Fulvio Di Blasi: La Chiesa non è mai fallibile, ma la chiesa ha fallito.

Entro a gamba tesa nella discussione sulla situazione ecclesiale in questo delicato momento pandemico, nata nel precedente articolo di Lydia, grazie ad una succosa anteprima che l’amico filosofo Fulvio Di Blasi concede al blog.

Le parole che leggerete sono tratte dall’Introduzione del nuovo libro dedicato all’epistemologia e all’etica dei Vaccini che uscirà a breve per la Phronesis. Il titolo del nuovo lavoro è pressoché indicativo: “Vaccino come atto di amore? Epistemologia della scelta etica in tempi di pandemia“. Essendo una breve citazione di un ampio trattato che conterrà 3 tomi (il primo, lo ricordo, è già uscito), è ovvio che probabilmente non chiarirà tutti gli aspetti in campo della disputa, ma certamente fornirà un parere autorevole ed interessante alla questione.

Personalmente non possiamo che ringraziare l’amico autore per l’autorizzazione all’imminente pubblicazione e nel frattempo consigliamo a tutti la visione del corso universitario online di Etica ed epistemologia che Fulvio sta tenendo sul suo canale YouTube


[…] Anche nei momenti peggiori della pandemia, non avevo mai pensato di compiere uno sforzo professionale per parlarne. Perfino quando, prendendo sul serio alcune perplessità di mia moglie, ebbi un ripensamento sui vaccini e sulle politiche dei governi, e quando mi misi a studiare con maggiore attenzione professionale le fonti di informazione rilevanti e ad ascoltare online lectures e convegni specialistici sul tema, non pensai neppure per un attimo di scriverci un libro. Perfino quando iniziò la caccia alle streghe contro i cosiddetti no vax, quando i mass media e la politica iniziarono a trattare me, mia moglie e tanti nostri amici e colleghi che avevano dubbi sui vaccini e sulle decisioni da prendere in merito ad essi come se fossimo pazzi e idioti da deridere e insultare pubblicamente… Neppure in questo frangente pensai di scrivere un libro sul tema. Anzi, la mia reazione iniziale fu l’opposto. Decisi di smettere di leggere molti giornali e di guardare la televisione e mi concentrai su altri libri che stavo scrivendo. Purtroppo, stralci odiosi di talk show pseudo giornalistici condotti all’insegna dell’ignoranza, dell’arroganza e dell’insulto mi tormentavano lo stesso tramite le clip che ne giravano inevitabilmente sui social. Ma neppure questo mi stimolò al punto da trasformare tutto ciò che avevo studiato e maturato sulla pandemia in un libro. Qualche post ironico, adirato o stupito sui social mi bastava per distrarmi, sfogarmi e tornare al mio lavoro abituale.

Una cosa però fece traboccare il vaso, e non riguardava la mia vita professionale ma la mia vita di fede. Le istituzioni politiche avevano infranto il loro dovere fondamentale di rispettare la verità e la libertà dei cittadini. Avevano violato il diritto di ogni persona libera ad una informazione corretta e onesta. Avevano cercato demagogicamente di orientarne e piegarne la volontà, l’intelligenza e la condotta. I medici, dopo la prima ondata di eroismo, così carico di magnanimità ed esemplarità, si erano lasciati infine mettere le briglie e standardizzare al ribasso da un potere politico che li voleva burocrati e lontani dai pazienti, almeno fino alle ospedalizzazioni. Si erano lasciati sostituire da direttive povere e generiche di impersonali agenzie governative, ridurre ad attacca francobolli, mortificando l’esercizio di una professione che inizia e finisce sempre con la cura e le attenzioni per il paziente. Gli scienziati avevano fallito anche loro nel lasciare che un riferimento generico, magico e mistico ad un’entità superiore e inesistente chiamata “la Scienza” si sostituisse, nel sentire comune e nella demagogia di politici e giornalisti ignoranti e senza scrupoli, alle discussioni serie e reali tra gli studiosi e al pensiero critico. Il giornalismo era morto, sostituito dalla volontà di potenza di chi ha in mano i mezzi di informazione e decide di utilizzarli solo ed esclusivamente per convincere tutti dei propri pregiudizi e per farli conformare alle decisioni della classe politica. Ma il giornalismo non dovrebbe essere il baluardo dell’inchiesta e della democrazia reale proprio in periodi in cui la politica rischia di avere troppa mano libera e troppo potere?

Nonostante tutto, però, nonostante tutti questi fallimenti, mi continuava a bastare spegnere il televisore, chiudere le pagine online dei quotidiani di regime e concentrarmi sulla mia famiglia, sulla mia ricerca e sui miei libri.

Una cosa, come dicevo, mi ha infine bloccato dall’atteggiamento di chiudere la porta e starmene a casa a fare le mie cose: il fallimento della chiesa. Mi riferisco, naturalmente, non alla Chiesa vera, cioè al Corpo Mistico di Cristo che vive nel mistero del Suo Popolo, e che cammina nella storia assistita dallo Spirito di Verità. La Chiesa vera è l’umanità di Cristo, Dio incarnato che diventa sacramento, che diventa mistero della presenza di Dio in mezzo a noi. Quando Dio si fa uomo, la materia diventa contatto diretto col soprannaturale: «”Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?
Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?» (Gv 14, 9-10).

L’Incarnazione non finisce con l’ascesa al Cielo di Gesù. L’incarnazione resta fino alla fine dei tempi, solo che dopo l’ascensione il mistero sacramentale raddoppia. Mentre duemila anni fa Gesù lo vedevamo e, toccando la sua umanità, toccavamo realmente e misteriosamente Dio, adesso non lo vediamo ma tocchiamo realmente e misteriosamente Dio toccando la Sua umanità sacramentale, realmente presente nel suo Popolo. Chi non capisce che la Chiesa è il Corpo di Cristo incarnato che continua a camminare ed agire misteriosamente nella storia con le gambe e le braccia dei suoi fedeli non ha capito niente di interessante della Chiesa. Questa Chiesa, per un credente, non può mai fallire. Gli uomini, però, sono fallibili e peccatori. Perfino il giusto pecca sette volte al giorno, il che è un monito importante contro qualsiasi presunzione e idolatria delle personalità. Qui sulla terra, nessuno è santo e tutti dobbiamo sempre stare molto attenti. Solo il Popolo di Dio nel suo complesso è Santo, perché è il Corpo di Cristo.

La chiesa come istituzione umana è fatta di uomini che sono tutti fallibili, a partire dal Papa (eccetto naturalmente per quelle rarissime volte nella storia in cui parla ex cathedra di cose di fede e di morale). La Chiesa come Popolo militante (cioè, senza considerare chi sta in Purgatorio e in Paradiso) è fatta di tre tipi di fedeli, tutti chiamati allo stesso modo ad essere santi e tutti cellule del Corpo Mistico di Cristo: ci sono i chierici (diaconi, presbiteri e vescovi), ci sono i religiosi (che fanno i voti e che potrebbero anche essere al tempo stesso chierici) e ci sono i fedeli laici. Nessuno è di serie A e nessuno di serie B o C. La dignità di ogni fedele si radica nella chiamata alla comunione con Dio e nel lasciare che Cristo operi in lui nella storia del mondo. I chierici hanno una responsabilità istituzionale, ma se alcuni o molti chierici sbagliano Cristo opererà di più tramite altri fedeli, perché la Chiesa vera, sacramentale, non è mai nelle mani di nessun singolo o gruppo di meri uomini.

Quando parlo del fallimento della chiesa in questi tempi di pandemia, mi riferisco quindi al fallimento di molti chierici (non tutti, grazie a Dio), che dovrebbero parlare del messaggio di salvezza del Vangelo e delle verità rivelate da Dio e invece parlano di vaccini e di green pass come se ciò appartenesse al depositum fidei. Parlo del fallimento di una chiesa che genera dubbi etici su cose che appartengono alla coscienza e al ragionamento prudenziale di ogni fedele. Parlo di una chiesa che si allinea e si allea col potere politico o economico, scambiando il proprio ministero soprannaturale per un servizio assistenziale alle politiche dubbie o opinabili dei regnanti di turno. Parlo di una chiesa che sta zitta di fronte alla demagogia e alla disinformazione. Parlo di una chiesa indifferente alla persecuzione di tanti giusti. Parlo di una chiesa che discrimina e genera conflitti tra i propri fedeli a vantaggio delle politiche transitorie di governanti utilitaristi. Parlo di una chiesa che ha stravolto le sue priorità e gerarchie valoriali. Ma dove sono gli atei e gli anticattolici che gridano sempre al presunto oscurantismo medievale in questi giorni in cui il potere spirituale e il potere temporale sembrano camminare inspiegabilmente a braccetto?

Quando gli “uomini di chiesa” elogiano troppo i politici o gioiscono troppo delle loro attenzioni o le ricercano troppo o manifestano troppi complessi di inferiorità rispetto alle istituzioni politiche o non sanno più distinguere le libertà della Chiesa dalle libertà della politica io divento particolarmente preoccupato. I chierici non sono più intelligenti dei fedeli laici. Spesso è il contrario. E questo è il motivo per cui si rendono così di frequente ridicoli con i politici e i potenti di turno. Molti chierici sono complessati perché non si sentono all’altezza del mondo. L’economia, la politica, la scienza sono per loro troppo in alto, troppo irraggiungibili, e, senza accorgersene, finiscono per inginocchiarsi dalla parte sbagliata, non più nella direzione dell’Altare. Noi laici questi problemi non li abbiamo. I politici, gli scienziati e gli economisti siamo noi. Noi non possiamo avere nessun complesso di inferiorità verso noi stessi, e sono convinto che è anche per questo che, in tempi come quelli attuali, in cui la chiesa dei chierici è vittima dei propri complessi di inferiorità e ingenera troppa confusione e divisione tra i fedeli, il Corpo Mistico tenda ad ispirare maggiormente i laici alla responsabilità di distinguere i confini del depositum fidei, da una parte, e di ciò che appartiene a Cesare, dall’altra.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, e che mi ha condotto a questo libro, è ascoltare la più grande autorità religiosa del mondo dire che vaccinarsi è un atto di amore, dando così l’assist alle autorità politiche per proclamare che vaccinarsi è un dovere civico. A questo punto, il povero fedele cattolico che ha dubbi sul vaccino, e che è anche un buon cittadino, è accerchiato. Il suo dubbio è quindi un atto di egoismo? È una tentazione del demonio? È un atto contrario al bene comune? Oltre alla propria autorità religiosa e a quella politica, si trova al contempo discriminato e perseguitato da tutti con la complicità dei media mainstream. È diventato il cattivo da mettere alla berlina come egoista e nemico del bene comune, con la benedizione del Papa e dei Presidenti. Tutto ciò è inaccettabile e, nel mio piccolo, richiedeva almeno di mettere al servizio di questi giusti perseguitati le mie competenze professionali.

Fulvio Di Blasi



Categories: Sproloqui

13 replies

  1. Grazie, soltanto: GRAZIE.
    Diciamo che sono una di questi… “perseguitati” poiché mi sono posta domande critiche fin dall’inizio…
    Chiara

  2. Dire che vaccinarsi e’ un atto d’ amore e’ stato veramente la goccia che ha fatto traboccare il vaso e fatto cadere le braccia a molti cattolici. Passi consigliare di vaccinarsi appellandosi al parere dei cosiddetti esperti (, pareri che pero’ non sono univoci visto che anche tanti scienziati e medici sono critici) , ma metterla sul piano soprannaturale dell’ amore e’ veramente una vigliaccata : vuol dire fare sentire in colpa, egoisti e cinici, privi di amore, tutta una parte di cattolici che non vuole vaccinarsi.
    Vuol dire operare una discriminazione diabolica e piena di hubrys fra i buoni ( vaccinati) e i cattivi ( non vaccinati) vuol dire screditare per sempre l’ autorita’ del Papa che pronuncia una simile castroneria.
    C’ e’ da piangere: chiunque sara’ Il nuovo papà trovera’ solo macerie materiali e spirituali, distruzione della Chiesa, dell’ autorita’ papale , questo e’ ben peggio del virus Covid .

    • Assolutamente.
      In Pace

    • Non solo averlo detto, ma attuato. Obbligando tutti i membri del Vaticano a vaccinarsi, non permettere l´ingresso dei visitanti del Vaticano se non vaccinati, tacendo sugli abusi di richiesta di Green pass per entrare in Chiesa o in edifici della Chiesa perfino a Caritas.

  3. Non solo la Chiesa bergogliana perde ogni credibilita’ ma anche i cosiddetti “ comitati scientifici” e i cosiddetti esperti . Ecco il j’accuse di uno scienziato israeliano :
    Il seguente articolo del Prof. Ehud Qimron, MD, professore di Microbiologia Clinica e Immunologica all’Università di Tel Aviv, è apparso sul quotidiano israeliano, Ha’aretz, il 6 gennaio 2022.

    Ministero della salute, è ora di ammettere il fallimento
    Alla fine, la verità sarà sempre rivelata, e la verità sulla politica del coronavirus sta cominciando ad essere rivelata. Quando i concetti distruttivi crollano uno ad uno, non resta altro che dire agli esperti che hanno guidato la gestione della pandemia – ve l’avevamo detto.

    Con due anni di ritardo, vi rendete finalmente conto che un virus respiratorio non può essere sconfitto e che qualsiasi tentativo del genere è destinato a fallire. Non lo ammettete, perché non avete ammesso quasi nessun errore negli ultimi due anni, ma a posteriori è chiaro che avete fallito miseramente in quasi tutte le vostre azioni, e persino i media stanno già facendo fatica a coprire la vostra vergogna.

    Vi siete rifiutati di ammettere che l’infezione arriva a ondate che svaniscono da sole, nonostante anni di osservazioni e conoscenze scientifiche. Avete insistito nell’attribuire ogni declino di un’ondata unicamente alle vostre azioni, e così attraverso una falsa propaganda “avete sconfitto la peste”. E ancora una volta l’avete sconfitta, e ancora e ancora e ancora.

    Vi siete rifiutati di ammettere che i test di massa sono inefficaci, nonostante i vostri stessi piani di emergenza lo dichiarino esplicitamente (“Pandemic Influenza Health System Preparedness Plan, 2007”, p. 26).

    Avete rifiutato di ammettere che la guarigione è più protettiva di un vaccino, nonostante le conoscenze e le osservazioni precedenti dimostrino che le persone vaccinate non guarite hanno più probabilità di essere infettate di quelle guarite. Avete rifiutato di ammettere che i vaccinati sono contagiosi nonostante le osservazioni. Sulla base di questo, speravate di ottenere l’immunità di gregge con la vaccinazione – e avete fallito anche in questo.

    Avete insistito nell’ignorare il fatto che la malattia è decine di volte più pericolosa per i gruppi a rischio e gli adulti anziani, che per i giovani che non sono nei gruppi a rischio, nonostante le conoscenze che venivano dalla Cina già nel 2020.

    Avete rifiutato di adottare la “Dichiarazione di Barrington”, firmata da più di 60.000 scienziati e medici professionisti, o altri programmi di buon senso. Avete scelto di ridicolizzarli, calunniarli, diffamarli e screditarli. Invece dei programmi e delle persone giuste, avete scelto professionisti che non hanno una formazione adeguata per la gestione delle pandemie (fisici come consiglieri principali del governo, veterinari, agenti di sicurezza, personale dei media, e così via).

    Non avete istituito un sistema efficace per segnalare gli effetti collaterali dei vaccini, e i rapporti sugli effetti collaterali sono stati persino cancellati dalla vostra pagina Facebook. I medici evitano di collegare gli effetti collaterali al vaccino, per timore che voi li perseguitiate come avete fatto con alcuni dei loro colleghi. Avete ignorato molte segnalazioni di cambiamenti nell’intensità mestruale e nei tempi del ciclo mestruale. Avete nascosto i dati che permettono una ricerca obiettiva e corretta (per esempio, avete rimosso i dati sui passeggeri dell’aeroporto Ben Gurion). Invece, avete scelto di pubblicare articoli non oggettivi insieme ad alti dirigenti della Pfizer sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini.

    Un danno irreversibile alla fiducia

    • Riportato ieri da un Onorevole alla Camera mentre erano in procinto a votare l’ennesima fiducia al DL sul superGP. Che vergogna.

  4. Grazie Minstrel, grazie Professor Di Blasi. Grazie davvero!

  5. Condivido appieno e ringrazio di cuore per quello che ha scritto, a parte due passaggi che sono secondari riguardo al problema affrontato:
    1. “… Dio, adesso non lo vediamo ma tocchiamo realmente e misteriosamente Dio toccando la Sua umanità sacramentale, realmente presente nel suo Popolo. Chi non capisce che la Chiesa è il Corpo di Cristo incarnato…”
    – quel Gesù che viveva allora in Palestina, possiamo ancora realmente toccarLo nell’Eucarestia;
    – la Chiesa non è il corpo incarnato di Cristo ma è il suo corpo mistico;
    – sono oggi molto restio a parlare di “Popolo” perché i danni che oggi papa Francesco sta facendo alla cattolicità, universalità ed apostolicità della Chiesa con la sua “teologia del popolo” sono sotto gli occhi di tutti.
    2. “… ci sono i chierici (diaconi, presbiteri e vescovi), ci sono i religiosi (che fanno i voti e che potrebbero anche essere al tempo stesso chierici) e ci sono i fedeli laici.”:
    – ci sono i chierici ed i laici, ci sono solo persone battezzate e ci sono persone battezzate e ordinate.

  6. In sintesi si tratta dello scandalo estremo e “finale” dell’abbandono da parte del “Katechon minor” (la gerarchia militante). Ma il vero fedele sa che gli rimane sempre e per sempre, come elemento oggettivo (cioè “essoterico” con due “s”) e stabile, il “Katechon major”, costituito dal depositum fidei (basato sulla speculazione teologica comprensiva dei propri “preambula” filosofici) e dalla tradizione. Per questo l’opera di carità culturale nel senso più ampio vale ancora di più in questi frangenti, perché in assenza di una gerarchia a cui potersi affidare, bisogna necessariamente appropriarsi in prima persona dei fondamenti sempre e solo essoterici della nostra fede.

    • Leggo la tua frase togliendo essoterico ed usando rivelato o rivelati. Quindi consideri il katechon la gerarchia, ma mi sembra stridente rispetto al deposito. Ne fai o non ne fai una questione sacramentale?
      Grazie

      • 1) Non ho condotto particolari studi in materia, ma secondo quello che ricordo non mi pare ci sia una dottrina teologica consolidata, tanto meno definita, sul punto. Mi parrebbe più che lecito, in ipotesi, vedere il papa come Katechon e in senso estensivo, dato che lui è il capo della Chiesa visibile, anche la gerarchia e in ultimo la dottrina definita e quella consolidata.

        2) Il termine “essoterico” non è opposto a “rivelato”, ma è più esteso e l’ho usato proprio per questo, dato che mi riferivo non solo alla dottrina direttamente oggetto di rivelazione, ma anche alle dottrine di preambolo e fondamento o di ausilio come quelle filosofiche e giuridiche. La Chiesa in questo senso largo è campionessa assoluta di essoterismo, poiché tutto in ambito teologico, rituale, filosofico e giuridico è depositato in forma essoterica e dunque messo a disposizione di chiunque, al contrario di quanto è sempre avvenuto in tutte le sette gnostiche. Ed è anche questo il senso più proprio dell’aggettivo “cattolica”, ossia rivolta universalmente a tutti, perché tendente alla conversione di ogni essere umano tramite l’annuncio della verità rivelata (e non solo).

        Cordiali saluti

  7. Rispetto al primo punto aggiungo che il papa, in quanto massimo interprete del “munus docendi”, assolve, proprio nello svolgimento di tale ruolo, uno dei compiti fondamentali della propria funzione. Il che significa che quanto eventualmente contribuisce a chiarire e insegnare in materia dottrinale (specialmente in caso di definizioni “ex cathedra”), è più importante della sua stessa persona nel costituire baluardo “trattenente” il male e in questo senso ho parlato allora di “Katechon maior” in riferimento al deposito della fede.

    • Va bene. Tralasciando l’exotericità ( che è anche il massimo dell’esoteticità volendo ) su cui concordo mi sembra appunto che il discorso verta sull’aspetto giurisdizionale divino proprio perché le definizioni straordinarie sono infondo decreti propri dell’autorità competente. Insomma il kathecon potrebbe venir meno dunque sia per gerarchia indegna che per gerarchia “infiltrata” e dunque illegittima. Carina la definizione di Kathecon maior…in tal senso però, se no non si capisce perché avrei dovuto far domande o controbattere, il depositum ( scrittura, tradizione, liturgia, mistica ) di per sè non dovrebbe essere o porsi come kathecon però mentre stai sostenendo che può esserlo sia il gerarca che il popolo in sè rispettivamente negli altri interventi l’uno e nel primo l’altro…

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