Evoluzione e creazione: alla ricerca del paradiso perduto – Appendice: dall’ellisse alla parabola

Gesù e Adamo

Gesù e Adamo

Mi è stato fatto notare di essere stato un poco troppo ellittico e forse un po’ criptico nei miei posts precedenti sull’evoluzione e la creazione: infatti non si voleva uno sguardo teologico ma solamente filosofico-scientifico. Mi permetto allora di decriptare con uno sguardo meta-scientifico e meta-filosofico le implicazioni di quel che ho scritto: dall’ellissi alla parabola evitando, spero, l’iperbole.

Il perno del ragionamento, aristotelico, è di notare dall’osservazione realista che il comportamento della materia è opposto a quello dell’umano, in quanto la strutturazione della prima avviene per via accrescimento del disordine, dell’energia sprecata e irrecuperabile e della perdita di informazione, quel che si chiama entropia. Mentre l’essere umano è mosso dal bisogno di ordine, di salvaguardare energia e di creare informazione. In questi giorni sarà dato il Premio Nobel ai Proff. Higgs e Englert per la predizione dell’esistenza di una particella, chiamata oggi bosone scalare e, impropriamente, particella di Dio, in quanto essa spiega l’esistenza della presenza di massa nelle particelle appellandosi ad una struttura originaria e simmetrica esistente subito dopo l’apparizione dell’universo quale lo conosciamo: questa informazione era andata persa da 15 miliardi di anni, distrutta dall’evoluzione della materia, congetturata una quarantina di anni fa e provata solo l’anno scorso al CERN.

Dalla constatazione di questo comportamento radicalmente opposto alla perdita di informazione, se ne può dedurre sì che l’uomo in quanto essere fisico è sottomesso allo stesso processo disgregante  al quale è sottomessa tutta la natura e dunque che, qualunque cosa egli faccia, l’entropia dell’universo in quanto tale aumenterà, ma che la sua origine non può essere nel detto universo sottomesso a questo secondo principio della termodinamica: o allora il premio Nobel non sarebbe mai potuto essere conferito quest’anno, ad esempio.

L’origine dell’uomo è dunque differente di quella dell’universo, anche se la storia dell’uomo si sviluppa e si intreccia in quella dell’universo stesso fino al presupposto inizio di questo.

Fin qui la riflessione filosofica a partire da constatazioni dal reale.

Abbiamo anche ricordato che per San Tommaso, filosoficamente parlando, che Dio abbia creato un universo con un inizio nel tempo o esistente da sempre non ha altra rilevanza che la sua convenienza ma anche che Dio sempre agisce attraverso una moltitudine di intermediari materiali e spirituali.

Dio crea il Paradiso terrestre e nel suo stesso atto di creazione vi è la libertà di altre persone che Lui stesso: quella di Adamo ed Eva e quella del Serpente. L’atto di Creazione stessa si termina con la presenza di questi attori: chiamo quest’atto propriamente l’atto di origine, di genesi.

Dio genera l’universo ma non è l’universo che vediamo: quello del Paradiso Terrestre è un universo in armonia, dove l’uomo da nome alle cose, cioè struttura e crea conoscenza, non è un’universo dove la legge suprema è il secondo principio di entropia. Eppure quel che vediamo intorno a noi non è un universo che corrisponde: rassomiglia ma ne è una brutta copia.

Quello del Paradiso Terrestre è un universo dove la libertà di cooperazione all’opera di creazione divina non si è ancora esercitata mentre il mondo in cui viviamo è un universo dove tale libertà si è attuata: quello era un universo  potenzialmente rispondente all’amore di Dio, mentre questo è un universo  che non ha attualmente risposto a tale amore per via delle scelte dell’uomo  e del serpente. Il Paradiso terrestre è all’origine il Piano del nostro universo nell’atto creatore di Dio ma gli strumenti della sua attuazione, gli intermediari materiali e spirituali che sono gli angeli e gli uomini lo hanno sfigurato: l’Origine ne è stata avvilita nella Sua creazione.

Si, ma quale relazione “concreta”  è possibile tra Adamo e noi? Proporrei la stessa, mutatis mutandis e anti-simmetricamente, che quella tra noi e Cristo. Allo stesso modo che Cristo ha stabilito e attuato per noi una Terra Nuova e dei Cieli Nuovi e che Lui stesso vi è già salito e che resterà per noi inaccessibile fino alla fine dei tempi, così Adamo è sceso dal Paradiso terrestre, ormai per sempre inaccessibile per stabilirsi tra gli uomini nell’universo da lui attuato assieme al serpente. E Adamo è sceso in una popolazione umana temporalmente già esistente e avente in lui il suo prototipo mentre Cristo è salito in quanto primogenito dal mezzo di una popolazione che sarà ancora esistente dopo. Così come siamo tutti già salvati in Cristo così siamo tutti generati in Adamo.

L’atto di libertà del Serpente e di Adamo fa che viviamo in un universo apparso 15 miliardi di anni fa, sottomesso al secondo principio di entropia, colle sue darwiniane conseguenze, ma di Adamo manteniamo la divina origine ad immagine di Dio che ci fa conoscere ed amare, creare neghentropia, struttura, ordine e la disciplina della carità.

Rendiamoci conto che Dio è infinito, cioè auto-straboccanteSi : in Lui l’atto di creare il Paradiso terrestre, lasciare uomo e serpente scegliere, lasciare l’evoluzione svilupparsi, lasciare Gesù, il Cristo, Obbedire, stabilire un Cielo e una Terra Nuova è tutt’Uno. L’inizio e la fine del nostro mondo sono solo Sua convenienza. Egli ci crea qui ed adesso, hic et nunc, e ci crea attraverso il Suo Paradiso Terrestre, aldiquà della disobbedienza del Serpente, aldiquà di quella di Adamo, malgrado l’universo che hanno attuato, aldilà della Morte e della Resurrezione di Suo Figlio, nel Suo Corpo Risorto.

In Pace



Categories: Cortile dei Gentili, Filosofia, teologia e apologetica

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