Richard Rohr – Il mito distruttivo del liberalismo assoluto

“La maggior ·parte delle persone è abituata e allenata a vivere nella propria coscienza. È il modo attraverso il quale otteniamo ciò che il mondo definisce il successo.
L’unico modo per costruire la nostra torre è escludere l’inconscio. È troppo sconvolgente, troppo vasto, troppo scoraggiante, troppo ingombrante, in altre parole troppo reale, e gli esseri umani riescono a gestire soltanto una quantità limitata di realtà. Di conseguenza, per avere successo, riuscire bene a scuola, costruire la torre, compiacere i nostri genitori o la Chiesa, creiamo un contenitore dell’ego, il guscio nel quale la nostra coscienza
si trova più a suo agio.
Lo scopo della costruzione del contenitore è trattenere ciò che altrimenti potrebbe scoppiare man mano che le nostre vite crescono e si espandono. Il punto non è solo continuare a costruire il contenitore come fine a se stesso: non è lui il prodotto finale. Per questa ragione, la cosa migliore è iniziare il contenitore con un intento di conservazione. È meglio iniziare con una chiara identità dell’ego e dei chiari confini dell’ego – qualcosa di abbastanza forte da dirci chi siamo e chi non siamo, cosa è reale e cosa non lo è..
Le linee tracciate in questa fase sono bianche e nere. È la torre, diritta, chiara, ben definita, che si erge allontanandosi dal terreno, dalla terra e dalla confusione. Un progetto del genere richiede chiarezza, ordine, legge, struttura, e un certo spirito di sincerità.
Gli psicoanalisti sanno come funziona tutto ciò nella vita reale. Non possiamo iniziare da liberali. Sarebbe sciocco dire a un bimbo di quattro anni: fai quel che vuoi, va bene tutto, è tutto splendido. Se lo facciamo,
il bimbo finirà per farsi male in poco tempo. Questa licenza assoluta è una delle illusioni del liberalismo. Nessun mito e nessuna tradizione ha mai affermato che si può iniziare con tutte le opzioni aperte, senza nessun confine chiaro. Se il motto è lasciar vagare l’ego dovunque voglia andare, esso finirà dritto nella distruzione e nell’oblio.”

Rohr, Richard. Esercizi dell’anima per soli uomini, Piemme, 1994, pagg. 180 – 181 (trad. it. Laura Cangemi, Tit. orig. Quest for the Grail)



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25 replies

  1. Un grande Rohr!

  2. Questa riflessione di Rohr è tutt’altro che una semplice metafora.

    Tutti processi vitali sono attuati da entità (cellule, etc) definiti da una “parete” che separa l’interno dall’esterno: i nutrimenti, come anche i prodotti inutilizzabili dell’interno che poi sono espulsi, sono all’esterno. Ci vogliono ponti per permettere questi scambi, ma ci vogliono muri per permettere all’essere vivente di vivere.

    Un mondo dove non ci sono entità identificabili dalla presenza di un muro è semplicemente chaos senza nessuna vita; una vita senza ponti per interagire con il mondo esterno morrebbe per crescita di entropia senza speranza.

    Gli esseri viventi, umani, le società e anche le organizzazioni religiose che si chiudono al resto del mondo sono destinati a morire, e quelli che sono tanto aperti da non avere piú nessun muro che li circonda per definirli smettono di esistere per dissoluzione nel chaos ambientale dal quale non si differenziano piú.

    Grazie per questa proposta di riflessione.

    In Pace

    • La qual cosa mi fa ricordare una riflessione che tu feci tempo fa: usando la fantascienza si può fare filosofia sempre. E spesso dietro la fantascienza c’è una filosofia antropologica assolutamente erronea la quale, al contempo, fa comprendere bene la visione del mondo che l’uomo di oggi applica.
      Con questo in testa, leggendoti, mi sono accorto di quanto incredibilmente “avanti” rispetto alla “liquidità di oggi”, sia lo straordinario (nonchè terribile proprio per quel che andrò a dire) “Neon Genesis Evangelion” oggi riproposto in tutto il suo terribile splendore su Netflix Italia.
      Detta in breve la Seele, organizzazione segreta atta a migliorare l’uomo per renderlo simile a Dei, ha in mente di demolire le “forme” di tutti gli uomini rendendoli solo liquido, quello che nell’anime si chiama LCD. La vita non è forma dell’umano, ma solo quel liquido informe. Assurdo. Pura assurdità metafisica. Eppure…
      Eppure tutto questo è così moderno (20 anni fa!), tutto cosi straordinariamente geniale, tutto così terribilmente mortifero; come tutta la cultura contemporanea di cui NGE non è che una splendida descrizione sci-fi meccanica, teologica. Fra le molte cose anche la descrizione di un tentativo di crescita emotiva e psicologica dei protagonisti ragazzini che, viste le premesse, non può che finire in un modo solo e cioè come si conclude l’anime stesso: con una delle protagoniste che guarda il protagonista maschio completamente schiacciato dagli eventi e dice… “che schifo!”

      https://it.wikipedia.org/wiki/Neon_Genesis_Evangelion

  3. scusate fratelli, se sono off-topic, ma qualcuno di voi mi sa dire se il secondo volume della “filosofia della natura e della scienza” di Gianfranco Basti sia in uscita? ricordo un post di fine anno scorso nel quale dicevate che sarebbe uscito entro la fine dell’estate, io nel frattempo ho recuperato l’ultima copia che ho trovato n line del volume primo. grazie per la risposta.

  4. “Un legalismo e oggettivismo etico egemone sbilanciava sul finis operis e quindi sulla stima oggettiva della legge il metro di valutazione della morale. Bastava la disapprovazione della legge – valevole indistintamente per tutti: non importa chi – a delegittimare e riprovare un comportamento. Papa Francesco, senza nulla togliere al valore e al ruolo della legge, quel metro lo ha ri-equilibrato sulla persona, richiamando il contributo e il peso delle circostanze e delle intenzioni in cui e con cui il soggetto ha agito o agisce. Di qui il ripetuto appello al discernimento, volto a riconoscerle e ponderarle; e al foro interno: il ‘luogo’ proprio del discernimento, dove la coscienza del soggetto incontra quella del pastore, in ordine al giudizio morale delle scelte compiute o da compiere. Il che porta alla legittimazione soggettiva di scelte non ancora conformi alla legge, in un cammino progressivo di avvicinamento alla piena conformità. Non senza l’aiuto della grazia anche sacramentale, stante il significato e il valore medicinale (curante e sanante) della grazia, piuttosto trascurato, ma che il Papa rievoca e mette in evidenza.”

    https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-tradizione-di-francesco-su-matrimonio-e-famiglia

    Ma secondo voi è corretta un’affermazione così?

    • siamo alla fase finale dell’attacco verso la “stima oggettiva della legge come metro di valutazione della morale”
      da una lettera di un sacerdote inviata a Aldo Maria Valli:
      Caro Valli, sono un sacerdote e sento di dire due parole a commento del videomessaggio di papa Francesco per un Patto educativo, messaggio al quale lei ha dedicato, argutamente, l’articolo Il Patto educativo / Trovate l’autore!

      L’annuncio del papa riguardante un movimento di educazione mondiale mi sembra l’apice di un percorso in cui la Chiesa si sta sempre più allineando con i poteri civili, alla ricerca di un consenso internazionale che includerebbe anche tutte le altre religioni.

      È noto che alcune profezie autorevoli parlano precisamente di un nuovo ordine mondiale, che supererebbe tutti i conflitti in nome della cancellazione dell’autentico messaggio del Cristo. La più impressionante delle profezie è proprio quella di Vladimir Solov’ev (da lei opportunamente evocata) che, con il suo Racconto dell’Anticristo, ha previsto nei minimi dettagli la perversione della fede.

      Ultimamente la dinamica appare sempre più chiara. È come se i governi mondiali e la Chiesa cattolica si muovessero all’unisono su parole d’ordine ben precise: pensiamo all’Amazzonia, o al nuovo umanesimo del governo Conte. Siamo arrivati, probabilmente, all’ora in cui tutte le forze alleate contro la Chiesa autentica, contro la famiglia, contro i cosiddetti valori non negoziabili, stanno sferrando l’attacco finale.

      Ma le porte degli inferi non prevarranno, come ci assicura il Vangelo. Anzi, sarà proprio la manifestazione palese del male ad accelerare il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. E finalmente la verità sarà ristabilita.

      https://www.aldomariavalli.it/2019/09/13/siamo-allattacco-finale/

    • @Angela
      Il fatto che la legge sia oggettiva e non assoluta (da cui deriva il fatto che la sua applicazione debba tenere conto di fattori come le circostanze e le intenzioni) è verissimo.
      Sennonché questo spesso diventa una scusa per passare non da una applicazione assoluta della legge ad una oggettiva, ma al vero e proprio relativismo etico, dove vedi diocesi apertamente gay friendly, ad esempio.
      Sant’Alfonso insegnava che i rigoristi edificano per l’inferno (il perché è spiegato qui https://cordialiter.blogspot.com/2017/11/i-rigoristi-edificano-per-linferno.html ), ma purtroppo altrettanto fanno i lassisti relativisti.

  5. “stima oggettiva della legge come metro di valutazione della morale”, ma questo non va al di là delle intenzioni di AL stessa? Chiedo perchè messa così nero su bianco…

  6. Il metro della valutazione dell’atto morale è l’intensità delle virtù umane e teologali del suo autore: poca virtù poco valore, molta virtù molto valore.

    La legge va considerata oggettivamente, non assolutamente e non relativamente: cioè tenendo conto di tutto il contesto concreto nel quale la legge si esprime nel reale e questo lo può fare il più oggettivamente possibile solo una persona veramente virtuosa.

    Meno virtù nell’autore, meno oggettività nella realizzazione della legge, meno valore morale.

    In Pace

    • Concordo, ma cme faccio a valutare le virtù morali della persona senza un ulteriore criterio oggettivo?
      Mi sembra cadere nella tautologia.

      • La tua valutazione degli atti altrui sarà tanto più oggettiva quanto tu stessa sarai più virtuosa.
        Solo Dio stesso essendo perfettamente virtuoso può dare un giudizio perfettamente oggettivo delle virtù della detta persona.
        In Pace

    • @Simon

      L’atto di una prostituta che sacrifica la sua vita per salvare quella di suo figlio è meno virtuoso perché fatto da una prostituta?

      • Dipende: sacrifica la sua vita per virtù o per altro motivo?
        In Pace

        • Per amore verso il figlio.

          Perlomeno, questo è ciò che farebbe in genere una madre.

          • Si ma lo fa per virtù o per istinto? Per istinto non c’è nessun merito particolare visto che è semplice reazione animale.

            Devi anche sapere che quando sei in una situazione di peccato mortale, cioè quando le tre virtù teologali non sono operanti per santificarti, qualunque atto buono commesso anche per virtù umana non ha nessun valore valore salvifico, il quale sarà ri-assunto pienamente solo quando ci si ritrova in stato di grazia.

            Per giunta il fatto di sacrificare la propria vita per altrui o per un ideale superiore non implica per forza un atto santificante di per sé ma può anche condurre alla dannazione eterna, come il suicidio dei kamikaze islamisti ne sono un esempio, o quello della vecchietta che si fa suicidare da Exit per liberare il mondo.

            Il dare la propria vita per altrui è un atto di amore se, e solamente se, come qualunque atto di amore, procede dalla volontà in quanto espressione di una virtù e non di un capriccio: l’amore è un atto della volontà ripetuto e assimilato coscientemente, lungo il tempo, fino al punto da essere così facile che uno lo esercita senza neanche rendersene conto ed è diventato un habitus e non è espressione dell’istinto animale o altro.

            In questo contesto la Parola di Gesù quando afferma che “Non c’è più grande atto di amore che dare la propria vita” per altrui prende il suo senso: di tutti gli atti che tale virtù dell’amore può generare, il più grande è quello di dare la propria vita. Che poi è quello che Egli fece.

            In Pace

            • dal catechismo:
              “1861 Il peccato mortale è una possibilità radicale della libertà umana, come lo stesso amore. Ha come conseguenza la perdita della carità e la privazione della grazia santificante, cioè dello stato di grazia. Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l’esclusione dal regno di Cristo e la morte eterna dell’inferno; infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili. Tuttavia, anche se possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave, dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio”.

              C’è chi in questo articolo ignora sempre l’ultimo capoverso : “Tuttavia, anche se possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave, dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio”.

              Si può sostenere che una vita virtuosa possa essere certamente inficiata da un unico peccato mortale, non confessato ? Il Dio della misericordia consentirebbe ad Hitler di salvarsi con una sincera confessione finale, e permetterebbe che Madre Teresa di Calcutta andasse all’inferno per una debolezza finale? Questa è la domanda che molti si pongono da sempre. Ed anche la Chiesa se la pone, con la frase “dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio”.

              Sostenere quindi , con certezza granitica, che atti pienamente virtuosi, compiuti con sincerità di cuore e consapevolezza piena da chi per altre ragioni si trova in peccato mortale, non abbiamo alcun valore agli occhi di Dio, significa fare di Dio un notaio e contraddire la Chiesa che sulla salvezza invita ad essere sempre molto cauti nei giudizi.

              Salve.

              • Chi compie atti “pienamente virtuosi” non può essere in stato di peccato mortale.

                Per il resto abbiamo già detto che solo il Virtuoso Perfetto cioè Dio, può giudicare con perfetta oggettività: quest’ultima non ci è di immediato accesso.
                Salve.

                In Pace

  7. Così come la prima « terra » da evangelizzare siamo noi stessi, così in ognuno di noi c’è un fariseo attaccato a legge e tradizioni fate da uomini e un sadduceo alla ricerca del compromesso con il mondo. Ciò che accomuna fariseo e sadduceo è il prevalere del proprio interesse rispetto a ciò che è di Dio. La pratica delle virtù, con l’aiuto di Dio, serve tra le altre cose per smascherare e correggere il fariseo e il sadduceo che sono in noi.
    Grazie di questa interessante citazione, e grazie dei post sul « Pio: Vero santo moderno », davvero utili nella confusione attuale.
    Ben ritrovati e buona giornata a tutti.

    • Probabilmente più sadducea, in ogni caso avendo a che fare con ambienti e culture molto secolarizzate penso che sarebbe più agevole avere dei punti fermi.
      Perché già è faticosissimo trovare un minimo di sintesi tra mondi diversi ci manca solo la fatica per capire cosa vuole dirci la Chiesa.

      • La Chiesa ti dice come punto fermissimo di diventare sempre più virtuosa, con l’aiuto del Signore che è sempre garantito: non c’è niente di incomprensibile in questo, neanche per i mondani e i viziosi.

        Non siamo sottomessi alla Legge come l’uomo vecchio: siamo liberi e la piena libertà si realizza nell’esercizio sempre perfettibile delle virtù.

        In Pace

  8. @Simon

    Niente, come non detto, ho visto che sono nel topic di Trianello e sono ancora in moderazione, errore mio.

  9. Nel topic su Trianello ho scritto il perché ho preso la decisione che non avrei più scritto qui motivandolo, e rispondendo a chi mi accusava di essere un troll modernista linkando un blog nel quale ho portato argomentazioni (venendo bannato per questo) che nessun troll modernista porterebbe, contro la lobby gay nella Chiesa che mira a giustificare certe cose.

    Per tutta risposta, quei commenti sono stati cancellati, non permettendomi nemmeno di spiegare il perché non ho più intenzione di scrivere qui, e soprattutto non permettendomi di mostrare quanto io sia “un troll modernista” (ma del resto se qualcuno ha detto questo tale affermazione deve rimanere unchallenged, evidentemente).

    Boh. Non ci sono parole.

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