrarci la pellicola ed il negativo. Ne è certo che le statistiche di questo o quell’evento siano in grado di sostituire un giudizio critico.
    Cito per esempio l’articolo :
    « (10) “Per decenni è sembrato che il mondo avesse imparato da tante guerre e fallimenti” : questa è opinione, i fatti sono che le guerre non hanno mai cessato come lo può mostrare fattualmente questa tabella qui.
    (11) “Ma la storia sta dando segni di un ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi”: ancora un’opinione che trova la sua risposta nella stessa tabella linkata qui sopra »
    Forse il Papa ha affermato che le guerre sono cessate dopo la seconda guerra mondiale? Credo che la sua affermazione possa essere interpretata come quella di tutti gli storici, e cioè che dopo la seconda guerra mondiale, pur in presenza di guerre, è emersa anche una volontà politica comune di evitarle ed una volontà popolare avversa alle stesse al punto che molte sono cessate non per sconfitta militare dei contendenti ma per l’opposizione interna. Ed è forse contestabile coi fatti l’opinione (condivisa con molti) che quella spinta ideale, idealistica, magari un po’ utopistica, si stia spegnendo, col passare degli anni e l’oblio dei crimini della seconda guerra mondiale? C’è qualche statistica da portare che contraddica seriamente l’affermazione del Papa, al di la del conteggio delle guerre e dei morti che non dice nulla se non viene letta in modo critico?
    In altre parole se dietro al giudizio sulla società un Papa dovesse portare ogni volta fatti certi ed inequivocabili, di fatto non potrebbe mai emettere giudizi , perchè la genesi o la stessa esistenza di qualsiasi evento sociale può essere interpretata in molti modi diversi, partendo dai medesimi dati che mai sono sufficienti. Basti pensare all’interpretazione ondivaga che gli esperti danno di qualsiasi fenomeno che pur tentano di misurare in lungo e largo, ma basata spesso su dati contraddittori che si prestano a molte interpretazioni (coronavirus docet) .
    Eppure per secoli i Papi hanno giudicato la società, dando consigli e indicando vie da seguire. Mai sentito dire che non potessero farlo, e mai nessun cristiano è andato a misurare col lanternino le singole parole.
    Io non sto difendendo l’enciclica di Papa Francesco, ognuno ha il diritto di farsene una opinione, ma sto evidenziando come gli scritti e parole di questo Papa vengano sezionati col bisturi, mentre le affermazioni di altri papi non sono mai state messe in dubbio o quanto meno non sono mai state verificate con lo stesso piglio giustizialista.

    • Sai qual’è la differenza tra cercare la pace come la da il mondo
      e cercare la pace come la da Cristo?
      Quando io leggo gli scritti degli altri Papi ne ricavavo l’insegnamento che il nostro vivere deve essere finalizzato alla nostra ed all’altrui salvezza eterna;
      quando leggo gli scritti di papa Francesco ne ricavo l’insegnamento che il nostro vivere deve essere finalizzato ad assicurare a tutti il benessere terreno.

      • Peccato che la nostra salvezza sia legata anche all’amore verso il prossimo, come peraltro detto da Gesù
        .
        « Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?» Gesù gli rispose: «Perché m’interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». «Quali?» gli chiese. E Gesù rispose: «Questi: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. Onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso». E il giovane a lui: «Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?» Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni. »
        .
        La carità e l’aiuto agli altri non si fa solo per aiutare gli altri, ma per alleggerirci almeno un po della zavorra che ci impedisce di amare Dio. L’incapacità di donare (tempo , denaro, amore , attenzione, etc etc) viene dalla paura della morte, come sempre dice San Paolo : « Liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita ».
        Il denaro , i beni, infatti , sono le sicurezze alle quali tutti ci appoggiamo, invece di appoggiarci a Cristo. Per questo Cristo chiede al giovane ricco di liberarsi di queste sicurezze, perchè egli possa provare la provvidenza, trasformando esso stesso in provvidenza per gli altri. Ovviamente non è facile da fare neppure parzialmente, perchè umanamente è impossibile per noi, ma nulla è impossibile per Dio.
        Quindi tutti i Papi insegnano, con parole diverse, la stessa cosa.
        Sta al tuo cuore leggerci quello che è importante per la tua salvezza, senza selezionare ciò che ti fa più comodo.

        • Se mi specifichi il punto dove io avrei scritto che la nostra salvezza non è legata anche all’amore verso il prossimo te ne sarei grato.

  5. Dal fatto che presumi che quello di Papa Francesco verso i poveri e deboli sia un atteggiamento socialista e non, invece , uno dei modi più concreti di manifestare il nostro amore verso gli altri, rinunciando a qualcosa.
    Se rileggi la parabola che ti ho allegato, il giovane ricco se ne va triste.
    Ma non gli viene in mente di rispondere a Gesù “chiedendomi di vendere i beni e darli ai poveri tu vuoi che il nostro vivere sia finalizzato ad assicurare a tutti il benessere terreno”.
    Buona giornata.

    • Sei sicuro che hai davvero capito questa parabola del giovane ricco?
      In Pace

    • E’ più in sintonia con l’insegnamento evangelico
      – una persona che, con i soldi che gli vengono donati, sbandiera ai quattro venti il suo aiuto ai migranti,
      – o chi, col proprio stipendio, aiuta di nascosto un coinquilino bisognoso?

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