Sinodo: Papa Francesco Profetizza

I Santi Pontefici, come Sommi Sacerdoti dell’Antico Testamento, sono spesso ingraziati dal dono della profezia, anche quando non ne sono davvero coscienti, come il Gran Sacerdote Caifa (Giov, 11, 49-50) “Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera».

Il Santo Padre Francesco è stato anche lui profeta nel suo discorso di chiusura dell’utltimo Sinodo sull’Amazonia, quando (qui), anche se egli non ha citato una sola volta il Cristo Gesù , dichiara:  “Pensando hoy en estas “elites” católicas, y cristianas a veces, pero sobre todo católicas, que quieren ir “a la cosita” y se olvidan de lo “grande” me acordé de una frase de Péguy, la fui a buscar. Trato de traducirla bien, creo que nos puede ayudar, cuando describe estos grupos que quieren la “cosita” y se olvidan de la “cosa”. “Porque no tienen el coraje de estar con el mundo, ellos se creen de estar con Dios. Porque no tienen el coraje de comprometerse en las opciones de vida del hombre, se creen de luchar por Dios. Porque no aman a ninguno, se creen de amar a Dios ” E il Santo Padre conclude: “ A mí me iluminó mucho, no caer prisioneros de estos grupos selectivos que del Sínodo van a querer ver qué se decidió sobre este punto intraeclesiástico o sobre este otro, y van a negar el cuerpo del sínodo que son los diagnósticos que hemos hecho en las cuatro dimensiones

Infatti, e concordo con spirito filiale con Papa Francesco in quanto Profeta, certe élites si concentrano sulle pagliuzze e non guardano alla trave : si sono focalizzate durante settimane sul volere sia aprire l’ordinazione sacerdotale dei viri probati nella Chiesa Latina visto che a loro essere diaconi permanenti non conviene visto il numero inesistente di costoro; sia tentare di clericalizzare le donne proponendo concetti di radice protestante come quello delle diaconesse perché senza titolo gerarchico non possono compiere bene le loro missioni; sia dare accesso agli indigeni al percorso di formazione seminaristico permettendo così un grandissimo numero di nuove vocazioni tutte in fila indiana in attesa di quest’apertura; sia obbligare i futuri nunzi a fare un tirocinio in terra di missione; sia ristrutturare quella bella struttura tipicamente amazonica come tutti sanno che è il Repam; sia creare a tavolino una nuova liturgia ad hoc in quanto, apparentemente, gli indigeni ammazzonici sono dei minorati che non ce la fanno come, invece, tutto il resto del mondo, a ben partecipare alla messa usuale di San Paolo VI.

Concordo con il Santo Padre sul fatto che queste élites fanno pena: credono che discutendo a favore o contro queste cose esse amano Dio, mentre in realtà non amano nessuno in quanto manca il coraggio di guardare le cose in faccia. Quel che conta è il coraggio di fare una diagnosi del problema reale e non di crearsi delle cortine fumogene.

Il Sinodo (qui il documento finale) ha fatto un’analisi in quattro dimensioni del problema amazonico: intendiamoci però, esso non è andato ad analizzare il perché nelle Amazzoni la Chiesa non sia viva e, anzi lo sia sempre meno, mentre 60% degli indios diventano pentecostali, esso non è andato a chiedersi perché tot anni fa quelle popolazioni erano quasi interamente cattoliche e oggi non più e cioè esso non ha guardato, come qualunque persona razionale farebbe, cosa è cambiato nella Chiesa locale e nell’ambiente che La circonda che abbia influito così negativamente sulle popolazioni locali, come le pastorali e le teologie di questi ultimi, diciamo, quarant’anni.

Quando uno cerca ad analizzare un problema per portarci soluzioni, solitamente lo fa concentrandosi sul proprio campo di responsabilità e non andando a guardare fattori esogeni seppur ficcanti. Ad esempio, se uno nota che la propria moglie lo sta tradendo, quando analizza la situazione, e benché il fatto che la moglie lavora sia un elemento che incide, che il salario della coppia è considerato troppo basso, che ella deve andare a lavorare lontano dal focolare e magari per qualche giorno di seguito, non è nell’analizzare quanto brutto sia lavorare molto lontano da casa che risiede il problema, né nel fatto che questa lontananza duri più giorni, né nel fatto stesso di lavorare, né nel fatto di essere esposta ad altri uomini che la corteggiano: tutti questi punti incidono, ma non partecipano alla diagnosi del vero problema e cioè del perché ella tradisce il proprio marito; fintanto il marito non è capace di vedere cosa nel proprio comportamento, che è il campo della sua responsabilità, non funziona, la richiesta di mezzi di trasporto pubblici supplementari per tornare a casa ogni sera, la richiesta di salari più alti per la moglie in posti più vicini, la richiesta di avere un salario più alto per sé per non avere la moglie dover andare lontano da casa, non risolveranno il problema di quella coppia.

Si è ripetuto durante questo Sinodo esattamente lo stesso errore che avevamo perfettamente identificato durante il Sinodo dei Giovani e l’incontro degli episcopati sugli abusi pedofili : non si è mai voluto guardare in faccia al vero problema con coraggio e parresia ma si è sempre rimasti a cercare scusanti al proprio comportamento andando a dare la colpa a strutture generiche, a peccati inventati di clericalismo, e chi più ne ha più ne metta. Con il risultato finale che il Sinodo per i Giovani è stato un flop come le Giornate della Gioventù, e come lo è stata la reunione sulla pedofilia che ha evitato il problema reale e si è limitata a delle nuove regole giuridiche come se queste cambiassero l’anima umana. Nel frattempo il numero di seminaristi a livello mondiale continua a scendere mentre il numero dei cattolici aumenta meccanicamente come la popolazione mondiale : questa è un vera misura dell’effetto Francesco sui giovani aldilà di ogni ideologia ufficiale.

Visto che la domanda reale e l’unica che importa e cioè il perché la Chiesa Sud-Americana è da qualche decennio incapace di compiere la sua missione in terra amazzonica non è stata posta per paura di guardare le cose in faccia (e sfido io, visto che i responsabili di questo stato di cose sono quelli che proprio seggiono al Sinodo…) allora le diagnosi a quattro dimensioni delle élites delle piccole cose sono apparse : il problema è la distruzione della foresta amazonica (molto reale, ma… che c’entra?) , il problema è la relazione ecumenica con le realtà cristiane “vincenti” (da quando in qua uno si è convertito perché il parroco dialoga col pastore?), il problema è che non riconosciamo la Pachamama (ma siamo sicuri che i pentecostali la riconoscono per far passare la Buena Nueva a questi stessi indios?) , il problema è non poter dare l’eucaristia quotidianamente (e come facevano la maggioranza dei cattolici per 1900 anni quando si comunicavano estremamente raramemente, tipo un paio di volte all’anno, prima della riforma di San Pio X?) , il problema è che le donne ingaggiate nel processo pastorale non hanno una riconoscenza istituzionale da parte della Chiesa (chissà perché le donne non hanno più titoli valorizzanti in Africa , ma qui il cattolicesimo esplode tutti numeri…).

Io sono d’accordo con Papa Francesco: non lasciamo queste élites bisticciarsi sulle piccole cose. Francamente, che ci siano viri probati oppure no, che alle donne siano date titoli più o meno roboanti, se è quello che cercano per essere pastoralemente più attivi/attive attrattivi/attrattive, e non la carità di Cristo in sé, tanto quella Chiesa lì continuerà a morire ed è destinata a rimanere sterile: sempre sappiamo che chi deve essere salvato lo sarà ad ogni modo, Deo adjuvante, e pregheremo per costoro.

Che lo sfruttamento del bacino amazzonico e l’incattivamento delle situazioni personali sia cosa sconcia è pacifico per tutti, ma la ristrutturazione della Repam non credo che abbia un grande effetto, né la presenza di seminari indios, né l’introduzione di nuovi peccati ecologici: già cominciamo con non adorare la Pachamama come comanda il Primo Comandamento, poi, una volta questo fatto, vedremo se comprare una bottiglia in plastica della Coca-Cola debba essere confessato e richiedere assoluzione sacramentale per essere salvati.

È stato un Sinodo concepito male fin dall’inizio come il suo Instrumentum Laboris lo mostrò fin dalla radice, in quanto non centrato sulla Buona Novella che è Cristo stesso e ha continuato male in quanto non ispirato dallo Spirito Santo come le cerimonie pagane apostatiche sui luoghi stessi di chi desse la propria vita per non adorarle lo ha mostrato a tutti, eppoi per come è finito con le parole stesse del Santo Padre che lo ha condannato profeticamente, probabilmente senza rendersene conto, proprio come allora Caifa, quel che veramente lo Spirito Santo gli ha fatto proferire.

Quanto a noi cattolici veraci che crediamo la Chiesa, cioè il Suo Magistero Autentico, la Sua Tradizione Viva e le Sue Sante Scritture, non lasciamoci trasportare dall’ira o dal disconforto: approfittiamo con santissima tranquillità di queste vicende storiche che, in realtà, poco ci tangono nella nostra vita quotidiana di Fede, per esercitare la virtù della Santa Speranza nell’azione dello Spirito Santo nella Sua Chiesa, e diamoci con energia sul piano della Carità il fine di pregare, di digiunare, di sacrificarci per gli altri, per implorare la pazienza di Dio per questi cattivi pastori, eretici e de facto apostati affinché si pentano prima del loro giudizio personale, anche se nella loro hybris insegnano a chi li vogliono sentire che saranno annichiliati senza incorrere le pene dell’inferno descritte da Gesù e che, con un’alzata di spalle, affermano tra sé e sé che dopo di loro pur venga il diluvio.

Preghiamo per i popoli di Amazonia, che questo Sinodo, purtroppo, non aiuterà mai, se non, sperando fermamente nello Spirito Santo , per l’eterogenesi dei fini umani e clericali proclamati finora. Intanto occupiamoci con serietà dell’ecologia spirituale integrale in casa nostra, ché su di questa saremo giudicati.

In Pace



Categories: Attualità cattolica, Magistero, Simon de Cyrène

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75 replies

  1. Il problema è sempre quello: l’esclusione della dimensione sopranaturale da ogni discorso e attività, perché i riferimenti al sopranaturale non sono « presentabili in società ». E di conseguenza il cambio rotta dei fini perseguiti: non più la vita eterna ma il benessere sociale (la « vita eterna » si vende male, mentre gli « obiettivi concreti » hanno un mercato più ampio). Bisogna tanto pregare per questi ciechi a guida di ciechi…
    Grazie Simon e buona settimana a tutti.

  2. Premesso che sono d’accordo e che se interessava davvero il clima e l’ambiente bastava rimanere a Taranto, senza bisogno di andare in Amazzonia, un Papa in grado di scendere così in basso in polemicucce di bassissimo livello con il gregge affidatogli non lo ricordo.

  3. Da:
    https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-10/papa-francesco-sinodo-amazzonia-discorso-conclusione-pastorale.html

    1. E che il tema “che abbiamo votato in maggioranza per il prossimo Sinodo è il tema della sinodalità. Io sto riflettendo e pensando su questo tema, ma certamente posso dire che abbiamo camminato molto”, ma dobbiamo camminare di più “su questo cammino della sinodalità”. Perché discernere “significa ascoltare, incorporare la ricca tradizione della Chiesa nei momenti congiunturali”.
    – Se i partecipanti al sinodo fossero tutti rigorosamente bergogliani, ogni idea sulla nuova chiesa che frulla per la testa del Santo Padre verrebbe prontamente PROPOSTA dal sinodo ed ATTUATA dal Papa, ovviamente dopo aver affermato che quella uscita da sinodo è la volontà dello Spirito Santo.

    2. Il Pontefice annuncia quindi di accogliere l’appello di richiamare la Commissione di studio sul diaconato femminile e “aprirla con nuovi membri per continuare a studiare”, perché “si era arrivati a un accordo tra tutti che non era chiaro”.
    – Siccome le precedenti commissioni di studio sul diaconato femminile non hanno dato al Santo Padre le risposte da Lui auspicate, nulla di meglio che « accogliere l’appello di richiamare la Commissione di studio sul diaconato femminile e “aprirla con nuovi membri per continuare a studiare”, perché », a forza di insistere, prima o poi verrà partorito qualche fantasioso appiglio teologico a favore del diaconato femminile? A forza di insistere, non trovarono forse i sommi sacerdoti due falsi testimoni contro Gesù?

    • Ma di che ti preoccupi? Se Francesco non dovesse insegnare quel che la Chiesa insegna, puoi tranquillamente e santamente mandare a quel paese tale insegnamento.
      In Pace

      • Come ritieni sia possibile controbattere, sostenendo che quello non è l’insegnamento della Chiesa, alle affermazioni di qualcuno la cui parola per taluni è legge divina, il quale sostiene che se sei gay lo sei perché Dio ti ha creato così o che il CO2 è dannoso per l’ambiente?
        A volte mi sento come un soldato agli ordini di un comandante inetto che, con le sue azioni, favorisce il nemico.

        • Se non puoi controbattere, allora vuol dire che non hai ragioni per controbattere: perché, allora, voler controbattere?
          Dopottutto, anche quando non piacciono, gli insegnamenti e esortazioni papali vanno da essere seguiti con tutto l’ossequio della volontà e dell’intelligenza, finché essi sono conformi all’insegnamento della Chiesa: se non hai niente da controbattere, allora ti allinei.
          Per noi cattolici è naturale essere in unione con il legittimo Successore di Pietro, anche quando egli non ha autorevolezza personale, anche quando pecca e per lui preghiamo sempre e a priori.
          In Pace

          • Sul fatto che papa Francesco è sempre il nostro Santo Padre e che dobbiamo sempre essergli sottomessi e pregare per Lui, non ci sono dubbi.
            Riguardo al controbattere, credi sia possibile farlo nei confronti di chi ritiene che il Papa, qualsiasi cosa dica o faccia, non possa mai errare perché ispirato dallo Spirito Santo?

            • Beh, non è una concezione cattolica ritenere il Papa sempre infallibile: lo è solo quando insegna quel che la Chiesa insegna: non è lui la fonte dell’infallibilità della Chiesa, ma lo Spirito Santo. Questa è la dottrina cattolica romana.
              In Pace

    • Storicamente le diaconesse sono come gli unicorni, anche ammettendo che effettivamente siano esistite che senso ha andare a riprendere un ministero accantonato da quasi 2000 anni e sconosciuto nella sua reale applicazione ed estensione?

      Buttati su altre figure, dalle terziarie francescane, alle consacrate di vari ordini (badesse comprese che avevano poteri ben più consistenti) memores domini…

      Questo fare e disfare a piacimento sembra una « carnevalata » .

      • Non sembra, lo è: è fumo negli occhi per catalizzare l’interesse dei media e delle persone, mentre da dietro vogliono soprattutto non cambiare niente ai loro vizi personali e corporativi.
        Come nella società civile: fanno rumore sui diritti delle rane a sposarsi e ad avere cuccioli come figli, intatto continuano a predare il bene comune.
        Da che mondo è mondo le cortine fumogene sono sempre esistite per nascondere la propria porcheria.
        E vabbè!
        In Pace

    • @lorenzo
      Uno dei « due falsi testimoni » potrebbe usare questo argomento:
      https://www.cittadellaeditrice.com/munera/quaestio-de-mulierum-similitudine-tommaso-daquino-la-donna-e-lo-schiavo/

      • Premesso che l’insigne femminista in questione è stato il primo a togliermi la possibilità di commentare e pazienza, non ho voglia di leggere ma in genere Grillo fa una vera caricatura, come tutti i novatori, del passato della Chiesa, prende la frasetta di Tommaso per mostrarlo nel suo lato peggiore come su messainlatino postano foto di platealissimi abusi liturgici per poter criticare il novus ordus.

        Invece di cercare insieme (socraticamente) la verità ci si combatte a colpi di bugie più o meno plateali.

        Si sta radicalizzando anche lui, fanatismo contro fanatismo.

        • Perfettamente d’accordo. Il guaio è che qualcuno, oggi, potrebbe prenderlo in parola.
          E vabbè.. come dice Simon, non ci manca niente per…

          Trasformare una situazione dolorosa in un’occasione di tormento e scandalo sta a ciascuno di noi evitarlo. È difficile ma non impossibile.

          • Grillo è l’eretico per eccellenza nessuna delle sue posizioni ricoprenti un insegnamento della Chiesa esprimendo ossequio dell’intelligenza e della volontà al Suo Magistero Autentico.

            Comunque, se lui fosse coerente con la sua dimostrazione, egli dovrebbe essere contro l’ (impossibile per un cattolico) ordinazione delle donne a diacono. infatti il diacono è servitore, servus, doulos, dei suoi fratelli e, quindi “ordinare” donne in quanto “serve” sarebbe solo un confermare sacramentalmente questo loro “stato”.

            Io leggo Grillo quando mi voglio fare quattro buone risate: l’indecorosità intellettuale del personaggio essendo stupefacente per quanto mi concerne.

            In Pace

        • Sì Angela, ma detto questo (e messa a parte la disonestà intellettuale del personaggio che sa benissimo che la posizione di Inter Insigniores non è fondata su argomenti umani, filosofici o scientifici, ma sul fatto che “la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede ritiene di dover richiamare che la Chiesa, per fedeltà all’esempio del suo Signore, non si considera autorizzata ad ammettere le donne all’Ordinazione sacerdotale”, il che è un argomento apodittico, indiscutibile per sé: solamente si offrono ai fedeli elementi razionali possibili che possono illuminare il perché Dio abbia deciso così in modo inappellabile) il soggetto è di per sé interessante: guardare alla relazione uomo/donna sotto un punto di vista padrone/servo è un’opzione sociologica di ispirazione marxista privilegiata da chi ha un concezione politica della Chiesa, però è errata; personalmente sono del parere che la relazione uomo/donna non sia esaustivamente interpretabile all’interno di questa polarità artificiale.

          Non sono per niente sicuro che la categoria leader/follower sia naturalmente applicabile alla donna quale concepita dal Dio della Genesi e dal nostro Salvatore mentre lo è per l’uomo: forse l’occasione di un’ulteriore e molto più approfondita riflessione. Chissà!

          In Pace

          • Il ribaltamento del rapporto Servo e padrone viene (se non sbaglio) da Hegel, ho letto un libricino di Judth Butler l’anno scorso su questo argomento (piuttosto oscuro purtroppo).

            Non so quanta consapevolezza ne abbia Grillo, mi pare uno che segue la corrente senza grossi aprrofonodimenti.

            E’ marxista la lotta di genere come sostituto di quella di classe, e in entrambi i casi la dottrina sociale della Chiesa non ha mai approvato la lotta.

            Nella Centesimus Annus GPII scriveva « Si tratta, in una parola, della ripresentazione — sul terreno del confronto interno tra i gruppi sociali — della dottrina della «guerra totale», che il militarismo e l’imperialismo di quell’epoca imponevano nell’ambito dei rapporti internazionali.  »

            Ovvio che il rapporoi uomo e donna sono pensati nei terminni della complementarietà non nel conflitto,

            • Scusate l’imprecisione dell’ultima frase, volevo dire che nella dottrina sociale della Chiesa i rapporti uomo e donna sono improntati alla complementarietà mai al conflitto.

      • Si, credo anch’io la pretesa inferiorità femminile motivata da “la “assenza di schiavitù”: possibile per lo schiavo, ma impossibile per la donna”, sia un argomento, finalizzato al sacerdozio femminile, che useranno i falsi testimoni.

  4. La prima profezia Bergoglio l`ha fatta appena eletto nel bus che riportava i Cardinali alle residenze, ha detto: « Andiamo a pregare affinche Dio vi perdoni avermi eletto ».

  5. La seconda profezia Bergoglio l’ ha fatta quando ha detto , in una intervista, che forse passera’ alla Storia per essere il primo papa a provocare uno scisma. La terza profezia Bergoglio l’ ha fatta quando ha detto che il suo scopo e’ quello di “ iniziare processi” anche se non ne avrebbe visto la fine.

  6. Aprire continui « processi » mi fa pensare ad un agricoltore un po’ matto che scava buche dappertutto, ma senza seminare una buona semente, senza bagnarla e accudirla, senza seguirne la crescita, senza chiedersi l’utilità…
    Quanto è affine questa logica con l’essere, il Papa, il vicario di Cristo, di Colui che facendosi come noi, ci dona la possibilità di diventare come Lui, mediante « il » Processo teso alla Salvezza personale per mezzo della Sua Chiesa?
    Meglio ripeterci che « il cielo è la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno… ».
    Tante di queste cose saranno spazzate via, anche se a noi la Provvidenza chiede, in questi momenti, di prestare il volto allo sconcerto, all’irrisione, al dolore di vedere vescovi e preti (e suore…) con le tonache svolazzanti danzare attorno agli idoli.
    È Cristo che ha vinto il mondo. Non altri.

    • https://www.ibs.it/fine-dell-era-costantiniana-libro-marie-dominique-chenu-mauro-pesce/e/9788837226978

      L’idea di buttarsi in avanti senza curarsi di « ordinare » il tutto la trovi in un teologo conciliare come Chenu, lo intendeva in senso missionario però e ne parlava da domenicano rigorosissimo (come storico e teologo).

      Qua invece non si capisce più nulla: oggi si dice A, domani B senza alcune filo logico.

      Da una parte rottami Veritatis Splendor che ha pochi decenni, dall’altra vai a ripescare situazioni paleocristiane assolutamente idealizzate, che senso ha?

      • È la stessa crisi che il mondo civile sperimenta: normale che questo penetri il corpo ecclesiastico, specialmente poi quando questi è vizioso e corrotto fino ai vertici supremi.

        D’altro canto, e più positivamente, ciò ci obbliga a prendere le nostre responsabilità personali nel nostro modo di vivere la Chiesa compresa la dimensione magisteriale che avevamo troppo delegate alla sola gerarchia attribuendogli capacità quasi « magiche » e dimenticando che anch ei pastori sono umani e fallibili appena si discostano da quel che la Chiesa insegna.

        Non ogni male vien per nuocere, quindi: il tempo è venuto di usare della propria coscienza educandola alle virtù, alla vita di preghiera e allo studio del Magistero, della Tradizione e delle Scritture e di guardare quel che succede in questa Chiesa che non è manco più un ospedale da campo ma una semplice macelleria con l’immensa libertà che abbiamo in quanto battezzati e cresimati.
        In Pace

        • Non sono d’accordo con Simon . In un esercito hai voglia fare il « bravo soldato;se hai degli ufficiale e un generale incapace l ‘esercito sara’portato alla sconfitta anche se composto di soldati valorosi. La Chiesa cattolica e’un organismo che si basa sulla gerarchia, perche’cosi ha voluto Nostro Signore:a capo il Papa, poi I vescovi, poi I sacerdoti.e infine la base , I laici, il.popolo dei fedeli.
          In questa mirabile costruzione non e’vero che non importa se il.papa e I vescovi sono incapaci, corrotti, idolatri, basta che si I semplici fedeli s iano virtuosi. Non e cosi !!.Nessun vero cattolico.pensa solo a salvar la propria anim a individuale o quella della sua famiglia. nessun vero cattolico di fronte al tradimento del clero pensa che non sia importante anche per lui .
          La Chiesa e’ un corpo « mistico;e se nei centri vitali del corpo c’e corruzione e infezione , tutte le piu’piccole cellule del corpo ne risentono. Per questo.la situazione della Chiesa oggi e’come quella f I un esercito buttato alla sbaraglio da un generale incompetente o colluso col.nemico: e I fedeli coraggiosi non.bastano ad evitare la sconfitta, che nel caso della Chiesa e’una sconfitta spirituale, un allontanarsi da Dio.
          Nessuno per quanto virtuoso si salva da solo o solo con.la cerchia dei.propri familiari
          Che lo vogliamo o no la corruzione del capo ci riguarda, iltradimento dei pastori ci riguarda.

          • Premesso che il Capo del Corpo è Cristo e quindi chi rimane nel Corpo sarà comunque vincitore (sarà sconfitto il generale ma mai il soldato rimasto fedele, benché sbandato), credo che il vero problema di oggi sia:
            continua a far parte del Corpo chi segue taluni insegnamenti di papa Francesco palesemente in contrasto con la millenaria tradizione della Chiesa?

            • Magari i vostri (nostri ) peccati fossero soltanto quelli di seguire eventuali insegnamenti papali in contrasto con la tradizione millenaria della Chiesa (che evidentemente è talmente chiara e palese da poter essere interpretata da chiunque anche nei minimi particolari , ma allora mi chiedo perché la Chiesa si tenga i Papi, se tutto secondo voi è già scritto? Ma questo è un altro discorso..)
              Quando nostro Signore ci farà il conto scopriremo che dell’aver seguito eventuali indicazioni fallaci di questo o quel Papa non gliene può fregare di meno.
              Saremo giudicati sulla carità , e tutta questa manfrina serve soltanto per spostare su altri la responsabilità della nostra mancata vera conversione!
              “sarei un vero cristiano se il Papa, se il Vescovo, se la Chiesa, etc etc” .
              Preoccupatevi di seguire il millenario insegnamento della Chiesa nelle piccole cose di tutti i giorni, che qui di divorziati risposati desiderosi dell’eucarestia o di abitanti dell’amazzonia ce ne sono ben pochi, mentre invece di peccatori abituali di tutti i 10 comandamenti è pieno. A cominciare da noi. Se non si è ipocriti.

              • “Saremo giudicati sulla carità” e questa è verità innegabile.
                Sono però caritatevole:
                – se dico ad un mio fratello con tendenze omosessuali: Dio ti ha fatto così;
                o
                – se dico ad un mio fratello con tendenze omosessuali: Dio non ti ha creato omosessuale ma ti ha creato o maschio o femmina e, se vuoi, la tua omosessualità non è irreversibile?

                • Se ami questo fratello con tendenze omosessuali e gli mostri la tua propria felicità dell’essere di Cristo nell’esercizio delle tue virtù come Dio comanda.
                  Certo è che se vivi tu stesso la castità come un peso o malamente, questo esempio concreto non lo aiuterà a capire quanto questa potrebbe essere un cammino di felicità anche per lui.
                  In Pace

                • Premesso che se potesse parlare della « Legge di Dio » solo colui che la rispetta in pieno quasi tutti dovremmo tenere la bocca chiusa, forse che il peccato impuro contro natura ed il peccato impuro sono diventati oggi la stessa cosa?

                • Agli occhi di Dio il peccato contro natura è particolarmente abominevole: il punto è che non c’è una castità meno meritevole di un’altra. Il tuo essere casto in quanto persona normale non è eticamente minore o superiore a quello di una persona con tendenze omosessuali: nei due casi è la stessa virtù tantissimo amata da Gesù.
                  In Pace

                • Precisando che ritengo errato snobbare, come ritengono taluni, i « peccati sotto la cintura » considerandoli meno gravi di altri perché non vengono mai da soli e fanno da apripista a tanti altri peccati, non essendo nemmeno in grado di sapere quale delle mie eventuali « buone azioni » sia più gradita agli occhi di Dio, come potrei stilare una classifica di quelle altrui?

                • I peccati sotto la cintura sono certamente veramente gravi e al tempo stesso meno gravi che quelli “angelici”: sono molto gravi perché (1) solo ai cuori “puri” è dato di vedere Dio faccia a faccia , (2) satana si diletta di vedere l’essere umano comportarsi da bestia, sporcando così la natura umana nella quale Dio si è incarnato.
                  In Pace

                • A chi non è puro non è dato di vedere Dio ma chi è lo è a tal punto da poterlo vedere?

                  Per fortuna il Signore nella sua Grazia ha creato il Purgatorio, dove è possibile appunto purificarsi dai peccati commessi in vita.

                  Tutt’altra cosa i peccati angelici che sono quasi sempre mortali proprio per la loro caratteristica.

                • Anche i peccati angelici possono essere purificati in purgatorio: la sola vera condizione è il pentirsi, cioè il non commettere il solo peccato irrimediabile, quello contro lo Spirito.
                  Colui che non segue pertinacemente quel che lo Spirito suggerisce direttamente alla sua coscienza o tramite quel che la Chiesa insegna, si danna con mortale sicurezza.
                  Colui che durante la sua vita ha preso l’abitudine di non essere obbediente allo Spirito, non lo diventerà miracolosamente al momento della morte.
                  In Pace

                • Se giudicassimo da ciò che vediamo in giro riguardo ai peccati impuri non si salverebbe nessuno o quasi.

                  Per dannarsi serve l’impenitenza finale, può essere che questa sia raggiunta tanto da chi commette i peccati più angelici che quelli più carnali, la logica suggerirebbe di no in ogni caso.

                  Anche l’incidenza di questi peccati sulla popolazione fa pensare che sia improbabile che la quasi totalità della popolazione in età compresa tra i 14 anni e i 60/70 sia con un piede all’inferno, poi tutto può essere.

                • La statistica non c’entra un tubo nell’economia della salvezza: non è perché 80% della popolazione froda il fisco che, benché frodando, io debba essere esentato da multe e altre condanne per atti contro i quali non solo non ho lottato ma ai quali mi sono lasciato andare, caro Antonio/Vincent.
                  In Pace

          • @Gian Piero
            Non penso che l’immagine della Chiesa come quello di un esercito che vada in battaglia sia la più vicina alla realtà: di certo esprime un’aspetto della realtà ma non l’esaurisce completamente.

            La Chiesa in quanto Corpo di Cristo rassomiglia di più al Pane Eucaristico: quando lo si spezzetta ogni briciola addirittura contiente tutto il Corpo di Cristo e l’analogia la più prossima che la realtà concreta ci offre di questa realtà soprannaturale è la nozione di ologramma, il quale anche quando spezzetato ogni pezzetto contiene la stessa informazione che l’ologramma dal quale è stato creato.

            Ognuno di noi “contiene” tutta la Chiesa di cui fa parte per la grazia del battesimo: ma come per l’ologramma l’informazione contenuta è ritrovabile con l’uso delle buone e variegate frequenze di un laser, così la Chiesa in noi può essere vista se e solo se esercitiamo le nostre virtù umane e cardinali.

            Non è qundi il peso dei peccati del Papa, cardinali o vescovi che ci impedirà di ricevere tutta la Luce della Buona Novella, finché siamo capaci di innescare i lasers delle nostre virtù: questa è Fede, Speranza e Carità.

            In Pace

            • Sei da solo però, come se fossi protestante, allora a che serve? un Papa che tu sbeffeggia pubblicamente e ti umilia di continuo.
              Non è Chiesa e non serve a nulla.

              • Questa nozione di solitudine proprio non la percepisco: potresti elaborare?
                In Pace

                • Il Papa va dritto come un carro armato se hai dei dubbi ti arrangi, uno chiede chiede vieni solo bannato.
                  Che gli costa una singola parola di mediazione? Una mano tesa? Certo puoi continuare da solo ma diventi un protestante.

                • Mai continuare soli: sempre in unione con il tuo vescovo in unione con il Papa.
                  In Pace

                • Angela, abbiamo il « Bignami » del Magistero: il Catechismo della Chiesa Cattolica.

            • Per quanto riguarda i peccati contro il VI e il IX comandamento, questi, hanno rappresentato, per la mia generazione di quasi ottantenni, un vulnus potente per le nostre coscienze non di rado turbandole. Il « rimedio » non è stato, credo, la depenalizzazione dei peccati secondo lo spirito moderno e le sue storture che ha portato: promiscuità, infedeltà coniugale, ecc., per cui ci siamo liberati (!) dal senso di colpa, ma non dal senso del peccato poiché, questo, attiene alla coscienza che non si può zittire mai del tutto. Il disagio, lo sballo compulsivo, la frenesia da divertimento, il rifiuto di valori fondamentali della nostra società li vediamo continuamente.
              Ma, se è vero l’insegnamento della Chiesa che con chiarezza afferma « non esserci parvita di materia » nei peccati contro i detti comandamenti, che cioè sono intrinsecamente gravi, va ricordato che sono necessari tutti i parametri che accompagnano l’azione: piena avvertenza e deliberato consenso.
              Per questo l’ascolto della coscienza, viva e conformata dalla Grazia, e’ la condizione fondamentale per capire e distinguere.
              Un malevolo contesto clericaloide, in passato, ha caricato la coscienza dei fedeli con il terrore dell’Inferno. Che comunque c’è, esiste ed è, probabilmente, abitato…
              Ricordo, tuttavia, l’insegnamento dei miei santi Confessori secondo i quali, per andare all’Inferno, bisogna fermamente volerlo!
              La Grazia del Signore Gesù, l’intercessione della Vergine e dei Santi che abbiamo appena festeggiato ci aiutino a discernere.
              Grazie!

  7. Prendo spunto da due riflessioni qui fatte: l’ influenza del « mondo civile » sulla Chiesa, e il ricordo di p. Chenu. Forse a noi laici era richiesto, al di la’ del necessario, e opportunamente spesso richiamato dal padron di casa, sforzo di santificazione personale, di « comunicare » alla gerarchia, e ai consacrati tutti, alcune realta’ (non la Verita’) del mondo, appunto, civile. Parllo per esempio dell’ imprudente dimenticarsi del dogma tridentino sulla superiorita’ dello stato virginale su quello matrimoniale. Parlo dell’ entusiasmo ingiustificato per molta filosofia profana moderna e contemporanea (Rahner scopre Heidegger, e adirittura Hegel, per poi utilizzarli in teologia, con gli esiti disastrosi che sappiamo. Ma la sterilita’ e la tossicita’ della sua opera poteva e doveva esser denunciata gia’ dai tomisti laici, e gia’ in campo filosofico, pre-teologico! E analogamente, cio’ andava fatto per gli eccessi del « personalismo » e dell’ « esistenzialismo »). Pure altri aspetti della cultura contemporanea, entrati (gia’ invecchiati !) nelle universita’ cattoliche potevano esser riconosciuti e combattuti dagli intellettuali laici: sociologjsmo e psicologismo dilettanteschi per esempio. Per nonn parlare del marxismo, studiato e onorato quando era gia’, nel mondo civile, in agonia.
    Questa e’ la, triste, storia di ieri, oggi assistiamo agli entusiasmi ecclesiastici per……il paganesimo?!
    e’ possibile? Se cosi’ fosse, allora proprio il nostro stato « laico » dovrebbe autorizzarci a combattere « laicamente » ogno superstizione!
    Pax

  8. « Angela, abbiamo il « Bignami » del Magistero: il Catechismo della Chiesa Cattolica. »

    E’ ancora valido? perché non so quante omelie ha fatto contro la « dottrina », il catechismo è dottrina? perché a sentire lui se segui la dottrina sei un fariseo, un ipocrita e un sepolcro imbiancato, e sono sei anni che lo dice due volte al giorno..

    Io non so più se devo calcolare il catechismo o no.

  9. Dopo il volo degli idoli nel Tevere il Papa si è sentito in dovere, da Vescovo di Roma, di chiedere scusa a chi è stato offeso da quel gesto. Ora, io non mi aspettavo che chiedesse scusa – anzi perdono a Dio – per la profanazione della Chiesa di S.Maria in Traspontina a motivo dell’esposizione e delle preghiere recitate di fronte a quegli oggetti in apposito spazio dedicato in una navata della Chiesa. Mi aspettavo però, almeno, che si scusasse anche con i cattolici Romani che si fossero offesi da quella vera o presunta profanazione, magari oltre la buona fede e le migliori intenzioni degli organizzatori, se non altro per il clamore di quel gesto che non può essere derubricato a semplice bravata, né a furia iconoclasta verso un’altra religione, ma che va riconosciuto come sintomo di un vero disagio.
    Il fatto che tali scuse non ci siano state mi fa pensare che lo scandalo nel comune sentire cattolico sia stato scientemente ricercato come una vera e propria provocazione.

  10. Ma come vedi Stefano “ lo scandalo del comune sentire cattolico” seppur scientemente ricercato dall’ attuale gerarchia non porta ad alcuna protesta ed ad alcuna ribellione da parte della maggioranza dei cattolici . Il buon cattolico moderno secondo me assomiglia al buon comunista nella Russia sovietica: poteva anche venire a sapere della’ esistenza dei gulag, poteva pure venire a sapere che Stalin, il grande capo, era un feroce assassino che aveva fatto assassinare tutti i suoi compagni al vertice del partito per mantenere il potere, poteva pure venire a sapere che la politica economica Sovietica era fallimentare e che lungi dall’ essere il paradiso in terra la sua patria stava diventando un inferno, non importa per il buon e fedele comunista la fedelta’ ’ Al Capo , al Partito veniva prima di tutto.
    Cosi’ oggi il buon cattolico puo’ pure assistere ad ogni sorta di provocazione , di eresia, di apostasia, di abominio della desolazione , di corruzione del Papa e dei cardinali : non importa , la fedelta’ Al Capo e al Partito viene prima di tutto.
    Stessa ottusita’ , stessa dabbenaggine, stessa mancanza di spirito critico. Come se il cattolicesimo fosse “ credere nel papa , che ha sempre ragione, e nei cardinali invece che credere in Cristo , Unico Salvatore e Signore, e cacciare a pedate Papi e cardinali che rinnegano il Cristo.
    Caro Stefano , dovremo vederne ancora e di peggio delle Pachamama adorate nei Giardini Vaticani, prima che il buon cattolico medio cominci a nutrire dei dubbi sulla bonta’ di seguire tali pastori.
    Nel frattempo, forse, il cattolicesimo si estinguera’trasformandosi nella religione sincretistica mondiale.

    • Il cattolico è tale fino a quando è « cum Petro et sub Petro », altrimenti è, un pur ottimo, cristiano: credi forse che Pietro abbia cessato di essere Pietro quando ha rinnegato Cristo?
      A scanso di equivoci, vorrei farti notare che « cum Petro et sub Petro » non significa affatto il prendere per oro colato tutto quello che esce dalla bocca del Papa, ma vagliarlo alla luce della Scrittura e della Tradizione.
      Io poi, per motivi di opportunità spirituali finalizzate alla salvezza eterna, ritengo sia per me molto meglio continuare ad essere un cattolico.

      • Alla luce delle Scritture, della Tradizione E del Magistero (Autentico).
        In Pace

      • “Credi forse che Pietro abbia cessato di essere Pietro quando ha rinnegato Cristo? “

        Beh, Lorenzo se l’ uomo Simone di Galilea , pescatore, avesse continuato invece di pentirsi e piangere amaramente , nel suo rinnegamento di Cristo, se invece di riunirsi con gli altri apostoli e Maria a Pentecoste si fosse dato alla fuga o peggio fosse passato dalla parte di coloro che avevano crocifisso Gesu’ , beh, si dire che non era piu’ Pietro.
        Ma Pietro ha rinnegato Cristo temporaneamente,per un impulso di paura , poi si e’ pentito. Un successore di Pietro che rinnegasse Cristo non temporaneamente e per umana debolezza, ma stabilimente e che fosse colluso VOLONTARIAMENTE e programmaticamente coi nemici di Cristo, beh si secondo me non sarebbe piu’ Pietro e io non mi sentire obbligato ad obbedirgli. Tu si?

        • Conosci la storia del « Sinodo del cadavere » o « Concilio cadaverico »?
          Se Cristo ha « difeso » la sua Chiesa in tempi come quelli perché tu dubiti lo faccia adesso?
          Dubiti forse delle parole di Cristo: « Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa »?

        • Anche se l’uomo Bergoglio non è rispettabile, bisogna rispettarne la funzione papale la quale, nel caso preciso, procede da esplicita volontà divina.
          Se non insegna o non si comporta come la Chiesa insegna o comanda, come Cristo gli puoi sempre dire Vade Retro Satana, pregare per lui e quando sarà rinvenuto a lui seguirlo di nuovo come pastore che conferma il suo gregge.
          Fidiamoci dello Spirito Santo che è in noi in quanto battezzati e nella Sua Chiesa.
          In Pace

          • Chi di noi può dirsi « rispettabile »?

            Forse abbiamo questa pretesa di fronte agli uomini, ma di fronte a Dio?

            • In assoluto no in quanto del foro interno, ma rispetto alla funzione sì in quanto osservabile nel foro esterno: nessuno può obbligare nessuno a rispettare l’uomo dietro un ufficiale codardo, eppure ne deve rispettare il grado.
              In Pace

              • Il giudizio caro Simon uccide ogni forma di virtù.
                Viviamo in un modo di uomini veramente difficili da rispettare : assassini efferati, stupratori, truffatori di gente semplice, sfruttatori e venditori di persone. E mi sto limitando.
                Costoro sono umanamente « non rispettabili », anche se Cristo ci invita a sospendere il giudizio anche su costoro, pur condannandone i comportamenti.
                Ma arrivare a dire che il Santo Padre sia « non rispettabile » , accumunandolo a costoro, è veramente eccessivo.
                Puoi essere non d’accordo sulla sua pastorale, o anche intimamente considerarlo un ignorante teologico, ma la rispettabilità significa altro, e nessuno di noi può effettivamente misurarla nella figura di Bergoglio, che ci arriva mediata dai mezzi di informazione .
                Della sua vita privata infatti tu conosci soltanto quello che qualcuno si è preso la briga di farti conoscere, senza peraltro sapere se è realmente vero.
                E nella sua vita pubblica quale atto « non degno di rispetto umano » egli avrebbe commesso? Ha detto e fatto tante cose che non ti piacciono, ma non per questo possono giustificare il tuo giudizio.
                Spargere continuamente questo fango sulla sua persona non aiuta nessuno a migliorare le proprie virtù ma tutt’altro.
                Ricordatevi tutti della parola di Matteo 15, 11 : « 1 Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!».
                Buona Domenica.

                • Giudicare, cioè valutare con la ragione e prendere una decisione, con un atto di volontà è, di per sé, un esercizio virtuoso.

                  Valutare le azioni e gli insegnamenti del Santo Padre (come di chiunque, peraltro) partecipa della virtù della prudenza in quanto si situa tra i due estremi viziosi: da una parte tutto accettare come da allocchi senza spirito critico e, d’altra parte, essere nella critica negativa costante e aprioristica.

                  Quando si vede una discrepanza maggiore, ad esempio un ufficiale superiore incapace di mandare avanti un assalto perché è un codardo e che questa incapacità condurrà a morti sicure e a perdere la battaglia o la guerra, bisogna avere se stessi la virtù del coraggio per denunziare tale crepa nella personalità del superiore: dire apertamente quel che la virtù della prudenza ha messo in evidenza richiede coraggio in quanto ben vediamo come sono trattati coloro che non la pensano come Bergoglio e gli sbirri della sua combriccola.

                  Richiede anche temperanza e cioè non andare a compiacersi nei diffetti così ovvi del papa attuale ma neanche andare fino al punto di rifiutare per principio tutto quello che viene da lui: non lasciarsi andare alla collera da un lato o al totale laisser-aller dall’altro.

                  Richiede senso della giustizia: cioè non dare adito a cose riportate di seconda mano, ma riferirsi a documenti ufficiali e a fatti immediatamente corroborabili senza le sovrainterpretazioni di un campo o dell’altro; assicurarsi che i più deboli siano protetti dalle conseguenze delle esazioni della legittima autorità quando questa richiede cose illecite.

                  Peraltro, il tocco cristiano che noi aggiungiamo quando consideriamo (nella preghiera e all’ascolto del Magistero della Chiesa, che è lo Spirito Santo) che Bergoglio non sempre fa e non sempre insegna quel che la Chiesa vuole sia fatto ed insegnato, oltre al limitarci di non considerarlo degno della posizione che occupa, ci spinge ancora di più a pregare per lui, per la sua conversione, come fece Cristo per Pietro e di certo non a maledirlo: questa è vera Carità e non difenderlo ad ogni costo e a spada tratta nelle sue iniziative sconclusionate e malefiche.

                  Sul piano della Fede questo papato ci obbliga a tornare all’essenziale: non è in un papa dato che si trova la verità ed il cammino, ma nella Chiesa in quanto tale ché è Lei sola ad essere fondamento del Magistero, della Tradizione e delle Scritture.

                  Infine questa contingenza attuale nella Chiesa ci obbliga ad esercitare la virtù della Speranza: se è ovvio per tutti i sani di spirito e gli onesti che siamo di fronte ad un picconatore della Chiesa cattolica, vediamo anche intorno a noi tante realtà cattoliche che si stanno prendendo in mano per attraversare questo deserto spirituale e reale inverno del cattolicesimo per portare l’integrità della Parola di Dio che la Chiesa, e Essa sola, trasmette alle future generazioni, come al tempo dell’arianesimo, ad esempio.

                  Omnia in bonum, in finis

                  In Pace

                • https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/udienza-buon-pastore
                  Se un pastore si mette alla ricerca della pecora smarrita snobbando il problema della sicurezza delle altre 99, che pastore è?
                  Cosa dirà quel pastore a chi gli ha affidato la custodia del gregge quando, per recuperare la pecora smarrita, ne avrà perse almeno un altro paio?

                • Non capisco bene: di chi e di che parli? Quando mai si è dovuto smarrire pecore per ricuperarne altre? Sei troppo criptico: non capisco cosa c’entri con quel che il Cristo intende nella Sua parabola.
                  In Pace

                  (Per “recuperare” una pecora bisogna che il pastore faccia di tutto affinché questa si incammini nel buon cammino, se ci sono altre pecore all’ovile che pensano che quel cammino non è buono, allora vuol dire che esse stesse non sono nel buon cammino; a contrario, se il pastore dice essere un buon cammino quel che è un cammino cattivo allora la pecora persa non sarà mai “recuperata”, e le pecore che non seguono tale pastore su questa via non sono smarrite. Circa le “vere” pecore del gregge : “27 Le pecore mie ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; 28 e io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. 29 Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può rapire dalla mano del Padre mio. 30 Io e il Padre siamo una cosa sola”.)

                • Sto parlando del pastore chiamato Papa che, oggi come oggi, nel pur encomiabile tentativo di recuperare le pecore smarrite, sembra porre in secondo piano se quello che dice e quello che fa potrebbe danneggiare talune pecore del gregge più deboli o malate delle altre.
                  Prioritario è infatti, afferma la Scrittura, la cura integrale del gregge: “Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza.” (Ez 34.4)
                  Il Buon Pastore pertanto, non solo riporta le pecore disperse, ma rende la forza alle deboli, cura le inferme, fascia quelle ferite e si pone con amore alla guida delle sue pecore; quando invece io leggo (link di Avvenire) che il Santo padre afferma: “Si tratta – ha spiegato – di un paradosso che induce a dubitare dell’agire del pastore: è saggio abbandonare le novantanove per una pecora sola? E per di più non al sicuro di un ovile ma nel deserto?”, perso che, spero sbagliandomi, stia dando attuazione al “paradosso” di abbandonare il gregge nel deserto.

                • Non ti preoccupare: chi è destinato ad essere salvato sarà salvato, a questo ci pensa lo Spirito Santo:
                  In Pace

                • Lorenzo la tua obiezione rientra nel novero del “mi convertirei se…” , cioè una dipendenza della propria conversione da agenti esterni ed indipendenti da noi.
                  In realtà , con tutte le critiche che si possono fare a questo Papa, nessuno a mai indicato a te (Lorenzo) o ad altri di fare qualcosa che fosse contro le parole di Cristo.
                  Ed anche qualora lo avesse fatto e qualche persona semplice gli avesse obbedito, le colpe ricadrebbero sul Papa e non su questa persona.
                  Attenzione a non crearsi continui alibi rispetto alla propria fede, addossando agli altri responsabilità che sono nostre. Ognuno di noi sa perfettamente, nella propria vita quotidianità, cosà è peccato e cosa no, e se non lo sa può rivolgersi al prete della parrocchia o alla propria guida spirituale.
                  Sai bene che non devi rubare, che non devi uccidere , che non devi avere rapporti sessuali fuori dal matrimonio, che non devi essere falso, che non devi essere tirchio, che devi amare il tuo prossimo anche quando non ti piace.
                  Se la tua preoccupazione è quello che faranno i cristiani amazzonici, o quello che fanno i divorziati risposati che si trovino nelle rarissime condizioni di AL, etc etc, la cosa non ti riguarda perché tu non vivi in amazzonia e non sei divorziato risposato. E così via.
                  Quindi le pecore che tu citi sono pecore sono al scuro, fino a quando non seguono ALTRI che non sia il pastore. Questi altri possono essere altre persone o anche se stesse.
                  In realtà la parabola adatta al tuo caso è quella di Matteo (Mt 20,1-6).
                  Tu , come tanti, non sopportate che l’operaio dell’ultima ora venga pagato come quello che lavora tutto il giorno. Che in certe occasioni il divorziato risposato possa comunicarsi, che in amazzonia ci possa essere qualche raro prete sposato, etc etc.
                  Perché dici : come mai io che mi adeguo perfettamente a tutte le regole devo essere pagato con la stessa salvezza con la quale viene pagato il peccatore che tardivamente , e magari manco totalmente , si pente ?
                  Pensiamo piuttosto alla nostra di salvezza, perché mentre osserviamo e critichiamo tutto quello che leggiamo sulla chiesa, siamo proprio sicuri di aver mantenuto candida la vesta che ci è stata consegnata nel giorno del battesimo?
                  Buona Giornata

                • “Ed anche qualora lo avesse fatto e qualche persona semplice gli avesse obbedito, le colpe ricadrebbero sul Papa e non su questa persona.” : non concordo completamente, in quanto le persone anche se insegnate male hanno comunque la loro propria coscienza sulla quale soffia, per l’appunto, lo Spirito Santo; se non Lo sentono è perché non hanno sviluppato o esercitato le loro proprie virtù cardinali e teologali, e sono quindi co-colpevoli assieme al pastore che li insegna male. Adesso, di per sé, il grado di responsabilità di ciascuno in proprio, lasciamolo al Sommo Giudice: non assolviamo, né incolpiamo indebitamente al posto del Signore.
                  In Pace

                • ML65, ti faccio un esempio:
                  – Supponiamo che una persona molto autorevole affermi « urbi et orbi », al fine di fare riavvicinare alla fede un omosessuale che se ne è allontanato: « Dio ti ama e ti ha creato così come sei »;
                  – anche se quella affermazione parzialmente falsa (Dio ama tutti ma non crea nessuno omosessuale) potrebbe portare quel fratello omosessuale ad iniziare un cammino di ritorno alla fede,
                  – quale effetto potrebbe avere su un cattolico che, con molto sacrificio e buona volontà sta cercando di uscire dall’omosessualità, l’affermazione che è Dio stesso che crea taluni omosessuali ed altri no? Se Dio che mi ama mi ha creato omosessuale, chi sono io per oppormi alla volontà di Dio?

                • – Ovviamente qualcuno che dicesse “Dio ti ha creato come sei”, preso letteralmente direbbe un mucchio di scemenze e anche di eresie in una sola frase: (1) sul piano scientifico è meno che chiaro che la cosa sia congenitale, anzi gli ultimi studi serî che ho letto tendono ad escluderlo: dunque essere “creato” così è certamente non ancora sostanziato su questo piano; (2) è certo che la tendenza omossessuale indipendentemente dalle sue origini fisiche, piscologiche, affettive è una conseguenza del peccato originale, ma Dio non ha creato il peccato orginale e quindi non può aver creato la tendenza omossessuale; (3) dire che Dio ha “creato” la tendenza omossessuale è quindi un’eresia profonda o una dichiarazione di apostasia in quando sottintende che Dio crea il bene e il male

                  -Penso che un tale pastore farebbe molto male al suo gregge in quanto lo lascerebbe addormentarsi e impietosirsi sulla propria situazione voluta da un dio cattivo che lo vuole con tendenze omossessuali, mentre YHVH e il Cristo Gesù sono sempre in lotta e in battaglia contro lo statu quo peccaminoso e di chi ne gioisce o lo giustifica

                  In Pace

                • Lorenzo sei davvero un giudice implacabile dell’umanità.
                  Il catechismo della Chiesa cattolica, sull’omosessualità , dice testualmente che la stessa « Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati » »
                  Quindi non condanna l’omosessualità in quanto tale, ma condanna gli atti sessuali omosessuali.
                  Inoltre definisce la genesi dell’omosessualità come « inspiegabile ».
                  Per quale motivo la parola « inspiegabile » , riletta da molti cattolici , si trasformi in « certamente non innata » questo è un mistero paragonabile a quello di Fatima.
                  Molte persone nascono con caratteristiche innate o limiti fisici innati, per esempio un cieco. Si può forse dire che il signore non li abbia creati così ? Su tutto questo c’è un grande mistero, e di sicuro il Signore permette queste cose anche per la nostra conversione.
                  Ora se una persona con chiare tendenze omosessuali rinuncia alla propria sessualità per seguire Dio, certamente da gloria al Signore tramite un atto umanamente doloroso. Ed fa una cosa molto gradita a Dio.Ma rinunciare agli atti omosessuali non significa rinunciare al fatto di avere tendenze omosessuali.
                  Il prete che rimane casto rinuncia alla propria sessualità, ma non per questo rinuncia al desiderio naturale che gli viene dalla sua natura. Semplicemente egli decide di resistergli. Le sue tendenze eterosessuali rimangono tali , ma egli non le esprime sessualmente.
                  Quindi una persona con tendenze omosessuali può essere gradita a Dio rinunciando agli atti, anche senza rinunciare alle tendenze. Peraltro la rinuncia alle tendenze è una cosa spesso solo teorica, che ha pochi casi pratici di successo e molti di fallimento, e che non è richiesta da Dio ma soltanto dagli uomini che pretendono di plasmare gli altri a immagine e somiglianza di quello che credono sia gradito a Dio.
                  Le pratiche di questo tipo , dette di riconversione, in più di una caso si sono risolte in una grande insuccesso e qualche volta in tragedie e suicidi. Apparentemente sono ad adesione libera, ma in realtà le famiglie e l’ambiente intorno spingono le persone con tendenze omosessuali ad aderirvi con frequenti sconvolgimenti psicologici.
                  Comunque…visto che non hai tendenze omosessuali caro Lorenzo, anche in questo caso stai parlando di cose che non ti toccano direttamente. Tutta teoria.

                • http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2019/08/29/maxi-studio-omosessualita-da-un-mix-di-dna-e-ambiente-_825fac37-f0c4-4a4f-8a07-4bd6b15b9176.html
                  Se
                  “Non esiste il gene dell’omosessualità. Il comportamento sessuale è infatti determinato da un complesso mix di fattori genetici e ambientali, con migliaia di geni che danno un contributo limitato rispetto all’influenza esercitata dall’ambiente e dalla cultura.”
                  e se le
                  “cinque varianti genetiche (olfatto, calvizie maschile, regolazione ormonale…) legate in modo statisticamente significativo all’omosessualità, di cui ancora non si conosce bene la funzione… Messe tutte insieme… spiegano meno dell’1% della variabilità nel comportamento sessuale”
                  non è Dio che crea gli omosessuali così come sono, ma lo diventano, al 99%, per fattori ambientali e culturali.
                  Quando poi il fisico va da una parte ed il cervello va da un’altra, i problemi psicologici per quella persona sono inevitabili e va aiutata.

                • Comunque, Lorenzo, quel che conta agli occhi di Dio non sono le nostre tare fisiche, psichiche, affettive in quanto tali ma quanto ci mettiamo per somigliare al Cristo Gesù nel concreto, quindi anche come viviamo la nostra purezza di corpo e di cuore e la nostra castità in vista del Regno dei Cieli, nel quale, molto probabilmente, entreremo proprio con i nostri difetti e tare, al netto dei nostri peccati, se non altro per mostrare a tutti la Potenza di Dio nel nostro corpo, psiche e anima per i secoli dei secoli.
                  In Pace

                • Concordo, eccetto sul fatto che in Paradiso entreremo con le nostre tare terrene: io suppongo che, quando, per i meriti di Cristo, noi accetteremo di farci portare in Paradiso, il nostro corpo sarà trasfigurato e perfetto a somiglianza dell’Uomo prima del peccato originale.

                • È lecito pensarlo e crederlo, caro Lorenzo.
                  Quanto a me, desidero sì un corpo trasfigurato in Cristo ma dove tutti i segni conseguenze della mia imperfezione e dei miei peccati continuino ad essere presenti, affinché la Gloria di Dio in me si manifesti in modo imperituro, un po’ come le piaghe della crucifissione sono rimaste nel corpo di Cristo Risorto.
                  In Pace

                • Non posso negare che sia anche ottimo che “tutti i segni conseguenze della mia imperfezione e dei miei peccati continuino ad essere presenti, affinché la Gloria di Dio in me si manifesti in modo imperituro”;
                  l’unica cosa certa è che il Paradiso è “godere” della presenza di Dio.

                • Lorenzo il problema non è la genesi biologica di questa caratteristica, ma il fatto che la stessa sia diffusa in tutte le popolazioni e sia presente da millenni.
                  I medici che hanno condotto questa ricerca sono genetisti e hanno giustamente evidenziato che al massimo il 25% (lo leggo dal tuo articolo) dei casi potrebbe avere un concorso di tipo genetico.
                  Il che non significa aver minimamente capito con un po di precisione i meccanismi psicologici e ambientali che eventualmente producono questa caratteristica, e che i protagonisti della stessa possano essere considerati responsabili per essere fatti in un certo modo .
                  Ora se non hanno colpa per quello che provano, e se nessuno riesce a capire perchè lo provano, è ben difficile che si possa dire che siano responsabili di qualcosa. Resta quindi il mistero della loro condizione , e tutti noi penso che abbiamo avuto sufficiente conoscenza ed esperienza di questi casi per verificare con mano , in alcuni casi, la sincerità di tali tendenze (ovviamente non parlo di chi fa esperimenti sessuali deviati, ma di chi sinceramente prova certe attrazioni anche affettive) .
                  Quindi fino a quando non si prova con certezza cosa produca l’omosessualità, e non si riesce a prevedere in modo rigoroso chi svilupperà questa tendenza perchè vive in un certo ambiente e sottoposto a certi stimoli, si può ben semplificare dicendo tale caratteristica (innata o meno) sia inevitabile e pertanto senza colpa. E quindi permessa anche essa da Dio, per cause inesplorabili.
                  Tra l’altro va valutato che costoro avrebbero tutto l’interesse per non avere tali tendenze, visto quello che ancora oggi la società , soprattutto in alcune nazioni, pensa di loro fino ad arrivare a condanne sociali e persecuzioni anche senza avere prove di rapporti fisici ma soltanto per il modo di porsi e di parlare.
                  Mi colpisce poi che tra tutti gli esempi che potevi portare rispetto ad un eventuale errata indicazione della Chiesa, tu abbia scelto proprio questo, a dimostrazione del fatto che dei fatti della vita, che sono tantissimi, l’attenzione si soffermi sempre sui più morbosi.
                  In altre parole sembri più pronto a perdonare un ladro o un assassino che un uomo onesto ma con modi femminili.
                  Chiediti da dove venga questa tua tendenza, sinceramente più preoccupante e certamente meno innata di quella delle persone di cui stiamo parlando.
                  Salve.

                • Forse verrà dal fatto che quattro sono i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio:
                  1. Omicidio volontario.
                  2. Atti sessuali contro natura.
                  3. Oppressione dei poveri.
                  4. Defraudare il lavoratore della giusta retribuzione.
                  Riguardo al 25%, non è scritto da nessuna parte che « I medici che hanno condotto questa ricerca… hanno giustamente evidenziato che al massimo il 25%… potrebbe avere un concorso di tipo genetico. »;
                  è scritto invece che « È probabile che esistano migliaia di altri geni legati in qualche modo al comportamento sessuale, anche se stimiamo che potrebbero contribuire al massimo per il 25% a questo tratto molto complesso… ».
                  Con quale logica, dopo aver accertato su un campione di mezzo milione di persone che le varianti genetiche « spiegano meno dell’1% della variabilità nel comportamento sessuale », si arriva poi ad affermare che si « stima » un contributo al massimo del 25 %? Non si tratterà, per caso, di una specie di « pegno » pagato ad una specifica lobby,

                • @Mentelibera65
                  Sì, è vero, la rispettabilità « nessuno di noi può effettivamente misurarla nella figura di Bergoglio, che ci arriva mediata dai mezzi di informazione », ma questo non ci interessa. Quel che ci interessa e che possiamo giudicare – anzi dobbiamo – è che tale figura mediata attraverso i mezzi di informazione è proprio quella che lui vuole far passare (si pensi solo ai finti colloqui privati con Scalfari); e anche possiamo e dobbiamo giudicare la pessima luce nella quale lui sempre rappresenta la Chiesa prima di lui, alla cui guida è stato chiamato e il cui insegnamento sarebbe chiamato a difendere; o il suo stile a dir poco naif nel ricercare l’unità della Chiesa mentre afferma di non temere gli scismi, anzi lascia intendere che li auspica, se non proprio manovra per provocarli.

                  Questo non vuol dire che dobbiamo criticarlo o dileggiarlo pubblicamente (come lui peraltro fa o fa fare con chi non lo blandisce, o, peggio, con i cattolici che manifestano la fede attraverso i suoi simboli, mentre ai non cattolici e ai pagani tale privilegio viene concesso financo nei templi cristiani); vuol dire solo che dobbiamo raddoppiare le preghiere per lui e per la Chiesa intera, convinti come siamo che alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà. Ma questo non potrà essere senza un retto giudizio su quanto appare evidente ai nostri occhi e alla nostra coscienza, senza il quale l’onda montante della confusione sincretista e modernista ci spazzerà inesorabilmente via insieme a tutti i tiepidi.

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