DDL Zan: tutte le perplessità spiegate bene

Finalmente, dopo mesi di incitamento, esortazioni e confronti privati fra noi, gli amici di Storia delle Idee sono approdati su YouTube aprendo un canale dal titolo “L’Altra Campana” e offrendo al popolo di internet, all’indomani della calendarizzazione del DDL Zan in Senato, un video/contributo di straordinaria lucidità e efficacia, atto ad illustrare in modo sintetico e non superficiale, tutte le problematicità insite nel ddl e nella retorica dell’omofobia e dell’intolleranza operata da alcune lobby e da moltissimi mass-media mainstream.

In poco più di 30 minuti dunque, la voce di Sara, sicura come una Beatrice in paradiso, vi guiderà attraverso questo sommario:

  • La questione omofobia
  • Sulle rivendicazioni sociali LGBT: matrimonio, adozioni e utero in affitto
  • Omofobia interiorizzata?
  • Non c’è emergenza: le statistiche e le liste dei casi italiani di omofobia
  • Contro il ddl: perché è inutile
  • Cosa si intende per “discriminazione”?
  • Che rischio c’è per la libertà di opinione?
  • Il ddl potrebbe essere usato come arma di silenziamento politico?
  • L’articolo 7 e le attività LGBT nelle scuole
  • L’incoerenza di alcuni militanti
  • Ddl e disabilità: solo uno specchietto per le allodole?

Nulla scampa dall’analisi lucida e definitiva dei nostri eroi. E alla fine del video forse vi rimarrà l’inquieta sensazione che solo da domani inizierà il vero e proprio “Europeo”, altro che Italia-Inghilterra. L’Italia, fregandosene bellamente del Concordato e delle moltissime rimostranze sollevate in sede di Commissione da infiniti esperti, si adeguerà ai diktat di stampo internazionale oppure “perderà il treno europeo”, trainato dai cosiddetti sedicenti paesi progrediti, bocciando il disegno di legge?

Inutile dire, complice anche il video sottostante, a quale squadra va il tifo in questo caso… come dice un commento youtube: “c’è chi è a favore del ddl e c’è chi lo ha capito”.

Grazie ragazzi, serviva un canale simile e complimenti per l’inizio al fulmicotone!



Categories: Attualità cattolica, Transumanesimo

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10 replies

  1. Premetto che non intendo interferire nel lato politico specifico all’Italia in questa faccenda.
    Ho guardato la video fino in fondo e concordo che essa sia molto chiara ed esplicativa: su questo niente da ridire.

    Eppure, questa video ha già perso sul fondo la battaglia culturale per una semplice ragione: utilizza lo spazio culturale definito dal quadro linguistico della sovversione “gender”. Se si utlizzano i concetti ed il linguaggio del “nemico” si ha già perso, per principio.

    Sono spiacente,ma se utilizzo concetti come “omosessuale” al posto di “persona con tendenze omossessuali”, o con “comportamenti omossessuali” o “praticanti atti omossessuali”, accettando de facto una sostantivazione, cioè una “essenzializzazione” di quel che sono solo posture oggettivamente accidentali per una persona e, quindi , aggettivali, ho già perso non solo la battaglia ma la guerra stessa. Come anche usare della nozione di transessuale il quale è una persona che per ragioni psicologiche, o culturali, o morali, o edonositiche, non vuole assumere il proprio sesso reale rimanendo oggettivamente sfasato di fronte alla propria realtà, come lo sarebbe uno che volesse davvero diventare Napoleone o uno struzzo o una gallina.

    Orbene, un essere umano, indipendentemente dalla sua età, dalle sue disabilità psichiche, fisiche, sociali va da essere rispetttato e protetto: voler creare nuove categorie ontologiche senza corrispondenza con la realtà oggettiva vuol dire mettersi nella situazione aberrante attuale già in opera in troppi paesi.

    Se introduco una definizione non basata sul reale, tipo un” dragone”” od una “fenice”, potrei creare la teoria DFBT+, cioè la teoria dove i dragoni vanno con i dragoni, le fenici con le fenici, dei dragoni che vogliono essere considerati e trasformati in fenici e viceversa, delle fenici che vanno con i dragoni e le fenici, mentre i dragoni che si considerano uomini maschi sono eccezioni come anche le fenici che si considerano donne femmine ; tutto bello, salvo in una realtà dove i dragoni e le fenici non sono mai esistiti, ma solo uomini maschi e donne femmine, certo con difetti accidentali, che sono, e sempre saranno uomini maschi e donne femmine.

    Ma se utilizzo, come se fossero, realistici, i concetti di dragone e fenice, allora già mi sono dato una zappata sui piedi, perché, già si sà, dragoni e fenici sono per loro “natura” concetti senza corrispondenza nel mondo reale, ai quali si può far fare in un mondo immaginario tutto ed il contrario di tutto.
    Come anche andare in classe di bambini e minorenni e spiegare loro che glu uomoni maschi e le donne femmine non esistono, ma solo i dragoni e le fenici che nessuno ha mai incontrato, né mai incontrerà, nella vera vita.

    In Pace

    • Ci sarebbe molto da dire, ne ho parlato diffusamente anche con gli autori del video che mi hanno offerto comunque delle buone spiegazioni riguardo ad alcune scelte lessicali (fra cui necessità di citare perfettamente il testo di legge che usa la neolingua, utilizzo della neolingua per dimostrarne l’inconsistenza logica dell’impianto normativo a chi la usa, cercare di non appesantire un discorso narrato ecc).

      Resta comunque un appunto necessario anche se alcune cose avanzate dagli autori in questo specifico caso le trovo legittime.

      Detto questo, beccatevi l’avvocato Lorenzo Borrè sul linguaggio del ddl. Altra carne al fuoco.

      No pasaran! Difendere la Costituzione dall’attacco del DDL Zan

      Se l’art. 3 della Costituzione, laddove cita le “condizioni personali”, si riferisse all'”identità di genere” e cioè “all’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso”, allora i 9/10 dell’articolato del DDL Zan sarebbero superflui: parificare l’appartenenza biologica ad un determinato sesso (maschile o femminile) all’identità di genere è invece un’operazione chiaramente ideologica o, come direbbe Engels, l’elaborazione di una sovrastruttura dell’ideologia liquida della Forma Capitale.
      L’equiparare forzatamente, per legge, situazioni ontologicamente diverse non corrisponde affatto al principio di uguaglianza e tantomeno a quello di libertà e non tutela alcun diritto civile, anzi: l’abuso della parola “diritto” è indice di una perdita di libertà; come rilevava già Confucio: se i nomi non sono corretti, se non corrispondono alla realtà, il linguaggio è privo di oggetto. Se il linguaggio è privo di oggetto agire diventa impossibile e quando le parole perdono il loro significato, le persone perdono la propria libertà. E di ciò si trova una premonizione nel dettato dell’art. 4 del DDL Zan, che lascia all’arbitrio interpretativo del Giudice il valutare se una condotta non tipizzata possa essere discriminatoria o meno, lasciando così che la volontà del Legislatore sia surrogata da quella del suo interprete. Le leggi che difendono, in principio, la dignità delle persone e la parità di trattamento già ci sono: qui siamo in presenza di un tentativo di destrutturare per via normativa lo statuto antropologico fondato sulla distinzione (ma nella parità dei diritti e dei doveri) tra femminile e maschile. Gli effetti aberranti già li vediamo negli Stati Uniti, dove la corsa verso il baratro (delle vere disuguaglianze) è avanti di almeno un decennio. E’ in atto un formidabile attacco giuridico e ideologico alle libertà costituzionali che non ha precedenti nella storia repubblicana, il motto dei parlamentari liberi e libertari sia dunque: NO PASARAN!
      Lorenzo Borrè, avvocato

    • Sulla questione lessicale e le eccezioni che poni, @simondecy sono assolutamente d’accordo in linea di principio.

      Dal punto di vista pratico, bisogna anche convenire che molti termini della “neolingua” sono utilizzati e metabolizzati dai più e se “ai più”, un video come quello segnalato vuole parlare (credo) perché c’è un logica che va ben oltre le questioni confessionali. Bisogna quindi superare lo scoglio di una terminologia, fatta di più termini (non omosessuale, ma persona che… ecc ecc) e che per essere correttamente compresa, presuppone una conoscenza e una visione antropologica, che inevitabilmente sfugge ai più – e diciamocelo, persino a tanti in ambito cattolico.

      Io vedrei bene in un video come quello di cui sopra, un incipit, una premessa, dove chi lo presenta, elenchi brevemente i neo-termini che verranno utilizzando e quale dovrebbe essere la terminologia corrispondente alla realtà delle cose.

      Così facendo, si prendono le distanze da un uso improprio (pur facendone uso) e si fa un’opera di istruzione e educazione preventiva.

      • Infatti, riportando nell’ambito lessicale le nozioni che corrispondono ad una descrizione della realtà, non si parla di confessione (chi ci tiene al reale non è solo il fedele cattolico), ma ci si dà i mezzi di rispiegare e di “obbligare” le persone a riflettere di nuovo con la loro testa,
        Una persona con tendenze omossessuali, ad esempio, è un essere umano come te e me e dove lui e noi ci ritroviamo è nel fatto di essere un essere umano ed è da lì da dove sgorga il fatto che debba essere rispettato, irrilevante essendo il fatto che abbia tali , o altre tendenze, magari anche non conformi alla sua natura umana.
        Ma un omosessuale in quanto tale è, concettualmente, una realtà ontologica differente da quella di un eterosessuale: cosa ci accomunerebbe? perché si dovrebbe rispettare i primi ( o i secondi)? Perché senziente? Perché urlante? Perché depravato? Perché etc etc?
        Queste neo definizioni porteranno solamente a violenza, perché in un contesto puramente relativistico la ragione non ha il suo posto (tutto è relativo ragionamento compreso) e rimane come solo strumento di risoluzione di conflitti la violenza conclusiva del più forte, il passaggio dalla democrazia alla tirannia.
        In Pace

        • Sottoscrivo.

        • Bisognerebbe chiedersi come mai questa cura per i termini ci sia solo ora , che le persone con tendenze omosessuali hanno acquisito un loro spazio nella società , mentre fino a 50 anni fa nessuno , anche tra i cattolici , si preoccupava se venivano definite con termini dispregiativi e perentori , oltre ad essere oggetto di divieti e incriminazioni (Alan Turing, che fu determinante per la sconfitta dei nazisti, fu condannato per omosessualità negli anni 50′ del secolo scorso, non un millennio fa).
          Discutere di questo argomento senza abiurare e condannare senza mezzi termini quello che è avvenuto contro queste persone nei millenni mi sembra riduttivo ed espone a non essere considerati interlocutori credibili, anche quando si dicono cose corrette.
          Inoltre è evidente che quanto avviene a livello di recriminazioni in questo mondo dell’ omosessualità non possa che essere in parte che l’ onda lunga e reattiva di queste discriminazioni secolari . Quindi sarebbe fondamentale che il mondo cattolico , più che distinguersi sui termini , mettesse immediatamente in chiaro quali sono i diritti inalienabili delle persone che anche un cattolico deve difendere (pure se sono peccati) e quali invece oltre ad essere peccati non sono neppure diritti. Partire dai primi è fondamentale altrimenti l’approvazione sempre maggiore verso certi diritti o pseudotali produrrà nella società istanze verso leggi e regolamenti sempre più spinti in questo senso.
          Contunuare , nelle more dei discorsi, a considerare la tendenza omosessuale come una caratteristica non innata ma indotta , ed in qualche modo sanabile , non aiuta in alcun modo questo riconoscimento reciproco e produrrà negli anni più danni di quanti ne evita. È possibile che il DDL Zan non passi, ma non certo perche il Senato si sia convertito al Vangelo quanto per il mero calcolo politico di questo o quel partito. Attenzione però che è questione di tempo e non appena in parlamento si produrrà una maggioranza favorevole al tema (magari tra anni) ci sarà un altro DDL Zan peggiore di questo , come avvenuto già sulle unioni civili e su altri argomenti che potevano essere regolati meglio e sono stati invece respinti per anni per poi produrre una reazione sempre peggiore.

          • Questo tuo intervento, caro Viandante, mostra ancora di più quanto sia necessaria una precisione linguistica e concettuale e specialmente in questo contesto.

            (A) Le persone con tendenze omossessuali non sono MAI stato l’oggetto di persecuzione nella Chiesa
            (B) Le persone che hanno pratiche omossessuali, invece, sono sempre state avvisate che il loro comportamento grida vendetta direttamente al trono stesso di Dio esattamente come coloro che non pagano la giusta mercede ai loro lavoratori, che non c’è posto per loro come neanche per tutti gli altri lussuriosi e depravati al cospetto di Dio, salvo, ovviamente, se si convertiscono e se ne pentono
            (C) Le persone con tendenze omossessuali hanno esattamente gli stessi diritti di tutti gli altri battezzati nella Chiesa: le condizioni per l’accesso ai sacramenti sono esattamente le stesse per tutti; i doveri sono pure gli stessi. Non riesco a vedere un solo caso di discriminazione nei loro riguardi rispetto a qualunque altro battezzato
            (D) Tutti noi abbiamo il “diritto” di peccare ma controbilanciato dall’ovvio “dovere” di pagarne tutte le conseguenze.
            (E) La tendenza omossessuale potrà essere in alcuni casi innata ed in altri casi indotta: ma se i movimenti omossessualisti vogliono fare la loro propaganda di perversione dei giovani e dei giovanissimi è perché neanche loro ci credono tanto che sia sempre così “innata” da soddisfare i loro continui e rinnovati bisogni di “carne fresca”. Comunque dal punto di vista della Chiesa nei due casi non cambia niente: avere una tendenza non è in sé un peccato, come avere la tendenza ad essere un cleptomane non è un peccato, o avere la tendenza ad essere un pigrone non è peccato, o avere tendenza ad essere geloso, goloso o altro, niente di tutto ciò è peccato, che queste tendenze siano innate oppure no, la radice del tutto essendo nella realtà del peccato originale e nelle sue conseguenze.
            (F) L’omossessualismo è incompatibile con il cristianesimo, come qualunque teoria che voglia considerare comportamenti ( non le tendenze) viziosi come buoni e, per giunta, imporli agli altri e agli innocenti.

            Spero che tutto sia ormai ben chiarito.
            In Pace

            • « (A) Le persone con tendenze omossessuali non sono MAI stato l’oggetto di persecuzione nella Chiesa »
              Risposta : Della Chiesa NO ma di molti cristiani SI. E molti partivano da quello che ritenevano Chiesa dicesse. Credo che sarebbe ora di dire che è vero , senza giri di parole.
              inoltre , più in generale : mi sembra che si stia parlando di una proposta di legge che riguarda tutti i residenti sul suolo italiano indipendentemente dalle convinzioni religiose.
              Nessuno ha mai messo in dubbio il diritto della Chiesa cattolica , come di altre religioni credi o convinzioni, di condannare o ammonire o negare eucarestie o sostenere che certi comportamenti portano all’inferno o altrove. D’altra parte il Paradiso non è un diritto costituzionale che possa essere garantito dallo Stato e pertanto la sua eventuale negazione non costituisce discriminazione o minaccia 🙂

              • Se dei cristiani, dei musulmani e altri pagani hanno perguitato persone con tendenze omossessuali con sola ragione questa tendenza, male hanno fatto perché non hanno rispettato la persona umana.
                Se poi dei cristiani , dei musulmani ed altri pagani hanno fatto di tutto per circoscrivere le pratiche omossessuali, notoriamente anti-naturali e quindi anti-sociali, bene fecero visto che il loro contesto socio-culturale lo permetteva e che ci tenevano a proteggere le proprie famiglie dai viziosi praticanti di tali abomini, che, lo sappiamo, gridano vendetta al cospetto stesso di Dio.
                Ancora oggi dobbiamo fare di tutto per evitare che innocenti siano pervertiti da tale pratiche (come da qualunque altro vizio peraltro) e finiscano schiavizzati ed infelici perché, in finis, dominati da comportamenti che vanno contro il loro stesso essere (natura).
                In Pace

          • « …quali sono i diritti inalienabili delle persone che anche un cattolico deve difendere (pure se sono peccati) ».
            Pure se sono peccati???
            Quindi il Cattolico (nonché presumo Cristiano) dovrebbe spendersi per dei peccati assurti a « diritti inalienabili » per la mentalità del mondo (come l’aborto ad esempio)?
            FANTASTICO!
            Praticamente seguaci dell’Anticristo… siamo al top, come direbbe qualcuno .

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