Ricentriamo la Finestra Overton (almeno su Croce-Via)

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Siamo stati i primi in assoluto a parlare della finestra di Overton sui blog cattolici più di un anno fa nel nostro post “Legalizzare qualsiasi cosa? Tecnologia “Overton Window”

Ormai siamo tutti sensibilizzati a questa problematica di scivolamento del linguaggio a uso e consumo di chi vuole indurre la massa popolare nell’ignoranza la più crassa immergendola in concetti di per sé falsi e, al meglio, fumosi : tutto ciò con il fine di fa credere loro che la loro libertà è nella schiavitù ai loro vizi e che la violenza contro chi la pensa differentemente dal Pensiero Unico è la “vera” pace.

A poco serve piangere: una volta scoperto il male, ognuno ha da lottare nel proprio piccolo: non è facile, anche il Santo Padre Francesco, eppure così cosciente del problema delle colonizzazioni culturali promosse da satana, a volte ci casca involontariamente, tante sono le cattive abitudini nelle quali siamo tutti “culturalmente” insabbiati.

Prendiamo qui un’iniziativa che speriamo con il tempo e secondo i propri ritmi si dilagherà almeno nel mondo non conformista e belante schiavo del Pensiero Unico: vogliamo fermare molto concretamente lo spostamento della finestra di Overton nel linguaggio usato nel nostro blog da noi stessi e dai nostri utenti.

Il fine ultimo è sempre doppio: estremo rispetto delle persone umane e estremo rispetto dell’intelligenza umana. In altre parole sempre evitare qualunque fraseologia che sia insultante per chicchessia e sempre chiamare le cose con il loro vero nome.

Questo vorrà dire che non passeremo ormai più attraverso scorciatoie per farci “capire” più velocemente, in quanto in realtà queste scorciatoie annebbiano il ragionamento e accettarle vuol dire rassegnarsi a pensare errato, il che è qualcosa che non dobbiamo fare mai per rispetto a noi stessi e per rispetto alla verità delle cose.

Quindi da oggi in poi ci impediremo di usare il termine di “omosessuale”, o “gay” o similia, come sostantivo ma ci limiteremo ad usarlo solo come aggettivo: non possiamo ridurre una persona umana alle sue tendenze, essa è molto più di ciò: senza eccezione tutte le persone umane sono creature all’immagine di Dio stesso ed è in questo che li riconosciamo. Possiamo parlare di persone che hanno “tendenze omosessuali”, ma di certo non possiamo fare aggregazioni fumose: non esiste una razza, o una sotto-razza per alcuni, o una super-razza per altri, composta di “omosessuali”.

Come non possiamo supporre che per definizione chi abbia tendenze omosessuali per forza di cose commetta “atti omosessuali” anche qui non possiamo ridurre una persona umana ai soli atti che commette: ci sono persone con tendenze omosessuali e persone senza tendenze omosessuali che compiono o che non compiono atti omosessuali. Questa sì che è chiarezza di linguaggio che permette un dialogo sano parlando di realtà osservabili nel pieno rispetto di tutte le persone coinvolte!

Il termine “eterosessuale” è bannato  da ora in poi su questo blog: esso non ha nessun senso né in quanto sostantivo né in quanto aggettivo: infatti non corrisponde a nessuna tipologia tipica dell’essere umano, non lo caratterizza in sé. L’essere umano è uomo e donna ed è nella sua natura di avere relazioni sessuali con l’altro sesso. Se proprio in un discorso si desidera parlare di persone che non hanno tendenze omosessuali, allora si scriverà semplicemente che si parla di persone che non hanno tendenze omosessuali: ma lo si farà sempre nell’estremo rispetto di chi ha o di chi non ha tali tendenze.

Come anche ci forzeremo di evitare esplicitamente le categorie usate dalla colonizzazione dell’ideologia del gender denunciata a ragione dal Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia e dal Santo Padre Francesco: parleremo solo di persone di sesso maschile per chi ha cromosomi XY e di persone di sesso femminile per chi ha cromosomi XX.  Che una persona con cromosomi XY si crede una donna, non vuol dire che sia di genere femminile : vuol solo dire che è un uomo che è convinto di essere una donna; uno che si fa operare per rassomigliare ad una donna non è un trans ma è quel che è: un uomo che si è fatto operare per somigliare ad una donna. Questo è sommo rispetto: chiamare le cose con il loro nome perché questa è vera carità.

Ricentriamo tutti assieme questa finestra di Overton: rendiamo di nuovo il nostro linguaggio vero! Esprimete così tutte le vostre variegate opinioni con libertà nel rispetto del significato delle cose attinente al reale che constatiamo. Chiamare un ragazzo svogliato di “creativo” , creando la razza dei creativi, non corrisponde alla verità della sua situazione, non ci aiuta a discutere con lui da adulti e alla fine è sommo disprezzo della sua persona reale in quanto non lo guardiamo davvero in faccia e non lo accettiamo per quello che è.

In Pace



Categories: Cortile dei Gentili, Filosofia, teologia e apologetica, Sproloqui

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77 replies

  1. Uh! Anche io non credo alla esistenza degli eterosessuali e degli/delle omosessuali. Contento di concordare con questo post.

    • beh allora non utilizzare questi termini
      😛
      In Pace

      • Concordo anche io con l’articolo. Il problema delle persone che hanno tendenze omosessuali è che, cattolicamente, non possono avere una vita sentimentale e relazionale, sono praticamente costretti a stare da soli tutta la vita per non peccare, come osservava anche Alex in un articolo di pochi giorni fa.

        Perciò da un lato concordo con l’articolo, però dico anche che il problema, da parte di noi cattolici e dei musulmani, sono le entrate in foro interno nei confronti di quelle persone, che si leggono spesso e volentieri, dimenticandosi che noi non abbiamo nessun merito per essere nati senza quelle tendenze e che non abbiamo nessun merito per il fatto che possiamo avere una vita normale senza doverci sentire in colpa (che poi anche qui è relativo, perché in verità il 98% di ciò che viene fatto dalle persone ***senza tendenze omosessuali*** è un peccato, cattolicamente parlando).

        Per quanto riguarda l’anticonformismo, anch’esso è buono quando non si esagera dall’altro lato. Nel mondo cattolico tradizionalista americano addirittura si leggono robe come questo https://mundabor.wordpress.com/2016/10/12/hillary-is-after-stupid-women-some-inconvenient-truth-about-the-tragedy-of-female-suffrage/#comments dove si afferma che sia stata una disgrazia concedere il diritto di voto alle donne (consiglio di leggere i commenti di quell’articolo, a dir poco deliranti).

        Come al solito la virtù sta nel mezzo.

        Quel blog che ho citato è sicuramente tutt’altro che “conformista”, ma questo non significa che ciò che scrive sia sensato.

        • Ot

          Il che ho linkato ha ragione da vendere sul fatto che l’elezione di Hilary Clinton sarebbe un disastro, ma non certo perché sia una donna, ma per le sue idee e la sua agenda.

          Per il resto quello è un blog delirante, che si consuma nei più brutali attacchi al Papa, quotidianamente.

          Chiuso ot

        • Vincent, ti ho corretto un espressione “genderista” con ***senza tendenze omosessuali***.
          In Pace

        • Nessuno nasce con tendenze omosessuali o ***senza tendenze omosessuali***. La tendenza omosessuale, come anche ***essere senza tendenza omosessuale***, attiene allo sviluppo della personalità, quindi molto successiva alla nascita. Però può svilupparsi anche in età adulta, come pura perversione. In ogni caso il comportamento omosessuale è sempre gravemente colpevole.

          • Non sei chiaro nei tuoi concetti: sia A sia Non A e tertium non datur.
            In Pace

            • Nessuno nasce con tendenze omosessuali. La tendenza omosessuale, attiene allo sviluppo della personalità, quindi molto successiva alla nascita. Però può svilupparsi anche in età adulta, come pura perversione. In ogni caso il comportamento omosessuale è sempre gravemente colpevole.

              • Altra cosa: tu parli di momenti “molto successivi alla nascita”, ma (tralasciando quando la tendenza omosessuale si sviluppa a causa di qualche trauma di vario tipo nell’adolescenza, che è comunque una cosa sulla quale l’individuo non ha controllo, e che sarebbe potuta succedere anche a me) come ti ho già detto questo è irrilevante quando si tratta di bambini che si comportano da bambine ben prima dell’età della ragione.

                Un bambino dalla nascita fino ai 7 anni (più o meno) non può avere “colpe morali” di alcun tipo.

                Perciò dire che “nessuno nasce con tendenze omosessuali” è una, per essere gentili, castroneria, visto che in molti casi sono tendenze che si sviluppano prima dell’età della ragione, e il fatto che poi queste tendenze emergano magari al secondo anno di età o che fossero già destinate ad emergere quando il bimbo era nel grembo di sua madre è del tutto irrilevante.

                Che poi l’omosessualità sia una inclinazione gravemente disordinata (vedi CCC) nessuno lo mette in dubbio, ma questo è ben lungi dal formulare giudizi morali sulle persone che ne sono affette.

                Poi ribadisco, puoi anche darli questi giudizi, del resto come ho scritto qui https://pellegrininellaverita.com/2016/10/15/ricentriamo-la-finestra-overton-almeno-su-croce-via/comment-page-1/#comment-27006 è una tendenza di molti cattolici conservatori quella di condannare anche il peccatore insieme al peccato. Si sa che i cattolici conservatori hanno ben poca simpatia per la misericordia di cui parla sempre il Papa e preferiscono una giustizia di stampo dipietrista.

                Fate pure, però leggendo la lettera di Giacomo 2,12-13 (” parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà avuto misericordia. La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio” ) starei poco tranquillo se fossi in voi.

                Vi conviene essere davvero irreprensibili e non sgarrare su nulla, ma su proprio nulla di nulla eh, perché la Parola di Dio dice che quelli come voi saranno giudicati secondo Giustizia e non secondo Misericordia.

              • Si fra 100anni ma tu hai scritto “Nessuno nasce con tendenze omosessuali o ***senza tendenze omosessuali***” : cioè spiegami, nasce come? C”è una terza possibilità?

                “La tendenza omosessuale, come anche ***essere senza tendenza omosessuale***, attiene allo sviluppo della personalità”: su questo tenderei ad essere d’accordo, modulo quel che ci mettiamo nel concetto di “sviluppo della personalità”.
                In Pace

          • Se sia “sempre gravemente colpevole” non sta a te giudicarlo, Frà centanni; mi spiace.

            In ogni caso ho visto dei bambini che ben prima dell’età della ragione si comportavano come se fossero bambine in tutto e per tutto, queste persone non sono più colpevoli delle loro tendenze di quanto lo sia uno che nasce cieco.

            Riguardo al comportamento, beh, spiegaglielo tu a loro che mentre io e te possiamo avere una vita sentimentale, sessuale, e possiamo amare ed essere amati, a loro questo non sarebbe concesso perché sono nati in questo modo e quindi o stanno da soli tutta la vita oppure il nostro Dio li manda all’inferno (che è quello che pensi tu).

            Spiegaglielo e poi mi dici cosa ti rispondono.

            E riguardo a questo

            “Però può svilupparsi anche in età adulta, come pura perversione”

            Sai, Frà centanni, magari sono io che non capisco nulla, ma credo che normalmente un uomo, se tra Belen Rodriguez e il macellaio all’angolo preferisce il macellaio, è perché c’è qualcosa che non va, non certo per il “gusto della lussuria”.

            In genere le persone con tendenze omosessuali sviluppano tali tendenze o fin da prima dell’età della ragione o in seguito ad alcuni traumi nell’adolescenza.

            Nella maggior parte dei casi non “scelgono” affatto di farsi piacere gli uomini, così come io NON ho scelto che mi piacessero (anche troppo) le donne.

            Perciò riguardo al fatto che il comportamento omosessuale sia sempre gravemente colpevole io sospendo il giudizio.

            Tu sentiti pure in diritto di emettere dei giudizi in merito, ma a tal proposito ti ricordo Matteo 7,1-2

            • Sottoscrivo tutto l’intervento di Vincent… possiamo pure scrivere “tenenze omosessuali”, ma la realtà cambia poco. Ci sono uomini che hanno totale rigetto per le donne (uno che conosco una volta mi ha detto scherzando di essere così “tendente omosessuale” che non voleva nascere per non passare da lì nemmeno una volta, e la mamma ha dovuto fare il cesareo 🙂 ) fin da bambini, e in questi casi non c’è nessuna problematica psicologica nella crescita. Sono nati così, punto.Si suppongono squilibri ormonali nel feto, variazioni genetiche… ad oggi non si sa, ma che ci sia in questi casi una forte componente biologica è evidente.
              Per questo, molto meglio sarebbe sospendere il giudizio sull’uomo e lasciarlo al Figlio.
              E’ anche più prudente tra l’altro… visto che su questo Nostro Signore si è espresso piuttosto chiaramente.

              • La realtà cambia poco, Alex, questo è vero nel cortissimo tempo.
                In realtà è lo sguardo che cambia: non identificando un essere umano alla sola componente delle sue preferenze sessuali in realtà gli rendiamo uno spazio di libertà nelle nostre menti. Se lo chiamo omosessuale lo riduco a questo e debbo spiegare a tutti perché sarebbe un umano come gli altri al lavoro o altrove.
                Se lo chiamo come il Catechismo lo chiama, una persona con tendenze omosessuali è chiaro che il mio sguardo si concentra sul suo aspetto umano e la qualità del suo lavoro a prescindere dalle sue preferenze.
                In Pace

              • Si ma questo è chiaro, sarà perché io non ho mai identificato una persona solo con le sue tendenze che questa distinzione semantica mi pare non necessaria, ma se il blog ha stabilito così mi adeguo; anche perché è vero che, dall’altro lato, c’è chi identifica un essere umano con le sue preferenze sessuali.

                • Sì Vincent: c’è anche un altro aspetto ed è che il fatto di voler cambiare la realtà delle denominazioni potrà essere tra non poco un’immensa zappata sui piedi. Infatti se abbiamo una “razza” a parte, un effetto perverso potrebbe essere di fare dell’eugenismo per eradicarla violentemente e questo noi cristiani non possiamo permetterlo: meglio prevenire che guarire.
                  Ogni volta nella storia che un gruppo umano eccede nell’hybris andando contro la natura delle cose, come è il caso dell’ideologia del gender e chi la sostiene, qualche anno o decennio dopo sempre si ritrovano ad essere eliminati violentemente: chi di spada ferisce di spada perisce.
                  In Pace

              • Ok Simon, capisco il tuo discorso… infatti non ho mai identificato nessun uomo secondo preferenze sessuali, idee politiche, colore della pelle, fedi religiose. Per semplicità ho però sempre usato vocaboli come omo…o eter, comunista o liberale, nero o bianco, cristiano o buddista.
                Quello che semmai mi lascia prerplesso è limitare la censura solo al dominio sessuale. Con llo stesso criterio lo si dovrebbe applicare sempre. Perchè purtroppo l’incasellamento mentale (spesso involontario) parte anche su fede religiosa idee politiche o altro.
                Ma essendo a casa d’altri, mi adeguo alle regole 🙂

                • Concordo con te per dire che il Pensiero Unico globale è diffuso in molti campi: qui abbiamo voluto prendere l’ispirazione da Papa Francesco stesso, da Amoris Laetitia e dai documenti dei Sinodi dei vescovi sulla Famiglia che, tutti, hanno cominciato a denunciare sempre più vocalmente la colonizzazione ideologica operata tramite l’ideologia del Gender chiaramente identificata come suggestione satanica.
                  Tutto qui.
                  Se però, individualmente, questo sforzo ti rende cosciente che altre espressioni che tu utilizzi regolarmente nella vita quotidiana sono in realtà anche esse l”espressione del Pensiero Unico, sei benvenuto a non utilizzarle.
                  In Pace

          • fra’ Centanni:
            Non c’è alcun elemento che possa far affermare ciò con sicurezza. Anzi, a fronte di un accertato elemento psicologico, che possa concorrere a far maturare nella crescita di un ragazzo delle tendenze omosessuali, si suppone che in alcuni casi possano esserci precise cause organiche (squilibri ormonali durante lo sviluppo del feto, ad esempio) che portino a un tale comportamento. Se così fosse, in questi particolari casi, non si tratterebbe più di “tendenze omosessuali”, come dice Simon, ma di un problema biologico (da accettare o curare, ma qui si entrerebbe in un altro discorso).

  2. “Che una persona con cromosomi XY si crede una donna, non vuol dire che sia di genere femminile : vuol solo dire che è un uomo che è convinto di essere una donna; uno che si fa operare per rassomigliare ad una donna non è un trans ma è quel che è: un uomo che si è fatto operare per somigliare ad una donna.”

    Ad esempio, questo è indubbiamente vero, lo avevo scritto anche io pochi giorni fa https://pellegrininellaverita.com/2016/10/06/blog-dei-blogs-breve-rassegna-web-41/#comment-26820

    Quello che, ribadisco, è importante, è non condannare il peccatore mentre si condanna il peccato. Bisogna fuggire dalle due tendenze estreme, quella modernista che credendo di fare il bene del peccatpre finisce con l’amare anche il peccato delle persone con tendenze omosessuali, e quella conservatrice che travalica l’odio per il peccato finendo con il condannare anche il peccatore (praticamente nel mondo cattolico conservatore l’equazione è materia grave = peccato mortale, per dire).

  3. Sono reduce da un corso sulla legge Cirinnà. Se sapeste che uso sconsiderato della neolingua fanno le varie corti di giustizia… uno su tutte : “matrimonio eterosessuale” vs. “Matrimonio di persone dello stesso sesso”. Oh, mai che si trovi questa parolina magica: COMPLEMENTARIETÀ. Mai!
    Chissà come mai…

  4. Grazie, Symon, ci voleva. Gridiamolo dai tetti, anche virtuali.

  5. Sono contento di apprendere che la libertà di espressione non è più un problema per le persone di questo blog , e che quindi a famosa legge contro l’omofobia sarebbe perfettamente legittima, perché permetterebbe di evitare espressioni improprie.
    Prendo atto inoltre che su questo blog non si censurano frasi ingiuriose e profondamente incivili ed offensive contro chi ci scrive (e Vincent lo può testimoniare) ma si censurano espressioni contenute in tutti i vocabolari di lingua italiana ed entrate a far parte dell’uso quotidiano.
    Tutte le lingue sono fatte di convenzioni. Ed in tutte le lingue vengono utilizzate forme contratte per definire concetti complessi, e tutti capiscono esattamente cosa si voglia dire. Basta definirlo prima e tutti sanno di cosa si parla.
    Io sono mancino, ma forse sarebbe più corretto dire “persona con tendenza ad utilizzare prevalentemente ma non esclusivamente la mano sinistra”, perchè mancino può significare che uso solo la mano sinistra.
    Oppure , parlando dell’aborto, dovremmo sempre dire “interruzione volontaria di gravidanza”, visto che l’aborto può avvenire in vari modi, alcuni naturali o involontari.
    Oppure sarebbe ora che invece di migranti parlassimo di “persone in fuga da zone colpite da guerre o carestie” , visto che a migrare sono anche gli uccelli.
    Cosi facendo saremmo quindi costretti a scrivere che “una donna con tendenze omosessuali e tendente ad utilizzare prevalentemente non esclusivamente la mano sinistra , in fuga da una zona colpita da guerra o carestia, ha messo in atto una interruzione volontaria di gravidanza”, invece di dire semplicemente che “ una migrante lesbica mancina ha abortito”.
    La vera finestra di Overton è quella che si cerca di mettere in atto con queste inutili esagerazioni da maestro elementare che bacchetta i suoi studenti usando la matita rossa e la matita blu.
    Si è partiti dal “potete scrivere ciò che volete”, poi “potete scrivere ciò che volete ma non lo dite troppo lungamente” , poi “potete scrivere ciò che volete ma che non sia troppo lungo e troppo ripetitivo” , poi “potete scrivere ciò che volete ma non potete questo elenco di espressioni”, etc etc. Fino a quando non arriverà l’ultima fase : Su questo blog ci scrive solo chi dico io. Che poi vorrei sapere che fine hanno fatto gli altri moderatori.
    Tutto questo va a scapito della normale libertà e velocità di espressione e lo pagano ovviamente coloro che pur avendo le loro idee (condivisibili o meno) usano un linguaggio più diretto, come me o Cent’anni, ma in realtà tutti.
    Nessuno , oltre me , è in disaccordo ?

    • “Migrante lesbica mancina ha abortito” è un’espressione accettabilissima: non c’è infatti identificazione sostanziale (sostantivo) quindi razzista, ma solo accidentale (aggettivo) con le sue tendenze.
      Parlando dell’aborto volontario, io proporrei un’altra perifrasi: infanticidio prenatale oppure uccisione di un innocente dalla propria stessa madre o qualcosa del genere: questo sarebbe molto più pertinente.
      In Pace

      • E se invece fosse “Migrante Omosessuale Mancina ha abortito” non la capirebbe nessuno?

        • Il problema, ma lo sai benissimo non è capire o farsi capire, ma di usare di concetti che non siano fumosi: se si utilizzano concetti fumosi non si fa avanzare il discorso, in realtà ci si impedisce di capire.

          Davvero identificare una persona umana alle sue tendenze non è rendere giustizia a questa persona: dire di una persona che è un cleptomane, restiamo onesti, condanna questa persona e la fissa in una tendenza, la cleptomania. Tendenza che non esaurisce tutta ricchezza di una persona umana.

          Lo stesso discorso vale con gli atti: se qualcuno ruba è un ladro nel suo atto di rubare che ovviamente si protrae fino alla restituzione del bene rubato, ma sarebbe somma ingiustizia chiamare ladro chi ha restituito o chi; avendo tendenze cleptomaniacali, si sia sforzato di non rubare.

          La frase che hai uscito “Migrante Omosessuale Mancina ha abortito” (e qui debbo correggere il mio precedente intervento dove ho erroneamente considerato OK il termine lesbica, e ti ringrazio di avermelo fatto notare: a questo serve il dialogo costruttivo) è una frase veramente orribile in quanto metti etichette definitive su persone umane reali. Io ti proporrei di dire semplicemente “una persona migrante mancina con tendenze omosessuali ha trucidato il proprio figlio nel suo grembo”: questa frase esprime fattualità e non identifica la persona alle tendenze o al proprio atto, come direbbe ad esempio “un’abortista ha migrato dalle parti nostre” oppure “un’infanticida prenatale ha migrato”.

          Spero essermi fatto capire lavorando sui tuoi esempi: se non ci sono riuscito… tanto peggio.
          In Pace

          • Ma io ho capito benissimo quello che vuoi dire.

            Sai bene che gli aggettivi usati come sostantivi fanno parte della lingua italiana e si chiamano aggettivi sostantivati. Il loro signficato dipende dal contesto della frase. Per questo se si parla di alimentazione esistono i vegani , se si parla di intolleranze alimentari i celiaci, se si parla di colore della pelle i bianchi ed i neri, se si parla di calcio i romanisti e gli juventini. Quando invece si usa uno di questi aggettivi sostantivati in un contesto diverso, si forza il loro significato (Es: un extracomunitario ha rubato una macchina, invece di dire un ladro ha rubato una macchina).

            Quindi quando si parla di sessualità è perfettamente lecito utilizzare l’espressione “omosessule” per definire chi ha una invincibile ed esclusiva tendenza affettiva ed attrattiva verso il proprio stesso sesso fisico. Si tratta di una semplice descrizione della realtà , posto che stiamo parlando di una caratteristica che coinvolge inequivocabilmente centinaia di milioni di persone di tutte le razze, religioni e nazioni. E’ molto riduttivo ed evidentemente falsificante della realtà ritenere che queste persone abbiano una effettiva capacità di controllo dei propri sentimenti e attrazioni, posto che tale caratteristica ancora oggi è tutt’altro che comoda e non di rado porta ad emarginazioni giovanili pesantissime.

            Mia figlia soffre di sprue celiaca, pur appartenendo a quel 10% di persone che non hanno i marker genetici della celiachia. Proprio per salvaguardare i casi come il suo, anche in mancanza di certezze future circa l’effettiva identificazione di nuovi marker genetici, lo Stato Italiano ha deciso di assegnare lo status di “celiaco” non in base ai marker, ma in base al sintomo conclamato (che per i celiaci significa un danno conclamato ai villi intestinali, quando mangiano alimenti contenenti glutine, esempio tutti i derivati del grano o del malto). Naturalmente è stato possibile identificare questo danno soltanto da quando esiste una analisi gastroscopica accurata, cioè da una 30ina di anni , il che non significa che fino 30 anni fa non esistevano questi casi, ma solo che non si poteva identificarli con certezza. In base al suo status, che il ministero definisce come “definitivo” (non guaribile) , gli viene assegnata una serie di esenzioni più una piccola somma mensile per l’acquisto di alimenti cereali senza glutine. Ovviamente per lo Stato quindi mia figlia è celiaca, pur essendo geneticamente identica a tutti noi.

            Come non vedere una attinenza tra il suo caso e quello di cui discutiamo? E’ oggettivo che esistano milioni di persone con tendenza esclusiva di tipo omosessuale, e chiamarli omosessuali, in un contesto di discussione, è perfettamente comprensibile, seppur capisco la tua avversità ideologica (più che logica) su questo punto. Anche in questo caso dal punto di vista genetico non esistono differenze, almeno per quello che sappiamo fino ad oggi. Ma è sufficente a dire che non esistono casistiche innate ? Mi sembra che l vita concreta di tante persone (si parla come dicevo prima di milioni) non possa essere bana

            Spero ora di aver chiarito anche la mia di posizione.

            P.S. In ogni caso visto che l’argomento è controverso a livello mondiale, e che persino il Papa ha utilizzato il termina contratto “gay”, non mi sambra davvero il caso di moderare espressioni di uso comune su cui tutti , ormai, siamo daccordo e che servono a mantenere più vive e leggibili le discussioni. Peraltro numerosi siti cattolici usano senza mezzi termini queste espressioni , e non per questo approvano questi comportamenti. Certo si può sempre parlare in modo più completo, e quando serve di distingure una persona con sentimenti ed attrazioni omosessuali da una con comportamenti omosessuali, si può sempre distinguere. Ma deve essere una libertà, non una imposizione . Altrimenti la quantità di definizioni censurabili diventa infinta, il vostro lavoro di moderatori impossibile, e la libertà di espressione di ogni singola persona, con i suoi sacrosanti limiti anche culturali, pesantemente lesa. Non tutti possono essere filosofi o teologi, ma tutti hanno diritto di esprimere le loro idee cosi come sanno senza offendere nessuno, secondo me.

            • Certo Caro Mentelibera, ma per me e per chiunque è sensibile alla colonizzazione ideologica del gender, tra cui anche Papa Francesco, l’uso del termine “omosessuale” è terribilmente offensivo per le persone considerate anche se non se ne accorgono.

              Quindi dato che su questo blog non vogliamo offendere nessuno in conoscenza di causa, staremo tutti attenti a non utilizzare questi termini impropriamente: se ti scoccia non esitare a non scrivere sull’argomento qui, tanto parliamo anche di tanti altri soggetti molto più interessanti.

              Quanto al termine “eterosessuale” è un non concetto in sé e pura invenzione dell’ideologia in questione ed è per giunta offensivo per me in quanto essere umano in quanto non voglio essere ridotto ad una sola dimensione della mia personalità, per giunta quella relativa alla riproduzione della specie: grazie per capirlo e evitare di offendere chi non si considera solamente uno stallone o una giumenta.
              In Pace

    • Per Mentelibera

      “Prendo atto inoltre che su questo blog non si censurano frasi ingiuriose e profondamente incivili ed offensive contro chi ci scrive (e Vincent lo può testimoniare) ma si censurano espressioni contenute in tutti i vocabolari di lingua italiana ed entrate a far parte dell’uso quotidiano.”

      Ma vedi, Mente, tutte le cose che hai scritto nel tuo post le ho pensate anche io, ho evitato di stare li a dirle per evitare un’altra polemica inutile. 😀

      Poi, vabbè, poco tempo fa sono stati pubblicati dei post nei quali gli ” uomini con tendenze omosessuali” vennero definiti, da un certo utente, dei “depravati pervertiti dediti solo al piacere fino alla narcosi”, perciò meglio sorvolare.

    • Sia quel che sia, per scrivere qui questo è richiesto. Non è facile per nessuno, sottoscritto in primis, ma lo faccio volentieri anche come esercizio che posso poi riproporre esternamente.
      non è la prima volta che mi capita di spiazzare semplicemente dicendo “la verità” cioè usando un linguaggio simile a quello che Simon richiede qui. Anzi, ad alcuni ha dato pure fastidio che non riconoscessi in loro la tendenza omosessuale come l’integralità della loro personalità; attenzione, non si sono sentiti offesi (come è possibile offendersi se uno ti dice che sei più grande di qualsiasi tendenza tu senta!), ma prorpio spiazzati, quasi arrabbiati per non averci mai pensato…

      • Veramente, dato il dibattito mondiale sul tema, dubito che si possa definire la “verità” com la V maiuscola. C’è vero contrasto tra quello che teoricamente enunciato su base genetica , e quello che tutti possono facilmente riscontrare conoscendo queste persone, in tutte le fasi della loro vita, e non può essere ignorato solo facendo riferimento alle scritture perchè secondo me c’è il serio rischio che l’interpretazione che è sempre stata data delle scritture stesse non sia totalmente corretta.
        In genere quando un fatto sembra contraddire una teoria, si cerca prevalentemente la falla nella teoria e non nel fatto, e questo vale per tutto. Guarda caso per le tendenze sessuali si cerca invece sempre di far collimare i fatti alla teoria.
        In ogni caso non è certo una parola che cambia le cose, e come dicevo prima allora dovremmo usare linguaggio appropriato sempre, in ogni espressione , che si tratti di migranti in fuga dalle zone di guerra o carestia o di interruzione volontaria di gravidanza.
        Sinceramente questo punto mi pare , diciamo la verità, una “fissa” di Simon, se così si può definire, che alimenta un dibattito che non arriva da nessuna parte, tanto il nodo è l’involontarietà più che l’innatismo, e certamente non è parlandoci addosso sulle terminologie che risolveremo questo problema millenario.

        • La questione in questo caso mi pare invece interessante. Qui non è questione di scritture (figurati), ma nemmeno di Verità (notato come l’ho messa fra parentesi?). Qui è questione che oggi si è nominalisti e pertanto gli aggettivi sostantivati divengono sostantivi e soprattutto divengono descrizione necessaria, chiara e distinta di quello che invece non è affatto.
          Della serie: qui grazie al nominalismo passiamo dal far intendere “sono omosex” non più come “ho tendenze omosex” (un conto è essere, un conto è avere…) bensi “sono nato omosex”, cosa che oltre a non poter essere vera (gene non ce n’è), è comunque -anche se vista in senso lato – una parte molto parziale dei motivi per cui uno ha queste tendenze.
          Ma oggi giorno quello che serve è che passi l’innatismo. E allora se il mio usare la lingua italiana in modo sensato significa dare spago al nominalismo io non ci sto, piuttosto forzo la lingua e solo su questo aspetto perché è su questo aspetto che stanno variando i significati intriseci ad una espressione.
          That’s it.

        • Il dibattito mondiale sul tema è puramente ideologico e dettato dal Pensiero Unico genderista: rifiutare di usarne il linguaggio è partecipare allo stesso dibattito con la capacità di aprire nuove prospettive (cf. gli insegnamenti di Papa Francesco in AL)
          In Pace

  6. Ciao Simon, sono Alex; scrivo ma sul sito non compaiono gli interventi… c’è qualche problema?

    • Non capisco, controllo io Alex!
      PS: adesso sono online.

    • Trovato il motivo: i commenti entrano direttamente in moderazione se compaiono queste parole:

      omosessuale
      omosessuali
      gay
      eterosessuale
      eterosessuali

      Quindi semplicemente bisogna avere pazienza di un ok da parte di uno dei moderatori. 🙂

      • Auguri e buon lavoro… 😛

        Nel senso che ce ne sarà da moderare, anche quando i termini “omosessuale” e “omosessuali” vengono usati correttamente.

        • E infatti anche il mio è in moderazione…

        • Per l’appunto… discuterò della cosa con Simon, per ora è così. 🙂

          • Sto cercando un modo di differenziare un sostantivo da un aggettivo: faccio alcune prove supplementari. Vediamo come filtra.
            In Pace

        • Penso caro Bariom, che fare uno sforzo per rendere il nostro linguaggio più vero e quindi più rispettoso della realtà, compresa quella umana, valga la pena di un po’ di lavoro supplementare nel nostro piccolo.
          In Pace

          • non capisco perchè su questo blog si vada tanto per il sottile, quando fior di pubblicazioni cattoliche come il Bollettini parrocchialie dell’ arcidiocesi di Vienna , supervisionatpo dal card. schoenberg non solo parlano di “famiglia ” per una coppia formata da due genitori dello stesso sesso ma stampano an che la testimonianza felice di una di queste famiglie “moderne” perfettamente integrate nella vita della Chiesa. due papà e un figlio adottato.
            We are family. Noi siamo famiglia.

            la neolingua orwelliana non ha bisogno di inventarsi nuove parole basta applicare quelle vecchie
            in un nuovo modo.

            https://www.osservatoriogender.it/

            • Da qualche parte bisogna pur cominciare: invece di lamentarci in modo sterile già facciamo noi questo sforzo nel nostro piccolo.
              Un linguaggio corretto aiuta a formulare un pensiero retto.
              In Pace

              • Penso che una delle cose che rende un certo tipo di cattolici antipatici a tutti sia l’appropriarsi delle parole. Vi sono parole di uso comune e generico che sono state occupate ormai da anni e diventa incomprensibile capire perchè dovrebbero avere significati così specifici.
                Prima si è cominciato con il termine “natura” o “naturale”, ora si prosegue con la definizione di “famiglia”.
                Ci si appropria di questi termini sottraendoli agli altri che hanno diritto di utilizzarli ed innalzando un inutile muro di divisione che sottrae a tutti la possibilità di riflettere senza giudicarsi.
                Tralasciando il significato di famiglia dal punto di vista della classificazione biologica di piante o animali, e magari anche la famiglia intesa in senso mafioso, esiste una definizione generica del termine :
                La famiglia è un nucleo sociale rappresentato da due o più individui che vivono nella stessa abitazione e, di norma, sono legati tra loro da rapporti di parentela o di affinità.
                Il termine “famiglia” procede dal latino famīlia, “gruppo di servi e schiavi patrimonio del capo della casa”, a sua volta derivato da famŭlus, “servo, schiavo”. Nella famīlia romana erano inclusi anche la sposa e figli del pater familias, dal momento che legalmente appartenevano a lui.
                Nei paesi sviluppati una famiglia è definita in modo specifico come un gruppo di persone affiliate da legami di consanguineità (discendenza da progenitori comuni), oppure da legami acquisiti e riconosciuti dalla legge per la presenza del vincolo del matrimonio o di una unione civile, o per una adozione, oppure per un legame sorto de facto in virtù di una convivenza.
                In genere gli antropologi propongono che questa nozione di “consanguineo” sia intesa in senso metafora. dal momento che esistono molte società nelle quali la famiglia viene intesa con concetti diversi da quelli del sangue

                E’ evidente che il termine famiglia non seguito da un aggettivo qualificativo non voglia descrivere nulla di concreto. Sono famiglia due sorelle anziane rimaste a vivere da sole, sono famiglia una padre vedovo con i suoi due figli. Ma per molti versi sono famiglia, l’uomo per altro , anche persone conviventi non legate da vincoli di parentela ma legati da rapporti affettivi e di muta assistenza e solidarietà. Questa è la famiglia generica.
                Poi esiste la famiglia cristiana, che è appunto quella formata da un uomo , una donna ed i figli.
                Tutto questo articolo è stato incentrato sul fatto che non si potesse genericamente parlare di ***persone con tendenze omosessuali*** , ma si dovesse dire “tendenza alla omosessualit” . Poi però quando si parla di famiglia, allora non servono più distinzioni ulteriori e la parola da sola serve per definire.
                Invece basterebbe ammettere che indubbiamente le famiglie sono di tanti tipi , spesso contro le regole della fede (ed è un fatto, basta entrare in una qualsiasi casa e si troverà una famiglia concreta, pur con tutti i suoi limiti) , ma che esiste un solo tipo di Famiglia Cristiana.
                Questo sarà innegabile da tutti, che siano atei o musulmani, mentre invece negare dal punto di vista etico a chi si sente genericamente famiglia di chiamarsi appunto “famiglia” è una presunzione che porta alla divisione.

                • Già ma noi semplifichiamo le cose: famiglia come termine generico è un uomo e una donna sposati con o senza figli. Aggettivi come famiglia allargata per includere i nonni e gli zii ed i cugini eccetera vanno anche bene. O famiglie ricomposte se ci sono divorziati risposati.
                  Tutte le altre tipologie sono unioni, unioni con figli o con bambini, unioni con aggettivi quanto se ne vuole: non si induce cosi nessuno in errore. Lasciamo i legalismi nominalisti ai farisei che si nascondono dietro le leggi civili che non hanno ormai più nessuna autorevolezza morale: restiamo fattuali e non mischiamo le carte in tavola.
                  In Pace

                • “… esiste una definizione generica del termine:” che riporti in corsivo, presa da dove?
                  Solo per capire…

                • Perché guarda caso, su altre fonti possiamo trovare:

                  “La parola italiana famiglia deriva dal latino familia, letteralmente l’insieme dei famuli, coloro che hanno un rapporto di dipendenza dal capo famiglia, il paterfamilias.

                  In epoca arcaica, nel concetto latino di familia si sovrapponevano e convivevano la familia iure proprio e la familia domestica.

                  La prima non era basata sulla parentela ma su vincoli di tipo politico-economico e religioso; la seconda si fondava sulla consanguineità. Il paterfamilias era il capo assoluto di entrambe. Egli disponeva, come di cose di sua proprietà, non solo dei beni e dei servi, ma anche della moglie e dei figli.

                  Più tardi, la familia perse importanza come entità politica e divenne patriarcale, con più generazioni di consanguinei sotto lo stesso tetto. Il potere del paterfamilias sui familiari fu limitato per legge. Per familia s’intendeva allora l’insieme degli schiavi che appartenevano allo stesso proprietario.

                  Durante il Medioevo l’influenza del Cristianesimo e il sacramento del matrimonio mutarono sia la struttura della famiglia che il significato della parola.

                  Per l’antropologia e la sociologia moderne, la famiglia è un gruppo sociale fondato sul legame matrimoniale. Ha come nucleo i coniugi e i loro figli, ma può estendersi anche ad altri parenti. Si caratterizza per l’esistenza di una rete di vincoli, divieti e diritti affettivi, legali, economici.

                  La definizione stretta di famiglia, usata in demografia nei censimenti, comprende i parenti che coabitano con la famiglia nucleare. La definizione estesa di famiglia, che usiamo tutti i giorni, comprende invece anche i consanguinei non coabitanti fino a un certo grado di parentela.

                  Resiste ancora in certe zone e in certe classi sociali la tradizione della famiglia patriarcale, in cui diverse generazioni di parenti abitano sotto lo stesso tetto. La mobilità geografica e sociale, il mutamento del ruolo della donna, l’aumento dei costi della gestione familiare, la crisi della natalità e il divorzio stanno creando oggi nuovi tipi di famiglia.

                  La famiglia di fatto è formata da genitori non legalmente sposati. La famiglia monoparentale o spezzata è composta da un solo genitore e dai figli; mentre la famiglia multipla può comprendere i coniugi, i figli nati dal loro matrimonio e quelli nati da altre relazioni precedenti. A questa compagine si possono aggiungere gli ex coniugi e i loro partner attuali.

                  La famiglia nucleare monogamica di tipo occidentale, a prevalenza maschile o ad autorità paritaria, non è l’unico modello familiare esistente. Vi sono strutture familiari matrilineari in cui la prevalenza è femminile, e strutture poligamiche in cui si pratica il matrimonio multiplo che possono essere poliginiche, cioè con più mogli per un solo marito, o poliandriche, ossia con più mariti per una sola moglie.
                  http://www.educational.rai.it/lemma/testi/demografia/famiglia.htm

                  Dove guarda caso è ribadito il concetto di parentela data da consanguineità derivante da precisa genitorialità… certo con il passar del tempo il concetto è divenuto omnicomprensivo per cui nella famiglia entra “di tutto” (e in taluni Comuni italiani, persino il singolo è considerato “famiglia”), ma questo appartiene alla deformazione o vuota generalizzazione dei termini di cui si sta parlando.

                • Visto che Mentelibera si è autodefinito cattolico penso che sarà d”accordo di riferirsi a Papa Francesco in Amoris Laettia nel suo punto 9 per la definizione di famiglia:

                  9. Varchiamo dunque la soglia di questa casa serena, con la sua famiglia seduta intorno alla mensa festiva. Al centro troviamo la coppia del padre e della madre con tutta la loro storia d’amore. In loro si realizza quel disegno primordiale che Cristo stesso evoca con intensità: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina?» (Mt 19,4). E riprende il mandato del Libro della Genesi: «Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne» (Gen 2,24).

                  In Pace

              • Quindi concordate con me che il termine è generico . Ovvio che qui quando si parla di famiglia si intende in genere la famiglia cristiana, ma è una convenzione di linguaggio, esattamente come nel caso famoso delle tendenze omosessual :-). Chi di convenzione ferisce di convenzione perisce !
                In ogni caso la famiglia è anche e sopratutto una “unione affettiva”, anche se generalmente esiste tra consanguinei o parenti acquisiti per il matrimono. Ma non necessariamente, pensiamo ai figli adottati. (ha cominciato Gesù : Maria questo è il tuo figlio, etc etc).
                Quindi il legame di sangue non è necessario anzi…non è proprio un vincolo (che legame di sangue si ha con i parenti della moglie o del marito ?)
                Inoltre quante volte nella nostra vita abbiamo sentito l’espressione da parte di qualcuno che diceva : la mia vera famiglia sono stati i miei zii che mi hanno aiutato e allevato (mia suocera, la madre della mia amica , etc etc) .
                Quindi esiste una famiglia “legale” (quella dello stato di famiglia ) e persino una famiglia “percepita” a valle della vita vissuta da ognuno, anche le più strane.
                Spesso coincidono , ma qualche volta no. Questa è la vita vera.
                Mi spiace che io vi riporti continuamente alla realtà, ma realtà è dove Dio ci ha collocati .
                Non ci ha messo sulla montagna ad ammirare la sua trasfigurazione, ma davanti a noi che volevamo piazzarci li con tre tende ci ha detto : scendete dalla montagna e andate nella realtà a sporcarvi le mani con la vita reale delle persone! Altro che teoria!
                Si fa presto a dire “Famiglia” criticando le famiglie degli altri.
                Parliamo di Famiglia Cristiana se non vogliamo essere fraintesi, e sopratutto VIVIAMO come famiglia cristiana, e gli altri guarderanno la Famiglia Cristiana come luce di questa società, cercando di far coincidere la propria famiglia generica con l’esempio concreto che porteremo.
                Salve.

                • No no: parliamo di famiglia come il Creatore la crea (cf. Papa Francesco citato qui sopra), mica di cristiana o non cristiana.
                  Poi il nostro peccato ne crea di sotto-variazioni pe le quali l’aggiunta di un aggettivo è appropriato eppoi ci sono le caricature alle quali il termine “famiglia” non va da essere appioppato.

                  Comunque rinrazio tutti coloro che hanno permesso questo discussione che ci permette un pochino di liberarci dalla ganga malvagia dell’ideologia del Gender.
                  In Pace

                • @Mentelibera, della *realtà* nostra (parlo al plurare visto che ad un generico plurale ti sei riferito) sai credo poco o nulla (come io della tua)… pretendere di “riportarci alla realtà è per l’appunto un bella pretesa.

                  Detto questo, rimando al mittente l’idea che fare i dovuti “distinguo” serva solo a “criticare l2 “altre” famiglie.
                  Semmmai per usare i tutoi concetti può aiutare a riportare altri alla Realtà voluta da Dio che, credenti o non credenti, essendo Dio Unico Creatore e Unico fine ultimo della vita di OGNI Uomo, è unica Raltà che nobilita e salva l’Uomo (fermno restando e concordo, che una vita condotta cristianamente – come Famiglia o singoli – vale più di mille parole).

                  Altro passaggio che sfugge è quello che l’uso troppo “generico” (quando non distoro) di termini come Famiglia, si porta dietro (o forse deriva) da un concetto troppo generico (se non distorto) di una parola-realtà come “amore”, che oggi sdogana di tutto, pur essendo talvolta quanto di più lontano possa esserci da ciò che Dio ci dona e ci richiede, come amore verso di Lui e verso il Prossimo.

            • A firmare l’articolo è proprio uno dei due “papà” Georg Urbanitsch, ex anchor men del canale televisivo austriaco “Ö3, unito civilmente dal 2012 con Bernd Schlachter, proprietario di un ristorante a Vienna.
              Nel 2014 la coppia ha adottato un bimbo sudafricano e, come fa sapere Urbanitsch in conclusione del suo articolo, nel prossimo futuro, i due uomini hanno in programma di adottare un altro bambino, questa volta una femmina di tre anni proveniente sempre dal Sud Africa.
              Urbanitsch presenta ai lettori del Bollettino parrocchiale la sua particolare “famiglia”, descrivendola come fosse il più classico dei “quadretti” famigliari. Non importa se ci sono due papà e nessuna mamma, per Urbanitsch in ciò non vi è assolutamente nulla di speciale:
              “La famiglia Arcobaleno, Modern Family, la famiglia non convenzionale … ci sono molti titoli per il nostro bel nido di santuario. ”
              Il nostro bel nido del santuario!
              come vedete da questa testimonianza non c’è proprio nessuna parola nuova o inquietante .
              si parla anzi di realtà positive. famiglia arcobaleno, “il nostro bel nido del santuario ” ecc.ecc.
              termini rassicuranti ed edulcoranti. e infatti la lieta “famiglia arcobaleno” ha avuto anche la grande soddisfazione che il proprio figlio adottivo sia stato battezzato dal card. Schonberg in persona ,
              quindi , di cosa stiamo parlando? Siamo già OLTRE, siamo già OLTRE la discussione sul linguaggio , la realtà della nostra vita è già questa , ci sono famiglie “”nuove” che vengono chiamate famiglie formate da due persone dello stesso sesso con bambini o adotatti o avuti con l’utero in affitto. la Chiesa cattolica, almeno quella di Vienna, approva e benedice.

              • È molto doloroso vedere fino a che punto certe realtà ecclesiali sono talmente profondamente corrotte che non sono neanche più capaci di annunciare il Vangelo della Misericordia e non solo non tentano di condurre per la mano verso una vita virtuosa umana e teologale le sue pecorelle, ma per giunta, sommo peccato contro lo Spirito Santo stesso, chiamano il male bene.

                Il fatto di battezzare il bambino è però cosa buona se chi ne è in carica è cosciente di quel che significa battezzare: discernimento che lasciamo a chi ne è incaricato dalla Chiesa locale.

                L’obbrobrio che questa pubblicazione pseudo-cattolica suscita non deve però condurti alla disperazione: usa invece le armi di un linguaggio vero e rifiuta già da oggi il linguaggio orwelliano del Gender già chiamato satanico dallo stesso Papa Francesco.

                In Pace

                P.S;: Anche la nozione di famiglia omosessuale(arcobaleno?) è un ingiuria alla realtà delle cose indipendentemente dalle leggi scellerate che sono votate qui e li a causa della cadaverica decomposizione delle nostre società. Propongo di chiamare queste entità composte da persone con le stesse tendenze omosessuali e conviventi e da bambini “nuclei formativi” al posto.
                Che ne dite? Venite con proposte interessanti, ma sempre lasciamo il termine famiglia alla famiglia, da sempre composta come deve essere da un uomo e una donna e dalla loro progenitura.

              • Non so Simon…

                Sinceramente le chiamerei semplicemente “unioni omosessuali”, cioè unioni tra persone dello stesso sesso… punto. Unioni in quanto si propongono come tali e come nuove forme di nucleo famigliare; omosessuali in quanto basate sul rapporto (sentimentale certamente, fisico probabile, ma non è dato sapere se non per loro stessa ammissione) di persone aventi lo stesso sesso.

                Figli o non figli (ci sarebbe poi da disquisire su che tipo di figliolanza o meglio di genitorialità) e un fatto “accessorio” (non di poca importanza, ma appunto accessorio se mi si passa il termine).

                Quanto all’appunto intrinseco a quanto Gian Piero riporta, va bene tornare alla realtà dei termini (sarà dura! Vale quanto per tutti gli orridi femminismi da sindaca a ministra…), ma l’impressione che se ne trae e quella di voler turare con un dito l’enorme crepa ormai aperta nella grande diga…

                • Si, la tua proposta mi sembra più concreta e fattuale: quindi togliamo via il concetto di “famiglia omosessuale” che è un ossimoro e rimpiazziamolo con “unione omosessuale” quando ne parliamo. Sempre rispettare la verità della situazione.

                  Certo che sembra lottare contro Golia…. ma non diamoci per vinti prima di cominciare: abbiamo un’ottimo sassolino da lanciare.
                  In Pace

            • Il nominalismo è proprio questo: usare “vecchie” parole per nuove intenzioni non dichiarate. Noi le usiamo solo per le “vecchie intenzioni”. Visto che ora stanno cambiando intenzione (ma non possono cambiare la sostanzialità della realtà), perché utilizzate senza riflessione, vedremo di ripristinare il reale amplificandone linguisticamente il concetto.

              • Scusate, io sono
                d’accordo con voi ovviamente perchè sono cattolico, ma mi pare che la vostra sia proprio una battaglia di retroguardia, del tipo chiudere le stalle quando i buoi sono scappati.
                Insomma, il linguaggio è importante certo, ma la “svolta antropologica” che è sotto i nostri occhi può infischiarsene del linguaggio.
                La famiglia , nella realtà, è solo quella composta da una donna ed un uomo che danno vita ad un figlio.
                Ma la svolta antropologica in atto ci vuol far credere che famiglia sia chiunque vive insieme sotto lo stesso tetto: per esempio una coppia di due uomini che non potendo avere per i loro rapporti sessuali (che la natura ha voluto sterili ) un figlio adotta o compra un bambino procreato da altri ( procreato per forza di natura da un uomo e una donna) e finge che sia il frutto della loro unione ( sterile).
                la menzogna è alla base di tutto questo. la famiglia “felice” uomo-uomo con figlio adottato-comprato è una menzogna.
                Ma la svolta antropologica del giorno d’oggi vive su questa menzogna. il linguaggio SI ADEGUA.
                il linguaggio si adegua sempre: PRIMA c’è la realtà e poi il linguaggio che la descrive.
                Il problema oggi non è linguistico ma ANTROPOLOGICO.
                Che cosa vogliamo o crediamo che sia l’uomo. del resto non voglio fare polemica ma anche la Chiesa si “adegua”. un tempo una persona che divorziava e si metteva con un altra era chiamato un adultero.
                era chiaro che la responsabilità di tale scelta era sua e non c’erano scusanti . Adesso è chiamato “irregolare”. un tempo le famiglie devastate dal divorzio si chiamavo così, oggi si chiamano “ferite”, come se un agente esterno da loro non voluto, e senza alcuna colpa loro, le avesse trafitte e non come se la responsabilità fosse loro.
                insomma come dire il linguaggio si adegua alla realtà.

                • Certo! Ma è un tutto: di certo rifiutare la sottomissione alle colonizzazioni ideologiche come le chiama il Santo Padre Francesco implica come premessa l’uso di un linguaggio preciso.
                  Se già si usa la lingua del “nemico” si ha perso.
                  In Pace

            • Certo che parliamo di Famiglia come il signore la crea. Ma il signore ha creato l’unione, non la parola “famiglia”.
              Io dico solo che non possiamo assumerci la proprietà di una parola che assume significati per tante persone, anche non credenti atei o di altre religioni, ma che per tutti in genere significa una cosa positiva ed unitiva, anche quando ha forme totalmente anomale e per un cristiano peccaminose.
              Tantissimi uomini e donne cercano una loro collocazione , in un ristretto alveo sociale ed affettivo. E per convenzione universale ormai amano chiamarla famiglia, così come gli uccelli fanno il nido.
              Posto che al mondo siamo 7 miliardi e mezzo, ed il 33% circa sono cristiani, significa che nella migliore delle ipotesi ci sono almeno 4 miliardi di persone che vivono in famiglie “anomale” (non sposate, sposate di religioni non cristiane, formate da soggetti non uomo/donna, etc etc.)
              Eppure la maggior parte di loro ama la propria aggregazione sociale, è pronta a difenderla ed a aiutarsi reciprocamente. Sono famiglie, anche se non sono famiglie cristiane.
              E dire in giro che solo le nostre sono “famiglie” è come se un cuoco stellato andasse a casa di mia madre a dire : “signora, solo le mie sono lasagne! Le sue …non sono neppure una lontana imitazione!”, legittimando così mia madre (che a lasagne ci ha allevato e intorno alle lasagne ha costruito la felicità delle domenica) a prenderlo a manganellate!

              • “E dire in giro che solo le nostre sono “famiglie” è come se un cuoco stellato andasse a casa di mia madre a dire : “signora, solo le mie sono lasagne! Le sue …non sono neppure una lontana imitazione!”, legittimando così mia madre (che a lasagne ci ha allevato e intorno alle lasagne ha costruito la felicità delle domenica) a prenderlo a manganellate!”

                E questo è il tuo modo (per me distorto) di pensare che chi qui propone un ritorno al senso cristiano vero ed ultimo del senso delle parole, vada in giro a “sputacchiare” sopra le “lasagne altrui”… mentre c’è modo e modo di “esaltare una ricetta” per portarla a perfezione, con buona pace di tutte le “mamme cuoche da una vita”.
                Starà poi a loro non prendere il “mattarello” (più che il manganello) dicendo: “lo so io come si fanno le lasagne… stellato dei miei stivali!”

                Quindi per concludere, sei tu che hai l’occhio cupo nel guardare ad altri qui.

              • E’ qui che ti voglio.

                Perchè quando scriviamo e diciamo : “quelle non sono famiglie, anzi, chiamiamole in tutti i modi tranne famiglia”, alziamo subito il muro della incomprensione e del giudizio. E scandalizziamo le persone, firmando la nostra (e non la loro) condanna.

                Per tornare all’esempio delle lasagne , non è la stessa cosa dire “le sue NON sono lasagne” dal dire “anche le sue lasagne sono buone signora, ma lo sa che se prosegue così rischia purtroppo di far ingrassare tutti e di star male? ha mai provato ad aggiungere questa cosa, ed a togliere quest’altra ? Guardi assaggi le mie, le piacciono ? Venga non abbia paura , pure io non ero capace ! facciamole insieme, venga, l’aiuto! ”

                Questo è il modo di parlare a chi, immerso in una situazione imperfetta o di peccato, non riesce neppure a vedersi peccatore : mostrare prima di tutto la bellezza del non peccato, non definire la sua vita un fallimento, provocandolo a reagire se non altro per amor proprio!

                Non basta evangelizzare con la bocca, bisogna farlo col cuore di chi vuole la salvezza dell’altro! Ed è disposto ad umiliarsi per la salvezza dell’altro ! Non ad umiliare, ma ad umiliarsi!
                Ed il primo elemento è parlare lo stesso linguaggio dell’altro, senza ferirlo, per entrare in sintonia con l’altro.

                Scusate i toni…

                Buon Pranzo.

                • Il tuo problema è che non distingui mai dal parlare “ad intra” e “ad extra”, dal parlare di peccato (o strutture di peccato) al parlare al peccatore (come siamo io e tu…).

                  In questo rientrano anche le “condanne” che ipotizzi (perché anche la parola *condanna*, non è di per sé una parolaccia).

                  Buon pranzo anche a te (spero con le certamente squisita lasagne di tua madre).

                • Ah e tornando alla metafora delle lasagne, l’approccio che proponi può andare anche bene, talvolta, ma nel concreto, molto più spesso, non si tratta di dare una “rabberciatina” qua e là…

                  Perché il Signore fa “cose nuove”, non è una “colla aggiusta tutto”…

                  Quello che chiede è la Conversione, che tu mi insegni, è una decisa sterzata alla propria vita, non un barcamenarsi con “curvine e curvette” continuando ad andare nella stessa direzione.
                  Certo il Signore ha misericordia e si adegua Lui ai nostri tempi, ma la Parola “convertiti oggi” è un imperativo e riguarda l’oggi, che del doman non c’è certezza.

                  Come esigente è la parola della (tua) mano che ti scandalizza!

                  Quindi lodevoli le intenzioni, ma attenzione a non annacquare troppo il tutto e mettere toppe nuove su abiti vecchi o vino nuovo in otri vecchi, perché si sa la fine che fanno…

              • Mah, che poi anche il discordo delle “strutture di peccato” e situazioni oggettivamente peccaminose è abbastanza complesso.

                Per la dottrina ufficiale della Chiesa anche due battezzati sposati civilmente e sempre fedeli da mezzo secolo sono in una “struttura di peccato” o “peccato oggettivo permanente”, mentre due coniugi sposati sacramentalmente, anche se si maledicono da mane a sera e il loro matrimonio è solo un detestarsi a vicenda, è una situazione santificante.

                Allo stesso modo, se qualcuno/a si separa e si risposa con una persona che la ami davvero e con la quale essere felici, in una relazione che dà buoni frutti per tutti, per la dottrina si è in peccato, si è degli infami adulteri, mentre se si vive con una persona con la quale ci si avvelena soltanto la vita a se stessi, a lei e ai figli (che spesso, in certe famiglie, quando vedono i genitori separarsi ne sono felici, altrochè sofferenza) ci si santifica.

                È anche per queste cose che sanciscono un distacco abissale e incolmabile tra la “teoria” (la dottrina) e la “pratica” (la vita concreta delle persone) che la Chiesa ora sta attuando una pastorale estremamente diversa, pur senza toccare formalmente la dottrina.

                • Proprio non ci sei Vincent: non c’è e non ci può essere nessuna differenza tra “teoria” e “pratica” nella Chiesa. C’è solo il Cristo che è Parola di Vita molto concreta che agisce ad opera dello SPirito Santo in generale e della Chiesa in particolare.
                  Dimenticati radicalmente questa dicotomia: chiaramente non hai capito cosa sia la Chiesa e chi sia il Cristo.
                  In Pace

              • Sulla struttura del peccato e del peccatore, Gesù mi pare abbastanza chiaro: a chi è stato dato molto, molto sarà chiesto, e saremo giudicati secondo il metro con cui giudichiamo il nostro prossimo.
                Addirittura dice che chi parla contro il Figlio dell’uomo sarà perdonato. Ma non lo sarà chi pecca contro lo Spirito.
                Quindi lasciamo che sia Lui a conoscere e giudicare il cuore del prossimo. Noi possiamo giudicare solo l’atto.

                • Ciò che appare e che oggi non ci si debba azzardare a giudicare neppure gli atti… 😐

                • Anche questa è la perversione mentale assoluta e vero peccato contro lo Spirito di cui ha parlato Alex e che non può essere perdonato, caro Bariom!

                  Meno male che la Santa Chiesa, Mater et Magistra non fa mai l’economia di insegnarci con chiarezza di linguaggio.

                  Commettere atti contro di Dieci Comandamenti in tutte le fattispecie insegnate dalla Chiesa è commettere peccato cioè allontanarsi da Dio in modo irrevocabile.

                  Solo la conversione e il pentimento senza cercarsi scusanti ci salvano aprendo la porta alla Misericordia Divina: meno male che c’è sempre lo Spirito Santo ad ogni momento della nostra vita a spingerci attivamente in questa direzione e verso tali risoluzioni.
                  In Pace

      • Ok grazie minstrel 🙂

  7. Un esempio della perversione di questo linguaggio orwelliamo del genere lo abbiamo avuto con il caso della Colombia che grazie agli evangelici e ad alcuni cattolici che hanno visto chiaro è stato debellato a monte.

    Ad esempio nel trattato coi Farc vi era scritto: “«si promuova l’eguaglianza di genere mediante l’adozione di misure specifiche per garantire che uomini e donne partecipino e traggano beneficio allo stesso modo dell’attuazione di questo accordo».” perché non semplicemente “«si promuova l’eguaglianza dei sessi mediante l’adozione di misure specifiche per garantire che uomini e donne partecipino e traggano beneficio allo stesso modo dell’attuazione di questo accordo».”?

    Perché scrivere testi confusi riferendosi a «persone con orientamento sessuale e identità di genere diversi». invece che semplicemente ad esempio «persone con tendenze sessuali non conformi con il loro sesso». ?

    Tutto questo per forzare ideologie anti-umane! Al Male della guerra civile avremmo poi la decomposizione cadaverica europea: peccato che siano gli Evangelici ad essere stati i più vocali al soggetto.

    Speriamo che adesso un nuovo progetto veda giorno che cancelli queste assurdità e si concentri sull’essenziale che è finire definitivamente questa guerra civile senza preparare il terreno ad altre perversioni societali.

    In Pace

    http://www.lastampa.it/2016/10/18/vaticaninsider/ita/nel-mondo/colombia-la-pace-vittima-della-mobilitazione-antigender-E1VzQ8zZFFUuQGHONvHv9H/pagina.html

  8. Avendo, in qualità di OUTSIDER, in sommo odio vatican-INSIDER, mi sono colpevolemente perso la notizia dei sotterfugi “gernderisti” annessi e connessi al trattato di pace Colombia-FARC…
    Ma il sommo odio per quella pubblicazione è cresciuto con la lettura dell’articolo, dove si legge questo passaggio:
    «… Alcuni analisti favorevoli al “sì”, dopo la sconfitta, hanno sostenuto che la propaganda a favore del no ha guadagnato l’appoggio degli evangelici in maniera ingannevole, presentando come espressione di “ideologia gender” termini normalmente usati nei documenti degli organismi e delle organizzazioni internazionali, quando si vuole sottolineare la necessità di compiere scelte politiche tenendo sempre conto di come le differenze di genere (maschio e femmina) vengono vissute nel contesto, ed evitando di discriminare le persone sulla base dell’identità o degli orientamenti sessuali. Anche Papa Francesco, durante la sua recente visita in Georgia, aveva parlato di «teoria del gender» definendola come «un grande nemico oggi del matrimonio»…».
    Dove si nota, oltre che la totale acquiescenza se non accordo moralmente complice con i sotterfugi, anche la spocchiosa indulgenza verso alcuni aspetti “non allineati” dell’attuale papa.
    “Non allineamento” che gli viene volentieri perdonato, in vista dei cieli nuovi e terre nuove che vengono preconizzati in altra pubblicazione consimile (che ho in odio altrettanto consimile)…
    dove si legge questo vomito: http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=2452 (uno dei tanti, è ovvio…).

    • “odio , odio, odio, vomito , sotterfugi , spocchiosa indulgenza verso gli atteggiamenti del Papa.”
      Basta analizzare il linguaggio per capire chi sostituisce a Dio l’io (senza D)

    • Il vino nuovo ha bisogno di invecchiare in otri antichi! E di brutto…

  9. Estigaxxi… M65, l’invettiva è un genere LETTERARIO…
    Per il resto, tendo ad essere buono come il pane e ben conscio di non essere Lui.

    • Se è per questo anche i film pornografici sono un genere cinematografico….. solo che non credo sia il genere adatto alle ai film cattolici, come l’invettiva non credo che sia il genere adatto ai blog cattolici.
      Ognuno il suo parere ovviamente….di fronte alla sticazziterapia non discuto, è un cavallo di battaglia anche mio.

  10. Esatto, Minstrel!
    Se si legge la pagina evangelica (Mc 2, 13-22), emerge – a meno di avere occhi e non vedere – che l’opposizione non è vino vecchio/vino nuovo.
    E neppure vino nuovo/otre vecchio. Ma (dato il vino nuovo) otre nuovo/otre vecchio.
    In tale contesto, l’otre nuovo ha suture, vincoli e cogenze decisamente più forti, stabili e resistenti alle tensioni.
    Tanto per non andar fuori dall’attualità ecclesisastica, la Misericordia è, implica e possiede una Disciplina come, del resto, lo Spirito Santo ha la sua Legge, che è la Persona di Gesù Cristo.
    Tutte cose ampiamente rimosse dal pensiero e dal linguaggio di troppi, tra cui gli “odiati” [d’ora in poi, ML65 statuente, sempre in virgolette] di cui sopra, che ormai hanno invaso l’Ecclesia, con fare di hooligans, sbronzi di vino novello o pubblicizzato come tale.
    P.S.
    Vedasi, in proposito, tale giustificazione bibilica delle c.d. liste di proscrizione:
    “Dalla frequentazione della Parola ho tratto la convinzione che il comportamento del Cristiano (( la majuscola=che si uniforma a Cristo)) deve essere diverso verso interni/esterni. Verso gli esterni deve prevalere la Misericordia, verso gli interni i passaggi successivi fino alla espulsione descritti nella Parola. Perciò non si può invocare la Misericordia verso chi interno rema contro a priori, senza discernimento, senza affrontare il confronto, isolandosi e tagliando i ponti. X capire questo basti vedere il danno che così si arreca a Lui. PS. App: come tratta Gesù l’interno fariseo? Come l’altro?”…

  11. La scrittrice/medico Silvana De Mari scrive oggi su FB questo “La cosiddetta omosessualità, in realtà asessualità omoerotica […]”

    Ottima definizione!!!

    • Sono felice vedere che la “nostra” preoccupazione linguistica non rimane limitata alla nostra sola cerchia ma che sempre più persone serie se ne rendano conto.

      In Pace

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