“In gioco c’è l’integrità della fede!”: Isola di Patmos chiama, Croce-Via risponde

Fra due giganti

Fra due giganti

Rispondiamo con solerzia all’accorata esortazione personale che Don Ariel dell’Isola di Patmos ci ha fatto, chiedendo di poter riportare il suo ultimo articolo sul nostro blog per aiutare in ogni modo a diffonderlo. Utilizzeremo il medesimo metodo dell’Isola di proporre l’inizio dell’articolo e quindi linkare il pdf completo dello stesso, con tutti i copyright del caso.

Anticiperei la lettura dello stesso con una precisazione e una indicazione di lettura. La precisazione riguarda la nozione di “castigo” che lo stesso Cavalcoli, alla fine del suo vituperato intervento, ha dichiarato che andrebbe chiarita perché al solito il termine ha assunto nella lingua parlata dei significati diversi da quello originario, creando non poca confusione. Il termine deriva dal latino: «Castum agere» e significa «rendere casto, purificare». Quello che viene chiamato castigo in senso “classico” è concetto legato a doppio filo con quello di libertà: infatti la disobbedienza di Adamo ed Eva ha portato la morte nella vita dell’uomo non per castigo di Dio inteso in senso moderno, ma come libera conseguenza dell’uso della libertà da parte dell’uomo. Ecco quindi la nozione che prendo da questo articolo:

“castigo è una permissione divina di un male che è frutto delle scelte libere dell’uomo e, al tempo stesso, un mezzo di purificazione e redenzione che Dio usa per convertire l’uomo.
Dio purifica o “castiga” l’uomo attraverso le conseguenze funeste del peccato dell’uomo stesso”.

Il che non è altro il famoso motto: “Dio trae il bene da tutto, anche dal male”. E gli innocenti? Eccoci all’indicazione di lettura di cui parlavo prima. Il teologo Marletta in un ottimo articolo dedicato scrive

Per l’essere umano che “ha scelto” di porsi dalla parte della Divina Provvidenza, dunque, il Destino non è più una forza invincibile, così come qualsiasi altra determinazione “naturale”. […]

E tuttavia, questo non significa affatto che l’uomo “alleato con la Provvidenza” sia definitivamente liberato da ogni tribolazione: alcuni drammi, certamente, potranno essere evitati, ma altri sono permessi da Dio al fine di elevare l’essere e condurlo all’unico e vero Bene che è sempre –non dimentichiamolo- Dio stesso, perché, come dice San Paolo, “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”

Una lettura dell’intero articolo è d’obbligo. Con queste informazioni la lettura dello splendido scritto di Don Ariel sarà agevole, chiara e netta. Si capirà credo meglio i perché del nostro sconcerto, la nostra arrabbiatura per non poter aver a disposizione nuovi scritti di Padre Cavalcoli e i motivi per i quali lo stesso Ariel ci ha scritto nella mail questa affermazione condivisibile: “in gioco non c’è semplicemente la “libertà di opinione”, qui in gioco c’è la integrità della fede”. Buona lettura.

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All’accademico pontificio domenicano Giovanni Cavalcoli, padre fondatore dell’Isola di Patmos, in seguito a delle frasi attraverso le quali è stato frainteso o attraverso le quali forse si è spiegato male, è stato momentaneamente proibito dall’Ordine Domenicano di scrivere su questa rivista telematica, la quale continuerà in ogni caso a pubblicare suoi articoli teologici, perché nel nostro archivio sono presenti, alla data odierna, un totale di 48 articoli inediti scritti dal 22 ottobre del 2014 al 27 ottobre del 2016.

A tale disposizione egli si adegua serenamente con spirito di obbedienza ai superiori dell’Ordine Domenicano, dopo avere espresso in merito ai castighi divini il suo pensiero che ha suscitato alcune obiezioni, alle quali ritengo doveroso rispondere come fondatore, assieme a Giovanni Cavalcoli, dell’Isola di Patmos, per aiutare i lettori a far luce e a dissipare equivoci su questo tema così importante della nostra fede e della nostra vita cristiana.

Padre Giovanni è stato accusato di sostenere che «il terremoto è stato un castigo per le unioni civili». Ciò è falso, perché il teologo domenicano non ha parlato affatto di “unioni civili”, ma soltanto di «sodomia», accennando al famoso castigo di Sodoma. Si tratta del tutto diverse. Sodomia è una categoria morale della Scrittura. “Unione civile” è una legge civile, fatta per non-cattolici, che possono essere anche in buona fede. Ora Dio punisce solo chi pecca sapendo di peccare.

continua qui.

Don Ariel S. Levi di Gualdo



Categories: Attualità cattolica

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103 replies

  1. Quando ho sentito personalmente Dio che mi chiamava fortissimamente attraverso questo percorso di purezza e sofferenza chiamato classicamente “castigo”? Durante la malattia e la morte di mio padre! Mai vissuto una esperienza più forte di vicinanza di Dio e richiamo a lui, anche grazie a mio padre stesso: Padre che chiama attraverso il padre.

    E ora Cavalcoli dovrà andare in un’aula di Tribunale a disputare di teologia a causa di una querela di una assolciazione: sorrido al pensiero, mi faccio serio a pensare che la profezia di Chesterton è sempre più pericolosamente reale.

    • Se un teologo musulmano dichiarasse ad una Radio nazionale che la colpa dei terremoti è la presenza dei Cristiani in quelle terre, che Allah vuole estirpare, saresti d’accordo se fosse querelato da qualche associazione cattolica per diffamazione , oppure lo riterresti eccessivo ?

      • Querelarlo mi sembrerebbe ridicolo…
        Ciò detto, il tuo pensiero è che dovremmo essere contenti della succitata querela?

      • Ripeto che Cavalcoli non ha oggettivamente voluto dire che un preciso avvenimento derivi da un preciso peccato!
        Se questo invece pare sia passato lo si deve ad una mancanza di applicazione del principio di carità, comprensibile nei giornali schierati, ma deprecabile nelle gerarchie vaticane e nei cattolici, e ad un parlare a braccio in una trasmissione in diretta che può far nascere qui pro quo importanti, per altro riscontrabili anche nelle tirate in aereo del Santo Padre.

        Il tuo parallelo è ovviamente pessimo poichè nulla centra con quanto stiamo a disquisire, Cavalcoli non ha unito terremoto e unioni civili, figuriamoci se ha voluto dire che Dio ha mandato terremoti nei luoghi in cui ci son state più unioni civili (solo così il tuo parallelo potrebbe reggere). Non ci siamo proprio: straw man!

        Detto questo, anche se fosse, una querela sarebbe a mio avviso ridicola. A meno che volessi una legge contro la cristianofobia… ehi, accidenti… che idea!

      • Il problema e’ che se un teologo mussulmano sostenesse questo ci sarebbe molto probabilmente uno stuolo di suoi zelanti seguaci pronti a dare una mano ad allah. Cosa che non avviene da parte cristiana. Mi spiace menrelibera ma hai perso ancora una volta l’occasione per non rendere troppo ossequio acritico al pensiero dominante.

  2. Padre Lanzetta, davvero molto interessante: https://www.youtube.com/watch?v=O-ajeOcGApI

  3. no non vorrei che ci fosse ma infatti non c’è, e neppure al contrario . quindi non ci sarà nessun tribunale a giudicare p.cavalcol , verrà archiviato perché il fatto non costituisce reato.

  4. Una consatatazione.
    Sfogliando il sito web in questione ho notato che molti articoli sono piuttosto critici rispetto all’attuale governo della Chiesa, mi vien da pensare che si sia colta l’ occasione anche da parte di Radio Maria per staccarsi da un personaggio e un gruppo che può creare imbarazzo. Spero di sbagliarmi sarebbe scorretto e triste.

  5. Segnalazione per Blog dei Blog (articolo + molti commenti, tra cui una cattiveria per don Ariel…) per come si affronta, tra i vaticaninsider e loro supporter, la questione Cavalcoli:
    http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=2474

    • Il più ridicolo è quando Vino Nuovo afferma: “Ci sembra sia abbastanza evidente che un conto è che Dio permetta il male morale e un conto molto diverso, mai dichiarato dalla Chiesa, che Dio voglia il male fisico come castigo per i nostri peccati. “

      Cioè; secondo questi sconclusionati, Dio sarebbe coinvolto nel più grande dei mali quello morale che conduce alla dannazione eterna ma non quello fisico? La vita morale meno importante che quella fisica?

      Il Vero Problema non è l’ignoranza o la non ignoranza del CCC ma l’ASSENZA di una minima vita spirituale presso certnuni: l’avessero lo Spirito li istruirebbe.

      In Pace

      • Un commento folle… direi eretico. In quanto nega gli effetti del Peccato originale. Secondo me, teologicamente, non c’è nessuna differenza, come origine, tra male fisico e morale. Discendono entrambi da un unico atto dell’uomo. I loro effetti poi è vero che sono diversi, perchè chi pratica il male morale se non si redime perde l’anima. Chi subisce il male fisico perde la vita.

      • Continuo a non leggere nel CCC le cose a cui fate riferimento. E non sono il solo, perchè anche Borghi, riportando gli articoli del CCC, dimostra che da nessuna parte c’è un riferimento che indica il rapporto tra un singolo peccato attuale ed un male fisico scaturito, ne per il colpevole ne tantomeno per l’innocente.
        Questo è cruciale, è inutile fare riferimenti a 10.000 testi biblici, se non si fa riferimento al vero testo che deve guidare il Cattolico nell’interpretazione reale delle scritture. Tanto meno fare riferimento alle personali istruzioni dello spirito, che rifguardano l’aspetto interiore di ognuno ma si prestano ovviamente ad interpretazioni personali.

        • Ad alcuni non è permesso di vedere e di sentire….
          In Pace

        • Ma CHI QUANDO COSA E PERCHE’ ha detto che c’è un rapporto “tra un singolo peccato attuale ed un male fisico scaturito”?! CHI?! Cavalcoli non l’ha detto e se ha espresso con parole non azzeccate un concetto diverso allora lo si sta leggendo senza tener conto quel che ha sempre espresso in tutti i suoi articoli e senza la dovuta carità! Noi stessi non l’abbiamo mai detto! Ebbasta!

          Piglio da fb di Alessandro Benigni due commenti di un suo amico che mi paiono chiudere il tutto:
          “Se io ieri ho rubato una mela ho commesso un peccato. Questo è vero.
          Il Figlio di Dio è morto in croce per redimerci dalla morte causata dal nostro peccato. Anche questo è vero.
          Concludere che Gesù è morto in croce perché io ho rubato una mela è fuorviante e sbagliato. Tuttavia il mio furto è peccato e Gesù è morto a causa dei nostri peccati. Con il mio furto ho contribuito ad alimentare il peccato per il quale Gesù ha pagato con il Suo sangue. E’ giusto che io mi senta colpevole del sangue di Cristo, perché mi ha salvato personalmente, ha sparso il Suo sangue per me. Con il mio peccato e senza il Suo sangue io sarei perduto. […]
          L’uomo ha deliberatamente scelto di ribellarsi a Dio. La ribellione del peccato originale si perpetua con il peccato attuale. Questo ha delle conseguenze. Il terremoto fa parte di queste conseguenze. Demolire e deformare la famiglia come è stato fatto con quella sciagurata legge fa parte del peccato dell’uomo. Quindi, dire che esiste una correlazione fra la legge e il terremoto non è sbagliato. Bisogna solo spiegarla bene. La legge NON ha causato il terremoto. E se Dio consente che avvengano le disgrazie evidentemente queste fanno parte di un percorso di conversione che ci chiama a fare. Perché questo succeda io non lo so. Quando saremo di là Glielo chiederemo …”

          I giornali hanno espresso chiaramente la relazione fra legge e terremoto. Cavalcoli no. Punto. Fine. Ciao. Amen.

          • Ti riporto l’ottimo post di Borghi dove riporta parola per parola quello che ha detto Cavalcol.

            “07/11/2016 22:11 gilberto borghi
            Visto che si mette in dubbio la nostra capacità di aver letto e capito le fonti, ne riporto la trascrizione fatta ben prima di scrivere il post, delle tre le interviste rilasciate da Cavalcoli.
            A Radio Maria: “Dal punto di vista teologico questi disastri sono le conseguenze del peccato originale e quindi si possono considerare veramente come castighi del peccato originale. (…) Arrivo al dunque: si ha l’impressione che queste offese che si recano alla leggi divine, pensate alla dignità della famiglia, alla dignità del matrimonio, alla stessa dignità dell’unione sessuale, al limite, vien fatto veramente di pensare che qui siamo davanti a, chiamiamolo, castigo divino, e certamente un richiamo molto forte, della provvidenza, non tanto nel senso affettivo, nel senso di richiamo alle coscienze per ritrovare i principi della legge naturale”.
            La prima frase è chiaramente la classica lettura del magistero sulle conseguenze del peccato originale. Ma dopo Cavalcoli fa riferimento ai peccati attuali, descritti con chiarezza, che generano un castigo “educativo”, chiaramente messo in relazione al quel “qui siamo davanti”. E quel “qui” fa riferimento al terremoto, visto che di questo si parlava nell’intervista.
            A Repubblica: “Tutte le sventure, le ostilità sono castighi divini”. Domanda: “Quindi è il peccato a generare il terremoto?” Risposta: “Sì, la bibbia dice che la morte, tutto quello che è ostile all’uomo è conseguenza del peccato”. Domanda: “Gli omosessuali sono i più colpevoli di tutti quanti?” Risposta: “Eh, sì, eh, questo dovrebbe essere evidente. E’ un peccato contro natura e quindi merita il castigo, il delitto merita la punizione”.
            Le prime due espressioni sono anche qui chiaramente accettabili, se riferite al peccato originale (anche se non è chiarissimo questo). Ma la risposta sull’omosessualità mischia di nuovo i piani, perché è evidente che si intende che è il medesimo castigo di cui si parla nelle frasi precedenti.
            La Zanzara: “Si può pensare che il terremoto sia un castigo per i peccati degli uomini”. Domanda: “Per lei quindi le unioni gay sarebbero dei peccati” Risposta: “beh questo si capisce, è chiaro”. Domanda: “Quindi se l’uomo istituzionalizza il matrimonio (tra due gay) questo è un peccato e riceve una punizione da parte di Dio, come per esempio attraverso il terremoto”. Risposta: “Questo può capitare”.
            Anche qui la prima frase potrebbe essere sensata se riferita al peccato originale. Ma poi, soprattutto l‘ultima frase, connette chiaramente un peccato attuale al terremoto come castigo per quel peccato.
            ……. ”

            Quante volte vogliamo girare intorno a queste frasi cercandone una interpretazione diversa ?

            • Ok, ultima volta e cercherò di esser chiaro:
              “si ha l’impressione che queste offese che si recano alla leggi divine, pensate alla dignità della famiglia, alla dignità del matrimonio, alla stessa dignità dell’unione sessuale”
              Fa esempi di leggi divine, non collega un cazzo!
              “nel senso di richiamo alle coscienze per ritrovare i principi della legge naturale”
              Sta dicendo che essendo il castigo divino DA SEMPRE un mezzo di purificazione e redenzione che Dio usa per convertire l’uomo, allora qualsiasi male è possibile che sia mezzo di redenzione per qualsiasi peccato, anche quello contro la legge naturale. Non collega un cazzo! E’ questa la questa frase che concedo va letta con spirito di carità.
              ““Eh, sì, eh, questo dovrebbe essere evidente. E’ un peccato contro natura e quindi merita il castigo, il delitto merita la punizione” La domanda è scema e Cavalcoli non ha di certo aiutato con queste 2 righe. Ecco la carità in atto: è una intervista scritta? Allora hanno fatto un sunto cretidiota ad una domanda ancora più cretidiota. E’ una intervista audio? Allora è vero che chi pecca contro natura alimenta il peccato originale più di chi non pecca contro natura. Stop.
              “Quindi se l’uomo istituzionalizza il matrimonio (tra due gay) questo è un peccato e riceve una punizione da parte di Dio, come per esempio attraverso il terremoto”. Risposta: “Questo può capitare”.
              Perfetto! E’ esattamente così! Non collega un cazzo, dice che essendo il terremoto un male e ogni male è permesso da Dio a motivo del peccato originale del quale l’attuale ne è derivazione, allora può essere che un terremoto possa essere dovuto a quel tal peccato MA (ocio!) lui non ha MAI detto, da nessuna parte, che ALLORA questo possibile collegamento è certamente vero! Solo una illuminazione privata potrebbe chiarilo e per altro noi potremmo anche non credere a tale rivelazione, anche se accetata dalal Chiesa! Ad esempio io non ci crederei!
              Adesso basta con questo argomento. Si è già risposto abbastanza e di certo non potrò convincerti ad usare carità quando hai deciso altro.
              Eppoi Simon ha appena aperto un nuovo articolo in cui puoi incensare in modo nuovo il pensiero radical chic, dacci dentro mentelibera!

            • Mentelibera: Questo testo da te copia_incollato è offensivo verso le persone con tendenze omosessuali e questo non è accettabile su questo blog.
              In futuro darai solo il link se vuoi citare tali fonti: ma espressioni dove si identificano esseri umani, tutti figli di Dio, alle loro tendenze o ai loro atti di qualunque tipo essi siano, non possono ammessi a pubblicazione perché sono viste come forme di razzismo oltre che di propaganda omosessualista.
              In Pace

              • Guarda…a costo di essere cassato per sempre, stavolta te lo dico come stanno le cose, un po come nella Grande Bellezza : sei patetico ed offensivo per l’intelliggenza di tutti con questa continua pantomima del cercare l’offesa verso coloro che tu per primo disprezzi profondamente in modo tutt’altro che Cristiano.
                Il tuo intento, oltre ad offendere a tuo piacimento chi osa contraddirti alzando i toni mano a mano che la contraddizione assume caratteristiche logiche, è allontanare progressivamente le persone e tendere a restare solo attornato solo da tanti “yes man” che ti dicano “quanto sei bravo, quanto sei colto, quanto sei migliore di me” , e mi fa specie che altre persone, a cui riconosco certamente un equilibrio maggiore, ti facciano da spalla e non si rendano conto dei toni di disprezzo, maldicenza e snobbismo coi quali giudichi tutto e tutti dall’alto della tua cultura che usi a fini ideologici , accendendo a piacere la luce solo sugli aspetti che ti fanno comodo.
                Poichè i segnali di uno squilibrio psicologico malcelato sono evidenti, nei modi in cui cambi d’umore e passi da un tono all’altro, ritengo controproducente replicarti per non dare occasione al tuo ego di eseibirsi, celato dall’anonimato con cui proteggi ogni tua parola per non metterci la faccia che invece altri bloggatori (almono loro) ci mettono.
                Buon proseguimento.

              • Ma mettetegli la mordacchia a sto sputasentenze qua!!! Toglietecelo dai piedi che non se ne può più dei suoi insulti! Mentelibera fuori dalle scatole!

            • L’interpretazione di Borghi è, se non maliziosa, frutto della codardia di uno che non vuole capire per non mettersi fuori del coro.
              Cavalcoli dice: “Vien fatto veramente di pensare che qui siamo davanti, chiamiamolo castigo divino, certamente è un richiamo molto forte della provvidenza, ma non tanto nel senso, non diciamo nel senso afflittivo, ma nel senso di richiamo alle coscienze, per ritrovare quelli che sono i principi della legge naturale”.
              Il senso delle parole dette da Cavalcoli è chiarissimo, beninteso se uno vuole capirle. Sappiamo che disgrazie e sofferenze possono essere sì castighi, ma possono essere anche o insieme segni, richiami, correzioni, prove per coloro che Dio ama. L’uomo deve cercare di discernere, senza però ergersi a giudice, come insegna il libro di Giobbe.
              Cavalcoli dice che qui potremmo “essere davanti” a qualcosa che possiamo anche chiamare [“chiamiamolo”] “castigo divino” ma che è da intendere più come un “richiamo molto forte della provvidenza”; e ripete, poi, non un castigo “nel senso afflittivo del termine” (cioè una pena per coloro che ne sono le vittime) ma appunto un richiamo generale alle coscienze. Gli vogliamo forse rimproverare di non aver parlato con la chiarezza di un libro stampato, di non aver trovato il modo sul momento di articolare il suo pensiero con chiarezza cristallina? Il fatto è che se non c’è la volontà di capire, nulla si capisce. Inoltre, nell’intervento alla radio, lo stesso Cavalcoli prima di esprimere la sua “ipotesi” aveva avvertito, prudentemente, che in questo genere di esercizi si può cadere nella superstizione: “Mi ha profondamente colpito questa enorme disgrazia della distruzione della chiesa, che ricorda a Norcia San Benedetto. Mi ha colpito molto,ripeto, non voglio trarre delle conclusioni che rischierebbero quasi la superstizione, però vi confesso che mi ha molto colpito in questo senso”.
              Ed inoltre ancora, lo stesso Cavalcoli aveva già scritto sul terremoto il 29 agosto scorso, precisando fra l’altro: “Un terremoto si può considerare un castigo di Dio? Non certamente come castigo dei peccati commessi dalle vittime, ma come conseguenza del peccato originale, come è la sofferenza; e a queste conseguenze nessuno sfugge: persino Cristo e la Madonna, infatti, benché esenti dal peccato originale e dalle sue conseguenze , furono soggetti alla sofferenza.”
              Quanto all’intervista scalcagnata e provocatrice della Zanzara, Cavalcoli avrebbe dovuto avere la presenza di spirito di rifiutarsi di rispondere a domande talmente mal poste. E tuttavia, pur esprimendosi in maniera fatalmente sbrigativa e quasi brutale, non ha offeso in cuor suo la verità. Borghi invece sembra quasi dire: “vedete, se l’è meritata!” e gli tira anche lui una pietruzza, tanto per farsi riconoscere dalla teppaglia.

          • non poss risponderti perchè sto tentando inutilmente di copiare ed incollare il commento che Gilberto Borghi ha fatto alle 07/11/2016 22:11 sul suo articolo : http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=2474
            Purtroppo sono nella lista nera, quindi evidentemente non posso nominare alcuni vocaboli (non so quali) altrimenti vengo moderato (modo elegante per dire censurato). Prpbabilmente non posso neppure nominare il padre caval….. , e forse anche altre cose che no ho capito.
            Questo tanto per dire la libertà di espressione…guai ad essere in dissenso…

            • Ti abbiamo già detto e spiegato che quell’articolo è eretico… leggi più su in questo stesso thread.
              Non saresti duro di cervice?
              Eppoi dici che non trovi niente nel CCC… sfido io!
              LOL
              In Pace

            • Cmq nel commento di Borghi sono riportate le frasi del padre Caval. alle varie radio , con tutta la spiegazione del significato lessicale evidente e delle confusioni che ha fatto il padre mischiando i vari concetti più volte.

  6. Ho appena letto l’articolo in merito su Bussola Quotidiana. Finalmente l’operazione si sta rivelando per quello che è, parte della caccia alle streghe in atto da un po’ dentro e fuori Vaticano per zittire voci ortodosse. Aspettatevi di finire nella lista nera del “fondamentalismo cattolico” di cui si parlava qualche post addietro 🙂

  7. Ringrazio LidiaB per citare la BQ: articolo di Cascioli che personalmente condivido TOTALMENTE:

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-caso-radio-maria-unoperazione-della-lobby-gay-17977.htm

    In Pace

  8. Vien fatto chiaramente di pensare che siamo davanti, chiamiamolo castigo divino, certamente un richiamo molto forte della provvidenza, ma non tanto nel senso, non diciamo nel senso afflittivo, ma nel senso di richiamo alle coscienze, per ritrovare quelli che sono i principi della legge naturale”

    https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/nel-vangelo-il-terremoto-teofania-non-un-castigo?utm_content=buffer08246&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer

    Mi pare che qui si da ragione a Padre Cavalcoli, se come dice Minstrel leggiamo con onestà le parole dette ai microfoni di Radio Maria. (anche se l’articolo è stato scritto in senso contrario)
    Siamo all’assurdo.

    • Essì. Anche perché Daniele la mia non è una posizione “di carità pregiudiziale”, come dire che adoro i domenicani quindi necessariamente Cavalcoli va leetto in questo modo, ma è una posizione che tiene conto degli scritti stessi di Cavalcoli, reperibili fra l’altro sull’Isola!
      Scritti per altro ribaditi con pubblicazioni ad hoc in questi giorni. Leggere quel che ha detto senza tenerne conto è letteralmente volerlo pregiudizialmente sputtanare!
      O “contraddirre”… che dir si voglia.

  9. Nella mia ignoranza su tali argomenti, riflettevo… che se tutto il creato E’ in Dio (e non potrebbe essere altrimenti, se qualcosa fosse fuori da Lui, Lui non sarebbe Dio), lo sono anche i terremoti. Ora, tralasciando le giuste spiegazioni scientifiche di un sisma, teologicamente questo è dovuto al Peccato Originale che ha rotto la perfezione del mondo. Ma il Peccato Originale in ultima sintesi deriva dalla libertà donata da Dio al primo uomo. La libertà, dono preziosissimo, prevede la possibilità del peccato.
    Sto sicuramente andando OT, ma non ho mai capito come qualcosa possa ontologicamente essere fuori da Dio. Lo stesso Inferno, e cioè la dannazione che sancisce la separazione definitiva ed irrevocabile da Dio di una qualunque delle sue creature umane, mi pare un ossimoro, perchè niente può esistere al di fuori di Lui.
    Con questo non voglio sostenere che l’Inferno non esista.

    • “e non potrebbe essere altrimenti, se qualcosa fosse fuori da Lui, Lui non sarebbe Dio” e soprattutto qualunque cosa fosse fuori del Suo “pensiero”, semplicemente non esisterebbe…

      Nno ho ben compreso però il tuo problema… cosa non dovrebbe esistere?
      Rimanendo al soggetto Inferno, perché ti fa problema esista e come sarebbe in contrasto con ciò che Dio vuole esista.
      Certo il peccato non è voluto da Dio, ma è copnsegiueza della Libertà sommo bene concesso all’Uomo di scegliere tra il Bene e il Male…

      Il male (e la morte) che il peccato produce, certo non è gradito a Dio, ma è una conseguenza “transitoria” della condizione dell’Uomo, giacchè tutto avrà un fine, il fine e il senso delle cose, del bene e del male.
      Senso e fine che sono illuminati dalla visione escatologica delle cose.
      Dell’uomo e del Creato.

      Non so se sono riuscito comprensibile…

      • Sono d’accordo con quanto scrivi.

        Il dilemma sull’inferno che mi sono sempre posto è questo:
        se necessariamente ogni cosa è compresa in Dio, e niente può esistere al di fuori di Lui, come può poi esistere uno stato in cui c’è una separazione netta irrevocabile ed eterna al di fuori da Lui?
        Ne ho parlato con il frate francescano che mi sta seguendo in questo percorso di fede, e mi ha risposto che non c’è risposta. E’ un mistero.

        • Si potrebbe dire che l’Inferno continua a sussistere in ciò che in Dio è Giustizia e rispetto della Libertà delle Sue Creature (angeli decaduti compresi).

          Se Dio non lo contempliamo nel Suo Tutto (quella parte di “tutto” che ci è concesso comprendere…), ciò se scindiamo l’essere Misericordia, Amore, Creatore, Giuistizia, ecc troppe cose ci restano “misteriose”…

          Questo non per criticare il frate che ti segue, perché certamente Dio resta anche Mistero, molto spesso anche le Sue Vie. Se tutto potessimo comprendere, Dio non sarebbe Dio perché potrebbe “entrare” tutto nella nostra testa. 😉

    • La faccenda è complessa e dipende moltissimo dalla metafisica che applichi al concetto di Dio. Ti riporto una soluzione al tuo dilemma sull’Inferno di Barzaghi. Non vuole essere la risposta definitiva e nemmeno quella accettata dalla maggioranza dei tomisti; barzaghi è sui generis come probabilmente sai.
      Per ora teniamo questa, poi vediamo se abbiamo tempo di un approfondimento al riguardo. Ciao!

      ““Nello stato di gloria, però, l’uomo è immediatamente coinvolto nella vita stessa di Dio: in modo evidente, immediato.
      Nella visione beatifica, non ci sono concetti intermedi. Non è che il beato veda Dio attraverso un concetto più perfetto di quello che abbiamo adesso.
      Niente concetti: Dio informa immediatamente l’intelletto dell’uomo. Quindi, l’intelletto dell’uomo rimane perfettamente coinvolto nella visione di Dio.
      Come è possibile che permanga l’intelletto umano, essendo coinvolto immediatamente – cioè senza le modalità che sarebbero connaturali all’intelletto umano, in quanto intelletto umano -in questa visione di Dio, in questa vita divina?
      Con un adattamento ulteriore. E con un adattamento ulteriore a quello del puro lume della gloria, che sostituisce la fede teologale.
      Questo adattamento ulteriore, modale, è dato ancora dai doni dello Spirito Santo.
      Altrimenti impazziresti, perché tu non hai l’intelletto di Dio! O hai l’adattamento, che ti consente di essere coinvolto immediatamente nel vortice della vita divina senza dare i numeri, o è evidente che tu, lì dentro, non ci vai!
      Impazzisci per la sofferenza.
      Il lume della gloria implica perciò la presenza della carità e dei doni dello Spirito Santo! L’alternativa – cioè la mancanza del lume della gloria, della carità e dei doni dello Spirito Santo -sarebbe l’inferno.
      L’inferno e il paradiso sono uno stato. O meglio sono due stati, dovuti al diverso e opposto riflesso che risulta nell’anima dell’uomo dalla medesima presenza di Dio.
      Tu vedi il vortice della vita divina e senti male: è l’inferno. L’inferno si definisce come il totale distacco da Dio accompagnato dalla sofferenza per quel motivo.
      Ma tu sai che Dio non è staccato da tè: Dio è presente ovunque. Ci può essere un luogo in cui Dio non sia presente? No!
      L’inferno è lo stato in cui l’uomo è completamente centrifugato dal vortice della vita divina. E estroflesso da Dio per il fatto che non è coinvolto in Dio. Dio è lì presente, ma gli fa male.
      Non è coinvolto in Dio e la presenza di Dio gli fa male, perché non possiede l’adattamento alla vita nel vortice. Non ha il lume della gloria, la carità e i doni dello Spirito Santo.
      Facciamo questo esempio.
      Noi abbiamo la capacità di percepire solo una certa gamma di suoni e a un certo grado di intensità, e a questo si associa anche il gusto nell’ascolto. Ecco, ora facciamo una prova per vedere chi ha l’orecchio capace di gustare l’intensità e l’armonia potente dei suoni musicali e chi, invece, non ce l’ha.
      Prendo un potente impianto stereofonico e incomincio ad alzare gradualmente il volume, che so io… dei Carmina Burana di Carl Orff.
      Uno degli ascoltatori dice: “basta non ne posso più!”; altri, invece, dicono: “che bello!”.
      Ecco: uno soffre e altri si beano rispetto alla medesima realtà.
      I beati, in paradiso, sono coinvolti nella stessa dinamica del vivere, del pensare, dell’amare di Dio.
      La presenza di Dio, ad alcuni fa bene, ad altri fa male.
      L’inferno va interpretato così. Non nel senso che alcuni vengano messi in qualche caverna ai lavori forzati… o addirittura distrutti. Così come tu non puoi pensare che il paradiso sia un annullarci in Dio.
      No, no, l’uomo rimane. La presenza di Dio, per qualcuno diventa dannazione, per altri è beatitudine.
      Per quanto riguarda la pena del senso, si può dire che, come nei beati la gloria dell’anima ridonda in tutto il corpo, così la sofferenza dei dannati si ripercuote sul corpo.
      Non è questione di luogo, ma di modo con cui viene fatta esperienza di Dio: positiva o negativa.
      A priori io posso stabilire che, essendo Dio ovunque, ciò che cambia è il modo della presenza con cui si manifesta Dio ovunque a tutti i soggetti. Che poi ci siano degli spazi, o ci possano essere dei luoghi riservati ai beati o ai dannati, questo non lo so, ne è importante… Inferno e paradiso sono degli stati.
      Chissà quale sarà lo stato di chi arriverà alla fine di questa lettura…”

      Barzaghi, Giuseppe, Soliloqui sul divino, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 1997, pagg. 138 – 139

      • C’è anche un altro aspetto che si può considerare che avevo letto da qualche parte come una rivelazione ad una mistica.

        I dannati al contrario dei beati, vivono e continueranno a vivere in eterno di una cosa sola… di ciò che hanno scelto: il Male, l’odio!

        E’ un odio tale che li porta ad odiare anche chi è nella loro stessa condizione. Satana può forse amare i “suoi”? No, perché è in capace di una qual si viglia forma di amore, fosse anche perverso.

        E in questo odio per Dio per tutto e tutti, si consumano consumati da un cancro che non muore!

        Terribile vero?

        Infatti l’idea ci atterrisce e ci porta a domandarci: come può Dio accettare un cosa come questa in eterno?

        Io non mi spingo tanto in là nel valutare le scelte di Dio (scelte che in ogni caso ci restano ignote e sondate sempre solo da timidi tentativi umani…), ma basta considerare come concreta la possibilità e già questo basterebbe perché molti si ravvedessero, sebbene resto convinto assertore della chiamata a conversione per l’attrazione del Bene, piuttosto che per lo spauracchio dell’eterno male.

        • sono d’accordo con te Bariom… la conversione per paura non mi piace propio come idea. Dev’essere per l’Amore, per la Bellezza, per la Verità.

      • mamma mia… stupendo! Grazie mille minstrel 🙂
        un’analogia potrebbe essere la luce accecante del sole sulla neve… se non ho gli occhiali scuri (la grazia) per godere il panorama, tutto si trasforma in sofferenza. La luce è uguale per tutti coloro che ne sono immersi, quello che fa la differenza tra beatitudine e sofferenza è l’occhiale (la Grazia).
        Questo passo che hai postato lo stampo, è meraviglioso!

        • Felice ti sia piaciuto. L’intero libro è ottimo anche se a volte ( e l’ho scoperto dopo) soffre di una sorta di platonismo seminascosto. Lo trovi ancora alla ESD, qui:
          http://www.edizionistudiodomenicano.it/Libro.php?id=269
          ma c’è anche da dire che c’è chi l’ha rimesso tutto su web. Chi cerca trova… 😉

          • vero, chi cerca trova… 🙂

            “Il dubbio è il fondamento della fede” “La fede implica necessariamente il dubbio, perchè si basa su verità dell’intelletto che possono essere negate.” “Troppo spesso si scambia per fede ciò che la fede non è” .
            E alla fine, bisogna superare l’ostacolo, superare il dubbio!

            Ecco, intuitivamente l’ho sempre pensato. Mi ha sempre lasciato perplesso la fede cieca che non ragiona mai e non dubita mai. Ed è esattamente ciò che mi è capitato e mi sta capitando 🙂

            • Quella che non dubita mai è la Fede in Dio come Padre che ha cura di noi, ci ama e ci perdona. Nel Figlio e nello Spirito Santo.
              La Fede che ragiona, si pone domande e cerca risposte, è una Fede che cresce e matura e sa dare ragione delle cose.

              La prima è anche la Fede dei semplici, dei piccoli, degli umili. Ben gradita a Dio.

              La seconda va coltivata secondo la propria inclinazione, ma non è esente da rischi, se non saldamente ancorata alla prima, può sviare e avvilupparsi su pericolosi sofismi.

              Questo volendo schematicamente vedere due aspetti nella Fede…

          • Ho letto con calma l’intero libro, davvero interessante. Ci sono due punti però che mi lasciano perplesso… entrambi sulla Creazione: se ho correttamente inteso, l’autore sostiene che è una “emanazione” di Dio, un suo “riflesso, come fosse una “generazione” da Sè. Non contraddice la teologia classica che parla di Dio che crea il tutto dal Nulla?
            La seconda cosa che mi lascia qualche interrogativo è che Dio non poteva creare un mondo perfetto, senza alcun “male”, perchè avrebbe così creato un altro “doppio” di Sè. Il Creato dev’essere necessariamente, ontologicamente, non perfetto.
            Ma non contraddice così la dottrina del Peccato Originale?
            Mi piacerebbe conoscere un vostro parere, ammesso che abbia interpretato correttamente il pensiero dell’autore.
            Devo dire comunque, che nonostante i dubbi che mi ha creato, la sua visione è davvero affascinante.

            • Come ti avevo detto le sue teorie non sono propriamente tomiste, o meglio lo sono ma hanno riflessi importanti di stampo Bontadiniano. La voce sulla wiki è ben fatta anche se naturalmente veramente troppo striminzita: https://it.wikipedia.org/wiki/Gustavo_Bontadini
              Noterai nella parte gnoseologica tutto il pensiero sulla nozione di pensiero (ehm) di Barzaghi: “Ma ogni qual volta si considera ciò che si ritiene sia “al di là” del pensiero, questo inevitabilmente è nel pensiero, appartiene al pensiero stesso.
              Quindi ogni esperienza come “presenza” è assoluta, perché non costruita, ed è totale, poiché ogni singolo fatto empirico fa parte di essa.” Qui alcuni studiosi hanno scorto dei tratti idealisti e/o platonici che allontanano le conclusioni teologiche dalle classiche basate sul tomismo tout cour (qualsiasi cosa questo voglia dire, ovvio).
              Per questo Barzaghi non può permettersi di pensare il creato come qualcosa di totalmente estraneo all’IDEA di TUTTO che è Dio, necessariamente. E in effetti ha ragione, ma la qual cosa non contrasta con l’idea di creazione “dal nulla”, poiché mi pare che con “creazione dal nulla” non si intenda l’idea che il creato ha riempito uno “spazio che prima era vuoto” (che è ovvio, ma la tua domanda mi pare assuma questa implicito non detto), bensì che la creazione è qualcosa che non ha nessun’altra dipendenza se non dal tutto che l’ha creata.

              Sulla seconda in effetti c’è invece l’idea che Dio non possa creare un altro Dio, atavico problema teologico che fa il paio con quello che si chiede se DIo può creare un masso tanto pesante che non possa sollevarlo. Problemi che ovviamente si risolvono sapendo che celano negli assunti una visione troppo antropomorfa di Dio stesso.
              Ad esempio il pensare che il problema che un creato “senza male” sarebbe “Dio” (e non solo COME Dio) è risolvibile pensando che il creato stesso NON PUO’ essere Dio anche se completamente buono perché sarebbe: 1 – dipendente dal creatore (e Dio non dipende) 2 – complesso (Dio è semplice) 3 – materiale (e Dio non lo è). PErtanto il bene nella creazione che pare completo non lo sarebbe affatto in quanto non sarebbe completamente Dio, bensì solo un suo riflesso analogico di Dio visto sotto una precisa e sola prospettiva, quella cioè che nei trascendentali chiamiamo “bene”.
              Non so se mi sono spiegato. Ecco, lì Barzaghi – a mio umilissimo avviso – va a viole. E forse anche in altri punti che ora non saprei indicarti. L’ho letto tempo fa, quando ancora non sapevo cosa stavo facendo e ai tempi tutto mi pareva bellissimo e giusto. E’ il bello del camminare. 🙂

              • Non so se mi sono spiegato. Ecco, lì Barzaghi – a mio umilissimo avviso – va a viole. E forse anche in altri punti che ora non saprei indicarti. L’ho letto tempo fa, quando ancora non sapevo cosa stavo facendo e ai tempi tutto mi pareva bellissimo e giusto. E’ il bello del camminare

                anche a me pare tutto bellissimo minstrel… giusto, non so 🙂 alcuni punti mi lasciano perplesso, come ti dicevo. Oltretutto non ho la tua preparazione filosofica, per tentare un’analisi approfondita come quella che hai fatto 🙂 per questo chiedevo aiuto e ti ringrazio.

            • Non ho letto il libro e posso solo commentare quel che tu hai scritto, Alex.

              Bisogna ben capire una cosa ed è che la teologia cattolica e l’annuncio della Buona Novella non sono pensieri dell’aut aut e neanche del vel vel ma dell’et et.

              Esempi:
              Gesù è 100% Uomo, Gesù è 100% Dio
              Maria è Vergine, Maria ha concepito e partorito
              Gesù è morto, Gesù è Vivo
              Dio è Uno, Dio è Trino
              L’Ostia consacrata è Pane, l’Ostia è Corpo
              La Chiesa è Santa e Corpo di Cristo, la Chiesa è composta da uomini peccatori e meretrice
              Dio è Onnipotente, Dio è Umiltà

              Il Creato è radicalmente differente da Dio, il Creato è emanazione divina

              L’eretico sceglie una delle due parti (eresia vuol dire scegliere) a scapito dell’altra: non è errato nell’affermare quella parte che gli piace di più ma lo è se nega l’altra parte.

              Quanto alla nozione di Creazione perfetta, la logica stessa ci dice che Dio non può creare un altro Dio visto che essere Dio vuol dire essere increato. Quindi una creazione perfetta è una creazione che è ad immagine di Dio: e infatti l’immagine di Dio è il Cristo stesso che è il compimento della creazione stessa, Cristo che è colui nel quale vediamo il Padre.

              L’altro elemento importante è notare che la perfezione non si realizza in uno stato di cose ma nella Carità che fa adorare e lodare il Padre: ancora una volta questo è pienamente realizzato nel Cristo, per questo Sacerdote Supremo ad Opera dello Spirito Santo.

              La perfezione del creato risiede quindi nella possibilità di partecipare a questo atto di Carità cosmico e cioè nella libertà: non c’è amore senza libera disposizione della volontà. Quindi già il Creato è perfetto in quanto permette liberamente a ogni creatura di adorare e lodare Dio in unione al Cristo Gesù ad opera dello Spirito Santo.

              Et et …: eppure il creato è corrotto in quanto sottoposto alle consequenze del peccato originale …
              In Pace

              • ecco infatti… mi è parso di capire che in alcuni punti trattai l’autore non segua tanto l’et et. Ma proceda piuttosto per esclusione. Ribadisco comunque che a prescindere da tutto questo, ho trovato il libro del teologo domenicano interessantissimo ed affascinante.

    • Permettimi di portare un elemento chiarificatore in aggiunta a quel che ha condiviso Minstrel: dopotutto l’inferno sarà pure un mistero come giustamente afferma il tuo padre francescano, la traduzione in latino di mistero è… sacramento, cioè è anche qualcosa che significa.

      Sai qual’ è la differenza tra paradiso cinese e inferno cinese? Nei due c’è Dio, nei due c’è banchetto preparato da Dio e nei due casi ogni partecipante ha bacchette cinesi lunghe due metri per mangiare messe a disposizione di Dio.

      Non vedi la differenza? In effetti tutto è preparato da Dio, nei minimi dettagli e Dio è dappertutto. Allora dove è la differenza? Che mistero

      Non vedi la differenza?

      Nell’inferno cinese i partecipanti muoiono di fame perché tentano di mangiare da soli con quelle lunghissime bacchette ma non ce la fanno a portare il cibo alla propria bocca.

      Mentre nel paradiso cinese i partecipanti utilizzano queste lunghe bacchette per dare da mangiare a chi è seduto di fronte e nessuno muore di fame e tutti festeggiano.

      Ecco il sacramento dell’inferno apparir si vede…

      In Pace

      • Bella quella del paradiso e inferno cinesi… non la conoscevo 😉

      • mi hai ricordati l’aneddoto zen del samurai che chiede al monaco:
        mostrami cos’è l’inferno e cos’è il paradiso. E il monaco: e io dovrei spiegare ad un’idiota come te una faccenda del genere? Al che il samurai livido di rabbia sguaina la katana. E il monaco: ecco l’inferno! Turbato e pentito il samurai, gli chiede scusa. Ecco, risponde il monaco, hai visto il paradiso.

    • Ecco il commento che ho fatto da tornielli al soggetto

      Intervista condivisibile
      http://www.lafedequotidiana.it/don-ariel-levi-gualdo-galantino-non-visione-cattolica-della-teologia/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook

      Che il momento sia venuto per il cattolico serio nella sua vocazione di cristiano di dover proteggersi dalla gerarchia attuale corrotta dal lobbismo omosessualista già condannato dal Santo Padre Francesco?

      In fin dei conti abbiamo “solo” bisogno del Magistero Autentico, delle Scritture, della Tradizione e per questo abbiamo già tutto: ai cattivi vescovi e prelati, in finis, chiediamo solo la celebrazione dei sacramenti, che grazie a Dio agiscono ex opere operato indipendentemente dalle loro eresie e apostasie in virtù del sacramento dell’ordine.

      Di certo le liste di proscrizione contro i cattolici pubblicate su alcuni giornali qualche settimana lasciano intendere che sia prudente per i cattolici andare nel sottobosco internet e silenziosamente votare con i piedi lasciando questi gerarchi attuali alla loro perdizione. A quanto sembra è già quel che avviene quando si guardano certe statistiche..

      In Pace

  10. L’universo fisico e metafisico creato come un immenso castello di carte secondo un ordine necessario e buono dato dal Creatore (non necessario per il creatore). L’uomo che è parte di questo creato decide volontariamente che la disposizione delle carte non è secondo un ordine necessario ma secondo un utile necessario, quindi comincia a togliere una carta qua e una la secondo il principio da lui deciso. Queste privazioni rendono il castello instabile, determinano dei crolli, non secondo un aspetto meccanicistico ma secondo l’aspetto dell’ordine costitutivo del complesso. L’uomo non è più in grado di vedere e ripristinare quell’ordine originario, solamente con gli occhi del creatore può rimettere le carte nel modo giusto. Il Creatore indica all’uomo la via per vedere di nuovo l’ordine nel modo giusto attraverso il sacrificio di se. Ora l’uomo uniformandosi al Creatore può riposizionare alcune carte, ciò determina una ricostruzione e stabilizzazione del complesso, in modo diverso da prima e non secondo un aspetto meccanicistico ma secondo l’aspetto dell’ordine originario.
    Troppa fantasia?

  11. Bariom ha scritto:
    “I dannati al contrario dei beati, vivono e continueranno a vivere in eterno di una cosa sola… di ciò che hanno scelto: il Male, l’odio! E’ un odio tale che li porta ad odiare anche chi è nella loro stessa condizione.”
    Nella famosa parabola di Epulone, quest’ultimo, pur essendo all’Inferno, non pare proprio uno che vive di solo odio, anzi: il fatto stesso che chieda ad Abramo di mandare Lazzaro “a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”, dimostra che egli vuole bene ai suoi fratelli, altrimenti non si preoccuperebbe per la loro sorte. Chi vive di solo odio dovrebbe odiare anche i suoi parenti, giusto? O quantomeno dovrebbe essere indifferente alla loro sorte, buona o cattiva che sia.
    Questa credenza secondo cui i dannati vivano di solo odio non mi convince anche per un altro motivo. Mettiamo, ad esempio, che una madre e un figlio che in vita si sono sinceramente amati, finiscano entrambi all’Inferno: perchè, una volta lì, dovrebbero smettere di amarsi e iniziare a odiarsi? Magari odieranno Dio e gli altri dannati, ma perché dovrebbero odiarsi a vicenda?

    • @Max, io ho riportato (a memoria) il contesto di una rivelazione privata… (proverò a trovarne la fonte) solo come spunto di riflessione.

      Non lo la pongo certo come verità a cui credere tout court.

      Giustamente riporti la parabola del ricco Epulone, che come tutte le parabole, ha uno scopo prettamente pedagogico e quale sia l’insegnamento di questa parabola è piuttosto chiaro, non è affatto detto ci voglia mostrare lo status di una dannato.

      Anche a me poi qualcosa non convince nella tua conclusione.

      Dio è Amore ed è anche l’unica fonte di amore non incrinato dal peccato e dai limiti umani.
      Più ci si avvicina a Dio, più il nostro amore si purifica e diviene capace di un vero amore sincero e gratuito verso il prossimo.

      Per contro più ci allontaniamo da Dio, sino a perseguire il male, più l’amore in noi si spegne e resta solo il nostro egoismo.

      Se l’Inferno è espressione e stato della massima e perenne lontananza da Dio, come potrà in esso esistere qualcosa che anche solo vagamente possa essere definito “amore”?

    • Che l’autore non ha capito che Cavalcoli non è giustizialista…
      Quindi tutto questo sermone potrà essere fatto ai tradi-protestanti o altri evangelisti fondamentalisti ma non a lui.
      Anche qui l’autore fa il giustiziere di Cavalcoli senza averlo letto e voluto capire.
      In Pace

      • Cavalcoli ha ragione da vendere. Dio può usare la natura per punire l’umanità. Cavalcoli sbaglia solo decidendo lui quale è il motivo per cui c’è stato il terremoto. I matrimoni fra gente dello stesso sesso possono essere un motivo, però non c’è certezza che la causa sia lì. Può èssere anche diversa. Per esempio la perversione del clero o la perversione della dottrina nelle alte sfere. Chi lo sa?

        • Cavalcoli non ha detto nulla di tutto ciò.

          I terremoti affliggono l’uomo a causa del peccato originale, non a causa di peccati attuali.

          E lo stesso discorso vale per gli omicidi, la morte, le discordie eccetera eccetera. Non sono mandate da Dio, sono da Dio permesse dopo il peccato originale.

          Quando lei scrive

          “I matrimoni fra gente dello stesso sesso possono essere un motivo, però non c’è certezza che la causa sia lì. Può èssere anche diversa. Per esempio la perversione del clero o la perversione della dottrina nelle alte sfere. Chi lo sa?”

          Sbaglia completamente bersaglio, visto che Cavalcoli non ha mai affermato una correlazione tra un peccato attuale e un disastro naturale (e, questo si, sarebbe paganesimo e superstizione).

          Purtroppo i fondamentalisti che sono andati subito in brodo di giuggiole sentendo parlare di un Dio “Giove-style” che scaglia fulmini dal cielo stanno affossando involontariamente Padre Cavalcoli, che ha detto cose giustissime a rigor di dottrina.

          • Scusami Giuseppe ma evidentemente non hai letto o sentito le dichiarazio di cavalcol a repubblica ed alla Zanzara
            Riporto parte di un commento che le contiene. Dimmi tu se non si prestano ad essere travisate.

            “A Repubblica: “Tutte le sventure, le ostilità sono castighi divini”. Domanda: “Quindi è il peccato a generare il terremoto?” Risposta: “Sì, la bibbia dice che la morte, tutto quello che è ostile all’uomo è conseguenza del peccato”. Domanda: “Gli omosessuali sono i più colpevoli di tutti quanti?” Risposta: “Eh, sì, eh, questo dovrebbe essere evidente. E’ un peccato contro natura e quindi merita il castigo, il delitto merita la punizione”.
            Le prime due espressioni sono anche qui chiaramente accettabili, se riferite al peccato originale (anche se non è chiarissimo questo). Ma la risposta sull’omosessualità mischia di nuovo i piani, perché è evidente che si intende che è il medesimo castigo di cui si parla nelle frasi precedenti.
            La Zanzara: “Si può pensare che il terremoto sia un castigo per i peccati degli uomini”. Domanda: “Per lei quindi le unioni gay sarebbero dei peccati” Risposta: “beh questo si capisce, è chiaro”. Domanda: “Quindi se l’uomo istituzionalizza il matrimonio (tra due gay) questo è un peccato e riceve una punizione da parte di Dio, come per esempio attraverso il terremoto”. Risposta: “Questo può capitare”.
            Anche qui la prima frase potrebbe essere sensata se riferita al peccato originale. Ma poi, soprattutto l‘ultima frase, connette chiaramente un peccato attuale al terremoto come castigo per quel peccato.
            Ora, come Roberto indicava, il problema sta proprio nella confusione dei due piani: peccato originale e peccati attuali. E’ difficile sostenere che Cavalcoli non li mischia. Nella prima intervista i toni sono sfumati, certo, ma i due piani sono chiaramente confusi pure lì. Nella seconda e nella terza è ancora più evidente. E questo la Chiesa non lo ha mai accettato. Lc 13 sta lì proprio ad indicare questo. Potete sentirvi irritati quanto volete, ma le frasi restano. Ed è dura sul serio dire che non abbiamo letto le fonti. Poi certo i giornali hanno estremizzato, ma hanno estremizzato un dato vero. Con buona pace di chi non vuol riconoscerlo.”

            Riporto queste cose per amor di verità. Poi il resto è solo politica, sia da parte di chi attacca sia da parte di chi difende. Ancora qui non ho letto un commento pacato sui fatti.

            Buona Giornata

            • Per leggere un commento pacato, Mentelibera, dovresti già essere tu pacato nella lettura: se sei disordinato nella tua testa come e quando potrai mai gioire dell’ordine e della pacatezza altrui?

              È dottrina cattolica che tutti i nostri peccati attuali partecipano del peccato originale e ne aggravano le conseguenze: chiaramente le relazioni contro-natura sono un’offesa a Dio e all’ordine creato e quindi aumentano il disordine nella loro disobbedienza.

              Gli effetti mortali e devastatori dei fenomeni naturali di qualunque tipo sono possibili solo a causa del peccato originale che ha introdotto il disordine nel creato e questo fossato si allarga sempre di più con il peccato attuale di ogni essere umano: da chi non paga le tasse dovute a chi s’installa nel vizio in modo permanente. Quindi anche le cosiddette “unioni civili”, dove la società non solo rinuncia che alcuni suoi membri siano aiutati ad uscire da una situazione viziosa ma, addirittura, li sprofonda dentro ancora di più e ne fa la propaganda, partecipano attivamente, anche se misteriosamente, al divorzio tra il creato e il suo Fine ultimo che è rendere gloria a Dio, divorzio allargato che crea incrementi di devastazione e dolore.

              Bene ha detto P. Cavalcoli.

              In Pace

              • “Domanda: “Quindi se l’uomo istituzionalizza il matrimonio (tra due gay) questo è un peccato e riceve una punizione da parte di Dio, come per esempio attraverso il terremoto”. Risposta: “Questo può capitare”. ”

                Vorrei sapere come voi (ed il padre) potete spiegare que “questo può capitare”.

                la mia sensazione è che il padre Cavalcol sia come il colonnello Nathan R. Jessep, interpretato da Jack Nicholson in “Codice d’onore”. Se incalzato dalle domande alla fine confessa con orgoglio!

                In realtà se veramente voleva fugare ogni dubbio sarebbe bastato che si esprimesse in modo chiaro : “non è vero che Dio punisce i singoli peccati attuali (che siano dei singoli o delle nazioni tramite i loro rappresentanti ) attraverso le calamità naturali ad essi direttamente connessi e che uccidono anche chi non li ha commessi”.
                Non era difficile da dire, e forse c’è anche una frase più breve e concisa.
                Se non l’ha detta un motivo ci sarà!
                Ma se magari lo facciamo intervistare da Tom Cruise….

                • Sarebbe stata una frase errata dal punto di vista della Buona Novella di Cristo e tanto meglio che P. Cavalcoli non l’abbia mai detta.

                  Il castigo divino è insito nell’assenza di divino nel male (che è assenza di bene) : essere castigati da Dio è avere Dio allontanatosi da noi spiritualmente (il più grave di gran lunga) e fisicamente: in altre parole colui che pecca si castiga da solo, in quanto il male che genera lo allontana da Dio spiritualmente e fisicamente.

                  È quindi vero, sotto questo aspetto, che Dio castiga i singoli peccati attuali attraverso le calamità naturali ad essi direttamente connessi e che uccidono chi non li ha commessi: e questo per la semplice ragione che Dio, sommo bene, non può essere “non Dio”, cioè male. Il semplice fatto di commettere peccati e vivere nel vizio produce il male e l’assenza di Dio; ed il male è molto più male quando colpisce gli innocenti.

                  Se non si capisce questo non si capisce la Passione e la Morte di N.S. Gesù Cristo: Dio non può compartire il male che compiamo noi umani, ma ha fatto l’impensabile e cioè ha portato perfettamente su di Sé, l’Innocente, tutte le conseguenze di detto male. In un certo qual modo si potrebbe quasi dire che Dio ha reso il male “perfetto” lasciandolo agire senza freni totalmente su di Sè, il Santo.

                  I terremotati non sono quindi per forza direttamente colpevoli del loro malore ma sono poveri Cristi che hanno preso su di loro il male generato dal peccato originale e dai vizi e peccati attuali compresi quelli della loro società.
                  In Pace

                • @Mentelibera, perché padre Cavalcoli avrebbe dovutro pronunziare la frase che TU ritieni corretta, quando peraltro non possiamo avere nessuna certezza (in questo caso) sul “perché e i percome” dell’agire di Dio?

                • Soprattutto quando chiaramente si confonde e si riduce la nozione di causalità “ontologica” con quella “quantitativa” descritta dalle scienze fisiche…
                  Questa incapacità a ragionare altrimenti che con un metro è una delle grandissime povertà educative della società contemporanea.
                  In Pace

                • Poi se ti piacerebbe essere il Tom Cruise della situazione, è un altro discorso… 😛

              • Cito Simon :

                “È quindi vero che Dio castiga i singoli peccati attuali attraverso le calamità naturali ad essi direttamente connessi e che uccidono chi non li ha commessi: e questo per la semplice ragione che Dio, sommo bene, non può essere “non Dio”, cioè male. Il semplice fatto di commettere peccati e vivere nel vizio produce il male e l’assenza di Dio; ed il male è molto più male quando colpisce gli innocenti.”

                Ora vorrei che tutta la discussione ripartisse da questo che ha scritto.

                Io mi limito a usare una espressione in voga a Roma : Fate pace col cervello. Perchè quello che ha scritto Simon è esattamente in linea con quello che ha detto Cavalcol (che quindi non è stato affatto fraitenso) , ed è esattamente quello che qualcuno (per esempio Mons. Becciu) ha stigmatizzato sostenendo non essere in linea con il CCC, ne con l’orientamento attuale della chiesa.
                Sul punto vorrei sentire per esempio Giuseppe che ne pensa, ma anche Mistrel.
                Perchè se la diatriba è se padre Cavalcol ha detto che quello specifico terremoto deriva da quello specifico peccato, allora non lo ha detto
                Ma se Cavalcol ha detto (e Simon lo conferma e lo sottoscrive), è lecito dire che un tal terremoto può derivare da uno specifico peccato attuale , allora questo è proprio quello che tutti hanno contestato, prime fra tutti le gerarchie.

                Salve

                P.S. Come vedete Tom Cruise con Simon ha funzionato. E’ riuscito a dire una frase inequivocabile.

                • È tutto il problema delle discussioni nei blogs: quando uno ha di fronte qualcuno di profondamente disonesto intellettualmente, cosa fare? Si sa che tale persona continuerà a fare apposta di torcere gli argomenti facendo dire loro quel che non hanno detto. Dopo un poco ci si stufa e la pazienza raggiunge un limite.

                  (1) Abbiamo mostrato nel thread precedente che Becciu è andato non solo contro il CCC ma anche contro Papa Francesco: come puoi decentemente portare come argomento di autorità Becciu su questo blog? Sei un cretino?

                  (2) Qui non si è detto, né ha detto P Cavalcoli, che quel specifico orribile peccato per la società e le persone coinvolte che è l’unione civile è la causa sola del terremoto, ma che quel peccato partecipa assieme a tutti gli altri con quello originale alle conseguenze nefaste del detto terremoto.

                  (3) Si sono portati argomenti a questa tesi, eppure tu non ne hai avanzato uno solo ad contra ma ripeti le solite tue ossessioni IRRAZIONALI !!!

                  In conseguenza di ciò, vedendo, caro Mentelibera, che ti permetti di prendermi per i fondelli in CASA MIA, ormai ho l’onore di informarti che da adesso in poi ti modero e che questo tipo di atteggiamento tuo che in pratica rifiuta il vero dialogo sarà censurato con assoluta fermezza.

                  Se non ti piace essere moderato, va pure a farti vedere dai greci.

                  In Pace

              • Me ne farò una ragione. E’ il destino di chi pensa con la propria testa . Per esempio è fuor di dubbio che l’intervista a Radio Maria che ha dato l’inizio a tutto questo sia stata strumentalizzata, perchè non conteneva nulal di anomali. Evidenemente però chi è intervenuto contro Cavalc conosceva bene il soggetto ed ha saputo leggere tra le righe le sue parole, ed aveva perfettamente ragione perchè le interviste successive sono molto più chiare.
                Tanto per moderarmi devi almeno leggere quello che scrivo caro Simon…
                Nel purgatorio ti verrà data per condanna quella di insegnarmi teologia, portandomi a prendere 110 e lode, compito che supera largamente l’eternità (ma tanto il tempo non esiste 🙂 )

              • quando uno ha di fronte qualcuno di profondamente disonesto intellettualmente, cosa fare?
                Cacciarlo a pedate nel culo dal blog. E per sempre.

              • grazie Robertino . su 100 commenti questo è stato tuo unico contributo alla discussione . certo è facile pontificare senza sporcarsi le mani nelle discussioni. perché non ci illumini con i tuoi pareri originali , invece di fare il megafono delle idee degli altri ?

          • Però un interrogativo è d’obbligo: se Cavalcoli, alla Radio, si fosse espresso come io mi sono espresso in questo commento https://pellegrininellaverita.com/2016/11/08/in-gioco-ce-lintegrita-della-fede-isola-di-patmos-chiama-croce-via-risponde/comment-page-1/#comment-27700 ci sarebbero stati questi problemi?

            Io difendo Padre Cavalcoli, però forse la scelta delle parole poteva essere più oculata, non credete?

            Senza polemica, sia chiaro.

            • Bisogna poi trovarcisi, caro Giuseppe, nella situazione. Con quel fenomeno di Cruciani che incalza e sa bene come istigare a dire anche quel che non si ha in animo di dire…

              • Anche questo è vero.

                Però è anche vero che Cavalcoli è stato risentito un’altra volta e ha detto “confermo tutto”, senza prendere la palla al balzo per chiarire meglio la questione.

                Ribadisco che mi dissocio anche io dagli attacchi a Padre Cavalcoli, specie quando poi personaggi come Andrea Grillo vengono lasciati agire indisturbati al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo.

        • La questone Cavalcoli è un buon riflesso di quanto avvenuto col Concilio Vaticano II, a parti inverse.

          Infatti sia i fondamentalisti che i modernisti hanno dato la medesima interpretazione del Concilio Vaticano II, identica in tutti gli aspetti (ovvero di un Concilio di rottura totale con il passato, di una “nuova Chiesa”), l’unica differenza è stata il giudizio di valore che ne hanno dato, dove i modernisti ne hanno dato un giudizio molto positivo mentre i fondamentalisti uno negativo. Ma l’interpretazione di rottura totale è la medesima.

          Lo stesso è avvenuto con Cavalcoli: sia i modernisti che i fondamentalisti hanno interpretato (per quanto questi ultimi cerchino di mascherarlo, seguendo altri blogs si vede che l’interpretazione per la quale vogliono spingere è quella enunciata sopra da renatospera) le parole di Cavalcoli come l’affermazione di un Dio crudele e vendicativo, che causa direttamente il male.

          Anche qui, l’unica differenza è stata nel giudizio di valore: i modernisti si sono inorriditi e i fondamentalisti hanno esultato, ma l’interpretazione delle parole del Padre Cavalcoli è identica in tutto e per tutto.

          Inutile dire che sbagliano entrambi, come ho cercato di spiegare nel precedente commento.

          Purtroppo gli estremi si toccano.

    • Memorabili e sommamente istruttive sono le discussioni facebook tra il prof. Sesta ed il prof. Di Blasi (neocollaboratore di Croce-via e autore, tra l’altro, di un innovativo iperdifficile lavoro su “Dio e la legge naturale”)…
      Sull’articolo in questione, per quanto l’autore cada in equivoco su Cavalcoli, in conclusione, ultimo capoverso, è mille miglia più vicino alla Verità delle esegesi balzane alla Galantino.
      La ricentratura cristologica è perfetta, manca solo (ma è peccato veniale di questi tempi), il nostro corrispettivo relazionale alla Misericordia ottenuta col Sacrificio della Croce: pentimento e conversione.

  12. “Oggi, nelle cattedrali e nei santuari di tutto il mondo si chiudono le Porte della Misericordia. Chiediamo la grazia di non chiudere gli occhi davanti a Dio che ci guarda e dinanzi al prossimo che ci interpella. Apriamo gli occhi a Dio, purificando la vista del cuore dalle rappresentazioni ingannevoli e paurose, dal dio della potenza e dei castighi, proiezione della superbia e del timore umani. Guardiamo con fiducia al Dio della misericordia, con certezza che «la carità non avrà mai fine» (1 Cor 13,8). Rinnoviamo la speranza della vita vera cui siamo chiamati, quella che non passerà e che ci attende in comunione con il Signore e con gli altri, in una gioia che durerà per sempre e senza fine”. http://m.vatican.va/content/francescomobile/it/homilies/2016/documents/papa-francesco_20161113_giubileo-omelia-senza-fissa-dimora.html

  13. Per tornare alla “questione terremoti”, fermo restando che chi si pronunzia individuando in questa o quella sciagura un – preciso – disegno di Dio, o lo fa per precisa ispirazione divina (e difficilmente sarà creduto) o è uno scellerato, il Vangelo di questa XXXIII Domenica è piuttosto in tema e ribadisce chiaramente che intervento divino e (anche) accadimenti terreni legati alla natura e non, non sono casuali e possono avere preciso significato.

    VANGELO (Lc 21,5-19)

    + Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
    Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
    Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
    Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
    Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
    Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

    Come ben sappiamo ogni Tempo può riservarci i Segni qui ricordati, discernimento quindi, che la Fine dei Tempi non debba arrivare per noi come il crollo della famosa torre di Siloe, senza che se ne abbia né avvisaglia, né contezza.

  14. @Bariom
    “io ho riportato (a memoria) il contesto di una rivelazione privata… (proverò a trovarne la fonte) solo come spunto di riflessione. Non lo la pongo certo come verità a cui credere tout court.”
    A proposito di rivelazioni private, in un libro sulla famosa mistica Natuzza Evolo, quest’ultima racconta che un giorno gli apparve all’improvviso lo spirito di un defunto a lei sconosciuto, il quale le disse di essere stato in vita un magistrato e di trovarsi all’Inferno. Costui, narra Natuzza, malediva sè stesso per non essersi pentito in tempo. Insomma, era un’anima disperata, non un’anima piena di odio, come invece, secondo te, dovrebbero essere i dannati in quanto tali. Ovviamente, anche io, per usare le tue medeseime parole, non pongo la suddetta rivelazione come una verità tout court; tuttavia, provenendo da una persona che, forse, in futuro sarà dichiarata Beata, penso che essa contenga qualche verità sullo status dei dannati, o quantomeno del dannato in questione.
    Voglio aggiungere un altro elemento alla questione se i dannati vivano o meno di solo odio: nella Divina Commedia, come ben saprai, Paolo e Francesca sono descritti anch’essi come dei poveri disperati, non certo come odiatori implacabili; lo stesso dicasi di altri personaggi dell’Inferno.
    Ora, tu potresti facilmente obiettare che la Divina Commedia è solo un’opera di finzione e che Dante all’Inferno non c’è mai stato nemmeno di striscio. E’ vero, ma io credo però che, come nel caso del dannato che sarebbe apparso a Natuzza, il comportamento dei dannati danteschi ci dica qualcosa di vero sui dannati veri (scusa il gioco di parole 🙂 ).

    “Se l’Inferno è espressione e stato della massima e perenne lontananza da Dio, come potrà in esso esistere qualcosa che anche solo vagamente possa essere definito “amore”?”
    Tu ti chiedi giustamente come vi possa essere amore all’Inferno, che, come sappiamo, è uno stato di massima e perenne lontanaza da Dio, il quale è appunto amore infinito.
    Mi faccio e ti faccio una domanda: chi, in vita, non ama Dio e vive quindi lontano da Lui, è capace o no di amore, di vero amore, verso gli esseri umani, magari solo gli umani più vicini a lui, come un genitore, una sorella, una moglie, un figlio, un amico ecc.?
    In base alla mia personale esperienza, la risposta è sì. Anche un individuo meschino e malvagio, anche un dittatore sanguinario, un criminale ecc. è capace di amare un suo familiare o un suo amico. Mi chiedo pertanto: se è possibile amare i propri genitori, fratelli, moglie, figli e amici anche se si vive lontani da Dio, perché non dovrebbe essere possibile farlo anche quando, una volta finiti all’Inferno, tale lontananza si “cristallizza”, diventa definitiva?

    • Semplicemente perché qualunque forma di amore e di bene si trovi nel cuore dell’uomo anche il più disastrato e ferito dal peccato, viene da Dio e da null’altro. Dio ci ha creati per amore e perché vivendo nell’amore si cui ha reso capace l’Uomo, possiamo amare Lui e i nostri Fratelli con lo scopo ultimo – sarà bene ricordarlo – di conoscerLo e goderne la conoscenza nella Vita Eterna. Chi sceglie per sé l’Inferno con il rifiuto di Dio quale scopo dovrebbe dare ad un qualunque ipotetico amore e come potrebbe esserne capace avendo rifiutato l’unica fonte dell’Amore? Comunque questo tema non è che mi appassioni più di tanto…. Vuoi credere i dannati capaci di amore o di rimpianti e tristezze alla stregua di Dante? Fai pure… Io mi preoccupo più che altro di combattere e chiedere la grazia di non doverlo vedere nemmeno da lontano l’Inferno. ‘Notte.

      • ” Vuoi credere i dannati capaci di amore o di rimpianti e tristezze alla stregua di Dante?”
        Eh sì, sono un romantico.

        “Comunque questo tema non è che mi appassioni più di tanto….”
        Scusami. Se avessi saputo che il tema non t’interessava, non ti avrei chiamato in causa. Ciao.

        • @Max, non ho detto che non mi interessava, altrimenti non avrei scritto nulla…

          Ho detto che non mi appassiona più di tanto quando diviene una sorta di disputa tra quelle che alla fine, per lo più sono congetture…

          Nessun problema quindi.
          Alla prossima 😉

          • Mario, non per romperti le scatole, ma ricordati che mi devi ancora un commento sul sito di Giuliano Guzzo (“Radio Maria, le unioni civili e il terremoto”). 😉

            • @Max, hai ragione, ma alcune risposte richiederebbero tempo se non si vuole rispondere “ad capocchiam” e in questo periodo il tempo “mi manca”… Poi il tempo passa e alcune cose si perdono per la strada. 😉

    • Come ho scritto nell’altro topic, in quest’ultimo periodo sto studiando Maria Simma, una mistica cattolica che aveva gli stessi doni di Natuzza Evolo.

      Riguardo alla salvezza disse

      “Le anime mi hanno detto che tutti gli uomini hanno la stessa possibilità, in punto di morte, di dire “si”. Che essi muoiano dopo lunga malattia o per una pallottola in testa, a tutti sono concessi un paio di minuti per dire quel “sì” al Signore. SOLO se restano ostinatamente legati a quel “no” fino alla fine si danneranno e soffriranno nell’Inferno per l’eternità. Come il Signore non ci costringerà a cambiare il nostro “no”, così Satana non potrà mai cambiare il nostro “sì”. Questa è un’altra ragione per cui non dobbiamo mai giudicare o trarre conclusioni sul destino ultimo di chi muore. Non potremo mai conoscere ciò che avviene fra Dio e quell’anima in quei momenti, anche se abbiamo notato uno stato d’animo relativamente in pace o meno al momento del trapasso.”

      Pagina 71 http://www.mariamadremia.it/public/maria_simma_e_le_anime_del_purgatorio.pdf

      Pertanto il discorso del “non ha fatto in tempo” non mi torna per nulla.

      Probabilmente l’anima si è espressa in quel modo per ingannare e fare dubitare della bontà di Dio. Le anime dell’inferno, come i demoni, non sono affidabili.

      Per quanto riguarda il tuo discorso, Ratzinger nella Spe Salvi, quando parla dell’inferno, parla di “persone che hanno distrutto totalmente in se stesse il desiderio della verità e la disponibilità all’amore. Persone in cui tutto è diventato menzogna; persone che hanno vissuto per l’odio e hanno calpestato in se stesse l’amore. In simili individui non ci sarebbe più niente di rimediabile e la distruzione del bene sarebbe irrevocabile: è questo che si indica con la parola inferno”.

      Poi prosegue parlando dei Santi e della, a suo dire, grande maggioranza di persone che si salva passando attraverso la purificazione.

      Ti ho citato quelle parole perché sembrano abbastanza chiare sullo stato dei dannati, e in effetti sembra parecchio strano che Dio permetta la dannazione di una persona che non sia totalmente irrecuperabile, visto che per lui, a detta di San Tommaso D’Aquino, ogni anima è più importante dell’intero universo.

      Forse quell’anima infernale ha mentito, o forse era una persona di grandi responsabilità nella Chiesa, e che per questa ragione ha ricevuto un giudizio molto più duro.

      A chi più è stato dato più sarà richiesto, e forse Gesù potrebbe avere negato a quest’anima la Grazia della perseveranza finale e del pentimento (che è una Grazia, non un qualcosa che ci si può autoimporre).

      Infatti i cattolici in generale, e i religiosi cattolici in particolare, benché su questa terra abbiano accesso alla Grazia dei Sacramenti sono allo stesso tempo più a rischio di essere giudicati duramente che un induista o anche un protestante, proprio perché ci è stato dato di più.

      Ecco perché ci conviene fare tesoro dei doni che Gesù ci ha donato tramite i suoi Santi, come la rivelazione data a Santa Maria Margherita Alocoque di cui ho parlato nel primo mio post in questo blog (nel topic sul Papa).

      D’altronde non è un caso che Gesù abbia fatto questo doni proprio nella Chiesa Cattolica. Non tanto, e non solo, perché è la vera Chiesa di Cristo, ma soprattutto perché, a differenza delle altre confessioni cristiane e degli altri culti, i cattolici hanno una strada molto più stretta e più facilità a peccare.

      Quei doni di Gesù sono volti proprio ad assicurare, a chi ne farà tesoro, la Grazia di una morte in sua amicizia, ovvero della salvezza.

      • @Giuseppe
        “in quest’ultimo periodo sto studiando Maria Simma, una mistica cattolica che aveva gli stessi doni di Natuzza Evolo.”
        Non conoscevo la Simma. Personaggio interessante.

        “Che essi muoiano dopo lunga malattia o per una pallottola in testa, a tutti sono concessi un paio di minuti per dire quel “sì” al Signore. SOLO se restano ostinatamente legati a quel “no” fino alla fine si danneranno e soffriranno nell’Inferno per l’eternità.”
        Spero con tutto il cuore che la Simma abbia ragione, ma le sue parole mi fanno sorgere i seguenti dubbi:
        1. Dopo la morte, si entra immediatamente in una dimensione a-temporale, dove il tempo cessa appunto di esistere. Com’è possibile, quindi, che ai defunti venga concesso del tempo – due minuti – per pentirsi? Dove lo si prende questo tempo?

        2. A quanto mi risulta, il come si muore è d’importanza fondamentale ai fini della salvezza. Una morte immediata – com’è proprio quella causata da una pallottola in testa – che coglie una persona che si trova in stato di peccato mortale, dovrebbe comportare la dannazione eterna. Così almeno, se non ricordo male, si è espresso più volte il teologo domenicano padre Angelo Bellon nel suo sito “Amici Domenicani”. Non solo, ma non fu lo stesso San Francesco d’Assisi a dire “guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali”?

        • 2) Non solo per questo i Santi (come dovrebbe fare ogni buon Cristiano) pregano: “Da morte improvvisa liberaci Signore”.

          Ci sono anche delle pratiche devozionali secondo le quali Maria si è impegnata ad assicurarci la morte non-improvvisa.

          • Riguardo ai “due minuti”, anche il tempo come lo conosciamo e misuraimo appartiene a Dio… (e per altro i Suoi tempi non sono i nostri tempi).

            Se crede troverà Lui quei “due minuti”… 😉

        • “1. Dopo la morte, si entra immediatamente in una dimensione a-temporale, dove il tempo cessa appunto di esistere. Com’è possibile, quindi, che ai defunti venga concesso del tempo – due minuti – per pentirsi? Dove lo si prende questo tempo?”

          C’e una differenza tra la morte apparente e la morte reale: quest’ultima avviene solo quando c’è la separazione dell’anima dal corpo, ma tale separazione non avviene nell’immediato.

          E anche solo pochi istanti possono fare la differenza. È il motivo, tra l’altro, per il quale nel Catechismo la Chiesa non si pronuncia sulla sorte dei suicidi, sapendo che ad essi il Signore può dare la grazia della salvezza.

          “A quanto mi risulta, il come si muore è d’importanza fondamentale ai fini della salvezza. Una morte immediata – com’è proprio quella causata da una pallottola in testa – che coglie una persona che si trova in stato di peccato mortale, dovrebbe comportare la dannazione eterna. ”

          Trovo difficile da credere che la sorte eterna di una persona possa essere decisa dal fatto di avere avuto una morte improvvisa.

          Quando si parla di morte improvvisa, non va inteso nel senso comune, ma va inteso come “morte priva dell’assistenza di Dio”.

          “Così almeno, se non ricordo male, si è espresso più volte il teologo domenicano padre Angelo Bellon nel suo sito “Amici Domenicani”.”

          No, Padre Bellon ha affermato che non ci sono certezze dalla Scrittura e dalla Tradizione in merito, ma che possiamo comunque sperare nella Misericordia del Signore per chi ha avuto persone care morte improvvisamente in un incidente, per esempio.

          “Non solo, ma non fu lo stesso San Francesco d’Assisi a dire “guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali'”

          Morire in peccato mortale comporta l’inferno.

          Ma bisogna vedere cosa si intende con morire.

          La separazione dell’anima dal corpo non è un evento istantaneo, che coglie le persone impreparate.

          Come dice un cattolico americano che conosco “God doesn’t play gotcha”.

        • Anche questo, Max, può aiutarti a rispondere alle tue domande

          http://www.festadelladivinamisericordia.com/page/g-i-primi-venerdi-del-mese.asp

          “ALCUNI DUBBI

          SE, DOPO FATTI I NOVE PRIMI VENERDÌ CON LE DEBITE DISPOSIZIONI, UNO CADESSE IN PECCATO MORTALE, E POI MORISSE ALL’IMPROVVISO, COME POTREBBE SALVARSI?

          Gesù ha promesso, senza eccezione alcuna, la grazia della penitenza finale a tutti coloro che avranno fatto bene la Santa Comunione nel primo venerdì di ogni mese per nove mesi consecutivi; quindi si deve credere che, nell’eccesso della sua misericordia, Gesù dia a quel peccatore moribondo, la grazia di emettere un atto di contrizione perfetta, prima di morire.”

          Ora, se con la morte la separazione dell’anima dal corpo fosse IMMEDIATA, senza nemmeno uno spazio di istanti o di secondi, ciò sarebbe possibile?

          Chiaramente no.

          È possibile solo perché esiste un “lasso di tempo” tra la morte apparente e quella reale, che il Signore può usare per strappare all’inferno le anime.

          Io consiglio a tutti di fare queste pratiche, così come quella di San Bernardo di cui ho parlato nell’altro topic, perché se normalmente abbiamo solo la “speranza” che il Signore non abbandoni noi e i nostri cari al momento della morte, facendo tesoro di questi doni di Cristo ne abbiamo la certezza morale; per il semplice motivo che ce l’ha promesso lui.

          • Giuseppe, grazie per i chiarimenti e per avermi segnalato il sito sulla Divina Misericordia.

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