Populus Traditionis Custodum: Obbedienza Alla Chiesa!

Voglio condividere con voi due video che sono assolutamente primordiali e che trattano più o meno direttamente della problematica dell’obbedienza che dobbiamo santamente esercitare nella Santa Chiesa Cattolica:

Come abbiamo già affermato più volte con forza precedentemente (ad esempio in Populus Traditionis Custodum (P.T.C.) ) ormai quella parte della gerarchia Ecclesiastica che segue Papa Francesco è alla frutta sguazzando nello scisma, mentre l’altra nasconde “eroicamente” la propria opinione, per ragioni di prudenza pastorale per certuni di essi ma anche di “santa” tiepidezza e vigliaccheria per altri, salve fatte alcune notevoli, esse sì davvero coraggiose e sante eccezioni: ne consegue che questi sono ormai i tempi del fedele laico, anche lui sacerdote, re e profeta e che ha tutti crismi, qualora vive pienamente la propria fede, con speranza e carità, in conformità con quel che la Chiesa comanda. Sono felicissmo di constatare quanto le mie speranze di allora di un risveglio dei fedeli laici cattolici si stia espandendo comme una macchia di olio non solo negli USA ed in Francia ma anche in Italia.

È il tempo dei laici: su di noi, il nostro coraggio, la nostra fede, speranza e carità, riposa ormai, come già fu più volte nel passato, il dovere di essere la staffetta della Tradizione, della Lex Credendi e della Lex Orandi alle prossime generazioni: lo Spirito Santo, che informa la Sua Chiesa, ce ne dà tutti i mezzi soprannaturali e a volte anche naturali quando necessarî: non esitiamo a metter il nostro tempo ed il nostro portafoglio, le nostre energie e le nostre preghiere, il nostro spirito d’iniziativa e quello evangelicamente proselita, come anche la nostra Libertà di figli di Dio, che ci ha guadagnato il Santo Sacrificio della Croce, al totale servizio di quest’opera magnifica che è la Liturgia Apocalittica che si realizza nella nostra carne, storia, lex orandi e lex credendi.

Non è il “tempo” che è superiore allo “spazio” (ambi, infatti e già per cominciare, non hanno nessuna realtà sussistente ontologica) come pretende qualche notorio imbroglione, ma, invece, come ricorda Sant’Antonio il Grande nella Filocalia, è l’Opera che è superiore alle Azioni: e la nostra Opera di fedeli laici è identica a quella della Chiesa Stessa, a scanso della povera qualità delle nostre azioni e di quelle, blasfeme, dei nemici di Cristo dentro e fuori la Chiesa.

http://www.fedecultura.com/disobbediamo-al-vaticano-per-obbedire-a-dio

http://www.fedecultura.com/mons-bux-non-fermeranno-il-fiume-in-piena-della-tradizione-cattolica

Raccomando a tutti di raggiungere il sito stesso di Fede e Cultura e di comprare l’ultima fatica di “Peter Kwasniewski, grande teologo tomista americano autore del libro di recente pubblicazione, La vera obbedienza nella Chiesa“.

Il rigolo della Santa Messa cattolica è già diventato fiume largo ed impetuoso che si accinge a straripare di nuovo nella Divina Storia della Salvezza.

In Pace

P.S.: in aggiunta per chi capisce l’inglese e ha tempo questi due regali magnifici:



Categories: Attualità cattolica, Populus Traditionis Custodum, Simon de Cyrène

19 replies

  1. « Raccomando a tutti di raggiungere il sito stesso di Fede e Cultura e di comprare l’ultima fatica di “Peter Kwasniewski ». »

    Preso!
    Grazie per la « soffiata » 🙂

  2. Sperando di essere utile, ho trascritto i punti salienti dell’intervento mons. Nicola Bux:

    – (04:59)La riforma liturgica non è quella conciliare, in quanto se si prende la costituzione liturgica (Sacrosanctum Concilium) e si confronta con la riforma liturgica, si noterà una grande differenza, (05:17)

    – (05:39) è un pregiudizio che parte dal convincimento che la liturgia antica era una liturgia non partecipata, quindi che aveva bisogno di essere sostanzialmente sostituita, sebbene quanto poi è stato fatto non abbia fatto in realtà una vera sostituzione (06:09)

    – (07:18) perché il gesto fatto da papa Benedetto è stati di un’intelligenza raffinata: egli non ha imposto la celebrazione della liturgia antica, l’ha proposta come antidoto alla dissacrazione cui la liturgia, diciamo nuova, facilmente cede e ha ceduto; non voglio dire che la nuova liturgia sia totalmente dissacrata, ma certo presta facilmente il fianco a tale possibilità, poi è chiaro che ci sono tanti sacerdoti che la celebrano devotamente e tanti fedeli soprattutto che poverini non hanno nessuna colpa e cercano come è possibile di partecipare alle preghiera della Chiesa. (08:15)

    – (10:18) la Chiesa, in tanti secoli di storia, non può attrezzare o proporre qualche cosa che di per se sia nocivo alla salute dei fedeli, quindi, pensare che, diciamo, la cosiddetta nuova Messa possa essere qualcosa di velenoso, significa sostenere che la Chiesa sbaglia, la Chiesa invece è indefettibile, Lei non può sbagliare; piuttosto possiamo dire, e prendo a prestito una riflessione che ha fatto don Marino Neri, che notoriamente sostiene e promuove nella diocesi di Pavia la Messa tradizionale, egli sostiene che il rito cosiddetto di Paolo VI è un rito depotenziato, cosa vuol dire depotenziato, che, diciamo, si è indebolito in alcuni nodi, ecco, non so, per esempio, l’offertorio che notoriamente è stato scarnito (11:42)

    – (15:10) il problema è che avendo smarrito la natura della liturgia, perché il vero problema che papa Benedetto, ancor prima cardinal Ratzinger, aveva individuato, la crisi della liturgia, dipende dal fatto che c’è un dissenso sulla natura della liturgia, cioè se la liturgia è un atto di culto a Dio, e quindi di adorazione eccetera eccetera, oppure è un, un intrattenimento per fare festa con gli amici, magari con uno sfondo religioso per diventare più amici, fratelli, vogliamoci bene, ecc. allora, adesso, al di la, diciamo, della battuta, questo è lo status questionis odierno, tu hai… ma la colpa non è nemmeno evidentemente dei sacerdoti perché i sacerdoti purtroppo si formano secondo la ver del momento, allora c’è una schiera di sacerdoti che dai relativi loro maestri ha ricevuto questa idea che la liturgia sia una sorta di, di bell’intrattenimento a sfondo religioso, ma proprio a sfondo religioso e, che però di rapporto con Dio non ha quasi nulla perché altrimenti dovrebbero spiegare perché mettono all’interno della liturgia le cose più strampalate che nel rapporto con Dio non hanno nulla a che fare, dunque c’è una crisi della liturgia perché c’è un dissenso sulla natura di essa ( 16:53)

    – (22:29) Benedetto XVI non aveva detto aboliamo il nuovo rito e sostituiamolo con l’antico, aveva detto in maniera molto realistica, perché l’aveva visto in atto questo fenomeno, quindi era un uomo che aveva i piedi per terra, aveva detto : mettiamo insieme le due forme, è vero, in modo che si influenzino, in maniera positiva, e pian piano, la nuova forma che qui e la pecca di qualcosa, o l’antica forma che qui e la manca di qualcos’altro, che nel frattempo si è sviluppato, possano come dire, pian piano pian piano, arrivare un giorno a, alla, come dire, alla riforma della riforma, come lui amava dire. Quindi era uno sguardo realistico e, direi razionale, cioè, chiunque abbia un minimo di buon senso non farebbe fatica ad ammetere che è una maniera per fare pace liturgica, lui così disse a Parigi, in uno dei suoi discorsi nel viaggio a Parigi, non possiamo stare a fare la guerra su ciò che di più sacro c’è, cioè la Santa Messa. (23:56)

    – (28:18) (riguardo ai sacramenti celebrati validamente) un esempio: se un bambino sta per morire e non posso battezzarlo con il rito sacramentale previsto, è sufficiente che io prenda dell’acqua e dica « Io ti battezzo nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo » , quindi tutto il rivestimento, diciamo così, rituale, antico o nuovo che sia, se na va, come dire, a quel paese. Allora, allora, ogni sacramento ha un nucleo, che noi chiamiamo la formula sacramentale, che è necessaria perché il sacramento accada, va bene? Perché le tre cose che formano il sacramento sono: la materia, la forma e l’intenzione; non è l’apparato rituale che rende valido il sacramento, attenzione, il rivestimento può essere più o meno grande, prendiamo il rito bizantino che è una cosa quasi imperiale, o il romano antico, oppure quello scarno ambrosiano eccetera; allora, io prete vengo arrestato, mi tolgono tutto, non ho messale, non ho niente, però c’ho na mollica di pane e due gocce di vino, e ovviamente conosco a memoria la formula Eucaristica, però non è che posso dire tutto il resto: è valida la Messa? Certamente, perché ho detto l’essenziale; dunque, la validità attiene all’essenza del Sacramento, non al rivestimento, certo, io potrei anche celebrare una Messa con uno stravolgimento rituale che appunto metterebbe in pericolo tutto quanto, ma siamo in presenza di eccessi: ecco perché non si può parlare di invalidità del Novus Ordo, si può parlare di debolezza, di depotenziamento, si può dire che c’è una certa desacralizzazione, insomma si possono dire tante cose, ma non la questione dell’invalidità (30:42)

    – (41:26) Benedetto XVI, proprio per evitare l’elitismo, voleva che la Messa fosse dentro la liturgia della Chiesa, quindi celebrabile dovunque, senza mettere all’angolo i fedeli che amano quella Messa, perché non devono stare in parrocchia, bisogna metterli in una chiesetta, qua e la, questo crea l’elitismo, ma non è nell’intenzione della, non era nell’intenzione del Summorum Pontificum fare ciò, ma, inoltre, voglio dire: la gente che partecipa alla Messa antica, non è che vi partecipa per il latino, non è la prima questione, la prima questione è l’atmosfera di sacro che si respira perché il sacerdote è rivolto a Oriente, a Dio. Papa Benedetto nel libro, non era ancora papa, nel libro « Introduzione allo spirito della liturgia », dice con chiarezza che la liturgia ha come cifra suprema che è rivolta a Dio, e quindi è culto, culto vuol dire « colere », vuol dire relazione curata con Dio, e quindi cio impedisce che si trasformi in un intrattenimento dove, come dire, io e tu ci vediamo come è bello facciamo festa siamo amici eccetera eccetera; proprio l’orientamento della preghiera verso il Signore fa la differenza, non è tanto il latino, (43:10)

    – (43:47) il vero punto è, ripeto, la natura della liturgia, la liturgia c’ha un nocciolo di immutabilità che è dato proprio dal divino che entra nell’umano, questo è il Sacramento, come dice sant’Agostino: « Il Verbo cade sull’elemento e avviene il Sacramento »; qual è il Verbo? Il Verbo divino che, cadendo sull’elemento materiale, il pane, il vino, l’acqua, l’olio, eccetera eccetera, fa accadere che cosa? La Potenza divina che trasforma e che ha l’effetto di trasformare poi colui che riceve quel Sacramento; non dimentichiamo che i Sacramenti sono stati istituiti da Gesù Cristo, cioè Lui, per salvare il mondo, per salvare le anime, non ha pensato a fare le marce della pace, a promuovere i convegni sulla legalità, a mettere le bandiere arcobaleno eccetera, eccetera, eccetera. Ha istituito i Sacramenti dicendo: questi sono la continuazione dei miei gesti di salvezza che io ho portato nel mondo. Perché il Signore è venuto nel mondo non per portare la pace, non per portare la giustizia e tutte le chiacchere che sappiamo, ma è venuto per portare Dio, cioè è venuto, questo lo dice papa Benedetto nel libro « Gesù di Nazareth », prego andare a leggere. Perché Gesù è venuto, il figlio di Dio è venuto nel Mondo? E’ venuto per che cosa? Per portare la pace? No, tant’è vero che siamo in guerra più di prima! Per eliminare la fame? No, tant’è vero quanta gente non mangia! E così via. E’ venuto per portare Dio, cioè per rendere presente Dio, senza del quale l’uomo non può vivere: Dio è come l’aria che si respira. Quando l’uomo è lontano da Dio, muore! Gli manca l’aria! Allora il Signore è venuto nel mondo a portare Dio, e quindi i Sacramenti sono Dio che agisce; Dio agisce sulla materia, ecco perché i Sacramenti si chiamano Sacramenti, o come li chiamavano i Padri i Misteri, cioè laddove tu devi chiudere gli occhi, mistero viene da mio, mio vuol dire, come anche miopia, vuol dire chiudere gli occhi se vuoi cogliere l’essenziale, ecco, in questi segni c’è l’essenziale, per cui tutte le questioni: validità, non validità, sono tutte questioni che portano fuori strada: il vero problema è la presenza del Signore in mezzo a noi: « Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo »; e questo è ciò che rende la Chiesa indefettibile, la Chiesa non è indefettibile per forza propria, per bravura sua, ma perché è unita al Capo, e il Capo fa rifluire nel corpo tutta l’energia possibile, tant’è vero che San Carlo Borromeo diceva sempre che la Chiesa ha in se stessa le energie per rinnovarsi in continuazione, non ha bisogno di attingere fuori, ecco l’errore di oggi, che naturalmente non approderà a nulla: ah andiamo apprendere l’ecologia da là, andiamo a prendere la giustizia dall’altra parte, il pacifismo, la fraternità, oggi la fraternità, si vuole perseguire una fraternità, è vero, della gente, dei popoli, della religione, a prescindere da chi, dall’Unico che ha detto come si diventa fratelli, cioè si diventa fratelli riconoscendo Dio come Padre. Chi è che ha detto questo? Gesù Cristo! Allora basterebbe, come ha fatto Cristo, evangelizzare, far conoscere il Padre, far conoscere il Figlio, far conoscere lo Spirito Santo, e noi metteremmo le condizioni della fraternità, e se c’è la fraternità poi viene la pace, e se c’è la pace la la gius , ecco, tutte queste cose qua (48:32)

    • Riguardo al minuto 22:18, è indubbio che il NO è assolutamente valido, quando, ovviamente, celebrato secondo l’intenzione della Santa Chiesa.
      Grazie per questo “lavoro”.
      In Pace

      • Oltre all’intenzione serve anche la materia e la forma.
        Taluni « fantasiosi » sacerdoti NO non hanno celebrato validamente perché:
        – hanno modificato le parole della consacrazione,
        – non hanno usato pane di frumento e vino d’uva.
        Hanno fatto un « bell’intrattenimento a sfondo religioso », ma non hanno certamente celebrato una Santa Messa.
        Altri due punti molto importanti vorrei sottolineare riguardo all’intervento di mons. Bux:
        – la riforma liturgica attuata nel NO non è quella auspicata dalla Costituzione sulla Sacra Liturgia « Sacrosanctum Concilium »;
        – compito primario della Chiesa non è quello di predicare la pace, la fratellanza, l’ecologia, la lotta alla povertà, e nemmeno un Dio Creatore: compito primario della Chiesa è predicare al mondo un Dio che è Padre, è Figlio, è Spirito Santo.

    • Ringrazio anche io perché non ho ancora avuto tempo di ascoltarlo. « Sono » al minuto 28 e sostanzialmente sono d’accordo con Bux, ora continuo i tuo bel riassunto.

    • Che, grazie al Cielo, e alla libertà di figli di Dio dobbiamo seguire sempre quel che lo Spirito Santo ci comanda e lì dove ci conduce, in quanto Lui non ci può indurre in errore o contraddire Se stesso.
      Evitare ad ogni costo il discorso ideologico, la trappola della dissonanza cognitiva, l’attenersi sempre al principio di Realtà.
      Ovviamente noi siamo più liberi di esprimere un pensiero sincero e non costretto da una paura per la pagnotta, la posizione « ecclesiastica », da laici sappiamo che mantenere indipendenza di spirito e attenersi a quel che la Chiesa insegna da sempre senza contraddizione è, oggi come oggi, la sola garanzia di oggettività o, perlomeno, di tentativo di codesta.
      E tu come stai? Tanti anni senza averti visto!
      In Pace

      P.S.: Visto che lì sembrano essere d’accordo con l’art. 1 di TC, ovviamente non andrei a perdere il mio tempo andando ad una loro “messa” scismatica, ma la domanda non si pone nemmeno visto che non abito neanche in Italia 😉

    • Nell’articolo da te citato si critica « chi cerca di mutare la fede, vuoi col Messale di San Pio V vuoi con le stravaganze liturgiche dei Neocatecumenali e di certe frange dei Carismatici ».
      Quando tu sostieni che quell’articolo è stato scritto da « chi non la pensa come voi », significa che tu credi che chi apprezza quanto sostiene l’articolo di Simon « cerca di mutare la fede, vuoi col Messale di San Pio V vuoi con le stravaganze liturgiche dei Neocatecumenali e di certe frange dei Carismatici »: da cosa ricavi le tue supposizioni?

      • Quell’articolo e quella frase in particolare, caro Lorenzo, mostra quanto sia oggettivo il fatto che la fede espressa dal Messale di San Pio V, non sia la stessa fede che quella espressa da chi segue Francesco.
        Ben esprime la perversione del pensiero di chi l’ha scritta: seguire la lex orandi e credendi di 2000 anni di cattolicesimo sarebbe … mutare la fede!
        Preghiamo piuttosto per queste povere anime, che gli dèi rendono folle per poter mandarle in perdizione.
        In Pace

    • Anche io seguo quel blog e padre Ariel. È dalla venuta di Cristo che ogni tanto qualcuno si divide dalla Chiesa ufficiale sostenendo di seguire la vera Fede. Dico solo che la messa , e la liturgia in genere , sono risposte umane alla chiamata di Dio. L unica parte della messa che ci è stata tramandata direttamente da Cristo è l’eucarestia. Il resto è tutta opera umana e gli uomini possono cambiare quello che fanno. Gesù non andava a messa. Andava al tempio ebraico. E ci andava in obbedienza alle regole e precetti ebraici anche se ogni tanto , quando li trovava ipocriti, li denunciava. Ma per il resto seguiva quello che tutti facevano , Pasqua inclusa. Ora se lo faceva lui , in obbedienza alla « chiesa » antica , forse dovremmo farlo anche noi in obbedienza a quella moderna , senza troppo preoccuparci delle conseguenze su di noi e sugli altri, che semmai ricadranno sulle gerarchie ecclesiastiche . Gesù parlava ebraico anzi…aramaico , se volessimo essere coerenti la messa di « sempre » dovrebbe essere in aramaico. Invece si fa della lingua e dei gesti una ideologia che divide. Ma noi siamo cristiani non perché seguiamo una idea o ideologia ma perché seguiamo una persona vivente , cioè il Cristo, ed il suo affidare a Pietro le pecorelle. A molti piace la messa VO per questioni puramente scenografiche o coreografiche, ad altri piace quella NO per lo stesso motivo. La sostanza è che se la messa deve essere un motivo di divisione da Pietro , allora diventa ideologia. La Messa è santa , ma non è sacra (cioè intoccabile).
      Io la penso così, sicuramente sarò superficiale e me ne scuso

  3. In realtà al giorno d’ oggi il fedele laico e’ molto piu’ libero, se vuole, di seguire la Tradizione del sacerdote. Il laico puo’,se vuole, pregare privatamente l’ Ufficio in latino, puo’ ,se vuole, seguire i dettami tradizionali per esempio il digiuno in Quaresima, puo’ ,se vuole, seguire le vecchie regole, digiunare dalla sera prima per fare la Santa Comunione. Puo’ cercare e trovare una chiesa in cui riceviate la Santa Comunione in ginocchio e sulla lingua.
    Insomma oggi il laico puo’ arrabattarsi per continuare a vivere da fedele cattolico ligio alla Tradizione.
    Diverso e’ il discorso per il clero: i preti ,i vescovi sono soggetti ad una dittatura del progressismo. DEVONO per forza attenersi alle parole comuni ,ai cliche’ , agli atti del modernismo, se non vogliono essere discriminati ed epurati. Il problema enorme oggi e’ un problema che riguarda la STRUTTURA della Chiesa,cioe’ i preti e i vescovi. Preti e vescovi non sono liberi . Sono soggetti ad una autorita’ sempre’ piu’ eretica. Essere soggetti disciplinarmente e dipendere da degli ereteci e’ un incubo. Non vorrei essere nei loro panni. Che possono fare?

  4. Concordo con quel che scrivi anche se è un grandioso off-topic perchè in nulla corrisponde o risponde a quel che ci concerne.
    Rimane la tua ultima domanda: perché ha fatto Francesco della messa uno strumento di ideologia e divisione? Penso che tutti sappiamo il perchè, che è mysterium iniquitatis.
    Per altro, onestamente, una volta in inferno per causa delle gerarchie ecclesiastiche, cosa ne calerà a coloro che vi si trovano che questo loro peccato ricadrà anche su di esse?
    In Pace

    • Se la risposta è per me (per dove è collocata non si capisce ma da qualche accenno direi di sì) allora devo dire che ideologia c’è da tutte e due le parti. Entrambe vedono dietro alla messa un significato che va oltre il suo significato pur importante. Ma una cosa è certa per me : nessuno andrà all inferno per essere andato alla messa del NO e aver seguito il Papa in questo , giusto o sbagliato che sia. C’è un vescovo a Roma sul soglio di Pietro ? Dice di fare così ? Io faccio così e sto apposto con me stesso e con la mia coscienza perché non mi viene chiesto di disobbedire a nessun dogma di fede. Per fortuna siamo liberi. Se mi sbaglio …be allora Dio non è quel buono e giusto che dicono , se condanna all inferno chi segue il Papa solo per il fatto di seguirlo. Idem per chi segue il VO, sarebbe ben strano essere condannati per aver seguito la messa antica . Penso che ci siano altre decine di peccati ben più grandi e ben più subdoli .

      • Caro Viandante ribalti la frittata .
        Nessuno andra’ in Inferno per aver seguito la Messa NO. Certo, ma seguendo la Messa NO e la lex credendi che ci sta dietro e’ piu’ difficile entrare nel Regno dei Cieli. E’ la via larga che prendono tutti ,e’ il.conformismo . I farisei dei tempi di Gesu’ potevano certo,individualmente ,essere dei giusti , ma era piu’ difficile essere dei giusti seguendo la mentalita’ cavillosa e pignola dei rabbini che filtravano il moscerino e ingoiavano il cammello
        Fra i seguaci dei vari movimenti antiecclesiatici del MediobEvo ci potevano certo essere persone stimabilissima e anche dei santi, ma era meno facile mantenersi sulla via del Paradiso, se facevi parte di una setta antiecckesiadtica.
        Così oggi i progressisti possono individualmente andare in Paradiso. Cio’ non toglie che la loro sua la via sbagliata e il NO una pericolosa forma di liturgia similprotestante

  5. Mettiamola così: Novit etiam Deus qui sunt Eis.
    In Pace

  6. E per fortuna che lo sa. Buona notizia per i giusti veri. Brutta per gli altri.

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