Blog dei blogs: 48 – Humanae Vitae: la saga continua

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Torna dopo quasi un anno di assenza, per i soliti motivi che mi son stancato di scrivere (immagino voi a leggere), la rubrica Blog dei blogs, dove ripercorreremo la scia di alcuni blog della sfera cattolica per capire meglio cosa sta succedendo. Inutile dire che molti sono “in ferie” e pubblicano articoli “a margine”, ma un piccolo grande particolare ha raccolto la mia attenzione: la polemica su Humanae vitae! Parte tutto da…

Avvenire
con un articolo a firma del solito Luciano Moia (su HV ho sempre letto cose sue, come si può notare da questa reply di Cultura Cattolica). L’editorialista ci presenta una novità editoriale importante: “La nascita di un’enciclica. Humanae vitae alla luce degli Archivi Vaticani” (Libreria Editrice Vaticana) scritto da Don Gilfredo Marengo, docente di antropologia teologica al Pontificio istituto teologico “Giovanni Paolo II”. Ci fa dunque sapere che l’archivio vaticano ha consentito l’accesso su volere del Papa in vista dei 50 anni dell’enciclica e il risultato è questo libro nel quale, sempre il Moia, “la novità più clamorosa” è “un testo già approvato [De nascendae prolis], stampato e di cui era già stata programmata l’uscita per il 23 maggio 1968, solennità dell’Ascensione”. Testo, ecco il clamoroso, bocciato da Paolo VI perché, a detta dell’editorialista, per il Papa troppo rigorosamente ancorato ad una prospettiva preconciliare. Grazie all’articolo scopriamo dunque che HV è una buona via di mezzo fra chi voleva il “tana libera tutti” e chi invece pretendeva astrusamente di vedere il peccato in ogni buco. Ma è così?

La nuova bussola quotidiana
ci viene incontro con un editoriale lungo, ma valido di Luisella Scrosati. Dopo quella che sembra una attenta lettura del libro in questione, la Scrosati descrive totalmente un’altra storia. Il che ci sembrerebbe incredibile se non fosse che Avvenire ci sta abituando da un bel pò a rileggere certi fatti sotto una prospettiva, diciamo così, “inedita”… alla fine dell’articolo della bussola infatti ci si chiede chi abbia ragione: chi dice bianco o chi dice nero? Sarò prevenuto, ma mi sembra più convincente la signora, non foss’anche perché (pare) cita direttamente dal libro con dei virgolettati, fra i quali spicca questo: «Papa Montini, secondo le sue considerazioni messe per iscritto in un appunto manoscritto del 28 luglio 1965, riteneva “inaccettabile una sostanziale sospensione di giudizio sui metodi leciti o meno di regolazione della natalità”.» Dunque il clamoroso “nein” della prima enciclica? Scrosati scrive che “le traversie del testo di HV, incluso il rifiuto del testo di De nascendae prolis, non hanno dunque la loro ragion d’essere nell’incertezza della posizione definitiva della Chiesa riguardo l’illiceità morale della contraccezione, bensì, secondo quanto emerge da una Nota d’ufficio del 15 settembre 1967 di p. Philippe, nuovo segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella modalità di presentare questo insegnamento certo: “La missione affidata dal Santo Padre a questo S. Dicastero… non è di dare un parere sul fondo della questione, giacché Sua Santità ha già preso la sua Augusta decisione in merito, bensì di esprimersi sul testo stesso, cioè sul modo di presentare questa decisione”.

Tutto torna insomma, come scrive l’articolista, sembra quasi ci fosse chi sperava in questo libro per avere “la pistola fumante e non ha trovato neppure l’arma”.

Magister
Si aggiunge alle due voci dissonanti, la terza sopra di Magister. Il giornalista da sempre guarda con l’indice puntato alla revisione (alias studio meticoloso e scientifico…) del testo di HV e non ha mancato in questi mesi di scriverne. In questo frangente pubblica una sorta di recensione del libro nel quale – ovviamente – indirettamente dà ragione alla lettura della Nuova Bussola. Vi basti l’incipit: “Il lavorio che è in corso per demolire “Humanae vitae” – l’enciclica di Paolo VI del 1968 che ha detto no ai contraccettivi artificiali – ha trovato in questi giorni un inatteso inciampo in un libro che ricostruisce la genesi di quel testo, grazie all’accesso, per la prima volta, ai documenti segreti che la riguardano, autorizzato da papa Francesco in persona”. Bam, 2 a 0, palla al centro. Tutto l’articolo di Magister è scritto per dimostrare come il libro da speranza di rinnovamento è diventato autogol clamoroso. Lui palesemente gongola, ma non s’accorge – mi pare – come questa pubblicazione smentisca la sua tesi radicale.

Vatican Insider
E’ Andrea Tornielli a notarlo e personalmente lo trovo ineccepibile. Scrive: “[il libro di Marengo è] Un lavoro certosino, che sbarazza il campo da ricostruzioni fantasiose o basate su singole testimonianze non sempre equilibrate. Un lavoro che sbarazza anche il campo dalle elucubrazioni interessate di certa pubblicistica antipapale a base di invettive e di anonimi, la quale di recente aveva attribuito a Marengo (in quanto esecutore di direttive papali) l’intento di «rivisitare» e quindi cambiare l’enciclica montinana”.

Non ci tengo ad entrare in questa verve polemica di una e dell’altra parte, anzi oso dire che mi ha leggermente stancato questo modo di fare. Noto semplicemente che il gruppo di studio è stato creato, tale gruppo ha avuto e ha sostenitori decisi con speranze di innovazione nemmeno troppo nascoste, lo stesso gruppo di studiosi ha finora fornito due “prove” a sostegno della vulgata tradizionale che vede Paolo VI convinto fautore di quel che firmò: Sequeri prima e Marengo ora.

Avvenire 2: the revenge
Come a risposta a stretto giro, torna l’implacabile Moia in un editoriale domenicale, nel quale ribadisce in toto la sua linea: due grandi novità grazie al gruppo di studio: “La pubblicazione del dossier riservato del futuro papa Luciani, cautamente aperturista sulla possibilità di ammettere la contraccezione chimica. E poi la scoperta di un’enciclica già approvata dallo stesso Paolo VI e addirittura già stampata, la De nascendae prolis, di cui lo stesso Pontefice bloccò la pubblicazione perché troppo prescrittiva, ispirata a una teologia quasi preconciliare”. Tutte prove della “fatica compiuta da Paolo VI per trovare un equilibrio tra resistenze conservatrici e spinte al rinnovamento”. Il contributo è tutto qui: ribadire il già detto, ovviamente senza rispondere agli altri articoli con opinioni avverse.

Mi pare invece chiuda bene il cerchio questo articolo de

Il sussidiario
Nel quale si ripercorrono molte tappe dell’enciclica e sul finale si parla di questo benedetto libro appena pubblicato. E’qui che leggiamo queste belle parole che ci fanno capire molto di quel che c’è in ballo: “La vita e la felicità degli uomini: ecco il terreno su cui si muove l’enciclica, a partire dalla certezza che la Chiesa è essa stessa “maestra d’umanità”, d’una umanità piena, concreta, niente affatto angelistica.” Paolo VI rifiuta “ogni tentazione, presente in alcuni settori della Chiesa, di proporre agli sposi cristiani un rigoroso impianto dottrinale e precettivo e di snaturare il matrimonio riducendolo ad una forma di imperfezione della vita spirituale“; ed è forse per questo che rifiutò la De nascendae prolis! Capite che se se per Paolo VI era necessario che l’enciclica non chiudesse la possibilità di fare in modo che il matrimonio potesse essere una vera e propria vocazione, la novità è grandissima e bellissima, ma non centra nulla con la narrazione finora qui letta? L’articolo prosegue alla grande narrandoci ci come Paolo VI vedesse nella vità un’inno all’epica: “Vite grandi perché eroiche di un eroismo domestico.” E a questo punto non posso che parlare di

Nembrini e la mostra al Meeting di Rimini
Chi sono i supereroi? Ci ha risposto in anteprima per Croce-Via lo stesso Franco Nembrini, ora è disponibile anche un video di presentazione dove il grande Gabriele Dell’Otto illustra alcuni concetti della mostra disponibile in quel di Rimini. A me intriga un sacco e sto pensando al modo di scendere per vederla, nonostante i mille mila impegni che… si, ne ho già parlato, scusate.

Andiamo direttamente al

L’IMPRESCINDIBILE

Ratio et fides
Mi corre l’obbligo di segnalare il gruppo facebook capitanato dal nostro Trianello. Il gruppo, ben moderato, è pieno di studiosi nostrani (molti dei quali spesso citati anche qui) ed è nato con l’intento di unire le forze apologetiche italiche per disputare attorno alla ragionevolezza della proposta di fede cattolica a fronte dei continui, ridicoli, ma non risibili attacchi che questa fede riceve in ogni dove e in ogni momento. Capitani dell’impresa, come scritto, il nostro Adriano Virgili (portavoce anche del nostro blog), Sara Pillitteri del blog Storia delle Idee (più attivo su facebook) e Luca Gb. Recensioni, segnalazioni, possibilità di fare domande e ricevere risposte adeguate su tutto lo scibile cattolico e filosofico… siete ancora qui? Iscrivetevi.

Meanwhile avete altre segnalazioni da farci? Scrivetele as usual nei commenti!



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3 replies

  1. Ho letto di recente questo articolo che riassume gran parte delle diatribe di questi ultimi mesi, cosa ne pensi?
    https://www.uccronline.it/2018/07/28/bergoglio-difende-humanae-vitae-sandro-magister-finalmente-lo-ammette/

    • Ciao Roberto, grazie del tuo intervento e segnalazione che mi mancava.
      Gli amici di UCCR sono da sempre una sorta di colonna portante della nostra linea editoriale in difesa del Magistero della Chiesa (che non è appoggiare sempre il Papa o la curia tout cour come puoi ben immaginare). Anche in questo caso l’articolo mi pare di ottima fattura e aiuta a comprendere bene alcuni argomenti in campo, ma alla fine mi resta quel sentore di “partigianeria” che – come ho scritto sopra – mi ha francamente stancato.
      Il punto è che qui non credo si siano scontrando due massonerie pseudo segrete conservatori-progressisti (Europa style) che mandano avanti i loro scribi, bensì si siano formate gioco forza due rivoli in quel grande fiume che è la Chiesa, formati da gente che in buona fede crede davvero a quel che scrive e teme. Alcuni sono preoccupati che il Magistero venga intaccato, altri che resti lettera morta. Per me sono entrambi onesti nelle opposte preoccupazioni e senza mala fede.
      In una parola: non c’è nulla dietro a queste “fake news” (altro inglesismo che francamente mi ha rotto).

      Quel che si può al massimo rimproverare ad alcuni articoli ed uscite (siano esse di Magister o di Mons. Chiodi) è la mancanza di prudenza. Ma chi di noi a volte non pecca di imprudenza, soprattutto quando è molto preoccupato?
      Per questo dico che la discussione in campo non mi appassiona più.

      Il punto è che è innegabile ci siano forze in campo che tentano la spallata in salsa “noi siamo chiesa” e l’aggiornamento di stamane dell’articolo lo dimostra. Così come è vero che Magister pare si dimostri sempre fin troppo preoccupato e più preoccupato di preoccuparsi che a pregare per accrescere la fede nella Chiesa terrena e far cessare le sue preoccupazioni…

      Non sono ingenuo. So benissimo che chi scrive pro o contro, anche su blog letti da 4 gatti, sa di essere in qualche modo un “influencer”. Ma mi paiono armi spuntate di chi tenta, nel vincolo della sua coscienza preoccupata, di fare il bene della Chiesa. In questo senso vi trovo la buona fede. Buona fede che per altro ritrovo anche nelle varie costruzioni “politiche” che si sono create con queste prese di posizioni (innegabili anche queste).

      E allora bisognerebbe – again – ripristinare, nella nostra lettura di scritti di fratelli, il mai troppo usato principio di carità. Percepire le intime preoccupazioni del prossimo e rispondere per risolvere i problemi, non per attaccare e quindi attaccarlo ancora di più alla fazione che quelle preoccupazioni crea implicitamente. Non so se mi sono spiegato.

      Correggere chi sbaglia, è giusto. Ma c’è modo e modo e personalmente ritengo che quello che ho descritto potrebbe essere il modo migliore.

      Quasi quasi approfondisco con un piccolo articolo questa mia. Intanto grazie del lancio e buon agosto!

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