La veglia… di Natale

Il mio ricordo di Natale da fanciullo è legato alle alzate in piena notte per andare a sbirciare i regali sotto l’albero..
Io il primo di una banda di sei, capeggiavo i miei fratelli in questa scorribanda notturna.
I regali erano tanti e belli, non tanto perché fossimo particolarmente ricchi, ma perché usava, tempo addietro, che le Aziende, le più grandi almeno, facessero dei gran pacchi dono alle famiglie dei dipendenti, a cui i genitori poi aggiungevano potendo, del loro.

La regola era ferrea, i regali si aprivano al mattino del giorno di Natale e solo quando papà fosse stato in piedi!
Ma chi poteva resistere? A momenti neppure si chiudeva occhio. Cosa ci induceva ad essere desti alle 2 o 3 di notte… non puntavamo certo la sveglia.

Quindi in piena notte, quando i nostri genitori riposavano dopo le “fatiche” di un sapiente allestimento dei doni, giù dai letti, dopo aver svegliato anche il più piccolo. Zitti, zitti, quatti, quatti, si scendevano le scale sin sotto l’albero di Natale che quella notte restava acceso (e meno male), per sbirciare i giochi, i pacchi: “questo è mio! Quello è tuo!”.
Poi c’erano gli immancabili giochi “di tutti”, con cui avremmo passato ore e ore a giocare in famiglia nei giorni seguenti.
Si toccavano appena i giochi, per non lasciare traccia del nostro passaggio, poi di nuovo a letto a cercare di dormire un poco, con l’animo già esultante all’idea di aprire quei pacchi, quelle scatole e poterci mettere finalmente le “mani sopra”! Farli finalmente nostri.

Era la gioia dell’Attesa, della Sorpresa, della Gratitudine, della Gioia condivisa… Papà e Mamma contenti di vederci felici e grati. Era il Natale!

Questo penso dovrebbe essere il senso e il vivere profondo delle nostre Veglie Liturgiche, della Veglia di Natale, perché ci è stato donato un Bimbo, il Salvatore, Cristo Signore.

 



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