Marco Guzzi – Il carattere della vera libertà europea

“Questa è l’idea iniziale, fondamentale, dell’Europa: la libertà! Però attenzione, la libertà come dinamica. La libertà, è stato detto, non è mai acquisita, è una tensione. La libertà, per un europeo, è liberazione, processo infinito di “aumento” di libertà politica, culturale… libertà che è anche giustizia. La separazione che vede la libertà a destra e la giustizia a sinistra, separazione che anche Bobbio ha ribadito, secondo me è veramente di scarsa profondità filosofica. Con tutto il rispetto, pace all’anima sua. Voglio dire: quale idea hai di libertà per pensare che questa sia contrapponibile alla giustizia? Una idea di libertà arbitraria, individualista, egoistica, ma questa non è libertà vera dell’uomo.

La libertà nel profondo ha a che fare con la realizzazione della mia umanità e quindi con le mie relazioni e quindi con la giustizia delle mie relazioni! Altrimenti che libertà è? Libertà significa “fare quel che mi pare”? Questa è la libertà dei maiali, non degli umani! Tant’è che gli umani non hanno mai pensato alla libertà in questi termini, bensì hanno visto libertà e giustizia come processo infinito di realizzazione umana.”

Guzzi, Marco. Come tutto ebbe inizio, così finirà.  Intervento all’incontro “Parole guerriere”, lunedì 25 giugno, alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico, del senatore Alberto Bagnai e del deputato Dalila Nesci. Video audio a cura di Byoblu qui reperibile.



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19 replies

  1. Esiste un concetto di libertà ben veicolato da quel “liberté, égalité, fraternité” di illuministica memoria, che è solo un nuovo tipo di schiavitù,
    ed esiste la Libertà Evangelica che scaturisce dalla Verità, la sola che rende l’uomo libero.

  2. A proposito di libertà, Simon e Minstrel, qui https://ronconte.wordpress.com/2018/07/04/the-three-fonts-of-morality-continued/ c’è gente che afferma che di fronte alla scelta tra mentire ad un assassino e dirgli la verità (verità che porterà a vedere i propri figli torturati e uccisi) uno deve scegliere di dire la verità, essendo il mentire un atto intrinsecamente malvagio, e Dio in effetti, secondo loro, vorrebbe che uno guardasse i suoi figli mentre vengono scuoiati vivi quando avrebbe potuto salvarli. Perché, ehi, Dio è amore, no?

    In pratica Kant cattolicizzato.

    Potete fare un articolo per smontare quelle mostruosità che rendono Dio un mostro psicopatico e che mi stanno disturbando moltissimo? Vi ringrazio in anticipo.

  3. Se certi cattolici hanno ragione qualcuno dovrebbe proprio dire a questo povero uomo https://www.independent.co.uk/news/world/europe/the-holocaust-survivor-and-the-lucky-lie-that-saved-his-life-10209730.html che ha commesso un peccato, e che lo stesso Dio d’amore che lui stoltamente crede essere dietro la sua salvezza, lo punirà nell’aldilà.

    “Wolnerman, then 13, noticed that the old, young and sickly were in a line to the left. When Mengele asked his age, Wolnerman said, “I am 18.” Mengele pointed his stick to the right. The left line was eventually sent to the gas chambers. “I didn’t have brains to say this,” said Wolnerman on a recent afternoon in his condominium in Des Moines. “I believe God told me. If not, I wouldn’t be here.” “

    Eh si, questo poveretto è proprio un illuso, non credete? Cosa volete che ne sappia, non immagina certo che Dio avrebbe preferito che lui si facesse torturare inumanamente da Mengele ( http://www.lastampa.it/2010/02/02/esteri/mengele-il-dottor-morte-torturatore-di-donne-e-bambini-jYPNgy4BzZykAaf6N61QlN/pagina.html ) per non mentire.

    Se questo è il Dio proposto da certi cattolici non c’è da stupirsi dell’esistenza degli atei qui in Occidente, anzi se molti non sono atei forse lo devono alla loro ignoranza della dottrina.

    Qualcuno può seriamente confutare questo bestialità atroci?

  4. Poi ci sarebbe un’altra domanda interessante da farsi, se qualcuno vuole rispondere ne sarei grato: la libertà è davvero così indispensabile per la felicità?

    Sembra una domanda assurda, ma pensiamoci un attimo: i bambini battezzati morti prima dell’età della ragione sono certamente salvi (al contrario per i bambini non battezzati possiamo solo sperare in una qualche sorta di Battesimo extra-sacramentale elargito direttamente da Dio prima della loro morte) perché con il Battesimo si entra in stato di Grazia e non avendo ancora raggiunto l’età della ragione non possono averlo perso. Ebbene, che libertà hanno avuto di perdersi? Nessuna. E la libertà in relazione al proprio destino eterno è la forma di libertà più importante che ci sia. Simon addirittura dice spesso che l’inferno è il grande garante metafisico della nostra libertà, e quei bambini non hanno avuto nessuna chance, nemmeno potenziale, di finirci

    Eppure dubito che in Paradiso, ora, invidino i dannati che, in quanto tali, hanno goduto ed esercitato una libertà che a loro non è mai stato dato di esercitare.

    Insomma, libertà o felicità? Uno potrebbe rispondere “tutte e due” ma il mio punto vuole evidenziare quale delle due sia più importante per l’uomo.

    Poi, tornando al punto dell’inferno quale garante metafisico della nostra libertà, ricordo il topic sull’annichilimento delle anime, e confermo quanto li detto sul fatto che l’annichilimento delle anime sia una eresia, e che se Bergoglio avesse fatto proprio questo pensiero sarebbe un eretico materiale in foro interno.

    Ma riconoscere che una dottrina sia eretica, per me, non significa affatto ritenerla anche “brutta” o “non preferibile”. Semplicemente è eretica, quindi falsa, ma non sempre la realtà è migliore.

    Per dire, Simon afferma anche che la concezione di Bergoglio sarebbe anti-misericordiosa, perché l’esistenza, sebbene infernale, è meglio della non esistenza https://pellegrininellaverita.com/2018/03/30/annichilimento-inferno-e-scomparsa-delle-anime/#comment-34888

    Mi permetto di dissentire, visto che un certo Gesù disse, di Giuda, che sarebbe meglio che non fosse mai nato, ergo persino Gesù reputa il non-essere preferibile all’esistenza infernale.

    Del resto, se l’inferno è come descritto nella Scrittura, è davvero difficile dargli torto. Si parla di “fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti” (Matteo 13,42), di “verme che non muore e fuoco che non si estingue” (Mc 9,46), di “tormento il cui fumo sake nei secoli dei secoli e che non darà riposo nè giorno nè notte” (Apocalisse 14,11).

    In effetti, di fronte a tale prospettiva, è davvero difficile non concordare con Gesù quando afferma che il non-essere sarebbe stato preferibile per Giuda.

    Perciò tornando al discorso della libertà chiedo: è più importante la libertà o la felicità? E non mi si venga a dire che senza la libertà come intesa da molti (cioè di fare il male e perdersi) non vi può essere felicità, perché altrimenti i bambini battezzati morti prima dell’età della ragione sarebbero infelici in Paradiso, e se in Paradiso qualcuno fosse infelice il Paradiso non sarebbe più Paradiso, e questa è una impossibilità logica.

    • Tutto dipende dalla definizione che dai di “libertà”. Libertà è liberazione dalla schiavitù del peccato derivante dal servizio alla Verità. Cito il filosofo Sanmarchi d’annata: “E’ più corretto distinguere tra libero arbitrio (che è la libertà indeterminata rispetto al bene) e libertà in senso stretto, che è la vera attuazione del libero arbitrio. “La verità vi farà liberi” significa proprio questo: siete già dotati della possibilità ontologica di scegliere tra il bene e il male (il libero arbitrio è infatti una caratteristica essenziale della natura umana, che non sorge come effetto della verità, ma che c’è già da sempre) e solo la verità potrà farvi liberi, cioè vi potrà permettere di usare correttamente del vostro libero arbitrio.”

      Utente a-theòs=a-éthos alias Alessandro Sanmarchi, UCCR, http://www.uccronline.it/2013/01/09/i-principi-non-negoziabili-e-i-cattolici-adulti/, 11 gennaio 2013, I principi non negoziabili e i cattolici “adulti”

      • “Tutto dipende dalla definizione che dai di “libertà”. Libertà è liberazione dalla schiavitù del peccato derivante dal servizio alla Verità. ”

        Concordo.

        “E’ più corretto distinguere tra libero arbitrio (che è la libertà indeterminata rispetto al bene) e libertà in senso stretto, che è la vera attuazione del libero arbitrio. “La verità vi farà liberi” significa proprio questo: siete già dotati della possibilità ontologica di scegliere tra il bene e il male (il libero arbitrio è infatti una caratteristica essenziale della natura umana, che non sorge come effetto della verità, ma che c’è già da sempre) e solo la verità potrà farvi liberi, cioè vi potrà permettere di usare correttamente del vostro libero arbitrio.”

        Ok, ma il mio punto riguardava quelli che per ragioni ovvie non hanno potuto esercitare la facoltà di usare il loro libero arbitrio in modo tale da impattare sulla propria salvezza eterna, cioè i bambini battezzati morti prima dell’età della ragione.

        Ora quelle persone sono in Paradiso, dove godono solo della libertas maior, cioè della libertà dal male e dal poter fare il male, ma non hanno potuto, nemmeno potenzialmente, esercitare la libertas minor, cioè la possibilità di fare il bene come il male.

        Perciò chiedo: se il garante metafisico della nostra libertà fosse l’inferno, queste persone non avrebbero avuto libertà, perché tale garante metafisico è sempre stato, per ragioni fuori dal loro controllo, una non-possibilità per loro.

        Ergo secondo me c’è qualche problema nella definizione di inferno come garante metafisico della nostra libertà.

        • Attento, libertas minor non è libertà diversa dalla maior, ma è “riflesso” di quest’ultima. E’ come libertà “sporcata”, non piena, difettiva, che tenta l’imitazione dell’unica e vera libertà; è come la conoscenza che abbiamo ora di Dio, “speculare” come dice San Paolo. I bambini morti con battesimo hanno vissuto la libertà in quanto non è libertà il “liberto arbitrio” che ci permette di sbagliare. NOn so se mi sono spiegato. Simon poi sotto è stato perfetto!

          • “libertas minor non è libertà diversa dalla maior, ma è “riflesso” di quest’ultima. E’ come libertà “sporcata”, non piena, difettiva, che tenta l’imitazione dell’unica e vera libertà”

            È esattamente quello che intendevo. I bambini fintanto che non sopraggiunge l’età della ragione godono di questa libertà pura che non può, nemmeno potenzialmente, condurli al male, poi sopraggiunge la perdita dell’innocenza e la loro anima è in costante pericolo.

          • Aggiungo

            “I bambini morti con battesimo hanno vissuto la libertà in quanto non è libertà il “liberto arbitrio” che ci permette di sbagliare. ”

            Ed è esattamente ciò che intendo.

            • Si, ma non è diminuitio il “non avere” libero arbitrio. Analogamente sarebbe come dire che – che peccato – Dio manca di “potenza” essendo “atto unico”…

              • “Si, ma non è diminuitio il “non avere” libero arbitrio. Analogamente sarebbe come dire che – che peccato – Dio manca di “potenza” essendo “atto unico”…”

                Certo che non è diminutio, ci mancherebbe. Non mi sembra di aver mai implicato qualcosa del genere, del resto come ben dici altrimenti ciò potrebbe applicarsi anche a Dio.

                La perdita dell’innocenza di cui parlavo e la possibilità potenziale di fare il male, quella si che lo è, in quanto come hai detto anche tu la possibilità di peccare implica una libertà non piena.

              • Minstrel, ho scritto un commento che credo sia andato nello spam, prova a controllare per favore.

      • Esatto caro Minstrel.

        A questo aggiungerei un riflessione “mia” personale: come il tempo non ha esistenza in sè ma è solo una realtà relativa al cambiamento negli enti materiali in quanto passaggio dalla potenza all’atto così come è la perspettiva in un paesaggio sempre relativa al punto di vista dell’osservatore ma mai in sè visto che in sè sono reali solo gli elementi che compongono il paesaggio in questione, analogicamente il libero arbitrio non è una realtà in sè ma è un effetto di perspettiva degli umani in quanto enti finiti rispetto alla libertà (che è, essa sì, una realtà in sè).

        In altre parole, se è vero che il neonato appena battezzato non ha nessun libero arbitrio ciò non vuol dire che non sia perfettamente libero, cioè essere pienamente chi egli sia senza vizi e legami al male e esserne felice; all’opposto un adulto vizioso incangrenato è soggettivamente convinto di esercitare pienamente il suo libero arbitrio quando compie le sue depravazioni, mentre in realtà ha perduto ogni libertà schiavo com’è del suo vizio ed è infelice.

        Quanto alla citazione del Gesù di Marcantonio, essa non c’entra nulla con il discorso metafisico che l’esistenza sia intrinsecamente e oggettivamente sempre migliore della non esistenza: il punto di vista anche dissenziente del soggetto esistente (qui Giuda o Satana), espresso con umana empatia da Gesù, non c’entra niente con questa valutazione.

        Senza libertà non c’è felicità, in quanto senza libertà non c’è amore e che la felicità consiste, per l’appunto, nella fruizione dell’amore.

        In Pace

        • @Simon

          “In altre parole, se è vero che il neonato appena battezzato non ha nessun libero arbitrio ciò non vuol dire che non sia perfettamente libero, cioè essere pienamente chi egli sia senza vizi e legami a male e esserne felice; all’opposto un adulto vizioso incangrenato è soggettivamente convinto di esercitare pienamente il suo libero arbitrio quando compie le sue depravazioni, mentre in realtà ha perduto ogni libertà schiavo com’è del suo vizio ed è infelice.”

          Perfetto! È quello che intendevo: in un certo senso il bambino gode della libertas maior, cioè la libertà dal poter fare il male (non dalla libertà dal male in senso stretto perché purtroppo molti bambini il male lo subiscono, la libertà dal poter fare il male coniugata alla libertà DAL male in qualunque forma vi è in Paradiso), libertà che poi perderà col sopraggiungere dell’età della ragione, visto che le persone dotate di libero arbitrio che non hanno mai commesso nessun peccato mortale (cioè messo a rischio la loro salvezza) sono pochissime (mi vengono in mente alcuni santi) e le persone che non hanno mai commesso peccati di alcun genere (nemmeno veniali) addirittura non esistono nè sono mai esistite, con le eccezioni della Madonna e di Gesù.

          Il mio punto riguardava il libero arbitrio, infatti se noti scrivevo

          “E non mi si venga a dire che senza la libertà come intesa da molti (cioè di fare il male e perdersi) non vi può essere felicità”

          Proprio perché molti associano, almeno in questo mondo, l’impossibilità di fare il male con l’assenza di libertà.

          Per me non c’è nulla di più sbagliato.

          Altri, poi, ritengono che la libertas maior sia un premio destinato solo ai salvati, in altre parole ritengono che la libertà di poter fare il male sia necessaria per raggiungere la libertà DAL poter fare il male.

          Anche questo è sbagliato, e il caso dei bambini battezzati morti prima dell’età della ragione lo dimostra (sebbene loro abbiano una libertas maior diversa da quella del Paradiso, visto che in Paradiso c’è sia la libertà DAL poter fare il male sia la libertà DAL male in senso stretto, anche quello subito, tuttavia la libertà più importante è la prima, quella dal poter fare il male, perché è il male fatto che può condannarci).

          Infatti è per questo che qua https://pellegrininellaverita.com/2018/05/16/il-crimine-perfetto-contro-la-santa-trinita/#comment-35497 scrivevo:

          “1. Se da un lato possibilità di rovinarsi è un segno che c’è libertà, è altrettanto vero che da ciò non si può, assolutamente, inferire il contrario, ossia che dove non c’è possibilità di rovinarsi non c’è libertà.
          2. Il “lasciarsi amare”, come tu lo chiami, non è meno libero (anzi) in una creatura come Maria di quanto lo sia in una normale creatura umana nata col peccato originale. Ergo non si può dire che il fatto che Dio abbia predisposto le cose di modo che la perdizione sia possibile per ciascuno di noi sia un incremento/aumento della nostra libertà, perché saremmo molto più liberi se fossimo stati creati senza macchia di peccato e continuamente sostenuti da Grazie potentissime che, citando il post di prima, preservassero tutte le nostre facoltà da deviazioni e, anche nelle circostanze più dolorose, mantenessero le nostre anime nella più perfetta generosità.”

          Il mio post perciò non era diretto alla nozione di libertà intesa in senso veramente Cristiano, il mio post era diretto alla nozione di libertà intesa in senso comune.

          • Sei molto confuso: poco ce ne cale che “molti associano … l’impossibilità di fare il male con l’assenza di libertà”, quel che importa non è un’opinione errata come questa. Quel che conta è ragionare giusto e sapere che è possibile fare il bene solo con la libertà.
            In Pace

            • “Sei molto confuso: poco ce ne cale che “molti associano … l’impossibilità di fare il male con l’assenza di libertà”, quel che importa non è un’opinione errata come questa. Quel che conta è ragionare giusto e sapere che è possibile fare il bene solo con la libertà.”

              Non sono confuso, ho solo riportato quello che molti pensano, e cioè che dove vi è impossibilità di fare il male vi è assenza di libertà. La confusione è tutta loro.😂

              E ovviamente concordo con la proposizione “è possibile fare il bene solo con la libertà”.

        • Ed è proprio per queste ragioni che rigetto il concetto di inferno come garante metafisico della nostra libertà. Proprio perché essere liberi dall’inferno ed essere liberi anche dalla possibilità potenziale di andarci sarebbe incommensurabilmente meglio per noi.

          Aggiungo solo una cosa

          “Quanto alla citazione del Gesù di Marcantonio, essa non c’entra nulla con il discorso metafisico che l’esistenza sia intrinsecamente e oggettivamente sempre migliore della non esistenza: il punto di vista anche dissenziente del soggetto esistente (qui Giuda o Satana), espresso con umana empatia da Gesù, non c’entra niente con questa valutazione.”

          Certamente, io non parlavo dal punto di vista metafisico, parlavo dal punto di vista di chi l’inferno lo sperimenta, il quale ho davvero pochi dubbi che preferirebbe scivolare nel non-essere piuttosto che continuare a vivere quella esistenza infernale.

          Ergo per me non si può dire che la dottrina dell’annichilazione delle anime sia anti-misericordiosa, poiché, sebbene intrinsecamente la non esistenza sia peggio dell’esistenza in qualunque sua forma, il soggetto che sperimenta l’inferno soffre in maniera indicibile, mentre il soggetto che scivola nel non-essere, per definizione non soffre.

          Io da piccolo ero terrorizzato dall’idea che gli atei potessero aver ragione, ma l’idea dell’inferno mi ha sempre terrorizzato ben di più.

  5. Ho sbagliato la firma nell’altro commento per via del blog americano in cui mi firmo Marco, scusate.

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