Per Papa Francesco la vera misericordia consisterà a tagliare la testa al toro

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Ci ricordiamo tutti di questa scena del grandissimo classico di Coppola , il Padrino: scena chiave intorno alla quale si impernia tutto il film. Di spalle abbiamo il gangster Sollozzo venuto offrire a don Vito  un business redditizio nella droga, a sinistra del Padrino abbiamo il suo primogenito Sonny che, tale Bruto, commetterà l’errore fatale di mostrare davanti ad uno straniero una divergenza nella famiglia Corleone. Sollozzo tenterà di fare effetto di leva appoggiandosi su questa divergenza per spaccare la famiglia e poter mandare avanti il suo sporco business. Ma è stato Sonny, credendo di capire meglio del padre quale dovesse essere il business familiare, che, involontariamente, firmò come l’ordine di far assassinare il padre agli occhi dello straniero.

Non è giusto un film o un romanzo: è così che le cose funzionano da sempre ovunque ci sia una leadership seria. Chi ha studiato da vicino e sperimentato nella propria vita i meccanismi legati ad una leadership coronata di successo sa che ci sono alcuni meccanismi basilari che sono alla fonte di una squadra vincente e che furono messi in evidenza più di un secolo fà da un certo Henry Fayol, tra i quali l’unità di comando, cioè l’avere un solo e unico capo; l’unità di direzione, cioè la coerenza degli ordini impartiti; e lo spirito di corpo dove ogni membro subordinato al capo conosce la propria funzione ma, sempre ovviamente, inquadrata dai primi punti citati.

Quando Sonny si permette di interrompere il padre davanti Sollozzo, quel che egli fa è rompere lo spirito di corpo della famiglia e ne mostra una debolezza evidente nell’unità di direzione e quindi di comando. Lì don Vito non ha reagito come avrebbe dovuto e cioè mettendo una pallottola in testa al figlio per ristabilire l’ordine iniziale: l’avesse fatto non ci sarebbero stati tutti questi morti e la droga non sarebbe mai stata venduta nella città di New York con il suo nolente tardivo consenso.

Bisogna rendersi conto che la leadership si esercita quando si è capaci di avere la volontà dei seguaci allineata alla propria: al soggetto c’è un altro teorico del management, un tale Chester Bernard, che ha descritto una metodologia in tre tappe per ottenere questo risultato : (1) ben spiegare al subordinato cosa deve fare, (2) ben far capire quale sia il quadro generale al quale questa azione del subordinato partecipa, (3) quale sia il vantaggio personale  per lo stesso a compiere gli atti che gli sono richiesti. Interessante è notare che non è necessario che il subordinato capisca le ragioni e cioè il perché ed il percome delle cose in sé, ma giusto quel che deve fare, il come si inserisca nel contesto generale e quale ne sia il vantaggio per tutti.

L’obbedienza è un atto di volontà via il quale si allinea la propria volontà su quella di un’altra persona che sé: essa è la quintessenza della Carità. Gesù a Getsemani, alla fine della sua preghiera notturna, spossato e sudante sangue, non dice “Padre, Ti ho capito!”, ma bensì “Padre, sia fatta la Tua Volontà”.

La carità è perfetta, non quando si sono capiti tutte le ragioni del perché e del percome del Capo, ma quando si ha capito cosa il Capo vuole da noi specificamente, assicurato da lui che questo partecipa al successo di tutti nell’organizzazione e che se ne trarrà un beneficio personale, esplicito o implicito, immediato o ritardato.

Nel caso di Sonny vediamo quindi che lui, mostrando quella discrepanza con il padre, ha in realtà mancato di carità verso la sua famiglia e verso il padre: è un anti-cristo. Ogni volta che non allineiamo la nostra volontà su quella dello Spirito Santo siamo anti-cristi.

Chi negli anni settanta del secolo scorso ha voltato le spalle all’insegnamento profetico della Humanae Vitae, colla scusante che non capiva il perché di quegli insegnamenti, ha agito da anti-cristo: ne vediamo ora, due generazioni dopo, le gravissime conseguenze non solo spirituali e religiose ma anche societali ed economiche.

Oggi abbiamo un insegnamento certo del Magistero contenuto in Amoris Laetitia: alcuni, la maggioranza, non per virtù loro ovviamente ma per accettata grazia dello Spirito, ne capiscono gli insegnamenti o, anche se non li capiscono, si fidano dello Spirito Santo che anima e dirige la Sua Chiesa e compiono un immenso atto di Carità in questo.

Certuni, pochi ma sempre troppi, fanno come Sonny, e non per caso sono quelli che dovrebbero essere seduti, di per la loro funzione, vicino al Padre: offrono allo straniero, che è satana, l’immagine della discordia, rompendo lo spirito di corpo della Chiesa, l’unità di comando e l’unità di direzione. Facendo questo sono come anti-cristi che non amano né la Chiesa, né la volontà dello Spirito che si esprime via Essa, né il Santo Padre, ma mostrano amare solo loro stessi.

Il Santo Padre Francesco è un Pastore e in quanto tale dovrà agire da leader e da manager per ristabilire al più presto l’unità perduta a causa di chi ha sottomesso la propria volontà a satana invece che alla Chiesa rendendo pubblico il proprio dissenso intellettuale benché insignificante per la loro santificazione, mentre non lo è la loro obbedienza nella Carità.

Papa Francesco dovrà tagliare la testa al toro, cioè fornire umilmente e formalmente ancora una volta risposta pubblica ai dubia richiesti  e dovrà anche, lo stesso giorno, tagliare la testa ai tori, cioè dimetterli con atto sovrano dal loro cardinalato e esimerli da ogni carica ecclesiastica: se non lo farà la guerra delle gangs sarà lunga e viziosa.

In Pace

 

 



Categories: Attualità cattolica, Sproloqui

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175 replies

  1. (Introduzione non strettamente inerente al tema del post)
    Provo “tenerezza” per la capacità di “obliare” tutto ciò che segue:
    1 Come se Francesco fosse stato eletto alla morte del papa precedente
    2 Come se Benedetto XVI non si fosse dimesso
    3 Come se non ci fosse ancora un Papa Emerito
    4 Il Mafia-club San Gallo
    5 San Giovanni Paolo II, la Veritatis Splendor e Familiaris Consortio e l’Angelus del 29 maggio 1994
    5 Kasper e sue proposte tenute sotto al tallone -per non dire sotto la ùalle…- da Giovanni Paolo II
    6 il commissariamento di fatto operato da Giovanni Paolo II ai Gesuiti
    7 la situazione della Chiesa in Germania Austria e paesi nord europei
    8 i personaggi che formano il “cerchio magico” che attorniano Bergoglio.
    9 il principio di “non contraddizione”
    10 altre che non elenco, poichè troppe.
    Fine intro.

    Tema post:
    Aspetta e spera, che mai si avvera!

    Cordiali saluti.

  2. La “perla” … :
    l’unità perduta a causa di chi ha sottomesso la propria volontà a satana invece che alla Chiesa rendendo pubblico il proprio dissenso intellettuale benché insignificante per la loro santificazione, mentre non lo è la loro obbedienza nella Carità“.

    E cosi, oggi non avremmo S. Atanasio di Alessandria e il cristianesimo oggi coinciderebbe con l’arianesimo.
    Sic transit gloria mundi …

    • Che poi il dissenso sembra sia “teologico” e non riguardi solo Burke ma anche Muller; Brandmüller, Caffarra e Meisner.
      Tutti “allievi” e “prediletti” di Benedetto XVI e San Giovanni Paolo II.
      Bruscolini …

      • Nessuno nega in questo articolo il diritto al dissenso: figuriamoci! Qui si condanna la disobbedienza e pubblica per giunta… Si sarebbe potuto parlare dell’hybris degli stessi che tali novelli farisei pretendono porsi al di sopra del Magistero in modo comminatorio e minaccevole. In Pace

        • Insisto: non sarebbe più semplice rispondere? Non sarebbe anche doveroso? Il papa non è un sovrano assoluto ma il custode del tesoro della fede. Risponda conformemente a tale deposito. O facciamo uno scisma perché si rifiuta di chiarire?Sul fatto che sia tutto chiaro smettiamo di raccontarci favole: la confusione é nei fatti, nel diverso modo di comportarsi delle diocesi e dei singoli preti in identiche situazioni. Il papa non risponde perché teme di rispondere secondo la dottrina e teme anche di rispondere contro: preferisce la confusione e lo ha anche detto, in qualche modo. Ma tutte le zone confuse prima o poi sono del nemico.

          • Nell’articolo concordo con te: anche se non è necessario perché AL è chiarissima se la si legge con il CCC in mano, penso lo stesso che Papa Francesco debba rispondere o la CDF per lui.
            E allo stesso momento dimettere dal cardinalato chi si è permesso di fare minaccie pubbliche contro il Vicario di Cristo con effetto immediato.
            In Pace

  3. Siete sicuri di rendere un servizio al Papa con questo spirito o state alimentando ciò che condannate?
    Se la risposta è ferma è sicura, fondata sulla Roccia di Pietro, non vedo dove sia la minaccia all’unità. Anzi è un’occasione per alimentarla e aiutare i tanti dubbiosi e confusi che ci sono. Il fatto che sia pubblica renderà la risposta ancora più utile a tanti che magari inconsapevolmente hanno creduto di interpretare in maniera sbagliata, fuori dal Catechismo l’esortazione del Papa e quella famosa nota.
    A me per esempio il dubbio non era venuto, prima di sentire la vostra risposta, quindi aiuterà anche me.
    Ricordiamoci le opere di Misericordia spirituale, chi aiuto chiede con tanta evidenza, chi grida di voler avere delle risposte non dovrebbe essere trattato tanto male. Certo pure io vorrei che nella Chiesa non ci fossero dubbi, ma un pò sarà il linguaggi, un pò la difficoltà a comprendere, spesso la comunicazione non arriva nemmeno nella Chiesa, ma è meglio risolverli virilmente che mettere la polvere sotto il tappeto (atteggiamento di chi se la prende con le persone, magari facendone nemici del Papa, politicizzandoli etc.).

  4. La Chiesa a vissuto quella scena quando Paolo VI scrisse HV. Sappiamo tutti come é andato.
    Ho sempre detto che se AL dice quello che tu dici Sion, va spiegata e difesa. Vedo che ora sei d´accordo.
    Ma va spiegata tu sei illuminato di capirla col CCC molti non lo sono e non sono clown, questi cardinale hanno presentato le domande non davanti al nemico, ma in segreto e non hanno avuto risposta. Seguono le raccomandazioni del Vangelo per la correzione fraterna.
    Ma concordo con Ubi da Paolo Vi i qua non accade.

    • Attenzione alla HV si creò una fronda di dissidenti che volevano peraltro cambiare il Magistero, i Cardinali hanno espresso dubbi interpretativi, alla luce del Magistero peraltro.

    • Questo dovevano fare i Cardinali spiegare e difendere la AL alla luce del CCC senza lasciare spazio alle altre interpretazioni balorde: cercare di intrappolare il Santo Padre non rileva di questo schema ma di uno ispirato da satana in quanto principe della disunione formale e materiale.
      In Pace

      • Veramente chiedere una parola più autorevole non mi sembra proprio provenire da satana.

        • No, infatti. Ma incavolarsi perché non si riceve una risposta e andare in piazza pubblica, invece si.
          In Pace

          • Si a me questo non è piaciuto come non mi è piaciuto tanto “magistero da interviste d’aereo”, anzi sai che ti dico si scrive e si parla troppo nella Chiesa. Tuttavia possono pensare (sbagliando) che il canale per farsi udire (anche a nome di tanti cattolici) sia quello giusto.

      • No non basta. Perche se loro lo spiegassero secondo CCC come loro lo interpretano tu li chiameresti pagliacci e Grillo sordi allo SS. Cosi che diffendere AL vuol dire dargli ragione a qualcuno dei tre e sparargli agli altri due. Ma come dice Don Scalise non possiamo aspettarci “certezze dottrnali” da Francesco perché per lui non sono cattoliche.

        PS: Tu stai giudicando quatro cardinali di Santa Romana Chiesa perche solo loro e Dio sanno se la sua intenzione é intrappolare il Santo Padre.

        • Posso giuidcare quattro cardinali di Santa Romana Chiesa visto che loro possono giudicare il Santo Padre. È una proprietà transitiva: diano esempio di rispetto e saranno rispettati.
          In Pace

  5. Caro Simon, vorrei condividere con te anzitutto la parte del tuo ragionamento con cui (mi pare che) concordo, cioè l’esempio iniziale “di metodo”, la situazione delicata in cui si trova il Capo. L’esempio di don Vito può spaventare, però hai ragione; quando vi è un capo con autorità superiore che va al di là del fatto democratico (cioè che non è solo capo perché eletto) è lecito che egli si muova in modo anche diverso da quello del “a domanda rispondo” che sa molto di parlamentare-burocratico. Quindi si può sempre e comunque capire un suo modo alternativo e non diretto di rispondere, e, in assenza (attenzione però; in assenza, secondo me) di altre condizioni iniziali, si può anche ritenere riprovevole che non gli sia data una particolare fiducia.
    Volevo dire questo quando scrivevo (forse il mio post ti è sfuggito) che da docente mi ero sentito umiliato la volta che un genitore voleva che “rendessi conto” di fronte a un minore punto per punto del mio operato. E che la cosa migliore (e anche la più giusta probabilmente) era stata quella di dare una smentita indiretta.
    Però poi devo dirti che:
    a) ti osservavo appunto che il Papa ha mille modi di smentire anche indirettamente alcune osservazioni sul senso eccessivamente aperturista di AL. E’ umiliante dire sì-no sui dubia? Basta prendere una posizione definitiva sulla lettera ai vescovi argentini. Oppure dire due paroline (o farle dire) sulle posizioni del card. Kasper. Oppure non mettersi a dire “chiedete al card. Schonborn, ottimo teologo, non mi ricordo”. Invece mi risulta che, da quando i dubia sono stati diffusi, l’attività pubblica del S. Padre ha incluso, oltre alle omelie a Santa Marta, l’ennesima intervista a Scalfari e il solito colloquio amichevole con Emma Bonino.
    b) come ti osservava anche Ubi in uno dei suoi punti, c’è una cosa che in questo tuo rimproverare i quattro cardinali mi sembra che tu ignori: cioè il contesto in cui la domanda gli viene formulata. Non è vero che il Papa ha parlato, e alcuni non capiscono; non è vero! Dire solo questo è nascondere la realtà. La realtà è fatta, ad esempio, del P. Spadaro (consigliere MAI SMENTITO di Papa Francesco), che da sempre e da subito dice che nel cap. VIII c’è la tanto sospirata apertura. Che in questi giorni oltre a sbeffeggiare i quattro cardinali nei suoi tweet (questo lo sapevi, visto che parliamo di comportamenti cattivi?) ha sempre detto via twitter: «Se uno ancora chiede risposte su Amoris Laetitia forse significa che non sente. Basta leggere la lettera del Papa ai vescovi argentini» . Ma questo allora è smentire Padre Bellon, è smentire Livio Melina, Granados, Soba… tutte le persone che, come te, si sono sforzate di dimostrare la continuità di AL con GP II! E la colpa sarebbe solo dei cardinali?
    (qui il riferimento: http://www.ilgiornale.it/news/politica/sui-risposati-quattro-cardinali-divorziano-papa-bergoglio-1332478.html ). Molto corretto poi uno degli utenti precedenti, che osserva che Caffarra certe cose le ha dette immediatamente e in modo franco a Francesco. Fare paragoni con il comportamento dei vescovi olandesi con Paolo VI è ingiusto nei confronti di Caffarra.

    • “Ma questo allora è smentire Padre Bellon, è smentire Livio Melina, Granados, Soba… tutte le persone che, come te, si sono sforzate di dimostrare la continuità di AL con GP II! E la colpa sarebbe solo dei cardinali?”

      Non mi pare che qui si sostenga l’assoluta continuità pastorale con Familiaris Consortio, tanto è vero che nel precedente artìcolo il primo “si” è eloquente in merito.

      • Certo c’è un’aggiunta rispetto a Familiaris Consortio e cioè che se una persona in un secondo matrimonio civile si vede obbligata suo malgrado ad avere relazioni sessuali con il coniuge al fine di preservare l’unità della nuova famiglia per non danneggiare i figli innocenti con un ulteriore novello divorzio, allora essa può , se il sacerdote lo concede, ricevere l’assoluzione e comunicarsi.
        Però anche questo caso è sempre stato contemplato su un piano generico dal CCC quando c’è una limitazione della libertà. Al soggetto questo è il solo caso portato sù dai vescovi argentini nel famoso documento “benedetto” da Papa Francesco qualche settimana fa.
        In Pace

        • Appunto, quindi è inutile fare finta che non ci sia un’apertura o voler leggere Al come se fosse in assoluta continuità pastorale con Familiaris Consortio o magari aspettarsi che se il Papa rispondesse si conformerebbe ai desiderata dei quattro Cardinali.

          • È questione di semantica: per me un’estensione sulla base di un documento come il CCC non costituisce nessuna soluzione di continuità.
            O allora tutto quello che non è fissista è rottura di continuità, il che oltre che ridicolo concettualmente non corrisponde a nessuna realtà immersa nella storia.
            In Pace

            • Naturalmente bisogna intendersi bene sui termini.

              Che ci sia una rottura di continuità a livello pastorale secondo me è del tutto innegabile, ma è vero che tale rottura non c’è a livello dottrinale.

              Ma la rottura di continuità pastorale non è problematica, poichè la pastorale non necessita di continuità ma solo di efficacia nel momento attuale.

        • obbligata suo malgrado ad avere relazioni sessuali per non danneggiare i figli, vuol dire (se esiste un caso nella pratica, si vede che si conosce poco il mondo se si pensa che i figli controllino i genitori a letto) non deve neanche passare per il confessionale, non c’entra con la FC che parla di proposito di vivere come fratello e sorella (dopo la confessione ci deve essere il proposito, ovvio), io ho posto infatti la domanda su questo punto (e non mi è stato risposto). Sei sicuro che il Papa approvi la casistica riportata nel documento oppure magari si riferiva all’impianto di discernere caso per caso?
          Non ha detto lui nella AL che aborrisce la casuistica?

          • aggiungo sui bambini che obbligano i genitori a fare sesso che l’insegnamento della continenza è quanto di più grande si può dare ai figli.

            • Non è questo che hanno detto i vescovi argenti o io: se il coniuge che desidera comunicarsi si vede nell’obbligo di avere sesso con l’altro coniuge, perché se non lo facesse questo ultimo potrebbe rompere la seconda relazione con costi umani e pedagogici circa i bambini del secondo matrimonio.
              In Pace

          • Era un esempio portato dai vescovi argentini per illustrare AL. In finis, come constaterai, niente di nuovo rispetto al buon senso pastorale di sempre.
            In Pace

            • E’ un esempio che ti ripeto non c’entra niente con la FC.
              Comunque direi a lei di interrompere la relazione con una persona che la obbliga nell’aspetto più intimo, da AL: “un atto coniugale imposto al coniuge senza nessun riguardo alle sue condizioni ed ai suoi giusti desideri non è un vero atto di amore e nega pertanto un’esigenza del retto ordine morale nei rapporti tra gli sposi.”.
              Anche per il bene dell’altro genitore, oltre che per i figli, che sicuramente subiranno tale disordine.

              • Beh appunto : non si possono fare “regole” quello ha detto AL in finis: deve esser lasciato alla saggezza del confessore.
                In Pace

              • Comunque i Vescovi argentini hanno detto questo: “se si giunge a riconoscere che, in un caso concreto, ci sono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza, particolarmente quando una persona consideri che cadrebbe in una ulteriore mancanza provocando danno ai figli della nuova unione, Amoris laetitia apre alla possibilità dell’accesso ai sacramenti della riconciliazione e dell’Eucaristia”.
                Si mette in relazione il proposito della continenza con un danno ai figli (tu hai fatto un’altra più specifica considerazione che non dovrebbe entrarci perchè quì si parla di riconciliazione), il che è proprio i contrario di quanto la Chiesa ha sempre affermato anche con la FC.

                • Il danno ai figli non viene dalla continenza della coppia: ma nel caso in cui uno dei due vorrebbe vivere continente ma non l’altro. Il primo ha o o non ha l diritto di comunicarsi? Al confessore l’ardua sentenza dice AL.
                  In Pace

              • Per questo credo che il Papa non abbia “benedetto” questo caso

              • se uno vuole vivere in continenza ha già fatto il proposito, la domanda posta dai Cardinali è chiara: “se non c’è il proposito”?
                Vedi che serve la domanda?

                • Se non c’è il proposito niente assoluzione, ma ancora dipende dall’oggettiva incapacità di capire cosa la Chiesa chieda (non l’essere o no d’accordo) . Davvero è al sacerdote valutare.
                  In Pace

              • “Comunque i Vescovi argentini hanno detto questo: “se si giunge a riconoscere che, in un “caso concreto, ci sono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza, particolarmente quando una persona consideri che cadrebbe in una ulteriore mancanza provocando danno ai figli della nuova unione, Amoris laetitia apre alla possibilità dell’accesso ai sacramenti della riconciliazione e dell’Eucaristia”.
                Si mette in relazione il proposito della continenza con un danno ai figli (tu hai fatto un’altra più specifica considerazione che non dovrebbe entrarci perchè quì si parla di riconciliazione), il che è proprio i contrario di quanto la Chiesa ha sempre affermato anche con la FC.”

                Notare che quel documento dice “PARTICOLARMENTE quando una persona consideri che cadrebbe in una ulteriore mancanza provocando danno ai figli della nuova unione”.

                Il “particolamente” indica che sono le più importanti, ma comunque non le uniche circostanze nelle quali tale permesso (l’accesso ai Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia) può essere accordato.

              • Se così non fosse avrebbero scritto ” Amoris Laetitia riconferma la prassi di Familiaris Consortio di escludere i divorziati risposati che non si risolvono a vivere in castità dai Sacramenti. Unicamente nel caso in cui una persona consideri che cadrebbe in una ulteriore mancanza provocando danno ai figli della nuova unione, Amoris laetitia apre alla possibilità dell’accesso ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia”.

              • @Simon
                Al confessore l’ardua sentenza dice AL.

                Che una persona possa violare un comandamento, fosse anche il più terribile dei peccati che possiamo immaginare, e restare soggettivamente innocente, questo non è un problema per nessuno: tutti sappiamo che, se manca piena avvertenza o deliberato consenso, non c’è colpa. E’ dunque possibile, in teoria, che una persona che commette adulterio sia, soggettivamente, innocente. Ma è falso che un confessore possa accertare il suo stato di grazia. Infatti, come emerge chiarissimamente al n. 2 della “Dichiarazione circa l’ammissibilità alla Santa Comunione dei divorziati risposati” del 24 giugno 2000, del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi:

                “Le tre condizioni richieste sono: a) il peccato grave, inteso oggettivamente, perché dell’imputabilità soggettiva il ministro della Comunione non potrebbe giudicare”.

                Il ministro della confessione non può giudicare dell’imputabilità soggettiva, non può giudicare in foro interno.

                • Quando un ministro constata la presenza di un fattore attenuante, vuol dire che tale fattore attenuante è presente oggettivamente. Quindi la loro presenza rende la non imputabilità oggettiva.
                  In Pace

            • se non capisci ti posso dare l’assoluzione o ti devo spiegare come direttore spirituale la cosa? o c’è una maledetta fretta a dire vai in pace (senza il “non peccare più”)?

              • Dipende davvero da ogni caso particolare, non puoi generalizzare: se uno non capisce, il confessore deve capire perché non capisce ed è a lui scegliere il cammino migliore: nella stragrande maggioranza dei casi, un cammino spirituale come propedeutico a qualunque sacramento potenziale.
                In Pace

              • Direi che se non so che sto facendo in quel confessionale forse è meglio che lo capisco prima di andarmene, se posso e anzi sarei molto arrabbiato se qualcuno non me lo avesse spiegato prima (una volta che lo capissi è ovvio), ma ripeto tu poni un caso per cui non è neanche una confessione quella che si compie (non c’entra con l’esempio dei famosi Vescovi argentini). Grazie della chiacchierata. Un saluto in Cristo
                Non te la prendere troppo con i Cardinali…:-)

              • Bisogna dire che il Papa in Al spiega, al numero 301, che

                ” La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti. Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante. I limiti non dipendono semplicemente da una eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la norma, può avere grande difficoltà nel comprendere «valori insiti nella norma morale» o si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa. ”

                Perciò effettivamente sembra dare un grande rilievo alla coscienza personale.

                Cioè, l’eventuale assoluzione non è legata solo all’impossibilità di far naufragare la nuova unione per il bene dei figli nati da essa, ma anche al foro interno personale.

                Infatti non si può non notare che il Papa scriva

                “La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti. Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”

                E SUBITO DOPO

                ” i limiti non dipendono semplicemente da una eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la norma, può avere grande difficoltà nel comprendere «valori insiti nella norma morale»”

                Dal che capiamo che le due proposizioni (ovvero quella che parla di attenuanti è quella che parla della grande difficoltà nel comprendere valori insiti nella norma morale) sono inestricabilmente legate.

                Ora, se è vero che la coscienza può essere colpevolmente erronea, è anche vero che gli atti posti in essere da una coscienza erronea sono per se meno colpevoli, non mortali.

                Rimane mortale il peccato di aver fatto indebolire la propria coscienza, che si ha il dovere di formare, ma tale peccato viene perdonato nel Sacramento della Riconciliazione, che perdona anche i peccati mortali dei quali abbiamo perso memoria.

                Ecco armonizzato Al 301 col Dubium numero 5.

                Nulla da dire, in merito?

    • Non mi era sfuggito e l’avevo letto con interesse.

      Riguardo alla seconda parte del tuo intervento: vedi se invece di attaccare il Santo Padre e minacciandolo come ha fatto quel genio politico di un Burke, questi stessi cardinali avessero speso il loro tempo a spiegar Urbi et Orbi la continuità, allora questa tesi avrebbe prevalso.

      Bisogna forse anche capire che probabilmente per Papa Francesco c’è il desiderio di lasciare lo Spirito Santo risolvere la questione e questa risoluzione necessita tempo, il tempo di Dio: sarà lungo i prossimi decenni che forse la problematica si risolverà oppure no, altri Papi passeranno e aggiungeranno un mattoncino oppure no.

      Questa è la Chiesa e l’atto della banda dei quattro è gravissimo in quanto impregnato di democratismo chiamando all’opinione pubblico per puntar eil dito sul Papa Francesco e minacciandolo di ammonizione formale: questo non è di Cristo e non si prendano per dei novelli Attanasi, in quanto lui combatteva un’eresia, mentre qui costoro combattono un’interpretazione che si sono immaginata contro il principio ermeneutico di benevolenza…..

      In Pace

  6. Segnalo a tutti (e in particolare a Simon e a Minstrel) il nuovissimo post di P. Scalese, per più motivi. Primo perché è del tutto pertinente a questo vostro ultimo (risposta del Papa ai dissidenti); secondo perché argomenta una sua opinione (per p. Scalese non avverrà alcuna risposta, e non avverrà perché in effetti già non è avvenuta); terzo, perché la argomenta non in modo politico, ma teologico-intellettuale (secondo P. Scalese Papa Francesco forse non ha già risposto, né certo risponderà, perché questo modo di procedere è del tutto estraneo alla sua weltanschauung: http://querculanus.blogspot.it/2016/11/pericolosa-polarizzazione.html#more ).
    Segnalo anche che esiste una interpretazione politica della possibile mancanza di risposta, l’ho letta nel blog di Costanza Miriano e ve la vendo per come l’ho capita (poi se ho detto qualcosa di sbagliato mi scuserò). Alcuni ipotizzano che il Papa potrebbe non rispondere nel modo richiesto (ovviamente se la pensasse in un certo modo), per impossibilità procedurale. Infatti la smentita richiesta dai cardinali prevederebbe il passaggio per la Dottrina della Fede, e quindi che il Papa rispondesse loro per tramite del card. Muller. Tuttavia è notorio che l’intepretazione del card. Muller di AL è decisamente di continuità, egli ha detto apertamente che AL non concede affatto la comunione ai divorziati risposati con maglie più larghe di quanto detto dalla Familiaris Consortio. Pertanto, sempre che il Papa pensi il contrario del suo Prefetto, non potrebbe in questo caso avvalersene nella procedura di risposta, e dovrebbe allora scavalcarlo, rendendo palese al mondo intero la differenza di opinione non solo coi 4 cardinali, ma col Prefetto stesso.

    • Ho letto l’articolo di P. Scalese da te consigliato: ma in fin dei conti quel che dice è in linea con la nostra opinione e cioè che questa opposizione pubblica a chi ha l’Autorità nella Chiesa va ben aldilà di queste cinque domande che sono solo come un alibi. Cioè la situazione morale dei quattro è ancora peggiore che quella ipotizzata in questo post.

      In Pace

      • Uhm, dunque. Hai ragione, P. Scalese si differenzia da Burke e certamente non condivide tutto, forse anche non condivide affatto la mossa (vedi il titolo del post, che è proprio suo: “rischiosa polarizzazione”: come dire questa cosa, cogli effetti che porta! non ci voleva proprio!). E anch’io condivido che la lettura teologico-intellettuale che dà P. Scalese sulla mancanza di risposta è diversa perché benevola, presuppone la buona fede del S. Padre.
        (invece – lo ammetto anch’io Simon – la lettura politica, del tipo: ecco adesso il Papa non parlerà perché finalmente è stato incastrato… presuppone la malafede altrui ed ha un filo di cattiveria)
        Però lasciami dire Simon che se P. Scalese riconosce al S. Padre la buona fede, non vuol dire affatto che sia di identico parere. C’è una parte dell’articolo in cui egli dice tutte le sue perplessità sul “tempo superiore allo spazio” o meglio sulla interpretazione di Guardini che dà Francesco.
        Però è vero, lo dice con un garbo che è tutto diverso dalle dichiarazioni di Burke.

        • Scusate, mi potete dire dove Don Scalese condanna l´opposizione pubblica? Dove riconosce la “buona fede” del Papa? Secondo me riconosce solo che era quello da aspettarsi e chiede una “gestione” del contrasto responsabile. Niente di quello che dice questo post.

          • pare ormai ovvio a tutti che non ci sarà una risposta ai dubia perchè viene considerato quasi criminale solo il fatto che abbiano posto PUBBLICAMENTE dei dubia! dovevano farlo IN SEGRETO nel più ipocrita e untuoso stile curiale!
            Il ragionamento che fa Simon è “i panni sporchi si lavano in famiglia”, cioè la famiglia Corleone in puro stile mafioso, cioè ipocrita ,deve sempre apparire compatta all’esterno, anche se incrinata all’esterno.
            Ma la chiesa non è la mafia e non dovrebbe essere ipocrita !, non si dovrebbe aver paura “oddìo , chissà cosa penserà la gente se sente che ci sono cardinali che hanno dei dubbi sull’AL”. La franchezza, la carità , l’onestà dovrebbero far sì che il santo padre risponda pubblicamente e francamente ai dubia.
            E invece no, non risponde, tutto tace, tutto sembra tranquillo, anche se nelle segrete stanze ci sono reazioni furibonde…Che brutta atmosfera!
            una atmosfera ecclesiale in cui non è più neppure LECITO avere dei dubia, dove si è subito cacciati via per averli espressi, e dove si impone una armonia di “facciata” , un obbedienza cieca ed ottusa scusate ma mi sembra una cosa del tutto lontana dallo Spirito Santo. sarebbe una Chiesa dove non è più lecito essere liberi,
            e la libertà è una delle dimensioni dello Spirito santo. lo spirito soffia dove vuole.. Se ci togliete la libertà caro Simon noi semplici fedeli ce la squagliamo da questa Chiesa bergogliana dove di “laetitia” non ce ne è neppure un briciolo!

            • Hai una concezione “illuministico-massonica” della libertà, cioè tendente ad identificarla al solo libero arbitrio. Ma il libero arbitrio per sé non determina la bontà o no di un’azione ma solo che questa abbia valenza etica, cioè coinvolgente la responsabilità dell’agente.

              La vera libertà è quella che si identifica alla carità: avere la propria volontà allineata su quella dello Spirito Santo, non è perdita di libertà ma garanzia di carità e incremento della propria libertà. È nel Suo atto di obbedienza alla Volontà del Padre che il Cristo ha assunto la propria totale libertà in un atto di Carità perfetta.

              Così anche per noi: a comprova le preghiera sacerdotale di Gesù sul’unità.

              In Pace

        • P. Scalese, come si nota saggio e palesemente prudente, se non sbaglio fu uno dei firmatari della lettera dei 45. Per questo mi è dispiaciuto venirlo a sapere. Io attendo e osservo. Preghiamoci sopra.

  7. Simon, si può parlare con “parresia” o è solo una parolina magica da usare a proprio uso e consumo? Se si, vengo al dunque:

    Familiaris Consortio punto 84:

    La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati.

    Intesi? ribadisce la sua prassi, Fondata sulla Sacra Scrittura

    Quindi o San Giovanni Paolo II ha scritto fesserie o la prassi è davvero Fondata sulla Sacra Scrittura!

    E se è -come lo è!- Fondata sulla Sacra Scrittura allora essa, la sua modifica, non è nella disponibilità del papa, che non è e non può essere al di sopra della Sacra Scrittura nè della Tradizione. Benedetto XVI nel suo discorso d’insediamento è stato chiaro: “Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola.

    Se il papa non risponde come deve (e cioè che Non è possibile concedere la Comunione) il prossimo passo quale è?

    Ritengo superfluo ricordare che tutto ciò che è contro la Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa è … Eresia.

    I cardinali (che non sono solo 4 ma molti di più, che tu tanto disprezzi stanno offrendo il “salvagente” a Bergoglio, prima di tirare conclusioni peggiori

    Dobbiamo arrivare a questo? Di questo passo ci arriveremo!!!

    P.S. “la sua prassi” = Tradizione!

    • Tutto ciò che è contro il Magistero autentico è eresia: in effetti Scrittura e Tradizione sono interpretate correttamente solo dallo stesso Magistero Autentico.
      In Pace

      • E qual è il Magistero autentico, quello di Giovanni Paolo II o di Bergoglio?
        Non si può interpretare ciò che è “contraddizione”.
        Interpretazione e contraddizione non possono esservi insieme.
        Se interpreta non può contraddire e se contraddice non interpreta.
        Non giochiamo con le parole e con la logica teologica.
        L’interpretazione di ciò che è in linea con Scrittura e Tradizione non può dar luogo a nulla che contraddica la Scrittura e la Tradizione!

        • Quello del Papa e dei Vescovi in unione con lui.
          Oggi il Papa è Francesco.
          In Pace

          • Cavolo! Risposta degna dell’aquinate.
            Allora speriamo che questo papa passi prestissimo, e venga Sisto Pio Gregorio Leone Innocenzo Benedetto Clemente, col soprannome di Epuratore.
            Il gesuita cibernetico su marte, un vescovo a raccoglier pomodori in puglia, un noto professore scorticato vivo e poi arso al rogo ecc ecc

  8. Dico solo che se invece il Papa volesse rispondere si, come invece nell’AL non è esattamente chiarito, sarebbe, sempre a mio fallibile parere, molto utile a tutti che spiegasse, anche in maniera pedante e puntuale pur non essendo nel suo stile, per quale ragione questa nuova disposizione non cozza con una risposta negativa ai seguenti quattro quesiti, visto che a persone autorevoli all’interno della Chiesa ciò non sembra molto chiaro.

    Quindi non che risponda semplicemente si e no, ma che spieghi anche il perché, ovviamente sarà padronissimo di non farlo se lo ritiene più opportuno…

    Quanto a “dimettere” i cardinali, non mi sembra che sia il metodo che la Chiesa ha ritenuto più opportuno nella storia, quando si verificavano vere guerre al Papa anche militari da parte di cardinali nobili e partigiani, e spesso per motivi politici e di potere mondano, non solo religioso…

    Caffarra, ad esempio, può aver sbagliato nel metodo, ma ai suoi dubbi, che avanza pubblicamente da tempo non sospetto, non è mai stata data una risposta ragionata e visto che per lui si tratta di una questione che afferisce alla concezione che la Chiesa ha del sacramento del matrimonio, è come se si sentisse in dovere di sollevare il problema. Se avesse la convinzione che si sta oscurando un importante verità di fede e stesse zitto solo per non creare problemi, sarebbe forse così in un’unità più piena e perfetta col Papa? Io non credo…

  9. Non so se Caffarra e gli altri cardinali abbiano torto oppure no, nel merito e/o nel metodo. Ma anche dando per scontato che abbiano torto, la situazione non è affatto buona. Perché anche deliberare e sanzionare il loro torto non potrà – per nulla – servire all’ermeneutica della continuità qui invocata da Simon. (D’altronde, più che tagliare la testa al toro, al massimo si taglieranno teste o galeri; ricordate Billot?).
    Perché oggi nella Chiesa troppo sembra umanamente funzionare come nella Vecchia Foresta di Tolkien, dove tutto porta verso l’incantesimo malefico del Vecchio Uomo Salice… O come nelle sabbie mobili, dove muoversi o non muoversi porta comunque ad affondare.
    Da questo punto di vista, il torto dei quattro cardinali è il tipico comportamento sintomatico della “vittima designata”, in un contesto familiare di rapporti di disconferma. Come, quando e perché sia così, in dettaglio, richiederebbe un elenco ben più lungo di quello fornito da Ubi. Proporrei, in ogni caso, di far dirimere le contese ad un arbitro riconosciuto in alto loco, quello che (da piccolo) la sera andava in Via Veneto.

    • Sull’arbitro non sollevo dubbio alcuno! Sull’alto loco si!
      Quindi sia: Scalfari al Soglio Pontificio e Bergoglio retrocesso -alla Billot- al Sant’Uffizio.
      Non solleverò alcun “dubia qualsiasi cosa risponda l’arbitro-papa (rispondesse il prefetto si, mi oppongo a priori!).

  10. Cmq un saluto a Lycopodium.
    Un saluto ai “latitanti” del blog (li capisco e misericordiosamente compatisco …).
    Un saluto a Simon, a cui si aggiungono i complimenti per la metafora del Padrino: Non poteva essere più azzeccata ripensando al “Mafia-club San Gallo” sponsor -absit iniuria verbis- del “Padrino”.

  11. si sono formati mi pare circa tre gruppi

    1) quelli che pensano e sostengono che non vi sia nessuna confusione, nessuna ambiguità, nessun margine di dubbio nel testo dell’AL, che si situa perfettamente nel solco del Magistero dei pontefici precedenti , e che dunque i quattro cardinali , e prima di loro i 45, e prima di loro i 13, siano solo degli oppositori politici del papa.
    Fra questi oltre a padre Spadaro che liquida tutta la questione con un tweet, anche Andrea Grillo che fa rispondere ai quattro cardinali da semplici studenti di diritto canonico.

    2) c’è poi gruppo di coloro che ammettono che la confusione pastorale e l’ambiguità dottrinale ci sono e che appunto bisogna fare chiarezza per il bene del gregge dei fedeli.
    Fra questi il teologo padre Antonio Livi.

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-tra-noi-un-tremendo-disorientamento-pastoraleanche-il-teologo-livi-ha-dubia-sullamoris-laetitia-18073.htm

    3) c’è poi il gruppo di coloro che pensano che il linguaggio ambiguo dell’AL sia VOLUTO per dare una svolta di tipo modernistico alla Chiesa: spostare l’ASSE della concezione cristiana” , non più un Magistero univoco, bianco o nero, sì o no, duqnue non più una sola risposta ad una domanda , ma un magistero” liquido “in cui tutti possono esercitare il proprio discernimento personale nel grande “flusso”della vita. cioè detto in parole povere il relativismo tanto paventato dal papa emerito.

    c’è da dire le parole del papa sembrano confermare l’interpretazione n. 3

    “questo «sposta l’asse della concezione cristiana da un certo legalismo, che può essere ideologico.
    “Alcuni – pensa a certe repliche ad Amoris Laetitia – continuano a non comprendere, o bianco o nero, anche se è nel flusso della vita che si deve discernere. ”
    (dall’intervista del papa a Stefania Falasca riportata da Tornielli:

    http://www.lastampa.it/2016/11/18/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/il-papa-la-chiesa-non-una-squadra-di-calcio-che-cerca-tifosi-vfVPG1JBGemoyQnVOOIgLJ/pagina.html

    • Fra l’altro il termine “flusso della vita” fa pensare ad una filosofia di base di stampo bergsoniano o esistenzialista.
      papa francesco dice che così si torna alla sorgente cioè ai Vangeli. ma nei Vangeli Gesù alle domande che gli vengono poste risponde sempre con bianco-nero, sì-no, e in maniera chiara, non dice mai ” è nel flusso della vita che si deve discernere”. quando gli pongono la domanda sul matrimonio risponde in maniera precisa.
      queste concezioni sul flusso di papa francesco non fanno parte ne’ della Sacra Rivelazione dei Vangeli, ne’ della Tradizione.sembrano appunto provenire da filosofie del ‘900.
      Ma può un Magistero papale “improvvisare” senza tener conto della Tradizione e della scrittura?

      • Il pezzo di Simon,conferma il calore e la professionalità dell’autore,noto per competenza,equilibrio e amore per la Chiesa.La parabola del padrino é uno strumento per far intendere e coinvolgere,nella speranza che Croce Via resti una palestra di persone sempre alla ricerca,e non di perfetti infallibili che hanno sempre da insegnare al Papa e a tutti.
        A tutti piacerebbe che sia Dio e sia il Papa,fossero più severi e drastici con i divergenti sobillatori.Giovanni e Giacomo,furono chiamati “boanerges”,figli del tuono,difatti reclamavano la distruzione con fuoco e zolfo del villaggio samaritano che aveva chiuso le porte a Gesù e ai sui discepoli.Il cardinale Billet,il quale reagì alla condanna dll’Action Française,fu convocato in Vaticano e dopo un’accesa udienza da PioXI,uscì dalla sala senza zucchetto,anello e croce pettorale. D’altronde l’Action Française,guidata dall’agnostico Charles Mauras,strumentalizzava la Chiesa “per la politica e il nazionalismo”,come si era già espresso S.Pio X nel 1913.L’Action F.ha ispirato Lefevre e tuttora gioca un ruolo importante nel Fronte di le Pen.
        Il 15 marzo 1938 il cardinale Theodor Innitzer viene chiamato a Roma e Pacelli,allora Segretario di Stato lo convinse a ritrattare per iscritto il suo fanatico appoggio ad Hitler poiché aveva invitato gli austriaci a pronunciarsi per “il nostro glorioso ritorno nel Grande Reich”.Malgrado la sconfessione scritta il 99,8 % degli Austriaci si pronunciò per la riunificazione con il Grande Reich.
        Gesù ci dice che la zizzania viene lasciata sopravvivere per non danneggiare il grano buono,alla fine si faranno i conti.L’assurdo sarebbe,da parte nostra, di non distinguere la zizzania dal grano buono.
        San Pietro si definiva un aborto di cristiano,reo di vigliaccate e di debolezza,ma nessuno si sentì autorizzato a definirlo come Lefevre con i Papa post conciliari,come pseudo pontefici da rimpiazzare con altri veri!!! O come,hanno insinuato i 4 Cardinali di un Papa Francesco,come Papa di scarsa dottrina e di ridotta esegesi!!!
        I 4 cardinali soffrono,anche senza loro espressa volontà e intenzione, per una Chiesa che non é più automaticamente associata e complice del centri di potere,piangono per i privilegi ,gli orpelli e le frange commiserate e non più ammirate.
        Io ritorno,forse a costo di annoiare,sul fatto che non viviamo più l’Eucarestia (nè cattolici,né protestanti,né ortodossi),come Cristo l’ha istituita e come gli apostoli l’hanno vissuta e compresa.Questa Mensa Eucaristica,rinnovata(altro che limitarsi ad abiti liturgici e da cerimonia e ad un pezzo di pane trasparente),sarebbe l’ambiente cristiano ,dove accogliere i penitenti,dove le coppie in crisi o meno,si troverebbero davanti ad un giudizio di discernimento cristiano teso a salvare,dove i Zacchei testimoniano la conversione con i fatti,dove i corrotti e gli egoisti non avrebbero i primi posti,dove Il Corpo e Il Sangue di Cristo tornerebbero ad essere Il Sacramento vivo ,di una memoria vivificante.

        • È chiaro, Don Enzo, che i quattro cardinali fanno più pena che altro, soprattutto perché mostrano pubblicamente di essere uomini di poca fede nella Chiesa, opera dello Spirito Santo.
          Ma se uno non ha fede nella Chiesa, che fede può avere, se coerente, nell’annunzio del kerygma che Essa fa?
          E se non si ha fede nell’annunzio del Kerygma che la Chiesa fa, in quanto è opera dello Spirito Santo, allora tutto questo è inutile come avvisa San Paolo e tutto diventa pura ideologia come avverte Papa Francesco.

          Io penso lo stesso che questi quattro cardinali siano persone decenti e fondamentalmente oneste anche se nell’errore e nell’orgoglio e spero davvero che, da essi stessi, si rendano conto del pubblico scandalo che hanno combinato e quindi che, da persone adulte e responsabili, dimissionino da loro stessi dalle loro cariche cardinalizie rispettive.

          In Pace

        • Disamina perfetta, caro Don Enzo. Le faccio i miei complimenti più sinceri.

    • Gian Piero, sei un ragazzo intelligente e lo sento nei tuoi interventi anche se dissentiamo.

      Le tue riflessioni mi incuriosiscono perché sembrerebbe scrivendo questo che non hai vissuto ancora molto eppure mi sembri maturo.

      Personalmente e non è un mistero benché sapevo il catechismo a memoria all’età degli anni otto, non la smetto mai di capirlo :perché c’è una grande differenza tra sapere e capire. Ad esempio tu “sai” che i protoni sono composti di quarks e gluoni, ma ammeno che tu sia un fisico, lo hai “capito”?

      Ti posso dire che Dio si svela nella mia vita sempre di più e sempre più profondamente e questo tramite gli eventi concreti della mia vita e tramite le persone che incontro e che amo: è un processo continuo. Ad esempio solo dodici anni fa ho capito che mia moglie, allora sull’orlo della morte, era Sacramento dello Spirito Santo nella mia vita, era il segno visibile della presenza e dell’amore di Dio per me e per la famiglia.

      Se tu hai vissuto lungo la tua vita un’esperienza simile allora devi per forza capire cosa dice il Santo Padre e cioè che Dio lo si incontra camminando lungo i sentieri di Galilea. Questo dice Papa Francesco: è camminando nella vita personale e nella vita della Chiesa che lo Spirito Santo si svela e ci spiega la Parola che Gesù ci insegna per farcela capire.

      In Pace

      • Grazie Simon.

      • ma scusa Simon questo lo dici tu, questa è la TUA interpretazione delle parole del papa.
        a me invece a sentir parlare di “flusso della vita “e di superamento della logica bianco -nero, sì-no, non vengono in mente Gesù per le strade di Galilea ma vengono in mente certe filosofie moderne del “pensiero debole” per cui non esistono verità assolute ma solo relative. La vita è un continuo flusso, dunque una verità che stesse come un “roccia” (la roccia di Pietro) andrebbe secondo queste filosofie del pensiero debole contro il continuo “flusso”.
        Ora a me sembra , ma posso sbagliare , che Gesù non sia stato un maestro del “pensiero debole”, anche perchè se così fosse stato, non l’avrebbero crocifisso. Si può odiare e crocifiggere chi afferma verità assolute e lo fa con “autorità”, se Gesù fosse stato un relativista maestro del pensiero debole , stile Vattimo, non avrebbe certo avuto e non avrebbe tutt’ora tanti nemici.
        soprattutto sul piano morale Gesù ha dato risposte precise: non ha detto si può fare così o anche non fare così, di può essere fedeli al coniuge o anche ripudiarlo, dipende dalle circostanze, dalle mode, dalla stagione storica ecc. A me hanno sempre insegnato che l’insegnamento di Gesù è eterno
        Ora sia questa in intervista alla Falasca che in innumerevoli interviste a Scalfari il papa non perde occasione di stigmatizzare i legalisti, quelli che vogliano che le cose siano siano dette chiare , e di affermare il primato della coscienza individuale, adesso persino parla di spostare l'”asse della concezione cristiana”.
        in tutto questo lo dico sinceramente non vede nessuna Tradizione e nessuna continuità col Magistero precedente e nessun ritorno alla semplicità evangelica , ma a me ( come del resto allo stesso Scalfari e a tanti altri) questo magistero di papa Francesco mi sembra un magistero di “rottura” con la tradizione precedente., una vera e propria rivoluzione culturale e dottrinale, rottura che per Scalfari è posiitiva ovviamente, ma che per il fedele cattolico è certo disorientante.
        Questo blog si mette sotto la protezione spirituale di san Tommaso D’Aquino e di san Giovanni Paolo II: ecco due veri campioni della cattolicità che non propugnavano affatto un “pensiero debole” e il “flusso della vita” eppure erano dei veri seguaci di Gesù sulle vie della Galilea spirituale.

        • “Il Papa non è il signore supremo – dall’epoca di Gregorio Magno ha assunto il titolo di “servo dei servi di Dio” – ma dovrebbe essere – amo dire – il garante dell’ubbidienza, della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, escludendo ogni arbitrio da parte sua. Il Papa non può dire: “La Chiesa sono io”, oppure: “La Tradizione sono io”, ma al contrario ha precisi vincoli, incarna l’obbligo della Chiesa a conformarsi alla parola di Dio. Se nella Chiesa sorgono tentazioni a fare diversamente, a scegliere la via più comoda, deve chiedersi se ciò è lecito. Il Papa non è dunque un organo che possa dare vita a un’altra Chiesa, ma è un argine contro l’arbitrio.
          Faccio un esempio: dal Nuovo Testamento sappiamo che il matrimonio sacramentale è indissolubile. Ci sono correnti d’opinione che sostengono che il Papa potrebbe abrogare quest’obbligo. Ma non è così. E nel gennaio del 2000, rivolgendosi ai giudici romani, il papa (Giovanni Paolo II) ha detto che, rispetto alla tendenza a voler vedere revocato il vincolo dell’indissolubilità del matrimonio, egli non può fare tutto ciò che vuole, ma deve anzi accentuare l’obbedienza, deve proseguire anche in questo senso il gesto della lavanda dei piedi».

          Joseph Ratzinger
          http://www.iltimone.org/35340,News.html

        • Beh a me vengono in mente le tante domande che gli apostoli chiedevano a Gesù sulle strade di Galilea per farsi spiegare le parabole che Gesù aveva insegnato a tutti.

          Anche loro, gli apostoli, conoscevano (sapevano) quel che Gesù aveva insegnato ma non avevano capito…

          Niente pensiero debole qui: non si tratta di conoscere (sapere) il Catechismo si tratta di capirlo. E qui ancora e alla Chiesa di spiegarcelo e rispiegarcelo lungo le nostre strade personali e quelle della storia, più in generale.

          In Pace

          P.S.; Non ti preoccupare qui non siamo sostenitori di nessun pensiero debole. Puoi fare un salto ai nostri posts su “For Men Only” e te ne renderai conto

          P.P.S. Il ruolo dei cardinali e dei vescovi in primis in quanto Chiesa Docente , e dei sacerdoti e di noi cattolici di riflesso è di spiegare per far capire il Magistero della Chiesa. I nostri cardinaloni non hanno manco capito alla loro età quale è il loro ruolo nella Chiesa. Fa pena.

    • Il gruppo 1 deve essere diviso in due sottogruppi 1a quelli che dicono che é chiara e non so come senza una rottura col passato cambia dando la possibilitá di accedere ai sacramenti ai conviventi.
      2b quelli che dicono che é chiara e senza rompere col passato cambia qualche cosa di impreciso con in certi casi non specificati la possibilitá di accedere ai sacramenti al/ai conviventi.
      Gruppo 2b composto da Simon, qualche seguitore di Croce Via e tantissime conoscenze di Simon.

  12. Il fatto che Gesù non dica “Padre ti ho capito” dimostra che il Padre:

    (1) non ha ben spiegato al subordinato cosa deve fare,
    (2) non ha ben fatto capire quale sia il quadro generale al quale questa azione del subordinato partecipa,
    (3) non ha chiarito quale sia il vantaggio personale per lo stesso a compiere gli atti che gli sono richiesti.

    Dunque stando all’autore di questo articolo Gesù in croce sarebbe un “anti-cristo”.

    Complimenti per l’abilità oratoria.

    • Ma no “Complimenti” !!! È solo che tu non hai capito proprio quel che ho scritto; probabilmente anche perché sei probabilmente un ignorante di prima categoria in questi soggetti!

      Ho ben precisato che non conta aver capito il perché ed i percome del leader, ma che Chester Bernard pone l’accento sul fatto che basta l’aver capito cosa uno deve fare, quale ne sia l’importanza nel quadro generale e quale ne sia il vantaggio personale.

      Qaunto all'”uomo” Gesù, io non so se Lui ha capito il perché ed il percome del Padre: ad esempio perché questa Via dolorosa e non un’altra; ma Lui ha capito cosa doveva fare, cioè percorrere la propria passione fino in fondo; ha capito come questo si inseriva nel grande disegno di Redenzione dell’umanità; ed infine il Suo vantaggio personale era la felicità, perché faceva quel per il quale era fatto, cioè glorificare il Padre nel proprio Dono per la Chiesa.

      In Pace

      • Ringrazio per la gentilissima delucidazione.
        Ora mi è più chiaro lo spessore e lo scopo di questo sito web.

      • Ho ben precisato che non conta aver capito il perché ed i percome del leader, ma che Chester Bernard pone l’accento sul fatto che basta l’aver capito cosa uno deve fare, quale ne sia l’importanza nel quadro generale e quale ne sia il vantaggio personale.

        E poi cerchiamo i cavilli per convivere dopo il matrimonio. Il Capo a detto che c´é un solo matrimonio, convivere fuori dal matrimonio non é quello che uno deve fare. AL va propio in senso contrario.

        • Dove? Smettila colle affermazioni apodittiche: non ti fai complimenti. facendolo
          In Pace

          • Come dove? Tu ci chiedi di credere a Francesco senza pensarci solo perche é il leader e dopo dici che il confessore deve vedere se fattore attenuante è presente oggettivamente. Quindi la loro presenza rende la non imputabilità oggettiva.”un fattore attenuante è presente oggettivamente. Quindi la loro presenza rende la non imputabilità oggettiva.” Non si dovrebbe chiedere ubbidienza cieca alle parole di Gesu stesso nel Vangelo di San Matteo? Che fattore attenueante puó rendere oggettiva una non imputabilitá? Attenuare la colpa non vule dire cancellarla.

            • “Attenuare la colpa non vule dire cancellarla.”

              No, ma può renderla veniale invece che mortale; differenza non da poco.

              Il punto è che persone come Monsignor Livi sembrano negare ciò, e la domanda che sorge spontanea è, come ho scritto a fondo pagina: se Monsignor Livi ha ragione i molti fedeli che oggi vengono assolti e ammessi alla Comunione pur essendo divorziati risposati conviventi more uxorio sono, in virtù del supplet Eccelsia, assolti davvero oppure stanno mangiando e bevendo la propria condanna?

              Naturalmente se Livi, come penso io, ha torto, il problema non si pone.

              • Attenuare la colpa non cancella niente: dice semplicemente che non ce n’è: di per sé vuol addirittura dire che non c”è proprio peccato, cioè non vi è bisogno neanche di assoluzione strictu sensu.

                Se tu vieni a confessarti che hai rubato ma al tempo stesso mi spieghi che lo hai fatto per sopravvivere e che non c’era altra scelta, allora non devi ricevere nessuna assoluzione in quanto non hai peccato.

                Per questo che è un p’ lamentevole la persona che va a confessarsi con una lista di scusanti: se sei senza colpa personale che ci vieni a fare?

                Ovviamente le attenuanti sono solitamente solo parziali: da dove la necessità di un giudice che dà poi, se è il caso, l’agognata assoluzione a nome del Cristo.

                In Pace

              • Parla di questo Don Alfredo Morselli, sacerdote:

                Viene affermato in Amoris laetitia 301: “la Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti […] per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, rivi della grazia santificante”.

                In questo punto, Amoris laetitia soffre di un certo cartesianesimo, ovvero tende a separare il peccato in sé puramente pensato (in base alle leggi morali), da un atto umano particolare, compiuto di fatto nel mondo esteso.
                Sembrerebbe così che possano esistere un peccato oggettivo nei manuali di teologia morale, o una situazione irregolare nell’iperuranio, ma che questi possano non essere vissuti realmente come peccati, quantunque gli atti ricadono inequivocalmente nelle specie morali suddette.
                In realtà, al pari di un ente creato che partecipa realmente e necessariamente di una determinata essenza, così gli atti umani che appartengono a una specie di azione intrinsecamente cattiva, sempre ne partecipano la malizia.

                Inoltre, questo brano di Amoris laetitia sminuisce di fatto la libertà dell’uomo, riducendone strutturalmente la capacità di porre atti che procedono dalla libera volontà: si tratta di una forma di servo arbitrio, questa volta non determinato dalla predestinazione divina (di stampo luterano) ma da un pessimismo antropologico per cui l’uomo – poveretto – oggi si trova irrimediabilmente in balia delle circostanze.
                Qui fa capolino l’ideologia yuppista sessantottina secondo la quale tutto il male sarebbe sarebbe colpa della società e delle cosiddette sovrastrutture, e non da uomini che lo stesso male possono e vogliono compiere.

                In base a quanto detto fin’ora, affermare la corrispondenza tra peccato in sè e peccato realmente commesso non significa, come pure hanno spiegato i Cardinali, emettere un giudizio definitivo sullo stato di un’anima (giudizio riservato a Dio), ma descrivere una situazione per cui, posto un atto umano cattivo, questo non è peccato solo nei manuali, ma lo è anche nella realtà.

                L’uomo è poi in grado di conoscere se ha peccato o meno. San Paolo da un lato diceva “anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato” (1Cor, 4,4), dall’altro diceva di esaminare la propria coscienza prima di comunicarsi (cf. 1Cor 11, 28-29).

                Se l’uomo non fosse in grado di giungere almeno a una certezza morale circa il proprio stato di grazia, perché esaminarsi? Sarebbe solo una vera e propria tortura spirituale; saremmo come dei ciechi a cui viene comandato di vedere per salvarsi.

                E come facciamo a sapere se siamo in grazia di Dio o no? Evidentemente perché a un certo atto – compiuto con piena avvertenza e deliberato consenso -, corrisponde o un’azione meritoria o un peccato. Abbiamo compiuto un certo atto peccaminoso? Se la risposta è affermativa, non siamo in grazia; altrimenti lo siamo.

                Affermare che “non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale” equivale a dire che si può convivere more uxorio senza piena avvertenza e deliberato consenso, e quindi: “cari conviventi, siete liberi solo parzialmente”.

                Per questo la Chiesa, sebbene non giudichi di nessuno se sia in grazia di Dio o meno, può legiferare circa situazioni oggettive peccato, e proibire di ricevere l’Eucarestia a coloro che vivono, da peccatori, in uno stato di peccato.

                Le affermazioni di Amoris laetitia prese in considerazione dal terzo dubium, mettono in discussione anche alla possibilità per l’uomo di santificarsi: infatti, solo una volontà libera, quindi con la piena possibilità di peccare, ha la possibilità di raggiungere una vera santità. Come si può essere infatti capaci di amare (cioè di dire di sì a Dio), se non si è in grado di peccare (cioè di dirgli di no)?

                In base a tutte le considerazioni sviluppate sino ad ora, possiamo concludere che anche il terzo dubium mette il dito nella piaga di una formulazione che sembra davvero pericolosa per la fede e la morale cattolica. È dunque lecito porre rispettosamente una domanda su questo punto.

                DON ALFREDO MORSELLI ( da messainlatino)

                • (a) “In questo punto, Amoris laetitia soffre di un certo cartesianesimo, ovvero tende a separare il peccato in sé puramente pensato (in base alle leggi morali), da un atto umano particolare, compiuto di fatto nel mondo esteso.” : affermazione apodittica e non dimostrata cioè pregiudizio intellettuale di Don Morselli

                  (b) “Sembrerebbe così …” non è che sembrerebbe, ma è scritto così nel CCC

                  (c) “Inoltre, questo brano di Amoris laetitia sminuisce di fatto la libertà dell’uomo,…: affermazione apodittica e non dimostrata cioè pregiudizio intellettuale di Don Morselli

                  (d) “In base a quanto detto fin’ora, affermare…” conclusione errata a partire da ipotesi apodittiche errate

                  (e) “Affermare che “non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale” equivale a dire che si può convivere more uxorio senza piena avvertenza e deliberato consenso, e quindi: “cari conviventi, siete liberi solo parzialmente”.”: infatti, questo punto è degno di nota, in quanto è proprio nei casi di mancanza di piena libertà che il Capitolo VIII predne il suo significato, proprio come insegna il CCC

                  (f) “Le affermazioni di Amoris laetitia prese in considerazione dal terzo dubium, mettono in discussione anche alla possibilità per l’uomo di santificarsi: infatti, solo una volontà libera, quindi con la piena possibilità di peccare, ha la possibilità di raggiungere una vera santità. Come si può essere infatti capaci di amare (cioè di dire di sì a Dio), se non si è in grado di peccare (cioè di dirgli di no)?” Per questo Amoris Laetitia non dice da nessuna parte questa atrocità, che è solo un’indebita estrapolazione del testo di AL non letto da parte di DOn Morselli nel quadro della dottrina cattolica espressa nel CCC. Nei fatti (!!!) AL propone un cammino di penitenza e di discernimento che è proprio un cammino di riappropriazione della propria libertà di figli di Dio.

                  (g) In base a tutte le considerazioni sviluppate finora, possiamo concludere che il caro Don Morselli non ha capito una mazza di AL in quanto ha letto questo testo del Magistero senza riferirsi al Magistero e partendo da pregiudizi apodittici non cattolici ortogonali al CCC.

                  In Pace

              • …il caro Don Morselli non ha capito una mazza di AL…

                “… La vita è complicata. Ma misericordia e compassione non possono essere separate dalla verità e rimanere virtù autentiche. La Chiesa non può contraddire o aggirare la Scrittura e il suo stesso magistero senza invalidare la sua missione. Questo dovrebbe essere ovvio. Le parole di Gesù stesso sono molto dirette e radicali, in materia di divorzio” (arcivescovo Charles J. Chaput).

                Neanche lui ha capito ‘na mazza, nevvero Simon? Ci dev’essere in giro una strana influenza quest’autunno, che colpisce il comprendonio di vescovi e cardinali, oltre che quello di tanti intellettuali, studiosi, giornalisti, scrittori, teologi… tutti cattolici e tutti piccati a dire che AL non può autorizzare i divorziati “risposati” conviventi more uxorio ad accedere all’assoluzione sacramentale e quindi all’Eucarestia se prima non rinunciano al legame adulterino, ossia se non si risolvono a praticare la piena continenza tra di loro (la convivenza può perdurare solo nel caso in cui gravino su di loro seri obblighi, quali l’educazione dei figli).

                Guarda che cominciano ad essere tante davvero, tra “dubia”, petizioni, suppliche, lettere e non so cos’altro, le iniziative volte a chiedere la correzione o un chiarimento sul capitolo ottavo di AL. Possibile che siano tutti rincoglioniti e che gli intelligentoni stanno tutti dalla parte di Kasper, Schonborn, Marx, Forte e compagnia modern(ist)a?

                • Al contrario, fra 100anni, Mons Chaput ha dato un’ottima interpretazione di Amoris Laetita ! Mica ha detto che non è chiara: ne ha applicato le direttive per la sua diocesi secondo la sua interpretazione lungo il CCC, cioè cattolica. Mica è andato a piagnucolare sullo spazio pubblico per dire che non aveva capito niente: anzi il contrario, ha letto, ha interpretato e ha applicato. Così fanno i Pastori: insegnano e guidano il gregge.
                  Colui che non ha capito è forse Farrel … ma questo è un altro discorso.

                  In Pace

              • Però Chaput, tanto per dire, al primo “dubium” risponderebbe certamente “no”, mentre noi sappiamo che la risposta è “si”, ovvero che c’è stato un mutamento pastorale a tutti gli effetti.

                Forse andrebbe formalizzata la cosa con un Motu Proprio.

                • Non condivido, Giuseppe: non bisogna giudicare le intenzioni.
                  Bisogna capire che la Chiesa funziona più dal basso verso l’alto che il contrario: lui da vescovo non risponde ai dubia visto che dubia non ne ha avuti. Lui ha fatto quello che è perfettamente in suo potere: pascolare il gregge insegnandolo come lo ha capito lui stesso Magistero in mano. Forse tra cinque anni la sua interpretazione si approfondirà e andrà più lontano. Forse invece che è l’interpretazione anch’essa secondo il Magistero ma differente dei vescovi argentini che si approfondirà e si avvicinerà a quella di Mons Chaput.
                  Il Magistero ha parlato chiaramente in AL: la spiegazione del documento lasciamola allo Spirito Santo che insegna ogni Chiesa particolare lungo la vita di ognuna di queste Chiese.
                  In Pace

              • @Simon

                Certo, Mons Chaput ha dato un’ottima interpretazione di Amoris Laetita; il problema è che ognuno la interpreta a suo modo, per cui non c’è più unità di prassi. Lo stesso fedele può essere assolto in una diocesi e non assolto in un’altra. Anzi, può essere assolto da un sacerdote e non assolto da un altro sacerdote nella stessa parrocchia. C’è confusione nella chiesa e non è solo un problema di pastorale: è un problema di dottrina. Kasper, che ha fatto da apripista al papa, rifiuta di definire la dottrina per privilegiare l’interpretazione. Ognuno interpreti liberamente, anche se questo vuol dire perdere di vista la dottrina, tradirla nel modo più vergognoso.

                “Se ai quattro cardinali dovesse rispondere il cardinale Kasper, secondo me, direbbe che se il Papa avesse voluto precisare qualcosa nell’Amoris laetitia lo avrebbe fatto già nell’Amoris laetitia. Direbbe che il testo dell’Esortazione apostolica è un testo “aperto”, in dissonanza con il vecchio metodo teologico che lui – Kasper – aveva già decretato morto negli anni Sessanta e che invece loro – i quattro cardinali – considerano ancora valido. Direbbe che la richiesta che dei dubbi vengano sciolti dal magistero è una richiesta vecchia e superata, essendo che il compito del magistero è diventato piuttosto quello di suscitare dubbi, per dare nuovi impulsi all’interpretazione. Direbbe che la dottrina è a servizio delle persone nella loro situazione di vita, situazione di vita che non possiamo conoscere mai fino in fondo, come non conosciamo mai fino in fondo i principi dottrinali, che appunto devono sempre essere interpretati”. http://www.lanuovabq.it/it/articoli-bisogni-prima-del-dogma-kasper-ha-gia-risposto-18092.htm

                E così, interpretazione dopo interpretazione, (una parte del)la Chiesa si avvia a tradire Gesù. Restano, sull’indissolubilità del matrimonio, cristalline, le parole di Gesù:

                “Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio» Mt 19, 9. «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; 12 se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio» Mc 10, 11-12. «Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio». Lc 16,18”.

                Dare l’assoluzione a chi rifiuta di abbandonare l’adulterio, qualunque ne sia il motivo, significa tradire oggettivamente le parole di Gesù che non lasciano il benchè minimo spiraglio a qualunque interpretazione.

                “Molti, però, sostengono che quello dei cardinali sia un atto contro il papa.
                Non è un atto contro il papa, ma un appello lecito al lui, affinché faccia pubblicamente chiarezza su punti fondamentali, di verità e di morale, per la vita della Chiesa e la salvezza delle anime. Concordo anche sul fatto che sia un atto di giustizia, visto che come cristiani siamo tenuti ad essere fedeli a Cristo e al suo Vangelo al di sopra di tutto. Questo vale per ciascun fedele, per il papa, per noi chierici, per i laici: nessuno può porsi al di sopra della tradizione e del Vangelo. E se c’è confusione in merito il primo compito del Santo Padre è quello di unire tutti nella verità del Magistero della Chiesa. Perciò spero che il papa risponda all’appello”.
                http://www.lanuovabq.it/it/articoli-i-dubia-non-sono-contro-il-papa-ma-un-appellolecito-a-fare-chiarezza-per-la-salvezza-delle-anime-18091.htm

                Il grande dottore san Tommaso d’Aquino (ne riprendo le citazioni dal libro di Roberto de Mattei “Vicario di Cristo”) in diverse opere ha insegnato che – in alcuni casi straordinari – è addirittura doveroso opporsi pubblicamente al Papa, come san Paolo si contrappose pubblicamente a san Pietro:
                “Essendovi un pericolo prossimo per la fede, i prelati devono essere ripresi, perfino pubblicamente, da parte di quelli che sono loro soggetti. Così san Paolo, che era soggetto a san Pietro, lo riprese pubblicamente, in ragione di un pericolo imminente di scandalo in materia di fede. E, come dice il commento di sant’Agostino, «lo stesso san Pietro dette l’esempio a coloro che governano, affinché essi, allontanandosi qualche volta dalla buona strada, non rifiutino come indebita una correzione venuta anche dai loro soggetti» (ad gal, 2,14).”
                Da Antonio Socci.

                • (a) Se Mons Chaput ha dato un’interpretazione vuol dire che la ha capita: quindi non è vero che sia ambigua, visto che esiste almeno un’interpretazione secondo il CCC, la sua ad esempio. Quindi Chaput ha dimostrato le superficialità ideologica dei quattro cardinali in questione.

                  (b) È permesso e lecito avere più interpretazioni dello stesso Magistero: ad esempio l’Assunzione di Maria, può essere interpretata a seguito della sua morte o a seguito di una dormizione

                  (c) Questa tua frase “Dare l’assoluzione a chi rifiuta di abbandonare l’adulterio, qualunque ne sia il motivo, significa tradire oggettivamente le parole di Gesù che non lasciano il benchè minimo spiraglio a qualunque interpretazione.” mostra solo la tua ottusità e la tua profonda incomprensione del CCC, le situazioni umane particolari essendo sovente più dense che le idee evaporate

                  (d) Il prof. De Mattei non è qualcuno la cui autorevolezza in questo campo preciso è riconosciuta in questo blog in seguito alle sue prese di posizione passate: non è dunque un argomento di autorità che funziona. Quanto alla situazione attuale essa non corrisponde in nienet a quella contemplata da San Tommaso.

                  In Pace

              • Concordo con la disamina di Simon, tuttavia faccio presente che una parte del discorso di Frà centanni suscita interrogativi a mio giudizio interessanti.

                Quoto la parte “incriminata”.

                “Certo, Mons Chaput ha dato un’ottima interpretazione di Amoris Laetita; il problema è che ognuno la interpreta a suo modo, per cui non c’è più unità di prassi. Lo stesso fedele può essere assolto in una diocesi e non assolto in un’altra. Anzi, può essere assolto da un sacerdote e non assolto da un altro sacerdote nella stessa parrocchia. ”

                Qua è davvero difficile dare torto a Frà centanni, perché le cose stanno proprio così.

                I Vescovi italiani hanno scelto di seguire l’interpretazione dei Vescovi argentini (che aveva ricevuto l’endorsement del Papa), mentre gli americani hanno deciso di seguire una linea più conservatrice.

                Ora, tralasciando il fatto che anche in Italia ci saranno sicuramente Diocesi nelle quali si privilegia l’interpretazione più conservatrice, anche se poche, viene da chiedersi: perché lo stesso divorziato risposato, nella stessa identica situazione, viene assolto, ad esempio, a Bergamo, e mandato via senza assoluzione a Filadelfia?

                Simon tra l’altro ha confermato che le assoluzioni rimangono valide anche se i Sacerdoti talvolta eccedessero in lassismo nel darle, il che implica che sia più facile accedere alla Grazia di Dio in base al luogo geografico dove si vive, visto che vivendo in un altro luogo la stessa persona non verrebbe assolta.

                La questione è piuttosto spinosa, bisogna ammetterlo.

                • Non condivido: ovviamente turismo dell’ “assoluzione” non avrebbe senso sul piano spirituale.

                  Bisogna capire che la relazione tra ogni essere umano e cattolico e Dio passa sempre (e solo) attraverso la realtà della vita e le circostanze concrete: se quindi nella tua vita hai la fortuna di essere nella diocesi di Mons CHaput, vuol dire che il Signore ti chiede specificamente un cammino particolare; se sei in Argentina un altro; sempre sei chiamato alla santità nei due casi. Comunque ti assicuro che a livello dei documenti la differenza tr ale due interpretazioni non è cosi grande…

                  Ti devi anche rendere conto che in una diocesi il cui vescovo è in unione con il Vicario di Cristo e tutti gli altri Vescovi in unione con quest’ultimo, vi è tutta la Chiesa di Cristo, tutta la Chiesa cattolica: non è un sottoinsieme, ma vi è tutta la totalità. Esattamente come in ogni particella eucaristica vi è la totalità del Corpo e del Sangue di Cristo e ch enessuna è un sottoinsieme del totale.

                  In Pace

              • Naturalmente non parlavo di “turismo dell’assoluzione” da una Diocesi più severa ad una più misericordiosa (che assomiglierebbe molto ad un barare e metterebbe a rischio la validità dell’assoluzione, anzi probabilmente la renderebbe invalida), intendevo dire che la stessa persona, con gli stessi identici problemi e la stessa identica storia personale può essere assolta nella tal Diocesi mentre magari se fosse vissuta a 100 km di distanza non sarebbe stata assolta.

                Cioè, sembra quasi che la Grazia di Dio sia più accessibile in base al luogo dove vivi.

                Però, se la mettiamo sul piano della Provvidenza come in queste righe

                “Bisogna capire che la relazione tra ogni essere umano e cattolico e Dio passa sempre (e solo) attraverso la realtà della vita e le circostanze concrete: se quindi nella tua vita hai la fortuna di essere nella diocesi di Mons CHaput, vuol dire che il Signore ti chiede specificamente un cammino particolare; se sei in Argentina un altro; sempre sei chiamato alla santità nei due casi. ”

                Allora il discorso è più chiaro.

                In effetti uno potrebbe anche chiedersi perché Dio ha voluto da tutta l’eternità che nascessimo in questo secolo, crescendo negli agi e nella tranquillità, e non al tempo della peste nera, ma sono cose che non ci è dato sapere.

                Se la mettiamo sotto quel punto di vista in effetti la cosa è più chiara.

              • @Simon

                a)Se Mons Chaput ha dato un’interpretazione, questa può essere corretta o sbagliata. Resta il fatto che altri hanno dato interpretazioni che vanno nella direzione opposta; di conseguenza o è sbagliata l’una, oppure sono sbagliate le altre. I quattro cardinali in questione (ma tu sai bene che si tratta di una moltitudine di fedeli a tutti i livelli, altro che quattro cardinali) non fanno altro che porre questa semplice questione: santo padre, dato che ci sono diverse (opposte) interpretazioni di AL, qual è quella corretta? Se è quella che hanno dato i vescovi argentini, come lei (santo padre) sembra affermare, come è possibile allora armonizzare questo nuovo insegnamento con tutto il precedente Magistero che escludeva categoricamente la possibilità di dare la comunione ai divorziati “risposati”? Ecco, basterebbe rispondere a questa semplice domanda, cosa che il santo padre, finora, non ha fatto. E non lo farà, credo io, perché sa bene, il santo padre, che non potrebbe dare una risposta convincente. Si manterrà sul vago invece ed intanto comincerà a menare sante bastonate (anzi, ha già cominciato mi pare) da quel padre misericordioso che è.

                b)Se la santa Madre di Dio, Assunta in Cielo, sia morta o si sia addormentata, questo non cambia una virgola per la vita dei fedeli. Non è oggetto di rivelazione per cui ognuno creda quello che vuole. Ma il fatto che uno che si trova in uno stato oggettivo di peccato mortale possa fare oppure non possa fare la comunione, questo cambia eccome la vita (soprattutto quella eterna) dei fedeli. Ed il fatto che tu, di fronte a certe osservazioni, rispondi in maniera non pertinente dimostra solo la tua malafede, dato che non credo che tu non sia capace di vedere la differenza tra le due cose.

                c)Quando non si hanno risposte è più facile passare agli insulti.

                d)Che la situazione attuale non corrisponda in niente a quella contemplata da s. Tommaso lo dici tu, però non spieghi il perché.

                • Credo che non hai capito: qui non siamo in un sistema binario: quel che dicono i vescovi Argentini non contraddice quel che dice Chaput. Sono tutte e due corrette per le Pastorali delle Chiese rispettive.

                  Devi capire che qui non si parla dottrina, ma di pastorale: cioè del modo di applicare la dottrina in ogni Chiesa particolare.

                  Leggiti anche i miei altri interventi a Giuseppe.

                  In Pace

              • Comunque, dopo questa decisione del Papa (di lasciare un tot di margine ai vari vescovi), penso che in futuro andrà modificato o abrogato il Canone 915 e l’articolo di Catechismo che dice

                “1650 Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (« Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio »: Mc 10,11-12), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la Legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza.” http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c3a7_it.htm

                Se, infatti, è lecito per i Sacerdoti, talvolta, assolvere quelle persone, quell’articolo esposto così non ha più senso e andrebbe corretto tenendo conto di Amoris Laetitia e di Evangelii Gaudium, togliendo il divieto “assoluto”.

                • “La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza.” : niente in AL va contro quest’affermazione.

                  In Pace

              • Intendo dire che il CCC è sulla linea di FC 84, e non contempla il cambiamento pastorale avvenuto con Papa Francesco.

                In altre parole, il CCC si basa solo sulla situazione oggettiva, e in base a quella esclude i divorziati risposati e i conviventi pre-matrimonio dalla Comunione, ma Al dà la possibilità concreta (come del resto dimostrano anche le risposte di questo sito ai vari dubia, tra cui il “si” al dubium numero 1) di ammettere queste persone alla Comunione, in base al discernimento del Confessore.

                Ergo il divieto assoluto del CCC e del Canone 915 non ha più ragione di esistere.

                • Mi ripeto: Non c’è neanche adesso con la AL la possibilità di accedere ai sacramenti a chi non si è pentito e, libero di farlo, non si è impegnato di vivere in completa continenza.
                  In Pace

              • O meglio, avrebbe senso riformulare il tutto in una chiave più “aperta” e meno tranchant di quella che si trova nel Canone 915 e nel CCC.

              • “Mi ripeto: Non c’è neanche adesso con la AL la possibilità di accedere ai sacramenti a chi non si è pentito e, libero di farlo, non si è impegnato di vivere in completa continenza.”

                Che cosa si intende con “libero di farlo”?

              • “No. Perché l’adulterio è una situazione oggettiva di peccato mortale.”

                Che non implica l’essere in peccato mortale anche soggettivamente; tanto è vero che lo stesso CCC parla di peccato grave (che è una cosa diversa da mortale).

                E dal momento che c’è stato un cambiamento pastorale, che rende quantomeno possibile l’assoluzione per quelle persone, non ha più senso parlare solo della situazione oggettiva, se è solo il peccato mortale in senso stretto che esclude dalla Comunione.

                Il CCC del 1992 era scritto sulla base di FC e sullo “scandalo” che si temeva desse l’assoluzione e l’accesso all’Eucaristia dei divorziati risposati, non tanto sulla loro situazione soggettiva.

                • Non serve a niente che ripeti le stesse cose, Giuseppe.
                  Il CCC ti può solo illustrare e spiegare le parole di Gesù: e queste sono chiarissime sull’adulterio.
                  Già il CCC parla in generale delle circostanze attenuanti quanto alle responsabilità individuali: e questo è il solo argomento usato da AL.
                  Quindi nihil novum sub solem a livello della dottrina con AL. E, in finis neanche a livello pastorale: diciamo che AL ha ricordato a tutti che nel CCC ci sono queste circostanze attenuanti e che nella pratica pastorale non bisogna dimenticarle.
                  In Pace

              • Si, ma il punto è che prima di Al non erano contemplate le circostanze attenuanti per l’assoluzione dei divorziati risposati, ora invece si. Ergo qualcosa è cambiato, a livello pastorale.

                Tanto è vero che Croce-via risponde “si” al primo Dubium dei Cardinali

                “1. Si chiede se, a seguito di quanto affermato in “Amoris laetitia” nn. 300-305, sia divenuto ora possibile concedere l’assoluzione nel sacramento della Penitenza e quindi ammettere alla Santa Eucaristia una persona che, essendo legata da vincolo matrimoniale valido, convive “more uxorio” con un’altra, senza che siano adempiute le condizioni previste da “Familiaris consortio” n. 84 e poi ribadite da “Reconciliatio et paenitentia” n. 34 e da “Sacramentum caritatis” n. 29. L’espressione “in certi casi” della nota 351 (n. 305) dell’esortazione “Amoris laetitia” può essere applicata a divorziati in nuova unione, che continuano a vivere “more uxorio”?”

                Il Catechismo invece contempla l’assoluzione dei divorziati risposati senza che siano adempiute le condizioni di FC84? No, anche perché quella parte di Catechismo è stata scritta proprio sulla base di FC84.

                • Infatti il Si di Croce Via si riferisce al fatto che ci sono persone che continuano a vivere more uxorio in quanto non sono moralmente libere di fare altrimenti.

                  Ma questo è proprio pastorale e non dottrinale: è dottrinale il fatto che una persona non libera moralmente, cioè impedita in un modo o nell’altro nell’esercizio della propria libertà morale, non possa essere ritenuta personalmente responsabile.

                  Nulla cambia in questa dottrina il detto punto 305 nota 351, giusto richiama ed esplicita la dottrina del CCC in questo contesto pastorale particolare.
                  In Pace

              • Siamo al punto (di nuovo!). Che ci siano persone non libere, per un motivo o per un altro, dal punto di vista morale, questo è certo e non fa problema per nessuno, credo. Ma che sia possibile per il confessore (o per chiunque altro, compreso lo stesso penitente) accertare questa non libertà, questo è falso come Giuda Iscariota. Nessuno può ravanare nel foro interno altrui, perché certe profondità del cuore sono accessibili solo a Dio. Solo lui conosce fino in fondo i suoi figli e sa fino a che punto sono liberi di volere il male. Oppure credi che un confessore possa valutare, esattamente come fa Dio, dell’innocenza o della colpevolezza di un peccatore? Simon! Un po’ di buon senso.

                • Ti ho già risposto su questo punto e lo faccio, per carità per l’ultima volta, poi non pubblico più un tuo ripeterti sul soggetto.
                  Il confessore non può conoscere la relazione intima tra il peccatore ed i suo Dio, ma può costatare l’oggettività della presenza oppure no della presenza di circostanze attenuanti.
                  Et de hoc satis
                  In Pace

              • “Ma questo è proprio pastorale e non dottrinale: è dottrinale il fatto che una persona non libera moralmente, cioè impedita in un modo o nell’altro nell’esercizio della propria libertà morale, non possa essere ritenuta personalmente responsabili”

                Questo è verissimo, infatti io scrivevo di un cambiamento pastorale, e non dottrinale.

                Però FC e il CCC, prima di Al, erano inequivocabilmente orientati ad una esclusione di queste persone dai Sacramenti senza se e senza ma, indipendentemente dalla loro condizione soggettiva; questo mi sembra difficilmente negabile.

                Poi che ci fossero Sacerdoti che andassero “oltre” è fuori discussione, ma lo facevano in maniera illecita (sebbene l’assoluzione fosse valida per i penitenti, come è stato spiegato) a differenza di oggi, dove i Vescovi possono deliberare come quelli Argentini, volendo (e infatti mi risulta che i Vescovi italiani ormai abbiano abbracciato, in maggioranza, quella interpretazione).

              • “Siamo al punto (di nuovo!). Che ci siano persone non libere, per un motivo o per un altro, dal punto di vista morale, questo è certo e non fa problema per nessuno, credo. Ma che sia possibile per il confessore (o per chiunque altro, compreso lo stesso penitente) accertare questa non libertà, questo è falso come Giuda Iscariota. Nessuno può ravanare nel foro interno altrui, perché certe profondità del cuore sono accessibili solo a Dio. Solo lui conosce fino in fondo i suoi figli e sa fino a che punto sono liberi di volere il male. Oppure credi che un confessore possa valutare, esattamente come fa Dio, dell’innocenza o della colpevolezza di un peccatore? Simon! Un po’ di buon senso.”

                Resta però il fatto, Frà centanni, che come chiarito sopra se uno viene assolto è assolto, anche qualora il Confessore fosse stato troppo indulgente nell’amministrare l’assoluzione.

                Perciò ad esempio scrivere questo

                “Se la santa Madre di Dio, Assunta in Cielo, sia morta o si sia addormentata, questo non cambia una virgola per la vita dei fedeli. Non è oggetto di rivelazione per cui ognuno creda quello che vuole. Ma il fatto che uno che si trova in uno stato oggettivo di peccato mortale possa fare oppure non possa fare la comunione, questo cambia eccome la vita (soprattutto quella eterna) dei fedeli”

                Non ha molto senso, perché se si è assolti la Comunione la si può fare eccome, e i fedeli non portano il peso degli eventuali sbagli dei Confessori.

  13. OT ma neanche troppo. Senza più schierarmi con i 4 cardinali o il Papa, vorrei dirvi chi è il “terzo incomodo” che in questo momento mi fa più pena, ed è il card. Muller, che dovrebbe prendere una posizione.
    Questa mia pena verso Muller dipende anche dal contesto attuale. I fatti: il povero Muller è reduce da un chiaro documento in cui (a differenza di AL sulla comunione… posso dirlo? grazie) in maniera precisa precisissima, si dicono le condizioni a cui è concessa la cremazione. Leggiamo in particolare che “7. Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo.” Art. 8: “Nel caso che il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana, si devono negare le esequie, a norma del diritto.” (http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/10/25/0761/01683.html#ITA)
    Questa istruzione della Congregazione (= di Muller) è uscita il 25 ottobre, venti giorni fa; e l’altro ieri si sono svolti i funerali di Enzo Maiorca, celebrati con grande concorso di popolo nella cattedrale di Siracusa (arcivescovo mons. Pappalardo) dal fraterno amico di lui, don Rosario Lo Bello. Segue cremazione e dispersione delle ceneri in mare (anticipata giorni prima dagli organi di stampa), presso capo Murro di Porco. Il racconto del commovente addio in http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/11/15/news/siracusa_migliaia_in_cattedrale_per_l_addio_a_enzo_maiorca-152059099/
    Questo dunque il contesto ecclesiale in cui Muller dovrebbe fornire come intermediario, sulla lettera dei 4, il suo autorevole e rispettato parere. Mi astengo da ulteriori commenti.

  14. intervista a padre Antonio Livi come riportata dalla

    domanda: ” ritiene giusto esprimere pubblicamente una perplessità circa un’esortazione apostolica, sebbene il papa non abbia riposto nemmeno privatamente ai cardinali?”

    risposta :
    Certo che è giusto. Ci sono state diverse proposte durante i lavori del sinodo: il Papa ha deciso di fare sue alcune di esse e di respingere altre, ma lo ha fatto con quella «voluta ambiguità» che io ho deprecato più volte nei miei commenti alla Amoris Laetitia che tutti possono leggere sul web. E l’ambiguità è inaccettabile in un documento che pretende di essere magistero ecclesiastico. Giustamente quei cardinali sfidano il Papa a dire chiaramente che la sua dottrina si discosta dalla Tradizione della Chiesa (cosa che implicherebbe l’accusa di eresia e la perdita di ogni autorità magisteriale), oppure – ed è la cosa auspicabile – a dare di quel suo documento un’interpretazione chiara e corretta (conforme cioè alla Tradizione dogmatica e morale).

    secondo padre Livi l’ambiguità in un documento che pretende di essere Magistero ecclesiatico è INACCETTABILE.
    e io sono d’accordo con lui: è inaccettabile essere ambigui perchè si lascia il margine all’errore dell’interpretazione. ma in faccende come queste un errore dell’interpretazione può portare a conseguenze NEFASTE per la salus animarum. quindi si ha il DOVERE , almeno per carità cristiana, di essere chiari e non lasciare spazio a fraintendimenti.
    Se poi soggettivamente. personalmente, per suo gusto personale a papa Francesco piace più lo stile “esistenzialista” che tomista, più il non detto o il lasciato presagire che il detto, più la sfumatura n poetica che la regola, più la retorica che la matematica, più la battuta ad effetto che il sillogismo aristotelico, gustii suoi personali.
    Rispettabilissimi. ma come papa non può permettersi sbavature o pressappochismo .
    PERCHE’? per carità cristiana!

  15. http://www.lanuovabq.it/it/articoli-tra-noi-un-tremendo-disorientamento-pastoraleanche-il-teologo-livi-ha-dubia-sullamoris-laetitia-18073.htm

    Quali sarebbero i problemi gravi contenuti nel capitolo ottavo dell’Amoris Laetitia, della cui interpretazione i cardinali sono preoccupati?

    I problemi sono la fedeltà alla Tradizione della Chiesa in materie davvero fondamentali, come sono i sacramenti della Nuova Legge: il Battesimo, il Matrimonio, la Penitenza, l’Eucaristia. L’esortazione di papa Francesco sembra voler contraddire nella prassi quello che nella dottrina viene confermato; e ciò è possibile perché il Papa parla della dottrina come di qualcosa di statico e di formalistico che, all’atto pratico, deve essere messo da parte. Il documento tradisce una mentalità erroneamente “pastorale”, che in realtà è la sudditanza psicologica alla falsa teologia del progressismo storicistico, per cui la Chiesa dovrebbe cambiare la verità rivelata da Dio per assecondare le presunte esigenze del cosiddetto “mondo moderno” (che non esiste: è un’invenzione dei sociologi).

    • L’abbiamo sempre detto che si poteva scrivere meglio, questo fu anche il primo argomento su AL di Don Ariel dell’isola. Ma questo non significa che risulti incomprensibile se si applica un poco di principio di Carità.

    • Tutte affermazioni apodittiche queste tue , caro Gian Piero!

      Escimi fuori il testo preciso dove ci sarebbero tali preblemi gravi…

      Ti sfido!

      L’ambiguità nasce solo quando vorrai dare un’interpretazione a tale testo: cioè l’ambiguità risiede nel processo ermeneutico da te scelto a priori dal testo e l’ottica con la quale lo vuoi guardare.

      Per noi su Croce-Via c’è un solo principio ermeneutico autorevole quando si guarda ad un testo magisteriale e cioè quello dell’autore stesso in questo caso ancora bello vivo: il Magistero stesso che lo ha prodotto.

      In altre parole non è possibile trovare nessuna ambiguità nel testo stesso se letto con il CCC in mano.

      E i quattro cardinaloni pretenziosi farebbero bene ad assimilare al più presto il fatto che il loro compito pubblico è quello di spiegare il Magistero e farlo capire e non di seminare dubbi presso il popolo ignorante che poi fa come fai tu cioè perde fiducia nel Magistero della Chiesa e distrugge così quello che fa l’intimo del cristianesimo: l’annunco del kerygma.

      Se hanno dubbi, il che può capitare se mancano di intelligenza o formazione adeguata o se non sono in stato di grazia in quanto coltivano qualche vizio nascosto, vanno chiedere privatamente chiarimento e se non lo ricevono, il che è possibile, visto, ad esempio, che mai nessuno ha chiarito come sia possibile che la Vergine sia sempre vergine, allora se ne rimettono con fiducia allo Spirito Santo che guida la Sua Chiesa e non certo ai Burke e ad altri Caffarra…

      In Pace

      P.S.: “I nuovi cardinali, prima di ricevere la porpora, l’anello e il titolo (ognuno di loro diventa «prete» o «diacono» della diocesi di Roma, titolare di una parrocchia della diocesi del Papa) giureranno fedeltà «a Cristo e al suo Vangelo, costantemente obbedienti alla Santa Apostolica Chiesa Romana, al Beato Pietro nella persona del Sommo Pontefice Francesco e dei suoi successori canonicamente eletti».”

  16. In quel documento Monsignor Livi sembra negare in maniera piuttosto perentoria quanto affermato in Al 301, ovvero che si possa essere soggettivamente in Grazia di Dio anche in una condizione di peccato grave oggettivo.

    Infatti scrive

    “Come sacerdote e confessore posso assicurare che non c’è persona che nel suo cuore (nella sua coscienza) dia retta agli alibi e alle argomentazioni ipocrite che egli stesso è capace di inventarsi per “sentirsi a posto” quando trasgredisce in materia grave la Legge di Dio. Una cosa è quello che uno dice proprio giustificarsi e un’altra cosa è quello che uno veramente pensa in cuor suo. Per questo è un gran danno alle coscienze dei fedeli un discorso come quello della Amoris Laetitia che sembra incoraggiare i fedeli a mentire a se stessi e alla Chiesa ritenendosi “senza peccato” per una presunta mancanza di consapevolezza o condivisione della legge morale. I casi che vengono presi in esami – quelli relativi a fedeli regolarmente coniugati che si separano dal legittimo coniuge e convivono more uxorio con un’altra persona – non ammettono in realtà l’ipotesi astratta di una mancanza di consapevolezza o di piena condivisione della legge morale: tali persone sanno benissimo di essere in stato di peccato mortale e di non poter ricevere l’assoluzione sacramentale finché non intendono convertirsi e cambiare vita. ”

    Se Monsignor Livi avesse ragione l’interrogativo d’obbligo che ne sorge è: ma tutti quei fedeli in quelle situazioni che si confessano e vengono assolti e ammessi alla Comunione stanno commettendo sacrilegio oppure sono effettivamente assolti anche qualora il Confessore sbagliasse nell’assolverli?

    Perché se così non fosse e avesse ragione Livi ci sarebbe da tremare.

    • Prima di tutto qui Mons Livi fa una petizione di principio che va contro il realismo della sua posizione filosofica abituale: egli non può affermare sic et simpliciter che tutte le persone in questione sanno benissimo della loro situazione peccaminosa e non sono convertite. Questa petizione sua pecca di idealismo: il reale sorpassa sempre le idee. Appunto il caso messo in evidenza dai vescovi argentini è sintomatico: ci si può trovare benissimo nella situazione in cui uno dei due coniugi è convertito nel cuore ma non può vivere in continenza sessuale senza grave pericolo di distruggere nuovamente la nuova entità matrimoniale e incidere molto negativamente sui figli innocenti. Ovviamente i casi sono differenti, c’è chi può, dopo la conversione dirsi che si prende il rischio confidando nell’aiuto divino e c’è chi questa fede nello spostare montagne non ce l’ha ancora e deve pregare per ottenerla…

      La tua secondina domanda è insensata! il confessore agisce in persona Christi e il sacramento ex opere operato: quelle persone sono oggettivamente assolte. Ovviamente, se fanno apposta di andare da un confessore che sanno non essere di buona dottrina o che è vecchio e sordo come un tamburo, allora il problema si sposta, perché vuol dire che non vogliono davvero presentarsi al tribunale di Gesù ma solo ad una sua pantomima.

      In Pace

      • Tutto chiaro, grazie.

        Ovviamente era chiaro anche a me che se qualcuno sceglie apposta di andare da un Confessore lassista o sordo come un tamburo allora probabilmente l’assoluzione non è valida perché ci sono andati in malafede, la mia domanda verteva su chi va da un Confessore lassista (e ce ne sono parecchi, oggi) in buona Fede, senza andarlo a cercare.

        Grazie per la risposta precisa.

      • Che poi qui parlare di lassismo è sbagliato, perché ci possono essere, come mostra Al, situazioni in cui l’assoluzione non è affatto un abuso da parte del Confessore.

        Quando parlavo di lassismo stavo ragionando secondo l’ottica tradizionalista, visto che secondo loro l’assoluzione non potrebbe mai essere accordata in quei casi.

  17. Tra l’altro, ho notato un grave errore nello scritto di Livi, dove dice

    “In quali punti dell’esortazione viene meno la certezza di norme morali assolute? E perché queste norme assolute sono necessarie?

    E’ il discorso sula coscienza, svolto in contraddizione con la dottrina della chiesa, recentemente attualizzata da san Giovanni Paolo II nell’enciclica sulla teologia morale, Veritatis splendor. La coscienza del singolo fedele, secondo l’esortazione apostolica, può legittimamente ritenere non vincolante un comandamento di Dio se non lo “sente” come applicabile al suo caso concreto. Ma la coscienza non è un cieco sentimento soggettivo: è un atto dell’intelligenza che “legge” nella realtà concreta l’ordine o il disordine oggettivo rispetto alla volontà salvifica di Dio, che è Amore sapientissimo e misericordioso.”

    Ma il Papa non ha mai scritto che una coscienza retta può LEGITTIMAMENTE ritenere non applicabile un comandamento.

    Al semplicemente parla della coscienza erronea, che è conosciutissima anche da San Tommaso D’Aquino.

    Al riguardo di ciò, su come armonizzare il “dubium” numero 5 con l’insegnamento della Chiesa ho risposto qui https://pellegrininellaverita.com/2016/11/17/per-papa-francesco-la-vera-misericordia-consistera-a-tagliare-la-testa-al-toro/comment-page-1/#comment-27982 .

    Beh, “cercato” di rispondere, sicchè se ho scritto qualcosa di sbagliato le correzioni sono benvenute.

  18. Posto qui. Non perché sia un gesto di misericordia (piuttosto è un atto di giustizia) ma perché, in un momento di liti nella Chiesa, è un evento che potrebbe contribuire a risolvere un’annosa controversia: http://www.libertaepersona.org/wordpress/2016/11/padre-manelli-archiviate-le-accuse-contro-il-fondatore-dei-francescani-dellimmacolata/
    A P. Manelli viene dunque restituita la dignità, anche se dalla giustizia terrena (se non altro è ancora vivo…). Ora speriamo che, ad acque più tranquille (e a commissari dell’ordine cambiati) la situazione possa migliorare anche sul piano delle controversie interne.

    • Detta in breve: ho sempre cercato di restare in mezzo senza una precisa posizione su questo tema, restando sulla logica. Ci siamo poi affidati al riguardo ad una persona (una serie di persone a loro dire) che sembrava sapere il fatto suo. Poi quando anche questa è diventata troppo polemica abbiamo sospeso altre pubblicazioni al riguardo.
      Questa notizia mi rincuora e mi fa rimembrare quanto fatto.
      Nel caso che eventuali mie parole siano, alla luce dei fatti di oggi, erronee, ma soprattutto abbiano arrecato offesa a qualcuno (anche se non mi pare di aver mai giudicato), chiedo scusa.
      Felice giorno quando abbiamo applicato il silenzio stampa richiesto a gran voce dal Vaticano tutto. Spero soltanto che la faccenda finisca il prima possibile.

      • Sì Minstrel, ricordo quelle discussioni (allora ero un lettore silente) e ricordo anche la tua pazienza ammirevole nel muoverti con equilibrio all’interno di un dibattito che ferveva, con idee opposte da parte di utenti che, spesso, stimavi (e stimi) entrambi, benché su sponde diverse.
        Ritrovo in questo tuo post la tua fatica, ma anche il tuo garbo, di quei giorni e non solo. Grazie di cuore.
        Per quanto mi riguarda anch’io preciso: sto tendenzialmente da una parte (mai creduto a tutte le accuse al Padre) però devo dire per parziale rettifica che questa è l’archiviazione delle accuse più grosse e assurde, forse rimane in piedi e non conclusa la parte (procuratore del Mauro, se non erro) relativa al falso ideologico e truffa.
        In ogni caso come vedi anch’io mi tenevo sul pacato: la mia speranza è che, svanite le tesi dei “mostrificanti” possa ricominciare il dialogo. Poi pure io credo che, come spesso succede in questi casi (tutto è nato da tensioni interne all’ordine) le colpe non siano da una parte sole.
        Un abbraccio Minstrel; mi unisco anch’io alla tua preghiera per i momenti difficili che viviamo in questi mesi.

  19. Parlavamo più sopra di Mons Chaput e del Cardinal Farrell dove mi ponevo la domanda di sapere se questo ultimo sapeva di cosa parlasse.

    Strano ma lo stesso Chaput si pone ieri la stessa domanda di noi: http://kath.net/news/57546

    „Ich frage mich ob Kardinal Farrell die Richtlinien von Philadelphia überhaupt gelesen und verstanden hat, die er in Frage stellt.“ Mit diesen Worten reagierte Charles Chaput, der Erzbischof von Philadelphia, auf die Kritik des designierten Kardinals Kevin Joseph Farrell auf die von der Erzdiözese Philadelphia bereits im Juli veröffentlichten Richtlinien für die Umsetzung des Schreiben Amoris laetitia”.

    E poi, con vero senso della Chiesa di Cristo, come l’abbiamo espressa noi su Crooce Via, pone retoricamente la domanda: “Warum sollte ein Bischof zögern, „Amoris laetitia“ zum Wohl seiner Diözese zu interpretieren und anzuwenden? “

    Ecclesiologia perfetta: “Als Bischof sei es seine Aufgabe seine Diözese zu leiten, nicht Aufgabe der Bischofskonferenz”

    Ho paura che questo Cardnal Farrell sarà un problema più che un aiuto all’unità della Chiesa: vedremo.

    In Pace

    • Però scusa Simon, questa tua risposta che osserva che con le sue critiche e con il suo “lo dico io cos’ha detto il Papa in AL, non Chaput!” Farrell ha fatto una sciocchezza, mi stimola a un’osservazione.
      Se ricorderai io avevo detto: il Papa ha anche molti modi indiretti per rispondere a chi ritiene (ed è la preoccupazione dei 4 cardinali) che egli aderisca alle interpretazioni superliberiste di Amoris Laetitia, cioè quelle di Spadaro, Forte… e adesso aggiungiamoci Farrell. E avevo aggiunto: ad esempio, può esprimere apprezzamento verso le interpretazioni che vanno nel senso della retta dottrina. E avevo fatto l’esempio di quella del card. Vallini, e se non erro proprio dei vescovi statunitensi.
      Ora Simon, hic Rhodus hic salta (per il Papa); secondo me egli ha un’occasione d’oro per intervenire in modo indiretto proprio adesso! Non si tratta di dire, come è possibile su questo blog, che Farrell ha sbagliato (sarebbe meglio, ma sorvoliamo, per ragioni di politica ecclesiastica); ma perlomeno converrai che un semplice apprezzamento della lettura di Chaput sarebbe più che opportuno. Sarebbe una nobile risposta ai dubia dei 4 cardinali.
      Ebbene: l’ho detto, e ora mi metto in attesa… vediamo se e come l’occasione sarà colta…

  20. Un vescovo che dice nell’essenza la stessa cosa di noi ai quattro cardinali spergiuri:

    http://www.lastampa.it/2016/11/22/vaticaninsider/ita/commenti/un-vescovo-ai-quattro-cardinali-scandalizzate-il-popolo-cristiano-FlG6J65iwlgB8U4clP7LBP/pagina.html

    È tempo che i quattro dimissionino: quando uno non se la sente di essere in unità ha l’imperativo morale di dimissionare dalle sue cariche e onori.

    In Pace

    • E mandarli in un Gulag no?
      Ah questi misericordiosi, quanto sono poco misericordiosi….

      • La Misericordia non può esentarsi dalla Giustizia: lo devi ben sapere.
        Già bisognerebbe che facessero pubblica ammenda visto che c’è stata pubblica offesa.
        In Pace

        • http://www.romereports.com/2016/11/23/el-papa-explica-dos-obras-de-misericordia-aconsejar-a-los-dudosos-y-ensenar-al-que-no-sabe

          “Consigliare i dubbiosi “è un opera di misericordia. Gesù ha sempre risposto e con chiarezza alle domande (anche fatte con malizia) dai farisei.

          E San Pietro ha ascoltato le critiche di san Paolo al Primo Concilio di Gerusalemme non gli ha detto che doveva dimettersi perchè non era d’accordo con lui!

          Invece a El papa evidentemente los “dudosos” catolicos gli stanno stanno sui cabasisi, quelli atei invece come Scalfari simpaticissimi.
          due pesi e due misure. con tutte le eresie e le castronerie che si sentono abitualmente da molti anni a questa parte predicate dai più vari preti di strada, Don capitani , dan gallo ecc, gli unici che devono dare le dimissioni sono quattro anziani cardinali .. dubbiosi sche hanno fatto in maniera molto rispettosa delle domande !
          Ma vi rendete conto caro Simon di che spettacolo ignobile voi “bergolgiani” stata dando ai fedeli?
          se questa è la chiesa della misericordia a doppio scappamento che Dio ce ne scampi!

          • Guarda che chi non ha voluto rispondere ai dubbiosi non è mica il Papa, ma i QUATTRO CARDINALI!!!
            A codesti è devoluta la carica di spiegare e rispiegare la giusta interpretazione della dottrina! Queste critiche tue falle a loro.

            Invece di questo cosa hanno fatto? Hanno insegnato la discordia, la disobbedienza, l’assenza di unità, la mancanza di amore per il Vicario di Cristo, lo hanno minacciato; ridicolizzato, umiliato.

            E il paragone tra Paolo e Pietro non c’entra niente: il primo criticava al secondo non un errore di dottrina (impossibile quando insegna magistralmente) ma un errore di comportamento: l’andare a mangiare da ebreo con gli ebrei.

            In Pace

    • Posto qui il seguente articolo, relativo alla conferenza del card. Caffarra dell’8 novembre 2016 tenuta ad Avila (Spagna): https://costanzamiriano.com/2016/11/23/matrimonio-e-liberta/#more-17389 . Preciso che non lo posto, al di là della conoscenza in vista di un eventuale Blog dei Blogs, per motivi teologici, ma per motivi squisitamente umani. Non è una conferenza di Caffarra sulla nota famigerata di AL; è semplicemente la conferenza di un uomo di chiesa, tenuta DOPO la presentazione della lettera, in cui il card. Caffarra ha modo di trattare del matrimonio come la AL, nonché di accennare, di fronte a un uditorio, positivamente ad un aspetto da lui ritenuto particolarmente rilevante della AL stessa (leggere per riscontrare). Questo anche per dare il polso umano di uno dei 4 cardinali. A meno che, ovviamente, non si pensi che finga. Il che comunque non è la mia opinione.

  21. Apparentemente la nostra opinione quanto alla necessità di togliere la berretta cardinalizia ai quattro cardinali spergiuri è condivisa anche da Mons Vito Pinto, decano della Rota:

    http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=27894

    In Pace

    • Non credo che succederà. Papa Francesco rischierebbe di essere travolto dallo sdegno di tanti cattolici fedeli alla dottrina.

      • Mah!

        E tutti gli altri? Infedeli alla dottrina??

        • Ovvio che ci sia un sacco di gente (tra i cattolici intendo) infedele e che preme a più non posso per il mutamento della dottrina. E’ in atto un’apostasia senza precedenti, preparata con cura nei decenni precedenti e che ora sta scoppiando in tutta la sua devastante velenosità. C’è un articolo interessante, segnalato da Alessandro che penso tu abbia letto e che parla proprio di questo:

          http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351421

  22. Anch’io credo che il Papa non toglierà la berretta ai quattro cardinali, anche se mi permetto, lasciando stare termini pesanti, di metterla su un piano più politico e di buona direzione della chiesa.
    Il cardinale Pell com’è noto è stato posto nel suo incarico attuale da Papa Francesco, e a quanto pare ha continuato poi a godere della sua stima, visto che è stato riconfermato sino alla scadenza. Non la prima persona da buttare via e da scansare, quindi. Ora leggo su http://www.catholicherald.co.uk/news/2016/11/29/some-catholics-are-unnerved-by-current-events-in-the-church-says-cardinal-pell/
    le seguenti frasi del card. Pell: Asked whether he agreed with the cardinals’ questions, Cardinal Pell replied: “How can you disagree with a question?” He said that the asking of five questions was “significant”.

    Queste parole testimoniano come l’orientamento del Sacro Collegio sulla questione non è poi così unitario, e che se un Burke può essere isolato nel suo dire “… e se non ho risposte farò correzione pubblica”, l’atto in sè di porre i dubia da parte dei quattro, non è stato malgiudicato.
    Il Papa, in quanto guida e pastore dell’organismo chiesa, non ha alcun interesse ad esasperare la situazione attuale togliendo berrette a chi manifesta delle domande. Si aprirebbe un processo di cui nessuno potrebbe indovinare le conseguenze. La mia opinione, beninteso, cerca di interpretare il buon senso del Pontefice in carica ed ex generale dei gesuiti Francesco – Jorge Bergoglio, non è una valutazione teologica.

  23. http://blog.messainlatino.it/2016/11/il-papa-potrebbe-togliere-la-porpora-ai.html

    Mond. Pinto intanto sbaglia a dire che l’AL essendo una esortazione sinodale è direttamente ispirata dalla Spirito santo:

    “non volendo certo insegnare il diritto canonico a Mons. Pinto, però pare che il Sinodo (istituito solo nel 1965), pur avendo composizione episcopale “universale”, non equivalga affatto ad un Concilio Ecumenico presieduto dal Papa (assemblea sola in cui opera – o almeno dovrebbe operare – lo Spirito Santo).
    Inoltre il Sinodo ha solo mero scopo consultivo e non deliberativo, salvo decisione diversa del Papa (cfr. Codice di Diritto Canonico can. 342 e ss; si veda anche Apostolica Sollicitudo). Ai due Sinodi sulla famiglia il Papa non ha conferito tale facoltà, conservandone quindi la natura meramente consultiva.
    Inoltre, per quanto si ricordi da ormai risalenti studi di diritto canonico, tra i documenti pontifici ispirati dallo Spirito Santo non vi entrano le esortazioni sinodali che sono promulgate solo per fare conoscere i lavori del Sinodo ma non sono nè atto di governo nè legislativo, nè tanto meno ispirate dal Consolatore.

    “E se Mons. Pinto dimostra di conoscere che la porpora cardinalizia, essendo un privilegio onorifico concessa dal Papa, può essere giustamente tolta, saprà anche che il Papa potrebbe essere deposto se dichiarato eretico (da un Concilio) qualora pubblicamente affermasse dottrine in contrasto con il Magistero infallibile precedente, di Concilii o di altri suoi predecessori.

    • e intanto dedicato a quelli che.. “non c’è nessuna confusione, tutto è chiarissimo”

      http://www.catholicculture.org/news/headlines/index.cfm?storyid=30063

      il VESCOVO di San Diego INCORAGGIA a dare la comunione ai divorziati risposati.
      che fortunelli i divorziati risposati di San Diego! se PER PURO CASO, stessero nella diocesi del card. chaput, non gliela darebbero la Comunione!
      Avremo la comunione ai divorziati/risposati a MACChia di leopardo!

  24. Grande Riccardo Cascioli che in un articolo illuminante ed entusiasmante mette bene in chiaro la piena legittimità dei cinque “dubia” formulati da quattro cardinali coraggiosi e getta luce sulla pochezza davvero impressionante dei guardiani della rivoluzione, Spadaro, Melloni e compagnia cantante.

    … c’è un’intima coerenza nel fatto che i papisti di oggi siano i ribelli di ieri. dice Cascioli. Ed ha ragione se è vero, com’è vero, che i papisti di oggi sono i ribelli rivoluzionari degli ultimi cinquant’anni, sempre apertamente e vergognosamente contro gli ultimi tre papi, tutti e tre santi ed ora guardiani della rivoluzione di papa Francesco.

      • Faccio solo notare che la posizione di Simon è radicalmente diversa da quella, prettamente politica, dei vari Melloni e bolognesi di turno. Per il resto restiamo in attesa.

        • Sulla sorte da riservare ai quattro cardinali coraggiosi… mi pare che ci sia una sostanziale identità di vedute tra Simon ed i guardiani. Anche il giudizio sui poveri quattro moschettieri non è tenero: né quello di Simon (anticristi) nè quello dei guardiani (vecchi rincoglioniti, lingue di vermi).

          Comunque sono d’accordo: chi vivrà vedrà.

          • Non c’è vero coraggio nella disobbedienza, specialmente in quella pubblica e populista.
            Il vero coraggio è nell’obbedienza.
            Non nello spergiuro ma nella fedeltà alla parola data.
            In Pace

            • Tu Simon dovresti guardarti un po’ intorno; dovresti vedere chi sono i tuoi compagni di battaglia ed ascoltare quel vago senso di nausea che certamente, un uomo integerrimo come te, proverebbe trovandosi di fianco a Spadaro o Melloni… ognuno fa le sue scelte… vedi tu se ti trovi bene con loro.

  25. Hai le tue ragioni Simon. Il problema però è sapere ubi est Petrus. Infatti secondo Muller (parrebbe) sta da una parte (quella della Familiaris Consortio), mentre secondo Spadaro (che dice che bisogna leggersi la lettera ai vescovi argentini, mai riconosciuta come lettera ufficiale) sta sicuramente dall’altra, quella per cui è effettivamente cambiato quanto scritto in Familiaris Consortio.

    • Bisogna attenersi al principio di realtà: Petrus è Francesco.
      Uniti a lui si è Chiesa.
      In Pace

      • Si può essere uniti a papa Francesco e pregare per lui tutti i giorni: io lo faccio. E però, non capire quello che dice; non capire il senso, il fine di AL; nemmeno cosa voleva dire con l’enciclica “Laudato si’”. Io continuo a non capire dove vuole andare a parare papa Francesco: perché la mia intelligenza mi direbbe che è venuto per disperdere quello che ancora rimane del gregge, ma questo non voglio crederlo. Per questo continuo a pregare, per lui e per la Chiesa. In unione con lui e nella Chiesa cattolica. Sempre. Così come hanno fatto quattro cardinali coraggiosi. Però voglio dire una cosa. Mi sono rotto i coglioni di sentirmi dire che sono in malafede, oppure un deficiente, per il fatto che ritengo sbagliata, eretica AL; o quantomeno gravemente equivoca. Eppure non mi era mai successo con G.P.II (anche se qualche dubbio su alcune sue scelte, ogni tanto, l’avevo avuto!); non mi era mai successo nemmeno con BXVI. Con papa Francesco, invece, mi succede regolarmente, o quasi: NON CAPISCO! In realtà capisco (eccome!), ma non mi arrendo a quello che vedono i miei occhi e che mi dice la mia intelligenza. Capisco, quindi: ma preferisco pensare che sto sbagliando. Però non mi adeguo ad AL, all’interpretazione data dai vescovi argentini o da quel furfante di Buttiglione. Non mi adeguo, visto che non posso andare contro la mia coscienza. Continuo a pregare, questo si: per papa Francesco. Con tutto il cuore. E per la Chiesa: perché resti cattolica.

        • (1) Le tue fra’Centanni sono tutte parole vane e vuote: l’unità si compie nell’amore, cioè quando si unisce la propria volontà a quella della persona amata.
          Se tu preghi affinché le intenzioni del Papa si realizzino, Dio volendo, allora ami il Papa e sei in unione con lui: sennò sono solo vane parole e rumori vacui che le tue labbra profferiscono.

          (2) Per il resto del tuo discorso ti ricorderò solo il famoso detto “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere” e ti consiglio la lettura di Matteo, 13, 10-17

          (3) Infine, ti ricordo che non è nel capire che saremo giudicati ( e meno male!) ma nell’amore, cioè, molto concretamete, nell’obbedienza ai comandamenti di Dio e della Sua Santa Chiesa

          In Pace

        • @Fra’ ti puoi rompere sinché ti pare, ma per uno che riempie le sue affermazioni di “NON CAPISCO” ma poi afferma di ritenere “…sbagliata, eretica AL; o quantomeno gravemente equivoca!” (!) sei quantomeno contradditorio…
          O NON CAPISCI, o hai capito “tutto” e allora fai tali affermazioni.

          Piuttosto azzardato poi arrivare a definire AL eretica! Ma se te la senti di affermarlo e pubblicamente, te ne assumi la responsabilità e potresti essere chiamato a risponderne, perché se sei in errore e induci in errore altri, è tua la responsabilità di fronte a Dio.

          Chi “non capisce” dovrebbe forse mettersi in preghiera per arrivare a comprendere ciò che non comprende, prima di aprire bocca.

          A poco vale che la tua comprensione fosse prima facilitata nell’ascolto di altri Papi… forse questo parla un linguaggio che ti è più ostico (e non mi pare difficile capire perché…).

          La “tua intelligenza ti dice”… ma l’intelligenza ha bisogno di essere illuminata dallo Spirito Santo, per comprendere.
          La mia intelligenza me ne ha dette tante di cazzate prima che mi convertissi… è che abbiamo bisogno di convertirci ogni giorno.

          Poi scusa, tu preghi per il Papa.. per cosa? Per le sue intenzioni che non capisci? Perché si decida a fare ciò che la tua “intelligenza” vorrebbe Lui facesse? O cosa?

          • http://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/12/02/news/chiesa-amoris-laetitia-sinodo-papa-francesco-giovanni-paolo-ii-cardinali-108950/

            Padre Stanislaw Grygiel , braccio destro di San Giovanni Paolo II in difesa dei quattro cardinali:

            “Vedo la Lettera dei quattro cardinali come una normale, a volte necessaria, filiale domanda rivolta al Papa perché la sua parola petrina – spiegando ciò che non è chiaro per i fedeli – dilegui i loro dubbi evitando che dissolvano la fede e l’amore senza i quali nessuna famiglia può reggere. Non regge soprattutto quella famiglia che si chiama Chiesa. In altri termini, i quattro Cardinali hanno chiesto al Papa di rafforzare i fratelli nella fede sempre più minacciata dalle suggestioni moderne, cui a parere di molti fedeli l’esortazione post-sinodale Amoris laetitia non si è opposta in modo chiaro e fermo. Una famiglia in cui non fosse possibile tale comportamento dei figli verso il padre, sarebbe non famiglia ma piuttosto una collettività costruita sulla base della dialettica hegeliano-marxista servo-padrone, dove il padrone ha paura del servo che a sua volta ha paura del padrone. Di conseguenza, principio della coesistenza sociale non sarebbe l’amore e la libertà, ma il conflitto e la schiavitù. “

            • Non si rafforza i fratelli nella fede mostrando spirito di ribellione all’Autorità del Santo Padre.

              Ancora una volta: tutti questi commenti da due soldi si concentrano sulla richiesta di informazione sempre lecita, ma fanno apposta di dimenticare:

              (1) Non c’è obbligo di risposta
              (2) La disobbedienza pubblica è scandalosa
              (3) I quattro cardinali si sono spergiurati

              In Pace

              • 1) non c’è obbligo di risposta
                2) la disobbedienza pubblica è scandalosa
                3)i quattro cardinali si sono spergiurati.

                Ahi, Simon quale mostruoso concetto che hai del papa, come un IDOLO che sta al di sopra di una massa di schiavi e quanta poca carità cristiana oltre che umana nei tuoi tre punti!
                immaginati un Maestro che insegna a degli allievi (non sudditi o schiavi !!!)
                Questo Maestro ha insegnato delle regole su un argomento molto importante. Ma qualcuno fra questi allievi non ha ben capito o sostiene di non aver ben capito . alza la mano e chiede spiegazioni: Maestro non ho capito bene!
                Secondo te un maestro amorevole risponde:
                1) IO non ho l’obbligo di rispondere!
                2) il fatto stesso di alzar la mano e chieder spiegazioni è scandaloso!
                3) l’alunno che ha chiesto spiegazioni è cacciato dalla classe e sospeso dal corso!

                cosa penseresti di un simile mostro di maestro?

                E tu vuoi davvero che il papa, il Vicario di Cristo, si comporti in questo modo?
                Perchè, mi chiedo chi è vicino a papa Francesco non gli consiglia di far veramente mostra di umiltà e di amore cristiano:per quanto inferocito , per quanto punto sul vivo, se fosse davvero intelligente dovrebbe rispondere ai quattro cardinali, rispondere loro amorevolmente ed amorevolmente riprenderli se hanno sbagliato !
                fare dei quattro cardinali dei martiri del libero pensiero è per il partito di bergoglio un tremendo errore: un boomerang che gli si ritorcerà contro

                • No l’esempio è sbagliato.
                  Questo è l’esempio giusto: c’è una facoltà di matematica con duecento alunni e c’è un professore che ha tutti i titoli e l’esperienza per insegnare matematica e logica.
                  Afferma in classe che la Congettura di Taniyama-Shimura è stata dimostrata e che la dimostrazione si trova in linea sotto la dicitura di Teorema di Taniyama-Shimura: per il resto del suo corso non c’è bisogno di rifare la dimostrazione in classe e che bisogna concentrarsi sulle applicazioni di tale teorema.
                  Ma ecco che quattro tr ai suoi migliori studenti gli scrivono in privato dicendo: professore se non ci dai tu e solo tu la dimostrazione del teorema allora non accettiamo neanche la congettura perché così non è chiara.
                  E il professore dice loro di andarsela a studiare direttamente la dimostrazione del teorema visto che ce la possono fare.
                  Allora i quattro migliori studenti decidono di fare casino e chiedono pubblicamente di fronte a tutta la scuola che il professore faccia lui stesso la dimostrazione che per altro si può trovare in linea.
                  Al che un professore “normale” dice loro:
                  (a) quella dimostrazione ve la potete fare da soli
                  (b) il vostro comportamento è scandaloso in quanto verte a voler umiliarmi di fronte agli altri studenti
                  (c) per giunta rifiutate di studiarvi la dimostrazione e di andare a spiegarla a chi ne potesse aver bisogno
                  Ragion per cui, vi prendo a pedate nel sedere e vi scaccio da questa scuola dove non siete venuti per imparare ma per imporre il vostro piccolo ego meschino anche a costo di creare subbuglio in tutta la scuola.

                  In Pace

        • Caro Cent’anni , come vedi il problema non ero io. Qui non si può esprimere parere diverso senza passare per deficienti o in malafede, come se qualcuno ci pagasse per esprimere pareri in dissenso. Cosi facendo il blog si svuota di significato e di ricchezza culturale , che viene anche dalla differenza di opinione (non sta scritto da nessuna parte che le opinioni debbano essere per forza giuste, per essere espresse) . Spero che questi giorni di mia forzata assenza (dovuta al lavoro ma anche al fatto che ormai quello che scrivo viene mediato e moderato) ti abbiano dimostrato che la censura (diretta o indiretta) prima o poi è un danno per tutti, e che il problema non sono ne io ne Vincent ne gli altri che scrivono liberamente, ma chi si ostina a voler impedire agli altri di esprimersi (senza peraltro mai usare parolacce o offendere nessuno)
          Salve

    • Ottimo articolo, in effetti.
      Come ho già detto so chi vuol essere cieco non vede in questa faccenda.
      In Pace

      • Simon, per me l’articolo non è ottimo, e questo indipendentemente dalla giustezza o meno della tua posizione (che secondo me non è quella dell’articolo), anzi è intellettualmente scorretto.
        Ti spiego perché.
        L’articolo inizia male, dicendo che si tratta di quattro cardinali in pensione per ragioni d’età (non so se sia una deminutio voluta del tipo “poverini”, comunque Burke non lo è).
        Spiega che vorrebbe dimostrare che le osservazioni al documento AL dei quattro cardinali non sono corrette, perché esiste una risposta intrinseca a quanto si domanda. Ma – ecco l’acrobazia retorica – dice che le risposte, che fanno dire che tutto è nella tradizione della chiesa, si trovano nel documento e nei documenti precedenti.
        Simon, tu sei logico, e penso tu sia d’accordo che questo è un ingannare l’attenzione del lettore. I quattro cardinali hanno chiesto un chiarimento su AL; che supera, in quanto disposizione papale, le discussioni del sinodo. Dunque non è corretto, per dire che tutto va bene, rifarsi alle Relationes del Sinodo, sia perché di esse il Papa può non tenere conto (e in effetti nella nota 351 non ne ha tenuto conto) sia perché la sua presa di posizione finale le supera. E’ come dire, a chi mi dice che Giovanna non è chiara, che non è vero che non è chiara, perché Laura prima di lei è stata molto chiara.
        Ora chi mi legge dirà: ma perché Luciano Moia deve rifarsi al Sinodo, a ciò che sta distante, e non dovrebbe affrontare AL direttamente? perché proprio in AL sta il problema.
        Infatti nel sinodo era emersa la via penitenziale per l’accesso ai sacramenti. Questo però vuol dire molte cose, e va spiegato. Può voler dire
        a) quello che intendiamo io (e penso anche tu), cioè che si fa un percorso col penitente, fino al ragionato suo proponimento di mantenere la continenza, e allora lo si fa accedere a tutti i sacramenti; e non importa che ricada, perché l’importante è il proponimento;
        b) oppure può voler dire quello che è stato scritto nella loro lettera dai vescovi argentini, cioè che tutto sommato si può decidere di dare la comunione comunque (= anche senza promessa di continenza), e questa è la novità rispetto alla Familiaris Consortio. Questa novità interpretativa, che è anche del card. Kasper, di Spadaro…, in combinato disposto col passo di AL “non è più possibile dire che coloro che si trovano in situazione cosiddetta irregolare vivano in uno stato di peccato mortale” (quali sono queste situazioni? indeterminazione pericolosa…) è quella che ha dato adito alle interpretazioni sulla “relativizzazione del peccato” (dei vari Scalfari ecc.) e che ha indotto a grave turbamento molti fedeli.
        Quindi non è corretto citare il Sinodo, se la maggior parte dei padri con “via penitenziale” non pensava affatto a questa interpretazione.
        Ora tu dirai: d’accordo, ma la nota 351 non dice espressamente quello che dicono i vescovi argentini (e che però il papa ha approvato con lettera privata, biasimatissima non dal primo venuto o da Caffarra, ma da padre Cavalcoli:
        http://isoladipatmos.com/circa-la-infelice-lettera-del-santo-padre-ai-vescovi-argentini-una-nota-sulla-questione-della-comunione-ai-divorziati-risposati/ ). E inoltre altri vescovi (Chaput, Vallini…) come io e te sappiamo bene, hanno dato interpretazioni diverse…

        Ma allora perché criticare i quattro cardinali? Essi non dicono che la AL non vada bene o che non vada bene la nota, ma chiedono: MA ANDRA’ PURE BENE, PERO’ A CHI DOBBIAMO DARE RETTA? E l’articolo di Moia, che dice che il Sinodo ha detto la stessa cosa dei vescovi argentini, fa un pasticcio, confondendo le mele e le pere.

        • Anche se ci fosse un’ambiguità, essa non sussiste qualora si applica la dottrina della Chiesa: ora alla AL, come a qualunque altro insegnamento della Chiesa, si deve applicare questa sola ermeneutica. E questo perché solo la Chiesa docente può spiegare quel che doce la Chiese: quindi usare del CCC è la sola soluzione possibile. Chi non lo fa, a destra come a manca, si prende le proprie responsabilità di fronte allo Spirito Santo.

          Il Santo Padre potrebbe essere interrogato se, applicando il CCC ad AL, rimanessero ambiguità…

          Quel di Avvenire, aldilà delle argomentazioni specifiche che possono essere più o meno azzeccate, mostra semplicemente quanto intellettualmente disonesto fosse mettere queste domande in piazza pubblica.

          In Pace

    • “il papa ha già chiarito” . certo non rispondere ai dubia dei quattro cardinali è una forma di risposta.
      Una risposta eloquente. Chiarisce una cosa: che il papa non ama avere domande e che ritiene non sia lecito fargliene. chiarisce a chi non l’avesse già capito l’atteggiamento di questo papa: quello di un sovrano assoluto che non vuole, non sopporta alcun dissenso per quanto rispettoso.
      Il papa ha già chiarito: verrebbe da dire PURTROPPO! E’ ormai chiaro anche all’ultimo dei fedeli che il dialogo, la parresia, la misericordia sono solo ad- extra , mentre ad intra , valgono metodi da
      dittatura sudamericana.

      • Quei 5 dubia sono solo una presa in giro farisaica del Santo Padre da parte dei quattro cardinali.

        Se il Papa facesse ancora una risposta supplementare (mentre tutto è chiarissimo!!!!) questi quattro farebbero come i disonesti che abbiamo sui blogs: spieghiamo loro le cose, essi non ascoltano, e continuano imperterriti nello snocciolare le loro squallide imbecillità.

        Il Papa ha due possibilità: la prima ignorarli e andare avanti e la seconda rispondere ancora una volta e dimissionarli per causa di spergiuro. Inutile dire che sul piano di una sana leadership quest’ultima è la miglior soluzione di gran lunga.

        In Pace

    • Aggiungere anche questo link che si riferisce al soggetto:
      http://www.lastampa.it/2016/12/02/vaticaninsider/ita/vaticano/mller-sui-dubia-dei-cardinali-no-alle-polarizzazioni-3rpoFKHNjW4cck3wKDsyRK/pagina.html

      La posizione del Santo Padre è chiara: non c’è nessun obbligo di risposta e, per giunta, queste risposte già ci sono e basta andarsele a leggere.

      Non resta altro a questi cardinali di starsene zitti la coda tra le gambe e, se avessero gli attributi, di dimissionare immediatamente.

      In Pace

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