La Paura Di Dare il Vero Nome Al Male Degli Abusi

Con il discorso linkato qui il Santo Padre ha chiuso oggi i quattro giorni della riunione dei presidenti delle Conferenze Episcopali del mondo intero riunite a Roma. Per chi desidera una lettura ufficiale di queste giornate rinvio gli utenti a quest’editoriale del sempre eccellente Andrea Tornielli linkato qui: Il coraggio di dare un nome al male degli abusi.

Personalmente, avendo seguito queste quattro giornate da molto vicino ed in dettaglio, mi sono fatto le stesse domande che i giornalisti della sala stampa si sono posti durante il debriefing di oggi e la cui video trovate qui.

Ognuno di noi legge gli avvenimenti ai quali partecipa sulla base delle proprie esperienze personali oltre che alle proprie conoscenze: esse danno sempre un quadro meta-epistemico nel quale impostare i dati grezzi ricevuti per trasformarle in informazione eppoi in conoscenza.

Tutta questa faccenda degli abusi e l’impostazione che la gerarchia vaticana ne dà mi ricordano il passaggio del millennio, quando lavoravo per grandi corporazioni americane all’internazionale gestendo praticamente tre continenti e semicontinenti. Erano gli anni successivi agli scandali della Enron, della Tyco e altre, quando il legislatore americano venne fuori con leggi chiamate Sarbanes-Oxley per risolvere nel futuro in particolare le problematiche legate alla corruzione negli ambienti degli affari. Anni dove si parlava di responsability, accountability e transparency, dove i codici di condotta si sono moltiplicati alla grande, regolamenti e procedure furono aggiunti in ogni impresa, ogni manager di un certo livello doveva firmare ogni trimestre sul suo onore una discarica personale dove garantiva agli azionisti che niente di sbagliato avveniva nel suo settore in carica; anni dove corsi di buon comportamento erano obbligatori a tutti i livelli delle organizzazioni e in tutte le geografie. Le imprese le migliori e le più rapide per implementare queste regolamentazioni e buone attitudini furono le banche, ovviamente. Purtroppo questo non impedì il grande crash delle subprimes da parte della Lehman’s Brother e i comportamenti anti-etici della Goldman Sachs e di altre istituzioni finanziarie sette anni più tardi, tutte perfettamente allineate sui codici di etica richiesti da Sarbanes-Oxley.

Analizzando con il senno del poi il perchè questo fu possibile ne trassi due conclusioni: la prima è che le imprese non cercavano in realtà di essere davvero responsible, accountable e transparent, ma rimandarono l’onere di esserlo ai singoli individui in carica delle sottostrutture le più importanti che firmavano a nome proprio. Se qualcosa andava male non era più la colpa dell’istituzione ma del dirigente che aveva mentito firmando. D’altronde se non firmava, non era al posto giusto visto che non era capace di gestire una situazione disonesta, ovviamente.

La seconda conclusione è che c’è una schizofrenia de facto nelle società e nelle imprese americane: da una parte una richiesta formale deontologica molto forte, mentre d’altra parte l’etica effettiva è quella utilitaristica. Concretamente, ad esempio, si chiedeva di aver risultati sempre in crescita in paesi del mondo con bassissimo livello etico negli affari e al contempo sempre attenersi religiosamente alla legislazione Sarbanes-Oxley.

Quindi questo poteva funzionare solo quando il dirigente che gestiva e firmava aveva virtù umane consolidate e la capacità di prendere le miglior decisioni possibili in un contesto dato nel quadro delle costrizioni date grazie all’esercizio costante delle virtù personali di prudenza, temperanza, coraggio giustizia. Chiaramente quando questo non c’era il sistema poteva solamente fallire visto che non produceva, di per sè, managers virtuosi, e, infatti, ci mise solo sette anni per fallire drammaticamente.

Orbene, tutta questa riunione organizzata da Papa Francesco mi fa pensare ad un’immensa operazione di window-dressing , con molta fuffa e poca sostanza, in quanto si concentra sul solo aspetto formale della risoluzione del problema alfine di garantirsi un minimo di politicamente corretto e di protezione dei … minorenni? macchè, dell’Istituzione . E non dell’Istituzione Chiesa Cattolica, ma dell’istituzione Gerarchia della Chiesa Cattolica.

Sarà perchè le gerarchie vaticane sono passate attraverso il processo della “purificazione” dello IOR, sarà perchè sono stati influenzati dagli americani tipo Farrell, Cupish, O’Malley o altri anglosaxoni, ma l’uso delle tre parole alla moda, responsibility, accountability, transparency per risolvere tutti i problemi senza andare a guardare la vera origine di questo obbrobrio sembrano usciti dritti dritti da certi manuali di business schools.

Ma il risultato quale sarà? Una produzione di documenti, di direttive, di codici di condotta, la creazione di procedure pensate per colmatare buchi attraverso i quali l’Isitituzione potrebbe essere colpita, garantire un’immagine perfetta e rigettare ormai i problemi futuri sulle spalle dei vescovi individuali. E già sentiamo che ci saranno a poco nuove leggi molto strette per contrare gli abusi nello Stato del Vaticano, reputato per il grande numero di bambini e adolescenti che vi abitano, libretti con vademecum molto chiari per i vescovi, valutazioni della messa in pratica di direttive passate nelle varie conferenze episcopali.

Dio mio, non che queste cose non siano utili e forse anche necessarie, come anche Sarbanes-Oxley lo fu a suo tempo in un altro contesto: ma non sono sufficienti, e di gran lunga, per risolvere il problema di fondo che è in questo caso, di avere un clero con qualità umane e spirituali ben al di sopra di quello che purtoppo queste orribili faccende ci obbligano di constatare: se non si formano gli uomini alle virtù non c’è regola o procedura che tenga.

In realtà l’équipe maganeriale intorno a Francesco e, Francesco stesso visibilmente, non hanno mai avuto l’intenzione di risolvere il problema nel suo fondo. Anzi , hanno sempre tentato di annegare il pesce.

Anche nel discorso di oggi Francesco si è rifatto ai quattro dati statistici riferiti dall’UNICEF e di cui abbiamo già parlato e analizzato: (a) non volendo notare che c’è una grande differenza tra gli abusi fuori della Chiesa e quelli dentro la Chiesa e che necessitano un’attenzione molto particolare e cioè che fuori della Chiesa >90% degli abusi è fatto su persone di sesso femminile, mentre dentro la Chiesa >90% si è fatto su persone di sesso maschile da persone di sesso maschile; (b) rigettando la colpa del fenomeno sul clericalismo, in un discorso dialettico marxisteggiante tipo scuola di Francoforte, mentre in realtà è un problema di concupiscenza e di lascivia e lussuria che usa del potere a disposizione per realizzarsi: è nella condiscendenza verso questi vizi che la corruzione nutre e si cresce.

Il perchè il punto (a) non è stato mai nominato, anzi rigettato, lo abbiamo già analizzato precedentemente: tutta la gerarchia che conta intorno al Santo Padre, per scelta sua, è composta di omosessualisti notori e si debbono proteggere tra di loro.

Il perchè del punto (b) è perchè questa stessa gerarchia al vertice del Vaticano nel 2019 non sa più cosa sia e/o non vive bene la castità e la purezza del cuore, dell’anima e del corpo: non c’è altra spiegazione.

Il discorso ipocrita circa responsability (degli altri), accountability (degli altri) transparency (si ma non troppo e per gli altri solo ad ogni modo) è semplicemente una facciata deontologica per meglio nascondere un pensiero molto utilitaristico: come uscirsene il meglio possibile da questa compagine.

Un discorso forte del Santo Padre avrebbe nominato le cose: “Abbiamo un problema di omosessualità e un problema di purezza e castità nel nostro clero: le due misure immediate da prendere saranno (1) non lasciare mai più accedere persone con tendenze omosessuali al sacerdozio, per davvero, e avere un occhio vigilante su quelle che ci sono già per prudenza, (2) rieducare il Popolo di Dio ai valori della Purezza e della Castità fuori e dentro il matrimonio e che questo sia integrato alla pastorale dei sacramenti in modo coerente”

Il caro Dr Tornielli si chiedeva quale segno lascerà quest’evento: Mi sono anch’io posto questa domanda: tra 500 anni cosa gli storici diranno di questo avvenimento? Secondo me che, alla stessa stregua che nel 904 con l’elezione di Papa Sergio II incominciò la Pornocrazia al vertice della Chiesa, così questi quattro giorni del febbraio 2019 segneranno ufficialmente l’avvento della Omocrazia ai vertici della Chiesa Cattolica. La Pornocrazia durò 12 papi e 60 anni: quanti anni e quanti papi durerà l’Omocrazia?

Oremus semper et pro Papa Nostro Francisco

In Pace



Categories: Attualità cattolica

12 replies

  1. Credo fosse papa Sergio III non II.

    Sembra comunque che ormai non si possa fare a meno del linguaggio burocratico.

  2. Bastavano poche sentite parole evangeliche: il sacerdozio e’ una missione data da Nostro Signore, che esige dal suo consacrato la castita’ ,la purezza del cuore e del corpo, il servizio a Dio esclusivo e non alle proprie passioni. Il sacerdote che si macchia di tradimento verso il proprio stato di consacrato, e si macchia di orribili peccati , non una volta o due per debolezza, ma nell’ intera sua esistenza, votata solo al soddisfacimento delle proprie pulsioni sessuali e/o di potere, non puo’ piu’ dire di essere un sacerdote di Gesu’ . Dunque tutti i preti coninvolti e i vescovi insabbiatori risultati colpevoli devono essere puniti dalla giustizia civile.
    Si e’ voluto invece parlare di “ protezione dei minori” con una serie di norme per il futuro teoricamente invece di “ corruzione morale dei sacerdoti”praticamente e con giuste punizioni per il passatoE’ come se a Norimberga invece di punire per i propri crimini personali i gerarchi nazisti si fosse parlato solo teoricamente di come salvare ( nel futuro) gli ebrei senza prendere provvedimenti contro gli aguzzini .
    Le vittime dei passati crimini non devono aspettarsi nulla da questo summit: per loro nn ci sara’ giustizia. Sono state prese in giro dopo essere state devastate nella loro vita.
    Come si dice a Napoli questo Summit si chiude con la triste filosofia “ Chi ha avuto ha avuto ha avuto , chi ha dato ha dato ha dato, scurdammoße o passato”

  3. Quattro giorni di riunione per arrivare a concludere, giustamente, che le vittime della pedofilia debbono essere aiutate e che la pelofila è un grave peccato:
    – e della macina da mulino che molti sacerdoti sarebbe meglio si legassero al collo per gettarsi in mare ci si è dimenticati?
    – e della condanna sia di coloro che praticano l’omosessualità sia di quelli che approvano i loro comportamenti ci si è dimenticati?

    Mi sento come svuotato, ma ora più che mai non posso che ripetere anch’io:
    “Oremus semper et pro Papa Nostro Francisco”

  4. Quanto passerà? Forse sette anni, poi i crediti deteriorati e i derivati tossici si faranno sentire nei bilanci… purtroppo.

  5. @Simon

    Il succo del tuo articolo purtroppo è questo

    “In realtà l’équipe maganeriale intorno a Francesco e, Francesco stesso visibilmente, non hanno mai avuto l’intenzione di risolvere il problema nel suo fondo. Anzi , hanno sempre tentato di annegare il pesce.”

    Ed è davvero, alla prova dei fatti, impossibile darti torto.

    Il Salmo 111 insegna che “principio della sapienza è il timore del Signore“. Noi stiamo assistendo, nostro malgrado, all’insipienza di chi, del Signore, tutto ha meno che timore (e questa è una evidenza lapalissiana, perché chiunque abbia anche solo un’oncia di Timor di Dio non agirebbe in questo modo).

    In futuro potranno rimpiangere, ahimè, di non avere avuto più timore fintanto che c’era tempo.

    Penso che sarebbe stato utile per loro meditare Galati 6,7 “7Non fatevi illusioni: Dio non si lascia ingannare. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato”.

    • In nocciolo del mio articolo è di constatare che nel 2019 il governo umano della Chiesa al suo vertice più alto è omocratico.
      Non per niente il clericalismo omocratico genera tanti abusi di stampo omosessuale su bambini, adolescenti, giovani adulti e subordinati: si dovrebbe coniare la parola “omoclericalismo“.
      In Pace

  6. “Sentite che cosa mi scrive un prete, molto deluso dall’esito dell’incontro: “Questo meeting degli episcopati ha partorito solo vaghe indicazioni di tipo procedurale su trasparenza, denunce e processi, ma nulla sulle cause del fenomeno, in primis l’omosessualità e i costumi non casti dei consacrati, sia etero sia omosessuali. Ma solo partendo da queste cause è possibile affrontare il problema radicalmente e fare vera prevenzione. Il livello dell’analisi, così come la proposta dei rimedi, è rimasta nell’ambito giuridico, canonico e amministrativo, senza toccare la sfera morale. Come se il sesto comandamento in tutta la faccenda non c’entrasse per nulla! Ma questo è un modo pagano di affrontare la questione, non cristiano, né tanto meno cattolico”.

    dal blog Duc in altum di AMValli

    • “Come se il sesto comandamento in tutta la faccenda non c’entrasse per nulla! Ma questo è un modo pagano di affrontare la questione, non cristiano, né tanto meno cattolico”.

      Come dicevo l’altro giorno, questa frase https://m.youtube.com/watch?v=cz85rgltgzU può ben riassumere questa travesty di Sinodo.

  7. A me non basterebbe quel discorso del Papa Simon. Mi domanderei perchè dovrei credere che ora faranno per davvero quello che non hanno fatto fino addesso? Per credere dovrei vedere che almeno il padre Martin ed altri filo gay sono messi a tacere.
    Chi educherà il Popolo di Dio alla castità e la purezza? Gli stessi che erano direttori dei seminari di Macarrick?

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