Coronavirus: Riflessioni Sparse Di Una Notte Di Primavera

Quest’episodio del Covid 19 segna ufficialmente quel che tutti gli osservatori saggi ed attenti ben sanno da tre lustri cioè l’uscita dell’Europa dai gruppi nazionali e societali che formano la punta di diamante dello sviluppo scientifico, tecnologico, economico, sociale e sanitario dell’umanità, palma che va ormai chiaramente ai paesi asiatici, rilegandoci definitivamente a paesi di serie B.

La coscienza di questo stato di cose nei nostri paesi è frenata dall’interesse esclusivo per il proprio ombelico di un pensiero costruttivista che considera l’idea superiore al reale e lo sforzo personale e collettivo un’obbligazione moralista del passato, il bene comune essendo svalutato e ridotto alla somma delle godurie immediate individuali.

La causa profonda remota la conosciamo tutti: la scelta dei nostri genitori (vostri nonni e bisnonni) dal dopoguerra in poi di non avere figli dalla seconda metà degli anni sessanta in poi, scelta rinnovata, dai loro figli, nipoti e pronipoti. Vuoto demografico che ha provocato dapprima una diminizione di consumatori, une perdita del poter d’acquisto compensata da una delocalizzazione della produzione oltre i confini, seguita da una crescita della disoccupazione fenomenale, dall’erosione dei risparmi, l’aumento del debito, la diminuzione degli investimenti in tutti i campi, la svendita degli attivi interessanti ad operatori finaziari stranieri .

L’altro elemento che mi salta in faccia è l’insignificanza della Chiesa cattolica in queste circostanze in quanto istituzione umana: già aveva perso il suo peso nel campo della salute fisica, i sistemi sanitari privati e pubblici non connessi direttamente all’Istituzione essendo emersi con forza da un secolo, ma, ormai neanche più sul piano meramente spirituale .

L’immagine di Papa Francesco che benedice una piazza san Pietro completamente vuota perché ormai chiusa al pubblico è, per me, davvero paradigmatica: la “Chiesa-Ospedale-da-Campo” nelle parole è una realtà vuota nel mondo reale in quanto è rimasta confinata al mondo telematico. Non solo, ma l’espressione di senso ecclesiale, di comunità cristiana in quanto tale è diventata ormai, dal punto di vista della concretezza, un concetto ideale che non si realizza nella realtà in quanto tale ma solo sul piano simbolico: il messaggio che sembra passare è che “per salvarsi” dobbiamo diventare individualisti e la vita spirituale deve rimanere cosa privata.

Il Papa stesso rimane nascosto dietro un paravento elettronico, osservato gesticolare e parlare, il suo ospedale da campo tanto lodato ridotto ad un’emissione televisiva. Un po’ come tutte le decisioni che ha preso, dalla Laudato Sì, alle adorazioni della Pachamama , agli ultimi sinodi indotti: costruttivismo culturale ma voragine senza fondo per il mondo reale dei cattolici.

Ovviamente, non sto dicendo che le decisioni prese dai vescovi del mondo di applicare con serietà le direttive statali non siano cose buone e moralmente lecite: dopottutto, nei nostri tempi, la salute pubblica è nel campo di Cesare e la città di Dio deve sottomettersi. Sto giusto notando che questa situazione di fatto mostra quanto l’Istituzione sia completamente fuori gioco da un punto di vista societale: lo sapevamo, ma come l’Europa è ormai ufficialmente una geografia di serie B sullo scacchiere mondiale, così anche la Chiesa in quanto Istituzione umana è di serie B sullo scacchiere societale.

Dobbiamo essere desolati da queste due constatazioni? Personalmente direi che non ce ne dovrebbe importare niente di per sè: è uno stato di fatto, è realtà e a poco serve piangerci sopra. Anzi piangerci sù può solo peggiorare la situazione.

Bisogna guardare in avanti e capire cosa questa situazione significa per ognuno di noi individualemnte e questo comincia con il porsi le due domande seguenti: ma in cosa mi impatta adesso concretamente che l’Europa e l’Istituzione della Chiesa siano ormai serie B in ciascuno dei loro campi societali?

E, avendo messo in evidenza tale impatto, in bene ed in male, quali sono le opportunità che intravvedo ma anche le minaccie che, se ben gestite, posso provare a rigirare a “mio” vantaggio, dove per “mio” intendo me stesso, la mia famiglia, la mia tribù, la mia communità, l’umanità?

Spero che questi giorni di confinamento obbligatorio spingano ognuno di noi a porsi queste due domande e a portarvi elementi di risposta non ideologica ma attenente al reale concreto, prima della ripresa frenetica delle nostre attvità umane che immancabilmente finirà per avvenire tra qualche tempo.

In Pace



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13 replies

  1. Quello che ho sentito stamattina, riguardo alla preghiera, mi ha lasciato interdetto: « Il coraggio di stare lì chiedendo e andando avanti, anzi, quasi… – quasi, non voglio dire un’eresia – ma quasi come minacciando il Signore. »
    Ho sentito una volta un santo sacerdote affermare che, talvolta, certe « bestemmie » contro Dio nella bocca di chi è poco o per niente credente, ed è nella disperazione più nera, potrebbero suonare quasi come un’accorata preghiera rivolta a Colui che, solo, li può ancora aiutare,
    ma quando chi dovrebbe essermi maestro nella fede viene a dirmi di pregare « quasi come minacciando il Signore », mi fa sorgere più di un dubbio che la fede di cui parla non sia la stessa fede che mi hanno insegnato da bambino.

    • Quelli che pensano di poter “ minacciare” Dio o costringerlo a forza di volonta’ e di petulanti richieste a fare quel che chiedono , loro hanno perso il lume della ragione e il senso delle proporzioni .
      Qualcuno ha detto che il problema della Chiesa di oggi non e’ tanto la perdita della fede ma la perdita della ragione. Mai come oggi sperimentiamo un Cristianesimo da romanzo mal scritto , sentimentale ed emotivo, contraddittorio ed illogico ,melenso e vacuo, incentrato sull’ io dell’ uomo piuttosto che su Dio, insomma un esistenzialismo in salsa clericale che ripugna ad ogni intelletto razionale. Sara’ una vera Grazia di Dio se molti , in questo frangente, disgustati e respinti al massimo dal penoso spettacolo degli uomini di Chiesa, rimarranno pur tuttavia cattolici .

  2. « La causa profonda remota la conosciamo tutti: la scelta dei nostri genitori (vostri nonni e bisnonni) dal dopoguerra in poi di non avere figli dalla seconda metà degli anni sessanta in poi, scelta rinnovata, dai loro figli, nipoti e pronipoti. Vuoto demografico che ha provocato dapprima una diminizione di consumatori, une perdita del poter d’acquisto compensata da una delocalizzazione della produzione oltre i confini, seguita da una crescita della disoccupazione fenomenale, dall’erosione dei risparmi, l’aumento del debito, la diminuzione degli investimenti in tutti i campi, la svendita degli attivi interessanti ad operatori finaziari stranieri  »

    a) il condizionamento semmai
    b) la delocalizzazione ci sarebbe stata comunque
    c) non ragioniamo sui consumi cribbio ma che davero, adesso siamo a favore del consumismo?
    d) la disoccupazione non c’entra e non è motivata come l’erosione dei risparmi , l’aumento del debito
    e) la svendita e la diminuzione degli investimenti co

    Quindi sii più preciso quando parli dei TUOI nonni e genitori.

    LA crescita della Cina ( non credo che Corea e Giappone siano 2 eccezioni rimarchevoli se comprendiamo tutto l’est asiatico ) sappiamo tutti come è avvenuta , anzi, credo proprio che nessuno lo sappia davvero perché sennò dovremmo tirare in ballo la Giordania Costiera.

    Per il resto concordo

    p.s. L’Europa per lorsignori deve essere di serie B per un motivo molto chiaro voluto da chi per primo nominò in ossequio ai progetti di Lenin la « casa comune europea » ma non si dica in giro visto che sono tutti concentrati contro il satana statunitense ( primi fra tutti i complottivisti ).

    • d) la disoccupazione non c’entra e non è motivata come l’erosione dei risparmi , l’aumento del debito e la svendita di certi pezzi forti che hanno precise radici in scelte politiche italiane e mondiali.
      e) la diminuzione degli investimenti è comportata anche dalle mancate riforme necessarie ( giustia, ifnrastrutture ) oltre che dalla tassazione eccessiva

    • I TUOI nonni e genitori, TU, i tuoi figli e i tuoi nipoti hanno fatto la scelta, libera di non avere più di 1.2 figli per ogni generazionale: non erano obbligati a farlo e, anzi, l’insegnamento della Chiesa dal Venerabile Pio XII a San Paolo VI ben condannavano questi comportamenti. Paesi non cattolici si sono “comportati” molto meglio e più in linea con quel che la natura comanda.

      (1) Consumismo non è consumo: consumismo è consumare aldilà del necessario 2, 3, 4 volte quel che una persona dovrebbe distruggendo il proprio risparmio; il consumo è cosa sana in quanto è quel che richiede la natura materiale di ogni essere umano e non sorpassa i bisogni reali. Consumismo è una popolazione di 300 milioni di abitanti che consuma quanto 2 miliardi persone; consumo è quel che consumano 2.3 miliardi di persone.

      (2) Se tu avessi uno sguardo spassionato della storia “economica” di questi ultimi 60 anni vedresti, che la popolazione occidentale ha scelto in un primo tempo il consumismo al consumo impedendosi di avere figli erodendo il proprio risparmio (dagli anni 70 ad oggi in Italia sono passati dal 27% al 4% del reddito); poi il potere di acquisto abbassandosi di conseguenza, è apparsa la necessità di far produrre all’estero dove il caro vita era inferiore alfine di fornire i nostri mercati con prodotti meno cari per comepnsare la perdita di potere di acquisto e questo fin dagli anni ottanta, al punto che negli anni novanta la disoccupazione nei nsotri paesi non ha cessato di crescere; intanto continuando a non fare figli, continuando a non avere risparmi e continuando a non produrre abbastanza, il consumo non si è mai rilanciato, i risparmi non hanno più permesso veri investimenti locali e si è dovuto semrpe di più ricorerrere agli stranieri (indiani, cinesi, etc) che questi capitali li avevano, gli investimenti locali diminuendo (ad esempio in campo sanitario….), prestiti alle imprese minimi, il debito accrescendosi a livelli sconci , tipo 130 + percento del PIL.

      (3) Paesi come la Cina stanno vivendo un fuoco di paglia che tra meno di 20/25 anni (una generazione) vedrà gli stessi problemi apparire alla grande e con numeri ben più imponenti

      (4) L’Europa et l’europeo non sono le vittime di decisioni prese da altri (questo i cinesi lo portranno dire però) ma delle loro proprie scelte completamente libere: hanno scelto liberamente tra consumismo e natalità, e hanno scelto tra crescita del potere di acquisto e pieno impiego, come hanno scelto tra far crollare sotto il debiti il loro futuro e una gestione di “buon padre di famiglia numerosa” della loro economia.

      In Pace

      • Non credo manco per il ***** i miei nonni ( 6+6) ed i miei genitori (3), manco i miei fratelli (3 e4 ) se vuoi a 34 anni accollala a mme.
        Me la prendo ma tu la trovi una moglie oggi? O vuoi farmi ************************************* per la PATRIA?
        Dinnanzi alla Fede il tuo è un discorso ridicolo.

        Il condizionamento sociale in essere poi lo consideri? La Chiesa che oggi rintuzzi su Francesco aveva perso mordente già con PIO XII in cattedra, e sappiao tutti cosa ha prodottto il 68 mondiale ed ecclesiastico
        Ad ogni modo sei tu che hai citato i consumatori ******** e sono contento della puntualizzazione ma non serve fare il terzomondista. Certi paesi non possono semplicemente permetterselo, se potessero, lo farebbero, ed è sotto gli occhi di tutti.

        Il punto 2-4) invece non tiene conto di mille cose soprattutto della gestione politica della faccenda. Ad esempio:
        – i redditi sono diminuiti erosi dall’aumento delle tasse,anche questo concausa il meno rispario
        – il potere di acquisto si è sempre via via abbassato per via dell’inflazione prima della caduta dei redditi che , inflazione calmierata attualmente da 25 anni, non permette più di risparmiare un cazzo di nulla, processo impennato drammaticamente dagli anni 80 guarda caso in cambio di servizi pessimi.
        Abbiamo già visto che ad esempio in valore assoluto in Danimarca, in cambio di servizi medio-alti, evadono in valore assoluto al 2011 più che in Italia ed in base al valore d’acquisto della loro moneta poco meno con tasse poco più superiori di noi. Ma loro sono più ricchi, gli pesa di meno.
        Noi siamo schiacciati reddito basso , scarsa produttività e servizi disastrosi.
        – produrre all’estero non era una necessità caro mio. Compi un errore logico perché accolli alla gente la libera scelta di non figliare e poi scusi pedissequamente gli investitori che hanno delocalizzato, ad ogni modo è una frase che non puoi provare assolutamente, è una petitio principii. Ad ogni modo lo stato dov’era? Come dov’era prima?
        Per il resto concordo ma sono conseguenze.
        ——-
        Prima di tutto la domanda può essere indotta e distorta e non spontanea e non puoi dire che la scelta è stata deliberata senza comprendere il processo di ingneria sociale in essere.
        Se è tutta colpa della GGGenteeee sempre e comunque e te ************************ beato te, sei fico , forte e ganzo.
        Se poi per te la democrazia esiste, Simon, beato te!

        3) la Cina già è in bolla. Lo so.

        • Lo Stato non deve esistere in economia, da 50 60 anni a questa parte. Si chiama neoliberismo, dogma della gente che conta (i soldi altrui che arrivano a loro grazie ad interessi speculativi).
          Sul resto non rispondo, primo sono dello stesso parere di Gotti Tedeschi, secondo una statistica generalista e fattuale non dovrebbe far incazzare così…

          • E’ dimostrato che Reagan per fare un esempio ha aumentato le tasse, non le ha diminuite, ed ha fatto esplodere il deficit. NON per questo hai visto gli stati uniti sempre in guerra dagli 80 in poi, necessariamente.
            Potrei dimostrarti che siamo in un neo socialismo ma il vero sistema attuale è un mix di collettivismo lobbystico liberista, è una fusione. Prima lo capirete , meglio sarà.

            Che lo stato non esista in economia, o ci fate, o ci siete. Accodatevi anche voi con tutti i complottardi alla visione neo-liberale. Va da via al cool và.

            • Scrivimi delle fonti di quel che cripticamente vai dicendo, poi le valuto e poi vediamo di ragionarci con quella calma che chiaramente ora non hai.

              • Minstrel non serve a niente perché è tempo perso e questo non ci porterà in paradiso, quindi mi scuso e accanno.

                saluti

              • Basta con le fonti Minstrel comunque…uno non può credere a questo mondo corrotto, qualche volta il lavoro sporco lo deve fare da sè.
                L’etichetta neo-liberista è funzionale come lo sarebbe quella ( ed esiste) di neo-socialismo. Noti giustamente che non ero calmo e sono un coglione, tutt’ora anzi doppiamente. Anzi il triplo, perché sò come mai scriviate così.
                Ma non ce la faccio, io sono troppo autoreferenziale, e voi credete che verrete ascoltati impostando il discorso in certi modi. Da qualcuno sicuramente ( altrimenti non sarebbe stato possibile , non sarebbe accaduto proprio ) ma in generale sento puzza di attaccamento a questo mondo, che riconosco appartenendomi.

  3. Daouda non solo ha ragione ma ce l’ha da vendere soprattutto nel prendere in considerazione il condizionamento sociale e non solo ed è inutile indossare i paraocchi.
    A questo proposito andrebbe letto l’ultimo articolo pubblicato da Sandro Magister sul suo blog “Settimo cielo”: “Altro che coronavirus, questa è una svolta della storia. Che trascina con sé la Chiesa”.
    Articolo scritto da Roberto Pertici, docente di storia contemporanea all’università di Bergamo e specialista dei rapporti tra Stato e Chiesa.
    Eccone qualche stralcio.
    «…Che cosa è accaduto nel mondo, nella società occidentale “in primis” ma non solo, dopo il 1945? Quanto ha inciso questo contesto in via di rapidissimo cambiamento nella cultura diffusa nelle gerarchie, nella base sociale delle parrocchie, nello svuotamento dei seminari, nel mutamento della morale sessuale, nelle relazioni fra le persone, nella crisi del principio di autorità, nella fine della trascendenza?».
    E ancora: «…Il passaggio – a livello di mentalità diffusa e di senso comune, oltre che nell’alta cultura – da una prevalente concezione olistico-gerarchica del mondo a una concezione individualistico-egalitaria – passaggio che ebbe un prologo nel 1945-1960 e una piena attuazione poi – poneva per forza enormi problemi alla Chiesa cattolica, che dall’apostolo Paolo alla “Mystici Corporis” basava la sua ecclesiologia proprio su quella precedente visione. Insomma, come diceva Seneca, “ducunt volentem fata, nolentem trahunt”, il fato conduce chi vuol farsi guidare e trascina chi non vuole, anche la Chiesa!».
    L’attuale realtà è questa piaccia o no e a mio modesto parere non è reversibile come accade per due sole entità fisiche la freccia del tempo e il calore.

    • Parafrasando l’abate ischerione che considerava divinizzati gli apostoli e via via discorrendo vedeva il degrado dell’umanità fino a giungere agli ultimi ( noi probabilmente , o forse no ), se però restiamo fedeli , egli asseriva saremmo addirittura meglio di loro.

      D’altronde diceva l’abate Mios: « Obbedienza per obbedienza. Se uno obbedisce a Dio, Dio gli obbedisce » quindi anche questo fa parte del disegno divino ed il degrado odierno ha comunque la sua bellezza, baldezza e bontà. Amen

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