Sant’Agostino – Egoismo e parole

[M]i parla davvero soltanto chi sa illuminarmi: chi non m’insegna nulla, anche se parla, non è a me che parla.

Agostino Confessioni XI, 8.10


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14 replies

  1. Veramente che egoista Sant´Agostino! Non ci avrei mai creduto. Che poco aperto al dialogo, alzava un muro intorno a se. COme si fa ad accogliere, accompagnare, discernere (quindi anche studiare), integrare se non si ascolta?
    Giá lui era de la vecchia scuola di San Paolo e passava il tempo ad annunziare la parola, insistere in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonire, rimproverare, esortare con ogni magnanimità e dottrina.
    Quando cambiamo i santi?

    • Come fa Agostino a capire che una persona non gli sta insegnando se non ascoltandola? Calma blas.

      • E allora come vanno interpretate queste parole ?

        • secondo me queste parole di Agostino vogliono dire che è inutile e senza costrutto parlare senza avere la volontà di illuminare e di insegnare qualche cosa di vero all’interlocutore, cioè senza avere a cuore la salute dell’interlocutore, cioè è una critica della retorica fine a se’ stessa, che è solo una forma di egoismo e non di vero amore del prossimo.
          Agostino aveva studiato retorica per fare la carriere di rètore. con la sua conversione si deve essere reso conto che il fiume di parole ogni giorno riversate nelle sue orecchie dai suoi contemporanei rètori che non illuminavano e che non insegnavano nulla, era una forma di vanità e di egoismo.
          Diverse erano le parole di “vita eterna” insegnate dal Vangelo.
          Il rètore , il demagogo, il tribuno, il laeder carismatico, il teologo di successo, parla per dare prestigio a se’ stesso, magari seminando confusione, non per insegnare e per illuminare l’uditorio., della cui salute non gliele importa nulla. Tale gente parla per avere il plauso.
          Così nei nostri tempi, i moderni “padroni del discorso” , politici, intellettuali, maitre a penser, parlano, parlano, parlano. ma la gente dopo averli ascoltati è sempre più confusa e smarrita e non ha imparato nulla di buona per la propria salvezza. Parlano ma non illuminano e non insegnano.
          Mi sembra ovvio da capire. in questa realtà ci siamo immersi ogni giorno! quante volte abbiamo pensato: quante parole inutili!
          Quante delle parole di politici, intellettuali anche prelati e teologi, che leggiamo sui giornali, o sui libri più venduti e pubblicizzati, ascoltiamo alla TV, , ci illuminano davvero , e quante sono vuota retorica, dette non per illuminare ma solo per ricevere il PLAUSO?
          L’ascolto va bene , ma non facciamoci rintronare le orecchie da vuote parole fini a se’ stesse.
          Le vere parole salutari ed illuminanti, sono poche, chiare , limpide e davvero fanno del bene all’anima. Agostino si era accorto dei questa realtà già ai suoi tempi.” Anche se parla non è a me che parla”. significa che la maggior parte di chi parla in realtà se ne frega dell’interlocutore e è solo un vanesio egoista. Anche il card. Newman aveva detto la stessa cosa con altre parole:
          cor ad cor loquitur ( il cuore parla al cuore)

          • Infatti basta affiancare alle parole di tutti costoro “politici, intellettuali anche prelati e teologi, che leggiamo sui giornali, ecc. ecc.” il parlare di Gesù (che pure sapeva ascoltare) e avere una chiara idea di cosa Sant’Agostino intenda dire 😉

          • Quando parlo con qualcuno , come faccio a sapere cosa già sa?
            E quando qualcuno mi parla, come faccio (senza prima ascoltarlo) a sapere cosa mi sta per dire?
            Mi sembra una frase un criptica ed un po snob.
            Per sapere se staimo ascoltanto parole vuote o fini a se stesse bisogna innanzitutto ascoltarle e poi anche capirle.
            Penso che sia una frase poco chiara, dovremmo chiedere a Sant’Agostino cosa voleva dire (così se ci da una interpretazione originale ci illumina, e se invece ci da una interpretazione che avevamo già capito facciamo finta di non sentire)

            • @Mente Libera Non stiamo qui parlando dell'”atto”di ascoltare o di parlare ma del conenuto! Ai tempi di Gesu in Palestina di sedicenti Messia o profeti messianici ce ne erano tanti, ma per quanto ignoranti I contemporanei di Gesu’riconobbero d’istinto che solo lui parlava “con autorita’”cioe’insegnava cose illuminanti e salutari. TU SOLO HAI PAROLE CHE DANNO LA VITA.Il problema allora come adesso sono lI falsi maestri e I falsi profeti.
              Agostino per esempio era stato sedotto dal manicheismo e solo dopo divenne cristiano.Gli antichi si facevano piu’problema di noi della Verita’, e il fatto di aver aderito a parole false e menzognere era per loro una ferita. A noi moderni pare che non importi nulla del contenuto di atti come parlare e ascoltare ,ci interessa l’atto in se stesso, l’importante e’il dialogo.E infatti la parola dialogo ha sostituito la parola verita’.
              Sembra che basti dialogare non importa con quali contenuti,il dialogo fine a se stesso, il dialogo come buona azione che sostituisce la verita’.
              Certo Agostino ci teneva alla Verita’.Forse per questo oggi sarebbe considerato snob.

              • Il fatto cara Cristina è che Sant’Agostino era un uomo, come tutti noi siamo uomini. Nessuno di noi è Dio, eppure qulcuno di noi parla come se fosse il portatore certo della Sua parola.
                Solo Gesù portava la Verità, perchè conosceva insieme la Via da percorrere e la Vita della persona a cui parlava , in ogni dettaglio.
                Tutti gli altri, incluso Sant’Agostino, conoscono in modo approssimativo la Via da percorrere, e non hanno alcuna idea profonda della Vita della persona che si rivolge a loro.
                Quindi il Dialogo non serve per cercare un compromesso, ma per cercare di capire chi hai davanti ed il valore effettivo delle sue parole, senza comportarti come se fossi Dio pur non essendolo.
                Buona serata.

              • “ma per cercare di capire chi hai davanti ed il valore effettivo delle sue parole”

                Ma Cristo,e perció la Chiesa e i suoi membri tra cui Sant´Agostino. non chiedeva chi sei cosa pensi, solo diceva lascia tutto e vieni con me.

              • Cristo non chiedeva perchè sapeva, quindi non aveva bisogno di chiedere. E quando chiedeva era per farsi dire pubblicamente quello già sapeva.
                Eppure persino Gesù si è lasciato commuovere non dalle parole, ma dallo sguardo e dal tono di chi gli si rivolgeva.
                Nell’episodio di Lazzaro, egli sapeva che Lazzaro era morto, ma si commuove al dolore dei parenti e di fronte alle parole “se tu fossi stato qui questo non sarebbe successo”.
                Anche Gesù quindi ha l’umiltà di lasciarsi attraversare e cambiare da parole e toni che venivano da qualche parente addolorato.
                In cosa potevano, queste povere persone, “illuminare” il figlio di Dio? In teoria in nulla, eppure in pratica Gesù si mostra permeabile al loro dolore e arriva la resurrezione di Lazzaro. Ed alla base di tutto c’è un dialogo, uno scambio tra Gesù e queste persone.
                Quindi , ripeto, la frase di Sant’Agostino, così come estrapolata, non può essere interpretata alla lettera, anche perchè tutta la storia della Chiesa, sopratutto quella recente e basta guardare questo Papa, è invece fatta di ascolto senza presunzione.

      • «Infatti noi non impariamo le parole che conosciamo, nè possiamo dire che impariamo quelle che non conosciamo a meno che non ne percepiamo il significato. Questo non avviene tramite l’ascolto delle parole che sono pronunciate ma attraverso la conoscenza delle cose che sono significate (…)
        Se egli (l’allievo) impara, lo fa per mezzo delle cose stesse ed attraverso i suoi stessi sensi e non attraverso le parole articolate… In realtà quando si discutono cose che sono percepite attraverso l’intelligenza, cioè attraverso l’intelletto e la ragione, di esse si dice che noi le vediamo immediatamente in quella luce interiore della verità (…) E infatti, chi è così stupidamente curioso da mandare suo figlio a scuola perchè impari ciò che pensa il professore?»

      • Basta continuare a leggere Confessioni XI 8 10:

        “Anche quando siamo ammoniti da una creatura mutabile, siamo condotti alla verità immutabile, ove davvero impariamo, ascoltando immoti. Ci prende la gioia alla voce dello sposo 58, che ci restituisce a Colui da cui veniamo. Perciò è il principio. Se non fosse stabile, mentre noi erriamo, non avremmo dove ritornare. Invece quando torniamo dai nostri errori, torniamo appunto perché conosciamo, e conosciamo perché lui ci insegna, in quanto è il Principio e ci parla”

        Il parlare solo illumina se porta alla Veritá. Per quello San Paolo chiede ammonire, rimproverare esortare, non dialogo, non acompagnamento, non trovare punti in comune che sono sempre un compromesso. O parliamo della Veritá o é maglio tacere.

  2. @ML65-4 tieni presente che l’aforisma è inerente l’insegnamento e non il dialogo.
    Tuttavia tu dici «cercare di capire chi hai davanti ed il valore effettivo delle sue parole».
    Ora, cos’è il “valore effettivo” di una parola? Il valore effettivo di una parola è la sua verità.
    Se la parola di ciò che è che è allora è vera ed ha valore.
    Quindi la tua comprensione ha due aspetti: comprendere la parola in quanto tale, comprendere
    la parola in quanto vera. L’insegnamento mira sempre e solo all’avvenimento del secondo aspetto,
    perchè l’allievo impara solo quando interiormente coglie la verità della parola.
    Questa verità colta interiormente è da Agostino detta “illuminazione”, perchè frutto della luce divina
    che permette all’anima di vedere la verità; questo il motivo per cui Agostino dice che il vero maestro, l’unico, è Cristo. Questo non significa che Agostino prospettava l’anarchia educativa, al contrario
    riportava i maestri al loro ruolo di “condurre” gli allievi alla verità e non alle loro parole.
    D’altronde è esperienza quotidiana, se un esperto usa una terminologia tecnica per insegnare l’allievo “impara” a pappagallo, “impara” la terminologia tecnica ma non apprenderà la vera sostanza.

  3. @ML65-4 Non prendertela tanto con Agostino perchè usa parole giuste 🙂

    «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce»

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