Aborto: un commento definitivo

L’immagine in testa a questo articolo raffigura un manifesto antiabortista che settimana scorsa girava per Roma. Credo sia inutile in questa sede informare che il cartellone, narrante una banale realtà, abbia sollevato un vespaio di polemiche inutili e urla sguaiate senza logica in coloro che, per volontà, non accettano la realtà ontologica nella quale sono immersi.

Ma non tutto il male viene per nuocere. Fra i molti commenti social sciocchi, inutili, ridicoli, miserabili e urlati (quest’ultimi presenti in entrambe le parti in gioco), un amico di Croce-Via, co-fondatore del blog “Storia delle idee“, ha redatto una vera e propria chicca che va, a nostro avviso, serbata a futura memoria.

Nelle righe sotto riportate, Luca è riuscito a unire riflessioni filosofiche di mind-body problem, considerazioni di biologia precise e dettagliate, risposte apologetiche prolife, chiarimenti sulle illogicità degli argomenti prochoice e molto altro ancora.

Praticamente un vero e proprio articolo della questione “pseudo diritto all’aborto di un individuo a sé stante” vs “dovere di vivere nella realtà e accettare le responsabilità”, chiaro, rapido, scorrevole e purtroppo pure nascosto nelle millemila parole a vanvera presenti nella discussione. (qui)

Per questo, va da sé, abbiamo chiesto a Luca di poterlo pubblicare. Con il suo assenso Luca ci ha informato che molti degli argomenti, uniti ad altri ancora, sono stati pubblicati in un lungo saggio a due mani (Luca e Sara) sul blog “Il canto del gallo” che linkiamo per completezza.

Ora non ci sono scuse: in qualsiasi discussione similare incappiate su web, vi basterà rileggere il presente o quello sopra linkato oppure citare questi articoli per chiudere qualsiasi questione in quattro e quattr’otto. Naturalmente nessuna persona schiava dell’ideologia antirealista cambierà idea grazie a questi scritti. Chi non vuole farsi vincere nemmeno dalla realtà e dalla verità non si può con-vincere con parole che parlano della realtà stessa. La questione è seminare, anche in terreni aridi, con semi ottimi come i seguenti.

Grazie Luca (e Sara!) e buona lettura.


[Agli abortisti non serve mettersi] “la scienza in bocca” sperando di intimorire l’interlocutore, perché qua serve più che altro un ragionamento di buon senso. A parte che “nascituro” significa “che deve nascere”, quindi ci rientra anche lo zigote, basta la foto di un feto di 11 settimane o anche meno per mettere in evidenza come anche nell’intervallo di tempo in cui l’aborto è permesso per legge il concepito abbia già un’elevata differenziazione istologica e morfologica, e soprattutto quanto sia praticamente identico, eccetto che per le dimensioni e, in misura minore, per le proporzioni, ad un neonato.

Per quanto riguarda il concetto di coscienza, è così sfuggente e controverso che pensare di metterlo alla base di distinzioni e decisioni così importanti è pazzesco. Non solo non è ovvio accordarsi su cosa sia la coscienza, ma qualsiasi cosa sia, a voler essere rigorosi non possiamo arbitrariamente negarla al feto o all’embrione. Il pregiudizio sottostante a questa posizione è che la coscienza sia un prodotto del cervello, ed effettivamente entro un certo numero di settimane il concepito non ha ancora cellule cerebrali, e anche dopo che queste sono comparse ci vuole un po’ prima che il sistema nervoso del feto somigli a quello di un individuo umano già nato. Va detto che la legge consente in certi casi l’aborto anche quando il sistema nervoso del feto è praticamente già completato, dunque le norme andrebbero riviste già solo per questo, ma in realtà il problema è più complesso. Il motivo per cui si ritiene che la coscienza sia prodotta dal cervello è che la fisiologia del cervello sembra influenzare gli stati mentali, al punto che lesioni del cervello hanno spesso delle ricadute sulle capacità cognitive, mnemoniche, ecc. A parte il fatto che l’influenza avviene anche in direzione inversa, visto che l’attività mentale influenza lo sviluppo del cervello e le sue configurazioni elettrochimiche, bisogna sempre ricordare che quando si trova una correlazione tra due cose non è detto che il nesso sia causale, e se anche lo fosse non è banale stabilirne il verso (chi causa chi?). Anche l’autoradio quando è danneggiata restituisce in maniera distorta le trasmissioni radiofoniche, ma questo non significa che le trasmissioni siano prodotte all’interno dell’autoradio, che si limita in realtà soltanto a ritrasmetterle. Insomma, per quanto ne sappiamo la coscienza, nonostante un’evidente relazione speciale col cervello, non dipende per esistere necessariamente da questo, né deve potersi collocare realmente da qualche parte all’interno del corpo umano. Poi attenzione, perché alcune concezioni di coscienza rischierebbero di essere inutili per distinguere ciò che è umano da ciò che non lo è, essendo possedute presumibilmente anche dagli altri animali, oppure terribilmente problematiche, perché presumibilmente non applicabili a ciò che è ragionevole presumere della vita interiore di un neonato, al quale si spera non si voglia negare lo status di umano e il diritto a vivere. Si tenga anche presente che un essere umano nato, anche adulto, si può trovare in più occasioni in condizioni di coscienza ridotta o assente (in alcuni momenti del sonno, durante un coma, sotto l’effetto di droghe): in quei momenti l’individuo non è più umano ed è lecito sopprimerlo? A chi ribatte “ma quegli stati sono temporanei”, si faccia presente che anche la presunta assenza di coscienza nel concepito è temporanea, visto che questi è destinato a nascere e crescere, fino a divenire un individuo adulto.

Ma il vero punto è un altro: se anche fosse, perché l’assenza di coscienza dovrebbe consentire la soppressione dell’embrione o del feto? Perché questi non potrebbero soffrirne? Ma vale la stessa cosa per un neonato o per una persona colta in un momento di coscienza ridotta (una persona uccisa nel sonno non ha modo di dolersene, giusto?). Perché si può uccidere chi non è ancora nato ma non chi è già nato a questo punto?

Forse si ritiene che l’essere umano derivi la propria dignità esclusivamente dalla facoltà della coscienza, alla quale si attribuisce non si sa perché una particolare nobiltà, forse perché è legata all’esercizio della volontà, alla possibilità di interagire costruttivamente col resto del mondo ecc. C’è solo un problema: che tutte queste cose non caratterizzano nemmeno un neonato, quindi per coerenza si dovrebbe considerare anche questi sopprimibile. In realtà la coscienza è una funzionalità umana come un’altra, e il cervello una struttura organica come un’altra. Considerare un embrione non umano e tranquillamente sopprimibile solo perché non ha cervello e, presumibilmente, nemmeno coscienza, equivale a considerare un neonato non umano e tranquillamente sopprimibile solo perché non ha la fontanella chiusa, i denti, ecc. E non è solo un problema dei neonati, anche bambini più grandi mancano di alcune caratteristiche tipiche delle fasi di sviluppo successive: i denti sono ancora da latte, la maturità sessuale non è sopraggiunta ecc.

In realtà l’essere umano è innanzitutto un’ontogenesi, e in quanto tale passa attraverso delle fasi. Embrione, feto, neonato, bambino, adolescente e adulto sono solo diverse fasi di sviluppo dello stesso essere, tentare di definire l’essere umano cristallizzando le caratteristiche tipiche di alcune fasi e basta è arbitrario e pericoloso: con lo stesso grado di logicità e coerenza si potrebbero considerare umani e degni di tutela solo gli esseri con sopraggiunta maturità sessuale, con tutte le nefaste conseguenze che possiamo immaginare (in primis la legittimazione dell’infanticidio). Per lo stesso motivo non ha senso dire che fin quando non sembra antropomorfo non è umano e può essere soppresso.

Io spero che la coscienza non sia stata tirata in ballo per la sua relazione con la sofferenza: a parte il fatto che in alcuni casi (ad esempio nel caso il feto abbia la sindrome di Down) è ammesso l’aborto di concepiti ad uno stadio di sviluppo compatibili con la sofferenza fisica e forse anche psicologica, rispondo che allora sarebbe legittima ogni uccisione, anche di esseri umani adulti, avvenuta senza arrecare sofferenza alla vittima, il che non può essere accettato. Non è poi la capacità di soffrire che definisce l’umano o che dà particolare dignità ad esso, altrimenti una persona nata senza la facoltà della nocicezione, e magari con danni all’amigdala che le impediscono di provare le comuni emozioni negative, non sarebbe umana e potrebbe essere uccisa. Senza contare tutti quei casi in cui tali facoltà vengono meno temporaneamente (sotto anestesia per esempio).Infine, chissà che cosa c’entra il pericolo per la donna quando l’aborto nella pratica è possibile sempre e alle donne non viene mai offerto un aiuto morale e materiale che possa farle desistere.

[…]

Oramai è abbastanza noto che l’educazione sessuale a scuola non aiuta in alcun modo a prevenire comportamenti sessuali a rischio, e quindi malattie veneree e gravidanze indesiderate. Nemmeno regalando gli anticoncezionali si è riusciti a mitigare il problema, quel po’ di effetto che in alcuni casi sembra riscontrabile è riconducibile a quei casi in cui l’educazione sessuale si è tradotta in ore in più a scuola: quello che tiene i ragazzi lontani dai comportamenti a rischio in sostanza è il semplice stare impegnati. Alcuni dati suggeriscono addirittura che l’educazione sessuale possa paradossalmente avvicinare ancora di più i ragazzi a comportamenti sessuali incoscienti, ma è vero che qua l’interpretazione è un po’ meno sicura.

Detto questo, l’hai deciso tu che a me stanno a cuore i feti ma non le donne, alle quali non vorrei garantire diritti, opportunità lavorative, aiuti finanziari, ecc. Ho detto anche in questa sede che lo stato deve aiutare le donne moralmente e materialmente, quindi torna a parlare con l’interlocutore vero anziché con l’amico immaginario. Il numero di aborti clandestini prima della legalizzazione dell’aborto è stato sicuramente gonfiato dalle parti politiche interessate alla legalizzazione (altrimenti non si spiegherebbe la discrepanza tra i numeri millantati prima e quelli esibiti subito dopo). Verosimilmente la legalizzazione e normalizzazione stessa dell’aborto ha creato sicuramente una cultura più incline ad esso, inducendo molte più donne a prenderlo in considerazione e quindi a praticarlo (che poi nel corso dei decenni la pratica possa aver avuto una leggera flessione, a parte quella nota prodotta dall’introduzione della pillola, è possibile ma è irrilevante ora).

Faccio solo presente che l’aborto, implicando la soppressione di un essere umano, è un male in sé, non una semplice pratica pericolosa, dunque non andrebbe legalizzato nemmeno se la sua proibizione portasse alcuni a farlo comunque correndo maggiori rischi. Non legalizziamo lo stupro solo perché c’è gente che stupra lo stesso in barba alla legge, non legalizziamo l’eroina solo perché nonostante il divieto esistono comunque gli eroinomani (eppure anche in questo caso il contesto dell’illegalità espone a rischi e problemi aggiuntivi), non rinunciamo ad aiutare i depressi con inclinazioni suicide solo perché esisteranno sempre persone che sfuggiranno alle cure altrui togliendosi la vita. Del resto accettare discorsi di questo tipo significa accettare dei ricatti morali e creare pericolosi precedenti: lo stesso aborto è stato reclamato da persone che praticavano aborti clandestini per poi venire a dire che erano pericolosi e andavano combattuti! In pratica creavano loro il problema per far credere che ciò che chiedevano, la legalizzazione dell’aborto, fosse una soluzione. Un discorso simile lo fanno i mafiosi quando vanno a chiedere il pizzo al negoziante in cambio della protezione del suo negozio (protezione che non servirebbe, se non ci fossero loro a minacciare ritorsioni naturalmente).

Io credo che sia la legge stessa che permettendolo contribuisce alla percezione della sua normalità e necessità. Ne consegue che l’attivismo pro-life è giustificato, nonché doveroso, perché mira a ridurre l’ignoranza delle persone tramite l’informazione, la debolezza delle madri tramite iniziative di sostegno finanziario, psicologico, medico e sociale, ecc. Dal momento che l’aborto non ha mai cessato di essere comunque una cosa sbagliata, la strada da percorrere non può che essere questa, quella della sensibilizzazione. Il timore di tensioni sociali è infondato, la legge infatti potrebbe cambiare solo in corrispondenza di un mutamento del sentire collettivo a favore dell’abolizione dell’aborto.

[…]

Anche se può sembrarti strano, parificare l’aborto all’omicidio non parifica automaticamente chi abortisce ad un assassino, perché nell’aborto in genere non vi è piena vertenza di tutte le implicazioni, anche grazie alle vostre campagne di disinformazione. A me non frega di colpevolizzare nessuno, mi reputo una persona assai discutibile e non mi sento a mio agio a rimproverare gli altri. Tuttavia sarei una persona anche peggiore se stessi zitto mentre si consuma un’ingiustizia ai danni di altri esseri umani indifesi e innocenti.

A me dispiace sinceramente per il dolore di queste donne, verso le quali francamente non nutro alcun sentimento negativo, ma se una campagna anti-abortista dovesse servire a diminuire il numero degli aborti, il bene raggiunto sarebbe, dal mio punto di vista, superiore a questo male.

Del resto non ci poniamo problemi a dire che la violenza domestica è sbagliata, che l’abbandono degli animali è sbagliato, che guidare in stato di ebbrezza è sbagliato, ecc. Eppure in ognuno di questi casi potremmo trovare persone che si sono rese colpevoli di tali misfatti e che a ripensarci oggi vengono divorate dal rimorso. Resta il dovere morale di denunciare ciò che è sbagliato, in modo che si ripeta sempre di meno, e i sensi di colpa di chi sbagliò in passato rientrano nelle normali ed inevitabili sfide della vita, che spesso è fatta di dolorosi riesami della propria coscienza.

Comunque il fatto stesso che una donna che ha abortito possa sentirsi così facilmente colpita da una campagna anti-abortista è indice del fatto che la sua coscienza non è pacificata, indizio del fatto che l’aborto effettivamente deve avere qualche cosa che non va.

Quello che noi vogliamo fare comunque è solo sensibilizzare la gente, e se dovessimo riuscirci non si tornerebbe alle mammane, proprio perché la gente è oramai sensibilizzata e ci dà ragione. Pretendiamo solo di poterci esprimere senza repressione.

Luca GB



Categories: Attualità cattolica, Filosofia, teologia e apologetica

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51 replies

  1. In un’era in cui siamo attenti a non discriminare la qual si voglia, ci si vanta di avere il diritto di discriminare e considerare non-persone chi è soltanto anagraficamente più piccolo.
    Parafrasando il linguaggio odierno, si potrebbero tranquillamente appellare come razzisti anagrafici o suprematisti generazionali.
    Chi di etichette e cortocircuiti mentali ferisce, di logica perisce.

  2. Per quanto io apprezzi l’apologetica pro-life e, di converso, disprezzi come farlocche e inconsistenti tutte le ragioni pro-choise, una a una, mi sono ormai reso conto che in questo, come in molti altri campi, la logica c’entra come i cavoli a merenda. L’unica ragione che veramente conta è quella dell’amore, quella su cui saremo giudicati.

  3. L’ aborto e’ sempre esistito, ed e’ sempre stato considerato per quel che e’ : un modo per evitare figli indesiderati impedendogli di nascere. Chiunque , colto o ignorante, contadino del Senegal o intellettuale parigino, sa in cuor suo cosa e’ l’ aborto. Tutte le chiacchiere e le parole che si fanno intorno sono solo giustificazioni retoriche , non sincere . Sono tutte balle.
    Se ne rendono conto tutti. Le menzogne intorno all’ aborto e le parole vane hanno oggi raggiunto il culmine . Almeno dicessero: si’ l’ aborto e’ un comodo ed egoista modo per liberarci di bambini che non vogliamo. Sarebbero sinceri , almeno.Invece l’ ipocrisia, la falsita’, hanno ammorbato tutto. Fra un po’ sosterranno che e’ un opera meritoria abortire. Forse fra un po’ verra’ detto che e’ criminale NON abortire.
    Stiamo andando verso il capovolgimento di tutti i valori . Il male e’ bene e il bene e’ male.

    • Hai ragione GP. Infatti una delle più grandi menzogne in questo campo è che per ridurre il fenomeno dell’aborto bisogna promuovere vieppiù la pratica della contraccezione; la quale viene mistificata come un bene o, comunque, come qualcosa in grado di prevenire un male peggiore, mentre invece è solo la punta dell’iceberg della cultura del rifiuto (contra accipere – contro l’accettazione); in primo luogo essa manifesta il rifiuto dell’altro che si pretenderebbe di amare (amare, ma non per come veramente l’altro è, cioè persona fertile), e poi rifiuto del frutto vitale di tale amore. Se infatti di una persona si vuole solo una parte, rifiutandola per come ella è nella sua unità ontologica, allora, sul piano ontologico, si sta uccidendo quella persona, smembrandola. La morte inflitta è il risultato del non amore donato. Contraccezione e aborto non sono dunque due concetti in opposizione, ma perfettamente contigui. Infatti l’aborto interviene sempre a completare l’opera della contraccezione quando questa per qualche motivo fallisce, o anche come pratica contraccettiva (chirurgica) alternativa a quelle standard (chimica o meccanica) quando queste non risultassero subito disponibili all’occorrenza. Se per non amore rifiuti la vita, per logica conseguenza finirai per sopprimerla. Non c’è neanche bisogno di volerlo.

  4. L’aborto è la consequenza diretta dello spirito contraccettivo: questo non solo si vede nelle statistiche dove appare chiaramente che vi è corrrelazione positiva tra aborto e contraccezione anche tenendo conto degli aborti cammuffati dalle pillole del giorno dopo, ma è un’ovvietà filosofica e teologica.
    Lo spirito contraccettivo è essere proprio nel peccato il più assoluto al quale si possa immaginare: è proprio un atteggiamento satanico intrinsecamente ingiusto e vizioso, frontalmente contro i primi Tre Comandamenti. E come tutto quel che è satanico, il disconoscere la Volontà di Dio sull’umanità conduce immediatamente all’omicidio, e all’omicidio malvagio ed il più perverso che sia e cioè il massacro di un piccolo d’uomo innocente, indifeso da parte della propria madre: una baccanale di esultazione avviene in inferno ogni volta che una donna sacrifica così il proprio infante della Pachamama, adamantina figura luciferina per eccellenza.
    E proprio ieri, Biden, candidato USA privilegiato dal buon Papa Bergoglio, ha firmato i nuovi decreti in favore del finanziamento dell’aborto anche a livello mondiale: l’adorazione alla Pachamama sempre conduce all’orgia dei sacrifici umani.
    In quanto cattolici degni di questo nome, la nostra lotta contro l’aborto comincia già con il rigettare fermamente ogni tentazione contraccettiva che verrebbe ad accarezzarci le orecchie: dobbiamo rigettare radicalmente via dalla nostra vita spirituale, familiare, sociale ogni ripiegamento sterile su noi stessi su ogni piano del nostro essere.
    Su Croce-Via abbiamo fatto due riflessioni maggiori a suo tempo al soggetto:
    https://pellegrininellaverita.com/2015/01/30/tipica-domanda-mal-posta-e-meglio-il-contraccettivo-o-laborto/
    https://pellegrininellaverita.com/2018/05/16/il-crimine-perfetto-contro-la-santa-trinita/
    In Pace

  5. – Lo zigote è un essere umano distinto sia dalla madre che dal padre.
    – Ogni essere umano ha diritto a veder tutelata la propria vita, a meno che la cosa non metta a rischio la vita altrui.
    – Qualsivoglia atto finalizzato anche solo a sminuire il diritto alla vita di un essere umano in base età, è discriminatorio.

  6. Il problema nasce ancora più a monte, proprio nel istante in cui si è fatta strada l’idea che la vita (o la salute, o la felicità, o l’amore) è un diritto. Dal considerare la vita un diritto (e non un dono, immeritato, gratuito e che solo Uno è in grado di garantire, come di fatto è) a considerarla un possesso, una proprietà il passo è brevissimo. E una proprietà può essere garantita dalla legge, o da una autorità, o da una maggioranza democratica. E può dunque essere revocata, o espropriata, oltre a venduta, comprata, vinta al gioco o rubata. E’ questa mentalità da “portatore di diritti” che è sbagliata e veramente dia-bolica (dal momento che divide la vita dalla persona, come se potessero essere divise…).
    Ben ritrovati e buona anno a tutti.

  7. Non abbiamo dimenticato che proprio in questo blog Simon non solo ha posto sullo stesso piano aborto e contraccezione, ma ha affermato e riaffermato la tesi che quest’ultima (anche con metodi naturali) sarebbe ben peggio dell’aborto. Questa presa di posizione è grave, colposa e deleteria. Più che mai in un laico che si protesta cattolico e si propone come laico docente e teologante. Voglia il Cielo che il sangue dei bambini uccisi nel ventre materno non testimoni contro chi lo ha considerato con tanta superficialità.

    • Hai letto male, caro Franco: non ho mai posto aborto e contraccezione sullo stesso piano, ma, bensì, sempre considerato lo spirito contraccettivo ben più grave che l’aborto, in quanto ne è la premessa necessaria e sufficiente, primariamente contro Dio stesso, mentre l’aborto è primariamente contro l’uomo.
      In Pace

      P.S.: Interessante notare che, mentre esistono più encicliche papali contro la contraccezione, contro l’aborto non esistono insegnamenti magisteriali altrettanto estesi. Il che mostra quanto il Magistero Autentico sia preoccupato dal vizio contraccettivo.

      • Fai distinzione tra spirito contraccettivo e contraccezione oppure no?

        • Certamente: siamo a due differenti livelli: il primo è un’ottica, uno sguardo sul mondo che vede la fecondità umana (e, quindi, divina) come un pericolo, un impedimento al “ben” vivere, un fardello, mentre la seconda è un’azione.

          La seconda può avere luogo solamente se si vive del primo, ovviamente.

          In Pace

          • Una donna obbligata a prostituirsi può usare contraccettivi per non rischiare di rimanere incinta?https://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351240.html

            • Lo spirito contraccettivo è intrinsecamente malvagio e a prescindere dal fatto che molti contraccettivi in realtà hanno effetti abortivi in quanto non permettono l’annidamento di un ovulo malgrado tutto fecondato.
              La donna obbligata a prostituirsi, se prende su di sé la responsabilità di avere un atteggiamento contraccettivo, chiaramente si pone al di sopra di Dio per il quale qualunque essere umano è un’esistenza a Sua lode e gloria in quanto a Sua immagine, indipendentemente che sia stato voluto o no, frutto di amore o di crimine.
              Questo è un diritto divino in quanto la Fecondità è un attributo prettamente divino.
              Che la donna sia forzata a compiere tali atti coniugali fuori dal contesto matrimoniale, atti che pervertiscono le modalità del loro compimento volute da Dio stesso, in nulla tange la natura intrinseca dell’atto procreativo che è sempre buono in sé, il che spiega perché il deviarne il suo fine naturale sia, sempre e in qualunque circostanza, un male in sé.
              Non c’è posto per nessuna morale situazionistica (/ relativistica).
              In Pace

              • E se la donna usa contraccettivi che impediscono la fecondazione dell’ovulo?
                Ritieni lecito che l’uomo che non ha una mentalità contraccettiva possa fecondare una donna contro la sua volontà e che la donna non possa far niente per evitare un’eventuale nascita dello zigote?

                • Non è lecito farlo contro la sua volontà, ma la concezione di un essere umano è cosa buona in sè.
                  In altre parole l’uomo che usa di una cosa buona in sè ma per un fine malvagio, compie il male: ma questo male non può rendere malvagio quel che è buono in sè.
                  Voler impedire la concezione secondo la natura umana di un umano, la qual cosa è, quindi, buona in sè, è quindi cosa malvagia in sè.
                  Il solo contesto nel quale sarebbe a certe condizioni ( prostituzione forzata) ammissibile l’uso di contraccettivi (meccanici) potrebbe essere quello della protezione dalle MST, senza intenzione contraccettiva, l’effetto contraccettivo avvenendo per involontaria eterogenesi dei fini.
                  In Pace

                • @Simon de Cyrène
                  – Se la difesa dalle MST rende lecito l’uso dei contraccettivi meccanici, tale uso è lecito anche per difendersi dai traumi psicologici conseguenti ad una maternità imposta con la forza?
                  – Se una prostituta è già stata obbligata ad abortire più volte con la forza, fa bene o male ad evitare ulteriori gravidanze conseguenti al suo “lavoro” con l’uso di contraccettivi meccanici?

                • La maternità è cosa buona in sè visto che ha come fine di dare nascita ad un essere umano: non si può impedire, con la scusante che questo sia « deleterio » per la madre, l’avvenire di un nuovo essere umano e, infatti, la Chiesa ha posto sugli altari donne che hanno sacrificato la propria vita per salvare quella dell’innocente; a fortiori se si tiene conto del « diritto » di Dio di essere onorato dall’esistenza di nuove anime create apposta per la Sua glorificazione.
                  Alla seconda domanda si è già risposto.
                  Vorrei far notare che alla gravità oggettiva assoluta del peccato dello spirito contraccettivo va però, individualmente, da tenere in conto le circostanze attenuanti soggettive, le quali, anche se non renderanno mai l’atteggiamento contraccetivo cosa buona ( cioè santificante), diminuiscono la responsabilità personale nella non ricerca di santità: e la santità è il fine attuale della nostra esistenza.
                  In Pace

    • Franco, per favore, non buttiamola in caciara; non esistono metodi contraccettivi naturali, se non altro perché lo scopo della contraccezione è quello di rendere infertile un rapporto, non di evitarlo. I cosiddetti metodi naturali attengono alla castità matrimoniale, non all’ipocrisia legalistica. Essi attengono cioè al perseguimento dell’unione totale in Cristo lungo la via della comunione sponsale, e la contraccezione non può trovare spazio in questo contesto, spero ne converrai. E questo, ovviamente, vale indipendentemente dal fatto che la contraccezione venga perseguita per via chimica, meccanica o con altri metodi non artificiali e per questo ritenuti « naturali ». Se valesse un tale criterio, si dovrebbe preferire la morte indotta con un infuso naturale di cicuta, piuttosto che quella per ghigliottina. Manteniamo il treno della ragione sui binari della verità, o il viaggio del pensiero finirà nel precipizio.

  8. Concordo in tutto con l´articolo, la posizione pro aborto non ha nessuna razionalitá. Purtroppo come dice LidiaB l´unica ragione nelle nostre societá é la soddisfazione dei piaceri ora, non ci sono argomenti che servano. Io penso che una discussione piú pratica potrebbe smontare molte posizioni abortiste e forse limitare i danni. Il problema pratico del aborto nasce dal momento che l´ovulo si impianta in un posto del corpo della donna inaccesibile per lei. Se si impiantasse in una parte del corpo dove la donna arriva con la sua mano l´aborto sarebbe lo stesso un delitto e valdi tutti i fondamenti morali e filosofici che lo dimostrano tale. Ma resterebbe nella sfera personale fuori dal orbita dello stato. Perche la donna si toglierrebbe il bambino come si toglie un bruffolo. Cosa chiedono i difensori del « diritto alla scelta »:che lo stato permetta (e meglio ancora che paghi) come pratica medica autorizzata « l´interruzioni della gravidanza ». Se la discussione si ponesse in questi termini i pro aborto sarebbero in una posizione piú debole di fronte ai pro vita, visto che non sono questi che vogliono proibire ma gli altri che chiedono un servizio, Non é una questione del corpo della donna ma di cosa puó o non fare legalmente un médico. Si l´aborto clandestino forse fiorirebbe ma le leggi non possono impedire agli uomini fare il male, solo possono favorire i comportamenti utili alla societá.

    • Il problema di fondo è l'”akrasia” che domina la natura umana: questa mancanza di energia nello scegliere il bene oggettivo proprio, familiare, communitario, sociale e statale, a scapito del bene soggettivo e particolare, egoistico e di corta durata, conduce statisticamente l’umanità, specialemente quando lasciata fare scelte senza riferimenti, senza principi, virtù e valori che si oppongono, nella loro dinamica, a questa nefasta dominazione, verso un orizzonte di morte, di tristezza, di sifducia, di suicidio culturale, politico ed economico.
      È il problema della “democrazia”, il peggior sistema politico immaginabile a parte la tirannide alla quale conduce immancabilmente: solo quel che è basso, immediato, vizioso attrae le masse sistematicamente e chi ricorda loro, come fece il Battista con Erode, il male che scelgono anch’esse gli tagliano la testa, come Erode fece con il Battista.
      Lo spirito contraccettivo e il suo lemma l’aborto sono emblematiche, sul piano sociale, del fallimento umano delle “democrazie”: sono la scelta del piacere a costo di andare contro la propria natura con tutte le orribili conseguenze umane, sociali ed economiche che osserviamo, e l’avvento di una società di morte che odia l’innocente, ma anche il puro ed il casto, come lo vediamo nell’assassinio morale financo dei bambini i più piccoli esposti a dottrine del gender che le pervertiscono fin dall’infanzia.
      Non c’è posto per San Giovanni Battista in questa società e neanche per Cristo.
      In Pace

    • No blaspas, non sono d’accordo. I pro-choise non reclamano il mero diritto della donna ad essere assistita a spese dello Stato, ma il diritto della donna di disporre della vita che porta in grembo; l’assistenza sanitaria a carico dei contribuenti è solo una necessità conseguente all’esercizio di quel diritto, cioè la possibilità di esercitare tale opzione senza i rischi per la salute connessi a un’interruzione di gravidanza praticata con metodi caserecci. Estremizzando il concetto: affermato che fosse il diritto a uccidere, ne discenderebbe logicamente anche il diritto dell’assassino di poter uccidere senza farsi male. E’ questa la logica distorta a cui lo Stato deve sottrarsi se vuole rimanere garante del bene comune e, a maggior ragione, del bene supremo della vita di tutti, a beneficio della convivenza pacifica dei suoi membri.
      Non se ne esce quindi relegando tutta la questione all’ambito privato della donna, perché, se anche abortire fosse facile come spremersi un brufolo sul naso, lo Stato – pur sapendo di non poter nulla contro la volontà di uno qualunque dei suoi membri di delinquere – dovrebbe dotarsi di una legislazione che tuteli la vita premiando i comportamenti commendevoli e scoraggiando quelli biasimevoli.
      La Chiesa, che non può impedire ai suoi figli di fare il male, ha sempre condannato l’aborto sul piano morale definendolo abominevole delitto e associando a tale specie di peccato la scomunica immediata, latae sententiae, per chi lo pratica e per chi lo assiste.

      • “Non se ne esce quindi relegando tutta la questione all’ambito privato della donna, perché, se anche abortire fosse facile come spremersi un brufolo sul naso, lo Stato – pur sapendo di non poter nulla contro la volontà di uno qualunque dei suoi membri di delinquere – dovrebbe dotarsi di una legislazione che tuteli la vita premiando i comportamenti commendevoli e scoraggiando quelli biasimevoli.

        Io ho riconosciuto che le leggi possono (e dovrebbero) favorire i comportamenti buoni, ma ci sono casi in cui lo stato non puó intervenire senza causare problemi maggiori. Non c´é maniera in cui lo stato puó proibire togliersi un bruffolo a meno che non si tolgano tutte le libertá é garanzie di cui godiamo in occidente(pandemia permettendo), ma il risultato sarebbe peggiio. Anche non essendo semplice come togliersi un bruffolo, se l´aborto fosse fortemente proibito.non é facile condannare chi lo pratico rispettando i diritti del reo cosi come li conociamo.

        La Chiesa, che non può impedire ai suoi figli di fare il male, ha sempre condannato l’aborto sul piano morale definendolo abominevole delitto e associando a tale specie di peccato la scomunica immediata, latae sententiae, per chi lo pratica e per chi lo assiste.

        Questo non si discute, e servirebbe al meno per togliere di mezzo i presunti “cattolici pro choice” che creano confusione. Il mio discorso era diretto a presentare il problema verso gli altri specialmente gli indecisi.

        • Ma lo Stato non può limitarsi a dire che se tu vuoi proprio commettere un omicidio che nessuno può impedirti fisicamente di perpetrare, ebbene che sia, purché l’esecuzione non gravi sul Sistema Sanitario Nazionale. Anche sopprimere un malato terminale, un anziano sofferente o un bambino cerebroleso potrebbe essere vista come questione assolutamente privata e personale, eppure, pur non potendosi in pratica impedire, laddove si verificasse nel chiuso di una stanza di casa, tale atto va stigmatizzato dalla legge come omicidio e come tale perseguito, pur con tutte le attenuanti del caso che il giudice dovrà valutare. Se l’omicidio diventa una questione privata, si ritorna all’età della pietra, anzi alle belve nella giungla.

          • Non é quello che ho detto, cercheró di spiegarmi meglio. In base a tutti gli argomenti spiegati nell articolo di Luca e Sara lo stato deve proibire ai medici ( e per esteso a chi facendo le veci di medico) di praticare l´aborto. Si toglie di mezzo tutti gli argomenti di libertá e diritti, perché i medici no hanno mai avuto la libertá di fare quello che li pare, ma quello che sono autorizzati.

  9. Poveri voi, ma proprio non riuscite a rendervi conto che siete un asfittico conciliabolo ripiegato su se stesso, incapace di confrontarsi con l’esterno? Fate molta tenerezza, specialmente l’irrecuperabile Simon, che con la sua saccenteria da teologo della domenica rende al cristianesimo e alla cattolicità una penosa controtestimonianza. Auguroni.

    • Oooh! Finalmente il divertimento!

      • LOL
        Infatti il povero ML65 si fa sempre
        scoprire anche sotto altri nicks con le sue fallacie ad hominem che sono la sua firma
        In Pace

      • Vorrei manifestare il mio disappunto per essere continuamente citato come estensore di commenti che non ho scritto io . I commenti degli utenti Mario e Tony sul post “SANITAS CORPORUM SUPREMA LEX” e questo di dell’utente Polixena, su questo post, non sono stati scritti da me, come penso sarà riscontrabile dai vostri sistemi.
        Pertanto respingo ogni illazione su questo punto del vostro moderatore Simon, che utilizza questi commenti per continuare a screditarmi, dopo aver moderato senza giustificazione reale buona parte dei miei veri commenti degli ultime settimane,
        Spero che questo commento sia letto da altri che non Simon, e manifesto il vero disagio del vedere fratelli della stessa fede approfittare della loro posizione dominante per comportarsi in questo modo.
        Buon giorno.

        • Condivido con te il fatto che il modo di comportarsi tuo ( e dei tuoi alts) non sia confacente con la fede cattolica: pertanto, adesso che ti sei espresso, ti avviso in modo definitivo che da ora in poi un solo altro tuo (o dei tuoi alts) commento che porta insulti o fallacie ad hominem (come, ad esempio, nel post della pseudo-polyxena qui sopra) condurrà al tuo ban definitivo e a quello dell’alt, naturalmente.
          In Pace

          • No aspetta Simon! Lasciamo un attimo stare la questione ML65, ma se creiamo il precedente di ban definitivo dopo una fallacia, è necessario farlo anche con questo mitologico Poliqualcosa e allora addio divertimento.
            Vediamo se il pusillanime di cui sopra torna a vedere le onde che pensa di aver creato con una piuma sul cemento. Magari ci riprova a trollare, speriamo con degli argomenti. Dai che ho voglia di tornare a sciabolare un po’…

            • Non concordo che bisogna lasciare chi ha solo insulti e attacchi ad hominem come argomenti da presentare venire sporcare questo blog con le loro feci: per giunta, non sono sicuro che sia tanto cristiano prenderli in giro a causa del loro basso QI.
              Penso anche che saranno molto più felici su altri blogs con gente del loro stesso livello culturale, intellettuale e religioso: come diceva Gesù ai Suoi discepoli, certe cose non vanno spiegate a tutti perché rischierebbero di convertirsi e che non si danno perle ai porci.
              Quindi, un solo altro insulto o argomento ad hominem, e per me questa pagine è loro chiusa senza togliere loro nessun diritto umano: tra l’altro, sciabolare con persone che hanno solo neurone in testa con le sue sinassi direttamente connesse al loro cranio come una ragnatela, non è cosî tanto divertente.
              In Pace

    • A meno che tu non sia uno di quegli stupidi che nascondono la mano dopo aver tirato il sasso, potresti chiarire meglio il perché di questo tuo giudizio? Forse nella neo chiesa cattolica l’aborto è considerato alla stregua di un furto di marmellata?

  10. Per quel che vale sono d’accordo con Minstrel.
    E spezzo una lancia in favore di ML65.
    Non per difendere inesistenti diritti ad usare le fallacie ad hominem (giusto e sacrosanto riprendere chi vi ricorre) ma perché non ravviso nel suo stile l’usare altre identità per commentare acidamente. Ci ha sempre messo “la faccia” a quanto mi risulta, per commentare sia “nel bene che nel male”… e nel caso mi sbagliassi sarebbe problema suo.
    M2C

    Con immutata stima

    • Grazie Paolo. Avrai capito che non ho alcuna difficoltà a metterci la faccia.
      Inoltre , come tutti possono riscontrare, nel solo post ““SANITAS CORPORUM SUPREMA LEX” sono stato definito come : lamentevole, autistico, spocchioso, penoso ed inintelligente.
      Secondo me questi sono giudizi ad hominem (si può anche dire offese? penso di si), ma io sono appunto inintelligente quindi sicuramente ho capito male.
      Certo è che se si pubblicasse tutto (a parte le offese e le parolacce ovviamente) ognuno potrebbe farsi la sua idea in modo libero, senza tutte queste polemiche, e giudicare da per se fallacie e non fallacie, termine quantomeno opinabile.
      Grazie comunque della lancia spezzata.

      • Certamente non sono offese in quanto sono realtà riscontrate nel tuo modo di fare: fai fallacie di ogni genere, incluse quelle ad hominem ed insulti, si passa un tempo infinito a spiegarti gentilemente quali esse siano eppoi tu continui ad insultare e ad usare argomenti ad hominem: se questo tuo comportamento non è lamentevole autistico, spocchioso, penoso e inintelligente, non so proprio cosa esso possa essere.

        Eppoi, non ho mai usato nel mio argomentare queste tue povertà contro i tuoi stessi argomenti: cioè non ho mai detto che ML65 essendo incolto e non molto intelligente non bisogna tener conto del suo punto di vista: personalmente, ho semplicemente dimostrato nero su bianco di come gli argomenti che portavi avanti (in particolare circa l’ottimo e finora non contraddetto articolo di S.E: Mons Viganò) erano in realtà fallacie argomentative.

        Il fatto che tu non capisca quel che ti si dice, non inficia in niente il giudizio da me posto sulla qualità intrinseca di quel che scrivi : infatti non giudico te ma quel che condividi con noi, senza usare di alcun argomento ad personam. Il fatto che non voglia più permettere ad interventi tuoi che usano dell’insulto e della fallacia ad personam, non ha nulla a che vedere con il tuo comprendonio, te lo prometto, ma solo con il fatto che questi siano insulti e fallacie.

        So che non hai capito niente di quel che vengo di scriverti, ma tant’è: ti dovevo una risposta se non altro per rispetto per te in quanto persona (rispetto a prescindere e che nulla ha a che vedere con il tuo QI, la tua cultura, le tue virtû o la loro assenza, che sono, purtroppo, quel che sono) .

        In Pace

        • Credo che ognuno qui abbia abbastanza materiale per capire come stanno realmente le cose, leggendo toni e parole degli interventi pubblicati e facendosi una idea di quelli non pubblicati e che , evidentemente , non essendo stati pubblicati non possono confutare alcunchè.
          Molti direbbero che sia una perdita di tempo insistere a scrivere qui, vista la modalità di filtro, ma io penso che aver instillato in qualcuno il lontano dubbio di non aver certamente ragione su tutto sia un risultato piccolissimo ma positivo.
          Per il resto tutti qui entro 100 anni saremo polvere, e la livella della morte farà il suo egregio lavoro.

        • Dai ML, in fondo Simon ti sta solo chiedendo di limitarti ad argomentare le tue ragioni e controdedurre quelle altrui senza attivare polemiche personali (tipo dare all’interlocutore del tradizionalista, o cose del genere). Se ci stai, queste sono le regole del gioco.
          Si può restare amici (per quel che un blog consente) anche a prescindere dalle etichette che ognuno vorrebbe appiccicare in fronte all’altro.

      • “Grazie Paolo. Avrai capito che non ho alcuna difficoltà a metterci la faccia.”
        Ci mancherebbe. Solo questo io ho ravvisato e qui mi fermo. Non entro nel merito di cosiddetti insulti pronunciati da… Tizio; no! da Caio; ma ha iniziato Sempronio!

        Sulle fallacie argomentative a proposito di Viganò, immagino si riferisca anche ai trascorsi giudiziari suoi (vicende familiari non perfettamente chiare dove ognuno dice la sua, ma che restano lì dove sono). Usare questi per definire non-credibile una persona esulando dal contenuto di determinate affermazioni fatte su tutt’altri argomenti è appunto fallacia ad hominem e generalmente definibile come “colpo basso” che disonora il ricevente ma soprattutto chi la usa.
        Non essendo la prima volta è dunque comprensibile un determinato atteggiamento coi relativi rimproveri da parte di chi gestisce il sito e si trova davanti l’ennesima.
        Data la sua pregevole sincerità dimostrata nell’usare una e una sola identità, sono certo che sinceramente e serenamente riconosce che, pur non volendolo, le sue su Viganò sono state più reiterate provocazioni che reali argomentazioni e conseguentemente comprendere i motivi dei moderatori.

        Un caro saluto

        • Veramente Paolo mi ero riferito ad un articolo dove Viganò criticava teologicamente Benedetto XVI , ed ad un articolo dove pesantemente criticava il Concilio Vaticano II. Credo che fossero argomenti interessanti, ma evidentemente erano OT. Non voglio fare polemica , ma chiedo solo che non mi vengano attribuite frasi o parole non mie.
          Buona sera

          • Non l’ho letto, ma se quelle erano le premesse mi pare che non solo potevano non centrare con gli argomenti del post, ma attaccavano la persona citando un possibile errore teologico presente solo in quella sede e non nello scritto postato da simon pertanto era un palese ad hominem. Detto questo a me interessa che ritorni con qualche argomento il sig. polichiseituboh in modo che si possa procedere, cattolicamente, alla cresima e successiva pulizia del tempio dai cambiavalute.
            EDITATO!

          • Chiedo scusa per aver erroneamente immaginato a quali vicende di Viganò fece lei riferimento.
            Non era mia intenzione attribuirle parole non sue.
            Resto dell’idea che comunque non c’entrino con la questione sollevata dall’articolo di Viganò su “Papa&Vaccini”.
            E finché non risultasse ufficiale non posso commentare né tantomeno condividere il suo pensiero circa la posizione di Viganò nella Chiesa Cattolica, se dentro o fuori.

            Un caro saluto

            • Sempre di palese ad hominem si tratta la tua considerazione ML65. Ripeto per l’ultima volta: chiudiamo qui, con questo mio, e attendiamo il lanciapiume.

    • « Inoltre, il 22 ottobre scorso, la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese hanno concordato di prolungare, per altri due anni, la validità dell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi in Cina, firmato a Pechino nel 2018. Si tratta di un’intesa di carattere essenzialmente pastorale e la Santa Sede auspica che il cammino intrapreso prosegua, in spirito di rispetto e di fiducia reciproca, contribuendo ulteriormente alla soluzione delle questioni di comune interesse. » (Discorso di papa Francesco al Corpo Diplomatico – 8 febbraio 2021)

  11. Wow, che bell’articolo! Grazie per la condivisione

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  1. Aborto: un commento definitivo – l'ovvio e l'evidente

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