Blog dei blogs 52 (inusuale) – Sulle opinioni del sig. Bergoglio

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Sono giorni che continuo a chiedermi come far quadrare il cerchio avviato con il mio precedente articolo. Nellos tesso cercavo di tracciare una narrazione storico giornalistica degli eventi degli ultimi giorni, cercando così di creare una struttura entro la quale iscrivere la frammentatissima realtà cattolica odierna, struttura che cercasse soprattutto di far comprendere ai molti attori in campo, tutti polarizzati gli uni contro gli altri, le razionalità delle varie posizioni.

Volutamente la mia è stata, lo si è ripetuto allo sfinimento nei commenti, una mera presentazione delle istanze altrui (sia “a destra” che a “sinistra”, se mi si consente il paragone politico) per uno scontro/incontro che potesse portare ad una sintesi di rilancio. Ho scoperto così che non c’è oramai alcun punto consuntivo su cui rilanciarsi, nessuna vera sintesi. La cosa migliore è prendere atto di quanto disputato finora, finire di leggere quel che si legge in giro, trarne delle considerazioni ad ogni lettura e quindi chiudere questo triste capitolo in attesa del prossimo che, oramai sono certo, non mancherà. In questa faccenda c’è poco di buono da imparare e se c’è va trovato. L’articolo presente tenta questa ricerca.

Ho deciso che la forma migliore per la ricerca stessa sia un inusuale “blog dei blogs” nel quale raccolto alcuni articoli che possano aiutarci nell’intento.

Isola di Patmos
Padre Ivano Liquori dell’Isola non usa mezzi termini: il Papa in quanto Papa non contraddirà mai il Magistero e su questo non ci deve essere alcun timore in noi. In questa faccenda non si è stati prudenti e si è fatto il gioco delle lobby esterne. L’articolo dice e non dice, intendiamoci, sono quasi più interessanti i commenti.
Da un lato lo stesso autore che scrive: “Francesco I ha scelto sicuramente un modo diverso rispetto ai suoi predecessori di presentarsi al mondo cattolico e a quello non cattolico. Un modo del tutto singolare, forse vicino allo stile gesuitico che spesso destruttura e mette in discussione ogni cosa per giungere a una più precisa sintesi. Sicuramente appare evidente la discontinuità con i suoi predecessori, ma questo potrebbe non essere necessariamente un male. Quello che invece un Papa non può permettersi assolutamente di fare è essere poco chiaro, lacunoso, inefficace, fraintendibile e interpretabile.”. Gli fa eco uno storico della Chiesa (Don A.T.) che scrive “le “espressioni a braccio” dei predecessori dell’augustissimo regnante, erano fatte al di fuori degli atti di magistero e dei discorsi pubblici, non a Spadaro o Scalfari. Esisteva, poi, un sistema di totale protezione della figura e delle parole del papa, che quando parlava misurava anche i sospiri, sistema totalmente polverizzato dall’augustissimo regnante. Così le “espressioni a braccio” erano e rimanevano tali, semmai uscivano fuori dalle sacre mura anni o secoli dopo, ma senza finire su giornali e televisioni a sommo smarrimento dei sacerdoti e dei fedeli.”

Cosa ho imparato? Che non è una novità quanto successo ma è nuovo il modo assolutamente inetto che si ha oggi di proteggere la figura papale e il modo inedito di Bergoglio di “sfruttare” la figura. E ancora che non si può pensare che un uomo – anche se Papa – non caschi nell’errore del parlare o in un peccato di imprudenza nel parlare a braccio o di essere lacunoso ed inefficace. In quanto uomo può sbagliare e peccare e pure pubblicamente. Certamente qui c’è scandalo, piccolo o grande che sia, vista la sua posizione, ma è sua responsabilità. La nostra è perdonare?

Nuova bussola quotidiana
Della crociata quotidiana della vecchia bussola, prendo solo questo articolo che mi mancava all’appello. Non perché è bello, ma perché utile. In pratica il Vescovo argentino Aguer spiega cosa fece Bergoglio ai tempi della legge unioni civili in Argentina. Quel che pare si legga è perfettamente CONTRARIO a quanto da me scritto nel mio articolo precedente. L’intervista però è lacunosa, manchevole dei dettagli necessari che possano far comprendere in modo chiaro la faccenda. Valga solo questa parte: “«In quell’occasione noi vescovi argomentammo, contrariamente a quanto proponeva Bergoglio, che non si trattava di una questione meramente politica o sociologica, ma che impegnava un giudizio morale». E quindi non potevate accogliere quella proposta? Esatto, non si poteva promuovere leggi civili contrarie all’ordine naturale
Il Papa in questo caso proponeva leggi per individui (che potrebbero secondo alcuni giusnaturalisti rientrare nel diritto naturale) o leggi per nuove coppie? Non è dato saperlo. Articolo con gran pochi pro.

Cosa ho imparato? Che non sono questi gli articoli da leggere, ma (ecco l’utile) almeno ha rimandato ad un altro della…

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Datato novembre 2009. Nell’agenzia Zenit ripresa dal giornale si legge la tirata che Bergoglio ha fatto contro la legge e l’equiparazione delle unioni al matrimonio. Tutte le cose sacrosante che qui si è andati dicendo negli anni. Alla fine si leggono queste righe presumibilmente dello stesso Bergoglio: La difesa di situazioni particolari può essere raggiunta per altre vie senza il bisogno di rimuovere dalle basi l’ordinamento giuridico familiare della nostra società”, ha aggiunto. “In un momento di incertezza per i seri problemi di violenza e insicurezza, di abuso di droghe, di solitudine e angoscia di tanti argentini, facciamo appello al rafforzamento dell’istituzione familiare e dei legami insostituibili che essa genera come fattore di educazione e contenimento affettivo”.
Son da queste letture che avevo preso la mia considerazione precedente che il Papa è chiaramente contro le unioni civili giudicate uguali al matrimonio, ma che tende a voler disarmare le istanze seguendo altre vie. E l’unica via che POLITICAMENTE e GIURIDICAMENTE non rimuove l’istituto familiare è quella della legge per individui. Uno più uno fa due.

Cosa ho imparato dalla rilettura dell’articolo del 2009? Che il Vescovo Bergoglio ritiene politicamente necessario concedere come male minore la “difesa di situazioni particolari” (come e cosa siano non è dato sapere), lasciando ad un dopo misterioso la fase dottrinale chiamata a rispondere delle problematiche di fede dei giovani cosiddetti omosessuali che nascerebbero. Cioè ho imparato che la lungimiranza non abita qui.

GIra e rigira arriviamo quindi davanti allo specchio, finalmente direte voi.

Sono d’accordo? Assolutamente no. Fine dell’articolo. Chi vuole scoprire perché e dove sono arrivato continui.

Punto cardine: cedere ad una istanza che nasce da una domanda sbagliata necessariamente fa rispondere in modo sbagliato, anche se la risposta potrebbe essere giusta in altre situazioni. E’ come cedere un’unghia lunga a chi ti ha chiesto di strapparti il braccio funzionante: nemmeno quella gli si da perché in realtà non ti ha chiesto quella e dandogliela lo prendi per il culo!

La domanda delle lobby infatti non è mai stata: “siamo due signori di 80 anni, non abbiamo più nessuno, siamo amici da una vita, se mi ammalo è un casino anche solo pensare che questo mio amico possa decidere per me qualsiasi cosa e sento che lui mi conosce tanto bene da decidere per il verso giusto, c’è nel diritto naturale una possibilità che mi venga riconosciuta A ME questo mia esigenza?”. La domanda invece era: “siamo come una famiglia, voglio un figlio, voglio fare quel che voglio, non rompere le palle, mi dici che ho ragione o ti disfo la vita di botte?”.

Cosa fa un padre di fronte ad un figlio che pone una domanda in siffatto genere? Il dilemma è infatti – posto che i signori di 80 anni del primo esempio possano vantare qualche cosa (e va discusso!) – è giusto concedere lo stesso spiraglio ad un figlio che invece chiede ben altro? La medesima risposta, di fronte alla domanda sbagliata, diventa da giusta, erronea.

Se sulla seconda istanza l’errore giuridico è palese, sulla prima sono certo che molti giusnaturalisti si fermerebbero titubanti. Vi ricordo che nessuno infatti è padrone del diritto naturale, ma esso è una scoperta che deriva dalla consapevolezza della natura propria dell’uomo in quanto tale. Non è un sotterfugio pensare che possano nascere dilemmi filosofici in questa istanza.

Ma guardiamo la realtà per quella che è: inutile proporci tali dilemmi se la prima istanza NON E’ MAI USCITA da nessuno. Si sta discutendo a causa della seconda invece, palesemente, impunemente e scientemente portata avanti da lobby potenti! Questa è la realtà, tutti lo sanno, i nostri “Padri spirituali” in primis. Pertanto chi si ostina a camminare come se ci fosse stato chiesta la prima domanda è stato, è e resterà un pessimo padre. Inoltre prende palesemente per il culo chi ha fatto questa richiesta perché pensa di zittire un moto di ribellione satanica adolescenziale con le spallucce dell’adulto cretidiota che pensa di poter ingannare il bambinetto viziato e farsi più furbo del demonio. Un plauso.

Pertanto finora possiamo dire che le opinioni politiche e sociologiche del Vescovo Bergoglio, fra i tanti, dimostrano che ha compiuto anche questo errore di valutazione. E va beh. Ma non è finita.

Magister
Pubblica una lettera dello storico Roberto Pertici nella quale si ipotizza che di fronte al rovesciamento volutamente compiuto dai media delle parole dell’intervista al Papa, egli si sia trovato giocoforza chiamato in causa a rispondere del suo errore e – mi par di capire in soldoni – piuttosto che rimettere in carreggiata le cose abbia… cambiato linea. Non si sa se per codardia o per “fare gesuitico di rimettere sempre tutto in discussione”.
Ecco le parole dello storico. Come agivano i comunisti? Cosi: “Il problema – così spiegavano – era che erano cambiate le “condizioni” e i comunisti partivano sempre da un’analisi delle “condizioni”, ovviamente condotta con “rigorosi” parametri marxisti. Prima la situazione era quella, oggi è diversa e noi ci adeguiamo. In realtà, nella loro impostazione c’era un opportunismo di fondo, e manovravano la verità secondo gli interessi della casa madre, cioè dell’URSS e del partito sovietico: almeno fino a una certa data. Posso confessare, da modesto osservatore, che nel “modus operandi” di papa Francesco c’è qualcosa che mi ricorda quanto appena detto?”
Niente male vero? Peccato che ovviamente tutto questo potrebbe scadere nel pettegolezzo che deriva dal voler abbandonare il principle of charity.

Ed eccoci ad un altro punto: lo abbandoniamo ora questo principio di fronte a Bergoglio? Mia risposta: non si abbandona di fronte a nessuno, ma lo si mette dinnanzi ad ogni circostanza per capire se è attuabile in modo onesto oppure no. Se ci si inganna è uno sbaglio usarlo, se non ci si inganna è il modo migliore di procedere.

In questo caso ad esempio usarlo non ci fa sicuramente peccare di imprudenza poiché non ci fa pensare più male di quel che già questa faccenda è. Spingere a concedere una risposta presumibilmente giusta ad una domanda sbagliata è già un errore umanamente (!) poco perdonabile ed è questo l’unico giudizio possibile previa osservazione di tutte le realtà in campo. Il resto deriva soltanto da presunzioni e quindi a mio avviso si entra in un possibile loop che porta a peccati di giudizio temerario.

Ergo: certamente quanto riferito nell’intervista è mera opinione; non del Papa in quanto Papa, nemmeno del Vescovo Bergoglio in quanto Vescovo, ma del sig. Jorge Bergoglio, cattolico romano in ricerca, che ritiene che il modo migliore per silenziare le istanze moderne sia politicamente scendere in un compromesso che non rovini l’istituto familiare. Legittimo. Come è legittimo per il sottoscritto dichiarare che questa sia una palese presa di posizione politicamente suicida. E ho tutto il diritto di urlarlo ai quattro venti: Jorge, questa “tua” (e magari fosse solo tua) idea politica è una emerita cazzata. Amen!

D’altra parte, se è vero come è vero, che tale cazzata non potrà mai cambiare il Magistero, nemmeno la sicura conseguenza della stessa – cioè l’approvazione ovunque in occidente del matrimonio omosex con relativi diritti genitoriali – cambieranno il Magistero. Quel che cambierà è in primis la valutazione storico politica che i figli dei nostri figli faranno di questo periodo di storia della Chiesa, quindi la possibile persecuzione, non solo in coloro che seguiranno il Magistero ma anche in coloro che seguiranno l’idea giuridica e filosofica derivante dal Magistero (leggasi aristotelismo, diritto naturale and so on). Se questo succederà certamente in quel momento la Chiesa sarà unita poiché è un assurdo pensare che si arriverà ad ammettere dottrinalmente l’equiparazione a matrimonio di tali unioni, ma il futuro non esiste e non ha senso dunque parlarne. Arriviamo alla chiusa.

Al di là della ricostruzione ad hoc dei media, al di là del Papa Francesco che ha sempre scritto contro, al di là del Vescovo Bergoglio che ha comunque tentato erroneamente la riconciliazione politica, al di là delle legittime opinioni sociopolitiche del sig. Jorge, cattolico romano che magari pensa addirittura la cretidiotata che vanno bene le unioni civili pensate per la coppia e non sull’individuo, il punto è che la risposta alla domanda che la società oggi pone (“mi dici che ho ragione o ti disfo la vita di botte?”) deve essere solo una, sia giuridicamente che politicamente che dottrinalmente che pastoralmente che umanamente: “NO! E ora fai quel che senti di fare”.

Come continuare dunque? Personalmente ad oggi navigo a vista. Il Papa rimane Papa quale figura che quando benedice e parla con magistero autentico d’alto grado va ascoltata. Per fortuna sotto questo aspetto Papa Francesco ha scritto ben poche cose, tutte condivisibili. Il resto è opinione, sogno umano, letteratura. Questo mi consente di saltare a piè pari documenti inutili di 200 pagine, di non sentirmi in colpa inutilmente se sbuffo ad ogni sua omelia mi capiti a tiro e di sentirmi quasi grato quando leggo qualche opinione davvero notevole, quasi fosse una scoperta miracolosa. Naturalmente delle opinioni del sig. Jorge non solo posso fare a meno e a meno ne farò, ma personalmente – se di questo tenore – cercherò nel mio piccolo di non avallarle in alcun modo. Questo scritto ne è un piccolo esempio.

Ora il punto finale potrebbe essere rispondere alla domanda “cosa è Chiesa terrena e a cosa è chiamata ontologicamente?”. Non credo ora di poter risponderne compiutamente, quanto meno non nella forma consona al sottoscritto e ad un blog che si chiama Croce-Via e ha come intenti quello di fornire strutture di teoria tomista e lettura magisteriale entro le quali leggere la realtà. Esistono manuali che rispondono a questa domanda dottrinalmente, il punto è proprio far incontrare questa risposta nel mondo di oggi. Ripeto: navighiamo a vista e nella nebbia confrontiamo la cartina che abbiamo, da secoli, in mano.

Una cosa è certa: molti Padri hanno sbagliato e seguitano a farlo. Non seguirli non è peccato, additarli a dito nemmeno, indugiare sul dito forse si. Si consiglia di non ascoltarli più quando non vanno ascoltati (non facendo nemmeno il gioco dei media), può essere di gran giovamento dell’anima. Si consiglia anche, se è possibile, di coprire le loro eventuali nudità, non tralasciando però di dire, a chi domanda scandalizzato, che lo si fa perché erano ubriachi e nudi. E cercare di perdonare loro lo scandalo.

Ovviamente, altrettanti Padri ci stanno guidando nel bene e nella saggezza. Possa Dio rendere loro onore e benedirli.

Altra cosa certa è la presenza continua e – se me lo concedete – ironica dello Spirito Santo: egli ha accelerato le cose e mostrato palesemente la condizione di molti di noi. Esatto, avete letto bene, non dei padri della gerarchia odierna, ma la nostra condizione! Siamo tutti incagliati, io più di tutti. Come direbbe Marco Guzzi, è il momento di un cambiamento evolutivo. I santi erediteranno la terra. Ci diamo una mano allora?

Se la vostra risposta è “si”, allora la cosa migliore che si possa fare a chiusa di questo articolo è chiedere preghiere per me e famiglia, per Simon e famiglia, per tutti i lettori che ci hanno seguito e ancora seguitano a farlo, per le loro famiglie, e per tutti i Padri che stanno sbagliando e che continueranno a farlo. Davvero sarebbe bello che si creasse anche un gruppo di preghiere e benedizioni fra di noi. Pensiamo a come fare. Sarebbe l’unico blog nel panorama web cattolico che non cercherebbe polarizzazione, ma agirebbe per creare un crocevia di uomini che cercano Dio, una via di fraternità basata sulla supplica a Dio di aiutarci in questo. Sarebbe un litigare solito nei commenti, ma con la consapevolezza che è insieme anche un pregare l’uno per l’altro, senza alcun secondo fine se non aiutarsi e nel farlo lodare il Signore.

Non lo so, lascio qui. So solo che dal male Dio trae il bene. A noi coglierlo.



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89 replies

  1. Grazie

  2. Ti ringrazio per questo tuo post e per il post predente, e soprattutto per l’invito
    a pregare gli uni per gli altri, senza fossilizzarci in un atteggiamento litigioso, senza fissare il dito che indica l’errore del papa, forse come ho fatto io quando ho reagito difronte al primo post di Simon sulle parole del papa.
    Ero e sono addolorata, inutile fare l’elenco dei motivi.
    Dico solo una cosa, poi ditemi pure che pecco se voglio “difendere” papa Francesco (come prima difendevo papa Benedetto; si lo so che Benedetto era IL teologo che non faceva casini dottrinali, scriveva encicliche fondate sulle fonti della Rivelazione, conosco le obiezioni) ma nella mia tesi su “la risposta del Magistero a gender e queer theories”, ho citato una serie di DISCORSI UFFICIALI di papa Francesco. Sono quelli che non fanno scalpore e non finiscono sui titoloni dei giornali… forse perché “non vi si trova nessuna colpa… … eretica”?
    In questo sito hanno fatto una semplice carrellata: https://www.amicidilazzaro.it/index.php/cosa-pensa-papa-francesco-del-gender/

    Grazie ancora, di cuore,
    in preghiera.
    Chiara

    • Papa Francesco ha scritto grandi cose ed è quel Magistero autentico di cui parlo qui sopra. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo, in alcun modo.
      Grazie pertanto chiara del tuo commento, perché è nella continua (re)visione di quanto (ri)saputo che si acquista la necessaria saggezza di capirlo con la propria vita, facendolo concretamente, non solo con la mente che – se lesta – capisce al primo colpo.
      E sono convinto che Francesco saprà ancora scrivere cose grandi e belle. Ma noi, NOI, come saremo allora? Ancora a correre dietro a questi nostri desiderata sul suo pontificato, oppure troveremo una strada che corre INSIEME ai Padri consacrati e non GRAZIE a loro? A mio avviso QUESTA è la laicità che chiedeva il Vaticano II e quando si comincerà a raggiungere questo obiettivo, capiremo che grande Concilio fu…

      Una preghiera.

      • Una cosa è sicura: anche apostata ed eretico, Francesco rimane il nostro papa, successore di Pietro, a tutti gli effetti senza alcuna eccezione e senza nessuna restrizione mentale da parte nostra.
        Nessuno ha mai detto che un Papa non potesse essere un gran peccatore come noi tutti, dopottutto. 😉
        In Pace

        • Perdona la domanda di curiosità intellettuale, Simon, ma quando dici “anche se apostata ed eretico resta il papa” cosa intendi?
          Che resta Papa poiché non è apostata ed eretico in modo formale?

          Altre domande in ordine sparso alle quali non pretendo risposte precise, canoniche o definitive data la difficoltà e divergenza dei canonisti stessi.

          Cosa occorre per decretarne la formalità? Un Papa può pronunciare eresie come Papa? O, per salvaguardare la Cattedra, il Primato ecc, si afferma la “privatezza del Dottore” solo dopo che è stata constatata l’effettiva eresia? L’essere Papa viene stabilito da ciò che dice (es: pronunciamento erroneo=dottore privato; pronunciamento giusto=Papa)?
          Si può essere canonicamente Papa “a spot”? A corrente alternata? Si può andare e venire dall’Ufficio?
          Se l’eresia e l’apostasia (ogni peccato è in fondo un’eresia e un’apostasia, o sbaglio?) attualizzano la separazione dal corpo ecclesiale, e per riunirsi al corpo ecclesiale occorre la riconciliazione, un Papa che si pronuncia erroneamente diventa un dottore privato che dovrebbe riconciliarsi oppure è libero di pronunciare la “qualsiasi” senza necessità di riconciliazione? Se fosse tenuto, ma non si riconciliasse, ci sarebbero conseguenze? Se sì, quali?

          Probabilmente me ne sono scordato qualcuna ma per ora credo che basti 😊😊😊

          Grazie comunque in ogni caso

          • Benedetto XVI che scrisse Gesù di Nazareth era Papa o il dott. Ratzinger, teologo e storico? Di certo vale il suo parere più di quello di un nostro autore, ma non perchè Papa ma per la notorietà umana troppo umana. E proprio per questo Infatti fu molto criticato dagli stessi storici del Gesù storico. Un piccolo dato da lanciare nella domanda.

            • Possiamo sì, tranquillamente, lanciare questo dato nelle mie domande.
              Ti chiedo però un aiuto previo per capire:
              Quando parlo di eresia e apostasia mi riferisco alla concordanza col magistero.
              BXVI, nel libro da te citato che non ho letto, esprime pareri storici che discordano palesemente dal magistero o solo dalla storiografia?
              Ad esempio, se avesse detto che Gesù è un alieno, non solo si discosterebbe dalla Storia ma anche dal Magistero (vero uomo…).

              Per capire ancor di più, le critiche rivoltegli dagli storici del Gesù storico (e già questa terminologia mi fa pensare a…) sussistono in base a quale storiografia? Quella ufficiale? La più accreditata oggigiorno? Una determinata storiografia, magari agnostica o perfino atea?

              Discorrere sul Gesù storico senza il crisma dell’infallibilità ma senza entrare in conflitto col magistero non dovrebbe configurare eresia o apostasia, no?
              BXVI l’ha invece fatto?

              • Beh, non ha detto che è un alieno, ma non ha mai scritto che era Dio e nella sua analisi non ne ha tenuto conto essendonuna analisi secondo i metodi storiografici.
                La tua domanda sul Papa eretico è talmente buona che è vecchia quanto il cristianesimo. Alla fine, per ora, si è risolto dimostrando come nessuno abbia mai formalmente insegnato autenticamente qualcosa di estraneo al corpus tradizionale ed evangelico, nonostante peccati palesi come figli sparsi in giro, eresie ariane e errori teologici vari. Ad esempio non fu la prima volta per un Papa compiere un erroraccio teologico come fece Francesco con le anime annichilite…

                • “essendo una analisi secondo i metodi storiografici.”

                  Dunque entro confini e contesti ben definiti e non pensieri personali in libertà. Non ha mai scritto e tenuto conto che è Dio ma non per apostasia personale, ambiguità o quant’altro. Insomma era chiaro il perché e il percome. Dico questo solo per sottolineare la differenza tra l’affaire Gesù di Nazareth e un pronunciamento oggettivamente erroneo ancorché fatto in sede privata.

                  Credo che la mia domanda principale, quella che mi suscita più interesse, oltre alla fatidica&classica del Papa eretico, riguardi l’impostazione che si adotta.

                  La riporto con diversa formulazione: se si dovesse un Papa erroneamente (e gravemente) pronunciare, il ridurlo a dottore privato è una escamotage per aggirare l’ostacolo, l’empasse, il vicolo cieco?
                  E, in seconda battuta, questo pronunciamento erroneo e grave non ha comunque da essere emendato, a prescindere dalla veste nella quale viene fatto?

                  Un tempo la Chiesa espungeva da sé ciò che di spurio vi entrava. Oggi? Ci dobbiamo tenere tutto immagino…
                  Mi riecheggia nella testa ancora Simon che dice “resta ancora Papa” e penso… Mmmh davvero è così?

                  Il discorso è generico, Francesco c’entra in maniera solo accidentale.

                  PS
                  Su BXVI so una cosa di cui non sono certo al 100%, riferitami da un amico sacerdote dell’Opus Dei, di maggior impatto rispetto alla questione del libro “Gesù di Nazareth”. Riguarderebbe la lettura personale, e a giudizio del suddetto amico cattolicamente sbagliata, che BXVI farebbe sulla salvezza del popolo ebraico. Non ho mai approfondito. Se a voi risulta qualcosa…

                • Nel caso del suo Gesù di Nazareth, S.S. Benedetoo XVI aveva molto chiaramente detto (1) che vi si esprimeva in quanto dottore privato e non in quanto pontefice, (2) ho personalmente letto tutta la serie a suo tempo, e niente va contro i canoni del CIC 750 (primo e secondo comma) e il canone 752.

                  Quanto al Papa Francesco egli è formalmente un apostata in quanto ha adorato e fatto adorare la dea pagana Pachamama sulla tomba di San Pietro; egli è anche formalmente un eretico in quanto ha affermato cose eretiche privatamente a Scalfari e questo non è mai stato smentito, casomai riproposto nella susseguente letteratura; egli non solo è andato quindi, pubblicamente, contro il CIC#750, ma anche contro il CIC #752 esprimendosi per iscritto contro quel che la Chiesa ha da sempre insegnato circa l’omossessualità, la pena di morte e la nozione di guerra giusta.

                  Bisogna rendersi conto che il Santo Padre non è aldisopra del CIC, (che però può sempre riformare): cioè quel che egli insegna deve essere conforme ai due canoni già citati in ogni circostanza che sono canoni che impegnano tutti i fedeli e lui è (supposamente) un fedele cattolico alla stessa stregua di tutti gli altri. Non è che una persona che sia Papa possa credere diversamente da quel che crede la Chiesa, cioè il Popolo di Dio (ben formato, che vive dei sacramenti e che esercita le virtù teologali e cardinali).

                  Può un Papa formalmente insegnare l’errore? Certamente, ma essendo un errore nessuno è tenuto a seguirlo, né lui può cambiare la realtà. E la prima realtà è quella espressa nel primo comma del canone 750, seguita da un’altra realtà altrettanto pregnante che è quella seguita dal secondo comma dello stesso canone. Se si esprime contro la realtà, nessuno è tenuto a seguirlo.

                  I discorsi a braccio, le interviste e altre catechesi tipo parroco di parrocchia che lui fa sono sempre sottomessi al canone 752: cioè essi ci si devono sottomettere, che lui insegni a titolo di dottore privato, o a titolo di Papa: queste sue affermazioni ed insegnamenti non possono cozzare, proprio per natura, rispettivamente a quel che il Magistero Autentico insegna secondo il can 752. Anche se lui non fosse d’accordo a livello personale per le sue proprie ragioni, egli deve sempre mostrare, come noi tutti, il suo personale ossequio dell’intelligenza e della volontà a quel che la Chiesa insegna. Se non lo fa, lo dobbiamo disattendere.

                  Se, poi per disonestà intellettuale, egli cerca di forzare il can.752, ad esempio mettendo nel CCC affermazioni opposte a quel che la Chiesa insegna, ebbene è un atto che in nulla farà passare il suo insegnamento fasullo a livello del canone 752.

                  È il Magistero della Chiesa che giudica delle affermazioni del Papa, non il Papa che giudica le affermazioni della Chiesa: il Papa non è la Chiesa,

                  Premesso questo, personalmene non vedo perché un Papa, legittimamente eletto ed accettato in quanto tale dalla Chiesa, verrebbe a decadere se dovesse fare affermazioni apostatiche ed eretiche: non ne vedo il meccanismo né la necessità.

                  Se tale Papa fosse onesto, in primis con sé stesso, egli dovrebbe dimissionare perché non d’accordo con quel che rappresenta, ma se non lo fa da lui stesso, a parte avere il popolo di Roma di cui è il vescovo scendere in strada per chiedergli di dimissionare, non vedo troppo perché si dovrebbe fare qualcosa.
                  Infatti l’esistenza del Papa tiene alla sua natura che è stata definita da Gesù stesso, e che è il simbolo vivente dell’unità del corpo di Cristo: questa realtà è come la realtà che viviamo in terra, che c’è una luna, che siamo sottomessi alla legge della gravità; non possiamo immaginare cambiare una tale realtà perché non ci piace. Se Pietro non si comporta bene, Paolo glielo dice, ma non gli chiede di dimissionare a favore di Giacomo.

                  È la realtà assolutamente monarchica, propria della Chiesa cattolica, che vuole che ci sia il Papa e che ubi Petrus ibi Ecclesia: non possiamo farne a meno e questo non ha nulla a che vedere con le qualità umane e spirituali della persona che occupa tale scranno, in quanto costui è in tutto simile a noi, cioè un gran peccatore come noi.

                  Se egli non compie la sua funzione correttamente è un cattivo Papa, se la compie con grande santità è un Santo Papa: ma nei due casi essi sono sempre sottomessi al Magistero della Chiesa cattolica che non può mai errare. Se uno si crede padrone del Magistero ( a causa della sua mala educazione e formazione, o a causa delle sue perversioni), costui è nell’errore e la sua prepotenza già lo condanna agli occhi di Dio, degli Eletti, e della storia della Chiesa.

                  Quindi dobbiamo rimanere in pace ma sempre vigilanti anche se sempre senza stress: amare il Magistero della Chiesa, studiarlo, pregarlo, viverlo qui e adesso, questo fa che non ci si lascia impressionare dalle parole di un pontefice sconclusionato che ha scambiato governo della Cheisa con fare politica da bar dello sport.

                  Spero che aiuti, caro Paolo.

                  In Pace

                • « Spero che aiuti »
                  Insomma, infatti ne approfitto ancora un po’ della tua disponibilità 😊
                  « non ne vedo il meccanismo né la necessità. »
                  (Premessa: L’apostasia e l’eresia di Papa Francesco è definita da te formale per le motivazioni da te addotte e ne prendo pacificamente nota)
                  Il meccanismo potrebbe essere la non comunione ecclesiale?
                  Mi spiego.
                  L’apostasia e l’eresia, a maggior ragione se formali, separano o no dal corpo ecclesiale?
                  Ora, tu Simon, lo sai benissimo ma lo dico per chiarezza di esposizione.
                  Secondo il diritto canonico, la scomunica latae sententia, si commina per aver semplicemente commesso il delitto. Il delitto di apostasia ed eresia ricade nella fattispecie dei delitti colpiti dalla suddetta specifica scomunica.
                  Dunque, se il Papa è reo di apostasia ed eresia formale dovrebbe, secondo il CIC e la logica, essere scomunicato ipso facto. Giusto?
                  Può uno scomunicato essere Papa? O continuare ad esercitare le prerogative e i ruoli prima legittimamente ricoperti, cioè non decadere da alcun Ufficio?
                  Se un vescovo venisse scomunicato ogni suo diritto e giurisdizione cesserebbero? (pur conservando il sacramento dell’ordine).
                  Cosa ne pensi di questo « meccanismo »?

                • Un battezzato, anche scomunicato non cessa di essere un battezzato. E il papa è papa in virtù del suo battesimo, non del suo non peccare, e della sua elezione una tantum.
                  In Pace

                • Perdona l’insistenza. Sai bene con quale animo sempre mi rivolgo a te. Cioè tutto fuorché polemico et similia.

                  Il battesimo è condizione per essere eletto. Così come essere uomo ed essere celibe.
                  È cioè solo una delle tre condizioni necessariamente concomitanti per un’elezione.
                  Altrimenti anche una donna potrebbe “in virtù” del suo battesimo essere Papa, ma evidentemente così non è. Oppure un celibe qualsiasi.

                  Non so se è questione di semantica/idioma ma credo (e sottolineo che non lo so) che “in virtù di” e “a condizione che” abbiano valenza diversa.
                  In virtù vuol dire che poggia, che si fonda su … e se non erro, la autorità papale non si fonda sulle tre condizioni, che ne consentono solo la eleggibilità, ma sull’essere il successore del Vescovo di Roma.

                  Essendo poi che la scomunica si commina solo ai battezzati e i battezzati scomunicati sono esclusi dalla comunione dei fedeli e privati di tutti i diritti e i benefici derivanti dall’appartenenza alla Chiesa, in particolare quello di amministrare e ricevere i sacramenti, non vedo come il battesimo metta al riparo uno scomunicato, anche se Papa.
                  Il can 1331 CIC è molto chiaro al riguardo, anche per quanto riguarda uffici, ministeri e governo.

                  Per cui, o Papa Francesco non è apostata ed eretico (con ciò che ne consegue riguardo a Pachamama, Scalfari e quant’altro) oppure lo è e abbiamo un Papa scomunicato ipso facto (peccatore come tutti ma questo non lo prendo neanche in considerazione) che porterebbe alla strana condizione di avere un Papa non in comunione con il Papa e la Chiesa.

                • Si certo, ma l’essere Papa non è un ufficio, un ministero e un governo (è anche tutto ciò) ma è una chiamata di Cristo stesso ad essere la pietra di Pietro: nessuno lo può dimettere, sola la morte o la sua libera scelta di cessare possono rompere questo stato. Il fatto che sia battezzato ed eligibile a ricevere gli ordini sono condizioni necessarie ma non sufficienti, vi è la scelta della Chiesa (di Roma) che rende attuale (in atto) l’elezione (nel senso di essere un Eletto) a questo stato.

                  Ovviamente, in virtù di questa Elezione (che ne sia degno oppure no, non c’entra niente) decorrono uffizio, ministero e governo: quindi proprio non riesco a vedere come si potrebbe pensare che questi tre potrebbero essere sganciati, anche in seguito ad un peccato gravissimo, dallo “status” petrino che è di pura e libera e irrevocabile volontà divina.

                  Anche se l’uomo seduto sulla cattedra di Pietro per volontà divina fosse un apostata (prima o durante) non vedo in cosa si potrebbe dire che l’Elezione di Dio verrebbe a mancare, anche se lui stesso fosse scomunicato latae sententiae (non credo che si autoscomunicherebbe ufficialmente), in niente questo contraddice tale Elezione.

                  Neanche Davide voleva uccidere Saul perché era l’unto di Dio, e lo restava malgrado che Dio l’avesse maledetto.

                  È il mistero del Regno di Dio che è eminentemente monarchico: solo Dio può disfare, ma però Egli non disfa mai, ma sempre sorpassa con lo Spirito. Avere un cattivo Papa è come avere un uragano: fa male, ma bisogna viverci attarverso e sopravvivere.

                  La mia posizione personale è chiara: abbiamo un Papa che è veramente Papa e simbolo dell’unità della Chiesa e chi lo personifica è uno scomunicato latae sententiae, ma non c’è contraddizione. Quel che sappiamo è che Cristo prega specialemente per lui, e noi ci associamo alla preghiera di Cristo, affinché egli rinvenga e possa riconfermare nella fede i suoi fratelli.

                  L’obbedienza è questa, parafrasando le Beatitudini: essere sottomessi ad un Papa Santo e Bravo anche i cattivi lo possono fare, ma essere sottomessi ad un Papa mascalzone, questo è quel che fa di noi dei cristiani umili di cuore e pieni di carità.

                  Ma questo non significa ingoiare gli insegnamenti eretici di costui: ma vuol dire discernere con il Magsitero Autentico, perché è rimanendo fedeli al Magistero Autentico che onoriamo per davvero la cattedra di Pietro e chi la occupa.

                  In Pace

                • Grazie @simondecy per questa tua visione che mi pare molto chiara e che faccio mia, essendomi anche personalmente d’aiuto.

                • Forse ho perso l’albero dei commenti e non ho idea di dove finirà questo.
                  « La mia posizione personale è chiara ».
                  Ti ringrazio per la pazienza e il tempo.
                  Io personalmente la contraddizione la vedo (v. i post scriptum a questo stesso commento) per cui la mia posizione per poter uscire da questa impasse è questa: Papa Francesco non è apostata ed eretico.
                  Pur non negando la fattualità degli avvenimenti che concorrono a questa idea, credo e ritengo che la sua non sia intenzionale e voluta.
                  Per una questione di ignoranza, superficialità, inadeguatezza intellettuale, costrizione, o qualsiasi altra motivazione che non implichi la piena avvertenza e il suo deliberato consenso, egli ha permesso che si consumassero atti sacrileghi in Vaticano, venissero diffuse idee e insegnamenti discordanti con il magistero in interviste, libri e discorsi a braccio… e via discorrendo.
                  Ha una sua Weltanschauung che a quanto pare non coincide al 100% con quella Cattolica Apostolica Romana, e di cui probabilmente non si rende conto o, se se ne rende conto, ne ignora le conseguenze.
                  Sinceramente non ho alcun problema se mi si accusasse di non rispettare il Papa per queste mie parole. Il Papa non è tenuto, in quanto Papa, a conoscere tutto lo scibile.
                  Il problema maggiore lo causa chi dovrebbe aiutarlo e sostenerlo, ma se chi gli sta dietro e accanto è sprovvisto della sapienza, della competenza (sulle virtù cardinali non mi esprimo) e dei virili attributi per correggerlo e ben indirizzarlo finisce che l’ignoranza regnerà sovrana. Tale situazione l’ha creata da se stesso? Sarà solo reo di ignoranza colpevole, anche questa in buonafede perchè li ritiene, a torto, amici fidati.
                  Grazie di tutto, non ti disturbo oltre.
                  So che non lo farai ma metto le mani avanti… non prendere le mie parole come lapidarie e manco lontamente come un « io ho ragione e tu no ». Può sembrare che lo scritto comunichi questo ma non è mia intenzione, assolutamente. Grazie ancora.
                  PS
                  « nessuno lo può dimettere, sola la morte… »
                  Essendo latae sententia è automatica e non c’è bisogno di nessuno per dimetterlo.
                  Si potrebbe configurare come autoesclusione.
                  « … o la sua libera scelta possono rompere questo stato »
                  Penso a cosa è fondamentalmente un’eresia, penso alla libertà dell’uomo, penso che difronte ad essa persino Dio arretra…
                  Un’eresia è una « scelta » mi pare.
                  Se fosse formalmente eretico avrebbe formalmente scelto di venir meno alle motivazioni e ai compiti che comportano l’Elezione Divina e non per debolezza umana.
                  Se sceglie di non adempiere all’Elezione Divina la sta implicitamente rifiutando. Lo stato si rompe.
                  Forse si è dimesso senza saperlo… 🙂
                  Un abbraccio

                • Volevo in sintesi dire che, ok, un battezzato scomunicato non cessa di essere battezzato ma cessa di “essere” tutto il resto, perdendo diritti, cariche e incarichi, uffici e ministeri.

                  Scusate la sintesi tardiva. Se mi fosse venuta prima vi avrei risparmiato le lungaggini.

                • CIC
                  Can. 1404 – La prima Sede non è giudicata da nessuno.
                  Can. 1442 – Il Romano Pontefice è giudice supremo in tutto l’orbe cattolico, e giudica o personalmente o tramite i tribunali ordinari della Sede Apostolica oppure per mezzo di giudici da lui delegati.

                • @Lorenzo
                  Anche in forza del ben noto canone da te citato, fondo la mia personale posizione:
                  Non posso reputarlo eretico manifesto e tanto meno apostata.
                  Gli atti e gli insegnamenti potrebbero essere definiti tali (e tranquillamente da rigettare perché contrastanti) ma non lui, per cui non penso che incorra nella pena canonica della scomunica. Tra l’altro, se la Chiesa visibile, oggi, lo ritiene legittimo successore, validamente eletto e accettato come Papa in quanto tale e la stessa medesima non lo ritiene eretico/apostata e quindi scomunicato, neanch’io, in coscienza, lo ritengo tale.
                  Quando smetterà di essere regnante si vedrà. Di certo non mi aspetto e non mi auguro un processo « col morto » come fu per un suo predecessore.

                • Essere eretici o apostati non è materia di opinione ma di fattualità.
                  In Pace

                • @paolo
                  Quando Simone ha rinnegato Cristo, era già chiamato Cefa, Pietro, da Gesù.
                  Se dunque Pietro, l’uomo Simone, ha rinnegato Cristo, perché papa Francesco, l’uomo Bergoglio, non può essere eretico?

                • Simon e tutti.
                  Se Francesco avesse detto che la Pachamama è una dea sarebbe ertamente un apostata.
                  Poiché non lo ha dichiarato (anzi ha fatto il contrario) , ogni sua azione nei confronti di quella statuetta è giudicabile solo con una interpretazione personale, che voi state dando come se fosse invece certa, e pertanto arbitrariamente. Si tratta di giudicare il foro interiore, da una sensazione esteriore.
                  Pertanto ogni pretesa di fattualità è puramente ideologica.
                  E infatti questo, come altri episodi, non è altro che l’ennesimo tentativo per screditare il primo Papa totalmente mediatico della storia, cosa molto facile avendo a disposizione ogni gesto, ogni parola , ogni frase, ogni espressione. Il fatto che molti nella Chiesa lo avversino può essere visto con due significati : da una parte che è nell’errore, dall’altro che è andato a toccare, magari in modo grossolano, i punti giusti che andavano toccati e che era opportuno toccare, togliendo un pò di ragnatele che non fanno parte dell’affresco ma che qualcuno , avendole sempre viste, riteneva fossero state dipinte dal Pittore.

                • ML65 l’eresia e l’apostasia ben poco hanno a che fare con il foro interno: eretici e apostati sono convinti di essere nel giusto sia a priori, sia secondo un discorso loro proprio di cui si sono convinti.

                  L’eresia e l’apostasia sono atti: se qualcuno insegna che le anime dei dannati sono annichilate o se insegna che le unioni civili possono essere cosa buona in determinate circostanze, è eretico, poco importano le sue motivazioni.

                  Se vedo un oggetto che ha forma, il colore, il sapore e l’odore di una mela, è una mela: non è che nel suo foro interno è una banana.

                  Uno che fa adorare con lui presente dei religiosi a quattro zampe bacianti il suolo davanti rappresentazioni di Pachemame e di peni e priapi correlati e che poi se li porta in basilica per adorare questi idoli , c’è poco da fare è un atto di apostasia. Il fatto che non voglia riconoscerlo ufficialmente peggiora la sua situazione e non gli protegge il foro interno.

                  I fatti sono fatti: capisco che sia scioccante per te e compatisco.

                  In Pace

                • @Ml65
                  Anche per te la Divina Maternità, la Perpetua Verginità e l’Immacolata Concezione di Maria « sono titoli di figli innamorati cantati alla Madre »?
                  Anche per te la Trinità è “una comunità di tre Persone” e non la consustanzialità di tre Persone uguali e distinte avvero che « Il Padre è tutto ciò che è il Figlio, il Figlio tutto ciò che è il Padre, lo Spirito Santo tutto ciò che è il Padre e il Figlio, cioè un unico Dio quanto alla natura »?

              • Una domanda. In che categoria cadrebbe un Papa che usasse i documenti magisteriali per diffondere le sue proprie idee mettendo, almeno a la vista di un ignaro come me, il disputa il Magistero autentico?

                • Beh è quel che tenta di fare chiamando le sue raccolte di sogni, encicliche….
                  O manipolando il CCC
                  Quanto al nome… beh… leggiti l’Apocalisse 😀
                  In Pace

                • Ma questo non é peggio di un eresia? Anche se non scrivesse eresie formali, creare confusione puó essere ancora peggio.

                • Si, ma non potrà mai portare alla dannazione chi è Eletto.
                  Parafrasando NSGC: è normale che ci siano coloro che si fanno convincere di peccare e di dannarsi, ma guai a chi li ha aiutati a convicersene.
                  In Pace

          • Per completare il quadro gnoseologico, aggiungo una domanda a quelle di Paolo, provando anche, non senza un certo spirito temerario, ad avanzare qualche incauta, ma sempre ipotetica, risposta.
            Supponiamo che un vescovo, poi cardinale, professi (anche solo privatamente) un credo non ortodosso, se non addirittura manifestamente eretico, cioè professi dottrine già condannate dalla Chiesa; e supponiamo che egli conservi tali sue convinzioni – senza correggerle – anche dopo la sua eventuale elezione a Papa. Ci chiediamo: come devono essere considerate tali sue convinzioni? Non più eretiche in quanto espressioni del pensiero di chi non può formalmente professare eresia? Cioè, può la Chiesa professare eretica una dottrina oggi, e ritenerla ortodossa domani? Qui la risposta mi sembra chiara e univoca: NO, se una dottrina è eretica, rimane tale anche se la professa un Papa.
            A quel punto, però, la Chiesa tutta, a cominciare dai cardinali e dai vescovi, dovrebbe chiedergli perché, anziché rispettare e far rispettare la Dottrina della fede cattolica, come da mandato di Cristo, egli si permetta di metterla in dubbio, anche solo privatamente o in contesti informali.
            E qui si apre un secondo scenario. Può bastare, affinché tale ipotetico Papa non professi eresia in senso formale, cioè che non contraddica in modo esplicito e incontrovertibile (per intenderci, senza alcuna ambiguità, tale che non sia possibile coprire certe sue affermazioni o gesti con il velo pietoso del principio di carità), può bastare, dicevo, che tale ipotetico Papa non sconfessi apertamente la Dottrina della fede cattolica con atto formale o documento ufficiale di magistero ordinario? A mio avviso sì, potrebbe anche bastare. A meno che…
            …A meno che tale ipotetico Papa non decida con intenzione, studio e premeditazione di metter in soffitta il Mafìgistero ufficiale della Chiesa – senza volerlo necessariamente sconfessare, anzi mettendolo in naftalina come per proteggerlo – sostituendolo però nella predicazione quotidiana e nella conferma dei suoi fratelli nella fede, con il suo personale magistero fatto delle sue private opinioni (comprese quelle già dichiarate eretiche dalla Chiesa), presentato astutamente in stile informale, e diffuso worldwide grazie al supporto martellante del maintream mediatico mondiale, a cui lascia volentieri – anzi studiatamente – diffondere ogni sorta di menzogna e di orrore dottrinale senza il minimo accenno di correzione affinché la gente comune lo consideri vera e propria parola della Chiesa.
            Tutto questo con il chiaro intento di creare nell’immaginario collettivo una sostituzione – de facto – del magistero ordinario con l’eresia modernista. Sostituzione che, una volta avvenuta nell’opinione e nella prassi comune, non avrà neppure bisogno di essere ratificata in una nuova dottrina. Non importa definire quale debba essere la dottrina, purché sia un’anti-Dottrina (se lo scopo è abbattere una diga, lo scopo è raggiunto completamente già con l’abbattimento della diga, non anche con l’innalzamento di un’altra diga da un’altra parte).
            Ora, se si verificasse una tale circostanza, cosa dovrebbe pensare e come dovrebbe comportarsi un cattolico credente e praticante? Questa è la domanda da un milione di dollari a cui la Dottrina Cattolica non ha mai dato risposta, in quanto rimasta fino ad oggi una domanda puramente ipotetica. Ma di un’ipotesi del terzo tipo, cioè impossibile.
            Cioè, può Dio consentire l’elezione di un Papa eretico? E può quel Papa continuare ad essere Papa?
            A mio avviso, tale circostanza denoterebbe un fatto straordinario, cioè che non si starebbe vivendo più una situazione normale, da tempi normali, ma si sarebbe piuttosto giunti a un punto di singolarità della Storia della Chiesa e Storia del mondo in cui nulla possono più le logiche umane. Bisognerebbe affidarsi unicamente alla logica di Dio, che però sovrasta la nostra come i Cieli sovrastano la Terra.
            Nell’impatto con questo punto di singolarità non si può non ricordare la terrificante domanda di Gesù « Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà ancora la fede sulla terra? ».
            Avanzo un’ipotesi: assumiamo per un attimo che – ormai da tempo – nella Chiesa si sia consumato uno scisma sotterraneo (direi già da prima del CVII, ma molto di più dopo tale discrimine), e che questo scisma, come un grande buco nero, abbia consumato silenziosamente e progressivamente la grande maggioranza del corpo ecclesiale, a cominciare dai vescovi e dai sacerdoti, sia in senso numerico che dottrinario, e che la fede del popolo di Dio sia rimasta in tal modo soffocata nel sonno; dato ciò per assunto ipotetico, potrebbe Dio consentire a questa Chiesa intrinsecamente scismatica – scismatica da Lui – di eleggersi anche il suo Papa? Io azzardo un Sì, questo Dio potrebbe permetterlo, affinchè tutta la Chiesa fino al suo vertice diventi scismatica in sé stessa, mostrando al mondo la sua schizofrenia spirituale.
            Ma allora, in tale ipotesi, il Papa sarebbe ancora Papa, e la Chiesa ancora Chiesa?
            Se il Papa sia da considerarsi ancora Papa, io personalmente ritengo che, in tale ipotesi, egli non sia da considerarsi il Papa di Dio, quindi che a lui non spetti l’assenso che si dovrebbe a un successore di Pietro – ancorché Dio abbia acconsentito alla sua elezione – e che, tuttavia, egli sia ancora il Papa della Chiesa per volere di Dio, volere che, al contrario, abbiamo l’obbigo di rispettare.
            Se la Chiesa sia ancora Chiesa, anche in tale ipotesi, direi di sì, perché non ce n’è un’altra (« Signore, da chi andremo? »). E’ un fatto (ed anche la nostra fortuna) che noi non possiamo fare a meno della Domenica e dell’eucarestia, anche se celebrata indegnamente. Tale Chiesa sarebbe ancora la nostra Chiesa, ma è chiaro che si entrerebbe in un tunnel di tenebre nel quale, come in un’apnea spirituale, potremmo solo resistere e lottare nel silenzio, sopportando tutte le prove che il Signore ci manderebbe.
            Ma è anche chiaro che da quel tunnel solo Cristo potrebbe tirarci fuori. Questa sarebbe allora la prova finale della fede di chi gli è rimasto fedele, il piccolo gregge, la prova dell’oro provato nel crogiuolo.

            • ” se si verificasse una tale circostanza, cosa dovrebbe pensare e come dovrebbe comportarsi un cattolico credente e praticante? ” Penso che la risposta la conosciamo tutti: ci si attiene a quel che il Magistero Autentico insegna.

              Dobbiamo renderci conto che NON siamo soli in questi frangenti: è dottrina sicura della Chiesa che sempre la nostra coscienza personale è sollecitata dallo Spirito Santo verso il Bene. Chiunque seguisse le dottrine errate del Santo Padre non si salva più dello stesso Santo Padre con la scusa che è quello che questi gli ha insegnato: perché lo Spirito Santo sempre era presente per fargli prendere le scelte buone e ognuno, nel fondo della propria coscienza, sa se fa bene o se fa male, se gioca con le parole o se si da degli alibi facili per non dover convertirsi più radicalmente.

              Permettimi un esempio: prendiamo uno dei sogni idiotici del buon Papa attuale, quello che dice che non c’è guerra giusta. Questo vuol dire che i cattolici devono lasciare tutti i mestieri delle armi e essere obiettori di coscienza. Adesso immagginiamo che una Libia islamizzata decida di invadere l’Italia per sottomettere tutti alla dhimmitudine: secondo la falsa dottrina di Farncesco bisognerà lasciare fare, perché non sarebbe giusto opporsi, epperò la coscienza di ogni persona normale si rivolterà e, si spera, il governo dovrebbe chiamare alla leva nuovi combattenti. Ci saranno coloro che seguiranno la loro coscienza e diranno meglio rischiare di morire che di vedere i miei diventare musulmani e partiranno: ci saranno poi i vigliacchi, che a causa di questo loro vizio, si opporranno al soffio dello Spirito che dice loro di andare per battersi e difendere gli innocenti da questo soppruso che ucciderà non solo corpi ma anche anime, e utilizzeranno l’alibi delle parole di Papa Francesco. Erano vigliacchi e non degni del Regno di Dio già prima, con le parole di Francesco la loro colpa invece di diminuire aumenta, in quanto cercano un alibi per girare le spalle all’impulsione divina.

              Tutto questo per dire che nel caso del tuo secondo scenario: chi è Eletto lo è malgrado le eresie del Papa attuale e chi non lo è non lo sarà per via di queste stesse eresie.

              Infine, il Papa, chiunque esso sia, è sempre il Papa di Dio: quella pietra che a volte porta ad inciampare chi non è tra gli Eletti, oppure quella pietra sulla quale ci si deve poggiare per vievere della Santa Chiesa di Dio che vi si poggia, il più spesso i due alla volta.

              In Pace

              • Simon non ti fa davvero onore unirti al coro dei diffusori di mezze verità ed abili stravolgimenti del pensiero.
                Cosa penserebbe San Tommaso di questa modalità di interlocuzione che alterna dotti e precisi principi a generiche e superficiali citazioni ?
                Come allego sotto il capitolo sulla guerra di fratelli tutti è ben più articolato e da nessuna parte vieta in linea teorica la guerra, soprattutto di difesa , ma esorta in sento assoluto a considerare ogni alternativa anche a costo di sembrare deboli. Puoi non essere d’accordo , ma da nessuna parte mi sembra che Gesù abbia lanciato campagne per le c.d. “guerre giuste”. Quella degli Ebrei in Palestina contro l’occupazione dell’impero romano, per esempio, non sarebbe forse stata la tipica “guerra giusta” (occupante straniero con religione diversa)?. Ma neppure il quel caso Gesù si schierò per la reazione armata. Quindi questo argomento può essere dibattuto ma certo non può essere considerato esaurito delle concezioni del passato , e non può passare per una idiozia del Papa.
                Esorto tutti a rileggere il capitolo nella sua interezza e nella sua complessità , che allego.

                “L’ingiustizia della guerra

                256. «L’inganno è nel cuore di chi trama il male, la gioia invece è di chi promuove la pace» (Pr 12,20). Tuttavia, c’è chi cerca soluzioni nella guerra, che spesso «si nutre del pervertimento delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell’altro e della diversità vista come ostacolo».[237] La guerra non è un fantasma del passato, ma è diventata una minaccia costante. Il mondo sta trovando sempre più difficoltà nel lento cammino della pace che aveva intrapreso e che cominciava a dare alcuni frutti.

                257. Poiché si stanno creando nuovamente le condizioni per la proliferazione di guerre, ricordo che «la guerra è la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione all’ambiente. Se si vuole un autentico sviluppo umano integrale per tutti, occorre proseguire senza stancarsi nell’impegno di evitare la guerra tra le nazioni e tra i popoli.

                A tal fine bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e l’infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e all’arbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentale».[238] Voglio rilevare che i 75 anni delle Nazioni Unite e l’esperienza dei primi 20 anni di questo millennio mostrano che la piena applicazione delle norme internazionali è realmente efficace, e che il loro mancato adempimento è nocivo. La Carta delle Nazioni Unite, rispettata e applicata con trasparenza e sincerità, è un punto di riferimento obbligatorio di giustizia e un veicolo di pace. Ma ciò esige di non mascherare intenzioni illegittime e di non porre gli interessi particolari di un Paese o di un gruppo al di sopra del bene comune mondiale. Se la norma viene considerata uno strumento a cui ricorrere quando risulta favorevole e da eludere quando non lo è, si scatenano forze incontrollabili che danneggiano gravemente le società, i più deboli, la fraternità, l’ambiente e i beni culturali, con perdite irrecuperabili per la comunità globale.

                258. È così che facilmente si opta per la guerra avanzando ogni tipo di scuse apparentemente umanitarie, difensive o preventive, ricorrendo anche alla manipolazione dell’informazione. Di fatto, negli ultimi decenni tutte le guerre hanno preteso di avere una “giustificazione”. Il Catechismo della Chiesa Cattolica parla della possibilità di una legittima difesa mediante la forza militare, con il presupposto di dimostrare che vi siano alcune «rigorose condizioni di legittimità morale».[239] Tuttavia si cade facilmente in una interpretazione troppo larga di questo possibile diritto. Così si vogliono giustificare indebitamente anche attacchi “preventivi” o azioni belliche che difficilmente non trascinano «mali e disordini più gravi del male da eliminare».[240] La questione è che, a partire dallo sviluppo delle armi nucleari, chimiche e biologiche, e delle enormi e crescenti possibilità offerte dalle nuove tecnologie, si è dato alla guerra un potere distruttivo incontrollabile, che colpisce molti civili innocenti. In verità, «mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene».[241] Dunque non possiamo più pensare alla guerra come soluzione, dato che i rischi probabilmente saranno sempre superiori all’ipotetica utilità che le si attribuisce. Davanti a tale realtà, oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile “guerra giusta”. Mai più la guerra![242]

                259. È importante aggiungere che, con lo sviluppo della globalizzazione, ciò che può apparire come una soluzione immediata o pratica per una determinata regione, dà adito a una catena di fattori violenti molte volte sotterranei che finisce per colpire l’intero pianeta e aprire la strada a nuove e peggiori guerre future. Nel nostro mondo ormai non ci sono solo “pezzi” di guerra in un Paese o nell’altro, ma si vive una “guerra mondiale a pezzi”, perché le sorti dei Paesi sono tra loro fortemente connesse nello scenario mondiale.

                260. Come diceva San Giovanni XXIII, «riesce quasi impossibile pensare che nell’era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia».[243] Lo affermava in un periodo di forte tensione internazionale, e così diede voce al grande anelito alla pace che si diffondeva ai tempi della guerra fredda. Rafforzò la convinzione che le ragioni della pace sono più forti di ogni calcolo di interessi particolari e di ogni fiducia posta nell’uso delle armi. Però non si colsero pienamente le occasioni offerte dalla fine della guerra fredda, per la mancanza di una visione del futuro e di una consapevolezza condivisa circa il nostro destino comune. Invece si cedette alla ricerca di interessi particolari senza farsi carico del bene comune universale. Così si è fatto di nuovo strada l’ingannevole fantasma della guerra.

                261. Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come “danni collaterali”. Domandiamo alle vittime. Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace.

                262. Neppure le norme saranno sufficienti, se si pensa che la soluzione ai problemi attuali consista nel dissuadere gli altri mediante la paura, minacciandoli con l’uso delle armi nucleari, chimiche o biologiche. Infatti, «se si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del XXI secolo, come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertà, non pochi dubbi emergono circa l’inadeguatezza della deterrenza nucleare a rispondere efficacemente a tali sfide. Siffatte preoccupazioni assumono ancor più consistenza quando consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio. […] Dobbiamo anche chiederci quanto sia sostenibile un equilibro basato sulla paura, quando esso tende di fatto ad aumentare la paura e a minare le relazioni di fiducia fra i popoli. La pace e la stabilità internazionali non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere. […] In tale contesto, l’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario. […] La crescente interdipendenza e la globalizzazione significano che qualunque risposta diamo alla minaccia delle armi nucleari, essa debba essere collettiva e concertata, basata sulla fiducia reciproca. Quest’ultima può essere costruita solo attraverso un dialogo che sia sinceramente orientato verso il bene comune e non verso la tutela di interessi velati o particolari».[244] E con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale[245] per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa.

                • Penso che non ci sei: la mia era un’esemplificazione del secondo scenario offerto da ivpiano.

                  Comunque, puoi rigirare la frittata come vuoi ma fatto sta che ha ben affermato “Davanti a tale realtà, oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile “guerra giusta”. Mai più la guerra![242]” (autocitandosi…. ovviamente) e quali sarebbero i criteri razionali che egli rifiuta? Quelli del “Catechismo della Chiesa Cattolica [che] parla[no] della possibilità di una legittima difesa mediante la forza militare, con il presupposto di dimostrare che vi siano alcune «rigorose condizioni di legittimità morale».[239]

                  Quindi c’è poco da argomentare e tutti, salvo ML65, l’hanno capito così: se mi citi un pro o anti-bergogliano che lo abbia capito altrimenti, mi farebbe piacere.

                  Spiacente.

                  In Pace

                • “… Voglio rilevare che i 75 anni delle Nazioni Unite e l’esperienza dei primi 20 anni di questo millennio mostrano che la piena applicazione delle norme internazionali è realmente efficace, e che il loro mancato adempimento è nocivo. La Carta delle Nazioni Unite, rispettata e applicata con trasparenza e sincerità, è un punto di riferimento obbligatorio di giustizia e un veicolo di pace…”
                  Ma il nostro santo Padre conosce la situazione mondiale odierna o vive in un mondo tutto suo?
                  Questa, tanto per fare un esempio, è la situazione delle guerre nel 2018:
                  https://www.agensir.it/mondo/2018/12/10/embargo-ore-11-del-10-12-conflitti-dimenticati-378-nel-mondo-tra-cui-20-guerre-in-calo-rispetto-al-2014-ma-gli-italiani-non-ricordano-o-non-sanno/

              • Il Papa abbraccia in un unico anelito di amore tutto il peggio del XX e del XXI secolo, da “Peace and Love” a “Love is Love”.
                La guerra è una cosa ingiusta? Tante grazie Francesco, bella scoperta. Davvero, non ce n’eravamo mai accorti. Magari, già che c’eri, potevi anche azzardare la conclusione pure il peccato originale è molto ingiusto. Tiello a mente per la prossima enciclica.

                • Il mio commento è molto chiaro. Le parole del Papa sono una esortazione alla Pace, non un divieto assoluto di guerra.
                  Voi le leggete con altro senso al solo scopo di criticarle.
                  Mi fa specie che chi ha dedicato tutta la vita a studiare queste cose si lasci poi trascinare dal proprio carattere e zelo a utilizzare gli straw man argument contro il pensiero degli altri. L’ho scritto prima : San Tommaso si rivolta nella tomba.
                  Per quanto riguarda il commento di altri rispetto alle guerre in genere, essendo commenti politici camuffati da commenti teologici non li prendo neppure in considerazione.
                  Solo dico che su certi argomenti sono felice che il Signore mi abbia fatto cosi utopico, buonista e magari fesso. Sempre meglio che cinico. Salve.

                • Tu scrivi: “Quella degli Ebrei in Palestina contro l’occupazione dell’impero romano, per esempio, non sarebbe forse stata la tipica “guerra giusta” (occupante straniero con religione diversa)?. Ma neppure il quel caso Gesù si schierò per la reazione armata.”
                  Lo sapevi che le parole: “Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace.” (Lc 14.31-32) sono alla base di ogni guerra giusta perché, prima di ricorrere alle armi, è necessaria un’attenta e ben ponderata valutazione se un’eventuale guerra non sia peggiore di una sottomissione?
                  E quando Gesù dice “se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei” (Gv 18. 36), non sta forse implicitamente affermando che è giusto e lecito che i servi difendano il proprio re?

                • ML, rispondi alla domanda: se fra due litiganti il terzo dice “fate la pace”, chi è buono e chi è cattivo?
                  Tu sai dirlo? E con quale criterio?

                • @Lorenzo, dovrei risponderti come fa Simon : se vuoi interpretare in modo letterale le parabole di Gesù, bisogna che ricominci dal catechismo della 1^ comunione.
                  Col tuo ragionamento la parabola della zizzania e del grano parlava di tecniche di coltivazione del frumento, e quella dei talenti parlava di soldi ed investimenti in borsa.

                  @ivpiano. La tua domanda è talmente generica che non capisco cosa significhi. Di che stai parlando? Ogni cosa nella chiesa si fa col DISCERNIMENTO ed il Papa non ha scritto che la guerra sia sempre evitabile, ma ha detto in tutti i modi che bisogna fare di tutto per evitarla, andando ben oltre le ragioni anche giuste. Quindi ogni caso va valutato nella sua specificità ma è indubbio che il lavoro degli uomini debba essere incessantemente orientato alla pace. “Mai più guerra” è ovviamente un obiettivo utopistico ma che traccia un percorso ed una tendenza Cristiana. Poi tu puoi pensarla diversamente e credere che Gesù sia venuto a fare il filosofo o lo stratega. Ma ricordati che sei discepolo di uno che si è fatto ammazzare da innocente. Se ti da fastidio puoi cambiare religione ma non questo fatto. Nessuno ti chiede di essere come Gesù (anche se a ben leggere il Vangelo lui ti esorta proprio così) ma anche tanti martiri cristiani sono morti senza reagire. Se la nostra religione è anche questo, almeno cerca di non stravolgerne il senso, cercando motivazioni cristiane per atti che nel 99% dei casi cristiani non sono.

                • Tanti santi soldati, militari, cavalieri!
                  Pronti a lasciarsi uccidere per gli innocenti che difendenvano, come Cristo si è lasciato uccidere.
                  In Pace

                • Si Simon è andata proprio sempre così.
                  Dall’anno 0 ad oggi i governanti cristiani ed i popoli cristiani hanno sempre messo in atto esclusivamente guerre di legittima difesa inevitabili, allo scopo di difendere deboli ed indifesi dall’ingiusta offesa.
                  Peccato che la maggior parte delle volte queste guerre se le facessero anche tra di loro.

                • Sì questo delle guerre fratricide tra cristiani e monarchi praticamente della stessa famiglia è stato un peccato maggiore di cui oggi paghiamo definitivamente, cioè senza poter tornare addietro, le conseguenze: la fine del mondo occidentale cristiano e la fine del mondo europeo.
                  In Pace

                • @Ml65
                  Se non hai ancora capito che Gesù parlava di cose reali per trarne insegnamenti spirituali, non hai capito l’ABC del cattolicesimo:
                  – invitava ad osservare come, per non perdere grano, il bravo agricoltore aspettava la mietitura per separarlo dalla zizzania ed insegnava a non rischiare di perdere dei giusti per la fretta di eliminare gli ingiusti;
                  – invitava ad osservare con che impegno chi maneggiava denaro si impegnava ad arricchirsi e lo finalizzava all’impegno per guadagnarsi il Regno.
                  Se, come ritieni tu, Gesù condannava la guerra giusta, perché avrebbe detto: “se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto” invece di dire: “nemmeno se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto”?

                • Lorenzo…. grazie delle indicazioni. Non ci avevo mai pensato, mi hai illuminato e ne sono commosso. Talmente commosso che per evitare eccessive palpitazioni chiudo qui il discorso,
                  Tanto chi mi ha letto per capirmi ha capito , pure magari non approvandomi .
                  Chi invece non vuole capire….lo prego almeno di non pretendere pure di darmi lezioncine di interpretazione delle parabole.
                  Vi garantisco che ho passato molti lustri ad ascoltare e digerire e meditare una quantità notevole di catechesi e lectio divine sulle parabole e le parole di Gesù sul vangelo. Non è un vanto: è un fatto, e qualche utente di questo blog mi avrà capito anche nel concreto.
                  Buona serata .

              • @ML
                Hai risposto alla mia domanda dicendo che è talmente generica che non capisci cosa significhi. Bene, è esattamente ciò che volevo sentire. Vedi che quando vuoi sai giudicare le cose?
                Adesso giudica anche la frase “la guerra è una cosa ingiusta”.

                • Direi che estrapolata dal suo contesto è una cosa generica.
                  Inserita invece , come è stata, in un documento di 200 pagine diventa più comprensibile, fermo restando che ci sarà sempre chi avrà, come te, convenienza ad estrapolarla secondo la tecnica dello strowman argument.
                  Anche nel tuo caso, visto il livello delle obiezioni, direi che possiamo finirla qui e passare oltre.

                • Puoi anche non rispondere se credi, ma io ti devo una replica, almeno a beneficio di chi ci legge.
                  Se per capire una frase come “la guerra è una cosa ingiusta” uno deve leggersi 200 pagine di un’enciclica (in realtà sono 240), dubito che questo giovi alla comprensione. Comunque, molte cose non tornano.
                  Ad es, se la guerra è ingiusta, perché durante le elezioni presidenziali americane il Papa ha apertamente appoggiato, anzi ha spudoratamente tifato, per quella parte politica, quella democratica, che dalla II Guerra Mondiale in poi ha iniziato tutti i conflitti della superpotenza più guerrafondaia della Storia, lasciando alla controparte repubblicana il compito di porvi fine?
                  O ancora, perché si dovrebbero leggere 240 pagine per capire perché la guerra è ingiusta, e poi, però, non trovare mai, in questo lungo inno alla fraternità umana, neppure un accenno alla piaga dell’aborto? L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che tra il 2010 e il 2014 ci siano stati 56 milioni di aborti ogni anno, in tutto il mondo, più delle vittime della I e della II Guerra Mondiale messe insieme (ogni anno!). Eppure, se si fa una ricerca nel testo si troverà solamente una volta – in 240 pagine – la parola “abortire”, esattamente al n.24, in relazione alla schiavitù, con questo commento: “L’aberrazione non ha limiti quando si assoggettano donne, poi forzate ad abortire”. Cioè, l’aberrazione starebbe nella riduzione in schiavitù, che diventa senza limiti se si forza la schiava ad abortire, ma non nell’aborto volontario delle persone libere. Così almeno capisce l’ignaro lettore dopo tanta fatica.
                  Eppure, l’aborto volontario è un “diritto” che il candidato democratico Biden, che si professa cattolico, vuole estendere, con la tecnica del partial birth, fino al nono mese di gravidanza. Fai una rapida ricerca in internet per sapere cos’è il partial birth, inutile cercare nelle 240 pagine di Fratelli Tutti qualche cenno a questa vera aberrazione senza limiti. Forse strideva troppo coll’invito aperto rivolto dal Papa a tutti i cattolici americani di votare per Biden.

                • C’è un gioco che si chiama tresette. Tutti devono rispondere sempre con una carta dello stesso seme di quella che ha messo il primo che ha giocato, altrimenti è una penalità.
                  Tu ivpiano continui a introdurre nuovi argomenti, nuove domande, nuove elucubrazioni, che nulla hanno a che vedere con la domanda inziale.
                  Si parlava di guerra, sei transitato all’aborto . Non ti rispondo, è una perdita di tempo. Parlati pure addosso.

                • Santa Teresa di Calcutta diceva che l’aborto è la principale minaccia per la pace nel mondo, non ci sarà pace nel mondo finché una madre potà uccidere il proprio bambino nella pienezza della propria libertà e dei propri diritti.
                  Come vedi, io sono rimasto perfettamente in tema, non è colpa mia se tu non vedi la connessione tra le cose. Ma, buon per te, sei in ottima compagnia se neppure il Papa che ha canonizzato Madre Teresa si avvede di certe correlazioni, e volutamente trascura con insipienza il suo insegnamento nell’enciclica in cui presume di voler parlare di pace tra i popoli e di fratellanza tra gli uomini.

                • Mente Libera hai presente l’ herem ? Ora non mi interessa sapere la tua falsa intepretazione, come se incestuosi, immolatori di bambini, protituti sacri, idolatri , traditori non meritassero la morte e noi dovessimo solamente contestualizzare in modo stupido la cultura del tempo.
                  La guerra finale sarà nella Parusia, e le nostre preghiere hanno due finalità : ammassare carboni ardenti su chi non è scritto nel libro della Vita cosicché soffra sempre di più nell’Ade, o convertirli intercedendo presso DIO rispetto a chi era da LUI destinato alla salvezza. Questo sarà un grande voto di sterminio, puoi starne certo.

                • Daouda : L’unica cosa di cui sono certo è che ci saranno molte più sorprese di quello che pensi.

                  “La guerra finale sarà nella Parusia, e le nostre preghiere hanno due finalità : ammassare carboni ardenti su chi non è scritto nel libro della Vita cosicché soffra sempre di più nell’Ade, o convertirli intercedendo presso DIO rispetto a chi era da LUI destinato alla salvezza. Questo sarà un grande voto di sterminio, puoi starne certo.”

                  Se Dio fosse come dici tu, allora facciamo bene tutti a smettere di scrivere qui sopra ed andare direttamente divertirci in giro fregandocene di un obiettivo che non possiamo raggiugere.
                  Anzi, sapendo che tu preghi per farci stare pure peggio , prima di andare a divertirci in giro, potremmo sempre passare per casa tua a rigarti la macchina! 🙂

                • Io penso che le sorprese saranno meno o di più di quel che pensi tu od io.

                  Per il resto lo sò che l’inferno ti dà fastidio, ti invito solo a rileggere tutta la Sacra Bibbia relativamente alla guerra finale e la fine degli empi.
                  Che tu poi deduca che quel che ho scritto implichi gozzovigliare o cos’altro è sinceramente una parallasse cognitiva che è inutile provare a comprendere.

                • Infatti può dispiacere ma il Cristo Gesù è stato chiarissimo in Matteo 22,14 “Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti”.
                  Qualuqnue esegesi ne facciamo non possiamo fare dire a Gesù il contrario di quel che ha detto dopo analisi abracadadranti.
                  In Pace

  3. Sia il vostro parlare Si , si…no,no, il di piu’ viene dal Maligno .
    Certo Papa Francesco ha detto anche dei Si , e dei No , e’ quel” piu’” che viene dal Maligno che lascia scioccati , e fa pensare alla famosa frase di Paolo VI sul fumo di Satana entrato nella Chiesa di Dio : diciamo entrato nei “ discorsi” della Chiesa di Dio .

  4. Minstrel dice che non dobbiamo abbandonare il principle of charity, ma veramente Bergoglio merita che lo applichiamo a lui?
    Sono sicuro che tutto il Magistero va letto sotto quel principio, ma grazie a questo pontificato ora dobbiamo andare a scovare dentro ogni documento cosa é Magistero e cosa no. Se no con Laudato sii si dovrebbe accettare per obbedienza il riscaldamento globale antropogenico, e lasciamo stare Fratelli tutti.
    Ma tutto il resto? Veramente dobbiamo pensare che il documentale e le dichiarazioni sono state fatte in buona fede? Che Bergoglio veramente vuole fare il Papa come la Chiesa intende che siano le funzioni di un Papa? Francesco I é il Papa della Chiesa cattolica perche scelto da un conclave válido, ma non mi sembra che Bergoglio se ne sia accorto. Perche anche mi pare che Papa é, chi il Papa fa.

    • Il “principle of charity” si applica solo quando un’affermazione è dubbiosa nelle sue possibili interpretazioni. Se, tale non è, sarebbe un controsenso applicarla in quanto affermazione già chiara di per propria virtù con un’interpretazione già univoca.
      Nell’esempio della scempiaggine eretica detta circa le unioni civili (o di convivencia) è chiaro che chi è oggi il Papa ha affermato il contrario di quel che la Chiesa ha sempre affermato con fermezza: non si può applicare tale principio senza violentare quel che Francesco ha detto!
      Il “principle of charity” non è il “principle of mirrors climbing”.
      In Pace
      P.S.: Né la Laudato Sì, né la Fratelli Tutti, né il cambiamento innopportuno dell’articolo del CCC circa la pena di morte sono, né potrebbero essere, neanche in linea di massima, Magistero Autentico.

  5. Ricordiamo che Gesu’ disse a Pietro , in maniera piuttosto netta e senza addolcire il discorso:
    : «Vade retro Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

    Se Nostro Signore, senza venir meno alla misericordia, lo disse a San Pietro , tanto piu’ possiamo noi , senza venir meno alla misericordia, dirlo ai successori di Pietro che ci sono di scandalo, quando pensano secondo gli uomini e non secondo Dio.
    E’ come se in quel momento, in quella determinata situazione Satana parlasse con la bocca del Sommo Pontefice Romano . In quel caso nessun “ principle of charity” !

  6. Un paio di punti in replica alle osservazioni di Minstrel.

    Primo punto. In questa materia non esistono istanze giuste che meritano risposte giuste, basta che siano poste nei modi giusti dalle persone giuste, e istanze sbagliate che avranno risposte sbagliate anche se giuste. Le domande (o le pretese) sono sempre e comunque sbagliate.
    Anche i due amici 80enni, dunque non più fornicanti, non troveranno risposte giuste alla tutela che cercano in un matrimonio farsa (ancorché diversamente denominato) che svilisce e snatura il matrimonio (concepito ab origine non per la tutela di interessi privati, ma della madre e della prole); piuttosto, troveranno ciò che cercano in un accordo di tipo civilistico, con valenza di atto privato stipulabile di fronte a un Notaio e che il nostro ordinamento già prevede.

    Questi tipo di accordi avrebbe potuto avere un riconoscimento legale, diventare quindi un istituto giuridico, grazie a una legge ombrello che ne contemplasse la finalità privatistica. In effetti l’opposizione parlamentare propose una soluzione di questo tipo prima dell’approvazione della legge Cirinnà, ma i promotori rifiutarono la proposta e perpretrarono il loro intento malvagio, che non era la protezione dei più deboli, ma il perseguimento di ideologie nichiliste che contemplano la necessaria destrutturazione della famiglia naturalmente intesa (istituto già in cancrena per effetto dei princìpi di morte portati nel suo corpo dalle leggi sul divorzio e sull’aborto – allo stesso scopo concorre la destrutturazione dei sessi e la loro sostituzione col gender liquido).

    Secondo punto. Applicando il principio di carità non capiremo mai perché Francesco – atteso che avesse avuto dei motivi validi, o anche solo una compulsiva necessità di entrare in politica – non abbia piuttosto scelto di appoggiare la seconda soluzione, anziché favorire, anzi apertamente appoggiare, le unioni civili, per di più, silenziando e censurando ogni voce contraria nella Chiesa.
    Temo quindi che, a questo punto, dovremo accettare il rischio di essere poco caritatevoli se davvero vogliamo cercare di capire come stanno le cose.
    Dobbiamo, giocoforza, abbandonare lo schema interpretativo che distingue quello che il Papa ha detto da quello che gli hanno fatto dire. E’ ormai appurato oltre ogni ragionevole dubbio che sono due moduli dello stesso pacchetto comunicativo, due byte della stessa stringa. Ne abbiamo riprova nel fatto che, in sette anni, praticamente mai è arrivata una smentita dalla sala stampa vaticana di ciò che il Papa avrebbe detto secondo i giornali, la televisione, la radio o secondo qualunque uomo della strada che riportasse ciò che aveva sentito dire al bar.
    Le famigerate interviste a Scalfari, in cui certe frasi sono state attribuite alla demenza senile del giornalista, sono state addirittura riprese in un libro copia-incolla dei suoi pensieri, uscito con Francesco come autore; dunque non solo non sono state smentite, ma addirittura confermate.

    Come ho già avuto modo di dire in precedenti interventi, a me pare evidente che al Papa non importa affatto riscrivere la Dottrina, anzi, lui odia tutto ciò che rimane scritto; per lui la verità non si lascia cristallizzare dentro formule sintetiche; la verità è una realtà evanescente e inafferrabile, forse neppure esiste per come la si è sempre intesa, e se esiste non è conoscibile (questo spiega anche la prolissità dei suoi rari documenti, in cui l’insostenibile leggerezza di concetti annacquati si diluisce ulteriormente in un mare di parole, da cui è possibile trarre ogni conclusione, tranne quelle già codificate). Il suo scopo inconfessabile è quello di rendere la Dottrina finalmente inutile, un vecchio codice da mostrare ai visitatori dei Musei Vaticani. Solo così lo Spirito sarà finalmente libero di spaziare nella Verità.
    Il suo è con tutta evidenza un universo in cui non esiste menzogna (fatta forse eccezione per la Chiesa Cattolica).
    Insomma, un Universo senza Una Verità e senza menzogna (ergo, senza neanche il padre della menzogna), il rischio così chiaramente paventato da BVXI durante la sua messa di investitura quando indicò il relativismo come il nemico numero uno della Chiesa e del mondo.

    • Avrei da replicare lungamente, ma il tempo è tiranno e per altro sarei quasi completamente in sintonia. Per altro molto di quanto da te detto è testé sopra già scritto. Vedremo se riesco nel we. Per ora grazie.

  7. In verità non « sarebbe l’unico blog nel panorama web cattolico che non cercherebbe polarizzazione, ma agirebbe per creare un crocevia di uomini che cercano Dio, una via di fraternità basata sulla supplica a Dio di aiutarci in questo. »
    Ma non è questioni di primati… 😉

    • Ma ben venga! Diciamo che è la prima volta che lo scrivo io qui. Ahahahah 😛
      PS. Fuori i link! 😉

      • Minstrel anche senza link e per quanto i commenti di quel blog siano talvolta piuttosto “litigiosi” (ma non è dai commenti – forse troppo poco moderati – che si risale alla bontà dei frutti), il blog di Costanza Miriano, ha dato il via ad una sorta di “Monastero Wi-fi” come la stessa Costanza lo ha chiamato, che è una sorta di “posto di preghiera” apparentemente disperso nell’etere, ma disperso solo fisicamente perché è un non-luogo.
        Inoltre ha dato vita ad una serie di fisici incontri, dei veri e propri ritiri spirituali a cui partecipare anche fisicamente (e ci sono Sorelle e Fratelli che ne fanno dei chilometri per partecipare), dove in molti accorrono non solo per incontrare Costanza – che certo non si erge a profetessa o guida spirituale – ma anche per ascoltare fior di catechesi portate da sacerdoti e teologi di ottimo livello e specchiata aderenza al Magistero autentico.
        Insomma qualcosa che è andato e va ben oltre il “blog cattolico”.

        • Realtà che non conoscevo pur riconoscendo a Costanza la forza di una moderazione rara e di sapersi circondare da persone speciali quanto lei. Conosco però grazie al web molti dei sacerdoti di cui parli e capisco i motivi del successo di una bella iniziativa del genere. Grazie dell’indicazione.

        • Hai ragione , a dispetto di un blog moderato in maniera ambigua e tendente a favorire complottismi e scandalismi, l’iniziativa del Monastero Wi-Fi è un buon frutto, soprattutto perché accoglie catechesi ed interventi di teologi e sacerdoti molto preparati.
          Ultimamente ha accolto una lectio divina di Don Antonio Grappone che conosco personalmente da almeno 15 anni, ed è veramente un teologo eccezionale sia per i contenuti sia per la forma e la capacità di coinvolgere gli ascoltatori (non a caso insegna alla gregoriana e i suoi corsi sono seguitissimi). Purtroppo questi articoli, come spesso accade , raccolgono 6 o 7 commenti al massimo, mentre quelli con ben altri contenuti arrivano a 100 o 200.
          A conferma del fatto che l’uomo, io per primo, sa parlare ma non sa ascoltare, e che alcuni discorsi restano indigesti e da un orecchio entrano e l’atro escono perché sono scomodi, pietra d’inciampo.
          Personalmente ho individuato un sistema per discernere una buona catechesi da una non buona.
          Le buone catechesi sono quelle che ti fanno uscire riflettendo sui tuoi propri peccati .
          Le cattive catechesi sono quelle che invece ti fanno uscire concentrato sui peccati degli altri.

          • Mica male come distinzione, ML65!
            Personalmente avrei detto che le buone catechesi mi mettono concretamente nella Via stretta della Morte e Risurrezione di Cristo, mentre quelle cattive si concentrano su discorsi pelagiani e moralizzanti dove è il “fare cose” che prende il posto dell’Incontro con Lui.
            Ognuno ha i propri criteri suggeriti dallo Spirito Santo.
            In Pace

            • Ognuno ha il suo sistema. Il mio lo trovo più semplice, perché invece di concentrarsi su quello che dice il catechista si concentra sull’effetto prodotto su di me.

  8. Comunque sbaglio o in questa “carrellata” – per il cui lavoro comunque @Minstrel ti ringrazio – i “PRO” restano piuttosto striminziti, da cercarsi con la famosa lanterna di Diogene e con tanta buona volontà?

    Il che qualcosa ci dice…

    La Carità e la Misericordia vanno sempre applicate all’uomo peccatore, ma al peccato no, così come non si può non essere preoccupati per la “funzione svolta da qualsivoglia uomo peccatore” (per capirci se il peccato dell’uomo è il furto, non lo si vorrebbe a gestir danaro, anche per il suo stesso bene).

    E’ un grosso problema che da tempo affligge la Chiesa (preti pedofili non-allontanati, educatori la cui vita e tutto fuorché esempio educativo, ecc. ecc.).
    Ma stiamo parlando del Vicario di Cristo, può esistere l’impeachment per simile carica?
    E non sto dicendo che la invochi e neppure che sia il caso… solo mi faccio della domande.

    Per il resto, per il nulla che io sono, non mi resta certo altro che pregare, per la mia conversione in primis e per tutti coloro che nella Chiesa NON sono l’ultima ruota del carro come me.

    • Infatti ormai la conferma della sua dottrina personale in quanto eretica è ufficiale: insegna l’opposto di quel che la Chiesa insegna nel Suo Magistero Ordinario e di cui abbiamo già parlato e citato le fonti in lungo ed in largo su questo sito.

      In Pace

      • In FT vengono manipolate le parole di San Francesco (1, 3),
        viene scritto che Gesù ha affermato cose non riportate dai Vangeli (82),
        ma quando ho letto che la Santissima Trinità è “una comunità di tre Persone” (85), ho pianto..

  9. Ne dà notizia anche il sito Aletyeia .org:
    https://it.aleteia.org/2020/11/02/vaticano-chiarisce-affermazioni-papa-unioni-civili-tra-persone-stesso-sesso/
    Riporta il sito che con una lettera inviata ai Vescovi il Papa ha rassicurato che « non vuole cambiare la Dottrina ». Come volevasi dimostrare.

  10. Non se se qualcuno ha già riportato la cosa… ad ogni modo mi pare doveroso farlo.
    https://it.aleteia.org/2020/11/02/vaticano-chiarisce-affermazioni-papa-unioni-civili-tra-persone-stesso-sesso/

    Rimangono alcune perplessità:
    – Possibile sia possibile che un simile “docufilm” possa essere reso pubblico senza un rhttps://it.aleteia.org/2020/11/02/vaticano-chiarisce-affermazioni-papa-unioni-civili-tra-persone-stesso-sesso/evisione dell’opera?
    VaticanoNews anzi pone in risalto il “docufilm” come fosse un vanto…

    – Possibile che ci voglia tutto questo tempo per formulare un confutazione per altro dai toni decisamente blandi, tanto da sembrare una semplice “nota d’ufficio”?

    Va bene essere semplici come colombe, però…

    Certo è possibile, ma senza un

  11. Bariom,
    questo servizio di Byoblu ti toglierà ogni dubbio:
    https://www.youtube.com/watch?v=TFod7bq-t54&t=606s

    Vale la pena ascoltarlo tutto.

  12. @Lorenzo

    “Quando Simone ha rinnegato Cristo, era già chiamato Cefa, Pietro, da Gesù…”

    Curioso. Non so dire se fosse a tutti gli effetti già Papa, cioè Vicario che fa le veci in assenza di, mentre Gesù era ancora con loro e prima della assistenza del S. Spirito alla Chiesa con la Pentecoste. Alcune fonti consultate dicono che fu effettivamente Papa dopo la Passione e Resurrezione. Altre, poichè viene nominato Cefa prima, lasciano intendere, senza specificarlo, che lo fu già nel frattempo. Cathopedia e Wikipedia non combaciano ad esempio. Sarebbe interessante approfondire perchè mi è saltata addosso come una sorpresa, come una di quelle che cose date per scontate ma che poi… ma sto divagando dal punto. Scusami.

    “… Se dunque Pietro, l’uomo Simone, ha rinnegato Cristo, perché papa Francesco, l’uomo Bergoglio, non può essere eretico?”

    Infatti non ne sto negando la possibilità. Non nego neanche la possibilità che possa apostatare. Ma servono prove straordinarie per affermazioni straordinarie (il papa eretico è l’incubo dei canonisti, mica la risolviamo qui in due commenti).
    Ciò che ha detto e fatto finora si può configurare come “l’ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa”?
    Non saprei… Quali verità? Le ha negate? Ostinatamente? Chi lo stabilisce il grado di ostinazione? Chi lo può appurare? Chiedo semplicemente eh… non sono domande retoriche.

    Poi, finora, ha forse effettuato “il ripudio totale della fede cristiana”?
    Totale… addirittura… e boh… nel frattempo sospendo il giudizio…

    (Il problema, la cosa peggiore, che sta capitando al popolo di Dio e alla Sua Chiesa da 7 anni, è questa stramaledetta ambiguità. Dietro cui tante, troppe volte, ci si è riparati.
    L’ambiguità è un’offesa intollerabile, essa insulta l’intelligenza del prossimo, della buonafede del prossimo. Ne schiaccia la dignità e il rispetto che invece è dovuto. Che razza di amore al prossimo e ai fratelli è quello di prendersene gioco? e ci fa pure le encicliche? Un tempo venivano cacciati fuori a pedate per questioni più infime di basso impero perfino coloro che non si discostarono mai dal solco dell’ortodossia. Figuriamoci cosa dovrebbe succedere oggi. Ma meglio che lascio perdere…)

    Quindi… (scusa lo sfogo di prima) finchè il Papa non si sveglia una mattina e dice papale papale che Gesù non è risorto, io, eretico e apostata non lo appello.
    Non lo fa Chiesa (quella purtroppo visibile oggi) non lo faccio nemmeno io.
    Per adesso…
    Perchè, ok che l'”essere sottomessi ad un Papa mascalzone…fa di noi dei cristiani umili di cuore e pieni di carità.”, sono d’accordo e tento con il Suo aiuto di tener duro in questa sottomissione. Ma si sta esagerando.
    Prima o poi la doppiezza, la vaghezza sprezzante, l’ambiguità meschina verrano meno e accadrà quel che deve accadere. Tra uno o 100 anni non importa.

    • Capisco che sia dura: posso solo compatire con la tua sofferenza.
      In Pace

      • Grazie Simon.
        .
        « Poco fa » mi sono riletto il magistrale A. Schneider qui:
        https://pellegrininellaverita.com/2019/03/21/sullannosa-questione-di-un-papa-eretico/
        Non fa una grinza.
        Benissimo, ho rivisto le mie idee al riguardo. Ad averlo riletto prima…
        E anche se riguardo a Schneider si può dire quello che lui stesso dice di S. Bellarmino o S. Francesco di Sales, tendo sicurissimamente a fidarmi più di lui che di me stesso. Molto soddisfatto.
        .
        Mi chiedo se e cosa scriverebbe nel caso di un Papa apostata piuttosto che eretico… uhmm… così, a naso, mi pare che le implicazioni siano diverse.
        Mah… Chissà.

        • Estraggo: “Se un papa diffonde errori dottrinali o eresie, la struttura divina della Chiesa fornisce già un antidoto: la supplenza ministeriale dei rappresentanti dell’episcopato e l’invincibile sensus fidei dei fedeli. In questa materia il fattore numerico non è decisivo. È sufficiente avere anche solo un paio di vescovi che proclamino l’integrità della fede e correggano in tal modo gli errori di un papa eretico. È sufficiente che i vescovi istruiscano e proteggano il loro gregge dagli errori di un papa eretico e che i loro sacerdoti e i genitori delle famiglie cattoliche facciano lo stesso. Inoltre, poiché la Chiesa è anche una realtà soprannaturale, un mistero, un unico organismo soprannaturale, ovvero il Corpo mistico di Cristo, i vescovi, i sacerdoti e i fedeli laici – oltre a correzioni, appelli, professioni di fede e resistenza pubblica – devono necessariamente compiere anche atti di riparazione e di espiazione alla Divina Maestà per le eresie di un papa.

          In Pace

          • Ne ho già troppi da fare per espiare i miei…
            Se trovo un buco in agenda vedo cosa riesco a fare.
            😁😁😁
            Scherzo

        • Sento l’urgenza di chiarificazione altrimenti sembro uno schizzato che passa da una posizione all’altra.

          Lo scoglio insormontabile per me era questo:
          Se è eretico è scomunicato e quindi, in coscienza, non potrei considerare Papa uno scomunicato e la sede, a me, risulterebbe vacante. Situazione assurda e paradossale.

          Dopo aver letto Schneider non è più così e ho capito. Resta Papa anche se eretico (e probabilmente nessuno può finché è regnante lanciare apertis verbi scomuniche canonicamente valide).
          .
          Le perplessità scritte in un precedente commento sul suo effettivo stato di eretico manifesto (negazione ostinata, quanto ostinata ecc ecc) mi restano. Così come sullo stato di apostata.
          Bon, la posso finire qui e non tediarvi oltre.

          Grazie a Simon e a tutti.

    • @Paolo
      Gesù disse “Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,31-32).
      Il vangelo prosegue con Gesù che preannuncia a Pietro il suo rinnegamento.

      Dal passo evangelico si deduce che il mandato di Pietro non ha inizio durante la compresenza di Gesù con gli Apostoli, cosa che, peraltro, avrebbe poco senso; prima Pietro deve rinnegare Cristo, affinché, nella contrizione perfetta, Cristo possa donargli un cuore nuovo, un cuore di carne.

      Prima della Passione si può parlare solo di un primato di Pietro per effetto dell’apposizione del nuovo nome a Simone, stigma della sua appartenenza a Cristo (“ti chiamerai Cefa – Pietro – e su questa pietra edificherò la mia Chiesa), ma, comunque, sempre in una prospettiva temporale (il verbo edificare è coniugato al futuro), perché la Chiesa riceverà il suo sigillo con l’istituzione dell’Eucaristia nell’ultima cena, ma poi, “tecnicamente”, per così dire, nascerà solo dopo 50 giorni, a Pentecoste.

      Pietro rinnega quindi Gesù prima che il suo mandato diventi operante, e, pertanto, non rinnega Gesù “da Papa”; ergo, la sua caduta non può mai essere presa a paradigma di futuribili cadute dei suoi successori. Anzi, tale caduta è, semmai, provvidenziale al suo mantenimento in quell’umiltà essenziale che è sottomissione a Dio, questa sì paradigmatica per ogni successore di Pietro.

      Da notare anche la condizione che Gesù pone a Pietro per conferirgli il Munus: “una volta ravveduto”. Cioè, tu, Pietro, non potrai confermare i tuoi fratelli nella fede se prima non ti ravvedi. Fintanto che mi rinnegherai non potrai confermare nessuno, neppure te stesso, anzi, sarai tu ad aver bisogno di essere confermato, perché vagherai come un cieco nelle tenebre. E questo indipendendemente dal fatto che io, Gesù, abbia pregato perché non venga meno la tua fede. Prima ti devi ravvedere, e se non ti ravvedi, le mie preghiere saranno inefficaci.

    • La tua osservazione è esatta: fino a quando Cristo era in vita, Pietro non poteva certamente essere il suo Vicario ma era semplicemente il primo degli apostoli.
      Questo mi permette però di puntualizzare, analizzando quanto io ho scritto, dove ritengo sbagli papa Francesco:
      – volevo esprimere un concetto, una mia idea, ed ho utilizzato a supporto quanto scritto nei Vangeli;
      – il frammento del Vangelo che ho utilizzato si presta però a confondere le idee sul quando Pietro diventa effettivamente la pietra sulla quale Cisto edifica la sua Chiesa.
      Si pongono allora di fronte a me due possibilità:
      – chiarire che Simone non è diventato Vicario di Cristo quando Gesù ha detto che si sarebbe chiamato Cefa,
      – rifiutarmi di chiarire e lasciare che taluni, sulla base dell’ambiguità della mia affermazione, credano che Pietro era a capo della Chiesa prima ancora della morte di Gesù.
      Io credo che papa Francesco, invece di trarre dalla Scrittura e dalla Tradizione la retta dottrina e di chiarire eventuali fraintendimenti, sia pieno di sé, abbia già in testa una sua ideologia ed utilizzi pretestuosamente la Scrittura e la Tradizione a supporto delle sue idee: quanto egli ha affermato nella sua intervista all’AdnKronos il 30/10/2020, e cioè che “Il Papa le critiche le ascolta tutte dopodiché esercita il discernimento… Non temo conseguenze contro di me, non temo nulla, agisco in nome e per conto di nostro Signore… mi guida l’istinto e lo Spirito Santo”, supporta la mia convinzione.

      • Forse il tuo è un reply a ivpiano ma mi inserisco lo stesso.

        Condivido la tua stessa convinzione caro Lorenzo.
        .
        C’è chi sceglie di chiarire e chi si rifiuta. Inutile dire a chi “fa onore” la scelta giusta.

        Poi c’è chi chiarisce senza farlo veramente prendendo tutti per scemi. Questo non solo disonora, ma è “criminale” (e altre cose che non sto a scrivere) soprattutto per le conseguenze che porta. (es: https://www.lanuovabq.it/it/papa-e-unioni-gay-la-segreteria-di-stato-peggiora-le-cose ).
        Purtroppo non siamo ancora alla dimostrazione oltre ogni ragionevole dubbio, ma più passa il tempo…
        .
        Sembrerò uno che aspetta al varco l’occasione propizia per cogliere in fallo il reo.
        In realtà me ne sto (il più delle volte) buono e tranquillo confidando che le bugie, avendo le gambe corte, verranno fuori e l’ambiguità -che per ora fa da riparo- verrà meno per eccesso di sprezzante sicumera dando così la possibilità ai posteri di serenamente sentenziare.

  13. Compresenza di Gesù, Pentecoste… Qualcosa mi diceva che la voce di Cathopedia era la più corretta.
    Tasselli giusti ai posti giusti e la pulce nell’orecchio non c’è più.
    Grazie ivpiano

  14. Se le “opinioni “del sig Bergoglio fossero solo opinioni del sig.bergoglio. ok, tutto a posto, vale quello che avete detto prima , ma che succede se in vece sorge il dubbio che il papa sia manovrato dall’esterno?
    Luis Badilla, del blog IlSismografo, fino ad ora un estimatore e collaboratore del pontificato bergoglisno, comincia ad avere dei dubbi :
    La cosa non spiegata sino ad oggi è semplice: chi e perché autorizzò al regista Evgeny Afineevsky di fare uso pubblico di spezzoni filmici di un’intervista di Televisa che la Santa Sede, oltre un anno e mezzo fa aveva tolto dalla circolazione.
    Il silenzio totale imposto ai media vaticani sulla vicenda-scandalo del mediocre documentario, inflazionato ad arte con tanto di Premio speciale, cerimonia nei Giardini Vaticani e torta del Papa per il regista, non ha fatto altro che accrescere altre domande, la prima delle quali è: ma chi sta dietro tutto questo can can e perché?
    Già le questioni dottrinarie a cui fa riferimento Papa Francesco, senza cambiare il magistero, fanno sorgere domande nuove che devono avere delle risposte sostanziali. Figuriamoci la confusione e il disorientamento, perfino la sofferenza, causati dalla mancanza di trasparenza dell’intera vicenda. Infine, qualcuno può spiegare perché Evgeny Afineevsky è così importante al punto di far tacere ermeticamente tutti i media vaticani e tutta la nomenklatura?
    https://ilsismografo.blogspot.com/2020/11/vaticano-la-postilla-della-giornata.html

    il problema dunque non sarebbe un papa-eretico, ma un papa burattino, un papa ventriloquo di qualcun altro.
    Dunque non Pietro che rinnega Cristo, ma Pietro che è un infiltrato e un uomo dei farisei e sadducei .
    il problema cambia non credete?
    “Se un papa diffonde errori dottrinali o eresie, la struttura divina della Chiesa fornisce già un antidoto”
    certo, ma sulla grande impostura religiosa, su quell’Anticristo che sedurra’ molti , il Vangelo e San Paolo non ci rassicurano molto : si dice che anche molti credenti cadranno nella seduzione .

    • Beh Badilla cerca di salvare la persona del Papa mettendo la colpa su chi gli è attorno: anche lui è sotto shock; ma la realtà è quella che è.
      In Pace

      • Intanto oggi e’stata approvata in Italia la legge piu’ideoligica di sempre quella contro”l’omotransfobia” istituendo anche nelle scuole elementari un ora di indottrinamento dei bambini contro l’omotransfobia, la lesbofobia ecc. Suppongo che in questa ora gli insegnanti dovranno spiegare esattamente cosa gli alunni non devono discriminare , quindi cosa e’un omo, una lesbica un trans e cosa fa. Meravigliosa corruzione dei bimbi delle elementariari.il (poco) onorevole Zan, ideatore della legge liberticida e corruttrice ha ringraziato pubblicamente l’altrettanto poco onorevole pontefice romano per il suo appoggio alla causa LGBT e il giornale dei Vescovi Avvenire , prende le distanze dalla protesta dell’opposizione di destra che ha votato contro, scrivendo che la verità”sta nel mezzo .
        Non so capisce “nel mezzo ” di che si situa Avvenire , se non nel mezzo del nulla

        • È passata alla Camera, manca al Senato.

          • Preghiamo che non passi . Ma in questo clima la vedo dura . Se poi dovesse essere eletto Biden , ritorneremmo al clima del mandato Obama-Clinton. Sintonia perfetta con Vaticano e media .
            Le voci critiche silenziate o sbeffeggiate .

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