Prima Domenica Dell’Avvento 2019

Da ieri sera ai primi vespri siamo entrati nell’Avvento: desidero augurare a tutti i nostri utenti un periodo fecondo spiritualmente sotto il triplice segno della Fede, della Speranza e della Carità.

San Cirillo di Gerusalemme, nell’ufficio delle letture odierno, ci fa notare che ci sono due venute di Cristo, quella dovuta alla Sua Incarnazione e la cui nascita festeggeremo tra 24 giorni, e la Sua venuta alla fine del mondo per ricrearne uno nuovo: allora sì, viviamo questo tempo speciale come un’occasione per implorare la seconda venuta di Cristo al più presto e per prepararci ad essere tra i scelti e non i tralasciati, come Gesù stesso insegna nel Vangelo di oggi.

La venuta di Cristo è il momento stesso dell’espressione della Sua giustizia: giustizia verso Dio e giustizia verso gli uomini. Il Bambin Gesù che aspettiamo con gioia è quel bambino innocente, che proprio per via della Sua Innocenza, separa: teniamoci pronti.

In questo ultimo annus horribilis per la Chiesa cattolica che ha visto l’impensabile quando Roma stessa consuma l’apostasia lasciando entrare l’abominazione della desolazione nei luoghi i più sacri della cristianità, noi abbiamo un solo dovere e una sola preoccupazione: rimettere Gesù di nuovo al centro a scanso di ogni idolo, pregare e sacrificarci e offrire il frutto del nostro lavoro per le nostre famiglie, le nostre amicizie, i nostri pastori e, in particolare, il Santo Padre affinché la venuta di Cristo si accelleri e che la Sua Giustizia divina, che è Misericordiosa Risurrezione, finalmente si applichi e che Dio riceva la lode e la gloria che Gli sono dovute in Cielo ed in terra e, con essa, la giustizia per tutti gli uomini.

Chiudo offrendo alla vostra meditazione il passo di Isaia dell’ufficio delle letture di oggi :

1Visione che Isaia, figlio di Amoz, ebbe su Giuda e su Gerusalemme al tempo dei re di Giuda Ozia, Iotam, Acaz ed Ezechia. 

2Udite, o cieli, ascolta, o terra, così parla il Signore: «Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. 

3Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende»

4Guai, gente peccatrice, popolo carico d’iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo d’Israele, si sono voltati indietro. 

5Perché volete ancora essere colpiti, accumulando ribellioni? Tutta la testa è malata, tutto il cuore langue

6Dalla pianta dei piedi alla testa non c’è nulla di sano, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite né fasciate né curate con olio. 

7La vostra terra è un deserto, le vostre città arse dal fuoco. La vostra campagna, sotto i vostri occhi, la divorano gli stranieri; è un deserto come la devastazione di Sòdoma. 

8È rimasta sola la figlia di Sion, come una capanna in una vigna, come una tenda in un campo di cetrioli, come una città assediata. 

9Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato qualche superstite, già saremmo come Sòdoma, assomiglieremmo a Gomorra. 

10Ascoltate la parola del Signore, capi di Sòdoma; prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio, popolo di Gomorra! 

11«Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? – dice il Signore. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli. Il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. 

12Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo: che veniate a calpestare i miei atri? 

13Smettete di presentare offerte inutili; l’incenso per me è un abominio, i noviluni, i sabati e le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità. 

14Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli. 

15Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue. 

16Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, 

17imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». 

18«Su, venite e discutiamo – dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. 

19Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra.

 20Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato». 

In Pace



Categories: Attualità cattolica

5 replies

  1. Grazie per l’augurio, che faccio mio, e per le riflessioni che lo accompagnano.

    Prepariamoci a lasciarci docilmente e radicalmente bonificare dalla venuta del nostro unico e integrale Signore, Re e Salvatore.

    Ossia: riconosciamoci peccatori bisognosi dell’innocentissimo Misericordioso, accettiamo con fidente letizia i patimenti e i castighi meritati che il Misericordiosissimo e Giustissimo ci infliggerà, i quali non mirano alla nostra rovina ma alla pienezza del nostro pentimento, e con essa alle nostre piene purificazione e rigenerazione.

    E accettiamo di soffrire per la santificazione di tutti nostri Pastori, i quali, pur nelle loro molte e talvolta gravi colpe, sono amatissimi da Nostro Signore, che li ha costituiti perché si adempia il Suo universale disegno di salvezza.

  2. Perché non si pensi che sono pregiudizialmente, ossessivamente critico verso tutto quello che Papa Francesco fa e dice… a proposito di Avvento, ieri a Greggio il Santo Padre ha firmato la Lettera Apostolica con cui ci accompagna a contemplare la bellezza del presepe e della sua tradizione, invitandoci ad allestirlo non solo in famiglia, ma anche « nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze », e a riscoprire e rivitalizzare questa gioiosa consuetudine « là dove fosse caduta in disuso »:

    https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/12/01/0953/01938.html#ita

    • Quando si insegna quel che la Chiesa insegna, c’è sempre il profumo sublime del Pastore.
      In Pace

      • Un attore. Oggi prende i panni del buon parroco bonario stile papa Giovanni. XIII, fate una carezza ai vostri bambini, che bello ‘ o presepio! .
        Appluditelo pure e commuovetevi quando recita la parte del buon parroco, del difensore delle belle tradizioni, ma non dimenticare che sempre, sempre, recita una parte!

  3. Giusto per la cronaca, io ritengo che la tradizione del presepio vada fatta risalire al papa San Sisto III che, nel 432, in concomitanza con l’approvazione degli Atti del Concilio di Efeso che avevano attribuito a Maria il titolo di « Theotókos », creo nell’attuale basilica di Santa Maria Maggiore, che da allora venne anche chiamata Santa Maria ad praesepem, una « grotta della Natività » simile a Betlemme.
    Quello che realizzo San Francesco fu una liturgia Eucaristica nel corso di una sacra rappresentazione della Nascita di Gesù.

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