Novità su Croce-Via: le pagine personali e le live!

Avrete notato dei cambiamenti nella home del sito in queste settimane. Stiamo lavorando per creare le pagine personali degli autori principali e si è iniziato sistemando quella dell’amico filosofo Fulvio Di Blasi. In questi giorni Fulvio si è letteralmente “lanciato” su web: ha creato il suo blog personale, il suo canale YouTube ed è partito con un progetto di live sul suo profilo Facebook.

Sono proprio queste ultime il motivo di questo breve articolo: oggi pomeriggio infatti, 14 aprile 2018 alle ore 15:00 ora italiana, Fulvio farà una live attiva sia su FB e probabilmente anche su YouTube dedicata ad un tema scottante: l’immoralità della contraccezione. L’evento avrà anche una replica in inglese allo stesso orario, ora americana costa Est (per l’Italia saranno circa le 21).

Per chi vorrà o potrà ascoltarla in diretta, ci sarà naturalmente la bella possibilità di interagire direttamente con lui e scrivere domande al riguardo. Fulvio ha già in mente un fitto calendario di “lezioni live“; ognuno quindi potrà leggere in anticipo i titoli degli argomenti che verranno trattati e quindi preventivamente potrà lanciare argomenti, temi o domande direttamente allo stesso autore. Dove? Sul suo profilo facebook, sul canale YouTube e ovviamente soprattutto qui su Croce-Via!

E non è finita: vista la stretta collaborazione che in questo ultimo anno si è venuta a creare fra di noi, stiamo pensando di creare delle live in esclusiva per il blog, dedicate ai temi a noi più cari. I video verranno trasmessi su facebook nella pagina personale di Fulvio e pubblicati su YouTube nel canale del blog. Sono dettagli questi che verranno chiariti più avanti, nel frattempo potreste cogliere l’occasione per iscrivervi ai due canali.

A breve pubblicheremo quindi il calendario delle live che sarà consultabile direttamente dalla Home in ogni momento. Restate su queste colonne perché se ne vedranno (e sentiranno) delle belle.

Per chiudere: se a qualcuno di voi lettori del blog venissero in mente, nonostante il breve preavviso, delle domande o argomenti che vorrebbe veder trattati nella live di domani dedicata alla contraccezione, può anticiparle qui così Fulvio potrà anche capire meglio come strutturare il discorso.

A presto!

Il canale YouTube di Croce-Via
Il canale YouTube di Fulvio di Blasi
La pagina Facebook dell’evento



Categories: Filosofia, teologia e apologetica, Fulvio Di Blasi

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62 replies

  1. Il Signore benedica e accompagni quest’opera meritoria e tutti coloro che vi partecipano.

    È un tempo questo dove è necessario è urgente che sempre più voci si alzino a proclamare la Verità, in un mondo dove la menzogna sembra regnare sovrana e talvolta chi la Verità ben conosce sembra preda di timori o vacilla vittima di dubbi e compromessi.

  2. L’”amico filosofo” mi ha incuriosito. Ho provato a guardare il filmato dedicato alla “Immoralità della contraccezione” su YouTube. La qualità del filmato è molto scarsa e l’audio pessimo, a tratti incomprensibile. Ho anche guardato sul blog, ma l’argomento non appare.
    Ci sarebbe parecchio da discutere nel considerare immorale la contraccezione tout court, ottenuta con qualsiasi mezzo, secondo la morale cattolica,
    Ma questo è un altro discorso e questa probabilmente non è la sede più adatta per affrontarlo.

    • @Nunzia, se ne potra credo spero discutere, ma dobbiamo sempre partire da un assunto e cioè l’insegnamento della Chiesa e dalla pietra miliare, nonche preciso, pratico e puntuale “vademecum” rappresentato dal CCC.

      Sulla contraccezione a riguardo troviamo:

      2369 « Salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l’atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore e il suo ordinamento all’altissima vocazione dell’uomo alla paternità ». 254

      2370 La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi 255 sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano tra loro la tenerezza e favoriscono l’educazione ad una libertà autentica. Al contrario, è intrinsecamente cattiva « ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione ». 256

      « Al linguaggio nativo che esprime la reciproca donazione totale dei coniugi, la contraccezione impone un linguaggio oggettivamente contraddittorio, quello cioè del non donarsi all’altro in totalità: ne deriva non soltanto il positivo rifiuto all’apertura alla vita, ma anche una falsificazione dell’interiore verità dell’amore coniugale, chiamato a donarsi in totalità personale. […] La differenza antropologica e al tempo stesso morale, che esiste tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi temporali […], coinvolge in ultima analisi due concezioni della persona e della sessualità umana tra loro irriducibili ». 257

      Come puoi leggere, la questione è piuttosto chiara…

      Poi come spesso succede nella realtà, sia per quelli che riteniamo giusti motivi (percoloso qundo i “giusti motivi” ce li creiamo da noi), sia perché per nostra debolezza cerchiamo scappatoie o di “addolcire” un regola che ci pare troppo stringente, si entra e ci si addentra in una serie di casi e casistiche che talvolta divengono ginepraio.

      Ma i casi particolari o particolarissimi, i “casi limite”, non fanno la regola e se si deve dare un insegnamento chiaro e univoco, ci si deve attenere alle indicazioni chiare e univoche che si hanno a partire (ad esempio) da quanto ho citato.

      Non è questione di “tout court” o altro…

      Come puoi leggere sopra poi, la chiesa nella Sua Sapienza e Amore, non ci dice, la contraccezione è male punto e basta, ma ci illumina chiaramente sul “male peggiore” che da questo atto «oggettivamente contradditorio» … «ne deriva non soltanto il positivo rifiuto all’apertura alla vita, ma anche una falsificazione dell’interiore verità dell’amore coniugale, chiamato a donarsi in totalità personale.»

  3. Certo che se ne può discutere, ci mancherebbe.
    Tuttavia è proprio il dover comunque partire dall’assunto rappresentato dal “vademecum” del CCC, che non consente di farlo traendone vantaggio. Due le strade: accettare quanto espone il CCC o non tenerne conto. Nel secondo caso il confronto si riduce in un “pour parler” sterile, utile soltanto a riaffermare i propri convincimenti.
    Argomento chiuso allora?
    Non proprio, perché se è vero che alla luce di quanto espone il CCC “la questione è piuttosto chiara …” non lo è per niente per tantissime coppie, le quali volendo affrontare l’incombenza della genitorialità responsabile in modo serio, si trovano spesso a dover affrontare un percorso a ostacoli, in cui capita anche di scontrarsi e a generare senza volerlo, i prodromi di una crisi, che spesso non si sa come affrontare e che qualche volta si conclude nel peggiore dei modi.
    A mio parere e per quanto ciò possa valere, ritenere “Intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione”, appare incomprensibile oltre che ingiustificato.
    La mia valutazione non nasce soltanto dal mio vissuto e cioè dall’essere mamma di due figlie, frutto di una genitorialità responsabile e condivisa, e oggi nonna, ma dall’osservatorio privilegiato in cui svolgo la professione di psicologa, che da anni segue le coppie e affronta le difficoltà che derivano proprio da quell’“assunto”.
    Aggiungo, senza tema di smentite, che altri sono gli atteggiamenti, messi in atto in seno alla coppia, a calpestare la dignità delle persone, a non incoraggiare la tenerezza fra gli sposi e a far sì che gli stessi non si donino l’un l’altro in totalità e mai una contraccezione condivisa comunque realizzata.
    Altro aspetto ambiguo è affermare che i metodi di regolazione delle nascite basati sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi sono conformi ai criteri oggettivi della moralità.
    Quale moralità? Forse una moralità di comodo, perché l’affermazione propone ed esalta nient’altro che un metodo contraccettivo. Naturale quanto si vuole, ma sempre di contraccezione si tratta. Astenersi volontariamente dal compiere l’atto unitivo nei periodi fecondi, andando a individuarli vuol dire, tralasciando i distinguo, perseguire in ogni caso il rifiuto della procreazione. Diverso il mezzo ma uguale il fine.

    • @Nunzia,

      “A mio parere e per quanto ciò possa valere, ritenere “Intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione”, appare incomprensibile oltre che ingiustificato.”

      A tuo parere appunto… io sinceramente non lo trovo né incomprensibile, né ingiustificato.
      Per di più stai affermando che la Chiesa Madre fa qui un’affermazione “incomprensibile e ingiustificata” (!)
      E’ atteggiamento saggio e doveroso del Cristiano, laddove difronte a pronunciamenti che sono Magistero, si trovi in disaccordo, valutare bene dove e perché il proprio pensiero sia difforme dal pronunciato… non il contrario.

      Che tu abbia un osservatorio privilegiato, nessuno può negarlo stando a quanto dici della tua esperienza, ma sei sicura che “…i prodromi di una crisi, che spesso non si sa come affrontare e che qualche volta si conclude nel peggiore dei modi.” derivino siano imputabili all’assunto di cui sopra?

      O meglio lo potrebbero essere, ma è nell’assunto l’errore o nella disposizione dei nostri cuori?
      Perché sarebbe come dire che laddove ti viene indicato ciò che è o può essere peccato, questo ingenera nell’uomo una “crisi” che può risolversi “nel peggiore dei modi”.

      E questo lo dico dal mio di osservatorio privilegiato su cui non entrare in dettaglio.

      “Altro aspetto ambiguo è affermare che i metodi di regolazione delle nascite basati sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi sono conformi ai criteri oggettivi della moralità.
      Quale moralità? Forse una moralità di comodo, perché l’affermazione propone ed esalta nient’altro che un metodo contraccettivo. Naturale quanto si vuole, ma sempre di contraccezione si tratta. Astenersi volontariamente dal compiere l’atto unitivo nei periodi fecondi, andando a individuarli vuol dire, tralasciando i distinguo, perseguire in ogni caso il rifiuto della procreazione. Diverso il mezzo ma uguale il fine.

      Sul fatto che utilizzare i metodi naturali con un mentalità contraccettiva divenga ipocrisia, posso convenirne, ma è assolutamente errato parlare di “metodo contraccettivo”.
      Come tu mi insegni, i MN lasciano sempre la possibilità a Dio (non dimentichiamo che di questo stiamo parlando) di intervenire con una nuova nascita, in più educano l’Uomo (e in particolare il maschio) al dominio di sé e alla rinuncia – mentre il contraccettivo vero e proprio non pone alcun problema di questo tipo.

      E bada che il sottoscritto non è per nulla estimatore particolare o fautore dell’uso dei MN…

      “…che altri sono gli atteggiamenti, messi in atto in seno alla coppia, a calpestare la dignità delle persone, a non incoraggiare la tenerezza fra gli sposi e a far sì che gli stessi non si donino l’un l’altro in totalità non ci piove. O meglio che anche altri e all’apparenza più gravi e seri siano gli atteggiamenti che …ecc ecc, siamo d’accordo, ma affermare che “mai una contraccezione condivisa comunque realizzata” possa portare a calpestare la dignità delle persone all’interno della coppia è asserzione grave oltre che erronea.

      Grave perché smentisce ciò che la Chiesa insegna, erronea perché se la contraccezione è un male (come lo è), questo male, porterà sempre effetti negativi.
      Se ti sfuggono o non ritrovi tali effetti negativi nei tuoi riscontri a livello psicologico, verosimilmente ti sfuggono quelli a livello spirituale… che pure tanto poi incidono sulla vita psicologica, affettiva e concreta delle persone.

      Tutto ciò non per affermare una “legge” che si abbatte come mannaia sulla vita delle persone e delle coppie… esiste la debolezza, la misericordia per l’errore (o meglio per l’errante) e una gradualità, ma l’ “assunto” deve rimanere nella sua chiarezza, integrità e verità.
      E’ il punto di arrivo, la meta a cui tendere…”abbassare l’asticella”, come usa dire oggi, non è di utilità alcuna per nessuno. E’ un inganno.

      L’asticella per noi tutti è molto alta… è assomigliare a Cristo. E’ la santità.

  4. Resta terra terra, ringrazio Nunzia per essere intervenuta qui, le critiche tecniche (sono dirette da webcam, vi capisco) e i commenti e gli pongo il mio benvenuto. Su questo tema taccio e ascolto.

  5. Grazie della risposta Bariom.
    Non posso non convenire con il padrone di casa che giudica le tue parole belle e “alte”. Belle parole, che nel loro insieme individuano un percorso volto alla spiritualità, alla trascendenza. Tuttavia per coglierne appieno il senso e interiorizzarlo è necessario maturare alcuni presupposti, quali la volontà di avere fede, di viverla e di credere in Dio e, nel caso dei cattolici, di accettare in modo coerente la inerranza del Magistero, e di metterlo in pratica quale insegnamento e farlo proprio. Un’opportunità per tutti, che però non appare così diffusa e nemmeno di prossima attuazione.
    E, infatti, ciò che tu “…non trovi sinceramente né incomprensibile, né ingiustificato”, lo è invece per moltissime persone, come ho già scritto.
    A maggior ragione ciò che aggiungi riferendoti a chi giudica l’”assunto” incomprensibile e ingiustificato: «E’ atteggiamento saggio e doveroso del Cristiano, laddove di fronte a pronunciamenti che sono Magistero, si trovi in disaccordo, valutare bene dove e perché il proprio pensiero sia difforme dal pronunciato… non il contrario», è rivolto non a caso al “Cristiano”.
    Come vedi, andando avanti nel discorso vengono fuori i contorni di due mondi diversi, che non si comprendono e che probabilmente hanno poco in comune e nulla da dirsi. Si ricade nel confronto sterile, fine a se stesso.
    E laddove i presupposti mancano del tutto o in parte, i punti di vista divergono. Ciò che per la Chiesa è un male e rappresenta un peccato non è così avvertito dalla maggior parte delle persone con cui dialogo sia professionalmente, sia in via amicale.
    L’uso della contraccezione per esempio non è considerato come una palese lesa maestà al disegno divino, ma soltanto un modo efficace per pianificare le nascite. La pillola è considerata un farmaco qualsiasi e come tale presenta aspetti positivi e controindicazioni.
    «Sul fatto che utilizzare i metodi naturali con una mentalità contraccettiva divenga ipocrisia, posso convenirne, ma è assolutamente errato parlare di “metodo contraccettivo”».
    Mi spiace, ma dissento.
    Qualunque metodo che ha come fine ultimo quello di evitare la fecondazione rappresenta la volontà del soggetto di prevenire il concepimento e presuppone una “mentalità contraccettiva”. Se non fosse quello l’obiettivo, non avrebbe senso l’utilizzo e chi ne fa uso, se ne asterrebbe volentieri. Parimenti, l’impegno e l’attenzione profusi da chi sceglie i metodi naturali nell’auto-osservazione per evitare errori, compresi i patemi d’animo conseguenti, hanno senso e sono giustificati soltanto se il fine è quello della non procreazione. Altrimenti perché metterli in pratica?
    «Se ti sfuggono o non ritrovi tali effetti negativi nei tuoi riscontri a livello psicologico, verosimilmente ti sfuggono quelli a livello spirituale… che pure tanto poi incidono sulla vita psicologica, affettiva e concreta delle persone».
    È vero, di solito non ne tengo conto. Chi è interessato a indagarli ed eventualmente venirne a capo può rivolgersi al sacerdote, o al mentore spirituale.
    «L’asticella per noi tutti è molto alta… è assomigliare a Cristo. E’ la santità».
    Ne prendo atto con sincera ammirazione. Io non ne sono all’altezza e non mi pongo l’obiettivo.

    • @Nunzia,

      “Come vedi, andando avanti nel discorso vengono fuori i contorni di due mondi diversi, che non si comprendono e che probabilmente hanno poco in comune e nulla da dirsi. Si ricade nel confronto sterile, fine a se stesso.”

      Che emergano due “tesi” diverse è ora evidente, ma non sono affatto d’accordo sul fatto che il “confronto sia sterile” (almeno per me), né che siano due “mondi diversi che non si comprendono”, giacché credo di poter dire di conoscere bene entrambi i mondi essendo io stato un ateo per quasi metà della mia vita e aver dovuto combattere (la mia natura) e non solo approfondire (la mia fede) rispetto i temi della sessualità in tutti vari suoi aspetti.

      Sessualità che ritengo un grandissimo dono di Dio all’uomo (tanto per sgombrare il campo da altro tipo di idee…).

      Vorrei aggiungere che il mio maturare nella Fede – dove il maggior lavoro lo fa lo Spirito Santo – non ha fatto di me, ne fa, un “asceta”… Sono sposato per la seconda volta essendo passato per un periodo di vedovanza e ho tre figli qui in terra e tre già in Cielo.

      Ribadisco che comprendo il tuo assimilare i MN ad altri metodi contraccettivi in linea di principio astratto, ma il discorso andrebbe meglio approfondito, ma forse non sono l’interlocutore più adatto.
      Non ho mai utilizzato tali sistemi, non ne sono profondo conoscitore (non tanto sul piano tecnico, quanto sui risvolti spirituali).

      Quindi, augurandoti il sommo bene (che è incontrare Gesù Cristo nella tua vita), per il momento ti saluto caramente, in attesa di eventuali futuri scambi, che personalmente ritengo tutt’altro che sterili.

    • Redazione, chiedo scusa se il mio intervento vi è sembrato fuori luogo ma, essendo Nunzia una psicologa di professione, volevo solo sapere se aveva preso in considerazione i benefici fisici e psicologici per gli sposi i cui comportamenti sono in linea con le norme del Magistero.

      • @lorenzo,

        non voglio rispondere io per Nunzia, ma da quanto lei ha sin qui esposto mi pare evidente non possa aver preso in considerazione “i benefici fisici e psicologici per gli sposi i cui comportamenti sono in linea con le norme del Magistero.”

        Norme che trova discutibili e in cui anzi vede risvolti negativi.

        Se da un lato, per sua stessa ammissione, non vede le ricadute negative che possono generarsi fuori da tali norme, come potrebbe valutare quelle positive?

        Dico questo non per “puntare il dito”, ma perché mi risulta evidente dallo scambio di commenti avuto con lei.

        • E’ clinicamente dimostrato che, di norma, l’uso dei contraccettivi, quando non provoca danni, priva la coppia dei benefici effetti fisici e psicologici che comporta il rapporto sessuale sponsale: volevo semplicemente chiedere a Nunzia se questo lo aveva preso in considerazione.

          • Una sorta di feedback dal suo osservatorio… 😉

            • No, semplicemente studi scientifici sull’argomento che parlano di effetti antidepressivi, tonificanti, immunostimolanti ed ansiolitici.

            • Tu supponi un feedback da parte mia, mentre io osservo e prendo semplicemente atto di come il Creatore ha fatto perfette tutte le cose…

  6. @Nunzia e Bariom

    Credo che l’articolato e circostanziato discorso di Nunzia evidenzi, una volta di più, la differenza intrinseca tra due realtà, una teorica ed una pratica.
    E’ vero , Nunzia ha un osservatorio privilegiato.
    Bariom nel dirlo non valuta bene secondo me il valore del termine “osservatorio”, cioè fotografia di quello che esiste, e non di quello che dovrebbe esistere.
    In ogni caso mai come sulla contraccezione viene evidenziato il limite di pensiero di molti cattolici nel comprendere il verso della fede.
    Molti infatti ritengono che la fede e la vita felice venga dall’osservazione dei precetti.
    E’ vero invece il contrario : la vita felice e l’osservazione dei precetti vengono dalla fede.
    E’ quindi necessario un percorso di fede concreto , che faccia capire intimamente alle singole persone, e poi agli sposi, la bellezza del rapporto personale con Dio, e che gli faccia fare una esperienza certa della sua esistenza di fronte alle croci ed ai problemi di ognuno di noi. Un percorso che porti ad una fede consolidata e provata.
    Solo allora infatti il cristiano, inondato dall’amore di Dio per la sua vita e per la Chiesa che glielo ha trasmesso, può intimamente comprendere valore ed efficacia delle indicazioni della Chiesa stessa sui singoli fatti e peccati, ed affrontare tutto con la fiducia del figlio che si affida al padre.
    Ma pensare che persone con fede claudicante e superficiale mettano la propria vita e la propria felicità (sulla quale, non avendo una fede concreta, vogliono avere un controllo in prima persona) nelle mani di precetti che vengono vissuti come pesi insostenibili, è forse un pò ingenuo.
    Tali e tante sono infatti le motivazioni concrete per limitare le nascite, che senza una fede adulta alle spalle, il credente tiepido troverà mille motivazioni logiche per farlo, autoassolvendosi.
    Io stesso ho assistito a delle spiegazioni sui c.d. metodi naturali, e la prima cosa che il catechista/medico volontario diceva era che erano “efficenti” ed “efficaci” , nel raggiungere il proprio scopo. Metteva cioè l’accento sulla inefficacia contraccettiva percentuale dei metodi artificiali, confrontata alle equivalenti percentuali dei metodi naturali . Come a dire (senza dirlo) : funziona più o meno come il preservativo, ma è approvato dalla Chiesa! Usatelo!
    Quindi concordo perfettamente con Nunzia : La contraccezione o è o non è , ed il metodo naturale non può non essere utilizzato con una mentalità comunque contraccettiva, tranne casi e specifici casi non così frequenti. Cosa che d’altra parte vale anche per l’astinenza dai rapporti tra gli sposi senza motivi medici, la quale è evidentemente il più efficace dei metodi contraccettivi, mentre spesso viene scambiato per “castità”, e nasconde tra l’altro un evidente problema tra gli sposi stessi.

    • Non sono d’ accordo con ML65-4 che prima di mettere in pratica le norme morali del cristianesimo si deve fare un lungo percorso di perfezionamento, per esempio gli sposi
      Sono invece d’ accordo con chi come Ratzinger invito’ una volta a vivere “ Etsi Deus daretur” come se Dio esistesse anche chi ha dei dubbi o una fede incerta. Vivere come se Dio esistesse: fare la prova, l’ esperienza fin da SUBITOe con una decisione esistenziale di di una vita diversa orientata come se Dio esistesse.
      : se Dio esistesse il vivere secondo castita’ , continenza, purezza e a volte astensione dai rapporti sessuali anche col proprio coniuge non apparirebbe cosi’ assurdo. Solo vivendo nella pratica, dopo aver fatto una scelta radicale, le norme morali del,a dottrina cattolica, se ne scopre la verita’.
      E’ come per chi vuol suonare un pezzo a pianoforte: non si puo’ pensare che ci riesca se prima non impara e suona le note , non accetta che lo spartito dice di suonare quell’ accordo in quel determinato tempo e non un altro. Non si arriva dopo un “ un lungo”percorso” ad accettare che le note da suonare sono quelle . Lo si accetta subito, tutto intero e lo si mette in pratica, suonando le note prescritte al momento prescritto quelle e non altre. Certo non e’ che da subito si suonera’ il pezzo benissimo ma almeno fin da subito si deve assumere la decisione di aderire a cio’ che e’ stato scritto per poter poi perfezionarsi nella pratica.
      Il metodo di chi pensa che alla moralita’ della Vita Cristiana si giunga solo dopo un lungo percorso , cioe’ suonando prima delle note a caso, e solo dopo tanto tempo arrivando a suonare quelle giuste non mi convince. Bisogna decidere subito radicalm ente e vivere etsi Deus daretur.
      Gesu’ ha chiesto decisioni rapide e radicali Vieni , seguimi, non ha detto ora vai a casa pensaci su fai un percorso in cui all’ inizio mi segui per un po’ quando hai voglia, poi dopo anni un altro po’ , consigliati con uno psicoterapeuta e cosi’ via.
      Keerkegard aveva detto che la conversione al cristianesimo e’ una scelta radicale che si fa abbandonando uno stato preesistente di vita per accedere ad un altro stato di vita.
      Non dunque un “ perfezionamento” della vita ma un salto. Un salto che vuol dire rischio e sacrificio per abbandonare lo stadio delle proprie comode abitudini: perche’ decidere di vivere etsi Deus daretur comporta un certo sacrificio. Nulla a che vedere con la psicologia e la sociologia e il perfezionamento personale Si entra nella dimensione spirituale. Si entra nel vivo del pezzo di musicache si vuole suonare e solo suonando tutte le note come prescritte alla fine se ne capisce la verita’ e l’ armonia.

      • @Cristina, direi che al “salto”, segue (dovrebbe seguire) tutto un “cammino di perfezione”, fatto anche di cadute, errori, mormorazioni, tentazioni e via discorrendo.

        C’è appunto un cammino e una gradualità. L’importante è non venire meno alla scelta fatta, alla decisione presa e se anche questo acadesse, confidare non su noi stessi ma sulla Fedeltà e Misericordia di Dio.

    • @ML65,

      se tu credi che il mio commentare si riferisse solo all’ osservanza di “precetti” e leggi, hai capito poco del mio discorso, anzi credo lo abbia compreso molto meglio Nunzia.

      Peraltro io stesso ho concordato con Nunzia che i MN possono essere usati con “mentalità contraccettiva”.
      Mentalità contraccettiva, perché NON possono essere considerati al pari dell’astinenza dai rapporti strumenti contraccettivi.

      Diversamente tu stia dicendo e lo dici, che la Chiesa Madre e Maestra, sta subdolamente ingannando i fedeli presentando un surrettizio mezzo contraccettivo dicendo tranquillamente “usatelo”.

      Vale per te quanto ho detto a Nunzia sull’atteggiamento che il Cristiano deve avere rispetto il Magistero.

      Ciò che sarà da indagare a cura di una guida spirituale o degli stessi Coniugi che si mettono seriamente in discussione di fronte a Dio, se la loro disposizione del cuore presenti o meno una “apertura (o chiusura) alla vita”, disposizione questa che implica una piena o meno fiducia in Dio rispetto la loro fecondità e possibilità di generare e crescere (Suoi) figli.

      Nel caso di concrete tecniche contraccettive, c’è poco da indagare… La risposta è chiara.

      Ti ricordo infine che il mio dibattere con Nunzia è partito dalla sua contestazione alla validità è verità del principio che la contraccezione sia un male (assunto del CCC).
      Sono perfettamente consapevole di tutte le difficoltà, degli errori, degli inganni e anche delle ipocrisie, che nella vita concreta le Verità della Fede sono di ostacolo per via della nostra umanità ferita, ma da qui a non riaffermare la verità di queste Verità, ce ne corre…

      Poi sei padrone di essere d’accordo con chi ti pare.

      • Cristina, anche nella fede esiste una gradualità.
        Quando le cose non si reggono su una fede adulta, ma sullo sforzo individuale, diventa difficile , nel momento di difficoltà, restare fermi nei propri propositi.
        Inoltre , ma non credo ti sfugga, viviamo in una società dove la presenza di Dio, l’esistenza di Dio, l’appartenere a questo o a quel credo, non sono più sentite come una necessità di vita!
        Perchè un ragazzo , oggi, dovrebbe “sforzarsi” di restare cristiano? Per quale motivo , se non ha dentro quell’incontro o non ha mai provato l’ebbrezza e la bellezza delle fede, dovrebbe convincersi che obbedire a certi precetti sia la strada per la sua felicità personale?
        La parola “sforzo” , “dovere” , ha poco senso oggi, e forse l’aveva anche ieri, se non accompagnata da una esperienza di incontro con Dio, che può venire spesso solo dalla testimonianza di altri e dal vedere la vita cristiana e felice e serena di altri. Solo chi ha assaggiato , magari anche solo una volta, l’incontro con Dio, può cominciare un percorso e cominciare a trovare senso nelle indicazioni di vita che vengono dalla Chiesa. Altrimenti togliamoci dalla mente che siano indicazioni “logiche” , secondo la logica umana. Non dimenticare mai che noi seguiamo quanto di più illogico esiste al mondo, e cioè uno che si è lasciato uccidere da innocente come un agnello, ha perdonato i propri carnefici e dopo 3 giorni è risorto.

        • Scusa ML65 ma mi pare tu parli di cose che poco conosci (seppure ’65 fosse il tuo anno di nascita)…

          I MN poi sono nati per aiutare le possibilità di procreazione (guarda un po’…) nel far conoscere e riconoscere alla donna – coinvolgendo ovviamente anche l’uomo – i suoi periodi fertili.

          Non capisco poi tutto questo tuo voler alineare le “probabilità” o le “sicurezze” di un metodo piuttosto che un altro. Qui non c’è proprio nula da paragonare, perché – lo ripeto per la terza/quarta volta, i MN NON si pongono come metodo contraccettivo. Tecnicamente se non c’è unione sponsale, non c’è contraccezione, punto.

          I MN poi proprio perché non pongono ostacoli artificiali di qual si voglia tipo al concepimento, lasciano sempre “la porta” aperta” a Dio per una eventuale gravidanza.

          Tutto questo tuo parlare delle eventuali storture o debolezze dell’Uomo difronte ad esempio al corretto uso dei MN, sembra solo prodotto di un pregiudizio su chi secondo te, non ha compiuto un corretto cammino o è arrivato ad un “certo livello” (che livello poi, sarebbe da capire…)

          Non vorrei essere troppo “pratico”, ma è evidente che una coppia in un anno faccia tutti i glorni l’amore con metodi di contraccezione artificiali abbia più probabilità di procreare di una che pratichi i metodi naturali (che comportano periodi di astinenza o astinenza totale) Il che è quasi paradossale ma corre il rischio di essere vero…

          Se in un anno una coppia ha rapporti sessuali tutti i giorni, forse ha qualche altro tipo di problema rispetto la sessualità…
          Per il resto ho capito poco di quanto di tuo ho riportato.

          Infine contesto del tutto la tua affermazione: “…i togliamoci dalla mente che siano indicazioni “logiche” , secondo la logica umana. Non dimenticare mai che noi seguiamo quanto di più illogico esiste al mondo…”

          La resurrezione di Cristo NON E’ illogica, ma ha una sua logica (che di fatto i CristianiO comprendono e condividono) che NON è la logica del mondo o che se preferisci, il mondo non può comprendere.
          E’ – come ben sai – una STOLTEZZA, ma NON è ILLOGICA
          Dovresti stare più attento a come ti esprimi, preso dalla tuo mono-visione teologica.

          Dovresti sudiare meglio Fides et Ratio di San GP II e anche quanto ha scritto Benededdo XVI sul tema.

          Più di una volta mi sono trovato a dibattere (di persona non tanto su un blog) con non-credenti su talune indicazioni avengeliche, prima ancora che indicazioni del Magistero e sulla loro perfetta logicità e sui loro assolutamente benefici effetti sulla vita concreta delle persone.
          Non di rado – non per mio merito – costoro hanno ammesso anche piuttosto affascinati, della Verità di certi concetti o assunti o “dinamiche”.
          Questo pone la base alla domanda: “Ma come posso fare io ciò?!”
          Ed è proprio lì che si inserisce l’Annuncio di Cristo Risorto e l’invito ad incontrarlo nella propria vita.

          E’ un errore ed un abbaglio credere che parlare al prossimo delle “regole” (per capirci) che mantengono salda la vita di un Cristiano assieme a tutto quanto fa parte di una vita di Grazia, non sia parlare di Cristo.

          Che parlare della Chiesa, non sia parlare di Cristo.
          Che parlare dei Sacramenti (che certo sono un punto di arrivo, soprattutto se parliamo di non-battezzati), non sia parlare di Cristo.
          Che parlare dei Dieci Comandamenti (non sono ancora andati in disuso), non sia parlare di Cristo.
          O che parlare della Sessualità come la Chiesa insegna ha da essere vissuta, non sia parlare di Cristo…
          (e potrei continuare)

          Dipende da come se ne parla, e di cosa si è fatto esperienza (e su questo ti do ragione).

          Personalmente ti dirò da ex-ateo e persona molto logica (seppure di una logica tutta mia), ciò che subito mi ha affascinato nell’Annuncio ricevuto, fu che

          1. in un modo che trovavo misterioso (si potrebbe dire illogico, ma bada bene misterioso e illogico NON sono sinonimi) qualcuno stava parlando alla mia vita e DELLA mia vita.

          2. c’era una affascinante logica (per quanto da me sin lì mai condivisa) nella proposta che mi veniva fatta.

          Da quel giorno che risale a parecchi anni fa, questa affascinante logica (e non solo quella s’intende), no è mai venuta meno e anzi si è sempre più svelata come acqua che disseta, ma di cui hai continuamente bisogno…

          E’ la Sapienza di bibblica memoria, «perché la sapienza entrerà nel tuo cuore e la scienza delizierà il tuo animo.»
          Proverbi 2,10
          Non che io possegga Sapienza o Scienza, ma di certo la Sapienza di Dio, manifestata in Cristo Gesù e donata alla Sua Chiesa, ha cambiato la mia vita… e questo è un fatto.
          Guai a me se non lo testimoniassi.

          • Scusate, è riamsto aperto il corsivo che era da chiudere dopo la citazione di ML65:

            Infine contesto del tutto la tua affermazione: “…i togliamoci dalla mente che siano indicazioni “logiche” , secondo la logica umana. Non dimenticare mai che noi seguiamo quanto di più illogico esiste al mondo…”

            Magari Minstrel può porvi rimesio 😉

  7. Ho seguito da lontano la discussione tra Nunzia, ML65 e Bariom.

    Concordo con ML-65 nel dire che la differenza risieda tra teoria e pratica, ma non nel senso che dice lui: la diffrenza è tra chi ha una conoscenza PRATICA della vita coniugale tale quale DIo e la Chiesa comandano e coloro che invece non hanno mai provato a viverla realmente o che alla prima o seconda difficoltà incontrata l’hanno abbandonata, provando così di avere solo una conoscenza TEORICA e non provata, perchè non veramente vissuta esistenzialmente, della proposta cristiana nella vocazione matrimoniale.

    Nel caso di Nunzia è poi evidente che, non avendo ella stessa (se ho ben capito) vissuto la paternità responsabile come la Chiesa comanda e professionalmente essendo poi stata in contatto solo con persone che non sono riuscite (volontariamente o no, questo non è il topic) a vivere pienamente questa realtà con conseguenza di esserne uscite ferite, ella non sia in grado di avere altro che una conoscenza TEORICA di quel che insegna la Chiesa assieme ad una comprensione distorta del reale, in quanto è a conoscenza solo di una realtà fallimentare, il che rende il dialogo difficile.

    Sarebbe come giudicare il cristianesimo una cosa cattiva o impossibile da vivere nella pratica basadosi sul fatto di non essere mai stati capaci se stessi di vivere da cristiani o sulla testimonianza di chi ha lasciato il cristianesimo perchè considerandosi da esso ferito in un modo od in un altro.

    Vale molto di più in questo contesto la testimonianza di chi vive bene l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e ha rinunciato forse senza neanche accorgersene alla minima tentazione contraccettiva nella propria coppia che quella di migliaia di persone o coppie che non capiscono o, anche capendo, non vogliono applicarlo.

    Per il resto, ognuno è poi libero di scegliere tra Dio e se stessi, tra quel che insegna la Chiesa e le proprie idee, tra vivere in armonia con la propria natura umana e le pretese mondane: ma niente sarebbe più ipocrita e corrotto, come direbbe Papa Francesco, voler far passare come progetto di Dio per la nostra santità personale e coniugale l’egoismo dello pseudoconforto contraccettivo, la sua ideologia, il cedere all’opinione di chi poco o nulla conosce della chiamata fatta ad ognuno di noi diventare figli Dio nel santo sacramento del matrimonio veramente vissuto senza parentesi o restrizioni mentali di alcuna sorta.

    In Pace

  8. Bariom, non mi sogno di dire che la Chiesa indichi uno strumento contraccettivo.
    Dico soltanto, per esperienza diretta, che lo stesso viene poi interpretato in maniera simile….
    D’altra parte mi sembra che concordiamo sull’esistenza di una mentalità contraccettiva, e quando questa esiste è ancora difficile per me capire la differenza tra i vari metodi, posto che alcuni di quelli “c.d” naturali (billings o astinenza) finiscono per essere più efficaci di quelli artificiali i quali, dando la sensazione di essere perfetti , si prestano a disattenzioni , dimenticanze, etc etc.
    Non vorrei essere troppo “pratico”, ma è evidente che una coppia in un anno faccia tutti i glorni l’amore con metodi di contraccezione artificiali abbia più probabilità di procreare di una che pratichi i metodi naturali (che comportano periodi di astinenza o astinenza totale) Il che è quasi paradossale ma corre il rischio di essere vero…

    • @ML65 la risposta contenuta in una commento sopra…

    • Non mischiamo i piani o la discussione diventa fumosa.

      Un atto contraccettivo è un atto (usare di un condom, diaframma, steriletto, pillola, coitus interruptus): un’azione volontaria che deforma e svia la funzionalità e la finalità dell’atto sessuale, introducendo così una deformazione nell’armonica olistica bellezza dell’atto coniugale. È quindi sempre un atto malvagio quando compiuto nel contesto di una coppia che vuole vivere onestamente, olisticamente, ecologicamente la propria relazione e certamente impedisce radicalmente di imitare il Cristo e quindi di accedere alla santità qualunque sia la circostanza.

      I metodi naturali non sono atti, sono al massimo astensioni di atti durante un certo periodo: cioè non si deforma niente, non si induce una stortura nell’atto coniugale, il quale semplicemente non ha luogo. Sono rispettosi dei ritmi biologici, permettono un approccio più razionale della generazione della figliolanza, aumentano il dialogo tra gli sposi, la loro conoscenza ed il loro rispetto mutuale.

      Ma mentre un atto contraccettivo è sempre malvagio a prescindere, la qualità morale dell’uso dei metodi naturali dipende dall’intenzione di chi li praticano: se l’intenzione è contraccettiva allora sono peccaminosi, se l’intenzione è quella di seguire e di applicare la volontà di Dio che si esprime attraverso le circostanze della propria vita ed esercitare le virtù di speranza e di carità, allora sono buoni e propedeutici ad una vita spirituale genuina.

      Come distinguere nella pratica tra atteggiamento contraccettivo e atteggiamento cristiano e umanamente aperto alla vita? Nel primo vi è una mentalità di “niente bambino” a qualunque costo, mentre nel secondo vi è sempre una porta aperta alle sorprese di Dio.

      Personalmente, ho avuto 20 giorni fa 60 anni e in 37 anni e tot di matrimonio ho adesso 17 discendenti diretti, 8 figli di cui 5 sposati e, per ora, 9 nipotini: non mi ricordo di aver mai usato né contraccettivi né metodi naturali in quanto tali, ma, semplicemente, con mia moglie ci siamo regolati e fatto fiducia al Signore e alla Sua Provvidenza (senza alcun aiuto statale che in Isvizzera non esistono) e, di mia esperienza diretta, posso dire che non c’è un solo figlio o figlia di troppo: anzi, mia moglie ed i io siamo già in paradiso su questa terra quando siamo tutti i 24 assieme come anche lo eravamo durante la nostra gioventù assaporando la volontà del Signore nel nostro quotidiano non sempre facile, compresi i saltuari periodi di astinenza quando veramente consideravamo meglio vivere la nostra relazione su un piano ancora più intimo e profondo che quello carnale . Il Signore dà con estrema generosità: basta che noi apriamo le nostre mani senza paura: il cristiano non è un codardo perchè sa che Dio è il suo scudo.

      Ed è questo che la Chiesa vuole con il Suo insegnamento: il cristiano non deve mai aver paura della vita perchè Dio è il nostro scudo e protettore e con la Sua Grazia, mai rifiutata a nessuno, tutto è possibile e in particolare percorrere la via stretta che ci conduce a Lui.

      In Pace

      • Sottoscrivo al 200% 😉

        • Grazie Simon . E’ questo il tipo di testimonianza che serve dare , e che sommata alle parole trasmette la fede. È evidente che tutta la sapienza del mondo, espressa da chi non ha vissuto cosi , corre il rischio di diventare parola vuota. Cosi invece anche un ateo si interroga e puo trovare una luce. !

      • Invidio, ovviamente in senso buono, la tua grande famiglia.
        Vorrei solo puntualizzare che la Chiesa non condanna l’uso, quando necessario ed appropriato, di taluni medicinali che sono normalmente definiti ed usati come contraccettivi: uso medico si, uso contraccettivo no.

  9. @Lorenzo.
    «E’ clinicamente dimostrato che, di norma, l’uso dei contraccettivi, quando non provoca danni, priva la coppia dei benefici effetti fisici e psicologici che comporta il rapporto sessuale sponsale …».
    Clinicamente dimostrato? Da chi se è lecito? Eventuali fonti e relativa bibliografia?
    Qualche voce circola e non da oggi e ha la stessa valenza di quelle dedicate ai valori pressori corretti.
    In un periodo nel quale le false notizie trovano terreno fertile, è bene essere cauti.
    Ciò che si conosce e bene sono gli effetti negativi, in special modo gli stati d’ansia che il timore di una gravidanza non voluta genera in entrambi i coniugi.
    Stati d’ansia che riducono e spesso cancellano i benefici insiti nell’attività sessuale e ciò accade nonostante l’utilizzo del contraccettivo.

    • Non entro in merito al timore psicologico di una gravidanza indesiderata e delle sue infinite sfaccettature perché è un delicato argomento medico paziente che spazia dai traumi infantili agli egoismi puramente economici,
      Vorrei però fati notare che rinunciare ai benefici effetti delle prostaglandine e dell’ossitocina e poi rilevare l’insorgere di stati d’ansia non mi sembra molto corretto.

    • Vorrei farti inoltre notare che non è esatto scrivere che “Stati d’ansia che riducono e spesso cancellano i benefici insiti nell’attività sessuale e ciò accade nonostante l’utilizzo del contraccettivo”: avresti invece più correttamente dovuto scrivere che “Stati d’ansia che riducono e spesso cancellano i benefici insiti nell’attività sessuale, STATI D’ANSIA CHE SONO FAVORITI, NEL LORO INSORGERE E SVILUPPARSI, DALL’UTILIZZO DEL CONTRACCETTIVO.

      Se vuoi studi scientifici puoi iniziare da qui: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3558603/
      o da qui: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3440521/
      o puoi cercare tu stessa in rete…

  10. @Nunzia,

    “Ciò che si conosce e bene sono gli effetti negativi, in special modo gli stati d’ansia che il timore di una gravidanza non voluta genera in entrambi i coniugi.
    Stati d’ansia che riducono e spesso cancellano i benefici insiti nell’attività sessuale e ciò accade nonostante l’utilizzo del contraccettivo.”

    E dici assolutamente il vero… è ciò che si può constatare facilmente anche senza essere psicologi (non per sminuire la tua figura…)

    Ma qual è la radice prima di quest’ansia, di questi timori?

    Te lo dico in una parola: la paura della morte!

    Credo tu abbia compreso, ma diciamo che è necessario spiegarsi meglio…

    Quale morte? La morte della partoriente? Del futori nascituro?
    In certi casi anche e credo tu ne sappia più di me di ansie di tipo patologico, ma in senso ontologico, di che morte parliamo?

    La morte interiore che si vive – ma molto spesso anche solo si teme a priori, senza neppure viverla – data dalla paura di “non farcela”, non farcela con il fisico, con la psiche, con il denaro (!), con una famiglia già numerosa (o che già ad un figlio si ritiene tale), di essere sola ad affrontare la gravidanza (anche se si ha un compagno), di dover soffrire, di cambiare aspetto fisico… potremmo continuare all’infinito.

    Tutte forme di MORTE, morte dell’essere, morte del mio IO.
    Ombre di morte che si parano difronte ai nostri occhi nel peggiore dei modi… come una lenta agonia!

    Quale il rimedio per questo male?
    Ah, certo il contraccettivo in primis… l’aborto in ultima analisi, perché se quel bimbo sarà motivo della tua morte, allora è tuo “nemico” ed è giusto che tu ti difenda.
    Mors tua…

    Ma è veramente questo il rimedio?
    E l’avere figli è una condanna? Restare in cinta è la peggior sfiga che ti possa capitare?
    Non è forse oggi più che mai il tempo in cui queste (false) certezze circolano ad avvelenare la gente quando persino in ambito medico, ti guardano come un’imbecille se ti presenti alla terza, quarta gravidanza?

    E se esistesse la cura che annienta questo virus, la paura della morte (e tante sono le morti dell’essere per l’Uomo)?
    La “cura” che ti fa sentire amato qualunque cosa succeda, che ti fa vivere nella pienezza di ciò che accade sapendo che ciò che accade è ciò che Colui che ti ama dispone e che Colui che ogni cosa dispone è Tuo PADRE?

    Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13 Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».
    Luca 11

    Si potrebbe obiettare che lo Spirito Santo, non “riempie la pancia” (cosa tutta da dimostrare), ma dalla Scrittura sappiamo che Dio si occupa anche di cose molto più “banali” e concrete…

    Oggi, quello che un tempo era una benedizione, una ricchezza, quello per cui si facevano “carte false”, una discendenza, dei figli (anche il caro Abramo, padre della Fede, ha fatto i suoi traghettini, per assicurarsela, fuori della promessa di Dio…) è diventata una “sventura”, un peso insostenibile – fuori di quel 1 virgola qualcosa che forse ci potrebbe andare bene.

    Non è che a fare ed allevare dei figli non si soffra o non si faccia fatica, ma tutte le gioie impagabili, dove sono finite? Chi ce le ha nascoste o sottratte?!

    E non partiamo con la solfa “erano altri tempi”, che c’erano tempi in cui veramente ci si toglieva il pane di bocca per i figli!

    Poi c’è l’altra diceria che ormai è una verità indiscussa… ad ogni rapporto sessuale, segue una gravidanza.
    Ma chi l’ha detto? Ma non allarghiamo troppo il cerchio…

    E’ la paura della morte annidata nel cuore dell’Uomo, la radice profonda dei nostri mali e persino del nostro peccato… eppure la cura c’è.
    Cristo ha vinto la morte!
    C’è da sperimenteare se si è trattato della sua sola vita o se questa resurrezione ha a che fare con la mia vita.

    “La Paura busso alla porta, la Fede andò ad aprire… non c’era più nessuno!”

    • Beh Bariom, andiamoci piano.
      Comprendo il tuo “grido” di dolore, ma la fede in Dio per chi non l’ha non s’inventa dall’oggi al domani, né si trova dietro l’angolo di casa.
      Posso anche dirti senza polemizzare che anche coloro che vivono la fede, probabilmente non quella da te delineata e vissuta, di cui onestamente non ho riscontri in altre persone, non sempre affrontano le traversie della vita in modo lineare e privi di strascichi.
      L’ansia cui mi riferivo, senza scomodare particolari condizioni patologiche cui tu invece fai riferimento, ad esempio al timore della “morte interiore” o alla “morte del mio Io”, è causata e per fortuna nella stragrande maggioranza dei casi molto più banalmente dal timore di dover affrontare una gravidanza non pianificata e dover subire e risolvere le conseguenze che questo comporta in particolari famiglie e/o in determinati ambiti lavorativi.
      Ambiti in cui il datore di lavoro per esempio non è disposto ad accollarsi gli obblighi derivanti da una dipendente in gravidanza, sempre che non sia stata già obbligata a firmare le dimissioni in bianco, e/o ambiti familiari in cui non si ha a portata di mano un genitore disponibile cui fare affidamento o un nonno, ormai scomparsi, costretti come sono a lavorare fin quasi alla soglia dei settant’anni.
      Problemi apparentemente banali, ma che possono generare uno stato d’ansia in giovani coppie e non solo, laddove vengono a mancare i necessari punti di riferimento.
      Purtroppo e non so di chi sia la colpa, il mondo è pieno anche di persone che devono arrovellarsi per questioni banali e in alcuni casi vanno in crisi.
      Proprio per questo motivo la realtà va osservata per ciò che è e non per come ci piacerebbe che fosse.

      • @Nunzia,

        ancora condivido i tuoi “appunti” realistici, perché li conosco… non credere.

        Il mio non è un grido di “dolore”. Tutt’altro: è un “grido” di speranza.
        Speranza che viene dal mio vissuto, dalla mia fede in Dio che si basa su esperienze (concrete) mie e di tante famiglie che ben conosco e con cui condivido la stessa fede (non lo sto dicendo con riferimento ad una “scala di valori”, non fraintendermi…)

        Quanto al timore della “morte interiore” o “morte del mio Io”, non bisogna affato scomodare particolari situazioni “patologiche”… tutto quanto ci spaventa o da cui temiamo derivino sofferenze, ha a che fare con una esperienza di “morte”.

        Anche la “banale” umiliazione che può venire da chiunque. Essere umiliati non è forse in quanche modo una esperienza di morte (puoi anche chiamarla ferita grave se preferisci sminuire) del nostro io?
        Leggiamo ormai tutti i giorni di persone che uccidono altri per cosa in fondo? Per una o una serie di umiliazioni (gravi o non così gravi non significa nulla, sono “mortali” per loro…) che li vedono vittime (a torto o ragione poco importa).
        Tu sei “del mestiere”, ma non vorrai dirmi che sono tutti “patologici” o “pazzi scatenati”.

        Io osservo molto la realtà che mi circonda e ne faccio parte (sono nel mondo sperando di non essere “del” mondo cit.) e la osservo proprio per ciò che è, non per ciò che vorrei che fosse, credimi…

        Io so che Dio, affidandosi a Lui, interviene e interviene anche nei casi di “banale umanità” che citi e potrei portarti decine di testimonianze…

        La Fede non s’inventa di certo, forse non si trova all’angolo delle strade (non è affatto detto…), ma di certo e molto più “vicina” e “a portata di mano” di quanto siamo portati a credere.
        Perché è Dio che ci cerca… ma troppo spesso siamo in tutt’altre faccende affaccendati, sordi o presi dalle nostre paure e dagli inganni di questo mondo.

  11. E’ calato un imbarazzato silenzio, ultimamente, su questo sito… e fate bene a vergognarvi, dato che non vi siete degnati di spendere una sola parola in favore di Alfie, piccolo grande guerriero di Dio. Non una parola neanche dopo che papa Francesco, dopo molte pressioni, si è finalmente deciso a parlare in favore di Alfie. E come potreste parlare in difesa di Alfie, dopo aver sostenuto la morte di stato per il piccolo Charlie Gard? In fondo che differenza c’è tra i due? Tutti e due affetti da una gravissima malattia e tutti e due condannati a morte per decreto giudiziario. Ma Alfie non muore, Alfie vuole vivere. Alfie respira senza respiratore ormai da un giorno e mezzo. Alfe ha sbugiardato il giudice finocchio che lo voleva morto ed i falsi medici dell’Alder Hey hospital. Alfie vivrà finchè Dio vuole, accompagnato dalle preghiere di chi lo ama.

    • Caro fra’ Centanni,

      ti rispondo a livello personale e non certo a nome di questo blog, ma lo faccio in quanto (non so se ne sei al corrente), questo blog ospita ogni tanto i miei “articoli” e comunque, bontà loro, ho qui accesso e permesso di scrivere.

      Sai anche, e di questo sono certo, che sto seguendo la vicenda e commentando sul blog della Miriano e conosci il tenore dei mie commenti, quindi personalmente non credo di dover dimostrare nulla, ma al contempo, già da parecchi giorni, mi domandavo se era il caso di scrivere qualcosa qui su Croce-Via sul tema… ma, ma credimi, non è cosa semplice.

      Voglio dire che un articolo è cosa bene diversa da una serie di commenti e non basta mettere assieme un serie di pensieri più o meno indignati o lanciare strali o anatemi.
      Quindi quale “taglio” dare all’eventuale articolo?

      Quello giornalistico? Si tratterebbe di fare dei banali “copia-incolla”, magari di terza mano… c’è chi il lavoro più giornalistico ha i mezzi per farlo e lo sta facendo egregiamente.

      Il taglio morale? Certo, ma per far questo e non cadere nel moralismo o in ciechi giudizi, bisognerebbe conoscere al meglio tanti dettagli della vicenda, perché commentare qua e la è una cosa, stendere un articolo di morale è altra cosa.

      Taglio “teologico”? C’è certamente chi può farlo meglio di me…

      Poi c’è la questione di una vicenda ancora in divenire, di cui non conosciamo gli esiti finali su cui poter trarre conclusioni.
      Capisco che possono sembrare valutazioni un po’ troppo “asettiche” su questa vicenda dolorosa, ma alla vicenda – come tu sai – sto partecipando nei miei poverissimi limiti, dove l’unica vera forza e la preghiera e comunque le considerazioni che ho sin qui fatto vanno fatte.

      Trovo comunque che sia ingiusto e non ti faccia onore, partire lancia in resta con accuse a questo blog che sono tra l’altro processo a intenzioni che non conosci così come pure io.
      Ad esempio, “l’imbarazzante silenzio” e un certo rallentamento di pubblicazione su questo blog l’ho notato da un po’ di tempo a questa parte e ciò mi dice che i gestori-redattori, sono diversamente impegnati e per motivi a noi ignoti e potrebbero essere vicende molto importanti se non addirittura gravi.

      In certi frangenti, un blog o anche una vicenda per quanto grave, fuori del nostro stretto giro di preoccupazioni (credo anche tu lo possa dire) non sono certo la priorità.

      Concludo portandoti un altro esempio: c’è un altro sito, cattolico, che frequento e su cui talvolta scrivo, di genitori che hanno vissuto in prima persona la grave malattia e poi la salita al Cielo del loro piccolo (certo grazie a Dio, non con comportamenti tanto discutibili da parte di un giudice o di un ospedale).
      Impossibile credere che non siano emotivamente coinvolti da ciò che sta accadendo in Inghilterra… eppure, eppure non hanno scritto una parola sull’argomento.
      Forse proprio questo sentirlo tanto vicino alla loro vicenda non fa trovar loro parole… per esempio.

      Cero tu parti dall’assunto di quanto scritto qui (ed è pubblico, da me non condiviso) sulla vicenda di Charlie, in parte sovrapponibile in parte no, ma anche questo può essere fuorviante nel giudizio, perché per ora qui su questo blog, su Alfie non leggiamp prese di posizione e non è neppure detto ce ne saranno e bisogna anche saper accettare che ve ne possano non essere.

      Poi se ne può anche chiedere conto, ma una cosa è chiedere conto, cosa diversa è lanciare invettive come tu fai, che a parte lo sfogo personale (se questo ti aiuta…) a poco altro servono.

    • Caro Fra Cent’anni , la vicenda Alfie e’ imbarazzante per tutti quei soloni , quei sapientoni, quei sedicenti filosofi che sanno discettare benissimo “ teoricamente” sulla differenza fra eutanasia e accanimento terapeutico e spaccare il capello in quattro.
      Il caso Alfie e’ imbarazzante e secondo me anche su questo blog non sanno che dire.
      Solo chi parte dal cuore ancor prima che dalle proprie elucubrazioni mentali e’ personalmente coinvolto nel caso Alfie: ci vuole cuore , in questo caso, perche’ come disse Pascal il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.

      • Quindi @Cristina, stai dicendo che qui c’è gente senza cuore…

        Va bene prendiamo atto…

        Il cuore ha certamente ragioni che la ragione non conosce, ma talvolta ragionare (o commentare) solo col cuore (se non di pancia), non porta a grandi risultati come spesso constatiamo.

        • Proprio perche’ ci vuole sia il cuore che la ragione cario Bariom sarebbe stato bello se qui su Croce-via dove si leggono sempre post intelligenti e argomentati si fosse parlato in maniera cristiana e non di pancia , anche di Alfie. Perche’ Alfie ci riguarda tutti, come ha detto Costanza Miriano con la quale sul suo blog eri mi pare d’ accordo. Invece il silenzio denunciato da Fracentanni e’ molto significativo: a me sembra che l’ argomento sia appunto considerato troppo “ emotivo” troppo da donnicciole. Ve ne accorgerete fra qualche tempo dello sbaglio che fate a non considerare l’ argomento interessante: sara’ quello in cui ci si battera’ strenuamente , e chi non sa adesso da che parte schierarsi dovra’ prima O poi prendere posizione non di pancia certo ma RAZIONALE. Intanto snobbate pure l’ argomento…..

          • Parlo personalmente, pur sapendo che anche Simon è impegnatissimo: proprio perchè è un argomento scottante e importantissimo serve tempo e competenze che vanno costruite con studio fitto se non si hanno. Ora come ora sono inorridito anche io, ma non posso credere che i giudici siano davvero così satanici e senza cuore. Certo, più passa il tempo, più Alfie sopravvive, più le parole del giudice appaiono arrampicate sugli specchi. Il punto è che quello che vorrei scrivere è un articolo che possa chiudere una vicenda che però ora non è certo chiusa anzi. Per questo motivo e per quelli elencati prima non mi metto nemmeno a trovare il tempo che non ho. Sto seguendo il tutto su vari siti, e nel Facebook del blog qualcosa sta comparendo. Altro per ora non aspettatevelo, per lo meno ora e per lo meno da me.

            • Temo minstrel che sull’assenza “di cuore” di quei giudici e tempo anche di qualche medico o altri, se le cose saranno confermate per come sono descritte nei particolari e da chi ne è testimone, dovrai ricrederti.

              Vi è il perseguire di un preciso scopo e l’hybris di alcuni precisi convincimenti che stanno muovendo il tutto. Hybris che è tipicamente satanica per come la vedo io, come lo sono tutte le cose che al mondo contrastano la vita e la visione cristiana della vita.

              • In queste ultime ore mi sto già ricredendo ovviamente. Esattamente come ritengo sia Palese la completamente opposta antropologia che stanno applicando i giudici rispetto a quella che noi mettiamo in campo. Altrettanto ovviamente Auspico la chiusura della vicenda giudiziaria inglese in maniera positiva, cioè che si permetta ai genitori di lasciar partire questo bambino verso roma. Quello che però a mio avviso in pochi stanno facendo attenzione sono dar ascolto alle notizie a singhiozzo e che provengono solo da una campana. Chi è la campana cui Ovviamente tutti noi teniamo, la campana che vorremmo sempre ascoltare È l’unica che ci sembra dire la verità. Però io vorrei costruirmi per parlarne seriamente e con cognizione e con giusta prudenza ascoltando in maniera altrettanto approfondita anche l’altra campana. Cosa che ora però il tempo risicato non mi permette di fare. Spero che con questo ultima cornice il quadro dei motivi per i quali Almeno io non sto scrivendo nulla qui Sia chiaro a tutti. Grazie ancora dello sprone.

          • Si certo sarebbe stato interessante discuterne anche qui…

            Le motivazioni del per cui ciò non è accaduto (sino a ora) io non le conosco.
            Tu invece le ipotizzi sono con illazioni.

            Ma rientra nel tuo stile, come quello di chiedere conto a me “di qua e di là”, accusandomi poi di avere un spirito di doppiezza.

            Tutto questo tuo ultimo commento qui è scagliarsi contro un silenzio che come ho detto può avere mille ragioni, il tutto farcito di giudizi gratuiti e mezzi anatemi, ma sarebbe la stessa cosa come se io o tu ci aggirassimo per le parrocchie o tra i nostri fratelli in Cristo, chiedendo conto se si stanno o meno preoccupando, indignando e pregando per Alfie e qualora non lo facciano …apriti cielo!

            Vedi un po’ tu.

            Qui non tornerò sull’argomento.

  12. Caro Bariom, non sai quanto sto apprezzando sul caso di Alfie i commenti tuoi e di altri sul blog di Costanza Miriano, che leggo da tanto e dove ho visto “nascere” la maggior parte di voi attuali commentatori abituali. Che qui l’argomento non si affronti perché chi gestisce il blog ha forse dei problemi personali è plausibilissimo e me ne spiacerebbe molto. Ma se qualcuno richiama il precedente della famiglia Gard, a chi comunque ha in un certo senso la rappresentanza putativa del blog non può bastare plaudire alla tua difesa. Ricordo quale fu qui la linea e la sintesi: è la loro legge, punto. E invece appunto era la loro legge e la loro deriva, ed era giusto denunciarla e contrastarla per sostenere le vittime, perché non ne calpestasse di nuove, perché non si affermasse e consolidasse sempre più, perché non si diffondesse e non divenisse anche la nostra legge.

    • scusate, non ho saputo collocare il commento che si rivolgeva a Bariom – e a Minstrel indirettamente (e, va bene, chiedo scusa anche di questo)

      • @n

        non sento alcun bisogno che si plauda al mio commento che peraltro non aveva lo scopo di difendere nessuno (chi si sente attaccato se si sente tale, si difenderà da sé).

        Il “plauso” di minstrel, che tale non era sé, è una semplice concordanza di veduta in senso più generale, così come in senso generale, concordo con il suo commento delle 14:34

        Quello che so è che le posizioni sostanzialmente di Simon allora, non sono state sostanzialmente condivise e le ho anche criticate. Questo non ha creato alcuna “rottura” nei nostri pur virtuali rapporti, né ha precluso la mia possibilità di commentare o scrivere qui.

    • L’unico appunto che ora mi sento di muovere è che ogni autore qui sul blog ha dei pareri personali che a volte possono anche essere in disaccordo fra loro. Su Charlie ad esempio Simon teneva una linea, per altro argomentandola con qualcosa di migliore di un semplice “è la legge”; allo stesso tempo pubblicavamo controcorrente n. 4 con l’intervento completo del cardinale Sgreccia contro l’accaduto. Non è per fare gli equilibristi per altro, ma proprio perché il sito è sempre stato impostato in un incontro scontro ed eventuale superamento delle varie opinioni personali di chi ci scrive.

  13. Una ultima cosa. Alessandro Benigni scrive or ora: “Fatto sta, che non vogliono che venga a Roma.

    Nonostante sia cittadino italiano, ci sia un aereo pronto, un Ospedale che lo attende.

    Come mai?

    Che gli costa?

    Che gli frega, visto che per loro è già morto ed è solo una spesa inutile?”

    Penso che l’unica risposta plausibile che ora come ora mi sovviene è che per loro, giudici e medici, il miglior interesse del bambino è che muoia. E Questo non dimostra che sono il male assoluto, bensì dimostra in primis che la corte applica quella famosa antropologia opposta a quella che noi mettiamo in campo. Perché secondo me loro davvero pensano di fare il bene di Alfie. E questo non venga visto da voi come una sorta di su giustificazioni che sto dando alla corte stessa. Anzi, questa consapevolezza rende tutto Ancora più triste e ci fa capire che dovremmo pregare perché arrivi un altro miracolo oltre ad avere Alfi ancora vivo. Il miracolo che loro si convertano e capiscano quanto male è quel che per loro è l’unico bene possibile per quel bimbo.

    • Si va bene minstrel, è un ragionamento plausibile, ma se sei veramente convinto che il bene per questo bimbo è che muoia… lo ammazzi! Punto.

      Una iniezione, barbiturici, quel che ti pare.

      Come fai con il cavallo che si azzoppa (se mi si permette il paragone).

      Non che, dopo che lo hai stubato, dando per scontato che sarebbe morto e dato che respira invece da solo, non gli dai neppure l’ossigeno e in pratica lo abbandoni a se stesso.
      Né definisci un esaltato il padre o togli il letto alla madre dove poteva coricarsi la notte prima dell’estubazione… e tanti altri “piccoli” particolari.

      Questo connota malvagità, non convinzione di un “bene diverso dal nostro”.

      Tutti dettagli ingigantiti, inventati da una sola “campana”? Non saprei cosa augurarmi…

  14. Di certo il mio argomentare non era non è mai stato di dire è “la legge”. Chi afferma questo è sia un imbecillle totale sia un disonesto crasso. Nei due casi è qualcuno che, intrinsecamente, non può capire né le probematiche legate al caso Alfie né a quelle legate al caso Charlie, né la dottrina della Chiesa, né i principi di base di un ragionamento etico. Ergo, meglio che vada altrove via da questo luogo telematico raggiungere altra gente di sua ugual rozzezza intellettuale e morale.

    Detto ciò, se non ho scritto niente al soggetto, è per le seguenti ragioni:
    (1) la problematica dell’accanimento terapeutico fu già discussa in suo tempo con il caso di Charlie e non vi è niente da aggiungere
    (2) per poter discutere intelligentemente se siamo davanti un caso di accanimento terapeutico oppure no bisognerebbe avere tutti i dati e cartelle personali del caso in questione e essere capaci di interpretrarli correttamente: io, non essendo medico, non vedo alcun valore aggiunto da parte mia senza queste informazioni
    (3) in caso di accanimento terapeutico e per evitare che ci sia eutanasia, in quanto essere umano e cattolico mi concentrerei sul fatto di sapere se l’idratazione, la nutrizione e le cure igieniche e eventualmente palliative sono sempre garantite
    (4) quando non si hanno dati si finisce sempre con illazioni, teorie del complotto alla cavolona, insulti poco cristiani, assenza di ragione nei dibattiti
    (5) questo blog è un blog di riflessione cattolico e non di prese di posizioni ideologiche
    (6) sono scioccato di vedere tutta questa brava gente vociferare per casi limite indecidabili dai non specialisti e non muovere un dito per gli infanticidi post partum in Belgio ed in Olanda che sono moneta corrente e quotidiana
    (7) mi chiedo quanto hanno dato al servizio della vita vera, quella quotidiana con tanti veri loro figli reali, molti di questi paladini virtualil, eroi della tastiera, vigliacchi nel loro quotidiano: stanno a sfogare le proprie frustazioni, a tentare di cancellare ai loro propri occhi quanto poco si sono dati per la Chiesa ed il Signore molto concretamente?

    Per chiudere, direi che il cristiano nel caso di Alfie deve pregare per la sua guarigione totale e ottenerla da Dio.

    Ho del lavoro quindi la chudo qui.

    In Pace

    • Nel frattempo, giusto per far capire agli altri come funziona qui, Fulvio ha prodotto un articolo che viene pubblicato qui (in precedenza rispetto al suo blog personale), dove illustra il suo punto di vista sulla vicenda Alfie finora. Il bello di questo blog è, come dicevo, le dispute fra i vari autori che spesso si affrontano su vari argomenti. D’altra parte la linea editoriale la fa il Magistero e il tomismo e il post di Fulvio ha tutti i caratteri in regola sia per la linea stessa che per dimostrare l’assunto che qui può succedere di tutto.
      Non ci si può dire che ci si annoia qui, dai. 😉

      • Così può ritenersi soddisfatto (e anche un po’ sbugiardato) chi lamentava un “vergognoso silenzio” dato che è più che evidente che l’articolo di Fulvio, non può essere stato imbastito in quattro e quattr’otto dietro sollecitazione…

    • “ non vedo alcuna utilita’ Di fare un articolo al soggetto”
      Appunto, come volevasi dimostrare, quando si pensa solo all’ utilita’, vuol dire che il cuore non e’ toccato, e le “ragioni del cuore” neppure considerate

  15. Tre cosette:

    1 – “Lascio poi pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all’in giù, nella mano d’un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l’alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.”: mi sembra che noi cattolici, a causa del trattamento riservatoci dai chi dovrebbe guidarci, ci siamo ridotti a fare come i polli di Renzo.

    2 – A motivo dei trascorsi storici e di cronaca attuale, il concetto di “legge” di chi vive in Svizzera è completamente diverso da come viene considerato, vissuto e subito da noi in Italia.

    3 – Il giudice Anthony Hayden, quello che ha condannato a morte un innocente bambino di nome Alfie, è un ben noto attivista pro gay favorevole all’adozione di bambini da parte delle persone LGBT: https://www.lifesitenews.com/news/judge-at-center-of-alfie-evans-case-is-a-pro-gay-activist

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