Il Protocollo per la ripresa delle Celebrazioni Liturgiche

E’ sato appena reso pubblico il Protocollo per la ripresa delle Celebrazioni Liturgiche (rendiamo grazie a Dio!)

Pubblico qui il testo integrale che ho estrapolato dal documento ora disponibile, che però è un pdf di sole immagini (scansioni) non editabili.

Non ho ancora avuto personalmente il tempo di entrare nel merito dei singoli punti che certamente “tra il dire e il fare”, presenteranno qualche difficoltà, solleveranno dubbi di tipo attuativo, potrebbe (condizionale) presentare qualche contrasto o incoerenza, ma è certamente un grande passo avanti da tempo atteso da tutto il Popolo di Dio in questo tempo di epidemia. Con fiduciosa seppur sofferente pazienza da alcuni, con talvolta scomposta agitazione, quanto meno verbale e di pensiero da altri, che certo non ha reso loro migliore questo Tempo di Pasqua, che tale rimane.


A Sua Em.za Rev.ma II sig. Cardinale Gualtiero Bassetti Presidente della C.E.I.

OGGETTO: Applicazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 previste dal D.P.C.M. 26 aprile 2020 – Protocollo riguardante la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo.

Per i profili di competenza, si trasmette l’unito protocollo, sottoscritto nella mattinata odierna dal Presidente del Consiglio dei Ministri, dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e dal Ministro dell’Interno, concernente le necessarie misure di sicurezza cui ottemperare, nel rispetto della normativa e delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID 19, per la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo.

Protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo

Per la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo, il presente Protocollo ha per oggetto le necessarie misure di sicurezza, cui ottemperare con cura, nel rispetto della normativa sanitaria e delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemioìogica da SARS-CoV-2,

1. ACCESSO AI LUOGHI DI CULTO IN OCCASIONE DI CELEBRAZIONI LITURGICHE

1.1.  L’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato.

1.2.    Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il legale rappresentante dell’ente individua la capienza massima dell’edificio di culto, conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale.

  1. L’accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari  e/o collaboratori  che  – indossando  adeguati  dispositivi  di  protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento – favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche.
  2. Per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza di sicurezza pari almeno 1,5 metro, si utilizzino, ove presenti, più ingressi, eventualmente distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita. Durante l’entrata e
    l’uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate.
  3. Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare mascherine.
  4. Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C.
  5. Venga altresì ricordato ai fedeli che non è consentito l’accesso al luogo della celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti.
  6. Si favorisca, per quanto possibile, l’accesso delle persone diversamente abili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente.
  7. Agli ingressi dei luoghi di culto siano resi disponibili liquidi igienizzanti.
2. IGIENIZZAZIONE DEI LUOGHI E DEGLI OGGETTI
  • I luoghi di culto, ivi comprese le sagrestie, siano igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione/ mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione antisettica. Si abbia/ inoltre/ cura di favorire il ricambio dell’aria.
  • Al termine di ogni celebrazione, i vasi sacri/ le ampolline e altri oggetti utilizzati/così come gli stessi microfoni/ vengano accuratamente disinfettati.
  • Si continui a mantenere vuote le acquasantiere della chiesa.
3. ATTENZIONI DA OSSERVARE NELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
  • Per favorire il rispetto delle norme di distanziamento è necessario ridurre al minimo la presenza di concelebranti e ministri/ che sono comunque tenuti al rispetto della distanza prevista anche in presbiterio.
  • Può essere prevista la presenza di un organista, ma in questa fase si ometta il coro.
  • Tra i riti preparatori alla Comunione si continui a omettere lo scambio del segno della pace.
  • La distribuzione della Comunione avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso; gli stessi – indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza – abbiano cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli.
  • 3.5.1 fedeli assicurino il rispetto della distanza sanitaria.
  • Per ragioni igienico-sanitarie/ non è opportuno che nei luoghi destinati ai fedeli siano presenti sussidi per i canti o di altro tipo.
  • Le eventuali offerte non siano raccolte durante la celebrazione, ma attraverso appositi contenitori, che possono essere collocati agli ingressi o in altro luogo ritenutoidoneo.

3.8.    Il richiamo al pieno rispetto delle disposizioni sopraindicate, relative al distanziamento e all’uso di idonei dispositivi di protezione personale si applica anche nelle celebrazioni diverse da quella eucaristica o inserite in essa: Battesimo/ Matrimonio, Unzione degli infermi ed Esequie.l

3.9.   Il sacramento della Penitenza sia amministrato in luoghi ampi e arcati, che consentano a loro volta il pieno rispetto delle misure di distanziamento e la riservatezza richiesta dal sacramento stesso. Sacerdote e fedeli indossino sempre la mascherina.

1 Nelle unzioni previste nell’amministrazione dei sacramenti del Battesimo e dell’Unzione degli infermi, il ministro indossi, oltre alla mascherina, guanti monouso.

3.10. La celebrazione del sacramento della Confermazione è rinviata.


4. ADEGUATA COMUNICAZIONE

4.1.   Sarà cura di ogni Ordinario rendere noto i contenuti del presente Protocollo attraverso le modalità che assicurino la migliore diffusione.

4.2.  All’ingresso di ogni chiesa sarà affisso un manifesto con le indicazioni essenziali, tra le quali non dovranno mancare;

  • il numero massimo di partecipanti consentito in relazione alla capienza dell’edificio;
  • il divieto di ingresso per chi presenta sintomi influenzali/respira tori, temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5° C o è stato in contatto con persone positive a SARS-
    Co V-2
    nei giorni precedenti;
  • l’obbligo di rispettare sempre nell’accedere alla chiesa il mantenimento della distanza di sicurezza, l’osservanza di regole di igiene delle mani, l’uso di idonei dispositivi di protezione personale/ a partire da una mascherina che copra naso e bocca.

5. ALTRI SUGGERIMENTI

5.1.   Ove il luogo di culto non è idoneo al rispetto delle indicazioni del presente Protocollo, l’Ordinario del luogo può valutare la possibilità di celebrazioni all’aperto, assicurandone la dignità e il rispetto della normativa sanitaria.

5.2. Si ricorda la dispensa dal precetto festivo per motivi di età e di salute.

5.3.   Si favoriscano le trasmissioni delle celebrazioni in modalità streaming per la fruizione di chi non può partecipare alla celebrazione eucaristica.

Il Comitato Tecnico-Scientifico, nella seduta del 6 maggio 2020, ha esaminato e approvato il presente ”Protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo”, predisposto dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Il presente Protocollo entrerà in vigore a far data dal giorno lunedì 18 maggio 2020.


QUI l’articolo https://www.chiesacattolica.it/dal-18-maggio-celebrazioni-con-il-popolo/ da cui scaricare il protocollo in originale

QUI il PDF che ho trasformato in editabile http://www.illustrazionecreativa.com/Public_ftp/Protocollo_ripresa_delle_Celegrazioni_Liturgiuche_7_Maggio_2020.pdf



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64 replies

  1. Ottimo l’obbligo di non toccare le mani durante la comunione, le mani essendo il luogo il meno igienico possibile immaginabile.
    Ma i fedeli saranno attenti a non mettersi le loro mani sudicie in bocca?
    La comunione innginocchio direttamente in bocca rimane ovviamente la sola sensata possibile ed bene che sia stata lasciata questa possibilità.
    Avrebbero dovuto aggiungere che solo le persone confessatasi dopo la fine del confino dovrebbero andare a comunicarsi: pulizia delle mani sì, ma quella dell’anima ancora più importante e Gesù ne parlò riferendosi a coloro che filtrando moscerini sono sepolcri imbiancati.
    Buona prossima ripresa della vita sacramentale carissimi amici!
    In Pace

    • @Simon non credo proprio che l’invito a riprenderà la vita sacramentale con una bella confessione, potesse rientrare in un simile documento che ricordiamo NON è emesso dalla Chiesa, ma dal nostro Governo laico.

      • Sono sicuro che la CEI che vuol la salvezza delle anime ci penserà.
        In Pace

      • Scusa, ma….. formalmente vuol dire che è un governo laico e civile a dettare come una celebrazione religiosa deve aver luogo?

        A sembra che abbiamo un gravissimo problema se questo fosse il caso, proprio come antecedente.

        In Pace

        • No @simon, a me sembra che un governo laico si occupa e si deve occupare della questione come farebbe parlando di una “manifestazione laica”.

          Lo so che questo non piace sentirlo dire, ma questa visione, non significa ASSIMILARE una Celebrazione ad un “concerto” (per esempio), significa semplicemente occuparsi di ciò di cui nello specifico un organismo laico, si può e si deve occupare.

          Faccio un esempio diverso spero attinente e chiarificatore: i Viglili del Fuoco, devono valutare la fruibilità di un edificio INDIPENDENTEMENTE dal fatto che trattandosi di una Chiesa questa ha una sua sacralità ed è adibita al Culto, di fatto tutte le chiese di nuova costruzione debbono attenersi a precise regole quanto a sicurezza, presenza di uscite, scale ecc, ecc.

          Il fatto che il Protocollo sia stato fatto in collaborazione con la CEI, dovrebbe (dico dovrebbe), far pensare che ad ogni punto, si siano valutate le diverse esigenze.

          • Ben capisco che questo documento è stato concertato con la CEI, ma il problema di fondo è che formalmente appare come una direttiva dello stato che impone ad esempio (fausto questa volta) di non darsi segno della pace.

            E questo non va: perché il decidere di dare o non dare il segno della pace non è affare dello stato ma è al massimo quello di richiedere che tale segno della pace sia eseguito in modo igienico. Ad esempio, invece di imporre che tale segno non avvenga, proporre alla discrezione del vescovo, che è il solo abilitato a scegliere, tra (1) nessun segno della pace, (2) un inchino a vicenda come il fedele ligio già fa ogni volta quando recita “e con lo spirito tuo ” in direzione del celebrante o quando il nome di Gesù è pronunciato, (3) mettersi le mani giunte all’asiatica ed inchinarsi leggermente in direzione dei vicini prossimi, (4) fare un saluto romano come ai tempi di Gesù.

            Cioè, davvero, lo Stato non ha da dettare cosa si debba fare durante una liturgia cattolica: mi dirai che ormai di liturgie davvero cattolicihe non ce ne sono più e che nessuno capisce niente di niente e ancora meno chi lo dovrebbe per la sua funzione episcopale, ma questa non è una ragione sul piano del principio.

            In Pace

            • Ma queste sono anche direttive con carattere temporaneo e di emergenza (o anti-emergenza).
              Potranno essere modificate, corrette, decadere.

              Chi vuol fare in questo momento e soprattutto guardanto a il recentisimo passato (blocco totale) un “bracio di ferro” sulle “questioni di principio” (che non voglio neppure sminuire e buttare a mare), si accomodi, ma credo ci sia come la Scrittura insegna “un Tempo per ogni cosa”…

              • Mi dispiace, è un precedente mai visto e che, fidati, sarà utlizzato fuori da situazioni di emergenza, o più esattamente, salteranno fuori situazioni di emergenza …endemica e lo stato detterà tutto.

                Questo fenomeno statale lo abbiamo già conosciuto, ad esempio in Francia dal 1792 e ci volle tutta la forza spirituale dei sacerdoti detti refrattari, cioè non sottomessi allo stato né ai vescovi allienati sui principi statali, e il sostegno politico in un Papato all’epoca non apostata, per passare oltre ma non dopo moltissime persecuzioni.

                Studiare la storia permette di discernere il presente in quanto Nihil Novum Sub Sole (Qo cap.1, v.9)

                In Pace

  2. io invece ho capito che la Comunione sarà fatta cadere dal celebrante munito di guanti monuso sulle mani protese del fedele senza toccarle. . Non credo proprio che la modalità « comunione in ginocchio direttamente in bocca  » sia stata neppure contemplata dal Decreto. Spero di sbagliarmi e che abbia ragione Simon.

    • Sarebbe un abuso del diritto canonico, dài! Obbligare la gente mettersi le mani bocca eppoi è criminale in queste circostanze. Nol lo credo davvero.
      In Pace

      • Bariom che ne dice?

        • @Gian Piero, ti ringrazio del chiedere il mio parere, ma non credo sia così cocente.

          Dico però questo – stavo già rispondendo su altro blog a chi inizia a spaccare il capello in quattro e a dire “questo si, questo no, se fanno così io non faccio Eucaristia…”.

          Forse non qui su questo blog, forse non in Svizzera, non so, ma è stato fatto un gran “can can” per questo tempo di deserto Eucaristico e tanti sembravano pronti a scendere in piazza e “immolarsi” alla “civile (o incivile) sanzione”, sino ad essere disposti a correre rischi di contamoinazione propria (chissené) o altri (cosa grave).
          Lanci di accuse a sacerdoti e Vescovi, dietrologie e scazzottamenti verbali tra coloro che dovrebbero essere Fratelli e adesso?

          Adesso che anche la pressione di tanti, forse ha accellerato i tempi e messo un po’ di urgenza anche alla CEI esce un protocollo, ovviamente laico, cioè che guarda alle esigenze di distanza, non-contaminazione, ecc ecc., stipulato in accordo con la CEI e iniziano i “non va bene”.

          Esempio esplicativo: “se la particola me la dà un sacerdoti con il guanti… NON faccio Eucarestia… è ORRIBILE!”
          Sorella mia. Frattello mio, sarà anche orribile, ma vuoi avere l’Eucaristia e fare Comunione con Dio o no?!

          O veramente credi che un guanto in lattice ti impedrà questa Comunione?

          Ricordo a tutti che Crtisto realmente presente nella Santissinma Eucaristia, NON si fa schifo di entrare nelle nostra bocca, tra i nostri fluidi (bene peggio delle nostre mani) e passare per i nostri succhi gastrici, prima di arrivare al nostro stesso sangue e divenire corpo con il nostro corpo!

          Oppure è tutta una questione solo spirituale e allora non ha nessuna importanza il come, e allora andava bene anche la Comunione Spirituale.

          C’è qualcosa di REALMENTE sacrilego nelle prassi imposte?? Cisono CONCRETAMENTE abusi?? Parliamone… ma se la Chiesa mi dice: “così si puo”, per me così si può… il resto sono pippe e voler essere più realisti del re.

          Scusate la schiettezza.

          • Sarebbe abuso nel senso che non si può impedire chicchessia di ricevere la comunione in bocca direttamente (specialmente, poi, se è il modo il più igienico come è evidente).

            Comunque, dovessi trovarmi di fronte ad un sacerdote che volesse abusare del mio diritto a ricevere il più igienicamente possibile la comunione e, per giunta, andando contro il mio diritto di cristiano di ricevere il mio Dio e Redentore con il dovuto rispetto che spetta all’Infinità fatta carne, direttamente in ginocchio ed in bocca come la Chiesa comanda in modo ordinario, personalmente non farei tante storie: semplicemente farei una comunione spirituale e pregherei per l’anima di questo povero sacerdote abusatore che non sa quel che fa.

            In Pace

            • Libero, però come ho detto, contento tu…

              Magari di lì a poco fosse la tua ora magari Cristo ti direbbe: “Stolto, io volevo essere conte in corpo e sangue nella tua ultima ora e non che tu pregasi un un povero” abusatore!”.

              Mi sa tanto della tovaglia che Pietro vide scendere dal cielo…

              • Gli abusi sono cose inaccettabili in quanto ledono i miei valori cristiani e cattolici : accettare l’abuso in realtà mi allontana da N.S.G.C.
                In Pace

      • Guarda Simon, mi dispiace per te, ma da quello che ho letto la Comunione sulla bocca e’ESCLUSA, il prete coi guanti di LaTeX fara’cadere nelle mani anche queste forse guantate l’Ostia consacrata.
        .Io finche’tratteranno l’ Ostia quale materiale tossico/infetto mi rifiuto di fare la Comunione a queste condizioni umilianti. Vuol dire ridicolizzare i cattolici che credono nella Presenza Reale di Gesu’ nell’Ostia consacrata. Siamo forse un popolo di imbecilli che disinfettiamo Dio ?O forse piu’ semplicemente non crediamo piu’ nella Presenza Reale .e l’Ostia e’,un pezzo di materiale come qualsiasi altro, da sanificare?

        • Quello che forse ti sfugge @Gian Piero è che gli infetti (o potenziali tali) SIAMO NOI!
          NON l’Ostia da sanificare!

          Poi vuoi rinunciare all’Eucaristia per un problemi di guanti? Verrebbe da dire al contrario che la tua esigenza spirituale non è così forte (so che lo è, ma se un ateo ascoltasse ‘sto discorso…).

          Se tu fossi veramente così assetato e se VERAMENTE stessi per morire di sete, non guarderesti se l’acqua che ti viene porta sta in un calice d’oro o di legno, che di per sé non è il massimo della pulizia.

          Poi, fai come ti pare.

          • Caro Bariom non so se ti sfugge il ridicolo di credere che l’ Ostia Santa sua il Corpo diGesu’ e contestualmente che questa sia veicolo di infezione. ‘cioe’ il Corpo di Gesu’ sarebbe veicolo di infezione.mi sembra una cosa assurda. O credi al materialismo, l’ Ostia e’ solo un oggetto materiale come tutti, da sanificare, da disinfettare, o credi che sia il Corpo di Gesu’.

            • È il Corpo di Gesù, ma credo che Gesù si lavava, almeno conosciamo un bagno quello del Suo battesimo ed una lavata di piedi con tanto di profumo: e quindi se si poteva sporcare, ammeno che ti credi che il suo Corpo fosse autopulente, perché non può essere sporcata o contaminata l’Ostia consacrata?

              Dopottutto il pane ed il vino, con le cui specie il Suo Corpo e Sangue condividono gli accidenti, sono sporcabili e contaminanti, sennò non sarebbero accidenti di pane e vino ma di qualcosa altro che non esiste su terra: eppure sappiamo che è pane e vino.

              Eppoi le mani del sacerdote e quelle del fedele mica sono Corpo di Cristo, oppure mi sono perso qualcosa?

              In PAce

            • @Gian Piero, leggi bene ciò che ho scritto.
              Buonanotte.

              • Dunque se ho capito bene al momento della Comunione sia il sacerdote che il fedele sono provvisti di mascherina e di guanti monouso. Dalla distanza di piu’di un metro l’Ostia viene fatta cadere sulle mani del fedele, questi poi dovra’con una mano sfilarsi o spostare la mascherina , e con l’altra mano portarsi l’Ostia alla bocca.Cercando ,coi guanti scivolosi, di non farla cadere per terra .Se l’Ostia cade che si fa?.Dopo la Comunione cosa si fara’dei guanti monouso, si butteranno nella spazzatura?
                Mi sembra una procedura di una complicazione mostruosa oltre che ridicola e priva di senso del sacro. Anche dal punto di vista sanitario molto meglio la comunione sulla lingua con Ostie piu’grande in modo che la mano del sacerdote non venga in alcun contatto con la lingua.

                • Se così fosse penso che ogni cattolico che ha il minimo senso di cosa sia l’Eucaristia, per semplice rispetto del Mistero Incommensurabile, semplicemente non andrebbe comunicarsi fisicamente,.ma direbbe un atto di dolore per il modo con il quale il Cristo è trattato eppoi farebbe una comunione spirituale.
                  Dopottutto ricevere la Comunione fisicamente non è né diritto né dovere ma sola gratuità divina.
                  In Pace

                • Amen Simon.

  3. Quando la quarentena pareva una cosa logica e giusta sono stato a favore della sospensione delle messe, ora che la quarentena é illogica e praticamente immorale accettare queste restrizioni della libertá di culto puó diventare veramente pericoloso. Anche se la comunione in bocca puó essere meno rischiosa, quando uno apre la boca sempre scappano micro gocce che se uno é infettato porteranno il virus nelle mani del sacerdote. Prima o poi in qualche messa si produrrá un focolaio di contagio e allora per i cattoloci saranno guai. Ho sempre pensato che ci si dovrebbe battere per i sacramenti, non per il culto pubblico, Che i sacerdoti vadano a confessare a domicilio, ausiliari dell´Eucaristia portino la comunione a domicilio e sopratutto che i sacerdoti potessero assistere i malati. Per non parlare della cremazione obbligatoria dei corpi e la proibizione dei funerali.

    • Forse che il momento non è ancora venuto di comunicarsi a messa, infatti: e, personalmente non vedo la necessità, anche se ne capisco la convenienza, di comunicarsi fisicamente durante la messa.

      Però il mantenimento del culto pubblico è estremamente importante: la messa è celebrazione dell’Eucaristia e parteciparvi è condividere il Corpo di Cristo appieno: personalmente trovo più importante il fatto di poter partecipare fisicamente e con actuosa participatio all’Evento redentore e metafisico che è la Santa Messa che quello di ricevere fisicamente i sacramenti, salvo fatti, ovviamente, i casi di urgenza ai quali tuttti ci possiamo riferire.

      In Pace

      • @Simon potrei anche convenire con te, ma forse non sai (e non sei obbligato a saperlo) del putifierio fino ad ora per il fatto di non poter ricevere fisicamente l’Eucaristia.

        Figuriamoci Celebrazioni riaperte e pubbliche SENZA la Comunione!

        • È il momento di ricatechizzare il gregge che non lo è stato da 50 anni su per giù.

          Non di cedere a richieste teologicamente insostenibili come quella di un inventato diritto a comunicarsi.

          Obbligo di partecipare all’Eucaristia sì: diritto di riceverLa, no.

          Eppoi forse che il SIgnore è stufo di essere ricevuto da gente che non si confessa mai, in stato oggettivo di peccato mortale e senza neanche la minima parvenza di pentimento che vanno comunicarsi in massa…. stufo di dannarli, come lo insegnò a Suo tempo.

          In Pace

      • Posso chiederti quale sia il tuo pensiero sulle messe televisate?

        • Il mio pensiero primo è che non è peccato guardarle: meglio guardare queste che una telenovella.

          Il mio pensiero secondo è che guardando una messa alla televisione non sono a messa: sto solo guardando una messa alla televisione.

          Il mio pensiero terzo è che in periodo di necessità alcune persone hanno bisogno di questo per mantenere come un legame con la Chiesa universale, però è fare astrazione del fatto che noi siamo parte della Chiesa universale in quanto siamo parte di una chiesa particolare: è il fatto di partecipare alla celebrazione dell’Eucaristia in una comunità di cristiani, che fa che partecipo anche alla grande Eucaristia universale, ma NON il contrario.

          Il mio pensiero quarto è che una messa televisata è una realtà virtuale dal lato di chi sta dietro lo schermo e non è una realtà concreta e noi cattolici siamo gente che vuole innescarsi nel reale e non nel virtuale ed è quindi doveroso sempre andare partecipare alla messa reale e concreta con il nostro corpo e la nostra mente: quella televisata non sarà mai che un Ersatz.

          Il mio pensiero quinto, è che si beneficia di più recitando se stessi o in famiglia il contenuto del messale, “celebrando” così quel che si chiama una Missa Sicca, ovviamente senza Sacrificio: permette di meglio entrare nelle varie fasi e capir emeglio i ritmi della celebrazione alla quale partecipiamo di solito con superficialità. Personalmente la missa sicca la recito secondo la forma straordinaria: vado al mio ritmo, lo faccio in latino ma si può fare secondo la traduzione abbinata, ci metto un’ora, tranquillo ed in pace e mi fa desiderare poter partecipare ad un Eucaristia quando Dio vorrà.

          La passività che induce uno spettacolo televisivo secondo me non aiuta ad una actuosa partecipatio nei fatto.

          In sunto, la messa televisiva è dell’ordine dello spettacolo e non dell’ordine della liturgia.

          In Pace

          • Grazie.

          • Tutti pensieri corretti (in linea di massima), ma anche tutti pensieri che partono da una visone e da una spiritualità che è la TUA, e non dico TUA perché avulsa dalla dottrina o dalla realtà, anzi, anche il sottoscritto partecipa con la sua famiglia alla Messa Sicca (pur ignorando fosse questo il termine che la distingue), ma possiamo dire che questo possa essere per tutti?

            Possiamo dire che per molti la Messa in diretta TV (in diretta si badi NON in differita, che non è cosa da poco), non sia stato in aiuto se non l’UNICO aiuto a non perdere del tutto la comunione con la Chiesa, la Comunità, lo Spirito? O magari anche solo lìunico modo per ricevere la Parola di Dio e un’omelia?

            Vogliamo far sentire questi semplici (magari certo bisognosi di ricatechizzazione, ma oggi questo è il loro status) dei minus abens? Dei reietti, derelitti pusillanimi, mezzo pagani, mezzo idolatri?
            Lo so che non lo hai detto, ma se uno ti leggesse… 2+2 fa sempre 4.

            Tutto poi in un tempo di straordinaria emergenza, perché non mi risulta che da domani ci sarà il nuovo Virtual-Ordo.

            • A dire il vero ho scritto che “Il mio pensiero terzo è che in periodo di necessità alcune persone hanno bisogno di questo per mantenere come un legame con la Chiesa universale” e quindi concordo con te.

              Non c’è nessun desiderio di far sentire a chiunque che siano dei minus habens: Blas mi ha fatto una domanda circa le mie opinioni personali e così ho risposto. Qui mi fai davvero un indebito giudizio di intenzioni. 😉

              In Pace

    • “Prima o poi in qualche messa si produrrá un focolaio di contagio e allora per i cattoloci saranno guai”

      Dio non voglia! Ed è questa anche una preoccupazione, non per paura di “guai” come le accuse, ma per il rischio di tritrovarci a fare un salto indietro e poi uscirne quando?!.
      Vabbene le discriminazioni persecuzioni da “catacombe”, ma non è che ci dobbiamo ficcare da soli per imprudenza, troppa fretta o anche talvolta, troppo zelo.

      • ” ma per il rischio di tritrovarci a fare un salto indietro e poi uscirne quando?!”

        Ma propio lí sta il problema piú grave. Assecondiamo il governo in questo illogico sforzo a fermare i contagi. Diventiamo complici delle restrizioni della libertá e le sue conseguenze quando non hanno nessuna ragione. Di Covid non dovrebbe morire piú nessuno e fermare i contagi e una utopia.

        • Non lo so blaspas59

          Io non ho certo tutte le risposte, ma perdonami, la tua mi pare una visone semplicistico-pessimista…

      • Aggiungerei a quel che Blas dice il sunto del mio articolo precedente: i beni non sono superiori ai valori.

        La salute, il lavoro, il denaro sono beni ed in quanto cose buone vanno da essere perseguiti.

        Ma non sono valori: se i beni diventassero valori allora sarebbero idoli: l’idolo della salute, quello del lavoro, quello del denaro e ciò non va bene.

        Vivendo con mia moglie o partecipando della vita della Chiesa, non perseguo un bene ma valori: mia moglie non è un bene mio, ma vivere con lei mi fa vivere valori fondamentali umani , materiali e sprirituali e l’esercizio delel virtù umane; vivendo la vita della Chiesa, non ne ho un bene, ma ne ho l’esercizio delle virtù teologali, della Grazia divina.

        Mi spiace moltissimo andare a controcorrente con la vulgata di queste ultime settimane, vulgata che poteva far senso le prime settimane quando questa piaga sembrava essere mortale quanto una peste peste bubbonica, ma ormai è chiaro che è letale, ma come tutto è più o meno letale nella nostra vita: mettere la salute, o anche la vita, che sono “solo” beni, che perdiamo tutti prima o poi, al di sopra di quel valore che è vivere pienamente della Vita di Cristo nella Chiesa è un atto intrinsecamente idolatrico. Il che non vuol dire che dobbiamo essere imprudenti, anzi, ma la prudenza senza il coraggio non è prudenza, ma giusto vigliaccheria umana e tiepidezza spirituale.

        In Pace

        • Ne convengo, ma ciò vale solo per il credente, quando idolatra un bene o quando sceglie il bene al posto del valore.

          Ma questo nella pratica vorrebbe dire spesso trovarsi a fare un discernimento sugli spiriti, cosa che è di pochi e normalmente tocca invece il foro interno inaccessibile.

          In altri parole: “Costui sta scegliendo il bene della propria vita (e sottolineo prorpria) rinunciando a Cristo?”.

          Giudizio non semplice, ma su cui spesso ci applichiamo, come lo applichiamo in questo frangente, non di rado, a chi nella Chiesa è chiamato a prendere decisioni e fare discernimento sulle cose da fare, dove preservare il bene delle vita delle pecore a loro affidate, non significa ipso facto, farne idolatria.

          • Non penso per niente che si debba giudicare il foro interno: basta osservare la realtà esterna.

            Se una serie di decisioni delle autorità religiose fanno passade salute, lavoro e denaro prima della Vita Ecclesiale, aldilà di una sana e doverosa prudenza, prendono decisioni oggettivamente idolatriche, il che mostra la loro poca levatura spirituale anche se questo non ci permette di giudicare il loro foro interno conoscibile solo da loro stessi e da Dio.

            Non penso che chiedere al Gregge di non comunicarsi lo metta in pericolo, non penso che chiedere al Gregge di fare un gesto di pace con un inchinamento del capo sia metterlo in pericolo.

            Mentre invece sottomettersi al diktat dello Stato, nei fatti alla stessa stregua dei sacerdoti e vescovi giuratori della costituzione rivoluzionaria francese, costituisce un atto di idolatria oggettivo, la cui gravità la storia giudicherà (ed il Cristo ha già giudicato).

            In Pace

            • E io molto tranquillo e con più di un dubbio sulla tua analisi (non sull’analisi in sé, ma che corrisponda a realtà), attenderò il giudizio della Storia e di Cristo.

              • Quello di Cristo è già fatto e quello della Storia non ha ancora luogo in quanto il futuro non esiste.

                Quindi in effetti non c’è nessuna ragione di agitarsi: noi scegliamo solo quel che la Chiesa, Corpo di Cristo, vuole sempre con mansuetudine a volte anche esprimendola, quando necessario, dicendo “no!” come fecero i sacerdoti refrattari ed i loro fedeli durante e dopo la Rivoluzione Francese, o come la Chiesa cattolica cinese.

                In Pace

  4. Ho commentato ma poi ho cancellato tutto perché mi sono accorto che le mie parole erano più dettate dalla rabbia per il fatto che i Vescovi si siano fatti dettare norme liturgiche dalla politica che dalla carità cristiana.

  5. Speriamo che la CEI non trasformi la chiesa cattolica Italiana in una Chiesa di Stato, come la Chiesa Patriottica Cinese. Le “trattative”sulla Santa Messa sono state davvero dettate dall’urgenza sanitaria oppure il Governo italiano ha approfittato dell’emergenza sanitaria per mettere lo zampino dove non gli compete cioe’nello svolgersi del rito cattolico dentro le chiese, creando cosi’un pericoloso precedente ? Un tremendo dubbio mi rimane che il voltafaccia della CEI da un giorno all’altro sia stato troppo repentino, dopo il colloquio di Conte con il papa. Un tremendo dubbio che si sia giocata una partita di “do ut des” sulla pelle dei fedeli.
    Triste non fidarsi piu’dei propri pastori, ma io non mi fido piu’ , e come ne molto altri. Sl
    Per me sono pronti a vendersi il gregge.

    • Ma noi abbiamo, grazie a Dio e Cristo Buon Pastore ce lo ricorda… l’immunità di gregge (per parafrasare un termine molto attuale anche se non teologicamente del tutto corretto) 😉

  6. Sarà che mi devo confessare, ma solo io sento in lontananza anche odore di mancanza di elemosine?
    Ah cattiveria gratuita, vanne lontano da me, la CEI è tutto fuori che attenta a simil banalità!
    Me ne torno nel tugurio.

    • Mah… temo che quelle siano veramente spiccioli (cattiveria al contrario) 😜

      • Ahahhahaha vero, peccato che è l’unico “nero”che la Chiesa si permette alla luce del sole in Italia. Certo in Germania simili problemi non esisterebbero… ahimè aggiungo io.

        • E chiudo con questo: rileggete la lettera del prete insegnante di BG. Se la Chiesa è una Onlus, ha bisogno o no di costante afflusso di liquidità?
          Ah ecco.

          • @minstrel mi pare veramente inprovido…

            Onlus o meno che fosse, la Chiesa (ma dire “la Chiesa” tout court è fuorviante) ha sempre bisogno di danari.
            Io so che na ha bisogno il mio parroco, la mia parrocchia, la mia chiesa edificio (che la trovo calda, illuminata, ecc.ecc.).
            Paghiamo tasse allo Stato, perché dobbiamo (e non sempre si può dire vadano “a buon fine”) e non dovremmo aprire la tasche per chi ci dà il “Pane quotidiano”?

            Il resto spesso sono scuse… come quelle di chi “non dà perché non so che ne fà”.

            L’elemosina serve principalemente a noi, per staccarci un po’ dai beni, per condividere un po’ delle ricchezze (voglio vedere quanti si adeguerebere me compreso al “regime” delle prime comunità crtistiane…).

            Poi uno può dire: “io faccio elemosiana a chi mi pare, in altra forma, in altro modo, ecc, ecc ,ecc, am la “mia” Chiesa parrocchia, ha bisogno come tutte, come io ho bisogno, di elemosine.

            • Sono stato certamente improvvido anche se ho voluto dare voce ad alcuni “rami sacerdotali”, diciamo così. Certamente Questo significa che da un lato ho esulato dal mio essere semplice Fedele, dall’altro probabilmente saltato a conclusioni affrettate rispetto ad alcune cose sentite in privato.
              Ognuno vive il mistero eucaristico a suo modo in un certo senso e e so che il mio non è particolarmente generalizzato a causa di mie manchevolezze. Diciamo che ho voluto pigiare un poco sull’acceleratore per introdurre una tematica che però visto è stata rapidamente riportata nei binari della discussione pubblica. Ed è giusto che sia così. Probabilmente provocazione gratuita E pertanto pago fio di chiuderla rapidamente. Un abbraccio a tutti.

              • A leggere i canoni di Trento si noterà subito che la decima è comandata e qui faccio una battuta: tanti rompono sul fatto che i postcatecumenali paghino la decima ( che poi non è così, pagano meno di quel che dovrebbero mentre una buoa fetta coprei soldi di chi quasi non li mette ) ma il problema non è solo il loro uilizzo ma il referente ultimo che li gestisce che non è il Vescovo od un suo delegato come il parroco.

                Se i fedeli contribussero davvero non ci sarebbe bisogno di “estorcere” le offerte per le Messe od i sacramenti con vari tariffari, oltre tutte le losche procedure dello IOR che altro non è che una banca usuraia.

    • PS. Fate caso ai miei mi piace per il mio pensiero, ho voluto aprire un altro fronte che so (si lo so!) essere pressante per le curie.

      • Da sempre, quando la Chiesa instituzionale ha troppi soldi, essa si ammala.
        La Chiesa instituzionale dovrebbe esser povera e dipendente direttamente dalla sola comunità che serve senza capitalizzazioni altre che quelle che un buon padre prudente e coraggioso farebbe per la propria famiglia.
        In Pace

        • Questo è, correttamente, discorso diverso, che non può essere ricondotto credo alla semplice elemosina.
          Sappiamo tutti che il “troppo” denaro o anche il poco, ma con l’ansia dell’accumunlo corrompe.

          Prima di tutto fa perdere il senso e la possibilità dello sperimentare la Provvidenza. Perdere questa realtà è anche perdere un parte (ammesso si possa spartirla) della forza e della concretezza dell’Annuncio e della Testimonianza.

  7. Non commento ma faccio semplicemente copia-incolla dall’intestazione del documento:
    « DIPARTIMENTO PER LE LIBERTÀ CIVILI E L’IMMIGRAZIONE »

    • Dobbiamo abituarci Lorenzo a questo linguaggio , e anche al fatto che un “Comitato tecnico-scientifico” , che nessuno ha eletto prenda decisioni inappellabili “ per il nostro bene” , e che i cittadini non possano ne’ criticare ne conoscere la verita’ sui fatti ma solo le decisioni degli esperti, e chiunque sia critico o ponga obiezioni sia istantaneamente bollato come antisociale e antiscientifico. Come ha ben spiegato Orwell per far digerire ai governati il cambiamento voluto dai governanti bisogna proporglielo in una “ neolingua” , bisogna inventarsi un linguaggio che valorizzi in positivo cose che ,chiamate col loro nome, sarebbero spaventose.
      Cosi’ noi ormai in Italia, grazie al Coronavirus,non ci spaventiamo quando ci si comanda di “ sanificare” anziche’ Santificare le chiese , e il Dipartimento per le liberta’ Civili e l’ immigrazione “ ci impone il protocollo di come celebrare le Sante Messe. Con questo cambiamento di linguaggio si attua o si comincia ad attuare il famoso “ cambiamento di paradigma” che molti auspicano per la Chiesa cattolica.
      Forse un domani un Dipartimento governativo per gli affari religiosi ci imporra’ una religione politicamente corretta ed accettabile , e dei protocolli, per il nostro bene naturalmente, per cio’ che si puo’ professare e cio’ che non si puo’ professare, ad esempio che la religione cattolica sia l’ unica vera e Gesu’ Cristo l’ unico Salvatore.Saranno vietate credenze “ divisive” per far posto solo a quelle “ inclusive” . Credere che il matrimonio fra persone dello stesso sesso sia vietato, sara’ considerato una credenza omofobia ed intollerante.
      Come ha detto Benedetto XVI, a decidere chi sara’ Anatema non sara’ piu’ la Santa Inquisizione, ma un Comitato di esperti. ( E quanti ringrazieranno anche e saranno grati alla Autorita’ come ora sono grati per il protocollo su cosa si puo’ fare o non fare a Messa!)

    • Atri tre rilievi prettamente giuridici, senza alcun commento, sul documento in oggetto:
      1. Viene mandato al card. Bassetti, da un funzionario del dipartimento, con procedura analoga a quanto prescritto dal Codice di Procedura Civile, art. 139, per le notificazioni inviate dal “giudice al pubblico ministero, alle parti, al consulente, agli altri ausiliari del giudice e ai testimoni”.
      2. Il documento viene definito “Protocollo” e, nel diritto e nella prassi internazionale, il termine protocollo sta ad indicare un atto in cui si stabiliscono norme integrative rispetto a quelle contenute in un trattato tra stati sovrani.
      3. Le firme, in documenti simili, vanno poste sulla sinistra, una sotto all’altra, dall’alto in basso e sulla base di un ordine prestabilito.
      Le firme apposte una di fianco all’altra erano in uso per gli editti ed i rescritti imperiali: al centro la firma della “auctoritas edicendi”, a destra quella della “auctoritas vigilandi”, ed a sinistra quella del “subjectus edictatus”.

  8. Secondo me un po troppi commenti partono dall’assunto che vi siano due entità (Stato e Chiesa) che tentano l’un l’altra di fregarsi, dove ognuna tira acqua al proprio mulino ed il proprio mulino è tutto politico ed economico, e della gente chi se ne frega.
    Diciamo che forse è anche così.
    Ma magari potremmo provare a vederla in un altro modo, e cioè che ci sono due entità (Stato e Chiesa) entrambe interessate al benessere dei cittadini nell’ambito di responsabilità differenziate, dove lo Stato pensa principalmente al benessere fisico di cui ha responsabilità, e la Chiesa pone l’accento maggiormente su quello spirituale. Queste due entità si incontrano, si scambiano le rispettive opinioni e con una azione collaborativa comune, anche aspra, esprimono un protocollo di intesa tentando di mediare nel modo più opportuno le esigenze di sicurezza con quelle di celebrazione. Al termine emerge un documento che è evidente frutto di questa collaborazione e sul quale, ovviamente, entrambi concorderanno (cercando di non esprimere eventuali dissensi emersi durante il confronto).
    Sono troppo idealista ? Forse. Ma sono discepolo di uno che predicava ed ispirava l’inno alla carità (tutto crede, tutto spera etc..), e quindi mi è consentito essere un po idealista o magari illuso.
    Diverso è porre il dubbio e la malizia in ogni pensiero, andando a cercare il particolare senza pensare alla sostanza, che in questo caso è : possiamo riprendere le celebrazioni e fare l’eucarestia (alleluja). Ma questo è un discorso diverso.

    • ML in sostanza è ciò che anch’io penso e in buona sostanza condivido.

      Giusto è anche però fare un vaglio su scelte e azioni concrete che si delineano oggi come ieri.
      Errato valutare tutto facendo continua “dietrologia” o presupponendo sempre malafede e loschi fini.

      I commenti (anche i nostri) lasciano il tempo che trovano, ma capita di leggere (ho letto altrove) di una precisa azione che mirava a chiudere DEFINITIVAMENTE la libertà di Culto (figuriamoci, qui in Italia…),
      come sull’agire della Chiesa si è scritto e detto di TUTTO…

      Mi piace riandare anch’io a San Paolo, quando ai Romani scriveva:

      «Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio.
      Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l’autorità? Fa’ il bene e ne avrai lode, poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male.
      Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza.Per questo dunque dovete pagarei tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio. Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto.»

      Le vicende e l’epilogo della vita terrena di San Paolo, senbrerebbero contraddire le sue parole, ma a questo punto, perché non stralciarle dalla Scrittura?

      Nella bellissima lettera del Card. Sarah, pubblicata ieri qui su Croce-Via, non v’è traccia di gratuite accuse, ne tanto meno di supposte malizie, ma solo un solido, concreto, attuale, illuminato, discernimento.

  9. Ma magari potremmo provare a vederla in un altro modo, e cioè che ci sono due entità (Stato e Chiesa) entrambe interessate al benessere dei cittadini nell’ambito di responsabilità

    Ragionare cosí significa considerare gli uomini buoni, e noi sappiamo che forse cercano di esserlo. Gesú scelze dosici, uno lo ha tradito, un´altro lo ha negato tre volte e tutti sono scappati. Perche la distribuzione in qualunque altro gruppo umano dovrebbe essere migliore?
    Per fortuna il Signore non proibisce mai di usare il cervello e discernere.

    • Grazie Blaspas59 . Quindi devo considerare che anche tu sia cattivo , e stia soltanto spargendo zizzania tra i cattolici per cattiveria. In effetti è vero, non ci avevo pensato. Chi ci impedisce di pensare che tu sia , in proporzione , il discendente di quell’apostolo che lo tradì ?
      Visto che parli di cervello, dovresti poi considerare che sia lo stato che il governo che la chiesa hanno tutti gli interessi, politici economici e personali perchè tutto torni alla normalità, e possano vantarsi di aver risolto il problema.
      Quindi, se tramassero contro le celebrazioni, oltre ad essere cattivi sarebbero anche stupidi.
      Pertanto ritengo che il tuo pensiero, come quello di altri purtroppo, sia il tipico pensiero complottista, che parte dal presupposto che costantemente tante persone si associno per fare cose cattive con moventi personali differenti , indefinti ma stranamente tutti coincidenti. Per ottenere, in fondo, il nulla, se non il male degli altri e di se stessi. Forse esistono anche, ma vederli ovunque è una malattia.
      Ti faccio poi notare che gli undici apostoli, che sono sopravvissuti, anche se hanno peccato si sono poi rialzati e hanno fondato qualla stessa Chiesa alla quale tu dici di appartenere.
      Il mondo poi è pieno di persone, anche non credenti, che nella loro vita hanno compiuto gesti mirabili di generosità ed altruismo che il cinismo di qualcuno cerca sempre di nascondere e sporcare, perchè evidentemente preferisce cercar nell’altro l’intento malevolo , piuttosto che ammettere il proprio egoismo e la propria incapacità di far le stesse cose. E questo si che è cattivo.

      • Ma smettila ML65 con questi commenti superficiali che tentano di fare terrorismo intellettuale per imporre con la violenza verbale quel che il pensiero unico dominante vuole imporci in un modo pastorizzato e senza basi ragionevoli usando di tutte le forme possibili di fallacie argomentative!

        Non è tentando di incasellare altrui, in modo talmente poco cristiano, tacciandolo di complottista che trovi un solo argomento a favore della tua tesi. Non è facendo dire a Blas quel che non ha detto: ti faccio notare che il Cristo stesso ha detto che il male viene dall’interno dell’uomo e non dal suo esterno! Cristo sarebbe un complottista? Quando mai Blas avrebbe scritto che non ci sono persone che tentano di fare del loro meglio anche tra i non credenti? DI che stai parlando?

        Se tu avessi argomenti reali non avresti bisogno di questi trucchetti argomentativi di basso conio, da livello culturale ed intellettuale di una discussione da bar e cioè non del nostro blog.

        Quel che Blas ha ricordato è quel che ci insegna la Bibbia: la natura dell’umo è corrotta dal peccato originale e se non fa la scelta fondamentale di Cristo sempre sceglierà la via larga invece di quella che salva. Va leggere un poco di San Paolo per giunta.

        Quanto al fondo del punto sollevato da Blas, l’esistenza di governi anti-cattolici, questa è una realtà storica attuale, che c’è sempre stata e sempre ci sarà, dal tempo degli imperatori romani a quelli giapponesi, dai regimi massonici francesi ed europei a quelli marxisti ancora vigenti in Cina: non vederlo è vivere in un mondo da beato imbecille come ti accuserebbe lo stesso Voltaire; il mito del buon selvaggio che adora la buona dea pachamama è solo nella testa malata di qualche illuminato senza fede e speranza in Cristo e nella Chiesa.

        Viviamo in un mondo dove c’è una lotta feroce ta i figli della luce e quelli del mondo e il cui prezzo è la salvezza e cosìccome i figli della luce, quando governano, tentano, malgrado i loro malgrado, di favorire un avvicinamento del popolo al Cristo Gesù, magari in modo maldestro e controproduttivo, così i figli del male vogliono un mondo governato dall’anticristo e avanzano leggi omicide dei corpi e delle anime (divorzio, aborto, omosessualismo, sfruttamento umano iniquo, etc).

        Se ricominci a fare attacchi ad hominem come hai fatto all’inizio del tuo messaggio contro Blas, ti banno.

        In Pace

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