Francesco, papa medievale, l’anti-Lutero per antonomasia

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Papa Francesco affermando instancabilmente l’assoluta priorità delle opere sulla fede si posiziona come il Papa il più anti-luterano della Storia e, probabilmente, il più genuinamente cattolico, cioè perfettamente liberato da ogni influenza luterana, dei pontefici romani da secoli.

Le tesi luterane dell’epoca possono essere, per semplicità del blog, riassunte intorno a due punti:

  1. L’uomo, creatura debole, non può resistere alle tentazioni ed è portato fatalmente a peccare. Per salvarsi è sufficiente la fede, questa ha il potere di generare l’anima del credente. La fede è concessa all’uomo per grazia divina, è un dono gratuito della misericordia divina. Le opere buone, così importanti per il cattolico, non sono ritenute necessarie da Lutero.
  2. Ogni cristiano ha il diritto di leggere ed interpretare da sé liberamente (libero esame) la Sacra Scrittura. La fonte della verità religiosa è la Bibbia. Non occorrono quindi né Papa né vescovi, né clero per essere buoni cristiani, non occorrono intermediari tra Dio e l’uomo, perché ognuno ha in sé i mezzi per salvarsi.

Al che il S.S. Concilio di Trento rispose con i seguenti dogmi che richiedono il totale assenso da parte di tutti i cattolici:

1. Se qualcuno afferma che l’uomo può essere giustificato davanti a Dio dalle sue opere, compiute con le sole forze umane, o con il solo insegnamento della legge, senza la grazia divina meritata da Gesù Cristo: sia anatema.
3. Se qualcuno afferma che l’uomo, senza previa ispirazione e aiuto dello Spirito Santo, può credere, sperare e amare o pentirsi come si conviene, perché gli venga conferita la grazia della giustificazione: sia anatema.
4. Se qualcuno dice che il libero arbitrio dell’uomo mosso ed eccitato da Dio, non coopera in nessun modo esprimendo il proprio assenso a Dio, che lo muove e lo prepara a ottenere la grazia della giustificazione; e che egli non può dissentire, se lo vuole, ma come cosa senz’anima non opera in nessun modo e si comporta del tutto passivamente: sia anatema.
5. Se qualcuno afferma che il libero arbitrio dell’uomo dopo il peccato di Adamo è perduto ed estinto; o che esso è cosa di sola apparenza anzi nome senza contenuto e finalmente inganno introdotto nella Chiesa da Satana: sia anatema.
6. Se qualcuno afferma che non è in potere dell’uomo rendere cattive le sue vie, ma che è Dio che opera il male come il bene, non solo permettendoli, ma anche volendoli in sé e per sé, di modo che possano considerarsi opera sua propria il tradimento di Giuda non meno che la chiamata di Paolo: sia anatema.
7. Se qualcuno dice che tutte le opere fatte prima della giustificazione, in qualunque modo siano compiute, sono veramente peccati che meritano l’odio di Dio, e che quanto più uno si sforza di disporsi alla grazia tanto più gravemente pecca: sia anatema.
8. Se qualcuno afferma che il timore dell’inferno, per il quale, dolendoci dei peccati, ci rifugiamo nella misericordia di Dio o ci asteniamo dal male, è peccato e rende peggiori i peccatori: sia anatema.
9. Se qualcuno afferma che l’empio è giustificato dalla sola fede, così da intendere che non si richieda nient’altro con cui cooperare al conseguimento della grazia della giustificazione e che in nessun modo è necessario che egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà: sia anatema.
14. Se qualcuno afferma che l’uomo è assolto dai peccati e giustificato per il fatto che egli crede con certezza di essere assolto e giustificato, o che nessuno è realmente giustificato, se non colui che crede di essere giustificato, e che l’assoluzione e la giustificazione venga operata per questa sola fede: sia anatema.
15. Se qualcuno afferma che l’uomo rinato e giustificato è tenuto per fede a credere di essere certamente nel numero dei predestinati: sia anatema.
17. Se qualcuno afferma che la grazia della giustificazione viene concessa solo ai predestinati alla vita, e che tutti gli altri sono bensì chiamati, ma non ricevono la grazia, in quanto predestinati al male per divino volere: sia anatema.
18. Se qualcuno dice che anche per l’uomo giustificato e costituito in grazia i comandamenti di Dio sono impossibili a osservarsi: sia anatema.
19. Chi afferma che nel Vangelo non si comanda altro, fuorché la fede, che le altre cose sono indifferenti, né comandate, né proibite, ma libere; o che i dieci comandamenti non hanno nulla a che vedere coi cristiani: sia anatema.
20. Se qualcuno afferma che l’uomo giustificato e perfetto quanto si voglia non è tenuto a osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa, ma solo a credere, come se il Vangelo non fosse altro che una semplice e assoluta promessa della vita eterna, non condizionata all’osservanza dei comandamenti: sia anatema.
21. Se qualcuno afferma che Gesù Cristo è stato dato agli uomini da Dio come redentore, in cui confidare e non anche come legislatore, cui obbedire: sia anatema.
24. Se qualcuno afferma che la giustizia ricevuta non viene conservata e anche aumentata dinanzi a Dio con le opere buone; ma che queste sono solo frutto e segno della giustificazione conseguita, e non anche causa del suo aumento: sia anatema.
25. Se qualcuno afferma che in ogni opera buona il giusto pecca almeno venialmente, o [cosa ancor più intollerabile] mortalmente, e quindi merita le pene eterne, e che non viene condannato solo perché Dio non gli imputa a dannazione quelle opere: sia anatema.
30. Se qualcuno afferma che, dopo aver ricevuto la grazia della giustificazione, a qualsiasi peccatore pentito viene rimessa la colpa e cancellato il debito della vita eterna in modo tale che non gli rimanga alcun debito di pena temporale da scontare sia in questo mondo sia nel futuro in purgatorio, prima che possa essergli aperto l’ingresso al regno dei cieli: sia anatema.
31. Se qualcuno afferma che colui che è giustificato pecca, quando opera bene in vista della eterna ricompensa: sia anatema

Può sembrare strano da dirsi, ma l’equivalente dei “modernisti” attuali ai tempi di Lutero, cioè coloro che corrono dietro le idee mondane del proprio tempo a costo di tradire la Buona Novella e la Santa Chiesa di N.S. Gesù Cristo, furono i giansenisti che professavano “l’idea che l’uomo nasce essenzialmente corrotto e quindi destinato a fare necessariamente il male, e che, senza la grazia di Dio, l’uomo non può far altro che peccare e disobbedire alla sua volontà, e che alcuni umani sono predestinati alla salvezza mentre altri no “. 

Benché il giansenismo fu formalmente condannato ex cathedra in più occasioni esso continuò ad impregnare la Chiesa cattolica durante secoli, un po’ come oggi le tesi moderniste attuali eppure formalmente condannate nei loro primi tempi ed espressioni continuano a impregnare la Chiesa cattolica con tutte le conseguenze nefaste che possiamo osservare.

L’influenza la più negativa che ebbe il luteranesimo ed il giansenismo sulla Chiesa cattolica fu quella di porre l’accento esclusivamente sulla “fede”:  dall’apparizione di Lutero in poi l’importanza della dottrina in quanto tale, cioè della fede in quanto oggetto di ragione, prese un’importanza sempre più cruciale e, in particolare, nella scelta dei vescovi: a ben guardare durante i 1500 anni precedenti i vescovi ed i presbiteri erano scelti per essere buoni padri di famiglia o ottimi gestori delle cose temporali e spirituali: ma formazione dottrinale, benché importante era secondaria alla capacità di azione concreta, al punto estremo di arrivare ad una concezione dell’episcopato come puramente politica e alla reazione protestante che rigettava questo stare solamente nella gestione.

Dal Concilio di Trento in poi invece l’accento fu messo sulla dottrina, la teologia, la spiegazione della Fede, nella formazione dei presbiteri: questo approccio che sposava il fondo della critica luterana nei fatti, distanziandosene marcatamente nella dottrina, ha formato generazioni di cattolici e la spiritualità “moderna”, la quale tende a dire che se c’è la fede si è salvati a scapito delle opere o che basterebbero le buone intenzioni generiche.

Accento post-trentino che si è schiantato in modo visibile nella seconda metà del XX secolo, quando di fronte alle perversioni del mondo moderno una stragrande maggioranza della gerarchia episcopale, presbiterale e laica formata tra le fine del XIX secolo e 1970 non fu capace di reagire e apostatò non seguendo nelle opere Humanae Vitae  con le terribili conseguenze spirituali, umane, economiche e sociali che constatiamo al giorno di oggi in modo sferzante nella nostra carne.

In un certo qual modo, e lo dico in modo volontariamente provocatorio, in quanto teologo il Papa Benedetto XVI fu l’ultimo papa “luterano” della storia della Chiesa, non nel senso che ne propagandava le idee ma nel senso che incarnava la precedenza della Fede sulle Opere nel modo tridentino di scegliere i Pastori: orbene quel che salva è la Carità che si vede concretamente nelle opere e non la Fede da sola.

Con Papa Francesco vediamo un mondo finire e sorgere una forma di papato, rinnovato ben inteso, che non avevamo quasi più visto dal Medio Evo: il papa gestore, il papa manager, il papa che si concentra sulle opere in primis , dando alla Carità concreta la naturale precedenza sulla Fede.

Dall’intervista di oggi a Scalfari:

“Abbiamo diffuso la fede prendendo esempio da Gesù Cristo. Lui fu il martire dei martiri e gettò all’umanità il seme della fede. Ma io mi guardo bene dal chiedere il martirio a chi si cimenterà ad una politica orientata verso i poveri, per l’eguaglianza e la libertà. Questa politica è cosa diversa dalla fede e sono molti i poveri che non hanno fede. Hanno però bisogni urgenti e vitali e noi dobbiamo sostenerli come sosterremo tutti gli altri. Come potremo e come sapremo”.

E quando è andato in Isvezia cosa ha detto Papa Francesco ai luterani ivi presenti? “Lavoriamo assieme per le Opere di carità, per i poveri e per i migranti, lì saremo riconosciuti essere di Cristo tutti assieme”: questa è la più fantastica e profonda proposta anti-luterana immaginabile. Ci saranno voluti cinque secoli per formularla! E non per caso un gesuita…

In Pace

 



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116 replies

  1. ottima riflessione, come sempre

  2. ‘Lavoriamo assieme per le Opere di carità, per i poveri e per i migranti, lì saremo riconosciuti essere di Cristo tutti assieme’

    Sono testuali parole di Francesco ai luterani? Fantastico! Sicuramente assistito dallo Spirito Santo.
    Francesco ha detto che alle questioni teologiche avrebbero pensato i teologi, ma lui in qualche modo li ha scavalcati: ha chiesto a cattolici e luterani non di pregare assieme (fede) ma di lavorare assieme (opere).
    Grazie per questa riflessione, Simon.

  3. Non sono d’accordo con questo paragone tra Papa Francesco e i Papi medievali.

    La Chiesa Cattolica ha sempre avuto un grande riguardo per le opere e infatti, non a caso, è la Chiesa cristiana con i precetti più severi in assoluto, sulla carta, molto di più che nella Chiesa Ortodossa (che pure rimarca l’importanza delle opere) e nelle varie confessioni protestanti.

    Penso che sia anche per questo motivo che Gesù, tramite i Santi, ci abbia donato grandi aiuti dal cielo, per menzionarne uno la rivelazione data a Santa Maria Margherita Alacoque, sulla quale Pio XII ha scritto anche un’enciclica (Haurietis Aquas).

    Penso che Gesù ci abbia fatto questi doni proprio perché senza di essi molti si perderebbero.

    Un merito va riconosciuto a Papa Francesco, ovvero quello di aver centrato il suo pontificato sulla Misericordia di Dio. Prima di San GPII, altro Papa che parlò molto della Misericordia, la concezione che si aveva di Dio era decisamente diversa.

  4. Non c’è carità possibile, nè opera buona, se prima non c’è la fede.

    Inoltre: “ 47Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. 48Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno”. Senza la fede, non c’è opera di carità che possa salvare.

    • Ma la Fede può anche essere implicita, non necessariamente esplicita.

      Tutto ciò che facciamo di buono viene da Dio e, ad esempio, un ateo che fa molte cose buone le fa per la Grazia di Dio che è in lui.

      E a dirlo non sono io http://247.libero.it/focus/37016889/39/ruini-ges-salva-anche-senza-fede-esplicita-se-si-fatto-il-bene-del-prossimo/

      Perciò è vero che se non c’è la Fede non c’è opera buona possibile, ma in chi fa il bene opera invisibilmente la Grazia, che porta alla salvezza.

      Ecco spiegato anche il perché il Papa disse che gli atei possono salvarsi.

      • Chiunque rifiuta la fede è perduto, nessuna opera potrà salvarlo e non c’è carità in lui. E’ Gesù a dirlo: “16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato”. Chiunque è capace di carità, compresi coloro che sono vissuti prima di Gesù, fa la carità perché sostenuto dalla fede, anche implicita certo, ma fede. Chi non spera e non crede (anche implicitamente) non può amare. Prima la fede (e la speranza), poi, forse, anche la carità.

        • Chi non spera e non crede non può amare, dice Frà centanni.

          Peccato che la vita di tante persone lo smentisca clamorosamente.

          Inoltre non ha capito quello che volevo dire: chi compie opere buone con retta intenzione lo fa perché è comunque guidato dalla Grazia di Dio, il che significa che anche se non ha Fede esplicita è comunque diretto verso Dio, e si predispone a ricevere da Lui, fosse anche solo prima della morte, la Grazia della conversione completa.

          È vero, Gesù dice “chi non crederà sarà condannato”, ma di fatto (e anche molti mistici cristiani lo confermano) in Paradiso ci sono persone di ogni religione e persone che sono state atee.

          Perciò spiacente, ma la Grazia di Dio non è limitata e ristretta come la vorrebbero far apparire i rigoristi moderni.

        • Poi, Frà centanni, se mi dice che ad esempio un padre che si dichiara ateo e che muore per salvare il figlio verrà dannato alle pene eterne perché mancava di Fede esplicita abbandono immediatamente la discussione, poiché è evidente che non stiamo parlando dello stesso Dio.

          Il Vangelo di Giovanni rivela che Dio è amore, non un terrificante tiranno come viene a volte dipinto.

          Dispiace vedere che questo Pontificato, con tutta l’enfasi sulla Misericordia, non stia servendo a nulla, e che ci si serve di passi della Scrittura estrapolati per sostenere le proprie tesi (quando usando la Scrittura si può sostenere tutto e il contrario di tutto).

          In ogni caso anche Lumen Gentium, parlando degli atei, sostiene ciò che dico io

          “Né la divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio, ma si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta. Poiché tutto ciò che di buono e di vero si trova in loro è ritenuto dalla Chiesa come una preparazione ad accogliere il Vangelo [34] e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita.”

          Poi, se tra Papa Francesco, il Cardinale Ruini Lumen Gentium debbo dare più assenso a ciò che dice Frà Centanni allora le cose cambiano.

        • Inoltre questa frase “Chi non spera e non crede (anche implicitamente) non può amare” ricade anch’essa sotto la condanna di Trento “Se qualcuno dice che tutte le opere fatte prima della giustificazione, in qualunque modo siano compiute, sono veramente peccati che meritano l’odio di Dio, e che quanto più uno si sforza di disporsi alla grazia tanto più gravemente pecca: sia anatema”.

          Non è insegnamento della Chiesa che un ateo non possa amare e non possa compiere opere meritorie.

        • @fra’ Centanni
          13 novembre 2016 • 09:29

          Quindi prima una affermazione apodittica, senza se e senza ma, e poi una sorta di ritrattazione basata su una fede “anche implicita”.

          “Chiunque è capace di carità, compresi coloro che sono vissuti prima di Gesù, fa la carità (meglio dire *esercita* la Carità) perché sostenuto dalla fede (anche implicita)…

          Quanto alla incapacità di amare, io ci andrei cauto… in primis ogni forma di amore (charitas) viene da Dio e Dio l’ha concessa agli Uomini già creandoli.

          Ogni uomo è creato per amore e dall’amore di Dio o semplicemente non esisterebbe. E’ questa “impronta” nell’intimo dell’Uomo che lo spinge ad amare (e anche a cercare Dio) seppure con un animo ferito dal peccato e tra mille errori, insidie e cadute.

          Affermare che chi non crede non può amare (amare Dio difficile, non conoscendolo) è fuori di ogni logica e dalla realtà tangibile.
          Tua (mia) madre non credente forse non ti ama? Tua (mia) figlia non credente forse non ti ama? L’amore del padre terreno, prima immagine dell’amore del Padre Celeste per un bimbo, forse non esiste nel non credente?

          Decisamente talvolta può non esistere o per natura decaduta e gravi peccati, questo amore “preternaturale” può trasformarsi nel suo opposto, ma questo è altro discorso.

          Non saper riconosce l’opera della Grazia, l’Amore di Dio, seminato nei cuori di chi ci attornia indipendentemente dalla loro fede esplicita o implicita, è secondo me una grave miopia che ci toglie l’occasione di benedire Dio per più di un motivo e finisce per renderci inclini al puro giudizio.

    • Sei anatema Fra Centanni

      7. Se qualcuno dice che tutte le opere fatte prima della giustificazione, in qualunque modo siano compiute, sono veramente peccati che meritano l’odio di Dio, e che quanto più uno si sforza di disporsi alla grazia tanto più gravemente pecca: sia anatema.

      In Pace

  5. Due obiezioni:
    Ma non e‘ stato proprio Bergoglio a condannare come pelagiani coloro che pensano di salvarsi per le loro opere buone?
    seconda obiezione se Bergoglio e‘cosicontrariovalla dottrina luterana “sola fide“perche‘a Lund ha elogiato la dottrina luterana?Solo astuzia gesuitica?
    C‘e‘qualcosa che non quadra.

    • “Ma non e‘ stato proprio Bergoglio ecc”

      Parole di Ratzinger

      “L’altra faccia dello stesso vizio è il pelagianesimo dei pii. Essi non vogliono avere nessun “perdono e in genere nessun vero dono di Dio. Essi vogliono essere in ordine: non perdono ma giusta ricompensa. Vorrebbero non speranza ma sicurezza. Con un duro rigorismo di esercizi religiosi, con preghiere e azioni, essi vogliono procurarsi un diritto alla beatitudine. Manca loro l’umiltà essenziale per ogni amore, l’umiltà di ricevere doni a di là del nostro agire e meritare. La negazione della speranza a favore della sicurezza davanti a cui ora ci troviamo si fonda sull’incapacità di vivere la tensione verso ciò che deve venire e abbandonarsi alla bontà di Dio. Così questo pelagianesimo è un’apostasia dall’amore e dalla speranza, ma in profondità anche dalla fede”.

      Cosa ne pensa, Giacomo?

      • caro Giuseppe ma tu sai cosa è il pelagianesimo? E’ l’eresia opposta del luteranesimo!
        Sono quelli che pensano di guadagnarsi il Paradiso co i loro sforzi umani cioè cn le loro “opere”
        anche uno che oggi pensasse che basta fare opere buone , sforzarsi ad essere buono coi migranti, per guadagnarsi la salvezza cadrebbe nell’eresia di Pelagio!
        Bisogna mantenere il giusto equilibrio . FEDE E OPERE.
        Non solo l’una (sola fide) per non cadere nell’eresia luterana, ne’ solo le altre per non cadere nell’eresia pelagiana.
        e infatti la Chiesa cattolica da Sant’Agostino in poi ( quel sant’Agostino fieramente avversario di pelagio) ha messo in guardia i cristiani dal “gloriarsi” delle opere buone o dal pensare che i propri sforzi umani rivolti al bene possano approdare a qualcosa visto che dopo la caduta l’animo umano è irremediabilmente malvagio a meno che non intervenga la grazia divina . In ultima analisi siamo salvi per la grazia divina.
        Chi si dedica a opere di volontoriato, accoglie i migranti , fa opere di filantropismo non è detto lo faccia con “retta intenzione” e non è detto che lo faccia per amor di Cristo .
        anche il miliardario Soros da’ un sacco di soldi in beneficenza e aiuta i migranti . lo fa perchè spinto dalla fede e dalla grazia divina, dall’amore di Cristo ? non lo sappiamo , magari sì, ma magari altri inconfessati motivi lo spingono.
        Si può fare delle opere buone per vanagloria, per sentirsi “buoni”, per pensare di far parte della schiera dei giusti.
        Nel medioevo non si arrivava agli eccessi di considerare le opere buone la cosa prioritaria, anzi il Medioevo è l’epoca dei grandi ordini contemplativi che passavano la vita in preghiera e clausura!
        ORA ET LABORA. Prima la preghiera, la fede, la lode di Dio , poi il Labora .
        oggi invece il Labora è al primo posto, l’ORA cioè la preghiera il culto di dio all’ultimo posto.
        Questo squilibrio della bilancia a favore dell'”azione”, del filantropismo in generale, per cui sembra che un cristiano che non fa cento mila opere di volotariato ma magari prega da solo nella sua stanzetta non sia cristiano, è tutto moderno, anzi direi molto contro-riformistico. Bergoglio più che medioevale è gesuita cioè contro-riformistico, missionario, in uscita..

        Quanto a Ratzinger caro Giuseppe non ha forse indetto l’ anno della “FEDE”, non ha forse cercato di ri-centrare la Liturgia sul culto di Dio invece che sullo stile assemblee da condominio, non ha forse
        sempre elogiato i grandi santi contemplativi e mistici, piuttosto che i laeder dei Movimenti popolari marxisti?

        • “dopo la caduta l’animo umano è irremediabilmente malvagio a meno che non intervenga la grazia divina . In ultima analisi siamo salvi per la grazia divina.”

          Certo. E come insegna Lumen Gentium e Papa Francesco l’ateo che compie opere buone lo fa comunque per Grazia di Dio, visto che tutto ciò che è buono viene da Dio.

          Non solo; compiendo opere buone si predispone alla Grazia della conversione completa, e Dio non lo farà morire in sua disgrazia.

          Poi per carità, Sant’Agostino è un grande autore, ma ha una visione dell’umanità che definire terrificante è giusto un eufemismo, basti pensare alle sue idee sulla salvezza (secondo lui il sacrificio di Cristo sarebbe ststo bastevole a salvare solo una piccolissima parte dell’umanità).

          Oggi la Chiesa ha cambiato radicalmente pensiero su questo punto, anche perché non era mai stato definito dogmaticamente.

          Le consiglio di leggersi Spe Salvi ai paragrafi 45, 46 e 47.

    • @Giacomo (@fra’ centanni), la discriminante sta tutta in quel “pensano di salvarsi ” (o credono di salvarsi o pretendono di salvarsi). Questo è pelagianesimo.

      Che Dio decida secondo giustizia (o secondo quanto Egli stabilisca che non sta a me discutere), di salvare coloro che hanno operato per il bene, soprattutto non sono mai stati raggiunti dall’Annunci della Buona Novella – cosa che diamo per scontata, ma ci sarebbero tanti bei distinguo da fare – ma che “non credono” esplicitamente, sta appunto alla Misericordia e Giustizia Divina… difficile per noi valutare.

      Forse tanti di noi, credendo di ben operare avendo in più Fede esplicita, saranno trovati mancanti, come e forse più di tanti non credenti (a chi più è dato più sarà chiesto).

      Ognuno badi quindi al suo operare e al suo parlare, prima di tagliare e cucire un giudizio divino sulla pelle altrui.

    • Caro Giacomo, qui Simon gioca sulla parola “opere” limitandola a “opere di caritá” che sono le uniche opere a cui si riferisce Bergoglio. La disputa tra Lutero e seguitori con la Chiesa é tra la sola fede e le “opere” intese come compimento della legge. In questa disputa Bergoglio é propio luterano perché oppone misericordia a compimento della legge. Nelle últime dichiarazioni a propio detto che chi é attaccato al compimento della legge non ama, noné misericordioso. Tipico aut-aut protestante.
      Il pensiero cattolico é come sempre un et-et un essere attaccato completamente alla legge ed amare il peccattore senza se e senza ma. Come Gesu infinitamente mericordioso e allo stesso tempo perfettamente giusto. Ma questo ha un prezzo, che si paga nella croce.

      • Anche qui, ben sapendo che non è a Legge che salva (vedi San Paolo) e che non si ama il peccatore (o chiunque altro) “per legge”…

        E’ chiaro che chi è “attaccato al compimento della legge” ha una visione farisaica, non veniva forse continuamente attaccato Cristo per presunte inadempienze alla Legge?

        • La legge non salva … ma la legge santifica … per San Paolo.
          In Pace

        • Evidentemente presunte. O anche tu come Francesco dirai che Gesu non adempi la legge?
          No cercare di compire la legge non vuol dire avere una visione farisaica. Sei anche tu per l´ aut-aut?
          San Domenico Savio era un farisaico?

  6. Le opere di carità senza la fede non esistono, e la fede senza le opere è morta. Tuttavia prima la fede, poi (forse!) anche la carità. Le opere sono il fine, la fede è il mezzo. Senza prima la fede, non può esserci la carità.

    • Dal Vangelo di Matteo 7,21: “Non tutti quelli che dicono:- Signore, Signore!- entreranno nel Regno di Dio. Vi entreranno soltanto quelli che fanno la volontà del Padre mio che è in cielo.”
      In Pace

      • Caro Simon se vogliamo citare frasi staccate del Vangelo potremmo anche citare le innumerevoli volte che Gesù ha detto, a personaggi non certo virtuosi “Va’ , la tua FEDE ti ha salvato” , mentre non vi è mai nei Vangeli questa frase va’ , le tue buone opere ti hanno salvato.
        ma secondo me è semplicemente STUPIDA questa diatriba se siano più importanti la fede o le opere.
        e’ una diatriba del tutto UMANA perchè invece la mirabile dottrina divina rivelataci da Gesù Cristo, che non è umana ma divina, non è un AUT -AUT ma un ET -ET. l’armonia divina, non umana, della fede cattolica rivelataci da Cristo , non fa dicotomie fra fede ed opere e non fa “priorità” èp più importante l’una o l’altra. La dottrina divina rivelatici è un equilibrio, un ‘armonia.
        siamo nopi uomini che pesando di più , estremisticamente , sulla fede cadiamo nell’eresia.
        come pur pesando di più estremisticamente , sulle opere cadiamo nell’eresia pelagiana.
        siamo noi uomini che mettiamo della dis-armonia dove c’è armonia.
        c’è un aspetto poi della fede e delle opere che non viene bene messo in luce: è vero che Gesù ci insegna a fare le opere buone ma ci dice anche “chi fa questo in NOME MIO ” “chi fa questo perchè crede in me”
        cioè la fede non è solo fede astratta in certi dettami etici ma è la fwede cioè FIDUCIA in una PERSONA particolare , Gesù Cristo.
        l’aspetto della fede personale in Gesù Cristo , cioè della fede nella PERSONA DI GESU’, è molto importante nei vangeli . CHI CREDE IN ME , avrà la vita eterna”
        Ci si può chiedere allora chi non crede in Gesù Cristo, chi fa le opere buone ma bestemmia e deride Gesù Cristo, cioè chi fa azioni encomiabili ma solo , come gli antichi stoici, per un etica atea, è lo stesso di chi invece fa le opere buone PER AMORE DI GESU’?
        la carità ( amore) è diversa dalla benificenza, dal volontariato sociale , e persino dalla dottrina marxista .
        La carità ( amore) insieme alla fede e alla speranza sono una trinità. Si può staccare un solo membro della trinità ( la carità) dagli altri due?

        • Ma, infatti Giuseppe, concordo.
          La dottrina della Chiesa e la Buona Novella sono un insegnamento dell ‘ ET … ET
          Chiunque vuol tirare la coperta da una sola parte è eretico: Opere ET Fede.
          Faccio solo il contrappeso alle affermazioni eccessive degli uni e degli altri.
          In Pace

        • “Ci si può chiedere allora chi non crede in Gesù Cristo, chi fa le opere buone ma bestemmia e deride Gesù Cristo, cioè chi fa azioni encomiabili ma solo , come gli antichi stoici, per un etica atea, è lo stesso di chi invece fa le opere buone PER AMORE DI GESU’?”

          Chi bestemmia e deride Cristo bisogna vedere quale Cristo bestemmia e deride.

          Spesso queste cose avvengono anche a causa di una oredicazione sbagliata di Dio.

          Cito a tal proposito Don Elia, un sacerdote tradizionalista che è contro Papa Francesco, persino lui è arrivato ad ammetterlo

          “Un certo modo di insegnare la dottrina e di guidare le anime ha ingenerato in tanti l’impressione di un Dio arcigno e lontano, se non astratto e incomprensibile, che esige sacrifici impossibili minacciando castighi e scagliando fulmini. Uno stile educativo improntato a una severità talvolta arbitraria provocava in molti casi un senso di frustrazione e di angoscia che negli adolescenti, già travolti dall’esplosione ormonale, diventava un formidabile detonatore della compulsione sessuale o di violente reazioni di rivolta, determinando il più delle volte l’abbandono della religione. Per rimediare ai guasti causati dal peccato originale nella nostra natura non basta l’indottrinamento o la disciplina, ma è necessario guidare le persone all’esperienza dell’amore di Dio.”

          Fonte http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/11/don-elia-santita-o-morte.html

          • Non è solo una questione di educazione sbagliata, ma anche di assenza di vita spirituale.
            Chi vive veramente dello Spirito è istruito da Esso e ritrova “da sé” quel che insegna la Chiesa.
            In Pace

            • Ma quale “vita spirituale” per chi lo spirito nega o non conosce? (e non sto parlando di pervicace opposizione allo Spirito…)

              Rischia di essere il classico “cane che si mode la coda” 😉

            • “Non è solo una questione di educazione sbagliata, ma anche di assenza di vita spirituale.”

              Certamente. Ma secondo quel sacerdote tradizionalista anche un certo indottrinamento ha contribuito, in passato.

              Ed è difficile, in tutta franchezza, dargli torto.

              Poi dovete tenere presente che solo una minoranza ristrettissima di persone non ha minimamente aneliti spirituali.

              Molti che si dichiarano atei spesso hanno credenze spirituali, ad esempio Dario Fò credeva nell’aldilà pur dichiarandosi ateo.

              Spero che Dio gli abbia concesso la Grazia di morire nella sua amicizia.

              • “Credenze spirituali” che possono andare sotto la definizione di “religiosità naturale”, non uguale per tutti e neppure in tutti presente.

                Quella coscienza connaturata all’uomo di non poter essere e non potersi dire “creatura e creatore” nello stesso tempo o comunque anche solo “creatura”, la cui vita non dipende dalla sua sola decisione di esistere e rimanere in vita.

              • Esatto.

              • Bisogna anche considerare che Dio distribuisce le due Grazie come vuole, e non tutti hanno la Grazia di avere una Fede granitica in tutta la vita.

                Io, da che mi ricordo, ho sempre avuto Fede, fin da bambino e per tutti i miei 39 anni di vita, ma so che non è merito mio ma piuttosto una Grazia di Dio.

  7. Ho seguito la discussione tra fede ed opere, e mi sembra che ognuno abbia detto qualcosa di vero senza però che si sia arrivati alla sostanza definitiva.
    Probabilmente l’equivoco di fondo viene dal concetto di “opere” , che viene declinato sempre come azioni di volontariato, carità , etc etc. Queste cose sono importantissime, fondamentali, ma non esauriscono le “opere”.
    Opera è sopratutto quello che il Signore ti mette davanti tutti i giorni, senza che tu lo vada a cercare, e che ti mette di fronte a due scelte : Dio o Mammona ?
    E cosa è Mammona ? Non sono certo solo i soldi. Mammona è tutto quello che ti fa comodo, che ti da sicurezze, che ti da certezze umane. Al contrario Dio è anche precarietà umana, mettersi in gioco, strada stretta.
    Un genitore anziano e scomodo da accogliere in casa invece da mettere in ospizio, un vicino di casa solo da aiutare, il sostegno alla persona in difficoltà che ti si avvicina per la strada, resistere alla tentazione di calunniare a tua volta il collega d’ufficio che ti fa le scarpe, accettare tua moglie e tuo marito con i suoi limiti e magari perdonare un suo peccato anche gravissimo, accettare una nuova gravidanza inaspettata.
    Tutte queste cose , umanamente, pesano! Ma anche queste sono le “opere”.! Non soltanto andare a fare volontariato in Kenia.
    Per questo sostenere di aver Fede senza però mostrarla con delle Opere concrete, per esempio come quelle da me indicate, è un ossimoro.
    Le opere sono la manifestazione esterna della fede interna, Nessuno può dire di aver fede se da questa non deriva un frutto concreto in opere. Ovviamente sempre nei modi in cui il Signore ci indica e ci mette davanti nella nostra quotidianità, che è più che sufficiente per metterci alla prova su questo e per darci occasione di mostrare concretamente se abbiamo un cuore di pietra o un cuore di carne.
    Se il monastero di monache di clausura chiudesse la porta al viandante affamato e malato che bussa alla sua porta , tutte le sue preghiere perderebbero di forza.
    Allo stesso tempo le opere senza Dio, che ci indica la direzione, diventano una meritevole azione umana, che sicuramente in cielo sarà valutata a seconda del cuore e dell’intenzione reale, ma che allo stesso tempo rischia di non essere indirizzata verso il vero bene. Quello che può sembrare buono , alla luce del vero bene potrebbe non esserlo. L’intenzione buona non necessariamente poi può essere orientata ad una azione buona a sua volta.
    Pertanto la Fede senza opere non può esistere, in quanto la mancanza delle seconde denunciano l’assenza della prima.
    Le opere senza la Fede possono esistere, ma corrono il rischio di procedere secondo una linea confusa che a volte è addirittura in contraddizione con Dio stesso. Queste opere faranno comunque parte del giudizio finale che Il Signore ci riserva, secondo la sua Giustizia.
    Non banalizziamo quindi l’assenza di opere (secondo il concetto che ho espresso prima). Chi vive senza dare alcun frutto concreto non può piacere a Dio.

    • Veramente la lettera agli Ebrei dice: “Senza la fede è impossibile essere graditi a Dio”. Non parla di frutti, o di opere. E per gli atei, cioè per coloro che scelgono di non credere, la Sacra Scrittura parla chiaro e dice che sono senza scusa: “Poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa.” (Rm 1,19-20).

      Quello che è certo è che esiste un ordine di importanza e cronologico tra fede e carità: prima la fede (libera scelta della creatura) che è fondamento ed imprescindibile condizione per operare il bene, poi la carità (dono di Dio, non opera dell’uomo!) che Dio ci dona attraverso la fede.

      • Quindi lo dici anche tu. Se non c’è carità manifesta, non può esserci dietro una fede vera. Seppur la fede viene prima, essa o si manifesta nella carità oppure, semplicemente, non esiste. Quindi fede e carità sono due facce della stessa medaglia. Ma mentre non esiste un fede che non sia quella in Dio, esistono però delle opere che sono buone in se e si possono compiere anche senza fede.
        Secondo te Dio mette sullo stesso piano l’ateo che la sera gira per le strade a raccogliere i drogati per provare a portarli in una comunità, con l’ateo che invece passa le serate a rimorchiare in discoteca pippando cocaina ? Il catechismo ti dice di NO, non sono sullo stesso piano.

        • In questi ultimi tempi sto studiando Maria Simma, una mistica cristiana che aveva il grande dono di vedere le anime del Purgatorio, fin da bambina.

          Le sue esperienze sono molto istruttive, specialmente sul valore della Carità e su quanto sia importante anche per chi non è ancora arrivato ad una Fede esplicita.

          È un libro strutturato secondo lo schema domanda/risposta.

          “Chi non ha mai messo piede in una chiesa va in Paradiso?

          Oh, persone così ci vanno sicuramente e sono sicura che siano molte di più di quante pensiamo perché tutti abbiamo in noi un po’ di orgoglio che ci impedisce di giudicare con obbiettività. Il loro Purgatorio è più leggero di quello dei fedeli praticanti perché non hanno mai conosciuto la verità. Ma anche il loro livello di santità non sarà lo stesso, perché non hanno ricevuto od accolto le stesse grazie. Una volta mi apparve una donna con un secchio in mano e mi disse: “Questo secchio è stato la mia salvezza”. Alla mia richiesta di spiegazioni, rispose: “Non ho quasi mai pregato e non sono mai andata in chiesa, ma una volta, prima di Natale, spontaneamente e gratuitamente pulii la casa di un’anziana signora. E’ stato quell’atto d’amore con questo secchio che mi ha salvata”. Ancora una volta vediamo quanto valgono gli atti d’amore. Chi non va mai in chiesa e non prega ha la stessa possibilità degli altri di compiere delle azioni secondo la volontà di Dio.”

          http://www.mariamadremia.it/public/maria_simma_e_le_anime_del_purgatorio.pdf Pagina 27.

          Ovviamente quando l’anima dice “è stato quell’atto d’amore con questo secchio che mi ha salvata” intende dire che Dio, in forza di quell’atto, le ha dato la Grazia della conversione finale e della morte in stato di Grazia (e quindi del pentimento dagli eventuali peccati mortali commessi).

          • Matteo 10,42

            «E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

            • Spiegalo a Cent’anni 🙂

              • Che glielo spiego a fa’?

                Già altre volte abbiamo dibattuto su simili temi e lui è “granitico”, non si sposta di una virgola e a “cicliche ondate” torna a riproporre un lettura “tranchant” della Parola di Dio.

                Ma dalla lettura “letterale” e legalista della Parola dovremmo ormai essere stati tutti messi in guardia, anche perché si finisce per trovare Parole apparentemente in netto contrasto le une con le altre.

                E permettimi di essere franco, talvolta anche tu incappi nel medesimo errore preso dallo zelo nel difendere una tua precisa visone delle cose e del mondo.

                Non è affatto detto io non incappi nello steso errore… è il perseverare che come si dice è… 😉

          • Giuseppe, tu sei Vincent: ma perchè hai sempre bisogno di mentire?

  8. Chissà chi è il poveretto nell’immagine che è stato… “Luterizzato”! 🙂

  9. san Paolo Lettera ai Romani 3,27-31:
    “Dove è ora dunque il motivo del vanto? Per quale Legge? per quella delle opere? No, ma per la Legge della FEDE. Perchè noi stimiamo che un uomo è giustificato per la fede senza le opere della legge”
    San Paolo lo dice chiaramente “un uomo è giustificato per la fede”
    Sant’ Agostino lo dice chiaramente contro Pelagio, che riteneva che gli sforzi ascetici e i rigori su base “volontaristica” portassero alla salvezza, una specie di stoicismo cristiano.
    e tanti secoli dopo di loro un papa teologo , Benedetto XVI , guarda caso ha indetto l'”anno della Fede”.
    Del resto è logico: se bastassero le opere buone alla salvezza dell’anima umana perchè Gesù Cristo avrebbe dovuto venire a redimere l’umanità ? perchè avrebbe dovuto poi morire in croce e risorgere? ‘ anche prima di Gesù cristo c’erano dei buoni , che compivano buone opere. se poi Gesù fosse venuto solo per dare insegnamenti morali , consigli su come vivere “bene”, come un moralista qualsiasi , perchè morire in croce?
    la morale degli STOICi è forse ancora più sublime di quella cristiana, perchè gli stoici facevano il bene senza attendersi nessuna ricompensa nell’aldilà, essendo atei e materialisti. facevano il bene per il solo gusto di farlo.
    perchè dunque l’ Incarnazione, se l’uomo avesse potuto salvarsi colle sue forze, colle sue buone azioni?
    e’ stato sempre insegnato che l’uomo non può saavarsi colle sue forze umane: senza la grazia divina l’uomo non può salvarsi. Questo hanno insegnato San Paolo, Sant’ Agostino e TUTTi i Padri della Chiesa.
    Le buone opere non sono la “priorità” come dice Simon e soprattutto sono necessarie ma non sufficienti.
    E le buone opere poi possono essere fatte in nome di Cristo oppure in odio e bestemmiando Cristo. C’è una bella differenza! Gli atei comunisti che mandavano nei gulag i preti ortodossi magari avevano beneficato i poveri . E allora ? ‘ forse che il loro beneficare i poveri in nome dell’ideologia marxista era frutto della grazia di Dio? se fosse strato frutto della grazia di Dio oltre che beneficare i poveri non avrebbero distrutto le Chiese e mandato i preti nei gulag!
    nel Vangelo Gesù dice sempre “Va’ la tua FEDE ti ha salvato” e non si tratta di una fede generica , in un imperativo morale, ma una fede personale in LUI.
    La specificità della fede cristiana è che è la fede in una persona : Gesù, non in un insieme di dettami e di regole di vita .Chi crede in LUI, cioè in Gesù Cristo, avrà la vita eterna.
    Gesù non dice ai suoi discepoli chi crede in Socrate, in Epicuro, in Dionisio, nella dea Iside, basta che faccia buone opere e sarà salvo!

    • Ma infatti l’uomo non può salvarsi da solo con le sue buone azioni.

      Però le buone azioni, quando sono buone davvero, vengono comunque dalla Grazia di Dio e predispongono l’uomo a ricevere la Grazia della conversione completa, e della Fede vera, fosse anche in punto di morte.

      Si rilegga Lumen Gentium che ho citato.

      Non sono le opere a salvare, ma le opere sono un segno della Grazia, e per quanto possa dare fastidio ad alcuni la Grazia di Dio non è limitata nè ai Sacramenti nè ai soli cattolici.

      • La realtà caro Giuseppe è che è molto più facile ostentare la fede piuttosto che essere veramente fedeli. Chi è veramente fedele vive la sua vita in relazione continua con Gesù , nelle opere della quotidianità e nella quotidianità non potrà che fare buone opere.
        Chi invece ostenta a basta la propria fede non si rende conto di ostentare qualcosa che lui chiama fede ma fede non è.
        Infatti solo chi si mette in difficoltà per aiutare gli atri avrà poi la prova della provvidenza di Dio anche per lui. Chi non rischia mai, mai potrà avere prova concreta dell’amore di Cristo.
        E’ una cosa profondissima ed esistenziale, che investe tutta la persona, e non è una cosa celebrale o sentimentale da libro cuore.

  10. @Vincent
    È vero, Gesù dice “chi non crederà sarà condannato”, ma di fatto (e anche molti mistici cristiani lo confermano) in Paradiso ci sono persone di ogni religione e persone che sono state atee.

    Gesù dice: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,16)”. Gli atei, cioè coloro che esplicitamente rifiutano non solo la fede in Gesù Cristo Figlio di Dio, ma che rifiutano semplicemente l’esistenza di Dio, ebbene, per costoro non c’è salvezza possibile! Tuttavia: “6. Per chi invece non ha ancora ricevuto l’annuncio della salvezza o comunque in buona fede crede che la religione che sta professando sia la vera, si richiede che abbia almeno la fede implicita nelle verità appena menzionate. Questa fede implicita è quella ricordata dalla lettera agli Ebrei qua: “Chi infatti si accosta a Dio deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano” (Eb 11,6). In questa affermazione vengono indicate alcune verità che tutti devono credere esplicitamente per orientare la propria vita e salvarsi. Si tratta di quelle verità prime e fondamentali che non possono essere racchiuse in nessun altra verità superiore o più generale e pertanto contengono implicitamente tutte le altre. Per questo loro carattere non si da via di scampo: o sono credute in modo diretto ed esplicito o non sono credute in nessuna maniera. Tutti dunque per salvarsi devono possedere almeno questo minimo di fede”.
    … “9. Circa la maniera di cui Dio si serve per portare tutti alla fede minima per la salvezza il Concilio Vaticano II dice: “Quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e con l’aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna.
    Né la divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio, ma si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta. Poiché tutto ciò che di buono e di vero si trova in loro è ritenuto dalla Chiesa come una preparazione ad accogliere il Vangelo e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita.
    Ma molto spesso gli uomini, ingannati dal maligno, hanno errato nei loro ragionamenti e hanno scambiato la verità divina con la menzogna, servendo la creatura piuttosto che il Creatore (cfr. Rm 1,21 e 25), oppure, vivendo e morendo senza Dio in questo mondo, sono esposti alla disperazione finale. Perciò la Chiesa per promuovere la gloria di Dio e la salute di tutti costoro, memore del comando del Signore che dice: ‘Predicate il Vangelo ad ogni creatura’ (Mc 16,15), mette ogni cura nell’incoraggiare e sostenere le missioni” (Lumen gentium 16). E ancora: “E ciò vale anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale” (Gaudium et spes)”.
    http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4576

    Poi, Frà centanni, se mi dice che ad esempio un padre che si dichiara ateo e che muore per salvare il figlio verrà dannato alle pene eterne perché mancava di Fede esplicita abbandono immediatamente la discussione, poiché è evidente che non stiamo parlando dello stesso Dio. Può bastare la fede implicita per salvarsi (come avevo già detto: https://pellegrininellaverita.com/2016/11/12/francesco-papa-medievale-lanti-lutero-per-antonomasia/comment-page-1/#comment-27712 ) ma comunque occorre fede per compiere atti di carità. Sull’esempio che fai io dico che anche gli animali, a volte, sono pronti a sacrificare la vita per i loro figli. Sono capaci di carità anche gli animali?

    In ogni caso anche Lumen Gentium, parlando degli atei, sostiene ciò che dico io
    “Né la divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio, ma si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta. Poiché tutto ciò che di buono e di vero si trova in loro è ritenuto dalla Chiesa come una preparazione ad accogliere il Vangelo [34] e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita.”
    Lumen Gentium, con ogni evidenza, non sta parlando di atei ma “coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio” ma che “si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta”. Gli atei sono coloro che scelgono di non credere.

    Inoltre questa frase “Chi non spera e non crede (anche implicitamente) non può amare” ricade anch’essa sotto la condanna di Trento “Se qualcuno dice che tutte le opere fatte prima della giustificazione, in qualunque modo siano compiute, sono veramente peccati che meritano l’odio di Dio, e che quanto più uno si sforza di disporsi alla grazia tanto più gravemente pecca: sia anatema”. Falso! Io sostengo che le opere fatte prima della giustificazione sono state fatte comunque grazie ad una fede implicita. Non mi sono mai sognato di sostenere che chi è vissuto prima di Cristo non possa essere salvato: lo può, sempre grazie alla fede implicita, cioè grazie a quella fede per la quale “chi si accosta a Dio deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano” (Eb 11,6).

    Non è insegnamento della Chiesa che un ateo non possa amare e non possa compiere opere meritorie. Invece è esattamente quello che, da sempre, insegna Santa Romana Chiesa.

    @Bariom
    “Quindi prima una affermazione apodittica, senza se e senza ma, e poi una sorta di ritrattazione basata su una fede “anche implicita””. Non, io ho affermato che senza la fede è impossibile amare. Poi ho precisato che la fede, come insegna Eb 11,6, può anche essere implicita.

    “Chiunque è capace di carità, compresi coloro che sono vissuti prima di Gesù, fa la carità (meglio dire *esercita* la Carità) perché sostenuto dalla fede (anche implicita)…
    … Tua (mia) madre non credente forse non ti ama? Tua (mia) figlia non credente forse non ti ama? L’amore del padre terreno, prima immagine dell’amore del Padre Celeste per un bimbo, forse non esiste nel non credente?
    Bla bla bla bla bla… L’amore materno e paterno sono amori umani, niente hanno a che fare con la carità.

    Non saper riconosce l’opera della Grazia, l’Amore di Dio, seminato nei cuori di chi ci attornia indipendentemente dalla loro fede esplicita o implicita, è secondo me una grave miopia che ci toglie l’occasione di benedire Dio per più di un motivo e finisce per renderci inclini al puro giudizio. La Grazia, come anche l’Amore di Dio, possono certamente toccare il cuore di coloro che non hanno fede e spingerli ad accogliere la fede. Ma chi rifiuta la fede non può amare.

    • Non può amare in modo “perfetto” caro Giancarlo… in modo PERFETTO.

      Cioè come Cristo ci ha amati.

      C’è una bella differenza… ma tu resta pure della tua idea 😉

    • Dopo aver visto l’ostinazione di Frà centanni ad affibbiarmi un’identità non mia (che è un atteggiamento a dir poco infantile, spero che Frà centanni non abbia più di 20 anni) e il paragone tra gli animali che sacrificano la vita per i propri figli (ignorando il fatto che un animale agisce per necessità e non ha libera scelta, per questo non può nè meritare nè demeritare) con la stessa azione fatta dagli uomini, nonchè l’ostinazione nel definire l’amore paterno e materno come “amori umani che niente hanno a che fare con la Carità” (nonostante gli sia stato spiegato che tutto ciò che c’è di buono nell’uomo viene da Dio), penso che sia meglio lasciar perdere ed evitare qualunque risposta.

      Evito quindi di entrare nel merito ai numerosi di Frà centanni non per mancanza di argomentazioni, ma perché questo suo post mi ha fatto capire molte cose.

      • Purtroppo è “uomo fatto”…

        • “Purtroppo è “uomo fatto”

          Considerando la sparata del paragone tra l’amore degli animali verso i loro cuccioli e quello degli esseri umani verso i loro figli la cosa mi sorprende e non poco.

    • “Non è insegnamento della Chiesa che un ateo non possa amare e non possa compiere opere meritorie. Invece è esattamente quello che, da sempre, insegna Santa Romana Chiesa.”

      Infatti

      “Se qualcuno dice che tutte le opere fatte PRIMA DELLA GIUSTIFICAZIONE, in qualunque modo siano compiute, sono veramente peccati che meritano l’odio di Dio, e che quanto più uno si sforza di disporsi alla grazia tanto più gravemente pecca: sia anatema.”

    • Mi ero perso questo (e infatti sotto ho citato nuovamente il Concilio di Trento)

      “Io sostengo che le opere fatte prima della giustificazione sono state fatte comunque grazie ad una fede implicita.”

      Ed è per questo, infatti, che di atei veramente tali ne esistono pochi.

      “Gesù dice: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,16)”. Gli atei, cioè coloro che esplicitamente rifiutano non solo la fede in Gesù Cristo Figlio di Dio, ma che rifiutano semplicemente l’esistenza di Dio, ebbene, per costoro non c’è salvezza possibile!”

      Questo dipende dalla loro colpevolezza personale. Non in tutti i casi il grado di colpevolezza è il medesimo, e in ogni caso, se un ateo comunque vive una vita retta, si dispone a ricevere la Grazia da parte di Dio della Fede necessaria per salvarsi.

      Certo, se uno è ateo e vive anche nella dissolutezza più sfrenata le cose stanno diversamente, ma è sotto gli occhi di tutti il fatto che moltissimi atei vivano con dei principi morali spesso saldi e fermi.

      • Non di rado più saldi di taluni “cristianoni”… 😐 😉

        • Ma si certo: gli atei sono meglio dei cristiani.

          Mamma mia che palle!

          • Nessuno è meglio di nessuno!
            Ah Giuseppe non è Vincent, mi pare ovvio, ma va beh, diciamolo.

            • Giuseppe non sarà Vincent, però gli somiglia parecchio. Che fine ha fatto Vincent?

            • Hai ragione Minstrell, nessuno è meglio di nessuno. Il problema è un altro: chi si salve e chi si danna.

              Io direi così: si salva chi ha fede; si danna chi rifiuta la fede (gli atei!); chi sta nel mezzo rischia parecchio. Rispetto alla salvezza le opere contano poco (forse niente!). Molte volte Gesù ha fatto riferimento all’importanza della fede, in ordine alla salvezza. Mai, neanche una volta ha richiamato la necessità delle opere per salvarsi.

              • Non è vero quanto affermi. Ti hanno già citato “non chi dice Signore, Signore…”, io posso aggiungere il “vi do un comandamento nuovo…” (e ce ne sono altre, probabilmente).
                Per il resto vedo la tua posizione troppo vicina al “sola fide”: dovresti rifletterci su…

              • “Mai, neanche una volta ha richiamato la necessità delle opere per salvarsi.”

                Completamente falso.

                Basta leggere quando Gesù parla del Giudizio finale nel Vangelo di Matteo per rendersene conto.

                Poi comunque i modi in cui Gesù raggiunge gli uomini e li aiuta alla salvezza sono svariati, perciò neanche quel passo può essere assolutizzato (come nessun passo della Scrittura), però se non altro quel passo dimostra inequivocabilmente che agli occhi di Dio le opere contano eccome.

          • “Ma si certo: gli atei sono meglio dei cristiani.”

            Straw man http://www.wittgenstein.it/2012/10/19/straw/

          • Ha capito niente fra’…

            Non dico neanche “che palle” perché non è che la cosa mi smuova.
            Non c’è peggior sordo di chi chiude le orecchie e non vuole ascoltare…

            • In realtà penso che sia un’altra fallacia argomentativa, dopo quella già elencata dello straw man. Ovvero quella dell’avvelenamento del pozzo, che consiste, da parte dell’interlocutore, nello screditare una persona che sostiene tesi a lui poco gradite, al fine di far perdere di forza ai suoi argomenti.

              In questo caso, cercare di far passare l’idea che la mia identità sia diversa da quella dichiarata si presta bene a questo tentativo.

              • E’ lui, è lui…

              • caro Giuseppe non so chi tu sia , ma è vero che le tue idee sono stranamente simili a quelle di un altra persona che scrive in questo blog di nome Vincent, per cui Fra’ centanni ha potuto cadre nell’errore del reputarti lui. Non c’è bisogno di fare del vittimismo.
                Non mi piace, lo dico francamente ,l’aggressività che c’è in questo blog, un po’ simile all’aggressività che c’è stata contro padre Cavalcoli, contro chi come Fra’ Cent’anni non fa che dire cose perfettamente il linea con la dottrina cattolica DI SEMPRE.
                Caro giuseppe la dottrina cattolica sai è un po’ più vecchia della chiesta post-conciliare e della LUMEN GENTIUM, e non è vero SOLO quello che i documenti cattolici sostengono da cinquanta anni a questa parte mentre era falso quello che sostenevano prima.
                CHE LA FEDE IN GESU CRISTO SIA la PIETRA miliare DELLA SALVEZZA, è stato sempre proclamato da tutti i cristiani in tutti i secoli. E’ stato il nucleo della testimonianza dei primi cristiani. Cristo è il salvatore!
                su questo penso sarai d’accordo: chi crede in me avrà la vita eterna, dice Gesù.
                e infatti la Chiesa ha sempre insegnato che , come il buon ladrone crocifisso insieme a Gesù, uno può anche compiere tutta la vita azioni riprovevoli ma in punto di morte pentirsi ed affidare la propria anima a Gesù e sarà salvo: Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo Regno. io ti dico oggi sarai con me nel paradiso.
                del resto Gesù stesso nei Vangeli , riprendendo l’antico insegnamento di Israele, dice che l’unico comandamento è “Amerai il Signore Dio tuo con tutta la tua mente, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua volontà e il prossimo tuo come te stesso.
                non si può scindere in due questo comandamento. Non si può amare di amore cristiano il prossimo e odiare Dio o non credere in dio o essere indifferenti a DIO.
                L’ateo non ama Dio con tutto il cuore, tutta la mente e tutto il suo essere dunque trasgredisce già il più grande dei comandamenti che Gesù stesso ci ha insegnato
                La fede è dunque INDISPENSABILE, poi insieme alla fede la speranza e la carità.
                la carità cristiana è un po’ diversa dalle “buone opere!” che può compiere un ateo, c’è infatti nella parola carità il senso dell’amore per Dio. la carità è essere talmente infiammati dall’amore di Dio da riversare questo amore sul prossimo. San Francesco baciò il lebbroso per amore di Dio, non perchè era uno stoico che voleva dimostrare la sua virtù.
                che anche fra gli atei ci siano delle persone buone e che hanno una fede “implicita” è senz’altro vero.
                Ma che non ci sia bisogno di credere in Gesù Cristo e basti fare delle opere buone questo no, la Chiesa non l’ha mai insegnato.
                anche il papa Francesco in certo qual modo l’ha detto. la Chiesa non è una ONG, la Chiesa non è una azienda benefica, la Chiesa non è un assistente sociale, c’è una dimensione trascendente nella religione cristiana ed è la fede in Cristo.
                Su questo caro Giuseppe penso saremo qui tutti d’accordo: e cioè che la fede in Gesù Cristo è la salvezza. dalla fede e dall’amore per Cristo poi vengono le opere buone.
                chi odia Cristo o vuole distruggere la Chiesa o come in Messico negli trente o nella Russia sovietica uccide preti e brucia le chiese nel tentativo di imporre un ateismo di stato, potrà pure fare tutte le “buone opere ” che vuole, ,ma certo non è mosso dall’amore per Dio, ma solo dall’amore per se’ stesso.
                nel Racconto dell’Anticristo di Solov’ev , il personaggio dell’Anticristo si presenta come la quintessenza della bontà. porta la pace sulla terra , la giustizia sociale, toglie le disuguaglianza, sotto di lui non ci sono più i poveri , le guerre, è pacifista ecologista , ecumenista , tenta di unificare nella concordia tutte le religioni.
                Solov’ev ci dice che aveva un solo grande difetto: credeva solo in se’ stesso, amava solo se’ stesso invece di Cristo.

                • “caro Giuseppe non so chi tu sia , ma è vero che le tue idee sono stranamente simili a quelle di un altra persona che scrive in questo blog di nome Vincent, per cui Fra’ centanni ha potuto cadre nell’errore del reputarti lui. Non c’è bisogno di fare del vittimismo.”

                  Io non vedo alcun vittimismo… vedo una pervicacia invece nel mantenere l’errore anche quando lo stesso Minstrel ha affermato Giuseppe non essere Vincent.
                  Ad ogni modo la Carità (visto che di Carità parliamo) insegna che a precisa asserzione di un fratello si deve credere fino a certezza del contrario, diversamente a Giuseppe si sta dando del menzognero e a Minstrel del “complice”… robina da nulla.

                  Se poi fosse Giuseppe-alias qualcun altro, sarà lui a risponderne davanti a Dio e direi anche agli amministratori del bolg.

                  Sul resto Giuseppe, non vedo perché si dovrebbe porre i Documenti del CVII in antitesi alle Scritture o subodorare che questi diano una lettura travisata delle stesse…
                  (ma si sa che vi è ben più di un cattolico -? – che vede il CVII come fumo negli occhi…)

                  Resta da approfondire in una visone che mette la Fede (quale quella esplicità o quella implicita) al primo posto, la precisa affermazione di Cristo:

                  Matteo 10,42

                  «E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

                  Perché vero che la risposta è data alla domanda dei “giusti” (37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto… ecc.) ma va ben compreso ed indagato chi siano questi “giusti”.

                  Nell’inno alla Carità San Paolo dà la supremazia a tutti i doni che vengono dallo Spirito e afferma che anche gesti “stoici” a nulla valgono senza la Carità, non senza la Fede.

                  E se la Fede senza le Opere è morta, come dare la supremazia alla “sola” Fede?

                  Ciò significa che avere Fede poco importa? Che professare, onorare, amare Cristo è “cosa accessoria”, certo no! Ma è entrare in una visone più ampia che Dio ha sull’Uomo e sul suo operare e questo a vantaggio nostro.

                  Avere Fede è un Dono, di cui ringraziare Dio ogni giorno anche non avessimo nient’altro, anche fossimo su un letto di dolori… per noi è così? Che ci riempiamo la bocca e usiamo il termine “fede” per tracciare una linea di demarcazione e di divisione, per stabilire addirittura chi è degno di Salvezza e chi no?
                  E se avessimo quel “tipo” di Fede, penso non staremmo lì a preoccuparci di tirare tante linee…

                • (A) Circa Giuseppe aka Vincent secondo Fra 100anni : (1) Vincent ha deciso da solo di smetterla vedendo che era censurato; (2) Vincent non era censurato a causa delle sue idee ma a causa delle sue ossessioni e compulsioni le quali, addizionate all’incapacità di assimilare quel che gli si diceva per mandare avanti un dialogo adulto, lo faceva girare in tondo con le sue tesi estravaganti: visto che non abbiamo ilk tempo fisico di rimettere a posto ogni idiozia del detto Vincent N volte, penso che la sua scomparsa sia benefica prima di tutto per lui ma anche per noi; (3) ossessività e compulsioni saranno rgolate tutte allo stesso modo che abbiamo fatto con Vincent con mano ferrea.

                  (B) La questione discussa da Bariom antichissima, eppure ben spiegata da San Paolo, è che al giusto è richiesto di essere santo. Ma mentre l’essere giusto non partecipa nessun merito nostro, il diventare santo necessita la nostra partecipazione attiva con la grazia mai negata dello Spirito Santo.
                  La dottrina cattolica, cioè la dottrina stessa di Cristo, è una dottrina dell”Et … ET… Non basta ritenersi giustificati ( Non quelli che dicono sempre Signore Signore…) ma abbisogna delle opere che santificano (..ma colui che fa la volontà del Padre). Orbene Cristo è venuto giustificare le moltitudini senza eccezione, l’invito è fatto a tutti ricchi e pezzenti, ma anche se invitati ancora bisogna vestirsi per la festa cioè compiere le opere che santificano a rischio di essere cacciati fuori a pedate.

                  In Pace

                • Ottimo Simon…

                  E di fatto i “giusti” di cui sopra, sono tutti coloro che da Cristo sono stati “resi giusti” o per meglio dire “giustificati” dal Suo Santissimo Sangue, non coloro che si dicono credono autoproclamano “giusti”.

              • Quoto interamente Bariom. (il che magari per pui è un danno …spero di no ) 🙂

                • A danno? E perché mai?

                  A mio danno può venere solo il mio resistere all’opera dello Spirito rifiutando di convertirmi 😐 😉

              • @Gian Piero

                Ottimo.

                @Simon

                Hai fatto bene, Simon, a richiamare l’insegnamento di Gesù: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Anche qui, come al solito, Gesù parla di fede, non di opere. Insegna, infatti, a distinguere tra una fede fatta solo di parole (Signore, Signore…) ed una fede che, invece, rende capaci di compiere la volontà del padre. E’ la fede che rende capaci di compere la volontà del padre; infatti, in un altro passo del Vangelo Gesù dice: “Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”. Come risulta evidente, i frutti (le opere) che ciascuno di noi deve portare, dipendono dal fatto che rimaniamo o non rimaniamo in Lui.

                A chi poi sostiene che l’uomo sarebbe capace anche senza fede di fare il bene, ricordo: “Senza la Tua forza, nulla è nell’uomo. Nulla senza colpa.

                • Invece tu, caro Fra 100anni, non hai capito una mazza di quel che ti dice Gesù: infatti quando Egli dichiara che chi entra nel Regno dei Cieli è “colui fa la volontà del Padre”, Egli parla di FARE e il fare è quel che designa le opere.
                  Non quindi colui che dichiara avere la fede è salvato ( ne dispiaccia a te e a Lutero) ma colui che FA la volontà del Padre.
                  Non dice Gesù che entrerà nel regno dei cieli colui che è cosciente di fare la volontà del Padre: Gesù non è uno “psicologo” soggettivante. Gesù rimane nell’oggettività: sia fai , sia non fai la volontà del Padre, che tu ne sa cosciente oppure no; che tu dica Signore, Signore o che tu non dica Signore Signore. Solo il fatto di FARE la volontà del Padre conta.
                  Al soggetto Gesù che ha sempre dato moltissima importanza alle Opere ricorda l’episodio dei due fratelli: quello che dice che obbedisce al Padre ma poi non fa niente e quello che dice che non obbedisce ma poi fa: è proprio l’opera compiuta che salva quest’ultimo in quanto fa la volontà del Padre.
                  E questo perché la Carità è volontà e la volontà si esprime solo nell’atto cioè nell’opera.
                  Lo Spirito Santo agisce ed opera senza cessa.
                  Ho paura, caro Fra 100anni che tu sia molto impregnato di luteranesimo, probabilmente senza saperlo: la prima opera che dovresti fare è di sbarazzartene al più presto.
                  In Pace

              • Insomma bariom tu sei o no d’accordo che la fede in Gesù è la cosa fondamentale la più importante ? e che anche un garnde peccatore se si pente anche in fin di vita e ha fede in Gesù si slava anche se non ha fatto nessuna opera buona, mentre un grande benefattore dell’umanità che odia e bestemmia gesù non è detto che si salvi solo grazie alle sue opere buone?
                simon conferma quello che ho detto io: la dottrina cattolica è ET ET sia la fede che le opere, se si dice che l’uomo è salvato per sola fede si cade nel luteranesimo, ma se si dice che l’uomo può salvarsi SENZA fede solo grazie alle opere si cade nel pelagianesimo.
                attenti che nella vostra foga contro Lutero non cadiate nell’errore opposto

                ripeto anche Satana è capace di fare “buone opere” ma non le fa certo per amore di Dio!
                attenti a porre l’accento SOLO sulle opere senza la fede. le due cose, fede e opere buone, vanno di PARI PASSO.
                questa è sempre stata la retta dottrina della Chiesa e Fra cent’anni la ripropone, e io la ripropongo. FEDE E OPERE. Non solo opere senza fede.Le opere senza fede , seppur buone , non sono che moralismo non religione.
                E’ vero che Gesù pone l’accento su chi “FA” la volontà del padre , e su accoglie i fratelli PERV AMOR SUO, ma appunto richiama alla dimensione della fede. fare la volontà del padre vuol dire avere fede in un padre. se sei un ateo per cui Dio non esiste la tua buona azione non è certo “fare la volontà del padre”
                Oggi si sta sempre più riducendo la religione ad un moralismo. sento tanti giovani ripetere : non credo in Dio, non vado alla Messa , ma faccio tanto volontariato, credendo così di essere salvi.
                scuasate ma questa è la mentalità dei farisei che si credevano giusti perchè “facevano” adempivano tutte le formalità pratiche della legge mosaica.

                • @Gian Piero,

                  “Insomma bariom tu sei o no d’accordo che la fede in Gesù è la cosa fondamentale la più importante? e che anche un garnde peccatore se si pente anche in fin di vita e ha fede in Gesù si slava anche se non ha fatto nessuna opera buona, mentre un grande benefattore dell’umanità che odia e bestemmia Gesù non è detto che si salvi solo grazie alle sue opere buone?”

                  Sono d’accordo si… fatto salvo che dovremmo meglio distinguere:
                  La fede in Gesù è la cosa fondamentale e più importante per un Cristiano.

                  Per il non-credente è la più importante e fondamentale ai fini della Salvezza? Sostengo no, perché non tutti hanno modo di arrivare a conoscere Cristo (che non significa “averne sentito parlare” o sapere che c’è chi ha fede in Lui) e ho argomentato questo mio pensiero.

                  Ogni Uomo comunque sarà chiamato al cosiddetto “giudizio particolare” (vedi CCC):

                  «1022 Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, [Cf Concilio di Lione II: Denz.-Schönm., 857-858; Concilio di Firenze II: ibid., 1304-1306; Concilio di Trento: ibid., 1820] o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, [Cf Benedetto XII, Cost. Benedictus Deus: Denz.-Schönm., 1000-1001; Giovanni XXII, Bolla Ne super his: ibid., 990] oppure si dannerà immediatamente per sempre [Cf Benedetto XII, Cost. Benedictus Deus: Denz.-Schönm., 1002].»

                  Quindi avrà il suoi personale incontro con Cristo, ma a quel punto si può ancora parlare di “Fede” per come la intendiamo comunemente? Si può parlare di Speranza? O sarà semplicemente riconoscerlo come Signore e Salvatore?
                  Resterà comunque la Charitas o le “opere buone”, infatti (sempre CCC):

                  «Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore [Cf San Giovanni della Croce, Parole di luce e di amore, 1, 57].»

                  “…anche Satana è capace di fare “buone opere” ma non le fa certo per amore di Dio!”

                  Certo non le fa per amore di Dio, ma è capace di fare “buone opere”? Affermazione azzardata…
                  Opera buona tipo? E cosa intendiamo per “buona”? Una cosa che – appare buona – ai nostri occhi se non sappiamo vedere al di là e se non abbiamo discernimento…

                  Non per niente Satana e Lucifiero, portatore di luce, ma che luce? Il riverbero ingannevole nel deserto che fa baluginare un’oasi inesistente.

                  Temo da da sempre la religione sia andata a braccetto con il moralismo, così oggi come ieri.

                  Quanto al “sento tanti giovani ripetere : non credo in Dio, non vado alla Messa , ma faccio tanto volontariato, credendo così di essere salvi.” che non ci si salvi per il volontariato d’accordo, fare il volontariato può essere persino appagamento di sé e del proprio orgoglio di “brave e altruiste persone”.
                  L’affermazione in sé, mi lascia perplesso… se uno non crede in Dio, quindi nella vita Eterna, perché dovrebbe preoccuparsi si “salvarsi”? Da cosa poi?

                  Non credo sia di questo che stiamo parlando, né sia il nocciolo della questione.

                  Concludendo Cristo è FONDAMENTALE (nel senso di fondamento, pietra angolare) per la vita e la Salvezza di un Cristiano.
                  E’ fondamentale che a tutti venga annunciato il Kerigma per un vero e sincero incontro con Cristo.
                  Il non credente che riceve il Kerigma, mette un grave ipoteca sulla sua Salvezza se rifiuta tale Annuncio, la stoltezza della Predicazione, ma non è possibile per noi sapere come e quante altre volte il Signore si ripresenterà a lui nella Sua Infinita Misericordia sino all’ultimo istante.

                  L’Annuncio e la Testimonianza sono fondamentali non solo per la Salvezza delle anime, ma per dare ad ogni Uomo la possibilità di una vita piena e gioiosa, vissuta in comunione con Dio e perché ogni croce e sofferenza venga illuminata dall’esperienza di Cristo.

                  Credo che prima opera di Carità, per un Cristiano sia proprio l’Annuncio e la Testimonianza prima ancora di ogni opera di misericordia fisica o spirituale. Vero è che anche fare opere che sono segno indiscutibile di Cristo (come l’amore al nemico) è già in qualche modo dare testimonianza.

              • Ringrazio di cuore Simon, Minstrel e Bariom per aver preso le mie parti, perché la situazione stava diventando difficilmente sostenibile, con queste continue accuse.

              • “Insomma bariom tu sei o no d’accordo che la fede in Gesù è la cosa fondamentale la più importante ? e che anche un garnde peccatore se si pente anche in fin di vita e ha fede in Gesù si slava anche se non ha fatto nessuna opera buona.”

                Questo è verissimo.

                Anche se è difficile che un peccatore che non ha fatto NESSUNA opera buona riceva la Grazia (perché questo è) della contrizione, della conversione e della perseveranza finale.

                Discorso diverso invece per chi, da non credente, ha vissuto una vita tuttosommato retta (pur con i suoi peccati).

                A queste persone succede spesso che, in forza anche di poche opere buone, riceva da Dio la Grazia di morire nella sua amicizia.

                ” la dottrina cattolica è ET ET sia la fede che le opere, se si dice che l’uomo è salvato per sola fede si cade nel luteranesimo, ma se si dice che l’uomo può salvarsi SENZA fede solo grazie alle opere si cade nel pelagianesimo.
                attenti che nella vostra foga contro Lutero non cadiate nell’errore opposto”

                Infatti le opere non salvano.

                Tuttavia, essendo un dato di Fede che le opere buone che l’uomo compie vengano dallo Spirito Santo, chi nella vita non ha continuamente opposto resistenza alle ispirazioni dello Spirito Santo può ricevere da Dio la Grazia della Fede che è necessaria anch’essa alla salvezza, fosse anche in punto di morte.

                Vedere qui https://pellegrininellaverita.com/2016/11/12/francesco-papa-medievale-lanti-lutero-per-antonomasia/comment-page-1/#comment-27733

                Quell’episodio avvenuto ad una mistica cattolica spiega molto riguardo a ciò che stiamo dibattendo.

  11. Non mi sono mai fatto un’idea su quale possa essere la strada per cui un’anima si danna con certezza. E’ talmente terribile il pensiero di una sofferenza eterna così atroce, che la logica non ci arriva.
    Credo che escludendo le anime che davvero amano il male per il male, ognuno abbia la speranza di trovare la strada per salvarsi. Forse basta anche solo un gesto, un moto dell’anima.
    Non so… certamente sono discorsi su un argomento così terribile che pronunciarsi su di essi con la certezza di fra Cent’anni, da da pensare.
    Conosco alcune persone atee, davvero brave persone… e pensare che possano essere condannate in uno stato così orribile non lo posso credere.

    • Di quale mostruoso orgoglio è capace una persona che, contro ogni evidenza e contro la ragione, arriva a credere che il mondo si sia dato l’esistenza da solo e, oltretutto, sia riuscito a darsi un ordine mirabile… e tutto questo pur di negare l’esistenza di Dio? Questo sono gli atei: persone mostruosamente orgogliose, che preferiscono credere che il mondo ed il loro stesso essere siano frutto del caso, piuttosto che ammettere semplicemente che esiste un Dio creatore. Eppure sono davvero tante le evidenze dell’esistenza di Dio ed è per questo che è sbagliata la tua domanda, Alex. Non è difficile capire quale sia “la strada per cui un’anima si danna con certezza”, semmai è difficile capire il motivo per cui un’anima s’incammina su questa strada, sulla strada dell’orgoglio. Che poi l’orgoglio porti alla dannazione è certo ed è la Chiesa, molto prima e molto meglio di fra’ Centanni, a dichiararlo.

      • Nessuno è ateo al punto di dire che il mondo si è creato da solo. Semplicemente gli atei si astengono dall’avere una idea su quello è accaduto , e che non possono verificare.
        Anche la certezza che il mondo sia stato creato da un Dio, e cosi pure la vita, non potrà mai arrivare a stabilire i dettagli di questo Dio, che infatti a noi cristiani è arrivato a valle di una “rivelazione”, cioè Dio stesso che si è rivelato.
        Quando Abramo è stato chiamato, io non c’ero , e neppure tu. E così via , il roveto ardente , fino ai giorni nostri : non non c’eravamo. E’ normale quindi che qualcuno creda che siano tutte fandonie, anche perchè “beato chi crederà senza vedere” (e non “dannato chi non crederà senza vedere”)
        Se poi questa incredulità (a cui tanti sono arrivati non tanto per avversione ad un Dio , ma per avversione alle parole ed al comportamento dei preti, purtroppo) li porterà alla dannazione, stai pur certo che a noi non è dato saperlo, ma solo al Signore che legge nei loro cuori.
        Se ognuno pensasse al proprio, di cuore, forse si eviterebbero questi continui giudizi sulla vita degli altri. Tanto indipendentemente da quello che credi tu o io , sarà sempre il Signore a decidere. Meglio sarebbe che ognuno togliesse la trave dal proprio occhio, prima di guardare alla pagliuzza nell’occhio dell’altro.

      • Non concordo con te fra 100anni.

        L’ateo non è tanto un orgoglioso quanto qualcuno di stupido che non sa usare dell’intelligenza e della logica per arrivare alla sola conclusione che l’intelligenza umana ottiene con certezza: Dio esiste. Cioè proprio non riescono a ragionare giusto. A me gli atei fanno molta pena, tanto la loro stupidità è un insulto alla ragione umana.

        Mi troveresti però concorde sul concetto dell’orgoglio a proposito degli agnostici: costoro, al contrario degli atei che non sanno usare della loro intelligenza correttamente e arrivano così ad una conclusione sbagliata, pretendono non voler usare dell’intelligenza per tentare di rispondere a questa domanda la cui risposta, eppure, è perfettamente accessibile dall’intelletto umano.

        Infatti l’agnostico rinuncia ad esercitare le propria potenza intellettuale e facendolo mostra un orgoglio immenso che ha le sue radici probabilmente nei propri peccati personali: sapere che Dio esiste, implicherebbe troppe cose per le quali non vogliono neanche lontanamente prendere responsabilità.

        L’ateo (onesto) erra perché è stupido : ma deve la stupidità condannare per la vita eterna?

        Quanto all’agnostico, questi si, il pigro intellettualmente, il tiepido per antonomasia, egli, di certo, si danna per pura volontà sua.

        In Pace

        • L’intelletto può dimostrare l’esistenza di un Dio personale, ma non può in alcun modo dimostrare che questo Dio sia la Trinità.

          Noi crediamo nel Dio cristiano perché abbiamo Fede nella testimonianza degli apostoli, la quale è parecchio solida anche storicamente, ma non si può accusare di malafede chi non crede che Gesù sia Risorto in base a delle testimonianze (per quanto credibili come quelle degli Apostoli).

          Molti atei sono stati influenzati dal positivismo odierno, quindi non è tanto un atto di sfida, il loro, quanto di influenza negativa.

          Dio tiene conto di queste cose, e non è un caso che un tempo, prima del positivismo, gli atei fossero più rari, sebbene presenti.

          • Certo che Dio sia Trinità ci può solo essere rivelato da Dio stesso: la ragione a questo non può giungere.

            Sapere che Dio esista è accessibile a chiunque senza nessuna Rivelazione particolare.
            Come anche l’immortalità dell’anima, by the way.

            In Pace

        • Simon spiegare l’ateismo semplicemente con la stupidità (ovviamente nell’accezione corrente) mi sembra fuorviante. Stephen Hawking, ma se ne potrebbero citare tantissimi, è stupido?
          E’ già così difficile conoscere davvero se stessi, che pensare di farlo con tale sicurezza verso le altre persone a me questo si pare un atto di orgoglio.

          • Non è perché sei bravo a usare usare tre equazioni che hai l’intelligenza delle cose: ad esempio l’ halo bias che assume che la questione dell’esistenza di Dio sia desumibile da un linguaggio costruito sulle relazioni tra quantità misurabili, mostra, aldilà della stupidità di tale posizione sul piano epistemologico, un’assenza di intelligenza proprio del problema posto.
            Per questo Hawking mi fa pena ma non posso davvero dire che sia responsabilità morale sua non farcela intellettualmente.
            In Pace

      • Sono d’accordo con te che in certi casi l’orgoglio, molto più che la stupidità, possa giocare un ruolo importante.
        Ma in altri non è così… ti assicuro che dentro me, che fin da bambino non ho mai creduto, e che da poco mi sono convertito, non è mai stato l’orgoglio ad allontanarmi da Dio. Nè tantomeno la mia famiglia profondamente cattolica. Semplicemente, mi pareva del tutto inverosimile l’idea di un Dio, oltretutto personale.
        Ho sempre cercato, sperimentato, ma proprio non trovavo. Poi improvvisamente, senza nessun motivo scatenante, da un giorno all’altro, mi è arrivata la fede. Dopo pochi giorni, facevo la mia prima confessione da decenni (purtroppo ma giustamente senza assoluzione visto il mio stato di separato).
        Questo per dire che giudicare senza oltretutto conoscere la storia di ognuno non ha alcun senso.

    • Alex, l’inferno è una condanna davvero poco comprensibile per noi umani. Siamo troppo abituati a commisurare la pena in base al delitto, ed il nostro senso di giustizia non può concepire che un singolo atto, se non perdonato, possa portare alla dannazione eterna (che già l’eternità è un concetto che sfugge alla nostra comprensione).
      Quindi da sempre la Chiesa ci tramanda un Dio di misericordia e di comprensione per la nostra natura. Non a caso ha mandato suo Figlio Gesù a morire per noi, perchè noi vivessimo.
      Anche io conosco persone non credenti davvero dabbene (come si diceva una volta), e non c’è dubbio che il Signore guardi al cuore delle persone.
      D’altra parte nell’ultimo giorno saremo giudicati sulla carità. Non sulla fede. Anche perchè persino San Pietro vacillò più di una volta.

      • Sono d’accordo con te ML. L’inferno è al di là della nostra comprensione.
        Saremo giudicati sulle opere… pensiero splendido ma terribile. Perchè a pensarci, quanto potrebbe fare ognuno di noi in più verso i propri fratelli in difficoltà. E sapere che ognuno di loro è Cristo. Questa si è una sfida dura. Sapere ciò, non da alibi.

    • L’inferno è la cosa la più semplice da immaginare e la via che vi conduce grande e larga: parola di Gesù!

      A cosa rassomiglia basta guardare senza sforzo di immaginazione chi di noi e intorno a noi è un tiepido: uno che non usa dello Spirito Santo per vivere con forza e vigore le virtù umane e teologali nel quotidiano, la vita del vigliacco, la vita di chi non ha gli attributi della passione per Cristo e per gli altri, la vita di chi è tanto paralizzato da quel che potrebbe perdere che non è capace di darsi tutto per il Tutto.

      Facile da immaginare caro Alex: l’inferno è atroce eppure è già l’esperienza quotidiana di tutti quei tiepidi che il Cristo stesso vomita per tutta eternità.

      In Pace

      • Mamma mia che giudizione su tutto il mondo tranne qualcuno! Dovrai essere ben perfetto Simon , quando ti presentarai in cielo , perché se verrai misurato con lo stesso metro con il quale misuri in genere gli altri non ti verrà perdonato nulla.

        • Tra l’altro i Santi che hanno avuto il dono da Dio, di vedere le anime confermano che la grande maggìoranza delle anime si salva attraverso una purificazione.

          Anche Padre Pio, che come Maria Simma e Natuzza Evolo aveva il dono di vedere le anime quando qualcuno gli chiedeva la sorte di un proprio caro defunto rispondeva sempre che era in Purgatorio e, più raramente, già in Paradiso.

          Solo pochissime volte ha dovuto dare la notizia di dannazione.

          La strada è strettissima, certo, ma la Misericordia di Dio è grandissima.

          Se così non fosse l’umanità sarebbe davvero una “massa dannata” come credeva Sant’Agostino.

          Poi certo, si può anche non credere a quei Santi, ma essendo Santi canonizzati dubito che avessero allucinazioni (che mentissero è proprio fuori discussione, da non considerare neanche).

          • Voi ragionate nel “numero” …
            Cristo ad esempio non parla mai di quantità, ma di qualità: moltitudine e non pochi, tanti, nessuno, tutti; non della quantità di santità delle persone, ma dell’essere tiepidi, senza determinazione; eccetera eccetera.
            In Pace

            • Gentile Direzione,se i miei commenti non sono graditi,fatemelo sapere e toglierò il disturbo

            • Certo, infatti Cristo è come un allenatore che mette l’asticella più in alto possibile, sapendo che, se non lo facesse, faremmo ancora peggio di quanto facciamo attualmente.

              Volevo solo dire che, basandoci sulle esperienze concrete dei nostri Santi e Sante che hanno avuto da Dio il dono di conoscere a fondo i mondi spirituali, pare proprio che la Misericordia di Dio strappi la grande maggioranza delle persone alla perdizione (in contrasto con quanto sostenuto dai padri della Chiesa, ma d’altronde la pratica conta più della teoria, e nel merito mi fido di più dei Santi che hanno avuto esoerienze spirituali dirette).

              Non possiamo che gioire di una cosa del genere, penso.

              Anche perché uno come Padre Pio non era certo uno da raccontare menzogne.

              • “…è come un allenatore che mette l’asticella più in alto possibileè come un allenatore che mette l’asticella più in alto possibile”

                Ma UN PO’ PER VOLTA! 😉 😀

              • Si, Bariom, è la legge della gradualità.

                Comunque, visto che si è parlato di Padre Pio, mi è venuto in mente che lui aveva addirittura la Piaga della Spalla (quella che ha causato più sofferenze a Cristo).

                È stato un vero “alter Christus”, ha patito i tormenti della Passione per tutta la vita.

                Gesù riveló questa piaga a San Bernardo di Chiaravalle, praticamente un millennio fa, e ha fatto promesse meravigliose a chi ne farà tesoro.

                “San Bernardo, abate di Chiaravalle, domandò nell’orazione a nostro Signore quale fosse stato il maggior dolore sofferto nel corpo durante la Sua Passione. Gli fu risposto: “Io ebbi una piaga sulla spalla, profonda tre dita, e tre ossa scoperte per portare la croce. Questa piaga mi ha dato maggior pena e dolore di tutte le altre e dagli uomini non è conosciuta. Ma fu rivelata ai fedeli cristiani e sappi che qualunque grazia mi chiederanno in virtù di questa piaga, verrà loro concessa, ed a tutti quelli che per amore di essa mi onoreranno con 3 Padre nostro, Ave Maria e Gloria al Padre al giorno, perdonerò i peccati veniali, non ricorderò più i mortali e non moriranno di morte subitanea ed in punto di morte saranno visitati dalla Beata Vergine e conseguiranno ancora la grazia e la misericordia”.

                L’orazione è questa

                “Dilettissimo Signore Gesù Cristo, mansuetissimo Agnello di Dio, io povero peccatore, adoro e venero la Santissima Tua Piaga che ricevesti sulla Spalla nel portare la pesantissima Croce al Calvario nella quale restarono scoperte tre sacratissime Ossa, tollerando in essa un immenso dolore: Ti supplico, in virtù e meriti di detta Piaga ad avere di me misericordia col perdonarmi tutti i miei peccati sia mortali che veniali e ad assistermi nell’ora della morte, e di condurmi nel Tuo Regno beato. Amen.

                3 Padre nostro
                3 Ave Maria
                3 Gloria al Padre

                http://www.mirys.altervista.org/orazioni/orazione_alla_piaga_della_santa_spalla_di_nostro_signore

                Ho pensato di farla conoscere agli utenti del blog, ci sono molti doni che Gesù ci ha fatto tramite i Santi che oggi non sono conosciuti.

                • OT.
                  Spalla o spalle?
                  Gesù ha portato l’intera croce su una spalla (come in tante raffigurazioni) o ha portato solo il braccio orizzontale legato sulle spalle?

              • Enrico, a quanto so i condannati alla crocifissione portavano solo l’asse orizzontale, quindi presumo che Gesù abbia portato solo quello. Anche le immagini sacre con i chiodi nel palmo delle mani credo siano errate, il chiodo veniva conficcato nel polso per sostenere il peso, tra ulna e radio. Come d’altronde è rappresentato nella Sindone.

          • Io ritengo che nei commenti ci sia la sostanza dell’insegnamento evangelico,anche se in alcuni c’è la fisima delle buone opere,che certamente senza la fede,per chi ne ha avuto opportunità di credere ed l’abbia rifiutata,ci sarebbe da rifletterci sopra.
            Il Vangelo insegna,Mt.7.15-20:”Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco”.Di questi frutti buoni,ci viene chiesto ragione nel Giudizio Universale,e solo di questi.Mt.25.31-46
            S.Giacomo Apostolo ,nella sua lettera 2.14-18,a qualche amico fa rizzare i capelli:”Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? 15 Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano 16 e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? 17 Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. 18 Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. Un po’ di umiltà e l’esame di coscienza,non fanno male a nessuno.

            • Ma infatti Don ENzo!
              Siamo cattolici : ET … ET …
              Poi dove il punto mediano si situi per ognuno di noi in particolare lasciamolo alla relazione tra Dio e ciascuno!
              In Pace

              • Condivido pienamente che non tocca a noi giudicare l’altro.Se San Paolo,se S.Francesco d’Assisi,se S.Girolamo,se S.Agostino,se San Camillo de Lellis,li avessimo giudicati una settimana prima della loro conversione,avremmo fatto tanti danni,con tanta presunzione.Resta comunque normale per noi cristiani,l’approvazione e la verifica della comunità(che oggi risultano drammaticamente difficili da vivere giacché l’Eucarestia non é più vissuta come nelle prime Comunità,come opportunità concreta e garantita,di conversione,riconciliazione e di condivisione )indispensabile per non rischiare di addomesticarci Dio,a nostro comodo,e tale tentazione è purtroppo diffusa tra molti cristiani(protestanti e cattolici) velleitari,con tutte le attenuanti del fenomeno.

      • “uno che non usa dello Spirito Santo per vivere con forza e vigore le virtù umane e teologali nel quotidiano, la vita del vigliacco, la vita di chi non ha gli attributi della passione per Cristo e per gli altri, la vita di chi è tanto paralizzato da quel che potrebbe perdere che non è capace di darsi tutto per il Tutto.”

        Simon, con questi paletti praticamente stai giudicando degno dell’inferno il 99% dell’umanità.

  12. la riflessione è certamente acuta, e ben strutturata. Credo, se mi è concesso dirlo, che il Papa attuale sia cresciuto nel tempo (non come “proposta di opere”, bensì come “spiegazione di opere”). Ad una apertura iniziale (che sta continuando, e nella quale, pur da tradizionalista, non vedo un regresso bensì un acume profondissimo), stiamo entrando nella fase dell’ipse dixit. Attenzione alle questioni sull’aborto e su [lle persone con tendenze] omosessuali: il nostro Papa sta lavorando egregiamente.

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