All’Alba Del Settimo Anno Del Pontificato Di S.S. Francesco

Sono ormai passati sei anni dall’elezione del Card. Jorge Bergoglio a Vescovo di Roma e ormai possiamo già caratterizzare questo papato con quattro parole: Groupthink manageriale, Omocrazia imperante, magistero non autorevole e profonda disconnessione con il sensus fidei fidelium, assenza di autorevolezza personale.

Il “mandato” che aveva ricevuto all’epoca dai suoi confratelli cardinali era quello di riformare la Curia vaticana. Entriamo ora nel settimo anno e vediamo che la ristrutturazione organizzativa della Santa Sede, forte dei suoi soli 4000/4500 impiegati non è ancora terminata, non solo, ma osserviamo una complessificazione di strutture con la creazione di nuove entità e l’accorpamento, non semplificatorio, ma complessificante, delle strutture precedenti; oltre che ad un accresciuta opacizzazione de facto dei processi decisionali. Uno stile manageriale autocratico e focalizzato intorno alle persone a disposizione, il tutto causato da un’ormai ovvia assenza di visione della missione della Santa Sede e quindi, conseguentemente, decisioni prese da un C9 (ora C6) che soffre con ovvia evidenza di quella conosciutissima patologia funzionale di comportamento collettivo denominata Groupthink.

Ma questo sesto anniversario del Papato francescano sarà ricordato dalle generazioni future, come già abbiamo avuto occasione di ricordarlo, come l’anno dove, ufficialmente, iniziò l’era dell’Omocrazia ai massimi vertici della Chiesa cattolica.

Questa ufficializzazione era stata annunciata implicitamente dall’attuale Santo Padre quando derise fin dai primi mesi del suo pontificato coloro che erano pronti a sacrificarsi per la vita e la loro famiglia trattandoli di conigli, o con la sua iconica affermazione del “Chi sono io per giudicare”, al consigliare a tutti di mettersi a ginocchio di fronte alle fumose teorie del noto teologo omosessualista Kasper, seguito dalla sistematica promozione di personaggi “gayfriendly” nei posti chiavi dell’amministrazione vaticana come ad esempio quella del Card Farrel che ha vissuto nello stesso luogo che l’ex Card. McCarrick, pedofilo e grande amatore di giovani seminaristi, durante ben sei anni senza accorgesrsi di niente secondo il suo dire, al Dicastero per la Famiglia e pure, ora, come Camerlengo, oppure dalla rimozione di coloro che non sono omosessualisti, come il Card. Müller, fino, addirittura, alla sparizione nei documenti e discorsi ufficiali dei termini “omosessualità” (e “adulterio”)

A ben guardare queste prese di posizione del Santo Padre non escono dal niente, ma provengono da una sua lunga abitudine a coprire e a difendere il clero attivamente omossessuale e pedofilo di cui era in carica in Argentina, come il caso Grassi di cui aveva preso la difesa a spada tratta, il caso Gustavo Zanchetta nominato assessore all’APSA, di cui era addirittura il direttore spirituale e di cui conosceva per forza i “penchants” per i giovani maschi, sotto inchiesta per abusi eppure invitato personalmente dal Santo Padre in questi giorni al suo ritiro spirituale.

Tutte queste coperture, ma anche lo scandalo cileno e la cattivissima gestione dell’ultimo incontro dei presidenti delle conferenze episcopali sulla questione degli abusi, fanno sì che è chiaro per tutti che la persona di Jorge Bergoglio ha ormai perso ogni autorevolezza personale, visto che reagisce solo quando costretto ed obbligato, rifuggendo dal prendersi le proprie responsabilità personali.

Le conseguenze sulla sua autorevolezza personale si fanno già risentire: i giovani non lo seguono più, come avevamo già visto con il fiasco totale delle GMG a Panama dell’anno scorso, non solo ma come anche vediamo statisticamente il calo dei canditati al sacerdozio.

La misura dei canditati al sacerdozio è interessante in quanto dà il polso immediato delle vocazioni durante un papato: infatti il numero totale di sacerdoti, che vanno dai 25 ai 100 anni di vita riflettono solo un trend lungo e complesso che va su praticamente tre generazioni e ingloba i grandi spostamenti mondiali in termini demografici, culturali e religiosi; mentre il numero di canditati al sacerdozio, essenzialmente giovani dai 18 ai 28 anni, ci indica l’attrazione al sacerdozio presso i giovani della generazione attuale, e ingloba naturalmente quelli che ogni anno lasciano e quelli che entrano in primo anno che sono sempre molto numerosi all’inizio del percorso, esso ci dà quindi uno scatto fotografico immediato.

Orbene i dati ufficiali  indicano una costante crescita di seminaristi maggiori durante il regno di S.S. Benedetto XVI  ( 118.990 nel 2010, 120.616 nel 2011,  120.051 nel 2012) mentre “l’effetto Francesco” è puramente negativo negli anni seguenti (solo 118.251 già nel 2013, 116.939 nel 2014 ,  116.843 nel 2015, 116.160 nel 2016,  a 115.328  nel 2017). La “Chiesa di Bergoglio” non attira i giovani: e come potrebbe quando egli stesso non compartisce pienamente il sensu fidei del Popolo di Dio?

Il suo magistero è troppo spesso impregnato di teorie mondane, pseudo-scientifiche e ideologizzate, penso qui alla Evangelii Gaudium o alla Laudato Sì o allo sfasamento con il reale mostrato nella sua analisi “sociologica” del fenomeno degli abusi o alle sue varie altre sortite incongruenti, per poter essere preso candidamente per il suo “valore nominale” e poter essere accettato automaticamente come Magistero Autentico dal cattolico che vive del sensus fidei della Chiesa onestamente e pristinamente.

La presenza di Jorge Bergoglio al sommo vertice della Cristianità è la causa diretta e visibile di sei anni scadenti sul piano spirituale, manageriale, teologico, magisteriale in quanto dovuti ad una personalità impreparata filosoficamente e teologicamente, incapace di ammettere intorno a lui persone che non la pensino come lui, pauroso del faccia a faccia con i contraddittori, con un passato, che purtroppo si protrae, di coperture di abusi, con un’agenda senza spiritualità ma puramente orizzontale inattraente per chi ha fame di Dio e non desidera vivere di solo pane.

A questo punto, possiamo solo pregare per lui e per le sue intenzioni quando esprimono quel che la Chiesa vuole che sia fatto e, quanto a noi, pregare lo Spirito Santo per aiutarci a diventare sempre più santi: ogni popolo ha i governanti che si merita e, chiaramente in quanto causa indiretta ed invisibile, ci siamo meritati, alla grande, questo Papato.

Oremus et pro Papa nostro Francisco

In Pace



Categories: Attualità cattolica, For Men Only, Simon de Cyrène

6 replies

  1. L’ ultima di Papa Francesco: la sua foto sorridente con un gruppo di cattolici che si definiscono “ Cattolici LGBT+ E che hanno fondato un gruppo proprio sull’ identita’ LGBT+ , quindi non singole persone cattoliche omosessuali, ma aderenti all’ ideologia LGBT+ E che si presentano al papa non come semplici cattolici, ma come attivisti di una ideologia, di un gruppo.
    Su questa foto il Padre Cavalcoli ha scritto un commento che si puo’ leggere sul blog di Tosatti e che inizia con queste parole: “Il papa sta dimostrando in modo sempre piu’ chiaro l’ incoerenza fra il suo magistero e la sua pastorale”
    Il che significa che c’ e’ una incoerenza di fondo nell’ uomo Bergoglio. Egli infatti lo sappiamo ha parlato spesso contro la teoria del gender, ha parlato anche spesso della dottrina morale della Chiesa senza negarla, ha addirittura auspicato che gli omosessuali non siano ammessi al sacerdozio, ma poi nel pratico lancia messaggi contraddittori al mondo LGBT+: sull’ adulterio e sull’ omosessualita’ in pratica non si e’ ancora capito quale dei due messaggi del Papa sia quello vero: da una parte dice di non negare la dottrina dall’ altra sembra avallare e promuovere comportamenti contrari alla dottrina. Duplicita’ funesta: perche’ ciascuno ci puo’ vedere conferma alle proprie idee, i cosiddetti cattolici LGBT+ possono vedere una approvazione nei loro confronti, mentre gli altri fedeli possono invece appellarsi alle predicazioni e alle omelie anti-gender.
    Alla fine ognuno e’ contento? No, ognuno e’ insoddisfatto perche’ la duplicita’ non piace a nessuno. I cattolici LGBT+ per ora si accontentano di una foto ma nel futuro vorranno parole chiare e definitive che li approvino senza dubbio, che approvino la loro teoria , e cosi’ pure , d’altro canto, ii fedeli vorranno parole chiare sulla omosessualita’ da parte della massima autorita’ Spirituale della Chiesa cattolica.
    L’ ambiguita’ o l’ incoerenza possono sembrare una tattica dilazionatoria. Non volendo prendere di petto la spinosa questione si dice che il Papa prenda tempo. Ma prima o poi dovra’ pronunciarsi.
    Sempre che le incoerenze, le contraddizioni, le incertezze che sembrano travagliare l’ uomo Bergoglio, non lo rendano paralizzato e incapace di decisioni chiare e nette , come alle volte si ha l’ impressione che avvenga, Dare un colpo al cerchio e uno alla botte, predicare nelle omelie quelli che poi si disconosce nella pratica, non puo’ andare avanti all’ infinito.

    • Omocrazia.
      In Pace

    • @ Gian Piero

      “Duplicita’ funesta: perche’ ciascuno ci puo’ vedere conferma alle proprie idee, i cosiddetti cattolici LGBT+ possono vedere una approvazione nei loro confronti, mentre gli altri fedeli possono invece appellarsi alle predicazioni e alle omelie anti-gender.”

      Questo comportamento è quello tipico peronista, infatti. Bisogna comprendere il background peronista di Bergoglio https://onepeterfive.com/the-peron-rule/

  2. @ Simon

    “A ben guardare queste prese di posizione del Santo Padre non escono dal niente, ma provengono da una sua lunga abitudine a coprire e a difendere il clero attivamente omossessuale e pedofilo di cui era in carica in Argentina, come il caso Grassi di cui aveva preso la difesa a spada tratta, il caso Gustavo Zanchetta nominato assessore all’APSA, di cui era addirittura il direttore spirituale e di cui conosceva per forza i “penchants” per i giovani maschi, sotto inchiesta per abusi eppure invitato personalmente dal Santo Padre in questi giorni al suo ritiro spirituale. Tutte queste coperture, ma anche lo scandalo cileno e la cattivissima gestione dell’ultimo incontro dei presidenti delle conferenze episcopali sulla questione degli abusi, fanno sì che è chiaro per tutti che la persona di Jorge Bergoglio ha ormai perso ogni autorevolezza personale, visto che reagisce solo quando costretto ed obbligato, rifuggendo dal prendersi le proprie responsabilità personali.”

    E pensare, caro Simon, che i cortigiani berGOGliani hanno anche la faccia tosta, mista a sprezzo del ridicolo, di affermare che “Francesco ha messo in pratica la tolleranza zero su situazioni inaccettabili come gli abusi nella Chiesa”“ http://www.chietitoday.it/attualita/sei-anni-papa-francesco–arcivescovo-bruno-forte-riflessioni-pontificato.html

    Mi chiedo se, per arrivare a questi rivoltanti livelli, sia sufficiente la “semplice” disonestà intellettuale o, in assenza di patologie psichiatriche, sia necessario il peccato contro lo Spirito Santo, perché un tale disprezzo per la verità e un tale amore per la falsità sembrano quasi “irreali”.

  3. L`unica espressione profetica di Bergoglio l`ha fatta il giorno dopo la sua elezione quando sul bus ha detto ai cardinali:
    “Andiamo ha pregare perche Dio vi perdoni l`avermi fatto Papa”.

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