Il Manifesto della fede del cardinale Müller

Ecco un’espressione chiara e limpida del sensus fidei fidelium che, da cattolici, facciamo nostra senza remore alcuna, senza nessuna restrizione mentale in quanto associarvisi procura una pace spirituale, intellettuale e emotiva profonda, e dove c’è la Pace c’è il Cristo e il Suo odore soave!

È sintentizzata l’espressione più completa della nostra fede in questo febbraio 2019 : è come un simbolo attanasiano o niceno ma espresso per questo tempo nostro.

Non è per caso ma, anzi, sicuramente voluto dalla Provvidenza, che sia un fedele ed un chierico, peraltro anche vescovo e cardinale, della diocesi di Roma che lo esprime in modo così compiuto: che questo “Credo” ci venga dalla diocesi “primaziale” del cattolicesimo è un segno forte sul piano mistico e ecclesiastico.

Questo Manifesto ci unisce tutti noi: fedeli, chierici e vescovi dell’Orbe cattolico in unione con il Santo Padre che condividono lo stesso sensus fidei da duemila anni, dai tempi degli apostoli e dei primi discepoli intorno a Pietro, fino al giorno d’oggi incluso.

La fonte originale la trovate qui su il Foglio di oggi: leggete, aderite con il vostro cuore e la vostra mente e fate seguire questo Manifesto presso un massimo numero di persone intorno a voi. e pregate per il Card. Mueller e per il Santo Padre.

“Chiediamo al Signore di farci conoscere quanto è grande il dono della fede cattolica, attraverso il quale si apre la porta alla vita eterna” e preghiamo in particolare per il Card. Mueller e per il Santo Padre.

In Pace

(Qui sotto grassetti miei)

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Non sia turbato il vostro cuore!” (Gv 14,1)

(I numeri nel testo si riferiscono al Catechismo della Chiesa cattolica)

Dinanzi a una sempre più diffusa confusione nell’insegnamento della fede, molti vescovi, sacerdoti, religiosi e laici della Chiesa cattolica mi hanno invitato a dare pubblica testimonianza verso la Verità della rivelazione. E’ compito proprio dei pastori guidare gli uomini loro affidati sulla via della salvezza, e ciò può avvenire solamente se tale via è conosciuta e se loro per primi la percorrono. A proposito ammoniva l’Apostolo: “A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto” (1Cor 15,3). Oggi molti cristiani non conoscono più nemmeno i fondamenti della fede, con un pericolo crescente di non trovare più il cammino che porta alla vita eterna. Tuttavia, compito proprio della Chiesa rimane quello di condurre gli uomini verso Gesù Cristo, luce delle genti (vedi LG 1). In questa situazione, ci si chiede come trovare il giusto orientamento. Secondo Giovanni Paolo II, il Catechismo della Chiesa Cattolica rappresenta una “norma sicura per l’insegnamento della fede” (Fidei Depositum IV). Esso è stato scritto allo scopo di rafforzare i fratelli e le sorelle nella fede, una fede messa duramente alla prova dalla “dittatura del relativismo”.

1. Dio uno e trino, rivelato in Gesù Cristo

L’epitome della fede di tutti i cristiani risiede nella confessione della Santissima Trinità. Siamo diventati discepoli di Gesù, figli e amici di Dio, attraverso il battesimo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. La differenza delle tre persone nell’unità divina (254) segna una differenza fondamentale nella fede in Dio e nell’immagine dell’uomo rispetto alle altre religioni. Riconosciuto Gesù Cristo, i fantasmi scompaiono. Egli è vero Dio e vero uomo, incarnato nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo. Il Verbo fatto carne, il Figlio di Dio è l’unico Salvatore del mondo (679) e l’unico mediatore tra Dio e gli uomini (846). Per questo, la prima lettera di Giovanni si riferisce a colui che nega la sua divinità come all’anticristo (1Gv 2,22), poiché Gesù Cristo, Figlio di Dio, dall’eternità è un unico essere con Dio, suo Padre (663). È con chiara determinazione che occorre affrontare la ricomparsa di antiche eresie che in Gesù Cristo vedevano solo una brava persona, un fratello e un amico, un profeta e un esempio di vita morale. Egli è prima di tutto la Parola che era con Dio ed è Dio, il Figlio del Padre, che ha preso la nostra natura umana per redimerci e che verrà a giudicare i vivi e i morti. Lui solo adoriamo in unità con il Padre e lo Spirito Santo come unico e vero Dio (691).

2. La Chiesa

Gesù Cristo ha fondato la Chiesa come segno visibile e strumento di salvezza, che sussiste nella Chiesa cattolica (816). Diede alla sua Chiesa, che “è nata dal cuore trafitto di Cristo morto sulla croce” (766), una struttura sacramentale che rimarrà fino al pieno compimento del Regno (765). Cristo, capo, e i credenti come membra del corpo sono una mistica persona (795), per questo motivo la chiesa è santa, poiché Cristo, unico mediatore, l’ha costituita sulla terra come organismo visibile e continuamente la sostiene (771). Attraverso di essa l’opera redentrice di Cristo diventa presente nel tempo e nello spazio con la celebrazione dei SS. Sacramenti, soprattutto nel Sacrificio eucaristico, la S. Messa (1330). La Chiesa trasmette con l’autorità di Cristo la divina rivelazione, “che si estende a tutti gli elementi di dottrina, ivi compresa la morale, senza i quali le verità salvifiche della fede non possono essere custodite, esposte o osservate” (2035).

3. L’Ordine sacramentale

La Chiesa è in Gesù Cristo il sacramento universale della salvezza (776). Essa non riflette sé stessa ma la luce di Cristo, che splende sul suo volto, e ciò avvenire solo quando il punto di riferimento non è l’opinione della maggioranza né lo spirito dei tempi, ma piuttosto la Verità rivelata in Gesù Cristo, che ha affidato alla Chiesa cattolica la pienezza di grazia e di verità (819): Egli stesso è presente nei sacramenti della Chiesa.

La Chiesa non è un’associazione creata dall’uomo, la cui struttura può essere modificata dai suoi membri a proprio piacimento: essa è di origine divina. “E’ Cristo stesso l’origine del ministero nella Chiesa. Egli l’ha istituita, le ha dato autorità e missione, orientamento e fine” (874). Ancora oggi è valido l’ammonimento dell’Apostolo secondo cui maledetto è chiunque proclami un altro Vangelo, “anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo” (Gal 1,8). La mediazione della fede è inscindibilmente legata alla credibilità umana dei suoi annunziatori: essi, in alcuni casi, hanno abbandonato quanti erano stati loro affidati, turbandoli e danneggiando gravemente la loro fede. Per loro se realizza la parola della Scrittura: “non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci” (2 Tim 4,3-4).

Compito del Magistero della Chiesa nei riguardi del popolo di Dio è quello di “salvaguardarlo dalle deviazioni e dai cedimenti” affinché possa “professare senza errore l’autentica fede” (890). Questo è particolarmente vero per quanto riguarda i sette sacramenti. La S. Eucaristia è “fonte e culmine di tutta la vita cristiana” (1324). Il sacrificio eucaristico, in cui Cristo ci coinvolge nel suo sacrificio della croce, è finalizzato alla più intima unione con Lui (1382). Per questo la Sacra Scrittura ammonisce riguardo alle condizioni per ricevere la santa Comunione: “chiunque mangia il pane o beve il calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore” (1Cor 11, 27), dunque “Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla Comunione” (1385). Dalla logica interna del sacramento si capisce che i divorziati risposati civilmente, il cui matrimonio sacramentale davanti a Dio è ancora valido, come anche tutti quei cristiani che non sono in piena comunione con la fede cattolica e pure tutti coloro che non sono debitamente disposti, non ricevano la santa Eucaristia fruttuosamente (1457), perché in tal modo essa non li conduce alla salvezza. Metterlo in evidenza corrisponde a un’opera di misericordia spirituale.

Il riconoscimento dei peccati nella santa confessione almeno una volta all’anno è uno dei precetti della Chiesa (2042). Quando i credenti non confessano più i loro peccati ricevendone l’assoluzione, si rende vana la salvezza portata da Cristo, Egli infatti si è fatto uomo per redimerci dai nostri peccati. Il potere del perdono, che il Risorto ha conferito agli Apostoli e ai loro successori nell’Episcopato e nel Sacerdozio, rimette i peccati gravi e veniali commessi dopo il Battesimo. L’attuale pratica della confessione evidenzia come la coscienza dei credenti non sia oggi sufficientemente formata. La misericordia di Dio ci è data, affinché adempiamo i suoi comandamenti per conformaci alla sua santa volontà e non per evitare la chiamata alla conversione (1458).

“E’ il sacerdote che continua l’opera di redenzione sulla terra” (1589). L’ordinazione, che conferisce al sacerdote “un potere sacro” (1592), è insostituibile perché attraverso di essa Gesù diventa sacramentalmente presente nella sua azione salvifica. I sacerdoti scelgono volontariamente il celibato come “segno di questa vita nuova” (1579). Si tratta della donazione di sé stesso al servizio di Cristo e del Suo Regno che viene. Al fine di conferire validamente l’ordinazione nei tre gradi di questo sacramento, la Chiesa si riconosce vincolata alla scelta compiuta dal Signore stesso, “per questo motivo l’ordinazione delle donne non è possibile” (1577). A tale riguardo, parlare di una discriminazione della donna dimostra chiaramente una erronea comprensione di questo sacramento, che non riguarda un potere terreno ma la rappresentazione di Cristo, lo Sposo della Chiesa.

4. La legge morale

Fede e vita sono inseparabili, poiché la fede senza le opere compiute nel Signore è morta (1815). La legge morale è opera della sapienza divina e conduce l’uomo alla beatitudine promessa (1950). Di conseguenza, la “Legge divina e naturale mostra all’uomo la via da seguire per compiere il bene e raggiungere il proprio fine” (1955). La sua osservanza è necessaria a tutte le persone di buona volontà per conseguire la salvezza eterna. Infatti colui che muore in peccato mortale senza pentimento rimarrà per sempre separato da Dio (1033). Ciò comporta delle conseguenze pratiche nella vita dei cristiani, tra le quali è opportuno richiamare quelle oggi più frequentemente trascurate: (cfr 2270-2283; 2350-2381). La legge morale non è un peso ma fa parte di quella verità liberatrice (cfr Gv 8,32) attraverso la quale il cristiano percorre la via della salvezza e non deve essere relativizzata.

5. La vita eterna

Molti si chiedono oggi per quale motivo la Chiesa esista ancora se gli stessi vescovi preferiscono agire da politici piuttosto che da maestri della fede proclamare il Vangelo. Lo sguardo non deve soffermarsi su questioni secondarie, ma è più che mai necessario che la Chiesa si assuma il suo compito proprio. Ogni essere umano ha un’anima immortale, che alla sua morte si separa dal corpo,però con la speranza della risurrezione dei morti (366). La morte rende definitiva la decisione dell’uomo a favore o contro Dio. Tutti devono affrontare il giudizio personale subito dopo la morte (1021): o sarà necessaria ancora una purificazione oppure l’uomo andrà direttamente verso la beatitudine celeste e gli sarà permesso di contemplare Dio faccia a faccia. Esiste però anche la terribile possibilità che una persona, fino alla fine, resti in contraddizione con Dio: rifiutando definitivamente il Suo amore, essa “si dannerà immediatamente per sempre” (1022). “Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha voluto salvarci senza di noi” (1847). L’eternità della punizione dell’inferno è una realtà terribile, che – secondo la testimonianza della Sacra Scrittura – riguarda tutti coloro che “muoiono in stato di peccato mortale” (1035). Il cristiano attraversa la porta stretta, “perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano” (Mt 7,13).

Tacere su queste e altre verità di fede oppure insegnare il contrario è il peggiore inganno contro cui il Catechismo ammonisce vigorosamente. Ciò rappresenta l’ultima prova della Chiesa, ovvero “una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia della verità” (675). E’ l’inganno dell’Anticristo, che viene “con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati” (2Ts 2,10).

Appello

Come lavoratori nella vigna del Signore, noi tutti abbiamo la responsabilità di ricordare queste verità fondamentali aggrappandoci a ciò che noi stessi abbiamo ricevuto. Vogliamo dare coraggio per percorrere la via di Gesù Cristo con determinazione, così da ottenere la vita eterna seguendo i Suoi comandamenti (2075).

Chiediamo al Signore di farci conoscere quanto è grande il dono della fede cattolica, attraverso il quale si apre la porta alla vita eterna. “Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi” (Mc 8,38). Pertanto ci impegniamo a rafforzare la fede confessando la verità che è Gesù Cristo stesso.

L’avvertimento che Paolo, l’apostolo di Gesù Cristo, da al suo collaboratore e successore Timoteo è rivolto in modo particolare a noi, vescovi e sacerdoti. Egli scriveva: “Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero” (2Tm 4,1-5).

Possa Maria, Madre di Dio, implorarci la grazia di aggrapparci alla confessione della verità di Gesù Cristo senza vacillare.

Uniti nella fede e nella preghiera,

Gerhard Cardinale Müller

Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede dal 2012-2017



Categories: Attualità cattolica

56 replies

  1. ““Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla Comunione” (1385). Dalla logica interna del sacramento si capisce che i divorziati risposati civilmente, il cui matrimonio sacramentale davanti a Dio è ancora valido, come anche tutti quei cristiani che non sono in piena comunione con la fede cattolica e pure tutti coloro che non sono debitamente disposti, non ricevano la santa Eucaristia fruttuosamente (1457), perché in tal modo essa non li conduce alla salvezza. Metterlo in evidenza corrisponde a un’opera di misericordia spirituale”

    E’ evidente che faccia riferimento ad AL (sennò perchè tra tutti i peccati mortali possibili ed immaginali avrebbe nominato solo questo ?) .
    Non capisco però se la frase “Chi è consapevole dei suoi peccati” sia da interpretare come una compatibilità di AL col pensiero di Muller, o questo sia in realtà una affermazione in dissenso esplicito con AL.

    • Qui la posizione del Card. Mueller che avevamo discusso due anni fa:
      https://pellegrininellaverita.com/2017/02/01/card-muller-conferma-croce-via/

      Non vedo opposizione ad AL.

      In Pace

      • Simon: “non vedo opposizione ad AL”.
        Infatti: il punto del card Muller non è una banale opposizione a un documento del Magistero, ma, più in generale, è un richiamo accorato sullo stato confusionale che regna nella Chiesa riguardo alle principali verità di fede (“Dinanzi a una sempre più diffusa confusione nell’insegnamento della fede…”).

        Ora, però, come risulta evidente dal chiaro riferimento al tema di fondo del notorio Cap VIII di AL piuttosto che ad altrettanto gravi fattispecie di confusione che avrebbe potuto elencare, ciò che l’analisi del card Muller sembra voler indicare in modo sommessamente esplicito è che tale è il livello di confusione oggi nella Chiesa che finanche un documento di Magistero, piuttosto che fare chiarezza, abbia contribuito ad aumentarla.

        • Certamente, stefano.

          AL in realtà è un bel documento, compreso il “famigerato” Cap VIII : è mia opinione personale che le famose noticine in calce non avrebbero mai dovuto apparirvi nel suo contesto, ma avrebbero dovuto fare l’oggetto di un documento ad hoc rivolto ai vescovi, confessori e direttori spirituali in quanto direttive generiche per affrontare casi particolari.

          Il fatto di averle pubblicati in un documento indirizzato a tutti i pubblici possibili ha permesso ai facinorosi modernisti e tradi-protestanti di imposserarsi del caso con lo scopo comune di adombrare quel che c’era di bello in AL per ragioni speculari ma convergenti nei loro fini: le due tendenze vogliono diminuire l’autorevolezzza del Magistero Autentico della Chiesa.

          È un fatto che chi è modernista o tradi-protestante è completamente confuso e con loro alcuni cattolici poco ben formati che stanno in mezzo: l’intervento del Cardinale ricorda cosa sia esssenziale sapere e credere in quanto cattolico . Peccato che non sia stato Francesco a farlo prima: l’importante è che qualcuno con l’autorevolezza del Cardinale Mueller, appoggiandosi sull’autorevolezza del CCC, lo abbia fatto: il Manifesto sarà e rimarrà una referenza oggettiva in questi tempi alquanto tormentati del cattolicesimo.

          In Pace

          • Concordo. Certamente qualunque cattolico deve poter citare il CCC senza essere tacciato di essere un tradizionalista ed è un bene che una persona dell’autorevolezza del card Muller l’abbia fatto.
            Di sicuro, ciò che aumenta lo sgomento della gente semplice è che il Pontefice, che non cita praticamente mai il CCC, e che anzi mostra aperta insofferenza per la sacra dottrina come ordinamento sistematico delle verità di fede, si prenda però la briga di cambiarlo.

            • Questa incorerenza dell’uomo Bergoglio partecipa dell’assenza della sua autorevolezza personale di cui discutiamo nel thread seguente a questo.
              Evitiamo gli OT in questo thread: il fine non è di contrapporre Mueller a Bergoglio.
              In Pace

    • Non ricevano la santa Eucaristia fruttuosamente:
      1- i divorziati risposati civilmente, il cui matrimonio sacramentale davanti a Dio è ancora valido,
      2- tutti quei cristiani che non sono in piena comunione con la fede cattolica,
      3- tutti coloro che non sono debitamente disposti. (Card. Muller)

      I Padri sinodali hanno affermato che, nonostante la Chiesa ritenga che ogni rottura del vincolo matrimoniale «è contro la volontà di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli»… una seconda unione consolidata nel tempo, con nuovi figli, con provata fedeltà, dedizione generosa, impegno cristiano, consapevolezza dell’irregolarità della propria situazione e grande difficoltà a tornare indietro senza sentire in coscienza che si cadrebbe in nuove colpe. La Chiesa riconosce situazioni in cui «l’uomo e la donna, per seri motivi – quali, ad esempio, l’educazione dei figli – non possono soddisfare l’obbligo della separazione»… In queste situazioni, molti, conoscendo e accettando la possibilità di convivere “come fratello e sorella” che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano alcune espressioni di intimità, «non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli»… A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa… In certi casi, potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramenti. (AL)

      Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno. (Gesù)

      • Non ricominciamo questa discussione : ma se hai un interesse, vai ai tanti articoli e posts su AL che abbiamo pubblicato in suo tempo e che si addentrano nella questione in dettaglio considerando tutti i punti di vista possibili ed immaginabili.

        La discussione al soggetto di AL in questo thread inizia e si termina qui.

        In Pace

        • Il mio intervento non era finalizzato alla discussione su AL, ma, facendo il raffronto tra due distinti modi di presentare la stessa dottrina, anche alla luce delle parole di Cristo, mettere in risalto l’attualità delle parole del card Muller:
          “Molti si chiedono oggi per quale motivo la Chiesa esista ancora se gli stessi vescovi preferiscono agire da politici piuttosto che da maestri della fede proclamare il Vangelo.”

          Non sono forse i politici maestri nell’arte del dire senza dire, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, in modo che ognuno capisca quello che più gli aggrada?

  2. La Repubblica, quotidiano nazionale molto sostenitore di questo pontificato, intitola “ Attacco alla dottrina di Papa Francesco” . Quindi vuol dire ch3 e’ questa l’ interpretazione Oltretevere.
    Si aspettano ora articoli dell’ entourage papale volti a diffamare la figura umana del card. Müller, come hanno fatto per Vigano’ .

    • Concordo. Hanno già cominciato:
      https://www.lastampa.it/2019/02/09/vaticaninsider/il-manifesto-della-fede-lattacco-di-mller-alla-dottrina-del-papa-0420IpIptcRSI1iLdUHSBI/pagina.htm

      (Che, poi chi se ne importa della “dottrina del Papa”, al cattolico interessa solo la dottrina della Chiesa…)
      In Pace

      • @Simon

        “Che, poi chi se ne importa della “dottrina del Papa”, al cattolico interessa solo la dottrina della Chiesa…”

        Amen. Ma vallo a far capire ai tanti papolatri che ritengono che il Papa possa anche stabilire che Cristo è morto dal freddo. Tanti auguri.

        In verità questo Pontificato, oltre ad aver dato ampio spazio e potere a tutti i peggiori elementi e a tutti i peggiori errori dottrinali, ha proprio messo in luce quell’ultramontanismo che ci portavamo dietro da tanto, troppo tempo. E ha messo in luce anche l’ipocrisia di chi, con altri papati, inneggiava alla libera ricerca teologica e all’indipendenza mentre, ora, si è fatto servo dell’obbedienza più “perinde ac cadaver” che ci sia, comandando e chiedendo obbedienza cieca e muta a tutti, guarda caso ciò è avvenuto quando al soglio di Pietro è salito uno che la pensa come loro (penso sia ormai acclarato che Papa Francesco sia un progressista, per usare un eufemismo e non utilizzare un altro termine che finisce sempre per “ista” ma inizia con “mod”).

        • Ha posizioni progressiste ma la sua teologia è molto più vecchia di quella ratzingeriana. Forse è vero che la svolta è stata successiva e in gioventù fosse di tutt’altre idee, forse si spiega così la situazione paradossale di un Papa che in teoria è progressista e in pratica si comporta con atteggiamenti autoritari e manichei.

          I progressisti lo hanno adottato in mancanza di meglio.

          • In realtà Angela un vero progressista in senso ortodosso è il Cardinale Müller (chi conosce la sua teologia sa cosa intendo). Papa Francesco è un progressista solo se vogliamo giocare a chi spara l’eufemismo più spinto, come ho detto.
            E siccome il modernismo è la sintesi di tutte le eresie passate presenti e future, in un certo senso si, la sua teologia è molto vecchia.
            Vecchia ma soprattutto morta e foriera di morte. È infatti evidente come la sua azione pastorale e molte cose da lui dette, che appunto traggono origine dalla sua formazione e dalla sua teologia, siano state foriere di confusione spirituale e anche di morte della Fede per molti credenti e anche consacrati che mai come in questo Pontificato hanno abbandonato il sacerdozio in così grandi numeri.

          • @Angela
            “la situazione paradossale di un Papa che in teoria è progressista e in pratica si comporta con atteggiamenti autoritari e manichei.”
            In realtà i modernisti sono i più autoritari di tutti perché essendo in errore non possono sopportare un confronto equo e ad armi pari. La disputatio con un modernista non esiste, a meno che tale modernista non sia di fronte ad una persona palesemente meno preparata che quindi può essere rivoltata come un calzino. Con persone preparate la loro unica arma è l’autoritarismo.
            Ma, a parte questo, io osservavo la comica ipocrisia di certi fedeli laici e anche di certi teologi che, se al tempo degli altri Papi facevano i ribelli e gli spiriti liberi, ora sono diventati, misteriosamente, i più intrepidi pretoriani del Papa e i più acerrimi sostenitori delle più ultramontaniste interpretazioni sul dogma dell’infallibilità pontificia.

            • Questo thread non è sul Santo Padre. Nè questo Manifesto si riferisce a lui in alcun punto: semmai lo sostiene nel suo ruolo istituzionale di confermare la fede dei suoi fratelli.
              Noi su CV non cadiamo nella trappola tesa dai modernisti e dai tradiprotestanti come sempre perfettamente identicamente speculari nelle loro eresie e concezioni sul Magistro e uniti nel loro odio per la Chiesa Cattolica.
              Restiamo in tema.
              In Pace

      • Ed è proprio l’articolo di Vatican Insider, fucina di Andrea Tornelli, che preoccupa: se le più che ortodosse affermazioni del card. Muller sono lette come un attacco alla “dottrina del Papa”, vuol semplicemente dire che anche Vatican Insider ha recepito la “dottrina del Papa” come una rottura con l’ortodossia.

        • “vuol semplicemente dire che anche Vatican Insider ha recepito la “dottrina del Papa” come una rottura con l’ortodossia.”
          Il motivo per il quale tale dottrina è recepita in questo modo sia dai modernisti che dagli ortodossi (evitiamo di dividere sempre in progressisti e tradizionalisti, c’è anche chi è semplicemente ortodosso) è incredibilmente semplice, secondo me.
          L’articolo di Vatican Insider ha la stessa funzione dell’ingenuità del bambino che, invece che magnificare le magnifiche ma purtroppo immaginarie vesti del Re, ne evidenzia la nudità.

  3. Il citare i divorziati risposati è praticamente strumentale. Di questi tempi, ad esempio, perché appunto non si accenni ad altro che sò, l’usura, o cos’altro?
    Ma la cosa triste è proprio che, essendo un attestato generico pronto a ribardire, che entri in una data specificità…SEMBRA fatto proprio per esser dato in pasto ai giornali.
    Troppe persone contro il Papa ( non sempre giustamente ) ne hanno redarguito una data “superficialità”…a mio dire il caso è affatto differente, specie perché egli non è uno stupido ingenuo.

    Personamente poi, che Cristo si sia incarnato, sia morto e risorto, e dunque asceso al Cielo solo per redimere i peccati, questa senza la dovuta affarmazione ( che in modo troppo connivente si scusa ai tradizionalisti di ogni risma di appunto non avere ) dell’incorporazione a Dio nella seconda persona della Trinità, vitalizzati dallo Spirito Paraclito contemplanti il Padre, perde il suo sapore e riverbera tutto il discorso politico di certuni di destra: il mai troppo accennare alla divinizzazione.

    A mio dire ulteriormente, si sà che che l’ordinazione da sè NON DA’ alcuna potestà sacra. Infatti a leggere l’articolo di sintesi n. 1592 si usa l’articolo indeterminativo come anche tra virgolette si ribadisce.
    NON che si sbaglia, ma sembra che non si puntualizzi la realtà furbescamente alludendo a qualcosa di altro, cosa abitualmente clericalista.

    L’articolo 1579 non c’entra nulla inoltre con quel che il cardinal Muller propone ossia il celibato. E’ difficile credere che si scelga liberamente il celibato se per essere acerdoti nel rito romano ciò è indispensabile.
    Ugualmente sembra qui si alluda ad una “identificatio” Christi che di fatto escluderebbe ogni sacerdote sposato, ovviamente cattolico.

    Ciò ad una lettura di prima battuta, il resto è chiaramente “condivisibile” in quanto deriva dal catechismo stesso. Magari c’è dell’altro ma mi sembra questi siano esempi eclatanti.

    Ah, visto che mi ci trovo, saluto ML65, per ricordagli che almeno il sottoscritto , per quel poco che può esprimere e comprendere, quando deve criticare, non fà sconti a nessuna fazione. E DIO mi conceda di far così anche con me stesso.

    • Riguardo al sacramento dell’ordine, ti consiglierei di seguire il consiglio del card Muller e di leggere il CCC dal 1546 al 1600: vedrai che capirai il significato dell’articolo indeterminativo e delle virgolette.
      Per la scelta del sacerdozio invece, nessuno sceglie di diveltarlo se non è il Signore che lo sceglie: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”.

      • Bah.
        Lorenzo posso essere un po’ provocatorio? Guarda ai sacerdoti uxorati.
        Si fa un gran parlare del fatto che il sacramento dell’ordine impedisca lo sposarsi ma ciò è falso perché vari sacerdoti che rinunciano al sacerdozio fattuale e vanno fra i laici e si sposano dimostrano il contrario ed è un fatto autoevidente. Inoltre che si continui ( a meno di tali rinunzie bislacche od anomalie appunto ) a non poter conferire lo sposalizio cristiano a chi è già ordinato deriva ancora una volta solo e soltanto dai canoni. Era semplicemente vietato avere diaconi ( il primo grado dell’ordine vero e proprio ) prima dei 25 anni e nell’antichità quando gli sposalizi a quei tempi si avevano già 7 anni prima di media, per questo i futuri sacerdoti era necessario di essersi sposati prima ( vergini con una vergine, ovviamente un’unica volta anche questo nei canoni ) tant’è che, comunque sia, quando avessero manifestato da giovincelli il desiderio al sacerdozio gli si faceva appunto LIBERAMENTE scegliere fra la via monastica o la via uxorata. Questo intendevo
        Chi oggi invece si sente di, e viene chiamato a, ha un’unica strada da percorrere al riguardo in entrambi i casi il che mina la specificità monastica e la storia lo dimostra da sè senza che sia necessario aggiungere niente.

        Ad ogni modo mi correggo. E’ chiaro sia il catechismo che il cardinal Muller ed effettivamente hai ragione. E’ solo che , essendo la potestà sacra avente 2 origini, sono forse troppo preoccupato ad un improprio uso del termine potere, oltre ad essere insofferenze agli abusi dello stesso. Peraltro nella dichiarazione di Muller questo è ben usato e specificato invece è il catechismo ad essere alquanto vago.
        Scusatemi per questa ipersensibilità

    • “Dauda”
      La frase che piu’ mi ha colpito del Manifesto della Fede del card. Müller e’ “ Oggi molti cristiani non conoscono neppure piu’ i fondamenti della Fede” . E’ la realta’ dei fatti che balza agli occhi: conosco persone che non si confessano da anni e anni , spesso saltano la Messa domenicale, magari sono divorziati riconviventi con altri partner s, eppure le poche volte che ci vanno fanno la Comunione come se nulla fosse,. Tutto normale per loro, non sanno neppure , perche’ i sacerdotin non glielo ricordano piu’ , che non si puo fare la Comunione in stato di peccato mortale senza confessarsi prima, e non si confessano per anni e anni, praticamente mai, perche’ pensano di non aver nessun peccato sulla coscienza da confessare, pensano che i peccati mortali siano solo uccidere e rubare ( o magari neanche questi) .La maggior parte dei fedeli cattolici ha perso proprio la conoscenza delle fondamentali verita’ della Fede oltre che la auto-coscienza di essere dei peccatori, .E persino i catechisti laici che dovrebbero formare i bambini alla Prima Comunione li ignorano. E se i preti, i vescovi, i cardinali non gliel ricordano mai, o forse non le conoscono piu’ neanche loro, perche’ preferiscono fare i politici, chi li ricordera’ loro’?
      Nella Realta’ di tutti i giorni ormai i cattolici non pensano neppure piu’ alla vita eterna che ci attende DOPO la morte, i preti , i vescovi i cardinali non ne parlano quasi piu’ .
      Questo lo sperimenta ciascuno di noi nella REALTA’ , il card. Müller mette il dito nella piaga quando dice: Molti si chiedono a che serve la Chiesa cattolica se i sacerdoti , i vescovi, i cardinali , preferiscono fare i politici piuttosto che insegnare le verita’ della Fede?
      Quindi e’ inutile fare le pulci e cercare il pelo nell’ uovo da parte di “ specialisti” quale tu sembri essere di teologia, il card. Ha sbagliato qui, e’ stato impreciso la’ , come se uno si mettesse a criticare il pilota di una barca che sta per schiantarsi sugli scogli e che tenta di raddrizzare la barra del timone dicendo che pero’ doveva andare un millimetro piu’ in la’..ridicolo! .
      L’ Incipit del Manifesto dice tutto della situazione in cui dopo anni e anni di non -insegnamento delle verita’ della Fede si ritrova la Chiesa cattolica :

      “E’ compito dei pastori guidare gli uomin loro affidati sulla via della salvezza e cio’ puo’ avvenire solo se tale via e’ conosciuta e se essi stessi la percorrono” dice il Manifesto.

      Ecco si puo’ dire che molti pastori di oggi ne’ la conoscono ne’ la percorrono la via della salvezza, e il gregge e’ sbandato.

      • Marco non me ne volere ma io vado a prendere ed a cercare i peli nell’uovo non solo perché ci sono, ma perché è del tutto falso che la si butti in politica solo nella schiera dei progressisti e solo in questi ultimi tempi.

        Non credo di essere esperto di teologia, come neanche di diritto canonico o di mistica.
        Ti farò capire con facilità che la tua polemica è scorretta: il pilota della barca è lo Spirito Santo.
        Non perché non voglia rispondere ma per spegnere subito la situazione.
        Il tradizionalismo cattolico dalla controriforma in poi ha lavorato per minare alle basi mistiche e monastiche della spiritualità cristiana.
        Ricordarlo farebbe bene, il presente per natura è figlio del passato.

    • TI ringrazio daouda e devo dire che la cosa che apprezzo di più e’ che tu abbia fatto lo sforzo di Andare a verificare punto punto la rispondenza delle interpretazioni di Muller con gli articoli del CCC da lui citati o richiamati. Questo sforzo di fact checking che tanto manca nella quotidianità e Purtroppo anche nel dialogo tra cattolici.
      Per quanto riguarda l accenno hai divorziati risposati…Be è evidente che sia strumentale, al punto di sembrare l unica ragione reale per la pubblicare questo manifesto .
      D’altra parte la fotografia del cattolico è il Credo , il manifesto del cattolico è il discorso della montagna di Gesù , e la spiegazione del tutto è nel CCC e negli scritti della Chiesa (incluse le esortazioni ) . Non vi sarebbe ragione per un Cardinale per fare un proprio manifesto se non per contraddire almeno in piccola parte una di queste 3 fonti.
      Purtroppo tutti questi atti non sono altro che manifestazioni “politiche” . Questo papato non è certamente benvoluto , al di là delle sue effettive responsabilità sulla situazione mondiale della Chiesa. Si è innescata una quantità di pregiudizio e non si perde occasione per riportare alla luce fatti anche vecchi che riaccendono le polemiche, al solo scopo di fare “proseliti” . Personalmente questa continua litania sui “Bergogliani” la trovo tutto meno che cattolica. Di certo pure io sono saltato sulla sedia leggendo della dissipazione delle anime e cose simili , ma poi verificando quando era possibile le vere affermazioni del Papa (Per esempio quella sui gay o quella sul fatto che è meglio essere atei) ho scoperto che erano state tagliate nelle parti essenziali per meglio comprenderle, e spesso suntate per cambiarne il significato.
      Più in generale sui discorsi teologici su cose assai complicate e’ certamente lecito che tanti cattolici teologici “amatoriali” si esprimano, ma dovrebbero farlo senza mai dimenticare che questo su AL è un dibattito che già vede affrontarsi alcuni cardinali e teologi di professione contro il papa ed altri cardinali e teologi di professione . Mi sembra che il livello delle persone coinvolte garantisca che ci troviamo di fronte a temi divisivi, di certo trattati comunque ai massimi livelli della comprensione umana delle letture. Di fronte e questo non ci sarebbe che da affidarsi alla Chiesa, prima di tutto al Papa eletto secondo lo Spirito Santo, come espressione di sintesi , smettendo di
      Inseguire questo o l altro , come se veramente fossimo in grado di capire tutto meglio di coloro che già stanno discutendo ai massimi livelli sugli , avendo dedicato la vita ad approfondirli sia con lo studio che con l esperienza pastorale.

      • Ti ho già detto più sopra, e dimostrato con tanto di link, che il Card. Mueller non si oppone e non si è mai opposto ad AL. Non capisco perchè insisti con un’argomentazione già appurata come falsa.
        Quest’assenza di onestà intelletuale non ti fa onore e riduce tutto il tuo intervento ad uno slogan illeggibile e sloganista.
        Mo’ basta.
        In Pace

      • ML io ho solo notato che appare strumentale, ma non mi esprimo sul giudizio che avrebbe dovuto dare su AL e che non mi interessa fra l’altro.

        Andarsi a vedere due tre frasi di catechismo non fa mai male ed è d’altronde cosa molto facile.

        A mio dire tu fai un errore. Potrei essere d’accordo , ed anzi lo sostengo, che certuni dialetticamente si debbano far vedere come ortodossi.
        Questo acume non può però essere affiancato dall’ottusità che mostri su Francesco I che i meccanismi li conosce.

        Per quanto mi riguarda, e quel che scrivo mi autoesclude dal novero, non c’e teologo senza mortificazione, senza preghiera, senza meditazione e già ciò inficerebbe la presunta autorevolezza di qualcheduno.
        Stanti poi oltremodo ai canoni , ma quelli banali, quelli sanciti come vincolanti, ugualmente molti fra quei grandi governanti e dottori di cose di Chiesa non potrebbero.

        Per quanto mi riguarda ai grandi discorsi para democratici ho sempre preferito lo scorrimento del sangue.

        • E’ possibile che ogni mio intervento debba essere tacciato di disonestà intellettuale?
          1) Simon : l’interpretazione autentica della volontà del Card. Muller nella sua espressione circa i divorziati risposati l’ha data il Car. Muller stesso. Nel momento infatti che ha citato soltanto costoro, in mezzo a mille peccati possibili e immaginabili, è evidente che lo ha fatto per marcare un dissenso. Io la penso così, e spero di avere il diritto di esprimerlo. Se tu non ci vedi questo dissenso non ci posso fare nulla, per me è evidente non dalle parole espresse quanto dal solo fatto di aver citato la cosa.
          2) Daouda: forse nelle mie parole hai scorto una offesa, per meritarmi l’aggettivo di “ottusità”? Non capisco bene cosa intendi tu per preferire il sangue, ma se intendi che quando si parla di Cristo si possa arrivare a mandarsi pubblicamente a quel paese offendendosi a vicenda, ti rendo noto che Cristo stesso aveva già pensato a questa tuo vezzo quando diceva : “Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello sarà sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna”.
          Cerchiamo di essere un pò più Cristiani nella vera sostanza , che è la carità reciproca. Ci si riesce o si deve essere per forza definiti Radical Scic , Buonisti, “politicamente corretti” etc etc ? Io chiedo solo di essere “assertivi”, se qualcuno conosce il termine. Il sangue, quello vero, l’ha già versato nostro Signore.

          • No caro ML65, non sei disonesto intellettualmente ma sei PROFONDAMENTE disonesto intellettualmente in questa faccenda.

            (1) Afffermazione fallace e apodittica tua basata sul nulla: “Nel momento infatti che ha citato soltanto costoro, in mezzo a mille peccati possibili e immaginabili, è evidente che lo ha fatto per marcare un dissenso”. Questa è pura illazione e pettegolezzo tuo che va contro l’evidenza delle posizioni stesse del Cardinale di cui TI ho dato il link dove trovarle.

            (2) È anche un tuo atteggiamento calunnioso in quanto con questo Manifesto il cardinale ha chiaramente indicato che rispondeva ad un bisogno del Popolo di Dio di avere certa confusione levata (“Dinanzi a una sempre più diffusa confusione nell’insegnamento della fede, molti vescovi, sacerdoti, religiosi e laici della Chiesa cattolica mi hanno invitato a dare pubblica testimonianza verso la Verità della rivelazione. E’ compito proprio dei pastori guidare gli uomini loro affidati sulla via della salvezza, e ciò può avvenire solamente se tale via è conosciuta e se loro per primi la percorrono”) e non contro l’insegnamento francescano.

            (3) Se poi fosse vero quel che dici allora significherebbe che tutti i punti della vera dottrina cattolica cattolica da lui citati sarebbero in opposizione a quel che insegna il Papa, il che implicherebbe che Francesco è un eretico anzi, un apostata: infatti per usare della tua stessa fallacia ” Nel momento infatti che ha citato soltanto costoro, in mezzo a mille [affermazioni di fede] possibili e immaginabili, è evidente che lo ha fatto per marcare un dissenso” vorrebbe dire che tutti i punti citati che sono quelli che la Chiesa crede fin dalla Pentecoste sono problematici per questo Papa ( è quel che crede Vatican insider e la Repubblica)

            (4) Che in questo momento ci sia grandissima confusione nei fedeli su quel che insegna la Chiesa è sotto gli occhi di tutti, la tua stessa reazione scomposta associata a quella dei (ben poco cattolici) turiferari di questo papato lo dimostra quando vi scandalizzzate che la Dottrina della Chiesa sia contro la dottrina del papa: in questo era ora che un novello Attanasio ne ricordasse i punti più salienti rispetto alla problematica attuale.

            Se tu non vedi fino a quale punto la tua reazione è immatura, irrazionale, illogica, contro le evidenze e in totale malafede, non ci posso far nulla, ma cessa di tentare di propagarle come se fossero una evidenza mentre in realtà non puoi dimostrarne una sola sillaba: e, di certo, non tentarlo su CroceVia.

            In Pace

            • “Se poi fosse vero quel che dici allora significherebbe che tutti i punti della vera dottrina cattolica cattolica da lui citati sarebbero in opposizione a quel che insegna il Papa, il che implicherebbe che Francesco è un eretico anzi, un apostata “

              Beh Simon, come ho scritto sopra, che Papa Francesco sia “vicino” (Aridaje cogli eufemismi) al modernismo mi pare una evidenza apodittica nella sua solarità.

              Semmai possiamo dire che non è un eretico formale (e bisogna vedere se sarebbe teoricamente possibile che un Papa possa diventare eretico formale, è una questione non ancora risolta), ma che le sue idee personali, la “sua dottrina”, non sia materialmente del tutto ortodossa, credo sia ben difficile da mettere in discussione.

              • Certo, ma il punto 3 è una dimostrazione per l’assurdo rispetto all’argomento di ML65 nel quadro del ML65-pensiero: il mio intento non andava oltre.
                In Pace

            • Mi limito a dire 2 cose :
              1) Non sono il solo ad aver dato questa interpretazione. Sono in buona compagnia insieme a Repubblica, La stampa , Il Giornale, L’Avvenire (!) , e la maggior parte dei giornali italiani (basta cercare su google). Quindi siamo in tanti ad essere “PROFONDAMENTE disonesti intellettualmente”. Amen
              2) E’ evidente che i punti di buona dottrina evidenziati a Muller sono messi per dare una compiutezza al suo documento, altrimenti invece di un “manifesto” sarebbe stata una accusa diretta. Ma anche questo è facilmente comprensibile se lo si vuole comprendere.
              Per il resto ho visto che è stato aperto un nuovo post, vi leggerò volentieri, perchè vedo che la discussione si avvia ad essere vivace e quando il gioco si fa duro io scappo.

          • No no nessun astio. Mi sembra solo incongruo e stupido che una persona sappia “leggere” alcune strumentalità ignorandone altre di altri della stessa fattura ( presumendo la buona fede chiaramente ).
            Ma io ho scritto che fai un errore che denota una ottusità specifica, non che sei tale né che sia una tara che riguardi ogni tuo giudizio, ci mancherebbe.

            Per il sangue no pensavo primariamente al martirio comunque, ma vabbè mi è scappata.

            In questo senso Simòn ha ragione su entrambi giacchè “sospettare” può, infondo, essere addirittura salutare alle volte in certe situazioni, però per rispetto nè si deve particolarizzarlo a cerchie specifiche nè tale approccio può essere spacciato per certezza.

    • “E’ difficile credere che si scelga liberamente il celibato se per essere sacerdoti nel rito romano ciò è indispensabile.”
      Non capisco: la vocazione al celibato è un requisito che la Chiesa pone per il discernimento di una vera vocazione sacerdotale, e quindi è una libera scelta. La Chiesa vuole sacerdoti celibi, e liberamente celibi.
      Che tu poi possa perderla tale vocazione cammin facendo, questo non cambia la tua libera scelta iniziale. In quel caso, è vero, tu sei tenuto al rispetto del celibato per obbedienza. Ma l’obbedienza non è che un altro di quei requisiti che la Chiesa vaglia nel discernimento della tua vocazione. Quindi, anche l’accettazione del celibato per obbedienza alla Chiesa è una scelta libera.

  4. “Dove sta la notizia? Che un cardinale di Santa Romana Chiesa professi la fede cattolica dovrebbe essere ovvio e scontato, con rispetto parlando, almeno quanto il fatto che un cane abbai, un gatto miagoli e un passero cinguetti. Ed in effetti si dovrebbe presumere che tutti gli altri 222 cardinali esistenti credano le stesse cose che crede Müller.
    La notizia sta appunto nel fatto che fa notizia che un cardinale dichiari pubblicamente di aderire a ciò che la chiesa ha sempre insegnato e che sta scritto nel Catechismo della chiesa cattolica. Ci sarebbe da chiedersi perché.
    Forse un indizio può trovarsi nell’incredibile titolo che Vatican Insider appone all’articolo che oggi dedica a questa “notizia”: «Il Manifesto della fede: l’attacco di Müller alla dottrina del Papa» [Sic!]. Titolo dal quale si apprende che per Vatican Insider esisterebbe una «dottrina del papa» (?) diversa e in contrasto con la semplice, normale dottrina cattolica, quella del catechismo per intenderci, quella che Müller ha semplicemente ribadito. Come dice il proverbio? “Dagli amici mi guardi Iddio …”
    Chi invece vuole pensare bene del papa – a differenza di quel che ne pensano a Vatican Insider – darà per certo che egli non possa in alcun modo essere in disaccordo con ciò che dice il suo ex prefetto della dottrina della fede, dato che si tratta dell’abc del cattolicesimo.

  5. Padre Giovanni Cavalcoli, su Libertà e persona del 19 gennaio 2019
    “Un aspetto della predicazione di Papa Francesco che suscita disagio è la sua apparente tendenza a contraddirsi, causata dal fatto che pare che egli concepisca il messaggio evangelico non nella categoria dell’universalità, ma in quella della diversità, non in quella dell’unità, ma in quella della molteplicità. E’ l’immagine della Chiesa a lui cara del poliedro e non della sfera. Non tutti raggi uguali che escono da un centro, ma una pluralità di facce coordinate tra di loro nella diversità.
    Sembra allora che per lui predicare a tutti non voglia dire predicare a ciascuno lo stesso messaggio identico per tutti, ma, col pretesto di predicare un messaggio adatto a ciascuno, per rendersi gradito a ciascuno, e per un malinteso bisogno di accontentare ciascuno, e dire ciò che piace a lui, benché tra gli uomini esistano contraddittorie idee o esigenze, non si fa scrupolo di dire a Tizio che A è B e a Caio che A non è B.
    E così tutti dovrebbero essere contenti e soddisfatti per l’apertura mentale del Papa e l’accoglienza che il Papa loro riserva. «Nella Chiesa, come egli dice, c’è posto per tutti». Ma il prezzo di questo doppio gioco – che tale almeno appare – non è troppo alto? Dove finisce il «sì sì no no» predicato da Cristo? Che ne è del principio di non-contraddizione e della coerenza nel parlare e nel pensare? È la verità che deve conformarsi a noi, assumendo mille facce, o siamo noi che dobbiamo conformarci all’unica verità, una per tutti?”

    • @ Gian Piero

      “È la verità che deve conformarsi a noi, assumendo mille facce, o siamo noi che dobbiamo conformarci all’unica verità, una per tutti?”

      Questo è il cuore di tutto: secondo la dottrina rahneriana è indubbiamente Cristo (cioè la Verità) che deve adattarsi al mondo, lo disse proprio esplicitamente, devo trovare la citazione.

  6. Un Cardinale che fa il “pastore di anime” (e non il politico)!
    Rincuora leggere che ancora qualcuno c’è (sia ringraziato il Signore).
    Speriamo rincuori altri “pastori d’anime” e li inciti ad occuparsi di ciò per cui la Chiesa c’è, (pascere i Suoi agnelli) e a lasciare nelle mani di coloro a cui compete il fare sociologia, o politica, o filantropia, o altro.
    Buona Domenica a tutti.

  7. @Douda. “Il citare i divorziati risposati è praticamente strumentale. Di questi tempi, ad esempio, perché appunto non si accenni ad altro che sò, l’usura, o cos’altro?”

    A essere sinceri Muller ha più volte denunciato violazioni concrete della dottrina sociale della Chiesa all’interno del Vaticano, con dipendenti licenziati su due piedi senza motivazione.

    “‘Durante il mio ultimissimo giorno di mandato come prefetto della Cdf, nel giro di un minuto il Papa mi ha informato della sua decisione di non prolungare il mio mandato. Non mi ha dato spiegazioni, proprio come ha fatto quando qualche mese fa ha rimosso tre membri della Cdf altamente competenti. Non posso accettare questo modo di fare le cose. Come vescovo, uno non può trattare le persone in questo modo. L’ho già detto prima: la dottrina sociale della Chiesa dev’essere applicata anche al modo in cui vengono trattati i dipendenti qui in Vaticano’”.

    https://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/08/14/news/quell-autoritario-di-papa-francesco-148589/

    ” Müller non ha ancora smaltito «la ferita», la chiama così, dei suoi tre collaboratori licenziati poco prima della sua sostituzione. «Sono stati dei preti buoni e competenti che lavoravano per la Chiesa con dedizione esemplare», è il suo giudizio. «Le persone non possono essere mandate via ad libitum, senza prove né processo, solo perché qualcuno ha denunciato anonimamente vaghe critiche al Papa mosse da parte di uno di loro…».”

    https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_novembre_26/io-resto-papa-francescoma-chi-reclama-va-ascoltato-5ab5db0a-d276-11e7-913f-5fffae015d00.shtml?refresh_ce-cp

    Non sarò peccato di usura, ma frodare gli operai della giusta mercede è uno dei peccati che gridano vendetta.

    • La dottrina sociale della Chiesa è infondo chiara nelle generalità ma altrettanto vaga nelle necessità specifiche ed applicative, come è giusto che sia, spettando ciò ai laici dunque ad un corretto uso delle scienze stesse a loro disposizione.
      Licenziare un dipendente non è frodarlo visto che d’altronde il cardinale ha privilegi e contributi direttamente dalla Chiesa.
      Che sia stato trattato male può essere e non mi stupirei e di certo stona con la linea che si spaccia
      L’usura è una grave questione, la questione monetaria ancora peggio…ma potremo parlare anche di come si debba reagire ad una tassazione illegittima.
      Si possono dire queste cose? Le si possono accennare senza subire strali altisonanti?Sentiremo mai all’angelus o nelle omelie domenicali prese di posizione su cose del genere?
      Ma certe realtà i pastori devono ignorarle e l’importante è essere dei progressisti cool o dei conservatori duri e puri.
      Ciao

      • Non si riferiva a lui ma a dipendenti minori, e si può licenziare ma nel rispetto delle regole.
        Prenda il caso Milone o questo
        http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/11/04/toni-negri-in-vaticano-ma-i-licenziati-nessuno-li-ascolta/

        Mandare via su due piedi senza spiegazioni è una prassi per Papa Francesco.
        Ovviamente lo fa con la retorica del “io vivo in 70 metri quadrati e voi siete la casta” , anche se la casta è un impiegato di basso livello.

        • Aggiungo questo non direttamente legato ma che da un:idea della metodologia di lavoro:

          “Chiediamo alla Santa Sede di assumere altre persone» ha detto Zoellner. Alcuni giorni fa si è riunita a Roma la commissione per discutere quali misure tenere dopo l’uscita di scena di Collins, anch’essa ex vittima di abusi. «All’interno della Commissione – ha spiegato ancora padre Zollner alla tv dei vescovi – abbiamo discusso ore. Ci siamo concentrati a riflettere sul numero delle comunicazioni che ci arrivano (dalle vittime ndr) e che sono in costante aumento. E le persone non si accontentano di sapere che la loro lettera sia stata letta ma vogliono anche informazioni, esprimere la loro rabbia e le ferite. Ricevo 5-6 lettere al giorno da tutto il mondo. Molte persone in Vaticano non sanno rispondere perché manca il background psicologico, teologico, giuridico e non sanno bene come misurare le parole in un’altra lingua. Ci vuole un set complesso di competenze e capacità professionali. Abbiamo chiesto al Papa di creare un ufficio per formare persone che possano rispondere come si deve alla gente».

          https://www.google.com/amp/s/www.ilgazzettino.it/AMP/home/pedofilia_vaticano_dimissioni_marie_collins_scuotono_vaticano_commissione_chiede_rafforzare_squadra-2345621.html

          Non c’è un metodo di lavoro si procede con affermazioni roboanti cui poi non rispondono azioni conseguenti e la colpa viene sempre scaricato su qualche personaggio minore.

          Muller ha parlato più volte di chiacchiere messe in giro al momento giusto.

          Non ci sono solo questioni che riguardano la morale sessuale ma tutti un modo di procedere che favorisce cortigianerie e impedisce alle persone competenti di lavorare bene.

        • “Lei ha cercato i giornalisti per raccontare la sua versione. Da dove vuole cominciare?
          «Dal 19 giugno, quando fui ricevuto dal sostituto alla segreteria di Stato, monsignor Becciu, per parlargli del contratto dei miei dipendenti. E invece mi sentii dire che il rapporto di fiducia col Papa si era incrinato: il Santo Padre chiedeva le mie dimissioni. Ne domandai i motivi, e me ne fornì alcuni che mi parvero incredibili. Risposi che le accuse erano false e costruite per ingannare sia lui che Francesco; e che comunque ne avrei parlato col Papa. Ma la risposta fu che non era possibile. Becciu mi disse invece di andare alla Gendarmeria».

          https://www.google.com/amp/roma.corriere.it/notizie/politica/17_settembre_23/libero-milone-volevano-arrestarmi-ecco-mia-verita-sull-addio-vaticano-e4314860-a094-11e7-bad7-1b467cbbafcc_amp.html

          Testimonianze ce ne sono altre.
          Però se Muller dice “la dottrina sociale della Chiesa deve valere anche in Vaticano” lo dice con riferimento a fatti ben precisi.
          Di cui qualche cosa sta trapelano, immagino come possa essere veramente.
          Ragazzi siamo in Europa ci sono regole e contratti che devi rispettare per salvaguardare la dignità delle persone.

          Quindi dire: si è occupato solo di questione di morale sessuale non è corretto perché ci sono fatti ben più gravi dietro.

          Del resto se si arriva a prese di posizione pubbliche…

          • Stiamo confinando in un OT.
            Smettiamola qui: c’è abbastanza carne al fuoco in questo Manifesto senza lasciarsi distrarre criticando Bergoglio
            In Pace

            • Non si tratta di Bergoglio in quanto singolo, nella confusione dottrinale rientra, come ha sottolineato giustamente Douda, anche quella sulla dottrina SOCIALE della Chiesa.

              D’altra parte anche AL rientrerebbe nella dottrina sociale, perchè un matrimonio non riguarda solo la sfera intima e sessuale ma anche quella sociale.

              Comunione di vita, gestione dei beni, e dei figli, mantenimento del coniuge in caso di separazione.

              “Con il Concilio di Trento, e solo da allora, al sorgere del mondo moderno, la Chiesa si è preoccupata di una “forma canonica”, che prima non era richiesta. Questo fenomeno ha introdotto una tendenza che è cresciuta lungo i secoli e che ha raggiunto il suo apice con il CjC del 1917. Con esso troviamo la massima forma di identificazione di dimensione sacramentale con dimensione civile e dimensione naturale.

              Potrei dire così: i criteri di “validità” del matrimonio, in base ai quali tu sollevi la domanda, corrispondono ad una operazione di fondamentalismo teologico e di astrattezza e di irrigidimento giuridico – compiuta dalla dottrina cattolica tra fine ottocento e inizi novecento – che non corrispondono più alle esigenze né della esperienza degli uomini, né del Vangelo.2

              https://www.cittadellaeditrice.com/munera/matrimonio-passione-azione-virtu-e-sacramento-la-teologia-dopo-amoris-laetitia/

              L’Irrigidimento cui fa riferimento Andrea Grillo effettuato dal Concilio di Trento consiste nell’introduzione della necessità di un riconoscimento pubblico del consenso e dell’unione degli sposi.

              Quindi matrimonio davanti al sacerdote, obbligo di pubblicazioni ecc. ecc.

              Smantellare queste novità, (come vorrebbe il teologo bergogliano che le considera fondamentalismo teologico) significherebbe far reintrodurre una prassi che arriverebbe a giustificare situazioni di bigamia. (perchè come può un coniuge abbandonato avanzare dei diritti se non c’è alcun riconoscimento pubblico dell’unione?).

              Io ci credo che sentendo affermazioni come questa uno senta il bisogno di smentire..

              Notavo solo che, come detto da Douda, non si tratta solo di questioni puramente pruriginose , di peccatucci sessuali segni di rigidità..

              E’ tutta una visione della giustizia che oggettivamente rimette in discussione l’assetto morale e giuridico della Chiesa cattolica.

              (Dal lavoratore lasciato a casa su due piedi, alla moglie abbandonata in cerca di nuove emozioni, senza che il soggetto più fragile possa avanzare una qualche rivendicazione giuridica che lo protegga)

              In ogni caso da parte mia fine dell’OT.

              Volevo solo chiarire questo aspetto con Douda perchè in effetti non è marginale.

              • Volevo solo dire che concordo con tutti i tuoi ultimi interventi. Passo e chiudo.

              • Ho vissuto la maggior parte della vita in un quartiere vicino al Vaticano, conosco personalmente più di un dipendente del Vaticano stesso e vi posso assicurare che la dottrina sociale della Chiesa è ben altro che garantire a 500 privilegiatissimi (fino a pochi anni fa) ed ora ancora oggi molto privilegiati dipendenti una ricca mercede, unita a benefit di tutti i tipi, non ultima la possibilità di alloggiare a prezzi di favore in case di pregio dei quartieri centrali di Roma.
                Fermo restando che tutti i lavoratori vanno tutelati, è fuor di dubbio che a Roma il posto di lavoro più ambito dal popolo fosse entrare come usciere alla Camera o al Senato, o come commesso al Vaticano, per l’enorme differenza tra responsabilità e difficoltà, e reddito.
                Da qualche anno la musica è un pò cambiata, ma non si può certo dire che siamo nella situazione delle cooperative delle pulizie, che danno 800 euro al mese ai dipendenti e li licenziano ogni anno per riassumerli a prezzi sempre più bassi , etc.
                La dottrina sociale della Chiesa con i licenziamenti di qualche dipendente o Cardinale in Vaticano (con tutti i diritti collegati assicurati) non c’entra proprio niente. Cerchiamo di parlare di cose serie…

    • “Non sarò peccato di usura, ma frodare gli operai della giusta mercede è uno dei peccati che gridano vendetta.”

      ——————————————-

      “Ciò detto, agì da gran cialtrone
      con balzo da leone in sella si lanciò;
      frustando il cavallo come un ciuco
      tra i glicini e il sambuco il re si dileguò.”

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