Comunione E Contagio

È una stagione bellissima, sul piano della mistica personale, per questa generazione che quella di vivere questi tempi di contagione del coronavirus “cinese” il COVID-19 : è l’opportunità unica di riflettere sulla vacuità degli interessi nostri personali, della Struttura Ecclesiale nella quale siamo concretamente inseriti, della società particolare nella quale ci muoviamo.

Il più flagrante è la disproporzione di interesse per questo virus che hanno i sedicenti cattolici romani rispetto ad altri mali ben più mortali e ne cito solo uno, il più drammatico di tutti, il criminale omicidio dei propri figli nello stesso ventre delle loro madri che dovrebbe proteggerli e farli crescere: su questo non si sente praticamente nessuno e certamente non chi dovrebbe alzare la voce contro questo crimine contro l’umanità in modo incalzante e continuo.

La superficiale vanità delle preoccupazioni umane, in generale, ed ecclesiastiche, in particolare, è, letteralmente, stupefacente.

L’altro elemento di interesse è notare come, mentre in Cina riescono, perlomeno, a rallentare significativamente la propagazione del virus in Italia, in particolare (FONTE aggiornata ) perchè al terzo posto della classifica mondiale dopo la Corea, sembra che niente possa fermarne lo sviluppo (ma vedrete che tra poco in Francia il decorso statistico sarà paragonabile). Fatto è che questa epidemia, che non è paragonabile ad un’influenza di stagione, uccide il 21.9 % degli anziani di più di 80 anni, il 14.8% dei settantenni, il 3.6 % dei sessantenni e l’1.3% dei cinquantenni ( FONTE aggiornata ). Questo virus è come una manna divina diabolica per chi la pensa come Jacques Attali che gli anziani non abbastanza ricchi per finanziare il costo della loro anzianità e delle loro malattie vadano da essere eutanasiati allegramente in una socetà dove il nucleo familiare è stato atomizzato da mezzo secolo e più: se ben gestito esso diminuirà, infatti, in una media del 10-15% i costi relativi al pagamento delle pensioni e del sistema sanitario proprio della popolazione potenzialmente più costosa. (Personalmente prevedo che i vaccini saranno, poi, da essere messi in opera solo dopo che questa ondata sia passata e saranno distribuiti in priorità ai bambini di meno di anni 9, cioè proprio a quella fascia della popolazione che registra un zero assoluto di decessi, ma facilmente tassabile tramite queste campagne di vaccinazione.)

Allora, che c’entra la Comunione? Se da una parte, nelle regioni le più colpite, i vescovi hanno ritenuto, senza abuso di potere, anche se, forse, erroneamente in quanto non hanno la scienza infusa ma seguendo prudenzialmente le direttive statali, che, esse, possono anche essere erronee, che bisognava sospendere i raggruppamenti pubblici e , quindi, messe ed altre processioni, in altre parti dell’orbe cattolico altri vescovi hanno dato direttive contro il semplice buonsenso comune, probabilmente per ideologia, come quella dell’obbligo di dover comunicarsi in mano.

Orbene, tutti sanno che chiunque si sposti da casa alla chiesa, che utilizza mezzi pubblici o no, che stringe mani a destra e a manca, che tocca biglietti di banca zozzi, e così via di seguito ha le mani pieni di germi e altre infezioni: non per niente le direttive igieniche per rallentare il decorso della pandemia richiedono a tutti di disinfettarsi le mani almeno ogni ora durante almeno uno a tre minuti fino al polso, perchè poi ci portiamo le mani e le dita alla boccca una quantità innumerevole di volte all’ora senza manco accorgersene: piazzare le Sante Specie proprio in questo nido di porcherie che sono le nostre mani a messa è la garanzia di una probabilità accresciuta, e non minore, di avere il virus in bocca.

L’obbligo di comunicare direttamente in bocca sarebbe quindi il più logicamente igienico nella misura in cui il sacerdote si sia anche lui previamente lavato e disinfettato le mani: chi si comunica in questo modo sa che riceve la Santa Particola e che non è, lui stesso, mai toccato dal sacerdote. Rimane il problema ideologico dell’approccio modernista anti-cattolico della ricezione della Santa Comunione da un lato e l’aspetto psicologico di vedere la mano del sacerdote avvicinarsi alla bocca altrui anche se, di gran lunga, non la tocca.

Un’altra soluzione rispettosa ed igienica sarebbe quella di chiedere ad ogni comunicante di avere un fazzoletto immacolato e pulito, che dispiegherebbe facendo attenzione a non toccarne la parte interna, sul quale il sacerdote depositerebbe la Santa Particola e dal quale il fedele assumerebbe direttamente la comunione, attento ai piccoli frammenti, e che poi a casa sciaquerebbe con acqua pura che getterebbe poi in terra, come si dovrebbe fare con qualunque purificatoio.

Tutto questo necessita organizzazione e intelligenza da parte di un clero che nel 2020 è poco formato teologicamente e liturgicamente, poco mistico, poco metafisico, a volte non credente neanche nel dogma della Transustanziazione.

Però, cari utenti, secondo me ancora non ci siamo, perché il fondo di tutta questa problematica è sempre lo stesso errore, sempre quella convinzione eminentemente non cattolica che la “Grazia” (etimologicamente “gratuita”) sia ossimoricamente “dovuta” : non c’è nessun diritto, e quindi nessun dovere da parte della Chiesa di soddisfarlo, di accedere alla Santa Comunione.

Se la Struttura Ecclesiale si preoccupasse per davvero della propagazione del detto virus, a torto o a ragione (ma questo è del campo dell’opinabile), non starebbe a disquisire sur dare o non dare la comunione in bocca, in mano con o senza un purificatoio, ma semplicemente indirebbe il divieto di comunicarsi, tout-court, durante il periodo della contagione, salvo fatte le usuali occasioni straordinarie ed individuali. La Struttura Ecclesiale, per giunta, inviterebbe tutti i partecipanti alla Santa Messa ad impararsi di nuovo a fare la Comunione Spirituale, da sempre ritenuta ottima spiritualemente in qualunque caso di impedimento, come sarebbe questo ad esempio, oppure una situazione personale scandalosa.

Il volere forzatamente che i cattolici assumino sempre ed in qualunque circostanza, e fisicamente, le Sacre Speci per poter essere dei “bravi fedeli” sembra come rimandarci a tempi oscuri pagani, farciti di credenze, di riti, di magie e di pachamame, dove comunicarsi rileva più della supertsizione che della Fede.

A titolo personale, asseconda della vicinanza dell’onda pandemica, non entrerò in questi giochetti farisaici della comunione in mano o in bocca, alzato o in ginocchio, con o senza fazzoletto, ma offrirò la sofferenza di non poter comunicarmi fisicamente, anche se, comunque, sempre spiritualmente, in unione con le persone, come i divorziati risposati civilemente, che non possono comunicarsi fisicamente per via della loro situazione personale oggettivamente peccaminosa: la pandemia o il mio poter essere fonte del mio male o di quello altrui, essendo un’icona fisica della loro situazione spirituale, partecipando così, tra noi peccatori, di una comunione di fame e di desiderio del Corpo e del Sangue di Cristo, fame vera del Risuscitato che distingue il Cattolico ed il vero cristiano nella sua più intima essenza.

In Pace



Categories: Attualità cattolica, Liturgia e Sacra scrittura, Magistero, Simon de Cyrène, Sproloqui

76 replies

  1. “Gesù mio,
    io credo che sei realmente presente
    nel Santissimo Sacramento.

    Ti amo sopra ogni cosa
    e ti desidero nell’ anima mia.

    Poiché ora non posso riceverti
    sacramentalmente,
    vieni almeno spiritualmente
    nel mio cuore.

    Come già venuto,
    io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
    non permettere che mi abbia mai
    a separare da te.

    Eterno Padre, io ti offro
    il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo
    in sconto dei miei peccati,
    in suffragio delle anime del purgatorio
    e per i bisogni della Santa Chiesa.”

  2. Faccio un’annotazione sulla Comunione spirituale (che non è una critica a Simon).

    La pienezza dei frutti della Comunione spirituale la può ricevere solo chi non ha perso la grazia santificante, cioè chi non si trova nella indisposizione morale di accedere alla Comunione sacramentale.

    Si veda ad es.

    https://www.amicidomenicani.it/condizioni-per-fare-la-comunione-spirituale/

    Quindi tra chi fa la Comunione spirituale essendo in peccato grave e chi la fa in grazia di Dio c’è una grande differenza che sarebbe pastoralmente rovinoso dimenticare: i primi ne ricevono pochi frutti spirituali, i secondi la pienezza di frutti.

    Lo dico perché molti pastori, a chi si trova in stato di peccato oggettivo manifesto, presentano la Comunione spirituale come se per costoro fosse solo un modo diverso di ricevere la Comunione sacramentale, inducendoli a ritenersi esonerati, per la propria salute eterna, dal recedere dallo stato di peccato in cui versano.

    D’altronde la preghiera postata da minstrel aiuta a spiegare la differenza:

    “Poiché ora non posso riceverti
    sacramentalmente”

    Una cosa è “non poter ricevere sacramentalmente” per misure restrittive da Coronavirus totalmente indipendenti dalla propria volontà ed essendo in grazia di Dio, tutt’altra cosa è “non poter ricevere sacramentalmente” perché non si è in grazia di Dio…

    • Quei pochi frutti della Comunione spirituale potrebbero essere però di sufficiente sprono al peccatore per “convincerlo” ad accostarsi alla Confessione.

  3. prima di questa epidemia il 90 per cento dei fedeli riceveva la Comunione sulla mano, anzi alcuni parroci si rifiutano proprio di dare la Comunione in bocca ( a me e’ capitato a Milano) E nessun prete che io conosca , in tempi normali, rifiuta la Comunione, anche a noti divorziati risposati e a tutti quelli che si mettono in fila , fossero pure politici abortisti , per cui il presidente dell’ Argentina divorziato e con la convivente amante ha avuto la Comunione sulla Tomba di San Pietro , e nessuno gli ha detto che avere la Comunione non era un diritto neppure se amico del Papa.
    Finita questa epidemia ritornera’ tutto come prima. Che l’ idea aberrante che la Comunione sia un diritto per tutti e’ proprio dal clero modernista che e’ scaturita, e’ proprio documenti come l’ Amoris Laetitia e Querida Amazonia che lo mettono in testa alla gente.
    In tempo di epidemia non si devono diminuire i sacramenti ma aumentarli! In tempo di epidemia non si deva abrogare le Messe ma moltiplicarle !in tempo di epidemia si deve pregare di piu’ non di meno, si deve far penitenza , digiuno, Questo suggerisce il sensum fidei dei credenti!
    I vescovi e i pastori che si sono precipitati ben contenti a chiuder chiese e sospendere Messe ( senza peraltro aver richiesto al popolo e fatto loro stessi penitenza , digiuno, preghiere) hanno perso non solo la fiducia del loro gregge, ma hanno person il sensum fidei ed e’ ovvio credono ormai solo in quel che credono tutti , non sono piu’ che servi del mondo , servi della mentalita’ mondana, servi sciocchi che saranno i primi a essere fatti fuori quando non servono piu’ al Padrone del Mondo.
    Ma il popolo dei fedeli si e’ gia’ organizzato in altro modo, se i pastori tradiscono e abbandonano il gregge , i pastori verranno a loro volta abbandonati.

    • E se abbandoni un foss’anche indegno Pietro ed i pastori, da chi andrai?

  4. Simon, da quello che ho appreso da una persona che è ministro dell’Eucarestia, quando si pone l’Ostia sulla lingua si tocca molto più spesso la bocca del comunicando di quanto non si tocchino le mani quando si pone la Comunione sulle mani.
    Chi distribuisce l’Eucarestia potrebbe pertanto trasmettere virus da una bocca ad un’altra molto più facilmente di quanto non succeda da una mano all’altra.
    Se il problema fossero invece la mani del comunicando, come può una persona accogliere il Sacro Pane con mani non pulite?

    • Penso che hai parlato ad uno che non sa dare la comunione/ non ha l’abitudine di dare la comunione direttamente in bocca ad una persona genuflessa : a me, in 60 anni di vita, non è MAI capitato sentire il dito o la mano del sacerdote che mi comunicava,

      Ma, mentre la probabilità di toccare la bocca altrui è bassa, quella di avere l’Ostia nella mano zozza è sicura al 100%.

      Se le mani fossero pulite ma non l’anima saremmo nel caso dei sepolcri imbiancati di evangelica memoria: Cristo accetta tutto, anche di essere nelle nostre mani non pulite, anche il rischio del sacrilgeio, non fu la Croce l’estremo Sacrilegio?

      Ma questo non ci permette moralmente di fregarsene e do non fare tutto il possibile, umanamente parlando, per riceverLo nelle migliori condizioni degne del Salvatore e Creatore dell’Universo.

      E in periodo di pandemia, nel dubbio adattiamoci o asteniamoci asseconda le situazioni concrete.

      In Pace

      • Ho riferito al mio amico quello che mi hai detto tu: lui mi ha risposto che sarebbe ottimo poter comunicare persone che si accostano all’Eucarestia come fai tu in modo da evitare di toccare la bocca del comunicando ma, nella realtà, persone come te, sono al massimo un 50%.
        Mi ha però fatto notare che è pressoché impossibile evitare che il comunicando aliti nelle mani di chi lo comunica.

        • Si ma alitano anche quando lo metti in mano, anzi visto che sono alzati e non in ginocchio alitano tutti proprio direttamente nel ciborio…
          In Pace

          • Io pongo l’accento sulla trasmissione tramite le mani del sacerdote mentre tu, da quello che capisco, mi sembra alludi alla trasmissione tramite l’Ostia: sbaglio?

            • No, tramite le mani sporche del comunicando: le mani sporche del sacerdote ce le hai nei due casi.
              In Pace

              • Allora faccio fatica a capire:
                1. Comunione in bocca: il sacerdote potrebbe inavvertitamente toccate col dorso delle dita le labbra del comunicando.
                2. Comunione in mano: anche se il sacerdote toccasse con il dorso delle dita il palmo della mano sinistra del comunicando, quest’ultimo poi, per portarsi l’Eucarestia alla bocca, prende l’Ostia con le dita della mano destra dalla parte opposta a quella eventualmente toccata dal sacerdote.
                A me sembra che il caso 1 sia più a rischio del caso 2.

                • No: è più a rischio li dove ci sono più manipolazioni, mi sembra ovvio.
                  Comunione sulla lingua di una persona a ginocchio: il sacerdote tocca la particola e le depone sulla lingua direttamente, 1 operazione

                  Comunione nella mano: tutti alitano nel ciborio perché alzati, la mano del sacerdote tocca la particola alitata da tutti i precedenti con una mano che ha toccato tutte le mani precedenti , per metterla in una mano sporca di germi, poi l’altra mano (ancora più sporca perché è quella che usa di più) del comunicando la ritocca per portala in bocca , 4 operazioni.

                  Comunque, a me, se per caso tu non avessi letto il mio ultimo articolo come sembra pare, in periodo di contagio non mi comunico per niente fisicamente riducendo così quel rischio lì a zero e facendo al posto comunione spirituale per averne i benefici spirituali.

                  In Pace

                  P.S.: Solo un atteggiamento ideologico ed uno spirito non incline al realismo può affermare che comunicarsi nella mano sia meno pericoloso che comunicarsi in bocca direttamente. De hoc et satis.

  5. Mi permetti di scrivere che questo difetto che affermi è applicabile anche alla celebrazione quotidiana.
    Nessuno quindi dovrebbe ugualmente scandalizzarsi se si tornasse alla celebrazione rituale dei soli sabati e domeniche, cosa che to ritenendo ottimale.Difatti i padri quando invogliavano all’eucaristia, contestualmente, si riferivano a persone che tutt’alpiù andavano a messa i grandi giorni, mentre altrove hanno parlato di inflazionamento dell’eucaristia stessa nel prenderla troppo soventemente.

    Ma il mio discorso non era questo, riguardava la transustanziazione e sul difetto che questa Chiesa ha al riguardo nella Fede in questa realtà.

  6. Finalmente sono riuscito a leggere anche quest’ultimo interessante articolo.
    E non mi aspettavo di leggere ciò che da giorni suppongo essere la “soluzione” più ovvia, logica e intelligente (dal punto di vista liturgico, mistico, metafisico ecc).
    Non dare la comunione punto.
    Più un’altra serie di misure ma qui esulerei.

    Grazie Simon

  7. Nel frattempo si scopre che anche nel 1600 erano tutti atei…

    https://www.breviarium.eu/2020/03/06/alessandro-vii-peste-1656/

    • Viviamo in un’epoca di stolti, mio carissimo Minstrel: e quel che fa più mal di pancia è vedere che gli autoproclamati tradi-conservatori non siano tra i meno contaminati da questa malattia.

      Non voglio citare nessun nome perché non voglio fare propaganda a siti/gruppi anti-cattolici di quella movenza, ma ce ne sono addirittura che hanno dichiarato apostasia la chiusura delle piscine di Lourdes!!!!

      Più di centanni (altro che i mosaici quarant’anni del salmo 94!) che il SIgnore ha questa generazione in disgusto, fino a quando durerà ancora questa poltiglia senza cerebro né cuore, infedele e disobbediente?

      In Pace

      • La chiusura delle piscine di Lourdes non è apostasia, è atto stolto di stolti che non hanno capito ciò che capisce un bambino di 10 anni: l’afflusso dei malati nelle piscine di Lourdes da sempre è incompatibile con le più elementari misure di profilassi igienica, giacché da sempre vi si immergono insieme malati con ogni tipo di patologia e piaga purulenta e lesione cutanea di ogni sorta, sicché – se valessero per Lourdes le elementari norme di profilassi igienica doverosamente applicate per le altre piscine – le piscine loudiane dovrebbero stare chiuse sempre, letteralmente sempre, non solo in presenza del contagio da coronavirus.

        La chiusura delle piscine di Lourdes è dunque non apostasia, ma stolto assoggettamento a scientismo stolto che non si accorge di ciò che ha davanti agli occhi: quelle acque inspiegabilmente (ma in modo del tutto spiegabile se pensiamo a chi è Colei che ha esplicitamente voluto che sgorgassero e lenissero i fedeli malati) da innumeri decenni non sono veicolo di contagio per nessuno.
        Scientismo stolto: niente a che fare con la scienza autentica.

        • Sono andato a bagnarmi nelle piscine un paio di volte in vita mia e di certo vi è grande promiscuità: comunque c’è sempre stata una separazione tra certi malati e altri.
          L’acqua essendo poi talmente glaciale, dubito che un organismo qualsiasi vi sopravvivi: già è un miracolo non morirci quando tuffato dentro 😉
          Ma il principio di prudenza è un principio di prudenza: nel dubbio ci si astiene.
          In Pace

          • Caro Simon,

            secondo me questo è invece il caso in cui il dubbio non è sano dubbio dettato da sana prudenza, ma è più patologico della patologia che vorrebbe prevenire.

            Comunque, concordo che non bisogna “cavalcare” e strumentalizzare la vicenda per accusare qualcuno di apostasia…

            Buona domenica a te e a tutti!

            Ti lascio il video di questa centenaria che sul coronavirus la sa lunga:

            https://www.sabinopaciolla.com/la-suora-centenaria-e-il-coronavirus/

    • Allegare, come fa Breviarium, un gragnuola di episodi storici (uno alla settimana: attendiamo che quanto prima la collezione si impreziosisca di ulteriore raro reperto archivistico di affine tenore) palesanti che ricorrentemente l’autorità ecclesiastica con provvida avvedutezza ha emanato direttive stringenti onde riguardare i fedeli dall’insidia di grave contagio è sforzo erudito faticoso e – non dubito – benintenzionato (e con ciò commendevole) ma fattualmente

      1) superfluo: è arcinoto che in passato reiteratamente l’autorità ecclesiale impose ferree misure severamente restrittive e precauzionali a tale scopo volte, sicché addurre 1 o 5 o 50 esemplificazioni non serve a palesare quanto è già pacificamente palese da lunga pezza

      2) inutile: chi seguita a stimare che le misure decretate attestino carenza di fede dei Pastori, e dei fedeli l’ottemperarvi diligentemente e zelantemente, continuerà a farlo, limitandosi a denunciare che analoga carenza è infaustamente ritornante della multisecolare vicenda della Catholica

      3) trascura purtroppo il buono che, pur con censurabile concitazione e vociferante smania accusatoria all’indirizzo dei Pastori, si agita nelle agitate rimostranze di tanti fedeli: la percezione che le autorità ecclesiali siano troppo tiepide nel rimarcare che l’assembramento a scopo di culto non è equiparabile ad assembramento profano.

      Personalmente, a scanso di penosi equivoci, ribadisco che i presenti provvedimenti deliberati dall’autorità ecclesiale sono congrui e necessari, che è doveroso osservarli con filiale obbedienza e con il medesimo spirito è necessario seguitare a pregare per i Pastori affinché procurino che le disposizioni in parola non travalichino la misura di una stretta necessità, ossia che soddisfino requisiti di proporzionalità ed equità.

      Apprezzo il fatto che Vescovi come mons. Nosiglia e mons. Moraglia (e non è enumerazione esaustiva) abbiano espresso sinceri dolore, disagio e amarezza per vedersi costretti ad adottare misure tanto afflittive.
      Questi Pastori hanno colto appieno quale menomazione severa tali provvedimenti sventuratamente necessari infergono ai fedeli (e visibilmente rammarica profondamente questi Pastori il concreto rischio di avvalorare l’impressione che l’assembramento a scopo di culto risulti pareggiato all’assembramento profano), altri meno, ma pazienza.

      Non a caso, sono proprio questi Pastori, consci di quale angustia patiscano i cristiani nei quali sopravvive un (talore scapigliato e intemperante) “sensus fidei”, coloro che hanno manifestato ai fedeli in modo più lucido ed esplicito e profittevole quale sia il modo più cristianamente proficuo per trascorrere questo deserto quaresimale di protratto digiuno senza smarrire la fede, anzi rassodandola.
      Abbiamo bisogno di questi Pastori che ascoltano il dolorare talvolta scomposto del gregge e lo aiutano a trarne motivo di edificazione spiritutale e non di doglianza sterile; non ci servono invece Pastori burocrati intiepiditi che ignorano o minimizzano le angosce del gregge, che fanno spallucce, ne sono infastiditi o si limitano a rampognarlo per insubordinazione e a pedanteggiarlo col mostrare che dal punto di vista del diritto canonico ed ecclesiastico e di profilassi igienica è tutto perfettamente in regola e tutto congruente con inequivocabili precedenti storici.

      Comunque mi sono sinceramente stancato di questa polemica imbarazzante; l’emergenza durerà per molte settimane, siamo dinnanzi a una pandemia conclamata che sta mettendo in ginocchio il sistema sanitario (se non lo si è ancora capito, si sappia che il 15-20% circa degli infetti deve ricorrere a trattamenti di rianimazione, il nostro sistema sanitario dispone di circa 6000 posti in rianimazione, fate due conti e vi accorgerete che se – come è prevedibilissimo – non solo l’epidemia inperverserà ancora per settimane, ma nuovi focolai divamperanno oltre a quello lombardo, non avremo letteralmente più dove metterli i contagiati bisognosi di terapie di rianimazione), quindi seguitare a chiacchierare ancora e ancora all’infinito sulla fondatezza storico-canonistica-disciplinare-profilattica ecc. delle misure restrittive è esercizio da perditempo che non hanno capito la gravità dell’ora.
      Meno chiacchiere erudite e più dedizione alla propria e altrui salvezza eterna, anche da parte dei Pastori, che a questo sono vocati: farsi carico della salute eterna del gregge…

      E qui la chiudo definitivamente sull’argomento.

      • Faccio solo presente che questo non c’entra nulla con l’eucaristia eh

        • Sì, daouda, questo non c’entra nulla con il dibattito sull’Eucaristia (o forse c’entra, visto che l’Eucaristia c’entra sempre per un cattolico… 😉 ).

      • Rispetto ai ricoveri in rianimazione, fornisco dato precisi aggiornati alle ore 18, tanto per far capire di che cosa stiamo parlando e quanto grave sia la situazione.
        Nelle ultime 24 ore i nuovi contagiati accertati sono 1145, di cui 105 ricoverati in terapia intensiva, per un totale di 567 in terapia intensiva su 5061 infettati non guariti, ossia l’11% circa.
        In Italia in totale ci sono circa 6000 posti di terapia intensiva. Certo, i posti si possono aumentare, ma non possono spuntare come funghi da un giorno all’altro.
        Questo per dire come il nostro sistema sanitario si trovi in oggettiva grave difficoltà a far fronte all’ondata di nuovi ricoveri in terapia intensiva, ondata che non si arresta e prevedibilmente non si arresterà per molti molti giorni…

        • Adesso in tutta la Lombardia e in altre 14 province, ivi inclusa quella in cui abito, sono in vigore nuove severe misure restrittive, le Sante Messe saranno tutte senza concorso di popolo e le chiese saranno aperte solo per preghiera personale e incontro con il sacerdote per la Confessione o l’assistenza spirituale.

          Come ho già detto, ritengo doverosi i provvedimenti, perché ci sta aggredendo una pandemia pericolosissima.

          C’è tanta paura, senso di smarrimento e di solitudine, in tutti, credenti più o meno tiepidi e non credenti.
          Molti, per abitudine invalsa o quasi vergognandosi, non oseranno entrare in chiesa neanche per la preghiera personale o per scambiare una parola con il parroco, e cercheranno di scacciare la paura e la sofferenza in altro modo.
          Penso pertanto che in questo tempo sia il sacerdote a dovere uscire dalla chiesa (Chiesa in uscita) e percorrere le strade lungo le quali sorgono abitazioni nelle quali le persone sono quasi segregate; percorrere quelle strade non con assembramento processionale, ma da solo, recando con sé il Santissimo Glorioso nell’ostensorio, affinché ogni persona più o meno credente, più o meno praticante, stacchi per un attimo gli occhi dallo smartphone o dalla televisione e sappia che ogni giorno, lì davanti a lui, in carne ed ossa c’è una persona che vuole essere padre di tutti, tutti confortare e rinfrancare, e che anche visibilmente Nostro Signore Gesù Cristo, unico integrale Salvatore, è lì davvero, realmente presente sull’uscio di casa, sotto le finestre di tutti e ciascuno, per vincere la paura di tutti e di ciascuno e portare a tutti e ciascuno guarigione da ogni patimento e salvezza piena.
          Lo so che chiedo un aggravio di fatica ai sacerdoti, ma penso che, organizzandosi d’intesa con i rispettivi Vescovi, si possa compiere in qualche modo ogni giorno questa preziosa opera di apostolato della carità: Nostro Signore Gesù Cristo che percorre realmente e visibilmente le strade di paesi e quartieri spaventati, sbigottiti e doloranti, a sollievo e sostegno di tutti, credenti più o meno tiepidi e non credenti, tutti accomunati dalla prova e dalla tribolazione.
          Beninteso: vanno benissimo le Sante Messe in streaming, le preghiere personali e in famiglia, le catene di Rosari e ogni pia devozione; l’iniziativa cui mi riferisco non è alternativa o in competizione con tutto ciò, ma ha il pregio di consentire a tutti, anche chi in chiesa non ci va, di mettere davvero e realmente i propri occhi negli occhi di Nostro Signore, di percepire che ogni giorno un Potentissimo Protettore veglia immancabilmente sulle nostre case e sui nostri affetti.

          Grazie per l’attenzione, santa domenica a tutti, e confidiamo nel Signore!

          • Questa mattina, nella mia parrocchia, si è rovesciato sull’altare il calice ed il Sangue di Cristo si è sparso sulla tovaglia;
            Tra me ho pensato: che brutto segno… nel pomeriggio la CEI ha ha vietato le messe col popolo in tutta Italia.

            • Lorenzo

              Cogli un punto importante.

              Indipendentemente dalla questione, già ampiamente dibattuta, sulla pertinenza e necessità delle disposizioni in tempo di coronavirus, quello che sta accadendo mostra:

              1) totale incondizionata adesione della Conferenza episcopale italiana a ciò che dispone l’autorità civile.
              E ciò non è per niente bene: siamo in regime concordatario, l’autorità religiosa non è ed in nessun caso può essere subalterna a quella civile, può certo valutare e stabilire che sia opportuno e saggio aderire a quanto decretato dall’autorità civile, ma è lei che lo stabilisce, non l’autorità civile. L’autorità religiosa non deve mai essere né dare l’impressione di essere subalterna. Tantomeno in tempi, come i nostri, nei quali l’autorità civile usa contravvenire sfacciatamente alla dottrina sociale della Chiesa, cioè in larga parte si contrappone frontalmente al Magistero della Chiesa.

              2) la struttura gerarchica della Chiesa, come è voluta da Dio, include necessariamente Vescovi e collegio episcopale, assolutamente non le conferenze episcopali nazionali, le quali sono nient’altro che utili ma facoltativi, inessenziali strumenti di coordinamento pastorale al servizio dei Vescovi le cui rispettive diocesi si trovano nella medesima nazione.
              Insomma: per volontà divina, il Vescovo risponde al Papa, non ai vertici della conferenza episcopale. Nella diocesi comanda e decide in ultima istanza solo ed esclusivamente il Vescovo in comunione con il Papa, non il confratello che ha un ruolo apicale nella Conferenza episcopale. Il presidente della CEI cardinal Bassetti non ha alcun titolo per stabilire se e quali Sante Messe in una diocesi sarda – ad esempio – debbano essere o non essere celebrate con concorso di popolo: al massimo può consigliare fraternamente il confratello, ma nella diocesi sarda non comanda Bassetti, comanda l’Ordinario del luogo; Bassetti comanda solo nella diocesi di cui è Vescovo, quella di Perugia.
              Non sto dicendo che tutti i Vescovi italiani abbiano disposto le note misure subendo la decisione di Bassetti o di Brambilla o di altro leader della CEI. Può darsi che abbiano ritenuto che nella propria diocesi fosse opportuno e saggio, a beneficio del gregge diocesano, aderire alle indicazioni dei confratelli. Sto dicendo che la pessima impressione che si ricava è che i vertici della CEI comandano e tutti i Vescovi obbediscono passivamente. E questo non va assolutamente bene, perché il presidente delle conferenze episcopali nazionali non detiene – per volontà divina – alcuna autorità sovraordinata a quella del legittimo Ordinario della diocesi, al di sopra del quale c’è solo il Papa.

              • 1. La CEI mi sembra essere andata ben oltre le richieste dell’autorità civile: non mi sembra che, dati i “numerosi” frequentatori delle S. Messe e lo spazio a disposizione all’interno delle nostre Chiese, non fosse possibile mantenere distanze superiori al metro tra un fedele ed un altro.
                2. Ogni Vescovo, nella sua diocesi, è gerarchicamente autonomo ed il rapporto del Papa con i Vescovi è quello di un “primus inter pares”: oggi mi sembra invece di assistere ad un rapporto tra il re ed i suoi vassalli, valvassori e valvassini.

                • Ma qualcuno di voi è da zona rossa o arancione come il sottoscritto? Scusate se sarò duro, ma ora mi sto proprio rompendo i coglioni.
                  No, perché qui si sta discutendo di nuovo sul sesso degli angeli e su come la Chiesa sia prona allo Stato e mille balle blu, quando nelle mie zone ci stanno chiaramente dicendo non solo di non andare nemmeno a lavorare, a Bergamo ragazzi (!) che qui è come dire di smettere di respirare, ma anche di andare a comprare giusto il pane e il latte e di saper entrare nel negozietto quando si è da soli o quasi!
                  Ancora con ‘sta rottura di maroni della Chiesa che dovrebbe riaprire state? Lo dite a noi che sentiamo 5 ambulanze ogni 2 ore quando di solito sono 2 ogni 5 giorni? QUando senti che sono in ospedale gente che non pensavi, che non credevi? Quando sai che i numeri sono ben lontani dalla realtà perché oramai fanno tamponi con il contagocce? Ancora a dire che “io ce la so più lunga del Vescovo”? Un pò ok, critiche precise in momenti giusti ok, far notare che le critiche sono un bel modo per dire “ehi, i fedeli ci sono ancora”, oook! Ma moh basta!
                  Altra cosa: voi fuori zona rossa e arancione non siete naturalmente salvi, siete solo avvisati. E ALLORA NON FATE COME NOI: STATE A CASA ANCHE SE IL VOSTRO VESCOVO, DIO NON LO VOGLIA, RIAPRE LE CHIESE! SONO STATO CHIARO ABBASTANZA?
                  Questo è il mio consiglio.

                • @minstrel

                  Sì, sono in zona rossa con le ambulanze, sono perfettamente conscio della straordinaria drammaticità della situazione, ma, a differenza tua, non faccio cagnara e non uso linguaggio da bettola…

                  Mi congedo dal blog, che Dio sia con tutti noi!
                  Grazie per l’ospitalità

                • Faccio notare che sono sbottato qui dopo aver letto la seconda risposta di lorenzo e, forse, dopo aver letto troppi articoli come quello che ho linkato. Degli stessi volevo farne un blog dei blogs, ma ho deciso di lasciar perdere. Primo, perché riempirei il blog di insulti sacrosanti che risulterebbero poca cosa rispetto a quanto finora da me scritto; secondo, perché non servirebbe a nessuno ora rilanciare quel che ritengo una polemica da chiudere in fretta. Quel che dovevo dire l’ho detto, spero di non aver offeso veramente nessuno né con il mio linguaggio – che è il minimo sindacale ora, soprattutto per il sottoscritto che ritiene che le parole abbiano tutte una loro forza e tutte vadano usate senza remore quando servono! – né con la mia opinione.

              • Mi sembra che , nonostante gli eventi che stanno accadendo e che portano alla chiusura di ogni tipologia di assembramento, si continui questa polemica sterile su questo provvedimento.
                I vescovi non devono obbedienza alla CEI, ma certamente prima di arrivare ad una disobbedienza palese bisognerebbe che si verificasse una indicazione della CEI che fosse contro il magistero. Ora mi sembra che in questo caso l’intenzione di proteggere i fedeli e (non dimentichiamolo) chi convive oppure frequenta o lavora con i fedeli stessi, sia palese e giustificata dagli eventi, partendo dal presupposto che partecipare alla messa, ottenuta la dispensa dal vescovo , non è un precetto e non è un diritto.
                Si possono fare mille obiezioni ma sostenere che i vescovi siano “appiattiti” sulle decisioni della CEI semplicemente perchè in una occasione simile hanno obbedito alle sue indicazioni è assolutamente arbitrario.
                Un po di rispetto per chi, a causa di queste limitazioni, si trova a non poter esercitare il proprio lavoro o vede crollare i suoi utili e quindi la possibilità di campare la famiglia , e vede qualcuno lamentarsi di queste cose. Io personalmente mi trovo in una situazione per la quale da qui a poche ore dovrò seppellire un caro senza poter fare i funerali, ma certo non è nulla rispetto a chi non sa come arrivare alla fine del mese.

              • Ministrel, mi spieghi come potrebbe contribuire al contagio una Chiesa aperta nella quale chi vuole, ed ovviamente rispettando le norme stabilite d’igiene e distanza, potrebbe entrare per farsi una « chiacchieratina » con Gesù in persona realmente presente nel Tabernacolo?
                Forse taluni temono che a quei ai quattro « deficienti » frequentatori abituali di Chiese vadano ad aggiungersi persone spinte dalla « superstizione » generata dalla morte che cammina a fianco, cosicché si potrebbero creare resse da far invidia ai bar od ai supermercati nell’ora di punta?

                • Lorenzo, sarà catastrofista, ma il motto è #stateacasa , non #nonfateresse e secondo me hanno gran ben ragione! Poi qui però andiamo sul modo personale di vivere la fede e qui so di essere fuori dalla normalità e di non poter nemmeno comprendere come state voi. CHe sia chiaro, mi arrabbio non perché ci state male, ma perché secondo me è fondamentale che si resti a casa e ritengo ottimo che i Vescovi facciano di tutto per farvi stare a casa. Stop.

                • @minstrel

                  Stai dicendo un sacco di stupidaggini galattiche senza alcun fondamento teologico, le chiese sono aperte per la confessione sacramentale, che non è un optional, quindi dire – come fai tu – di non andare in chiesa equivale a chiedere di non confessarsi. Un’istigazione bera e propria a rimanere nel peccato.
                  Complimenti! E vergognati di ammantare le tue idiozie di teologia.

                  Chuso il discorso e chiusa la mia frequentazione del blog.

                • Va bene, me me vergogno e non sto mentendo, anche se quello che dici, io non l’ho mai inteso ne scritto da nessuna parte. Ripensaci e nel frattempo se ti va chiediti se nelle mie baggianate trovi anche del buono. Quando poi saremo entrambi più calmi vedrai che ci ritroveremo a parlarne con senno.

                • @minstrel

                  Hai scritto questo:

                  “E ALLORA NON FATE COME NOI: STATE A CASA ANCHE SE IL VOSTRO VESCOVO, DIO NON LO VOGLIA, RIAPRE LE CHIESE! SONO STATO CHIARO ABBASTANZA?”

                  https://pellegrininellaverita.com/2020/03/03/comunione-e-contagio/#comment-41706

                  Interpretalo e rigiralo come vuoi, è una scemenza.
                  Decreto o non decreto, chi è conscio di essere in peccato grave deve uscire di casa e deve andare in chiesa a confessarsi (a meno che il sacerdote non possa venire a domicilio, od – ovviamente – le condizioni di salute siano tali da impedire di recarsi in chiesa).

                  Comunque la chiudo qui, mi scuso per averti offeso, faccio un augurio sincero a tua figlio… ci sentiremo in tempi migliori, a Dio piacendo…

                • Ci possiamo risentire anche prima a noi e a Dio piacendo, anche perché come al solito è stato un misunderstanding.
                  Io volevo scrivere “riapre le Chiese alle messe” e voleva essere una provocazione uguale e contraria a quel che una galassia di tradizionalisti in questo momento va dicendo in giro, cioè: ribellatevi! Era come dire: sulle messe, secondo me, la CEI ha talmente ragione che se per assurdo dicesse il contrario, mi ribellerei! Pura provocazione, appunto.
                  Va beh, a presto e grazie degli auguri!

  8. Spero che i nostri vescovi abbiano capito questa « emergenza coronavirs » non durerà solo due o tre settimane, fino al 3 aprile, ma mesi ,sicuramente fino all’estate. E che quindi la cosiddetta emergenza ci sarà anche la Settimana Santa , il Giovedì santo e la Santa Messa di Pasqua col battesimo dei catecumeni
    E poi come faranno per le Prime Comunioni del mese di maggio? Finalmente forse molti capiranno che la vita di un fedele cristiano è nutrita di sacramenti , e i sacramenti sono qualcosa di concreto , qualcosa in cui la Grazia, il divino « TOCCA » la nostra carne umana, perchè il Verbo si è fatto CARNE, i sacramenti non si possona dare virtualamnte , alla Tv, dare in « streaming », nei sacramenti la grazia è veicolata da elementi materiali acqua , olio, pane , date realmente. Come pensano di poter sostentare a lungo la vita cristina con video -omelie del papa, e Messe solo da « guardare  » in televisione, pensano che possa esserci una vita cristina virtuale’ O solamente quietistica, ognuno a pregare da solo nella sua stanzetta ?La vocazione cntemplatica ed eremitica è di pochi, la massa dei fedeli quanto poregherà da solo nella stanzetta?
    I battesimi, le cresime, i matrimoni i funerali, le confessioni e sì anche l’Eucarestia non sono diritti, no certo, Ma senza sacramenti PER MESI come potrà nutrirsi di grazia la vita del popolo cristiano?

    • Non sono d´accordo. Con l`informazione che abbiamo di questa malattia non possiamo fare come nel medioevo e continuare a raddunarci per i sacramenti. Sarebbe fare come i pastori protestanti che salgono al palco con i serpenti velenosi o accettare la sfida del maligno di buttarci dal tetto piú alto perché il Signore ci proteggerá. Questo sarebbe un´occasione per educare a noi battezzati. La Chiesa toglie il precetto della Messa domenicale, ma non il terzo comandamento. Anche con il coronavirus dobbiamo santificare la festa. Occasione perfetta per vedere se compiamo con il precetto o con il comandamento.
      Occasione perfetta per capire che i sacramenti sono un aiuto, qualcosa in piú, un dono. Che il centro del cattolicesimo é la nostra relazione personale con Dio.
      Nessuno dei sacramenti ha bisogno di riunioni popolari. Possono essere tutti compiuti tra sacerdote e ricevente in privato con tutte le precauzioni. In caso di necessittá potrebbero dare come válidi i battesimi fatti dai genitori, i matrimoni espressi dai coniugi di fronte ad un testimone del propio circolo.
      Quello che diventa evidente ora é la stupida proibizione (o forte limitazione) dell Messa senza il popolo. Pií che mai i preti dovrebberi celebrare ogni giorno chiedendo la grazia di fermare l`epidemia.

      • evidentemente invece su questo tema dell’eucarestia NECESSARIA e non un OPTIONAL di cui si può fare tranquillamente a meno , papa Francesco da ragione a chi la pensa come me : se oggi ha esortato i sacerdoti a portare l’Eucarestia DIRETTAMENTE A CASA ai malati.

        https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-03/papa-francesco-messa-santa-marta-coronavirus-malati-diretta.html

        pensate, per un sacerdote portare l’Eucarestia a domicilio a un malato è un rischio ancora più grosso che dare l’eucarestia in Chiesa in una celebrazione della Messa in cui ci siano sei-otto persone distanziate fra loro. inoltyre poi quel sacerdote, se si contagia, porterà il contagio ad altre poersone…
        Infatti i medici oggi per andare a adomicilio devono indossare tuta, mascherina, occhiali schermati, guanti. Sarà interessante vedere QUANTI sacerdoti obbediranno all’invito del papa.
        A Roma , c’è anche chi ha cominciato a protestare, come riporta Luigi accattoli nel suo blog
        “Il coraggio di uscire. Un parroco di Roma mi ha raccontato dello sconcerto delle persone arrivate in chiesa domenica pomeriggio alle quali ha dovuto dire: “Non possiamo fare la messa. E’ una delle attività pubbliche sospese dal decreto di questa notte”. Quello sconcerto uno dei presenti l’ha anche gridato al povero prete: “Non avete coraggio. Questa è la Chiesa di Papa Francesco: una Chiesa che fugge invece di combattere”. Le parole dette stamane dal Papa ai sacerdoti sono di fatto una risposta a quell’accusa. Il coraggio non sta nel contestare la decisione delle autorità mettendo a rischio la comunità, ma nell’assumersi in proprio il rischio che comporta l’essere cittadini responsabili e cristiani coerenti in questa situazione. Se sei medico, infermiere, farmacista, taxista, poliziotto, giornalista, politico, prete. Se sei prete uscirai e andrai dai malati. Esattamente come fa il medico. Porterai ai malati la forza della Parola di Dio e l’Eucarestia. E così accompagnerai e animerai la comunità che è nel bisogno. Considero prezioso l’invito del Papa ai sacerdoti perchè escano e svolgano la loro funzione. Prezioso anche a chiarificazione dell’atteggiamento della Chiesa in questa prova della comunità nazionale. ”

        http://www.luigiaccattoli.it/blog/24294-2/

        Non avete idea di quanto male ( più del Coronavirus) sta facendo questo atteggiamento aul rapporto di fiducia dei fedeli verso i propri pastori. Passato il coronavirus persisterà la disaffezione e la disistima verso una gerarchia ecclesistica che “fugge” , e questo è molto peggio di una malattia.

        • Hai perfettamente ragione, non hai idea di quanta disaffezione e disistima porterà alla gerarchia ecclesiastica vederla fuggire chiudendo le Chiese mentre i supermercati, i bar ed i ristoranti sono aperti con i cassieri, i commessi, i baristi ed i camerieri al loro posto… ma cosa vuoi che sia per una Chiesa in uscita la quale insegna quanto sia importante la vita in questo mondo?

        • Per niente é un rischio di contagio piú grande che la messa. Fa bene il Papa a mandare i sacerdoti alle case. Spero siano istruiti in come non contagiare ne contagiarsi.
          Il precetto della Chiesa é fare la comunione almeno una volta all´anno. Precrive meno del necessario?

          • PS: Per dare una battaglia fatelo perché siano permessi sacerdoti dentro gli ospedali e nelle terapie intensive non per la Messa domenicale.

    • Possibile che non ti rendi conto del ridicolo a cui ti esponi di fronte ai disagi che stanno patendo centinaia di migliaia di persone che perdono clienti , lavoro e la possibilità di dar da mangiare alla propria famiglia ? O che magari sono in quarantena e non possono accudire parenti anziani ed invalidi ?
      Io stesso entro pochissimo sarò costretto a seppellire un caro, che ora è in fin di vita , senza potergli fare un funerale , ma è nulla di fronte a chi ha problemi concreti .
      Le celebrazioni che citi sono state pensate dalla Chiesa e la Chiesa le puo momentaneamente interrompere . Non mi pare che sul Vangelo Gesù indicasse di fare cose precise con tempi precisi. L’unica cosa che indica in modo preciso e’ di fare l eucarestia (ma ogni quanto non lo dice ) e di pregare più possibile, ma non mi pare che dica che va fatto in gruppo sennò non vale.! Un Po di rispetto per chi soffre davvero per favore.

  9. Ah, ho sentito che è successo anche questo in queste zone rosse: “scusi, mia nonna credo che abbia avuto un problema, forse ictus, forse… come? ah… arrivate appena possibile, ah ci sono altre urgenze da rosso, ah… ok, ma… ah..ok… ” e la nonnina è ancora lì ad aspettare. Secondo voi come finirà, anche se la portano via?
    Finirà come sta finendo in molti negli ospedali: morirà da sola e senza possibilità di essere anche solo accudita da un sorriso di un parente perché NESSUNO PUO’ ENTRARE ORAMAI NEGLI OSPEDALI se non è un medico o infermiere o un paziente! Conosco gente che ha visto andarsene la mamma in barella, la sapeva in ospedale senza poterla rivedere e l’ha rivista morta.

    Anche questo sta succedendo ragazzi. Quindi vi prego: prevenite, prevenite e prevenite! E ringraziate Iddio che i nostri Vescovi ci hanno visto lontano e parecchio!

  10. E per stasera chiudo qui, commentando l’ultimo editoriale della Bussola quotidiana: https://www.lanuovabq.it/it/stop-alle-messe-in-tutta-italia-ce-aria-di-cina

    “Un mese [di sospensione], forse più, anche nelle regioni dove i casi di infezione si contano sulle dita di una mano.”

    E chieditelo il motivo! CHIEDITELO davvero! Non sono sempre tutti coglioni o atei patentati, accidenti, ce ne sarà uno con due dita di testa e che ha preso questa decisione perché è l’unica che ha senso! Chieditelo perché SI SOSPENDE ANCHE NEI PAESI DOVE I CASI – CERTI – SI CONTANO SULLE DITA DI UNA MANO! Chiedetevelo e se possibile chiedetevelo in silenzio.

    E adesso festeggio il compleanno di un figlio: pizza fatta in casa, film e pc spenti. Tranquilli, non ci inganneremo: le ambulanze ci faranno sapere che il mondo esterno esiste ancora.

    • IO riderò dopo. E dopo non voglio sentire nessuno cianciare quando ucciderò per vivere ( non oggi , non a breve , fermo restando che un vedo l’ora d crepà! ). Sembrate l’uno il rimpallo dell’altro.

    • Caro Minstrel, come in altre occasioni ebbi a dire, questi eventi possono servire per rivelare la vera mentalità di tante persone.
      Occorre infatti cercare di leggere tra le righe le parole non esplicitamente dette, facendo memoria di quando, in situazioni particolari , queste parole emergono in modo esplicito. Questo perchè poi si possa valutare meglio le parole dette in futuro, anche quando siamo apparentemente d’accordo, per cercarci la motivazione recondita.
      Le parole di Cascioli, come pure tanti commenti qui, denotano una tendenza a vivere la fede come atto temerario che non si preoccupa del prossimo, che è invece il comando lasciato da Cristo.
      Costoro pensano che se personalmente non hanno paura del Corona Virus, pur di fronte a tante evidenze , questa temerarietà possa essere imposta ad altri inconsapevoli o in disaccordo.
      E’ come se io scegliessi « coraggiosamente » di camminare sul ciglio di un precipizio, ma con una corda attaccata al corpo e collegata ai miei parenti o amici o conoscenti, sicchè se cado giù porto con me anche loro. Un po lo stesso ragionamento dei No Vax.
      La fede vissuta come un « diritto/dovere » (quando invece è una grazia) , porta sempre a queste deviazioni.
      L’incapacità di riconoscere anche nell’obbedienza all’autorità ecclesiastica un valore da difendere pur quando non si è d’accordo, e la continua mormorazione vittimistica (ma allora perchè ? ma se loro possono fare perchè noi no ? etc etc), serve in realtà solo per accomunarsi clandestinamente e proditoriamente alla sorte di tanti martiri e santi e popoli del passato e del presente che veramente , invece , sono stati perseguitati e discriminati, fino ad essere uccisi o segregati.
      Accomunamento che fa sembrare questa fede « eroica », quando di eroico ha ben poco. Chiamate alla rivolta col caffè ed il cornetto in mano.
      Personalmente vivo una situazione surreale. Seppellire un caro senza funerali (come oggi farò) , è una esperienza strana..che aggiunge disagio al dolore. Ma è venuto il parroco con la mascherina a casa a benedire la salma. E tanto mi basta perchè il Signore, che tutto sa , vede e provvede. E anche tramite questa esperienza vorrà dirmi qualcosa….anche se ora per tanti motivi non lo capisco.
      Buona giornata.

      • Caro @Mentelibera una preghiera per te e il tuo caro defunto, che se salito al Padre in Grazia di Dio non ha bisogno d’altro.
        Se come pre molti avrà bisogno di Messe in suffragio per abbreviare il suo tempo in Purgatorio, non sarà certo la subitaneità, la contemporaneità di una Messa e cambiare il suo stato.

        Il Signore sa e vede, diversamente sarebbe solo superstizione (che non è certo il caso tuo).
        Offriamo tutto a Dio e ai nostri Cari Defunti tutte le nostre preghiere fatte CON Cristo, PER Cristo e IN Cristo, che nessuno può togliercele.

      • A te MenteLibera, davvero buona giornata e condoglianze. Una preghiera.

      • Condoglianze ML65 sono in unitate orationis con te.
        Come ben dice Bariom puoi/possiamo ancora aiutare il caro defunto a vedere con soprannaturale pienezza il Viso pregando e chiedendo messe in suffragio per lui.

        In Pace

      • Caro ML65

        Le mie condoglianze e preghiere
        Un fraterno abbraccio

      • La vita è bellissima e solo le persone senza Sapienza, Intelletto, Consiglio e Scienza possono affrontare fideisticamente la situazione oggi creatasi a motivo del coronavirus.
        Un conto è però attenersi alle norme, un conto è voler eccedere oltre le norme stesse.
        Assicurandoti la mia preghiera per la persona a te cara che ha lasciato la vita terrena, voglio anche dirti che spesso dimentichiamo che quella « porta », prima o poi e senza cercarla, dovremo attraversarla tutti: se non dimenticassimo questo, io credo che le cose, in questo mondo, andrebbero forse meglio.

      • « come in altre occasioni ebbi a dire, questi eventi possono servire per rivelare la vera mentalità di tante persone »
        Questo processo sommario a Cascioli (o a chicchessia), presumendo di capire da eventuali sue affermazioni sbagliate la « sua vera mentalità… perchè poi si possa valutare meglio le parole dette in futuro, anche quando siamo apparentemente d’accordo, per cercarci la motivazione recondita », è un modo squallido, anticristiano di squalificare una persona.
        E’ come dire: se oggi Tizio sbaglia, ricordate che oggi sbaglia, così domani quando vi sembrerà che le sue parole siano giuste saprete che non lo sono, perché da quelle parole sbagliate del passato avete capito una volta per tutte qual è la sua mentalità sviata; insomma: è uno sviato, non vi fate ingannare quando non lo sembra, non c’è rimedio.
        Quindi, caro Mentelibera, vergognati di questo modo di pensare meschinamente anticristiano
        Il che non toglie che ti esprimo le più sentite condoglianze.
        E qui davvero chiudo col blog.

  11. + «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20).
    – Signore, adeguati, le porte devono rimanere chiuse perché c’è il coronavirus!!!

    E per favore non venite a menarmela con la storia che non penso a coloro che potrebbero rischiare la vita infettandosi perché io sono ad alto rischio.

    • Ma é Lui che viene a casa tua, mica il sacerdote.

      • Non fare lo gnorri: chiudere le porte delle Chiese non equivale forse a chiudere le porta a Cristo?
        Tieni inoltre presente che il decreto governativo non ha disposto che la chiusura delle Chiese ma, riguardo a cerimonie, eventi e spettacoli, ha stabilito che:
        “Fino al 3 aprile sono sospese su tutto il territorio nazionale tutte le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali. Pertanto è sospesa anche la celebrazione della messa e degli altri riti religiosi, come la preghiera del venerdì mattina per la religione islamica. SONO CONSENTITI L’APERTURA E L’ACCESSO AI LUOGHI DI CULTO, purché si evitino assembramenti e si assicuri la distanza tra i frequentatori non inferiore a un metro.”… forse chi vuole la Chiesa in uscita, intimista, privata e non più “ecclesia”, ha colto la palla al balzo…
        Se vuoi, leggiti l’intervento, che condivido in pieno, del monaco benedettino padre Giulio Meiattini:
        https://www.sabinopaciolla.com/la-paura-che-uccide-e-il-coraggio-che-manca/

      • C’è una “porta del cuore” che nessuno può farti chiudere.. se non tu stesso (peraltro a questa si riferisce l’Apocalisse)

        • Che l’Apocalisse parli della porta del cuore è ovvio: l’aver però nel cuore la persona amata ed il poter stare fisicamente di fronte a lei, ti sembrano forse la stessa cosa?

          • Forse che Cristo quando si ritirava nella solitudine a pregare non si trovava difronte a Dio?

            Siamo impossibilitati a entrare in chiesa (che poi quante erano anche prima le chiesa aperte fuor di orario di Celebrazione?)

            Matteo 6,6

            Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

            • E anche:

              [23] Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.

              [24] Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità ».

            • Pregare è un conto, stare cuore a cuore con Cristo in Persona è un’altra:
              è come parlare al telefono con la persona amata oppure starci assieme mano nella mano.

              • Vabbé Lorenzo se la metti a livello di “fidanzatini”, non so che dirti…

                Ferma restando l’assoluta verità della presenza di Dio nel Tabernacolo, chi non ha Tabernacolo è un “minus habens”? E se ti trovassi tu nella cella di una carcere così ragionando, finiresti per pensare che non hai Dio, non hai Cristo, perché non gli sei “difronte”.

                Che poi tu non hai un bel nulla, è Dio che si comunica a noi come meglio Egli crede e solo per sua Misericordia e così saremo noi Tabernacolo.

                Giovanni 14,23

                Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.»

  12. Il malinteso e’ stato di interpretare la norma del Consiglio dei Ministri: nessuna CERIMONIA civile o religiosa , applicandola alla Messa senza doverose distinzioni. Certo una Messa solenne per un matrimonio un funerale ecc e’ una “ cerimonia” , ma una Messa bassa , con pochi fedeli ( Max una decina) distanziati fra loro anche due o tre metri , che “cerimonia “ sarebbe?
    La Santa Messa non e’ “ magia cerimoniale “ e’ il fulcro della vita cristiana. Ma non vi chiedete come mai in nessuna epoca storica e in nessun luogo mai si sono sospese le Messe per pericolo di contagio o per qualsiasi pericolo , di bombe in caso di guerra o per pericolo di terroristi in caso di cristiani copti ecc?
    Perche’ ’ sospendere le Messe per paura del “ pericolo” significa dire che si ha piu’ fede nel pericolo che fede in Dio. I copti in Egitto vanno alla Messa anche se consapevoli che potrebbe essere la loro ultima Messa. In tempo di guerra la gente andava alla Messa sotto le bombe. Oggi invece si vuole far passar il,messaggio” : e’ piu’ REALE la presenza del virus e il pericolo di contagio che la presenza di Dio e l’ aiuto della sua Santa Provvidenza.
    Cari bambini, diranno I catechisti agli allievi, noi vi abbiamo insegnato che la cosa piu’ Importante e’ Dio, ma ci siamo sbagliati ,oggi invece la cosa piu’ importante E’ il Coronavirus. Cosa capiranno i bambini del catechismo? Forse che questi adulti che pretendono di insegnare una fede che non hanno , sono un po’ incoerenti per non dire ipocriti e falsi?
    Si poteva benissimo, con un po’ di sforzo , di organizzaziobe, di buona volonta’ , cercare di conciliare le esigenze del buonsenso e dell’ igiene con quelle dell’ importanza della vita liturgica e dei sacramenti.per esempio celebrando piu’ Messe durante la giornata , per piccoli gruppi di fedeli , come ora si fa negli studi medici che si danno appuntamenti ogni mezz’ora , adottando misure precauzionali. Bastava un poco di sforzo, ma le Curie non sono attrezzate per questo . No, meglio chiudere baracca e burattini, per i nostri vescovi. Questo dimostra quanto sta a cuore a LORO la vita liturgica e sacramentale.
    Il pane materiale,quello dal panettiere, si puo’ andare a comprarlo, con le dovute precauzioni, entrando a turno ecc, i panettieri non hanno CHIUSO! . Il pane spirituale e’ evidentemente ritenuto meno importante.

    • Non si sospendono le Messe per paura, si sospendono per on far del male alla societá.

      • La cosa seria sarebbe non solo comprendere che il grado di malattia della società ha toccato livelli folli per cui indire una crociata sarebbe insufficiente ( e difatti anttendiamo l’Armagheddon ) ma l’ipocrisia che per un virus non così letale non tanto si chiudano le sante messe al pubblico ( che spero i sacerdoti facciano privatamente ma poco importa ) ma si dichiari la propria apostasia a cuor leggero.
        Questo è.

        • I sacerdoti celebrano certamente (sono tenuti a farlo) e non è affatto vero che poco importa!
          Hai presente il Corpo Mistico?

          • Non sono tenuti a farlo dal nuovo codice, si raccomanda ma non si pretende, per questo scrivevo spero/auspico.
            Si lo ho presente grazie tante e non mi preoccupo affatto di non poter andare alla santa messa. Non ho fatto la comunione per qualche anno che a Pasqua , altri anni alla santa messa non sono andato, mi perplime e rimango estereffato dal modo in cui si comunica, ma questa non è una novità, la Fede che sta scomparendo ( e neanche questo mi stupisce ) ma l’ipocrisia che un virus riesce a determinare nella sua non letalità non in quanto tale, ma perché il mondo è marcio e non lo si vuole vedere che soltanto quando è pompato mediaticamente su tutti, per il resto teniamo gli occhi chiusi che è meglio. Questo si che è ributtante.
            E ciò lo scrivo primariamente ( ov cors ) perché riguarda me si badi.

            • « Non sono tenuti a farlo dal nuovo codice, si raccomanda ma non si pretende, per questo scrivevo spero/auspico. »

              Il Canone 904 del Codice di Diritto canonico, raccomanda infatti di celebrare ogni giorno. Il testo dice:

              “Memori che nel mistero del Sacrificio eucaristico viene esercitata ininterrottamente l’opera della redenzione, i sacerdoti celebrino frequentemente; anzi se ne raccomanda caldamente la celebrazione quotidiana, la quale, anche quando non si possa avere la presenza dei fedeli, è sempre un atto di Cristo e della Chiesa, nel quale i sacerdoti adempiono il loro principale compito”.

              Proprio per questo la Chiesa raccomanda fortemente ai sacerdoti di celebrare quotidianamente la Messa, poiché essa costituisce il loro più grande privilegio e la cosa più elevata che possano compiere. Anche se non ci sono altre persone presenti e non c’è una intenzione specifica, comunque la Messa glorifica Dio, intercede per i vivi e per i morti, aumenta la santità della Chiesa ed è la prima fonte di crescita spirituale del sacerdote.

              Alcuni preti hanno un certo obbligo a dire la Messa in virtù del loro ufficio come pastori. Alcuni acquisiscono anche l’obbligo di dire una Messa settimanale per l’intenzione delle anime affidate alle loro cure. Questo obbligo non deriva dal sacerdozio in sé, ma dalla carica nella quale sono stati nominati e dagli obblighi assunti liberamente accettando questo incarico.

              (padre Edward McNamara, L.C., professore di Teologia e direttore spirituale)

  13. Condivido al 100% il parere di un mio collega, Sheridan Tatsuno, in California espresso su FB

    “Covid-19 will lead to a global economic restructuring bigger than 2000, 9/11 and 2008 since #health is the #1 concern of most people. Plus add the collapse of oil prices.

    The Losers (mostly face-to-face ANALOG world): events, travel, tourism, brick-and-mortar retail, schools, real estate, oil, cars, transit, etc.

    The Winners:
    1) the DIGITAL world: phones, social media, webinars, webconferencing, e-commerce, streaming entertainment, VR, telework, telehealth, telestudy and anything done remotely. The Internet was designed to survive nuclear war, but pandemics look like its ultimate global stress test.
    2) Hobbies: reading, sewing, home cooking, arts & crafts, car repair, etc.
    3) Outdoor activities: gardening, walking, jogging, biking, hiking, skiing, surfing, etc.
    4) Home products and services of all sorts, and soon baby products. Basically, nesting 3.0.

    During this slowdown, hopefully we will become smarter, healthier, fitter, wiser, saner and closer to our loved ones.”

    In Pace

  14. Oggi ho trovato una Chiesa aperta e sono entrato: ero solo, di fronte a me un crocefisso in controluce ad una luce bianco-blu, una soave musica usciva dagli altoparlanti… la lampada del Santissimo… la preghiera a fior di labbra… poi come il vuoto… mi sono ritrovato con le lacrime agli occhi ed era passata oltre mezz’ora in un attimo… è stato bellissimo!!!

  15. Ringrazio tutti per le condoglianze. Era un evento ormai atteso, ma il Signore lo ha permesso in un momento particolare , e questa è una parola concreta per noi figli, il cui significato forse ci sarà più chiaro nei giorni che verranno. Grato dalla Chiesa di avermi comunque mandato un santo prete che nella sua semplicità ha fatto il servizio essenziale.

Scopri di più da Croce-Via

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading