Messaggio del Santo Padre Francesco sulle questioni del “fine vita”

Importantissimo messaggio del Santo Padre Francesco, italico e grassetti nostri, dal sito del Vaticano.

In Pace

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Al Venerato Fratello
Mons. Vincenzo Paglia
Presidente della Pontificia Accademia per la Vita

Invio il mio cordiale saluto a Lei e a tutti i partecipanti al Meeting Regionale Europeo della World Medical Association sulle questioni del cosiddetto “fine-vita”, organizzato in Vaticano unitamente alla Pontificia Accademia per la Vita.

Il vostro incontro si concentrerà sulle domande che riguardano la fine della vita terrena. Sono domande che hanno sempre interpellato l’umanità, ma oggi assumono forme nuove per l’evoluzione delle conoscenze e degli strumenti tecnici resi disponibili dall’ingegno umano. La medicina ha infatti sviluppato una sempre maggiore capacità terapeutica, che ha permesso di sconfiggere molte malattie, di migliorare la salute e prolungare il tempo della vita. Essa ha dunque svolto un ruolo molto positivo. D’altra parte, oggi è anche possibile protrarre la vita in condizioni che in passato non si potevano neanche immaginare. Gli interventi sul corpo umano diventano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi: possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficienti, o addirittura sostituirle, ma questo non equivale a promuovere la salute. Occorre quindi un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona.

Il Papa Pio XII, in un memorabile discorso rivolto 60 anni fa ad anestesisti e rianimatori, affermò che non c’è obbligo di impiegare sempre tutti i mezzi terapeutici potenzialmente disponibili e che, in casi ben determinati, è lecito astenersene (cfr Acta Apostolicae Sedis XLIX [1957],1027-1033). È dunque moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito “proporzionalità delle cure” (cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione sull’eutanasia, 5 maggio 1980, IV: Acta Apostolicae Sedis LXXII [1980], 542-552). L’aspetto peculiare di tale criterio è che prende in considerazione «il risultato che ci si può aspettare, tenuto conto delle condizioni dell’ammalato e delle sue forze fisiche e morali» (ibid.). Consente quindi di giungere a una decisione che si qualifica moralmente come rinuncia all’“accanimento terapeutico”.

È una scelta che assume responsabilmente il limite della condizione umana mortale, nel momento in cui prende atto di non poterlo più contrastare. «Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire», come specifica il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2278). Questa differenza di prospettiva restituisce umanità all’accompagnamento del morire, senza aprire giustificazioni alla soppressione del vivere. Vediamo bene, infatti, che non attivare mezzi sproporzionati o sospenderne l’uso, equivale a evitare l’accanimento terapeutico, cioè compiere un’azione che ha un significato etico completamente diverso dall’eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte.

Certo, quando ci immergiamo nella concretezza delle congiunture drammatiche e nella pratica clinica, i fattori che entrano in gioco sono spesso difficili da valutare. Per stabilire se un intervento medico clinicamente appropriato sia effettivamente proporzionato non è sufficiente applicare in modo meccanico una regola generale. Occorre un attento discernimento, che consideri l’oggetto morale, le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti. La dimensione personale e relazionale della vita – e del morire stesso, che è pur sempre un momento estremo del vivere – deve avere, nella cura e nell’accompagnamento del malato, uno spazio adeguato alla dignità dell’essere umano. In questo percorso la persona malata riveste il ruolo principale. Lo dice con chiarezza il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità» (ibid.). È anzitutto lui che ha titolo, ovviamente in dialogo con i medici, di valutare i trattamenti che gli vengono proposti e giudicare sulla loro effettiva proporzionalità nella situazione concreta, rendendone doverosa la rinuncia qualora tale proporzionalità fosse riconosciuta mancante. È una valutazione non facile nell’odierna attività medica, in cui la relazione terapeutica si fa sempre più frammentata e l’atto medico deve assumere molteplici mediazioni, richieste dal contesto tecnologico e organizzativo.

Va poi notato il fatto che questi processi valutativi sono sottoposti al condizionamento del crescente divario di opportunità, favorito dall’azione combinata della potenza tecnoscientifica e degli interessi economici. Trattamenti progressivamente più sofisticati e costosi sono accessibili a fasce sempre più ristrette e privilegiate di persone e di popolazioni, ponendo serie domande sulla sostenibilità dei servizi sanitari. Una tendenza per così dire sistemica all’incremento dell’ineguaglianza terapeutica. Essa è ben visibile a livello globale, soprattutto comparando i diversi continenti. Ma è presente anche all’interno dei Paesi più ricchi, dove l’accesso alle cure rischia di dipendere più dalla disponibilità economica delle persone che dalle effettive esigenze di cura.

Nella complessità determinata dall’incidenza di questi diversi fattori sulla pratica clinica, ma anche sulla cultura della medicina in generale, occorre dunque tenere in assoluta evidenza il comandamento supremo della prossimità responsabile, come chiaramente appare nella pagina evangelica del Samaritano (cfr Luca 10, 25-37). Si potrebbe dire che l’imperativo categorico è quello di non abbandonare mai il malato. L’angoscia della condizione che ci porta sulla soglia del limite umano supremo, e le scelte difficili che occorre assumere, ci espongono alla tentazione di sottrarci alla relazione. Ma questo è il luogo in cui ci vengono chiesti amore e vicinanza, più di ogni altra cosa, riconoscendo il limite che tutti ci accumuna e proprio lì rendendoci solidali. Ciascuno dia amore nel modo che gli è proprio: come padre o madre, figlio o figlia, fratello o sorella, medico o infermiere. Ma lo dia! E se sappiamo che della malattia non possiamo sempre garantire la guarigione, della persona vivente possiamo e dobbiamo sempre prenderci cura: senza abbreviare noi stessi la sua vita, ma anche senza accanirci inutilmente contro la sua morte. In questa linea si muove la medicina palliativa. Essa riveste una grande importanza anche sul piano culturale, impegnandosi a combattere tutto ciò che rende il morire più angoscioso e sofferto, ossia il dolore e la solitudine.

In seno alle società democratiche, argomenti delicati come questi vanno affrontati con pacatezza: in modo serio e riflessivo, e ben disposti a trovare soluzioni – anche normative – il più possibile condivise. Da una parte, infatti, occorre tenere conto della diversità delle visioni del mondo, delle convinzioni etiche e delle appartenenze religiose, in un clima di reciproco ascolto e accoglienza. D’altra parte lo Stato non può rinunciare a tutelare tutti i soggetti coinvolti, difendendo la fondamentale uguaglianza per cui ciascuno è riconosciuto dal diritto come essere umano che vive insieme agli altri in società. Una particolare attenzione va riservata ai più deboli, che non possono far valere da soli i propri interessi. Se questo nucleo di valori essenziali alla convivenza viene meno, cade anche la possibilità di intendersi su quel riconoscimento dell’altro che è presupposto di ogni dialogo e della stessa vita associata. Anche la legislazione in campo medico e sanitario richiede questa ampia visione e uno sguardo complessivo su cosa maggiormente promuova il bene comune nelle situazioni concrete.

Nella speranza che queste riflessioni possano esservi di aiuto, vi auguro di cuore che il vostro incontro si svolga in un clima sereno e costruttivo; che possiate individuare le vie più adeguate per affrontare queste delicate questioni, in vista del bene di tutti coloro che incontrate e con cui collaborate nella vostra esigente professione.

Il Signore vi benedica e la Madonna vi protegga.

Dal Vaticano, 7 novembre 2017

 

Francesco



Categories: Attualità cattolica

42 replies

  1. ….O SOSPENDERNE L’USO…. Ebbene sfido a chiunque a negare che in un paziente ventilato artificialmente sospendere tale supporto alla vita non sia sinonimo incontrovertibile di morte.

  2. Il giornale giornale Repubblica intitola ” La svolta di Francesco: non e’ eutanasia lo stop a cure inutili”
    Gia’ e chi decide se le cure sono inutili?

    • Se si leggono le parole del Papa egli non fa che ribadire il CCC citando pure Pio XI. Leggere Repubblica pensando di ritrovarvi un sunto disinteressato è pura utopia.

      • Direi stoltezza…

      • Intervengo quasi mai ma vi leggo spesso, nelle mie due righe sopra ho riportato quella che sarà la rovina di questa “apertura”. Ho una formazione medica e posso assicurarti che quando uno arriva traumatizzato in pronto soccorso il medico interviene; se poi recuperi o resti tetraplegico quello si vedrà col tempo, la prognosi può migliorare o peggiorare nel tempo perchè, al pari di tutto ciò che è su questa terra, si muove nel tempo. E il tempo è la categoria fondamentale in questi frangenti perchè più passa il tempo più si rafforza la prognosi; il problema è che viene meno tutto il discorso di non-intervento, che a quel punto si configura in tutto e per tutto come una eutanasia.

        • AndreaX,
          a me pare evidente che il Papa non stia parlando di traumatizzati in P.S. con prognosi riservata ma di persone in cui la situazione è chiara e purtroppo stanno morendo.
          Mi vengono in mente due persone: il maresciallo Tito e Papa Giovanni Paolo II. Il primo fu tenuto in vita per diverso tempo non perché ci fossero speranze ma per motivi politici, il secondo, resosi conto che non c’erano possibilità di miglioramento chiese ai medici di lasciarlo andare.
          Se ci fosse la maniera di fissare rigidi paletti per l’accanimento terapeutico o per l’eutanasia il Papa non avrebbe fatto un discorso così lungo, li avrebbe fissati punto e basta. Invece ogni caso è a sé e la sospensione della ventilazione artificiale (ma anche dell’idratazione) può essere eutanasia per qualcuno (Charlie Gard per non fare nomi) e rinuncia all’accanimento per altri.

          • Invece ogni caso è a sé e la sospensione della ventilazione artificiale (ma anche dell’idratazione) può essere eutanasia per qualcuno (Charlie Gard per non fare nomi) e rinuncia all’accanimento per altri.

            Quale sarebbe la regola?

            • Che bisogna fare ” discernimento” come per la comunione ai divorziati.

              • La regola è ‘la prossimità responsabile’, tutti i Papi a partire da Pio XII hanno detto la stessa cosa. Ci deve essere un’alleanza terapeutica tra medico e paziente.
                Pio XII per primo ha detto che in caso di dolore molto forte era lecito dare la dose di morfina necessaria a lenirlo anche se questo poteva comportare il rischio di una morte anticipata del paziente, qualcuno pensa che sia il precursore di Marco Cappato?

      • Detto ciò e data per certa la linea ininterrotta con i predecessori, quale sarebbe l’elemento che aggiunge qualcosa di importante a quanto ribadito?

  3. Premesso che le parole di Marco Cappato “Voglio che in Italia finalmente si possa discutere di come aiutare i malati a essere liberi di decidere fino alla fine, sia quando lottano per vivere, sia quando decidono di fermarsi”, mi sembrano perfettamente in linea con il discorso del Santo Padre,
    quando Papa Francesco afferma che “…occorre tenere conto della diversità delle visioni del mondo, delle convinzioni etiche e delle appartenenze religiose, in un clima di reciproco ascolto e accoglienza”, condanna o no quelle cliniche cattoliche belghe che, in ossequio alla legislazione di quel paese, praticano l’eutanasia?.

    • Naturalmente c’è una “piccola” (…) differenza tra “decidere di fermarsi” (sospendere le cure) e decidere di porre fine alla propria vita.

      Giusto per…

      • Pero’ tutti i giornali , non solo Repubblica, anche la Stampa Il Messaggero , parlano di ” svolta di papà Francesco”, parlano di appoggio del papa alla legge sui DAT, e Peppino Englaro dice addirittura e che il papa e’ andato piu’ avanti di tutti.
        Vi chiedo quanti milioni di persone leggono i giornali e queste interpretazioni, e quante leggeranno il testo ufficiale del papa? Come al solito, c’ e’ una cerchia ristretta che interpreta le parole del papa in continuita’ con la dottrina sociale della Chiesa, è una cerchia infinitamente più’ ampia che le interpreta come, svolta, cambiamento, il contrario di quello che dicevano i papi precedenti.
        Questo a voi non fa nessun problema? Cioe’ che il papa venga ” arruolato” dai vari Englaro, Cappato ECC a sostegno delle loro tesi?

        • @Cristina,

          “…però tutti i giornali…”

          e CHISSENE’!

          Non ho capito dove vuoi arrivare? Cosa ti aspettavi scrivessero i giornali o le televisioni che sono per lo più la grancassa del principe di questo mondo?

          Adesso la colpa è del Santo Padre per quel che distorcono altri?

          Lo so che ci sono milioni di possibili ingannati, ma in questi milioni ci sono una gran parte che vuol solo sentir confermate le proprie idee. Punto.

          Poi quale sarebbe l’alternativa? Un Ufficio Pontificio che si occupi di tutte le storture post pubblicate e gli corra dietro con documenti di smentita? Pubblicati poi da chi? Da gli stessi giornali che hanno distorto?

          Mah!

          • Lo so che ci sono milioni di possibili ingannati, ma in questi milioni ci sono una gran parte che vuol solo sentir confermate le proprie idee. Punto.

            Poi quale sarebbe l’alternativa? Un Ufficio Pontificio che si occupi di tutte le storture post pubblicate e gli corra dietro con documenti di smentita? Pubblicati poi da chi? Da gli stessi giornali che hanno distorto?

            Un pó piú di attenzione e discernimento ai segni dei tempi non guasterebbe. Con una legge sui DAT, pericolosa per i cattolici in molti aspetti, bisognerrebbe valutare bene se sia necessario questa lettera sul accanimento terapéutico che apertamente aggiunge niente di nuovo sul argomento. E se veramente sia necessario chiarificare sul tema (io ritengo che si puó leggere una specie di correzione di Papa Francesco ai cattolici) non lasciare il tema eutanasia con solo “un’azione che ha un significato etico completamente diverso dall’eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte.”

            Poi é un pó infantile affermare: ” D’altra parte lo Stato non può rinunciare a tutelare tutti i soggetti coinvolti, difendendo la fondamentale uguaglianza per cui ciascuno è riconosciuto dal diritto come essere umano che vive insieme agli altri in società.”

            Lo stato come garante dell´uguaglianza non si prenderá la responsabilitá di decidere sul fine vita?

          • Bariom, scusa se mi intrometto, ma un ufficio che chiarisse meglio talune parole od espressioni usate dal Santo Padre che si prestano ad essere fraintese non sarebbe una cattiva idea.
            Eccoti, per esempio, alcuni passaggi che si prestano ad interpretazioni non univoche:
            http://www.lanuovabq.it/it/papa-ed-eutanasia-un-intervento-problematico

            • Il problema caro Lorenzo, è che basterebbe la giusta ratio e il giusto spirito nel leggere le cose piuttosto che farsi le proprie errate sintesi o magari bersi tali quali sono quelle altrui ** che sembrano più fatte perché si affronta un testo dicendo: “vediamo un po’ ‘sta volta dove il Santo Padre a detto una castroneria”, piuttosto che con animo umile e fliale: “vediamo come la parola del Papa può illuminare prima di tutto me su situazioni che (non di rado) conosco solo per sentito dire… e fatte mie possa io aiutare altri”.

              Invece, e qui rispondo anche a @blaspa59, il mio animo è gia pronto alla critica, non sa più discernere quanto c’è di buono, si parte da una idea preformata – seppur conviti lo sia sulle basi del Magistero e quant’altro.
              Così, come abbiamo milioni di CT che SICURAMENTE non avrebbero fato fare alla Nazionale la figuraccia che ha fatto (cosa che non mi può fregare di meno), abbiamo tra i cattolici, migliaia (spero non di più…) di potenziali Papi, o Direttori della Sala Stampa o Dio solo sa cosa…

              Costoro, quando si troveranno a dibattere con i distortori se non addirittura i nemici della Chiesa, non essendo stati capaci di fare prorie e nel modo corretto le parole del Papa, anche quando difendessero le posizioni da sempre della Chiesa (che diverse non sono da quelle del Papa), si troveranno messe all’angolo perché alla classica obiezione “ma Papa Francesco a detto che…” (riportanto affermazioni erronee), non sapranno cosa controbattere, trovandosi ahinoi, a dimostrare che sono divisi da Pietro o che ritengono Pietro un povero babbeo…

              Ma daltronde costoro sempre facilmente si riconoscono… sempre solo critiche ad ogni piè sospinto e anche se talvolta, “per puro caso” (sic), qualcosa di buono uscisse dalla bocca di Papa Francesco”, certo non hanno parole da spendere che potrebbero contraddire le loro zelanti prese diposizione… non sia mai.

              Vedi tu.

              ** esempio preso dal link che proponi:

              “Il Papa da una parte afferma che vivere più a lungo è un bene, ma vivere più a lungo in condizioni di salute critica non lo è.”

              Sintesi completamente scazzata!! (se mi si perdona il termine sintesi)
              Perché NON è ciò che il Papa ha affermato!

              Il problema è che non lo ha scritto Repubblica, ma chi ha l’onere di scrivere per testata che si fregia del nome di “Bussola”…
              Il che è tutto dire.

              • @Bariom

                Lanuovabubbolaquotidiana

                Così dovrebbero chiamarsi.

              • Così, come abbiamo milioni di CT che SICURAMENTE non avrebbero fato fare alla Nazionale la figuraccia che ha fatto (cosa che non mi può fregare di meno), abbiamo tra i cattolici, migliaia (spero non di più…) di potenziali Papi, o Direttori della Sala Stampa o Dio solo sa cosa…

                Rimettiamoci ai fatti, l´Italia non giocherá i mondiali e i giornali hanno titolato falsitá. Poi ognuno puó continuare la sua vita come prima o usare il dono dell´intelligenza per cercare di capire cosa sia accaduto.

                Costoro, quando si troveranno a dibattere con i distortori se non addirittura i nemici della Chiesa, non essendo stati capaci di fare prorie e nel modo corretto le parole del Papa, anche quando difendessero le posizioni da sempre della Chiesa (che diverse non sono da quelle del Papa), si troveranno messe all’angolo perché alla classica obiezione “ma Papa Francesco a detto che…” (riportanto affermazioni erronee), non sapranno cosa controbattere, trovandosi ahinoi, a dimostrare che sono divisi da Pietro o che ritengono Pietro un povero babbeo…

                E tu cosa dirai quando sosterranno che Francesco é d´accordo coi DAT? Che non é vero spero, ed in base a cosa?

                Ma daltronde costoro sempre facilmente si riconoscono… sempre solo critiche ad ogni piè sospinto e anche se talvolta, “per puro caso” (sic), qualcosa di buono uscisse dalla bocca di Papa Francesco”, certo non hanno parole da spendere che potrebbero contraddire le loro zelanti prese diposizione… non sia mai.

                Ma propio in questa io vedo cose in cui sono d´accordo come una critica a quelli che sostengono il mantenere in vita sempre e comunque per esempio nel caso di Charlie.

              • Siamo in presenza di profonde malattie spirituali, caro Bariom.
                In Pace

              • Bariom, tu scrivi che affermare: “Il Papa da una parte afferma che vivere più a lungo è un bene, ma vivere più a lungo in condizioni di salute critica non lo è.”, è una “Sintesi completamente scazzata!!”
                Bene, vediamo se lo è o non lo è analizzando la frase da cui è stata tratta la “Sintesi completamente scazzata!!”
                Quando il Papa afferma che “La medicina ha infatti sviluppato una sempre maggiore capacità terapeutica, che ha permesso di sconfiggere molte malattie, di migliorare la salute e prolungare il tempo della vita. Essa ha dunque svolto un ruolo molto positivo.”,
                mi sembra che le Sue parole possano essere ben sintetizzare con: “ Il Papa da una parte afferma che vivere più a lungo (ovviamente in condizioni di salute) è un bene…”
                Prosegue poi il Santo Padre: “D’altra parte, oggi è anche possibile protrarre la vita in condizioni che in passato non si potevano neanche immaginare. Gli interventi sul corpo umano diventano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi: possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficienti, o addirittura sostituirle, ma questo NON EQUIVALE A PROMUOVERE LA SALUTE.”
                e qui mi sembra che la sintesi “… ma vivere più a lungo in condizioni di salute critica non lo è.” provochi qualche problema.
                Vorrei allora chiederti: la chemioterapia ad un malato di tumore al pancreas in fase avanzata, ben sapendo che « questo non equivale a promuovere la salute » ed il paziente non troverà alcun giovamento rispetto all’esito della sua malattia ma verrà semplicemente dilazionato il giorno della sua morte, va proseguita oppure no?

                • @Lorenzo, la tua domanda richiede una risposta su due fronti:
                  – La corretta (a mio giudizio) interpretazione delle parole del Papa (mancando la quale la sintesi « scazza »)
                  – Una rispostra più personale che mi pare tu ponga facendo l’esempio di tumore e cura chemioterapia, quando questa ha presumibilmente, nessun esito sulla salute del paziente.
                  Sulla seconda solo ti dico che il mio parere, che non ha valenza alcuna per nessuno, non essendo investito io di alcuna autorità, si baserà sulla mia esperienza personale, che ha riguardato Colei che fu mia Sposa, nei suoi 5 anni di malattia, sino al suo ritorno al Padre.
                  Ma, ti risponderò a Dio piacendo, tra un paio di giorni… parto tra poco per un ritiro spirituale (come usa dire).

              • @Simon

                A me, nell’articolo della nuovabubbolaquotidiana, sembra di vedere il comportamento di persone che scambiano per pensiero retto il pensiero unico del proprio retto.

                E nient’altro.

                Affermare una cosa simile

                “Il Papa da una parte afferma che vivere più a lungo è un bene, ma vivere più a lungo in condizioni di salute critica non lo è.”

                Come già detto anche da Bariom è più che assurdo.

              • @Bariom

                “Così, come abbiamo milioni di CT che SICURAMENTE non avrebbero fato fare alla Nazionale la figuraccia che ha fatto “

                Beh, questo non è che sia così lontano dal vero, eh 😂. http://mustreview.it/ilgiullare/il-signor-ventura-ci-fece-perdere-il-torneo-della-scuola-contro-i-geometri-altro-che-svezia-e-mondiali/

              • Si, diciamo che nel caso di (S)Ventura si può riesumare la categoria calvinista di “predestinatio ad malum” 😅😅😅😅😅 (mentre nel cattolicesimo esiste solo la predestinazione al bene per chi è eletto)

              • P.s: più che predestinatio ad malum meglio sarebbe parlare di predestinatio ad verecundiam. 😂😂😂

          • Sinceramente non capisco la tua risposta Bariom: non e’ importante che il messaggio pubblico del papa non venga strumentalizzato su temi etici quali fine vita e eutanasia? Se ilpapa parla pubblicamente il suo discorso e’rivolto a tuttI, non solo a chi conosce la dottrina morale cattolica. Non dovrebbe.importarci come cattolici. che il suo messaggio non sia deformato e usato in maniera strumentale da certi giornali e partiti politici?
            Ti rendi conto che Rosi Bindi ha arruolato il papa in un fautore della legge sul fine vita proposta dal PD e avversata da molti. parlamentari cattolici?
            Questo secondo te e’corretto? Dobbiamo tollerarlo?

            • Perché invece di dare addosso al Papa perché ci sono persone che storcono il suo pensiero che può essere solo quello cattolico, non vai, invece, da Rosi Bindi a spiegargli quanto quell’interpreazione sua è sballata?
              Avresti il merito di usare della logica….
              In Pace

              • Temo che il rischio sia quello di non sentirsi le spalle coperte cioè che arriva il Papa a difendere l’interpretazione cattocomunista della Bindi e non te. Detto ciò non c’è nulla di nuovo nella lettera in sè e per sè; il problema non è neppure ciò che ha detto il Papa, che al massimo pecca di approssimazione, il vero problema è ciò che diranno GLI ALTRI. E il fatto soprattutto che questi ALTRI (che di volta in volta sono ora Scalfari ora la Bonino adesso è il turno dei Cappato) non verranno mai corretti, non arriverà mai una voce stentorea smentita a dire NO! NON E’ COSI! Resterà tutto nel silenzio, e ciò fa crescere il dubbio che chi tace acconsente. Questo è il vero pericolo.

              • Se è per questo questo famigerati ALTRI sono quelli che hanno strumentalizzato anche le ultime parole di Giovanni Paolo II (“lasciatemi andare”) e propagandate in modo iniquo come espressione di una volontà di eutanasia, volontariamente a mio parere, creando confusione tra rinuncia all’accanimento terapeutico e eutanasia.

                Perciò di che stiamo parlando?

                Che poi a dirla tutta persino certe frange radicali cattoliche hanno interpretato quella decisione di GPII come un atto di eutanasia, perché per queste frange praticamente l’accanimento terapeutico non esiste, sebbene lo riconoscano a parole ne danno poi una interpretazione e una applicazione pratica così ristretta che di fatto non esiste e di fatto tutto viene a ricadere sotto l’eutanasia.

                Perciò, di nuovo: di che stiamo parlando?

              • @Antonio
                Antonio non intendo veramente perchè mi rivolgi questo interrogativo. Io sono d’accordo con te che i papi siano tirati per la giacchetta da questa o quella parte, è proprio ciò che ho detto io. Il problema è che non arriva la smentita quando necessaria; in merito all’evento di Giovanni Paolo II io rammento benissimo queste bestialità proferite nella bolgia di Bruno Vespa e ricordo altrettanto bene la smentita estemporanea del prelato alla lettura radicale, cosa che oggi non accade è questo che lamento. Ma hai idea delle bestialità proferite da Scalfari a nome e per conto del Papa? Possibile che Chi trova tempo epr chiamare al telefono mezzo mondo non trovi modo di delegare un sottoposto a spicciare due parole di chiarimento in una qualsiasi intervista?

            • @Cristina, ho risposto come ho risposto perché in genere tu sei sempre molto critica verso il Santo Padre e delle distorsioni sembra sempre tu attribuisca a lui le colpe…

              Detto questo, certo che le distorsioni o gli “arruolamenti”, mi infastidicono, ma cosa dovremmo fare? Come possimo evitarlo? Anche il non tollerarlo in cosa si dovrebbe tradurre?

              O ci mettiamo tutti a subbissare le varie redazioni e chi sia sia con la nostra indignazione o che famo?

              Capisco anche la sana preoccupazione per coloro che possono essere ingannati dalle storture, ma come ho già detto, una volta fatta la scrematura di coloro che vogliono sentire solo ciò che piace sentir loro dire (da ex-ateo avverso, posso assicurarti che io non sentivo ragioni… prendevo per buone solo le storture che mi facevano comodo), non ci resta che la testimonianza feriale e fedele, fatti di confronto anche verbale, ma soprattutto di testimonianza vissuta.

              Il Signore ha seminato i Suoi Figli, come ben sappiamo, come sale e lievito e non sta a noi preoccuparci di quanta sia la “massa”, facciamo la nostra parte di sale, lievito e luce.

              La zizzania cresce assieme al buon grano? Verrà il tempo della mietitura e allora sarà anche il tempo per separare l’una dall’altro.

      • M. Cappato, ed i suoi atti stanno proprio lì ad attestarlo, quando parla di coloro che “decidono di fermarsi”, intende proprio parlare dell’eutanasia applicata a coloro che, non ritenendo più la loro vita adeguata “alla dignità dell’essere umano”, intendono porvi termine ma non sono in grado, per i più svariati motivi, di suicidarsi: quando allora si afferma che “occorre tenere conto della diversità delle visioni del mondo, delle convinzioni etiche”, come bisogna porsi nei confronti di coloro che auspicano la legalizzazione dell’eutanasia?
        Pensa che io credevo che il compito dei cristiani fosse quello di trasmettere il messaggio di Cristo e non quello di trovare la quadra con le ideologie del mondo…

        • Le società democratiche devono trovare soluzioni il più possibile condivise, è finito il tempo in cui il Papa dettava le leggi ai re. Quello che deve dire e fare il cattolico i Papi l’hanno detto e ribadito.

    • Francesco dice che si deve tenere conto delle appartenenze religiose, per cui una clinica cattolica non può praticare l’eutanasia, visto che l’eutanasia è condannata dalla dottrina cattolica.

      • Siccome però è stato affermato che “Le decisioni devono essere prese dal paziente”, se le convinzioni religiose del paziente non collimano con quelle di chi presta le cure, quali convinzioni religiose vanno applicate?

        • Se una clinica è cattolica il paziente dovrebbe sapere a priori che lì i medici non praticano né aborto né eutanasia. Di ospedali ce ne sono tanti, andrà da un’altra parte.

          • Perché andare in una clinica non cattolica?
            Basta andare in Belgio, in uno dei 15 ospedali psichiatrici, e sottolineo psichiatrici, gestiti dai religiosi della Congregazione dei Fratelli della Carità di Gent che, in ossequio alle leggi belghe, praticano l’eutanasia.

          • Guarda Enrico che quando c’è una legge dello stato le cliniche devono adeguarsi. Come per l’aborto. certo ci sono medici cattolici obiettori di coscienza ma in fior di cliniche cattoliche convenzionate ci sono anche medici non obbiettori e l’interruzione di gravidanza secondo la legge DEVE venire assicurata agli utenti dell’ospedale, anche se cattolico ma convenzionato, così come la somministrazione di pillole del giorno dopo. In Belgio poi cliniche cattoliche tenute da frati danno l’eutanasia ai malati mentali oltre che ai bambini .Ma non la chiamano eutanasia ovviamente, solo “evitare l’accanimento terapeutico”. Perchè in effetti continuare a curare con psicofarmaci e sedativi , la camicia di forza chimica, uno schizofrenico che non guarirà mai può essere considerato “accanimento terapeutico”
            Se lo stato facesse una legge sul fine vita , allargando i casi in cui viene considerato accanimento terapeutico, per esempio anche la nutrizione parenterale o l’idratazione, le cliniche tutte devono adeguarsi. Ci potranno essere medici obiettori di coscienza, ma potrebbero anche essere licenziati.
            il problema è proprio questo , quando LO STATO entra pesantemente in una legislatura così sottile come quella del fine vita di solito lo fa in maniera semplicistica, e senza quel sovrappiù di saggezza chiesto utopisticamente dal papa. Non è realistico ma utopistico pensare che medici che per la gran parte rispondono solo a criteri economici ed azienadali si mettano a fare delle riunioni di saggezza sul vecchietto o l’handicappato a cui togliere la nutrizione o idratazione. Se non CONVIENE più come con Charlie Gand, si invocherà l’accanimento terapeutico. Non è realistico pensare che il malato, già sofferente di suo, sia in una situazione di serenità mentale da aver un sovrappiù di saggezza riguardo alla propria fine ( tutti temono la sofferenza) Nonè realistico pensare che i parenti, tipo i genitori della Englaro, abbiano l’obbiettività e la saggezza di capire cosa è e cosa non è l’accanimento terAPEUTICO.
            STIamO virando come al solito da poche , chiare , precise regole, al fumoso e all’utopico di un mondo irrealistico dove pazienti i, medici e parenti tutti saggissimi ed equilibrati , decidono per il meglio. Ma non vi ricordate lo strazio di Chalie Gand? La paura della sofferenza da una parte, gli interessi economici degli ospedali dall’altra, renderanno la legge sul fine vita che il parlamento sta per approvare col’avvallo ( a quanto pare) della chiesa cattolica un altro passo verso il declino della civiltà.

  4. @Simon de Cyrène
    Spero che la redazione ti faccia pervenire questa mia storiella prima di censurarla.
    In un gelido giorno d’inverno un passerotto, caduto dal nido, stava morendo di freddo.
    Passa una mucca, lo vede e fa i suoi bisogni sopra di lui ricoprendolo interamente con le sue feci.
    Passa un lupo, lo sente pigolare, lo estrae, lo ripulisce con cura dagli escrementi e se lo mangia.
    – Non sempre chi ti copre di merda ti vuole male,
    – non sempre chi ti toglie dalla merda ti vuole bene!!!

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