In morte di Padre Amorth

amorth

Offriamo un brevissimo scritto del nostro fidato lettore “Navigare necesse est” dedicato alla figura affascinante e purtroppo spesso irrisa di Padre Gabriele Amorth, esorcista della diocesi di Roma,  morto il 16 settembre 2016.

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In una scena del Settimo sigillo di Ingmar Bergman, il cavaliere Antonius Block, protagonista della Queste esistenziale e spirituale del film, interroga una giovane condannata al rogo con l’accusa di stregoneria: “È vero che sei stata insieme al diavolo?… voglio incontrarlo anch’io… voglio domandargli di Dio: lui sicuramente deve saperne più di ogni altro”.
È una delle ultime, disperate risorse dell’anima che non riesce a trovare la fede e a riposarvi: sondare a tentoni l’oscurità, alla ricerca di un’attestazione – anche minuscola, persino maligna – di soprannaturalità.

Di anime depistate dalla confusione fra spirituale e “psichico”, incagliate in quella fosca palude che è il dominio di quest’ultimo, Padre Gabriele Amorth ne ha incontrate – e liberate! – a migliaia. Ma oltre che per le enormi benemerenze di efficacissimo esorcista, Padre Amorth merita ricordo, gratitudine e preghiera per avere condotto una battaglia, se possibile, ancora più improba e coraggiosa: quella per negare a Satana il diritto all’oblio. Una breccia di oltre mezzo secolo nella sempre più sorda muraglia di gretto razionalismo e refrattarietà al Sacro, che ha ottuso la visuale alle élites, anche quelle ecclesiastiche, non meno che alle masse dei semplici. Il diavolo c’è e opera. Non è un generico principio metafisico, ma un’entità personale, il nemico di Dio. La scelta di Cristo e della sua luce non può essere parziale. Fuori di quella luce non c’è che tenebra. Questo non si stancava di ripetere, nei suoi ottimi libri, nelle sue innumerevoli interviste, nei suoi frequenti interventi radiofonici e talvolta televisivi, Padre Amorth. Il volto, la storia, il nome, lo speciale carattere della sua vocazione ne facevano un personaggio singolare, quasi immaginario. La disarmante immediatezza con cui si muoveva tra i massimi sistemi della fede, della spiritualità e della teologia gli procurava altrettanto immediati simpatia, affetto e stima. Gli stolti di ogni cantone, talvolta anche mitrati, lo irridevano. Ma Padre Amorth non cedeva un millimetro, con l’imperturbabilità di chi, saldo in Cristo, il diavolo non lo incontra per domandargli di Dio, ma per strappargli anime e rispedirlo senza troppi complimenti nel disperato, asfittico acquitrino di sua competenza.

Il mio più sincero (e grato!)

Rèquiem aetèrnam,
dona eis, Domine,
et lux perpètua lùceat eis.
Requiéscant in pace.
Amen.

Navigare necesse est



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181 replies

  1. “I tre principi del satanismo, spiegava ( padre Amorth), sono i seguenti: fai quello che vuoi, non devi ubbidire a nessuna legge, sei tu il dio di te stesso”
    (da http://www.aldomariavalli.it/2016/09/18/come-evitare-che-il-diavolo-ci-metta-in-saccoccia-un-ricordo-del-padre-amorth/ )

    I tre principi del satanismo secondo padre Amorth come si vede non sono nulla di così “terrificante” e byroniano e folcloristico stile messe nere, ma qualcosa di molto quotidiano e semplice e banale : diciamo il modo di pensare dominante nella nostra epoca: fai quello che vuoi,non devi ubbidire ad alcuna legge, sei tu il dio di te stesso. certo partendo da tali semplici principi poi si può arrivare anche alle messe nere e ai sacrifici umani. Se tu sei il dio di te stesso, tutto ti è lecito .
    per nostra fortuna a compensare , sull’altro piatto della bilancia, la banalità del satanismo , ci sono tutte le preghiere dei buoni, i sacrifici dei santi, l’amore dei credenti, la purezza dei puri, la generosità dei semplici di cuore e l’abilità unita alla fede di persone come Padre Amorth ..
    Se così non fosse, se non ci fossero i simbolici “dieci giusti” che sostengono il mondo, se non ci fosse l’immenso Amore divino che pervade l’Universo ,io credo che il nostro mondo sarebbe già crollato e divenuto cenere e putredine. e morte e nulla.
    perchè c’è l’essere piuttosto che il nulla?’ domanda filosofica. perchè esiste Dio.
    proprio il fatto che “il sole sorge ancora” e qualche bambino nasce ancora dovrebbe farci piangere lacrime di gratitudine e di gioia.

  2. Procuratevi il suo “Escorcisti e psichiatri”.
    Comunque interessanti quasi tutti i suoi libri.

    Come detto in altri siti la cosa che mi è sempre piaciuta di Amorth è la sua auto-ironia e uno humor fantastici, ogni tanto lo ascoltavo su radioMaria perchè? Perchè ridevi di gusto, non per stupidità ma per la sua simpatia, il tutto parlando del diavolo.

    Bellissimo un suo battibecco con un vescovo poco convinto del ministero dell’esorcismo e sull’esistenza del demonio:

    Amorth – Eminenza lei dovrebbe leggere un libro sui diavoli e sull’esorcismo…
    Vescovo (con aria sufficiente) – Quale?
    Amorth – Il Vangelo.

  3. E’ vero che veniva deriso, ma a volte le sue spiegazioni ed esagerazioni non convincevano. Vedeva il diavolo in ogni comportamento non buono dimenticandosi che non sempre siamo tentati dal diavolo, ma sono frutto dalle le passioni e limiti umani E’ stato questo il suo grande limite e poteva non essere credibile. Sicuramente la sua opera è stata meritoria, meno il modo di divulgazione.

    • Mah!
      Io non direi proprio ed è ciò che sostenevo nel mio commento andato perso …

      • In teoria adesso c’è, no? Ricontrollo.

        Edit: confermo, è tornato 🙂

        • Ok, allora lo riporto qui (che era poi quello che intendevo, giacché “di là” sembra del tutto OT) 😉
          …………………………………

          Non dimentichiamo che Padre Amorth ci ha lasciato anche diversi libri da cui si può imparare molto e non solo specificatamente su cosa sia o come può procedere un esorcismo.

          Ci insegna che l’azione del Demonio, senza arrivare necessariamente a casi di vera a prorpia possessione diabolica, è concreta e “tangibile”. Imparare a riconoscerla e combatterla con le Armi della Fede, non è cosa di poco conto.

          Infine tocca dire, perché anche lui lo diceva, che la negazione a questa azione concreta di Satana è misconosciuta se non negata anche da preti e taluni Vescovi e l’esorcista è talvolta figura guardata con sospetto o mal sopportata e di fatto sono ben pochi sul territorio i preti esorcisti nominati dalla Chiesa (e solo sacerdoti lo possono essere, ricordiamolo bene).

          Il primo discernimento che sempre faceva, era quello sulla reale presenza di fenomini soprannaturali e non di rado identificava in realtà semplici o complessi problemi psicologici o psichiatrici. Questo perché non era certo persona che “vedeva il diavolo dappertutto”.

          • Infatti era in contraddizione. Da una parte spiegava che non tutto era opera del diavolo, dall’altro diceva che tutto era opera del diavolo facendo anche figure barbine specie in trasmissioni già impostate alla dissacrazione. Ho letto anch’io un libro di Padre Amort. Non sono riuscito a farlo leggere ad una cara persona che era poco credente proprio per l’impostazione. Va bene per chi già crede ed è predisposto. Per il resto è stata una persona amabile e divertente, oltre a contribuire enormemente a diffondere la necessità di combattere il demonio con l’esorcismo e a chiedere che ogni diocesi ne avesse uno scontrandosi con tantissimi anche alti prelati. Raccontò del suo incontro con il Cardinale della Curia a cui spiegò l’urgenza di questi preti esorcisti. La risposta fu” ma lei crede ancora al diavolo? Lo sappiamo che è una invenzione e che non esiste” Immaginarsi la sua reazione.

            • Scusa vincenzodatorino, ma far leggere un libro di un esorcista (chiunque sia) ad un non credente, mi pare una gara bella dura!

              A meno che non lo legga solo come un appassionato di film di genere…

              • Questa persona è una amante di spiritismo con pure esperienze interessanti al riguardo a sentire lei, quindi in certo modo preparata e curiosa al riguardo.E’ molto sensibile ed interessata all’argomento religioso, poco alla Chiesa come istituzione. Poteva essere una lettura interessante e una testimonianza utile per lei. Invece lo stile draconiano dello scritto la ha fatto desistere dopo un terzo della lettura con la frase “non mi piace”.

              • Invece lo stile draconiano dello scritto la ha fatto desistere dopo un terzo della lettura con la frase “non mi piace”

                Se era una persona appassionata allo spiritismo, forse la desistenza dalla lettura non sarà da imputare allo stile draconiano, ma a qualcos’altro…

          • Che io sappia (ma ammetto che ne so poco, perché essendo molto impressionabile di certo non mi metto a leggere i libri degli esorcisti), padre Amorth raccomandava in primo luogo la confessione, e affermava che tale sacramento può essere più efficace di un esorcismo. A coloro che, cioè, erano forse un po’ disordinatamente (o superstiziosamente) alla ricerca dello “straordinario”, suggeriva di perseguire in primo luogo le vie ordinarie per la liberazione dal peccato. Spero di essermi espressa in modo più o meno comprensibile, ancorché certamente improprio: ripeto, non maneggio quasi mai questa materia, sono troppo “fifona”.

            • Per coloro che si stanno chiedendo come mai parlo di un argomento che dichiaro apertamente di non conoscere: ho ritenuto che potesse essere utile per qualche lettore del blog apprendere che p. Amorth raccomandasse di frequentare spesso e bene il sacramento della riconciliazione. Ecco perché sono intervenuta. Non che mi piaccia sproloquiare del più e del meno.

            • E raccomandava caldamente, instancabilmente, di TENERSI LONTANO dallo spiritismo e da qualvoglia forma di psichismo.

              • C’è anche una pratica devozionale, ispirata a delle rivelazioni private ma approvata dal vescovo competente, vòlta, tra le altre cose, a sottrarre anime allo spiritismo: è il c.d. rosario delle lacrime della Madonna. Mi dispiace far scadere un po’ il livello della conversazione con l’introdurre il riferimento a pratiche di pietà popolare, rivelazioni private etc., ma non me la sento di tacere: magari Vincenzo da Torino non lo sa e può essere interessato.
                http://www.piccolifiglidellaluce.it/pfdl/devozioni/62-maria/464-devozione-alle-lacrime-della-madonna

              • Si, anche quelo fatto scioccamente per gioco…

                E’ il classico caso dello “scherzare con il fuoco”.

              • Lo raccomando vivamente anch’io per esperienza diretta di non dedicarsi allo spiritismo per il reale pericolo di essere posseduti se non dal demonio da spiriti burloni o peggio da chi vuole possederti per fini tutt’altro che onesti.

  4. Una volta il generale Franco Angioni, capo della nostra missione in Libano (1982), un giornalista che parlava disinvoltamente di raid aerei, contraeree e rifugi, spiegò che per capire sul serio che cosa sia l’esperienza di un bombardamento bisogna essercisi trovati sotto. Con l’esorcismo non è molto diverso. A distanza (anche a distanza vescovile o cardinalizia) le parole di Padre Amorth possono apparire esagerate, o ingenue, o allucinate, ma da vicino…

    • Tempo addietro ebbi una lunga corrispondenza su blog con una signora di Torino che aveva l’incarico di assistere l’esorcista durante la funzione con l’indemoniato. Da come ne parlava non è certo una esperienza per persone troppo sensibili, anzi per chi ha problemi di cuore è meglio soprassedere…Il film “L’esorcista” ebbe come consulente un esorcista e le scene sono aderenti a quanto accade veramente durante l’esorcismo. Sia chiaro: credo all’esperienza di Padre Amorth.

      • L’aspetto più impressionante è sentire intere sequenze in latino e in greco antico e altre lingue antiche (e morte) uscire dalla bocca di persone con la terza media o poco più (o molto meno).

  5. Quasi nessuno penso al giorno d’oggi prende sul serio e alla lettera i vari passi dei Vangeli in cui Gesù di Nazaret , figlio di Maria e Giuseppe, “scaccia i dèmoni” dai disgraziati suoi contemporanei.
    In genere sono scene molto melodrammatiche che devono aver colpito non poco i contemporanei, specialmente quelle descritte nel Vangelo di san Marco.
    dunque Gesù di Nazaret fu un esorcista, anzi un grandissimo esorcista. La leggenda dice che i demoni tremavano al solo suo avvicinarsi, la leggenda dice che i demoni lo conoscevano benissimo , sapevano che Lui era il “santo di Dio”.
    Ovviamente la critica storico-filologica e de-mitizzante e le omelie post-conciliariste riducono tutto a dimensioni “psichiche” o psicopatologiche .
    Ricordo l’omelia di un prete che disse che gli indemoniati non erano certo tali, ma solo dei poveri malati che la superstizione dell’epoca credeva invasi dal demonio, , magari degli epilettici, o degli isterici e che ovviamente tutto poteva essere spiegato in termini che anche la moderna scienza e la moderna medicina potrebbero accettare. Tutto quello che nei vangeli non collima colla moderna scienza e la moderna medicina è ovviamente “mito” e superstizione.
    come medico posso solo dire che a me invece gli episodi descritti dai vangeli di esorcismo fatti da Gesù, non richiamano alla mente alcuna crisi epilettica o isterica., Io credo che fossero veramente degli indemoniati a cui Gesù fece la grande grazia di allontanare i demoni.

    • Il curioso è che anche oggi, se si vuole indagare bene, vi sono indemoniati e succedono miracoli come ai tempi di Gesù. Se prendiamo le dimensioni come numero molto maggiore che nella ristretta cerchia di Israele. Il problema sono i pregiudizi e la poca fede in chi lo racconta anche se, ad esempio, si tratta di Alexis Carrel medico e premio nobel che vide con i suoi occhi un vero miracolo davanti alla grotta di lourdes di una sua paziente. Se poi andiamo in centro america si può assistere a cose che fanno paura. Me le ha raccontate un mio amico, tipo godereccio e poco spirituale, che è vissuto a Santo Domingo dieci anni.

    • C’è molta leggerezza su questo aspetto, anche da parte di molti preti, come dici tu. Fra l’altro nei Vangeli lo “scontro” fra Gesù e il diavolo (e manutengoli vari) è per molti aspetti decisivo, rivelativo. Purtroppo oggi è ormai diffusa, in forma volgarizzata, una rappresentazione del passato che potremmo definire, in senso lato, “illuministica”, per cui gli antichi vengono visti come una massa di ingenui superstiziosi, mentre noi saremmo lucidi e razionali.

      • Eventi come quelli narrati dal vangelo, come tutti gli eventi soprannaturali della storia del cristianesimo, non possono che essere creduti per fede, e per fede adulta, cioè al termine di un percorso di fede.
        Se creduti diversamente diventano credenze superstizione.
        La superstizione non è credere nei miracoli, ma credere nei miracoli senza aver meditato sulla loro assurdità ed senza accettare il fatto di portare il credo di una cosa assurda.
        Tante volte sento parlare di testimonanianze, che sono importati, ma c’è una bella differenza tra chi dice di aver visto un uomo sparare ad un altro uomo, e chi dice di aver visto la madonna!
        Nel primo caso si tratta di un evento possibile secondo la fisica conosciuta , nel secondo no. Il secondo evento , qualora non provabile in altro modo che la sola parola del o dei testimoni (e purtroppo non lo è mai), può essere creduto solo aggiungendo alla fiducia nei testimoni stessi (peraltro spesso dei perfetti sconosciuti) anche una indispensabile dose di fede meditata.
        Accettare senza lasciarsi un umano dubbio e senza verificare tutto quello che viene dal mondo “miracolistico”, rovescia la nostra fede, che a quel punto non è più fede ma certezza. Eppure la parola “beati loro che crederanno senza aver visto” è ben chiara nei vangeli , e significa: Beati coloro che crederanno senza avere alcuna prova.
        Per rispondere poi a chi critica lo scetticismo di qualcuno rispetto persino agli indemoniati dei vangeli, devo dire che di certo i cristiani di tutte le epoche non hanno certo aiutato nel rendere più credibili questi eventi, aggiungendo agli stessi nei secoli una miriade di miracoli miracolini, miracoletti e indemoniati di tutti i tipi che hanno reso grottesca la credenza nei miracoli in genere, finendo col trasformare tutto in una miscellanea indefinibile.

        • Aggiungo che San Paolo diceva : “Se Cristo non è risorto , vana è la nostra fede”.
          Perchè solo uno è l’evento centrale e fondamentale dei Cristiani, e cioè la morte e resurrezione di Gesù Cristo, senza la quale non esiste cristianesimo. Tutto il resto è ruota intorno a questo evento, la cui credenza reale anche per i Cristiani è tutt’altro che scontata e veramente meditata.
          Non si può considerare ogni cosa, delle altre , come elemento da “piano inclinato”, sicchè se non si ha una fede granitica in tutto, si finisce col definire che non si crede in nulla.
          Questo è proprio un inganno del demonio, perchè crea la condizione perchè la fede sia affidata a talmente tanti piccoli eventi esterni che prima o poi è naturale che qualcuno di essi venga contraddetto in modo certo, finendo col minare la fede tutta.
          Tutti (tutti) gli atei ed illuminusti del 700 venivano da una storia cristiana (società cristiane, famiglie cristiane, studi spesso in scuole cristiane).
          Si sono ribellati di fronte a una visione della realtà che veniva imposta dalle credenze ma alla fine non era vera. E non solo l’hanno contraddetta (come era giusto che fosse) ma contraddicendola hanno prodotto la fine della loro fede, e anche di tanti di quelli che sono venuti dopo, poichè tale fede troppo si fondava sulla applicazione letterale delle scritture alla realtà.
          Se la fede non viene anche da un incontro personale con Dio, attraverso i fatti della propria vita e la preghiera, sarà sempre superficiale ed a rischio.
          Non può essere affidata ne a ragionamenti logici ne a testimonianze di altri esseri umani.
          “Quello stesso spirito da testimonianza al nostro spirito che siamo figli di Dio”.

          • Sappiamo, sappiamo, di questo bigino voltairiano nessuno di noi ha bisogno. Gli atei, però, non hanno prodotto la fine della fede altrui, ma l’inizio della propria, che ha le sue scritture, le sue chiese e i suoi ministri (fra i quali coloro che si fingono cristiani per cercare di scardinare la struttura di fede altrui dall’interno).

            • Infatti; da sempre, quando leggo cosa scrive solitamente Mentelibera, ho considerato che sia un frammassone che viene qui per cercare di far avanzare le proprie idee distruttrici di umanità vera.

              Però; che Mentelibera sia un puro frammassone, oppure che egli sia un semplice poveraccio incapace di pensare con la propria testa in modo critico la cultura nella quale è immerso fino al punto di diventare totalmente sottomesso al pensiero unico dominante (il quale è di certa emanazione massonica), egli ci dà l’occasione di confrontarci con questa povertà culturale ed umana che ci circonda.

              Mentelibera e chi la pensa come lui non possono scardinare niente; in quanto per scardinare ci vuole un punto di appoggio solido; per fare leva ci vuole un fulcro saldo ma la cultura moderna, messa a parte la prepotenza della violenza istituzionale, non ne ha alcuno.

              In Pace

          • Abbiamo qui, e ringrazio senza ironia Mentelibera che ne è l’autore, la testimonianza (no pun inteded!) dell’assenza praticamente totale di intelligenza delle cose umane e divine e come esse vengano spiattellate con arrogante sicumera a destra e a manca dai suoi falsi profeti.

            Due riflessioni epistemologiche sulla testimonianza: essa è il veicolo naturale con la quale si trasmette conoscenza, anzi, ne è il veicolo principe (cf. “I dialoghetti di Telesforo” al soggetto).

            Mentelibera ad esempio non ha mai potuto sperimentalmente verificare che è la Terra che gira intorno al Sole (e che io sappia nessuno lo ha fatto almeno fino al 2015 ultima volta che ho controllato) eppure ci crede duro come ferro anche senza possedere gli strumenti matematici e fisici, visto che questa non è la sua formazione: eppure ci crede e ci crede perché ha fiducia nella testimonianza dei professori e nelle istituzioni che gli garantiscono che tali professori sono sensati essere competenti nella loro testimonianza.

            Tale testimonianza è particolarmente più forte in quanto esprime più testimonianze individuali, ovviamente! Rifiutare la testimonianza come sorgente di conoscenza “vera” di fatti avvenuti (ad esempio di esperienze in fisica che non avremo mai l’opportunità di testare personalmente) vuol dire pensare la storia in modo revisionistico, ammettere che la Shoa non sia mai esistita quando l’ultimo sopravvivente di quell’epoca infausta sarà morto. Non è perché i Vandeani del XVIII/XIX secolo sono tutti morti e che la repubblica francese ha tentato di nascondere tutte le prove relative, che il primo vero genocidio della storia umana non sia mai avvenuto (a disonore dell’auto definitosi “Illuminismo”).

            Tutto il cristianesimo si basa sulla sola testimonianza: già è lo Spirito Santo che testimonia davanti al Padre; già è il Figlio che testimonia del Padre; già è la Chiesa che testimonia del Dono del Figlio al Padre ad opera dello Spirito Santo. L’annuncio stesso del kerygma, che è pura testimonianza, permette, recependolo, l’ incontro personale tra Dio e la Sua creatura.

            L’incontro personale con Dio avviene in modo semplice, a-psicologico, ma perfettamente vero e oggettivo quando chi ascolta il kerygma che la Chiesa gli testimonia vi aderisce con un semplice atto di volontà dell’anima: esattamente lo stesso moto volitivo con il quale il nostro Mentelibera decide di accettare la testimonianza circa qualcosa che nessuno ha mai dimostrato per ora e cioè che la terra gira intorno al sole!

            Ma con qualcosa in più che facilita questo atto di volontaria accettazione dell’annuncio del kerygma: lo Spirito Santo stesso, in Persona, spinge la nostra anima ad accettarlo!

            In Pace

            • la testimonianza: essa è il veicolo naturale con la quale si trasmette conoscenza

              Eh sì. E gli evangelisti non mancano di ricordarlo. Pensiamo anche solo alla conclusione del Vangelo di Giovanni: “Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera”. Ecco qui: testimonianza e fede.

              Sul fideismo dei laicisti un aneddoto singolare: salottino televisivo di Bruno Vespa, si parla di Gustavo Adolfo Rol (sul quale, per inciso, sono alquanto scettico… ma non importa); tra gli ospiti Vittorio Messori, un fanciulletto del Cicap, una sanguigna e simpatica antropologa toscana e Silvan; quest’ultimo, per mostrare come le opere di Rol fossero cosette da prestigiatori, dà una dimostrazione di come lui, Silvan, riesca a “leggere nella mente” altrui, dichiarando però preliminarmente trattarsi, nel suo caso, di un trucco; l’esperimento ha corso, e Silvan si rivela effettivamente capace (se non vi siano stati accordi occulti con la regia) di “leggere nella mente” di un volontario… Che c’entra il fideismo? Per essere rigorosi i fautori della parte anti-Rol, in primo luogo la staffetta del Cicap, avrebbe dovuto esigere dal mago Silvan la spiegazione del trucco: chi ci dice, infatti, che Silvan non sia ricorso a un potere soprannaturale come quello che si attribuiva Rol? Lo dice Silvan, perbacco! A lui sì che dobbiamo credere! 😉

              • Ottimo!
                In Pace

              • Ahah, già. Ovvio che se ci fossero stati 10 prestigiatori a fare la stessa cosa e tutti e 10 avessero detto che è un “trucco”, la testimonianza diventa più pesante. Mai esauriente, ma più pesante.
                Uno contro uno, come in questo caso, è proprio scoprire la cretina mentalità materialista con la quale osserviamo tutti noi il mondo oggi.

              • Per carità, poi Silvan è un prestigiatore straordinario e ha anche una rara allure da gentleman che lo rende simpatico (con quella capigliatura da rivista per parrucchieri anni Settanta). Ma certo è sintomatico che nessuno nel salottino vespiano, nemmeno Messori, abbia pensato di chiedere a Silvan la prova probata delle sue affermazioni…

            • Cito Simon :

              “Però; che Mentelibera sia un puro frammassone, oppure che egli sia un semplice poveraccio incapace di pensare con la propria testa in modo critico la cultura nella quale è immerso fino al punto di diventare totalmente sottomesso al pensiero unico dominante (il quale è di certa emanazione massonica), egli ci dà l’occasione di confrontarci con questa povertà culturale ed umana che ci circonda.”

              “Abbiamo qui, e ringrazio senza ironia Mentelibera che ne è l’autore, la testimonianza (no pun inteded!) dell’assenza praticamente totale di intelligenza delle cose umane e divine e come esse vengano spiattellate con arrogante sicumera a destra e a manca dai suoi falsi profeti.”

              Queste parole, di cui ho riportato un solo estratto (poveraccio, assenza di totale intelligenza, etc etc) si commentano da sole. Se ci fosse una adeguata moderazione dei post si dovrebbe impedire di scrivere queste, magari ricordando che siamo su un blog “cristiano” e non sulla versione on-line del mein kampf. Purtroppo quando commentatori e moderatori coincidono nelle stesse persone il conflitto di interesse è lampante.
              Caro Simon , sono sicuro che fuori di qui non utilizzi questo stesso stile e come già ti ho detto l’anonimato è probabilmente il tuo brodo naturale, il che non “fa” molto cristiano. Sinceramente sono davvero dispiaciuto perchè devi avere nel concreto una ben povera vita , per arrivare a non capire che certe cose semplicemente non si scrivono. A roma c’è una espressione ben precisa per descrivere le pesone che si comportano cosi, e sarebbe ora che nella vita reale qualcuno ti dica la verità (se non è già successo).
              Una sola cosa… finire i tuoi interventi con l’espressione ipocrita “in pace” è come se un leone chiedesse scusa alla gazzella che ha appena sbranato.

              • Ma cosa ci vuoi dire con questo, caro Mentelibera: che non sei frammassone e che per forza solo il secondo caso si applica?
                D’altro canto sii onesto: non ho mica detto che non sei intelligente, ma solo che testimoni (bada non che tu lo sia in sé… questa sarebbe un’illazione tua che andrebbe contro le tue stesse ipotesi contro la testimonianza) di assenza di intelligenza in cose specifiche; quelle umane e divine; ma forse hai moltissima intelligenza in altre cose; questo io non lo so.

                Comunque mi spiace; anche se non mi sorprende per niente che tu non entri nel nerbo del oggetto discusso ma fai la tua abituale piroetta per non affrontare il reale.

                Quanto al tuo commento sull’essere cristiani secondo la tua visione; lascio N.S. Gesù Cristo risponderti con le Sue stesse parole:
                Matteo 23:23-39

                23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

                25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto mentre all’interno sono pieni di rapina e d’intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi netto!

                27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28 Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.

                29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, 30 e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; 31 e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. 32 Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!

                33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? 34 Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35 perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l’altare. 36 In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.

                In Pace, sempre!

              • Simon
                Allora ai miei post potevi rispondere : Mentelibera, ti sbagli perchè etc etc etc…
                Invece offendermi personalmente è una tua abitudine, che peraltro non applichi solo a me, dal che traspare in modo molto evidente che ogni forma di differenza di pensiero rispetto al tuo la vivi col disagio di quello che dice che , sotto sotto, Dio si è sbagliato a far nascere tutti sti cafoni ignoranti che mi sporcamo il mio mondo ordinato. Scava scava dentro te stesso Simon, e forse troverai il tuo vero te, e magari ti sbattezzi.

              • non sulla versione on-line del mein kampf

                è un luogo comune o si riferirà al fatto che Padre Amorth fu partigiano (nessuno è perfetto 😎 !)

              • E queste pagine ne sono la conferma , per tutti, nessuno escluso.

              • per tutti, nessuno escluso

                Evviva, il giudizio universale! Finalmente!

        • “…i cristiani di tutte le epoche”

          O più propiamente tutti coloro che cristiani sono per Battesimo, ma fondamentalmente vivono di una forma di “religiosità naturale”, spesso frammista di Vangelo e superstizioni e credenze varie…

          Giusto per on fare la solita di “tutt’erba un fascio”. 😛

          • Il Cristianesimo è una religione inculturata, sovrimposta cioè a un preesistente substrato di credenze, usi, costumi. C’è chi, come Jean Delumeau, è arrivato in buona sostanza a sostenere che una vera scristianizzazione non può avvenire, perché una vera cristianizzazione non c’è mai stata. Nell’esperienza dei più, insomma, il cristianesimo si risolverebbe in una forma di inconsaputo, anche se parziale, sincretismo.

            Ridurre al fede all’apparizionismo e al miracolismo è senza dubbio rischioso. Ma bisogna avere rispetto anche di chi vive la sua fede nel modo più ingenuo, perché non è detto che non siano persone più vicine a Dio di chi si compiace della sua fede adulta.

            • “Il Cristianesimo è una religione inculturata, sovrimposta cioè a un preesistente substrato di credenze, usi, costumi.”

              In certi tempi storici e in certi luoghi è certamentre stato così. E’ cosa per certi versi inevitabile e persino prevista dai Documenti della Chiesa più recenti, ma le generazioni si susseguono e a generazioni “inculturate”, sono seguite anche generazioni che del Cristinaesimo hanno fatto fondamento della propria Cultura (e comunque il Cristinesimo sempre irrora e nobilita – per non dire “santifica” – le culture presistenti).

              Perciò non condivido la tesi di Jean Delumeau… daltronde sarebbe come dire che oggi rispetto altri periodi storici, non vedremmo alcuna differenza quanto a scristianizzazione e desacralizzazione.

              • La tesi è: “che una vera scristianizzazione non può avvenire perché…”

              • Quella di Delumeau è una tesi dichiaratamente paradossale, ed egli stesso la propone in forma interrogativa. L’ho condensata in poche battute, inevitabilmente banalizzandola, ma contiene elementi di sicuro interesse.

            • Personalmente trovo questa frase pericolosa ed in ultima analisi falsa se guardata da un punto di vista prettamente cristiana: “Il Cristianesimo è una religione inculturata, sovrimposta cioè a un preesistente substrato di credenze, usi, costumi”.

              Anzi, personalmente, nego pure l’opportunità stessa di usare del termine di inculturazione nel caso del cristianesimo!

              Il cristianesimo non si sovrappone a nulla ma è, magari, sovrapposto dall’ambiente: siamo sale e lievito. E sale e lievito non si mettono sul pane ma sono dentro di esso e fanno si che farina bagnata, quando cotta nel forno della vita, diventa pane morbido e saporoso al posto di una focaccina schiacciata, bruciacchiata e sciatta.

              La vera scristianizzazione non potrà mai avvenire finché ci sarà un solo cristiano in terra: ricordiamoci la supplica a YHVH di abramitica memoria.

              La migliore immagine dell’azione del cristianesimo nella storia è quella offertaci dall’episodio della Trasfigurazione al Tabor: il cristiano vero (cioè Santo) trasfigura la Storia umana e la società umana agli occhi di Dio stesso.

              In Pace

              P.S.: Questo implica anche che, personalmente, trovo non ben trovata l’idea di costruire una pastorale missionaria su un concetto di inculturazione…

              • Si hai perfettamente ragione Simon…

                Faccio mio il tuo commento 😉

              • Insomma, come agli amici dell’Opera, non ti piacciono molto i Gesuiti… 😉

                Non ne farei però una questione di terminologia. Vediamo se sul contenuto riusciamo a intenderci: ciò che volevo dire è che il Cristianesimo, nella sua concreta declinazione storica, non scrive sul nulla, ma agisce sulla cultura di determinati tempi (e luoghi), di cui sfrutta – e valorizza – gli elementi positivi e favorevoli (persino la lingua: con il greco o con il latino, per esempio, si può raggiungere una finezza logica che con l’ebraico e le lingue semitiche non è possibile). Persino i luoghi di culto cristiani sono spesso elevati sopra preesistenti luoghi di culto pagani (alcuni lo ricordano nel nome, come Santa Maria sopra Minerva a Roma, altri nelle inclusioni architettoniche, come il duomo di Siracusa). Lo stesso si dica per le usanze, per i calendari (il Gregoriano non è che una riforma del Giuliano), ecc. L’articolazione storica del Cristianesimo, insomma, non è una pagina bianca. Lo è, invece, l’annuncio del pieno compimento dei tempi, della Rivelazione e della Redenzione.

                • Potremmo arrivare a concordare che una è la visione spirituale-mistica e l’altra la sua attuazione concreta in termini di “svolgimento”… (?)

                  Daltronde questi due piani li possiamo riscontrare anche nella conversione dei singoli Uomini.
                  L’Annuncio, la Parola di Dio, agisce come “sale”, come “lievito” (e potremmo dire anche cone “seme”), ma agisce comunque su una “materia” e in precise situazioni concrete.

                • Ai singoli uomini c’è un’altra parola che conviene meglio : quella di San Paolo che parla di rivestirci del Cristo che rassomiglia di più all’idea che abbiamo di ricoprire la nostra natura pre-esistente.

                  Quando parla di sale e lievito Gesù proprio si riferisce alla società in generale come insegna il contesto: nel caso di San Paolo parliamo proprio dell’individuo.

                  Per riconnetterci ad una precedente discussione sull’inefficacia della legge circa la nostra giustificazione ma della sua necessità per la nostra santificazione, possiamo analogamente dire che il manto con cui Gesù ci ricopre ci giustifica: esso ci tiene al caldo e ci protegge dalle intemperie; se però non lo chiudiamo bene e non lo riassettiamo continuamente seguendo la legge allora avremo freddo e ci ammaleremo…

                  In Pace

                • “Quando parla di sale e lievito Gesù proprio si riferisce alla società in generale come insegna il contesto: nel caso di San Paolo parliamo proprio dell’individuo.”

                  Si Simon, lo so bene… mi pareva ci potesse stare.
                  Copn il “seme” almeno sono più aderente alle Scritture 😉

                • Trasfigura, trasforma la materia, ne fa altro; anche il seme diventa altro: non è sovrapposizione ma è cambiamento di natura nel suo perfezionamento…
                  In Pace

                • Ma è seminato in una terra che è il cuore dell’uomo che da frutto (il seme ma si potrebbe dire anche la terra) chi il 30, chi il 60, chi il 100 (e qui si parla della “terra”, dato che il seme di per sé o da frutto o non lo da…).

                  Ma abbandono, perché mi pare si stia giocando solo a mantenere il punto. 😉

            • Al di la dei commenti del solito Simon, è evidente che ho fatto un iperbole. Ho il massimo rispetto per chi vive i miracoli come presenza costante di Cristo sulla terra. Ho solo detto che non possono essere l’unica forma di avvicinamento a Dio. Forse l’ho detto in modo un po troppo “tagliato”, ma il senso è quello. Se non si capiva scusate…non siamo tutti Dante Alighieri ed a volte non è facile esprimere compiutamente il proprio pensiero, stante che sui blog non si sente il tono di voce.

              • In effetti, anch’io avverto molto la difficoltà a esprimermi senza il corredo di segni non-verbali (sorrisi, gesti etc.) di cui ci si avvale durante le conversazioni vis-à-vis. Il risultato è che spesso gli interventi sui blog risultano più “duri” e tranchant di quanto io voglia.

              • ho omesso “i miei”: i miei interventi sui blog risultano più duri di quanto non voglia

              • sicuramente dal vivo è tutto diverso, e si riesce persino a cambiare dinamicamente il discorso , quando si nota che involontariamente si sta offendendo qualcuno. Un ‘dibattito’ per scritto ha grandi limiti, e occorre sempre tenere conto di questa realtà senza farsi troppo coinvolgere. lo dico per primo a me stesso .

              • “Il solito Simon”, come lo chiami tu, sarà anche fatto a modo suo (come tutti del resto), ma intanto ti consente di utilizzare il salottino di casa sua per esprimere le tue opinioni pur non condividendole pressoché in nulla. Non dimenticarlo mai. Fatti un bel giro in qualche altro blog di pretesi cattolici, tipo “Galline-in-menopausa e postconcilio”, e imparerai ad apprezzare lo stile di Simon e, in generale, dei suoi ospiti.

              • navigare:
                guarda…lo so perché non mi è mai capitato che mi venisse moderato un post , eppure ce ne siamo detti. però ti assicuro che a volte gli esce l’anima da mister hyde e allora è dura accettare quello che dice senza sentirsi feriti . io credo che tutto quello che si dice qui non abbia alcun senso se prima di tutto non partiamo dal principio che dietro ogni nick c’è una storia personale sconosciuta a tutti gli altri e c’è una persona creata a immagine e somiglianza di Dio. non si può arrivare a ferire le persone , attaccando quello che sono , invece di controbattere a quello che dicono . solo quando saremo una comunità che si accetta in ogni suo elemento , avrà un senso parlare di argomenti teologici. lo dico perché mi pur sembrando sempre bastian contrario ho imparato tante cose qui . molte più di quello che pensavo, e vorrei vederlo crescere sopratutto nell’amore e nel rispetto reciproco , che poi è l’essenza dell’essere cristiani .

              • non si può arrivare a ferire le persone , attaccando quello che sono , invece di controbattere a quello che dicono

                Ma va là, non fare la fanciullina offesa! In fondo, e anche in cima, le tue belle cattiverie, pardon iperboli, le hai scritte. E non mi pare che nessuno si sia messo a piagnucolare.

                E poi, ragiona: se vado a stazionare in permamenza nel blog dell’internazionale gay con il nick HeteroForever45 esponendo con tutti gli argomenti del mondo la ferma convinzione che l’omosessualità è una grave patologia da curare, non mi potrò aspettare che festeggino i miei interventi con la fanfara della banda gaia agitando festanti le bandierine arcobalenottere! Sarebbe già tanto se dopo il primo intervento non mi mandassero, magari con la speranza di guadagnare un nuovo adepto alla loro causa, affa.

                Ripeto: Simone, e con lui minstrel e gli altri gestori del blog, hanno dimostrato infinite volte di essere persone pazienti e tolleranti (pensa alle decine di lenzuoli, piumacci, trapunte e federe non proprio linge di vincentsega sul 6° comandamento!).

                Anziché lamentarti, profitta, cogli l’occasione per leggerti un buon libro di Padre Amorth, per esempio “Esorcisti e psichiatri”, secondo l’ottimo consiglio di Alèudin!

              • Navigare
                Ti garantisco che nessuno fa la fanciullina offesa, figurati.
                Però sentire definire i tuoi figli come purtroppo mi è capitato ti assicuro che non è facile.
                Il discorso è molto semplice : posto che il blog è di ispirazione cattolica e che tutti siamo ben contenti di non essere bacchettoni, cerchiamo però (almeno) di non insultarci a vicenda includendo partenti ed amici, come fanno tutti i blog del mondo, visto che ci vantiamo di essere un popolo diverso da tutte le nazioni.
                Sennò chi capita qui per sbaglio e legge “poveraccio, incapace, mentecatto, hai la figlia mign….., etc etc” , si farà l’idea che essere cattolici o ultrà della Roma è la stessa cosa, e tutto sommato è più divertene la partita. Con linguaggio colto si possono dire cose terribili, in modo ancora più efficace.
                Con questo chiudiamo l’inciso, perchè ovviamente io sono un ospite. D’altra parte , nei blog come allo stadio, gli “ospiti” fanno parte dello spettacolo…senza di loro non ha senso giocare la partita.

              • si farà l’idea che essere cattolici o ultrà della Roma è la stessa cosa, e tutto sommato è più divertene la partita

                C’è chi ha interesse a fare in modo che da un blog cattolico emerga quest’impressione. Una volta si chiamavano provocatori. Oggi troll. Nei vari giri in internet ricordo un imbecille forza 12 che frequentava assiduamente un forum sulla messa antica con il nickname di “Il Nuovo” (davvero un babbeo con patente di idiota!), al solo scopo di provocare i commentatori con un perenne, molesto controcanto. Evidentemente il povero pistola aveva un suo programma. E a modo suo, da pistola, lo portava avanti anche benino.

                Chiunque legga il blog Croce Via, comunque, la differenza fra essere cattolici ed essere teppisti da curva sud la capisce, se non è scemo, benissimo. E capisce anche quali sono gli interventi che intendono portare un positivo contributo alla discussione e quali quelli che vogliono soltanto irritare il prossimo (magari il padrone di casa).

              • se si devono omettere commenti perché sennò il padrone di casa si irrita , vuol dire che non ha senso stare qui, per nessuno , neppure per te. stai tranquillo che nessuno si affatica a perdere 10 minuti della propria unica e preziosa vita al solo scopo di far irritare qualcun altro. Se si discute è normale dire quello che si pensa (possibilmente sugli argomenti e non come attacco diretto alle persone). se poi qualcuno si irrita questo è un indotto inevitabile .

                • Mentelibera, non fare il bambino: nessuno qui ti ha mai impedito di scrivere quel che volevi scrivere per quanto teoricamente irritante possa essere.
                  Però comportati da adulto: se irriti aspettati risposte ad hoc, come nella vita “reale”.
                  In Pace

                  P.S.: Quel che mi irrita, solitamente, è lo spiattellamento acritico della propaganda del Pensiero Unico Dominante…

              • Cito Simon
                “Mentelibera, non fare il bambino: nessuno qui ti ha mai impedito di scrivere quel che volevi scrivere per quanto teoricamente irritante possa essere.
                Però comportati da adulto:”
                Attenzione con questi continui riferimenti sul “essere uomo” e sul ” essere virile” che rivolgi agli altri. Ci sono tomi di libri di psicologia su chi si riferisce sempre alla virilità…non vorrei che scoprissi qualcosa su te stesso….
                Forse pensi che per essere uomo basta saper scrivere su un blog?

                Cito Simon
                “P.S.: Quel che mi irrita, solitamente, è lo spiattellamento acritico della propaganda del Pensiero Unico Dominante…”
                E’ bello vedere che da un lato si pretendono millimetriche precisioni teologiche, e guai a toppare, e dall’altra si esprimo concetti tipo “spiattellamento acritico della propaganda del Pensiero Unico Dominante” che dicono tutto e non dicono niente.
                Come se su qualche enciclopedia ci fosse l’elenco delle definizioni proprie di questo leggendario “Pensiero Unico”, la cui descrizione su Wikipedia è pressoche inesistente….Perchè non la scrivi tu, in modo preciso? Cosi finalmente sapremo di che si parla. A me sembra che il Pensiero Unico sia un po come il Nemico del deserto dei Tartari : creato apposta per giustificare l’esistenza dei “difensori”.

                • Te lo lascio spiegare da Papa Francesco cosa sia la dittatura del pensiero unico:

                  “Ma «anche oggi — ha messo in guardia il Papa — c’è l’idolatria del pensiero unico. Oggi si deve pensare così e se tu non pensi così non sei moderno, non sei aperto». O peggio, ha proseguito, tante volte «quando alcuni governanti chiedono un aiuto finanziario si sentono rispondere “ma se tu vuoi questo aiuto devi pensare così e devi fare questa legge e quell’altra, quell’altra”».

                  Dunque «anche oggi c’è la dittatura del pensiero unico e questa dittatura è la stessa di questa gente» di cui parla il Vangelo. Il modo di fare è lo stesso. È gente che «prende le pietre per lapidare la libertà dei popoli, la libertà della gente, la libertà delle coscienze, il rapporto della gente con Dio. E oggi Gesù è crocifisso un’altra volta».

                  E così, ha proseguito il Papa, «questa non è una storia di quel tempo, dei farisei cattivi — ma c’erano farisei buoni — di questa gente chiusa. È una storia anche di oggi». E «il consiglio del Signore di fronte a questa dittatura è lo stesso sempre: vigilare e pregare».

                  https://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2014/documents/papa-francesco-cotidie_20140410_dittatura-del-pensiero-unico.html

                  In Pace

              • Simon :
                Dubito che il concetto di Pensiero Unico del Papa ed il tuo siano così simii. Il tuo è più che altro un Unico Pensiero, tutto incentrato sui temi a sfondo sessuale e sulla limitazione ed emarginazione dei diritti di chi non corrisponde alla tua idea di Virtù.
                Il discorso del Papa è tutto condivisibile, a parte la piccola omissione di non aver citato un altro esempio di pensiero unico della storia, e cioè il Pensiero Unico cattolico, che per 1500 anni (dal 300 al 1800) ha dominato l’occidente. Non si poteva pretendere che il Papa lo citasse, altrimenti sai che valanga di critiche. Ma un cattolico con un po di onestà intellettuale non può negare che l’influenza cristiana e cattolica in occidente per 1500 anni è stata determinante. E gli strumenti erano gli stessi : imporre il proprio pensiero con la forza della legge
                Per esempio In America , ma penso anche in Europa , erano previste pene diverse per i condannati che si convertivano da quelli che non si convertivano. La stessa cosa che il Papa cita oggi riguardo alle leggi che vengono imposte in cambio di aiuti. La storia è maestra , basta non prenderne solo i pezzi che ci convengono.
                Riguardo invece alla tua concezione di Pensiero Unico, tornado per esempio al discorso sul porto d’armi , non ho dubbi a pensare che tu impediresti alle persone con tendenze spiccatamente omosessuali di avere tale permesso, in quanto mancanti di quelle necessarie “virtù” da te considerate necessarie.
                Se per pensiero unico intendi che io invece , su queste cose, sono in totale disaccordo con te, allora è vero : sono un fautore del Pensiero Unico, contro il tuo pensiero sbagliato, caro Simon Sergente Hartman de Cyrene…

                • Bah, Mentelibera(-mente)sei proprio completamente nel giudizio di intenzioni ed in un mondo di illazioni.

                  Visto che ho citato Papa Francesco per rispondere alla tua domanda come puoi pretendere che io non abbia lo stesso concetto di Papa Francesco?
                  Te lo ripeto ancora una volta: il pensiero unico per me, esattamente come per il Papa, è definito così: Oggi si deve pensare così e se tu non pensi così non sei moderno, non sei aperto .

                  Guarda caso è la definizione esatta delle imbecillità che ci propinqui sul blog…

                  Cosa c’entri il porto d’armi non so: di certo non lo concederei a nessun vizioso in qualunque campo!

                  In Pace

              • Definizione generica se estrapolata da un contesto. Stai ciurlando nel manico
                In realtà non appena si entra nel merito (ed ho fatto l’esempio della tua mentalità sul porto d’armi) si scoprono i contorni e le reali differenze. Figurati se il Papa, parlando del pensiero unico, si riferiva anche alla concessione del porto d’armi agli omosessuali.
                La realtà è che usi questa definizione (Pensiero Unico) ogni volta che non hai argomenti logici per contrastare una idea. Allora basta dire che una idea del “pensiero unico” e subito gli viene messo il bollino nero.
                Facciamo un’opera di chiarezza : fai un bell’articolo sul Pensiero Unico, elencando in modo tabellare (e non discorsivo) e didascalico i singoli, dettagliati punti che per te fanno parte del pensiero unico, senza cortesemente renderli grotteschi.
                Dopo di che si potrà ragionare punto punto su due argomenti :
                A) Fanno veramente parte del pensiero unico (cioè sono maggioritari nella cultura oddidentale, e da dove si capsce che sono maggiritari)
                B) Sono effettivamente negativi.
                Ne vedremo delle belle.

                • Ma sei proprio duro di comprendonio Menteliberamente: tutte le imbecillità con le quali hai graziato questo blog sono espressione del Pensiero Unico condannato dal Santo Padre.
                  E non vado di certo rifare una lista sistematica di cotante tua vacuità intellettuale allineata sul pensiero mondano: mica sono qui per aiutarti ad allargare finestre di Overton !!!
                  Passa una buona domenica.

                  In Pace

  6. Forse sembrarà una banalità, ma tempo addietro per vicenda che tralascio, ho avuto a che fare con un prete esorcista… tra varie altre cose, mi disse che una famiglia dove la preghiera è presente e non è fatto sporadico, è sempre piuttosto ben “corazzata” da qualsivoglia influsso malefico…

    • È quella che potremmo chiamare “copertura euchetica”, che si accompagna alla “copertura sacramentale”. Dirò di più. Oggi le mentiliberedellosbattezzo espongono se stesse e i propri figli a rischi di cui, nella loro dabbenaggine, ignorano la gravità o non hanno la minima cognizione.

      • Si è vero purtroppo…

      • mi sfugge la razionalità dello “sbattezzo”… se ho la certezza che Dio non esiste, a che prò darsi da fare per cancellare un atto che non ha in sè alcun valore?
        Eppure chi lo pratica fa della razionalità assoluta la sua bandiera.

        • Credo che sia una forma per non più far parte del cristianesimo in modo ufficiale. Quindi per costoro ha un grosso senso

        • Lo “sbattezzo”, nome la cui patetica rozzezza è in sé un biglietto da visita, è, per usare un’espressione forbita, una solennissima minchiata. La cancellazione vuole essere un atto di sfregio alla Chiesa e al Cristianesimo, un po’ come lo sculettamento dei gay davanti alle basiliche romane; è lo sputazzo, lo schizzetto di fango di anime che non riescono a darsi pace, un po’ come quelle di quegli atei che vanno continuamente in cerca dello scontro dialettico (e non solo) con i credenti e non perdono occasione per aggredire da ogni angolo d’attacco Cristo, la Madonna, la Chiesa, il Vangelo, e la religione e il Sacro in generale. Sono dissacratori congeniti. E vanno compatiti. Ma anche combattuti.

        • Dicono per farsi togliere dalle statistiche e dai numeri totali che rendono l’Italia ancora un paese – per i numeri – a maggioranza cattolica e quindi soggetto alla lobby vaticana…

        • Le ragioni sono contenute qui: https://www.uaar.it/laicita/sbattezzo/#05
          Vi è, a mio avviso, assai poco di razionale.
          Questa battaglia contro l’invadenza del clero che disturba la quiete pubblica con le campane oppure offrendo benedizioni natalizie (per evitare le quali basta, generalmente, dire: “no, grazie” al parroco che bussa) mi sembra francamente una donchisciottesca tenzone contro i mulini a vento.

          • È, soprattutto, mysterium iniquitatis.
            In Pace

          • Nei dieci minuti che ho impiegato per trovare il link e scrivere la risposta ben tre commentatori hanno inviato la loro, ben migliore e più compendiosa… 🙂 E’ vero, come è stato detto dall’utente Navigare necesse est, che i promotori dello “sbattezzo” sono persone che meritano compassione, perché non si rendono conto di quello che fanno. Quanto al combatterli, certo l’apologetica serve, ma dal momento che coloro che si fanno sbattezzare sono talvolta persone così graniticamente convinte di essere “liberi pensatori” da risultare di fatto chiusi al dialogo con chiunque sia, ai loro occhi, in odore di oscurantismo, mi permetto di suggerire che si tratti più che altro una guerra da portare avanti a mani giunte 🙂 Oggi è giovedì, e volendo e potendo, potremmo “incontrarci” spiritualmente nel Getsmani tra le 23:00 e le 24:00 per un momento di intercessione in favore degli “sbattezzatori”.

            • Quando l’esorcista appoggia la stola caso sulla spalla dell’ossesso, questi, che fino a un secondo prima sembrava una persona normalissima, magari solo un po’ depressa, sbotta improvvisamente in insulti, grida, bestemmie, sputi. È quel che, in sedicesimo, accade a chi quando sente il concertino delle campane scrive al sindaco per silenziare il campanile, a chi quando c’è il funerale della nonna o il matrimonio del fratello non entra in chiesa e sta fuori a fumarsi una sigaretta, a chi quando vede il crocifisso in un ospedale o nell’aula di un tribunale lancia una petizione per rimuoverlo, ecc. ecc.

              La refrattarietà alla religione si esprime in molti modi. Padre Amorth diceva che anche una blanda insofferenza al Sacro è un indizio da non sottovalutare. C’è chi la esprime con l’indifferenza, chi con l’avversione passiva, chi con l’ostilità attiva (per intenderci: chi quando sente le campane se ne frega, chi prova un certo fastidio, chi prende la penna e scrive al sindaco per protestare). Fra questi ultimi si distinguono i poveri “pischelli” dello sbattezzo, che, come scrive alessandrann, conviene raccomandare al Padre Eterno.

              • Per mia vergogna, ammetto di conoscere tale insofferenza al sacro per averla vissuta.

                • Posso dire lo stesso anch’io… ma perché vergognarsene, visto che su questo Dio ha compiuto meraviglie ed è stato vittorioso.

                  Possiamo ben mostrare queste nostre ferite (guarite) con gioia a maggior gloria Sua. 😉

              • Per i nati fra il 1945 e il 1955, grosso modo, tale insofferenza è un tratto generazionale.

              • ammetto di conoscere tale insofferenza al sacro per averla vissuta

                Io non l’ho mai avuta, ma ho diversi amici, e anche parenti, che purtroppo ne sono affetti. Però devo dire che chi, tra i miei conoscenti, è riuscito a superarla si è letteralmente innamorato del Sacro e lo difende con una convinzione senza pari.

              • “Possiamo ben mostrare queste nostre ferite (guarite) con gioia a maggior gloria Sua.” ci dice Bariom: ma questa è la definizione stessa di Giudizio Finale e di Paradiso…

                In Pace

                • E quindi…?

                  Non ho possibilità di mostrarle qui in terra, prima del Giudizio…? Qualcosa mi sfugge…

                • Al contrario Bariom!!!
                  Quando lo fai anticipi il Giudizio! Sei già in Paradiso: come quando reciti i salmi oppure quando sei a messa!!!
                  In Pace

              • “Però devo dire che chi, tra i miei conoscenti, è riuscito a superarla [scil. l’insofferenza al sacro] si è letteralmente innamorato del Sacro e lo difende con una convinzione senza pari” Cit. Navigare Necesse Est
                Grazie della testimonianza. Speriamo che accada lo stesso anche a me 🙂

              • Sai che c’è, alessandrann? C’è che assai spesso l’avversione al sacro – così come le sconversioni, le perdite di vocazione, ecc. – scaturisce da un processo riconducibile al fatto che la re-ligione e i vincoli del sacro interdicono determinati comportamenti, per lo più legati alla ricerca del piacere sensuale e materiale. Il più delle volte dietro i fiumi di giustificazioni dell’antireligiosità sono solo una immane cortina fumogena per celare a se stessi e agli altri questo banalissimo, ma prepotentissimo, movente. Ho sentito, per esempio, diversi sacer-doti in crisi vocazionale prendersela in lungo e in largo con le gerarchie, i seminari, la Chiesa e il Padre Eterno, argomentando con un autentico tsunami di ponzamenti teologico-filosofici; e poi, andando a grattare appena un po’ di smalto sulla superficie, veniva a galla che questo aveva “conosciuto una donna meravigliosa con cui desiderava metter su famiglia” o, nei casi più penosi, aveva “deciso di voler vivere la sua omosessualità”. L’avversione al sacro non si determina per il fatto che, per esempio, si ritengono implausibili i miracoli; al contrario, si ritengono implausibili i miracoli perché, soprattutto per i motivi che ho menzionato sopra, si è sviluppata un’avversione al sacro. Sacer, il sacro, assume allora uno degli altri suoi significati latini: quello di “esecrabile”, “destestabile”. Sula fenomenologia di questa involuzione si potrebbero scrivere degli ottimi libri. È ad esempio molto interessante l’esistenza di una intera generazione, quella che possiamo sommariamente definire sessantottina, in cui un condizionamento socioculturale – pianificato anzichenò – ha instillato l’avversione al sacro come tratto della struttura identitaria personale e collettiva. Una generazione che è stata pressoché interamente orientata al mondo (inteso nell’accezione giovannea). Così quando ti trovi davanti uno di questi (ex-)ragazzi, sai già a priori quale sarà, quasi invariabilmente (le eccezioni esistono, ma sono più che mai eccezioni), la sua disposizione d’animo verso la religione in generale e il sacro in particolare. L’aspetto più notevole è che tale disposizione è riscontrabile in tutti i paesi occidentalizzati (via americanismo, ma anche via marxismo). L’esperienza personale mi ha mostrato che raramente le persone che hanno respirato quella temperie e ne sono stati plasmati riescono a sortirne; un po’ come chi è ha subito una forte esposizione a certi isotopi radioattivi e ha ingerito cibi contaminati da essi contaminati.

                • Il Sacro, Sacer messo a parte per essere davanti a Dio è rivestito dell’abito cand-ido, che ha la stessa radice sanscrita di casto e kath-ros cioè di chi è puro: il cast-igo permette un ritorno alla purezza.
                  È ontologicamente impossibile presentarsi davanti a Dio se non con il vestito da festa a rischio di farsi cacciare fuori a pedate dall’ospite del festino.

                  L’avversione al Sacro è certamente segno esterno di in-cesto (in-casto), di comportamento lussurioso e vizioso, tutti segni di assenza di castità; come l’olio che non può mischiarsi all’acqua vi è una ripulsione tra il Sacro che è il luogo riservato alla Deità illibata e il libidinoso indecente.

                  È chiaro che ovunque sia presente l’una l’altro sia assente: concordo con Navigare e con duemila di esperienza umana ed ecclesiale.

                  In Pace

            • Esatto, Simone. La radice di sacer è disputata, ma la sua area semantica di riferimento è comunque quella che evidenzi tu. V’è chi riconduce sacer alla radice sanscrita yaj, da cui, per esempio, yajña (atto di devozione) e yajas (adorazione), cui si deve anche il greco hágios (santo) e, eccoci al punto, hagnós (puro).

  7. Mi sembra che pure Vincent abbia avuto esperienze in merito, anzi che la sua fede derivi anche da quelle. Peccato abbia ripreso a lavorare proprio ora. Vabbeh…

    • Beh però un po’ prendiamo fiato… 😛

    • interessante… mi piacerebbe conoscere un modo per conquistarla, finalmente. Da agnostico in perenne ricerca di fede, le sto tentando tutte, dalla preghiera alle letture, fino alla partecipazione (sporadica, a dire il vero) alla Messa. Questo per dire quanto è forte il mio bisogno del Sacro e dell’Assoluto.
      Ma non arriva… purtroppo.

      • Semplicemente, Alex, dimentica tutti i tuoi “metodi” di ricerca complicati e ascolta semplicemente l’annuncio che la Chiesa fa del Kerygma stesso nella Sua essenzialità: e decidi, liberamente, se aderirvi oppure no; non è atto della tua intelligenza, ma della sola tua volontà, come per ogni altra cosa che vieni a conoscere; né più, né meno.

        In Pace

        P.S.: Ecco il Kerygma nella sua più essenziale declinazione dagli Atti degli Apostoli (2,22.32.36):
        « Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazareth – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete – , dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. … Questo Gesù Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. … Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso »

        P.P.S.: Il Kerygma non va da essere letto, ma ascoltato: qualcuno te lo deve dire all’orecchio come testimonianza sua personale…

        • Grazie Simon. Quindi secondo te trovare la fede è solo una questione di volontà. Aderire volontariamente ad una verità non verificabile, facendola propria.
          E’ un punto di vista che non avevo mai considerato… perdona l’analogia azzardata, ma a me pare sia come volersi innamorare di una donna solo con la volontà. E’ impossibile. Può un moto dell’anima essere pilotato solo dalla volontà?
          Spesso mi hanno detto che la fede sia un dono concesso da Dio, cosa che tra l’altro non mi ha mai convinto.
          Ad ogni modo, seguirò il tuo consiglio.

          • Ottima la tua analogia!
            Quando tu decidi liberamente (cioè con un puro atto di volontà) di volere il bene di una donna qualunque più del tuo proprio bene (non c’è amore più grande che il voler dare la propria vita per la persona amata; ci ricorda Qualcuno), allora ami davvero questa donna.
            Grazie per l’analogia

            In Pace

            N.B.: Qui non stiamo parlando di “sentimenti” amorosi, i quali, benché legittimi e spesso auspicabili, non sono espressione di “amore” in sé anche se in potenza possono essere conduttivi all’amore. Così ne va, continuando la tua analogia, nel caso della fede: i “sentimenti” religiosi non sono fede di per sé benché, in alcuni casi, possano condurre alla fede. Anzi l’esperienza spirituale mostra che è nella notte dei szntimenti religiosi che si vive la Fede (cf. San Giovanni della Croce o Santa Madre Teresa). E per chiudere il cerchio direi, all’estremo, che è proprio quando il “sentimento” amoroso finirà o sembrerà assente che tu davvero amerai tua moglie o la tua ragazza….

            P.S.: Certo la fede è concessa da Dio, la tua volontà accetta il Kerygma solo perché Dio lo vuole e ti manda lo Spirito Santo. Ma sei sempre libero di non aderire ! Libertà adulta che eserciterai assumendone le conseguenze, in quanto non vi è libertà personale senza responsabilità individuale, ovviamente.

            • ” E per chiudere il cerchio direi, all’estremo, che è proprio quando il “sentimento” amoroso finirà o sembrerà assente che tu davvero amerai tua moglie o la tua ragazza….”

              Capisco quello che intendi, ed è assolutamente vero.

          • Guarda Alex, io pure mi sono “messo in mezzo” con la questione fede per volontà. Mi sono letteralmente detto: “basta, ne ho piene le palle di essere agnostico. Se c’è qualcosa voglio sapere cosa è e la cosa più vicina a me è il cattolicesimo, vediamo un pò di capirci”. Ho cominciato a capire e più capivo, più mi dicevo che la volontà iniziale era stata un’ottima idea.
            Con dei ma.

            Perché io non riesco a capire chi non tentenna mai, chi scrive che “ha incontrato Gesù”, che ha una fede granitica, che vede l’ostia consacrata per quello che veramente è senza se e senza ma, che si capisce essere quasi un santo in terra, che ci crede di brutto senza alcuna remora e dubbio insomma. Io mi sento spesso distante forse perché dipendo (totalmente?) dalla volontà e sono ancora tanto peccatore… Ho avuto momenti di “esperienza” di Dio (ad esempio la morte di mio padre), momenti in cui mi sembrava che quasi mi chiamasse. E poi, a contrasto, ci sono momenti in cui quasi mi chiedo “ma esiste Dio poi?” e mi rispondo positivamente ma solo pensando alle cinque vie. In quei frangenti mi pare di capire che quella che sento io non è fede, è ragionamento. E allora mi dico “la mia fede DEVE essere pensare che questo Dio è quello del Vangelo!” (notare le parole, è scelta voluta proprio!), ma poi mi chiedo “Perché?” e mi rispondo “perché è il Dio più razionale che conosca!” e quindi non è fede, ma sempre fede nel razionale. Poi lo so che il “razionale” è sempre Dio che mi chiama, ma la mia volontà è provata da questa tensione. E’ questa la fede? Una cosa che mi impongo solo perché razionale? O solo perché me la impongo? Bel dilemma…

            E poi essendo tutto volontà ci sono momenti in cui sono davvero distante, perchè basta poco e la volontà si incrina, trova scuse, si spegne, si adagia… forse sono davvero poco costante perché poco “volenteroso”.

            Secondo te ad esempio perché porto avanti questo blog che, insieme all’aver potuto conoscere quello che è il suo co-fondatore, ritengo essere un vero e proprio dono che Dio ha fatto a me? Scrivere qui mi ha aiutato tanto, ancora lo sta facendo e credo che lo farà ancora per molto. Forse però ora non basta più; è per questo che sono di nuovo “in crisi” probabilmente. Forse è arrivato il momento per nuove responsabilità, per rinfocolare una volontà lasciata troppo tempo sui carboni semispenti del ragionamento e della routine web. Solo il blog (e quindi le relative analisi e pensieri e ragionamenti) non basta più. Va mantenuto, nel modo migliore possibile, perché non solo è un servizio ad una comunità che abbiamo creato, ma è un servizio a me e alla mia fede. Ma serve altra volontà, altra forza.

            Ho preso una scelta anni fa, la scelta mi ha fatto prendere una strada e mi ha dato responsabilità precise e ora ho a che fare anche con queste ultime. Devo riprendere il cammino della volontà iniziale con gli occhi, il cuore e la testa di adesso.
            Riprendiamo insieme Alex.

            Io prego per te e per il tuo inizio, tu prega per me per la mia ripresa!

            • Mi ritrovo particolarmente nel tuo sentire, caro minstrel… sono sempre stato alla ricerca di qualcosa. Fin da bambino non mi sono mai fidato di quello che mi dicevano gli adulti, istintivamente volevo verificare, cercare una verità in ogni cosa. Leggevo molto, indagavo, chiedevo… provengo da una famiglia cattolica, i miei mi fecero studiare dai salesiani. Mia madre mi racconta sempre della suora (la mia prima maestra), che animata ad santa pazienza, doveva rispondere alle mie domande dopo la lezione di scienza… a 8 anni avevo scoperto che il mondo si era creato lentamente, gli animali cambiavano e poi eravamo arrivati noi! Ma allora Adamo ed Eva? Non ti dico a catechismo… 🙂 e meno male che l’anziano parroco era, si può dire, amico di famiglia! Tra le altre cose, odiavo l’idea di dover raccontare le mie azioni ad un altro… immagina, prima della prima comunione, non mi sono mai confessato, sono scappato via dalla parrocchia senza farmi vedere… tra i tanti ragazzini il nostro sacerdote non se ne accorse.
              Ma ho sempre cercato la fede, ora me ne accorgo… più l’idea di Dio mi sembrava inverosimile, più la volevo mia. E’ una cosa strana da spiegare, immagino che chi non ha vissuto tutto questo difficilmente lo possa capire. Ci sono persone fortunate che hanno sempre vissuto nella fede.
              Ti ringrazio per le tue preghiere, e ti assicuro la mia. Non so quanto possa valere pregare senza fede, ma lo sto facendo…. e sicuramente lo farò anche per te 🙂

            • Caro Minstrel, grazie per la tua testimonianza: allora dovrò accettare che non mi capisci 😉

              Infatti; la mia esperienza è stata tutt’altra: io ho sempre dato assenso della mia volontà al Kerygma per quanto indietro nella mia infanzia possa tornare. Infatti non mi è mai passato per la testa che i miei genitori mi potessero ingannare e la loro adesione al kerygma testimoniava del kerygma stesso. La radice della mia fede personale è quindi davvero radicata in quella dei miei genitori: non l’ho meritata e non ho fatto niente per averla, mi è stata data in regalo con la vita stessa. E vedo che questo continua di generazione in generazione senza merito alcuno da parte mia.

              È una grande grazia avere ricevuto la fede così senza merito: non ho fatto niente per giustificarmi; ma sono stato giustificato gratuitamente e senza sforzo.

              Ma, caro Minstrel, benché penso avere la fede “granitica” di cui mi parli per sola grazia di Dio; essa non fa di me un santo: sono ben ben lungi dal pensarlo e dal constatarlo !!!! purtroppo. Anche Satana sa che Dio esiste e anche lui sa di Gesù e questo di una conoscenza addirittura intuitiva ed immediata che non richiede le nostre elaborazioni ed elucubrazioni tipiche delle creature materiali intelligenti: eppure lui è peccato osceno; altro che santo!

              Si la fede non è ragionamento ed è solo atto di volontà: preghiamo solamente una cosa e cioè di avere sempre la forza di aderire al Kerygma con l’aiuto dello Spirito Santo e non lasciare i nostri peccati corrompere la nostra volontà e indebolirla al punto di rinunciare a tale adesione kerygmatica.

              In fin dei conti questa è la ragione per la quale Satana ci tenta: ogni volta che cediamo rammolliamo la nostra volontà e questo fino al giorno dal maligno sperato in cui non aderiremo più alla Verità. Un ateo volontario è qualcuno che è sottomesso a Satana financo nella sua intelligenza! Su un piano metafisico e spirituale, visto che siamo in un post su P. Armoth; un ateo che ha deciso di non aderire al Kerygma è succube volontario della satanica immemoriale menzogna e del suo menzognero rappresentante.

              Quindi preghiamo gli uni per gli altri affinché il Santo Spirito di Dio sempre ci sorregga nella Fede, nella Carità e nella Speranza proteggendoci dalle trappole e dalle tentazioni dell’Accusatore volte a minare la nostra volontà.

              In Pace

    • Ma solo io penso che assistere ad un esorcismo e poter osservare i fenomeni anche dei più “prodigiosi” in realtà non fornisce all’ateo alcun buon motivo (logico/epistemologico) per concludere “allora Dio esiste”?

      • Concordo con ViaNegativa.
        In Pace

      • In linea generale lo penso anch’io. Dipende dal tipo di ateismo, o più propriamente dalla fase in cui quella patologia dello spirito che chiamiamo ateismo si trova. Nel film di Bergman che ho ricordato, “Il settimo sigillo”, alla morte della strega presenzia, accanto al cavaliere Block, il suo scudiero Jöns. Ecco gli Jöns, chiamiamoli così, non troverebbero alcun valido argomento (logico/epistemologico) nemmeno se vedessero un paralitico alzarsi e battere Usain Bolt. Si fabbricherebbero una lettura dell’evento tale da confermare la loro fede atea. Perché? Per varie ragioni, ma soprattutto perché le persone tendono ad accomodarsi nell’identità acquisita, un po’ come fa la goccia quando ha finito per scavarsi un alveo della roccia: perché la goccia riesca infine a cambiare direzione, occorre un intervento esterno; nel caso dell’ateo quell’intervento si chiama la Grazia, e l’evento contingente che può accompagnarla non ne è la causa, ma tutt’al più l’effetto.

      • Vorrei comunque precisare che non ho nulla da obiettare a chi si converte in seguito ad esperienze simili, ci mancherebbe. Ma più che altro per il fatto che queste possono dare una “smossa” in una certa direzione. E anche piuttosto forte.

        Solo volevo rilevare che l’evento di per sé, per quanto incredibile esso sia (foss’anche di tutt’altra natura, come l’assistere al radunarsi delle Tempeste dai quattro angoli del Mondo a formare un Cherubino alato mentre il vento sibila “Hosanna in excelsis, Gloria in excelsis Deo!”), non può costituire “prova dell’esistenza di Dio” (pur indiretta) e della veridicità del messaggio cristiano in particolare.

        Ora, ciò – in realtà – vale anche per chi già accetta la Rivelazione, sebbene quest’ultimo possa ragionevolmente ritenere certe manifestazioni solforose l’opera dell’Antico Nemico, ma le può ritenere tali proprio perché già crede (sulla base di motivi indipendenti) alla veridicità della Rivelazione.
        [Va da sé che, per contro, chi ritiene di avere motivi indipendenti per sostenere la falsità della Rivelazione e la non esistenza di Dio, dirà ragionevole cercare tutt’altre spiegazioni (naturali)].

        In definitiva, se il “prodigio” viene considerato isolatamente, avulso da qualsiasi tipo di presupposizione religiosa, porta inevitabilmente ad un “non constat” ed è per questo che ritengo un “non sequitur” la conversione e la conversione al cristianesimo in particolare. Infin dei conti quasi ogni religione ha i suoi demoni/spiriti che più o meno occasionalmente si impossessano dei malcapitati di turno…

        • Se stiamo alle Scritture, il “prodigio”, il miracolo è strutturale e a conferma della stessa Predicazione…

          “Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.” Marco 16,20

          Ergo, fini a se stessi, dicono poco (se mi si concede l’espressione) o poco possono dire…

          • Attenzione però, non ho parlato di miracoli. Il miracolo poi (il poter parlare di miracolo dco) ha esso stesso dei presupposti epistemologici.

            Si noti infine che a sigillo di tutte le opere/miracoli compiuti da Cristo c’è la Risurrezione, mancasse quella tutto il resto sarebbe irrilevante.

  8. L’ha ribloggato su PADREAMORTHSANTO.

  9. Leggo sopra il commento di alessandrann che propone di pregare per sbattezzandi e sbattezzati.
    Leggo anche di Alex che è sinceramente desideroso della fede.

    Non pensi l’interessato che voglia intromettermi, ma perché allora non ci impegniamo ad intercedere per lui come comunità di Crovevia, ognuno coi suoi tempi e i suoi modi?

    Secondo me ne verrebbero grazie per lui e per tutti quelli che scrivono qui?

    • Ho appena scritto un commento che non solo richiama questa iniziativa di Alessandra, ma la amplifica chiedendo altre preghiere… la faccenda diventa interessante perchè questa iniziativa, oltre a rompere le scatole non poco in questo mondo (e gli insulti alla Miriano per le indulgenze chieste per i morti del territorio lo dimostra), crea ancora più senso di “comunità” orante in cammino.

      Grazie per queste belle idee che ci state donando, prima l’elenco dei film, ora questo. Vediamo di far fruttare questa idea come si deve. Chiedo quindi il solito brainstorming. 🙂

    • Be’, ad Alex, che nei suoi commenti sembra una persona sincera, io la mia preghiera la assicuro, e con lui a tutti coloro che cercano con coraggio, forza e onestà la luce della fede.

  10. Ringrazio Alessio e Nne, e tutti gli altri! Da comunque conforto sapere che ci sono persone come voi, che non mi conoscete se non per queste poche righe, che vogliano aiutarmi.

    • @Alex. Mi viene in mente la frase che Indro Montanelli ha detto negli ultimi anni della sua vita “Mi dispiace solo di non aver avuto la fede, perchè lo desideravo tanto” Credo che il desiderio e la volontà di ricerca siano da apprezzare. Direi che sia già fede, pur in bocciolo. Le vie per arrivarci sono molteplici. Si dice comunemente che chi cerca trova. E se non si trova vuol dire che il buon Dio ha altri piani . Ma mai e poi mai fermarsi.Questo è fondamentale. Spesso occorre sbrogliare una matassa aggrovigliata alla ricerca del bandolo. Altre volte si tratta di imbattersi in momenti topici che ti segnano il percorso, come è stato per me,quando si rese necessario passare da una fede tradizionale pur convinta ad una fede matura , ragionata, voluta e praticata. Quando ho difficoltà mi viene da pregare molto. Poi mi chiedo se prego solo per ottenere qualcosa e mi sento un verme. Mi scuoto , chiedo scusa e incomincio un vero rapporto con il buon Dio. Quando scopri che è possibile unirsi a colloquio con Dio inizia il tuo percorso a tappe sempre più coinvolgente. Ti prometto una preghiera

      • Condivido il commento di vincenzodatorino e mi permetto aggiungere che è umano, lecito e anche doveroso chiedere al Padre nei momenti di difficoltà, e più l’ora è tragica, più pregherò (non ha fatto cos’ anche Cristo), proprio perché siamo Figli.

        Ciò che importa è rimettersi poi sempre alla Sua Volontà e nella gioia (quando tutto va bene), non “dimenticarsi di Dio”, non allentare il nostro rapporto con Lui e benedire sempre! (come la Scrittura ci ricorda) 😉

        Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto…

        Matteo 7,11

        “Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone* a quelli che gliele domandano!”

        (*) Luca riporta “darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”

      • Caro Vincenzo, sono d’accordo con quanto scrivi… mai fermarsi nella ricerca. Siamo fatti per cercare la conoscenza e migliorare le nostre virtù. E questo dovrebbe valere per tutti, senza differenze di fede.
        Rimanere aperti al mondo, e all’accoglienza della Verità. Ti ringrazio.

  11. Vincent mi scrive dicendomi di non riuscire a postare e mi chiede di copiare questo suo commento di risposta al mio quesito.
    Ecco qui:

    “Volevo intervenire sul topic di Padre Amorth (Dio l’abbia in gloria e l’accolga in Paradiso) per parlare di determinate questioni, ma visto che apparentemente mi è impossibile (ed è la ragione per la quale ti chiedo di controllare) confermo che si, la mia conversione alla Fede è avvenuta grazie a quegli eventi, come puoi leggere qui https://pellegrininellaverita.com/2015/12/11/incontro-a-gesu-saggio-di-apologetica-cristiana-sulla-realta-dei-miracoli/#comment-18000 , qui https://pellegrininellaverita.com/2015/12/11/incontro-a-gesu-saggio-di-apologetica-cristiana-sulla-realta-dei-miracoli/#comment-18011 , qui https://pellegrininellaverita.com/2015/12/11/incontro-a-gesu-saggio-di-apologetica-cristiana-sulla-realta-dei-miracoli/#comment-18012 e qui https://pellegrininellaverita.com/2015/12/11/incontro-a-gesu-saggio-di-apologetica-cristiana-sulla-realta-dei-miracoli/#comment-18014

    La cosa è curiosa, perché ben prima di avere quelle esperienze, in famiglia avevamo avuto eventi indubbiamente sovrannaturali (sebbene quelli fossero di natura benigna, come ho spiegato in questi https://pellegrininellaverita.com/2016/09/06/blog-dei-blogs-santa-madre-teresa-special-edition/comment-page-1/#comment-25636 tre https://pellegrininellaverita.com/2016/09/06/blog-dei-blogs-santa-madre-teresa-special-edition/comment-page-1/#comment-25640 , https://pellegrininellaverita.com/2016/09/06/blog-dei-blogs-santa-madre-teresa-special-edition/comment-page-1/#comment-25649 ) ma non riuscivo a “fidarmi”.

    In altre parole credevo che ci fossero altre spiegazioni nonostante fosse ovvio che le cose non stessero così, ma per qualche motivo non riuscivo a crederci. 

     Perciò occorre essere cauti a giudicare gli atei, perché molti di loro sono tali in buona Fede.

    Mi ricordo Margherita Hack che disse: se quando morirò andrò davanti a Dio dirò che mi sono sbagliata. E tuttosommato sarebbe bello essersi sbagliati.

    Penso che agli atei che in teoria muoiono come tali venga data la possibilità da Dio di conoscere la Verità con certezza e di accettarla o rifiutarla.”

    • “Penso che agli atei che in teoria muoiono come tali venga data la possibilità da Dio di conoscere la Verità con certezza e di accettarla o rifiutarla.” ti dice il Vincent caro Minstrel ed infatti, una tantum, il Vincent ha ragione.

      Anzi, la Misericordia di Dio va ben più in là dell’opinione personale di Vincent: non solo in teoria ma anche in pratica e non solo quando muore ma durante tutta la sua vita, l’ateo ha la possibilità di conoscere la Verità con certezza.

      Infatti è di fede cattolica che l’annuncio che fa la Chiesa della Buona Novella, cioè della Morte e della Resurrezione di N.S. Gesù Cristo, è sempre ed in qualunque circostanza accompagnata dal soffio dello Spirito Santo che spinge con forza soprannaturale, vita natural durante, l’anima di ciascuno nel desiderio di aderire al detto Kerygma fino al limite massimo possibile rispettoso della libertà individuale.

      Durante tutta la vita: altro che aspettare l’istante della morte!

      Al soggetto, c’è la bellissima parabola di Lazzaro e del ricco Epulone: neanche le cose le più straordinarie, come vedere morti rianimati, convincerebbero chi non vuole lasciarsi convincere dall’insegnamento ordinario della Chiesa (la testimonianza di Mosè), la Quale è Corpo di Cristo animata dallo stesso Spirito Santo, che questi avvenimenti straordinari avvengano nel bel mezzo della vita o sull’orlo della morte.

      E questo perché a causa della nostra libertà nessuno può obbligarci ad amare se non lo vogliamo e accettare la Verità è un puro atto d’amore in quanto è assentimento della volontà al Dono di Dio.

      In Pace

      • Penso che agli atei che in teoria muoiono come tali venga data la possibilità da Dio di conoscere la Verità con certezza e di accettarla o rifiutarla.” ti dice il Vincent caro Minstrel ed infatti, una tantum, il Vincent ha ragione.

        L’idea menzionata da Vincent è, per intendersi, quella che tale possibilità sia assicurata anche dopo la morte.

        • Beh questo no, ovviamente !!! LOL
          A che servirebbe aver vissuto?
          Comunque non è quello che è scritto nel testo riportato da Minstrel e faccio fiducia alla testimonianza di Minstrel.
          E comunque il mio punto è che Dio non aspetta il momento della morte per fare il massimo ad ogni istante della vita e che l’ateo che muore ateo, muore tale non perché è stato sfortunato ma perché lo ha voluto in piena libertà.
          In Pace

          • Ci sono anche atei che non hanno mai ricevuto un vero Annuncio e altri che hanno ricevuto solo…scandalo (purtroppo).

            • Verissimo: ma qui entriamo su un altro piano che è quello delle responsabilità personali e, più in là, del foro interno stesso che non ci compete, per definizione, di giudicare.
              In Pace

              • Certo, quindi posto che la “sfortuna” non esiste, converrai con me che affermare “muore tale non perché è stato sfortunato ma perché lo ha voluto in piena libertà” è troppo riduttiva…

          • Beh questo no, ovviamente !!!

            Appunto. Quindi sul punto Vincent non ha ragione.

    • Margherita Hack che disse: se quando morirò andrò davanti a Dio dirò che mi sono sbagliata

      Maga Magò ha voluto essere anche un personaggio pubblico, con tanto di sortite televisive e reiterato endorsement a iniziative dichiaratamente anticristiane. Le sue responsabilità vanno al di là delle semplici convinzioni personali. Un conto è essersi convinti di un’idea sbagliata, un conto è avere recato con tale convinzione un serio danno agli altri.

      • Beh certo: questa della Hack è la frase che mostra quanto l’inferno stesso sia carità: il capire di aver sbagliato è in sé carità.
        Per questo l’inferno, ci insegna Gesù stesso, è tutto un digrignar di denti e di vermi che corrodono dall’interno in quanto consapevolezza di aver sbagliato in piena libertà.

        In Pace

        • però questa è una cosa che non ho mai capito… si può sbagliare in piena libertà è vero. Ma anche questo non esclude necessariamente la buona fede, e l’aver comunque cercato. Non tutti arrivano alla Verità.
          Perchè condannare ad eterno ed atroce tormento chi magari in buona fede non ha trovato la strada? Magari è stata una degna persona in vita.
          In questo non riesco a vedere carità. Un padre insegna l’errore ai propri figli, anche con la punizione. Ma poi da loro la possibilità di imparare e di correggersi. Nella condanna eterna invece non c’è rimedio.
          Capisco un Purgatorio, in cui imparare la Verità ed emendarsi da una conoscenza errata. Molto meno un castigo irrevocabile.

          • Contesto che, spinti fino durante tutta la vita terrena e fino all’estremo possibile rispettoso della nostra libertà personale dallo Spirito Santo stesso ad accettare la Verità che la Chiesa testimonia, si possa rifiutarLa in buona fede. Sarebbe contro la Misericordia divina stessa se questo fosse il caso oltre che contro la semplice logica.

            Ovviamente non parliamo di quelli che per ragioni invincibili (malattia mentale, ferite psicologiche varie subite in infanzia, il vivere senza aver mai incontrato un cristiano che annunci il Kerygma, etc) non hanno avuto modo di ascoltare almeno una volta l’annuncio della Buona Novella.

            L’inferno non è un castigo in sé: è una somma Carità divina che garantisce la verità della mia fondamentale libertà di figlio di Dio e ne mette in evidenza la responsabilità.
            Sapere di aver voluto sbagliarsi e assumerne le conseguenze è Carità e Misericordia: l’inferno è ontologicamente garante della mia possibilità di amare, anche se espresso nella sua versione negativa, ovviamente.

            In Pace

          • @Alex, se leggiamo il CCC sul’inferno troviamo sia destinato sostanzialmente a chi rifiuta l’Amore di Dio e quello per i propri Fratelli [« Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna » (1 Gv 3,14-15).] e a chi muore in peccato mortale senza pentimento (quindi “amando” il proprio peccato piuttosto che Dio).

            Difficile dire se il tempo ultimo per questo pentimeno sia solo quello che ci vede vivi qui in terra o se nel momento del “giudizio particolare”, ancora verrà data un possibilità al peccatore.

            Ricorda poi sempre le condizioni perché un peccato sia considerato “mortale” (materia grave – piena avvertenza – deliberato consenso > quindi una scelta)

            Infine ricordiamo che l’inferno e “casa di Satana e dei suoi demoni” ed essi vivono sostanzialmente di ODIO!
            Puro odio… alcune anime purtroppo si accomunano – sempre per libera scelta – a questo odio invincibke ed eterno.

            Lessi in una rivelazione privata, come all’inferno, nell’odio, non vi è neppure solidarietà tra i dannati, sono capaci solo di puro odio…

            Anche di lì viene tutto quel “…digrignar di denti e di vermi che corrodono dall’interno!”

            • “Infine ricordiamo che l’inferno e “casa di Satana e dei suoi demoni” ed essi vivono sostanzialmente di ODIO!
              Puro odio… alcune anime purtroppo si accomunano – sempre per libera scelta – a questo odio invincibie ed eterno.”

              Bariom, ma questo Inferno lo comprendo. Chi sceglie volontariamente il male nella propria vita, l’Inferno se lo costruisce da solo, in totale libertà.
              Mi riferivo ad altre persone, che non hanno trovato la Verità. Non sono infatti d’accordo con Simon quando più su scrive che ci sia sempre cattiva fede nel rifiutarLa.
              E faccio un’enorme fatica a pensare che una normale persona possa essere condannata all’eterno soffrire solo perchè non è riuscita a far propria la Verità.
              Voglio pensare che ci sia un momento di sospensione dal Giudizio, in cui venga mostrata la Verità a chi pur non trovandola in vita, non ha scelto consapevolmente il Male.

              • Beh sei libero di avere le tue fantasie; in effetti.

                Intanto sarei interessato che tu mi spiegassi come sia possibile rigettare l’annuncio del Kerygma in buona fede quando hai lo Spirito Santo che ti spinge in coscienza proprio in quel momento ad aderirvi (e, ovviamente, salvo fatti i casi di invincibilità già citati).

                In Pace

              • “Voglio pensare che ci sia un momento di sospensione dal Giudizio, in cui venga mostrata la Verità a chi pur non trovandola in vita, non ha scelto consapevolmente il Male.”

                Lo si può pensare… comprenderai anche che la Chiesa nel suo Amore per gli Uomini, continia a ricordare l’URGENZA della conversione e il PERICOLO della dannazione, perché non si possono far conti azzardati su “sospensioni di giudizio” o particolarissime grazie.

                Ai tuoi figli insegnerai a non farsi del male (anche per cose più banali), non a fare salti nel buoi sperando “che Dio te la mandi buona” 😉

                Peraltro la conversione e il rifiuto ad una vita di peccato, di inganni o anche solo di non piena adesione alla Verità (che è Cristo) ha da subito, l’invidiabile frutto di una vita visuta in pienezza e nella Gioia che viene da Cristo, perché come giustamente dici “chi sceglie volontariamente il male nella propria vita, l’Inferno se lo costruisce da solo…” e se lo costruisce già qui in terra.

              • Barion, comprendo benissimo, e bene fa la Chiesa ad ammonire sul terribile pericolo. Anzi, ho sempre pensato che forse dovrebbe evidenziarlo di più.

        • Andrei molto cauto nel condannare all’inferno sia gli atei come gli agnostici. Si va all’inferno solo se coscientemente ci si oppone al bene conosciuto seconda coscienza. Spesso si tratta di persone che sono anticlericali per formazione oppure che non accettano la dottrina della chiesa per la sua morale considerata errata ed opprimente, ma che spesso hanno comportamenti validi moralmente sia verso se stessi come verso gli altri. Margherita Hack mi è parsa sinceramente agnostica e sopratutto anticlericale che espresse in varie interviste.Sembra che come persona fosse amabile e molto altruista. La fede è anche un dono, la salvezza è data a tutti. Avevo letto di una lettera apparsa misteriosamente sotto la porta di casa ad una donna in cui una sua amica le scriveva dicendo che era all’inferno. Le spiegava che nonostante la pressione della amica di infanzia, perche cambiasse vita si allontanò dalla religione per dedicarsi ad una vita di piacere. Morì giovane in un incidente. Poco prima di morire ebbe un forte impulso interiore per cambiare il suo comportamento che le parve nella sua gravità morale. Resistette. Scrisse che la condanna se le è voluta lei e che Dio è stato giusto. Fondamentale è non resistere ai moti interiori che ci spronano al bene e alla riflessione. E’ Dio che ci parla.

          • Ho letto anch’io di quella lettera… vera o solo presunta tale, è piuttosto chiarificatrice di certe “dinamiche” interiori e delle loro conseguenze.

            • La storia della lettera di Vincenzo da Torino mi ricorda una vicenda che ho ascoltato una volta durante un’omelia. Pare che una mistica (mi pare Maria Simma) abbia visto, a più riprese, un’anima purgante con un secchio in mano. In un’occasione, la mistica avrebbe (qualora la storia sia vera) chiesto all’anima chi fosse e questa le avrebbe narrato di essere stata una donna dedita a vari peccati gravi, morta di morte improvvisa a causa di un incidente. Poco prima di morire, narrò, aveva udito una vecchietta lamentarsi mentre tentava, nonostante gli acciacchi, di lavare il pavimento (forse la vecchietta abitava in una sorta di basso napoletano, una di quelle abitazioni a piano terra e con la porta sempre aperta). Impietosita, la donna “peccatrice” avrebbe offerto alla vecchietta di lavare il pavimento per lei e l’anziana signora avrebbe accettato con grande sollievo. E quel piccolo atto di carità avrebbe coperto una moltitudine di peccati. Vera o falsa che sia, la storia mi sembra bellissima.

              • Vera o presunta, ciò ribadisce che sull’amore saremo giudicati… Su quello “libero e gratuito” e fatto anche di piccolissimo gesti che il Signore vede e conosce (talvolta Lui solo).

                Ciò non toglie mai la necessità e l’urgenza di pentirsi e rinnegare il nostro peccato.

                • Non penso che nel caso di esperienze mistiche le categorie di “vero”; “falso”, “presunto” siano applicabili quanto all’oggetto stesso descritto dal mistico, cioè la sua “visione”.

                  Infatti qui non siamo come nel caso della testimonianza di più persone di un avvenimento, come ad esempio la testimonianza dei sopravvissuti alla Shoah 70 anni fa o dell’incontro con Gesù Risorto da parte dei discepoli e di più di 500 altre persone.

                  Qui siamo nel caso di un’esperienza individuale di per sé incomunicabile: il vero ed il falso qui si possono limitare solo al fatto di sapere oppure no se tale persona ci racconta la verità sulla sua esperienza personale in quanto tale; non sull’oggettiva realtà di quanto sperimentato. Per rispondervi, aiuta conoscere i vizi e le virtù di tale persona: se essa è rinomata per la sua serietà, per il sempre essere onesta nelle cose della vita quotidiana, per il suo senso della giustizia, per la sua temperanza, per la prudenza mostrata nel passato; per il suo coraggio allora potremo affermare con un altro grado di certezza, che questa persona davvero ci racconta quel che essa ha soggettivamente sperimentato.
                  Ma nulla possiamo dire quanto alla realtà dell’oggetto sperimentato; il quale, quindi, esce dalle categorie di vero o falso.

                  Personalmente mi interessano di più le virtù espresse dal mistico, in quanto sono osservabili da terzi ed oggettive, che le sue “visioni”: o, piuttosto; le sue visioni sono da essere capite come parabole delle virtù del mistico in questione, cioè, è la sua testimonianza del Kerygma nella sua vita, magari espressa nella sua visione, che mi interpella in verità, non il contenuto proprio della detta visione.

                  In Pace

                • Corretta precisazione… 😉

                • A proposito della carità che salva a prescindere…

                  L’adesione al Kerygma è di per se stesso un atto di carità in quanto è un atto di volontà che, abbandonando il proprio ombelico, si “getta” e si lascia andare alla Volontà che è lo Spirito Santo.

                  In ogni vero atto di carità (la taglia non ha nessuna importanza) colui che lo compie abbandona il proprio ombelico e si lascia andare alla volontà di chi prende cura.

                  È proprio nell’uscire da sé per sbilanciarsi nell’altro che ci si identifica a Dio e, infatti, questo è impossibile compierlo senza assentire all’azione dello Spirito Santo in noi, sia che siamo o no battezzati, sia che abbiamo le “idee” a posto oppure no.

                  Possiamo senz’altro definire Dio come quell’entità che è quella che è in quanto strabocca quel che è : cioè in quanto è in quel che non è; cioè , è infinita.

                  La Carità ci rende partecipi di questa forma di infinito.

                  In Pace

                • «Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.»

                  Matteo 25, 34-36

              • “Ciò non toglie mai la necessità e l’urgenza di pentirsi e rinnegare il nostro peccato”. cit. Bariom
                Certamente. Infatti, tengo a sottolineare che, nella storia, l’anima della donna soffriva amaramente in Purgatorio, anche se era scampata alla dannazione eterna in virtù del gesto di carità compiuto in extremis.

          • (a) Come non concordare con te quando scrivi “Si va all’inferno solo se coscientemente ci si oppone al bene conosciuto seconda coscienza.” !

            Infatti, quando ascolti il Kerygma in coscienza è proprio lì che agisce con massima forza lo Spirito Santo!

            (b)Come detto più volte, non mi sognerei mai di andare a giudicare il foro interno di una persona che abbia deciso di non accettare la suggestione dello Spirito Santo stesso: lasciamo questo al commercio personale tra questa anima ed il suo Creatore e Redentore.

            (c) Personalmente do poca importanza alla dimensione psicologica delle scelte: non è perché mi “sento” pieno/vuoto di fede e di carità che lo sia; non è perché ho la sensazione di aver pregato bene/male che ho davvero pregato bene/male; non è perché sento dei moti interni che mi ci debbo sottomettere; etc. Penso che Dio ci parla nell’incontro tra la nostra coscienza con l’alterità che la vita (e la Chiesa) ci offre, coscienza sempre “spinta” dallo Spirito Santo anche se mai da Esso costretta e ciò non si misura con moti e sensazioni che sono dell’ordine del materiale ma con scelte della volontà che è, essa, dell’ordine dello spirito.

            In Pace

            • Simon, non so spiegartelo. Sto cercando la Fede, come puoi pensare che sappia rispondere ad una tale domanda. E’ solo un mio pensiero, o me la definisci tu, una mia fantasia. Non ho certo la pretesa che possa esser giusta.

    • “Mi ricordo Margherita Hack che disse: se quando morirò andrò davanti a Dio dirò che mi sono sbagliata. E tuttosommato sarebbe bello essersi sbagliati.

      Penso che agli atei che in teoria muoiono come tali venga data la possibilità da Dio di conoscere la Verità con certezza e di accettarla o rifiutarla.”

      Bella la frase delle Hack… magari con un tutto sommato di troppo 🙂 Immagino sarebbe felice di essersi sbagliata.

  12. “Non tutti arrivano alla Verità.” dice il blogger che si firma Alex.
    verissimo. ma la sua frase mi ricorda quella di Pilato a Gesù “Che cosa è la verità?’ “nel loro colloquio
    e’ una frase che sento ripetere da molti, sedicenti atei o agnostici, quando si parla loro di Gesù, che è appunto la Verità, come ha testimoniato LUi stesso ” IO SONO LA VERITA’.
    adesso mi chiedo. davanti alla verità incarnata cioè a Gesù Cristo, possibile che Pilano alla domanda “cosa è la verità? seguita dal silenzio da parte di Gesù, non abbia CAPITO in cuor suo che la verità era l’uomo che gli stava davanti? probabilmente l’ha intuito , l’ha capito, ma non ha voluto credere alla propria intuizione…
    QUID EST VERITAS? VIR QUI ADEST ( che cosa è la Verità , l’uomo che ti sta davanti)
    nel bellissimo libro “Il Maestro e Margherita 2 lo scrittore russo Michail Bulgakov ha tessuto un intero poema su Ponzio Pilato.
    alla fine del libro Ponzio Pilato col suo fido cane appare nelle regioni ultraterrene, non all’Inferno, ma neppure in Paradiso.
    “Non ha meritato la Luce , ma ha meritato la Pace” dice l’autore.
    così forse si potrebbe dire metaforicamente caro alex di chi cerca la verità e non la trova.” non ha meritato la Luce , ma ha meritato la pace.” forse si potrebbe dire anche di Margherita Hacks e di tanti altri.
    Anche se io la penso come Simon : è impossibile che Dio ci abbia creato per conoscerLo ed amarLO e privi una creatura di questa possibilità. tutti gli uomini dunque hanno la possibilità di amare e conosce la Verità e dunque di “meritare la LUCE”
    “non tutti arrivano alla Verità” dice Alex forse perchè come il Ponzio Pilato di Bulgakov si fermano a metà strada…

    • Tutti hanno direi la possibilità di conoscere la verità nella loro coscienza, che in questa si manifesta, ma non tutti hanno modo di conoscere e abbracciare la Verità tutta intera che è Cristo Gesù.

      E questa non è ipotesi… è semplicemente un fatto.

      D’altronde non saremo misurati sulla “conoscenza” di Cristo, piuttosto ricordiamo, per chi ha la Grazia di “conoscerlo, che a chi più è dato, più sarà richiesto…

    • “non tutti arrivano alla Verità” dice Alex forse perchè come il Ponzio Pilato di Bulgakov si fermano a metà strada…

      Può darsi. Per ora non mi sono fermato, nè conto di farlo in futuro. L’anagramma che citi lo conosco, è realmente stupefacente.
      Ma se nel Vangelo di Giovanni lo stesso apostolo Tommaso fatica a credere (e non solo la famosa volta, ma in diversi episodi), lasciami pensare che non sia così semplice ed immediato per chi non ha la fortuna di avere questo dono.
      I sedicenti atei e agnostici che nomini, non sono tutti uguali. C’è chi è chiuso alla Verità, e chi la cerca.
      Dici che se non riuscirò ad acquisire la Fede, non meriterò la Luce. Immagino sia vero. Se nonostante gli sforzi fallirò, la speranza che mi resta è di aver fatto fruttare i pochi talenti ricevuti e meritare quantomeno la Pace.

      • Quello di Tommaso è un aneddoto interessante a più di un effetto: infatti quel che gli rimprovera il Signore è di non aver accordato la sua fiducia alla testimonianza degli altri discepoli.

        In un secondo tempo sono dichiarati beati coloro che credono senza aver visto, cioè tutti coloro che credono basandosi sull’autorevolezza morale ed, in seguito alla Pentescoste, istituzionale e sacramentale della testimonianza dei discepoli e degli apostoli.

        Ancora una volta va sottolineato qui che il credere nell’incontro dei 500 con il Risorto dopo la Sua morte in croce, non ha nulla a che vedere con un convincimento intellettuale sulla possibilità della realtà del fatto stesso, ma su un adesione, cioè un libero atto di volontà, che accoglie liberamente la testimonianza del detto avvenuto incontro: il “peccato” del Didimo è quindi quello di non aver voluto concedere la sua fiducia ai suoi condiscepoli e quindi il non aver voluto liberamente ricevere la loro testimonianza; rifiutando così la mozione dello Spirito Santo. Noi, invece, siamo chiamati beati, perché liberamente accogliamo questa testimonianza e, ovviamente, in quanto ispirati dallo Spirito Santo.

        Ben capiamo qui che non c’è da essere convinti dalla potenza di un ragionamento, in quanto nessun ragionamento potrà mai dimostrare la validità intrinseca di una testimonianza qualunque, neanche in fisica; il punto centrale è quello proprio del dire sì senza remore all’impulsione dello Spirito Santo che nel fondo della nostra coscienza ci spinge ad accettare come vera detta testimonianza.

        In Pace

  13. O.T. ma nemmeno tanto visto che il thread è in memoria di Padre Amorth.

    Profanato il tabernacolo nella chiesa Santa Maria della Croce, rubata l’Eucarestia
    Monsignor Pelvi: “Gravissimo, non restiamo indifferenti”
    Il tabernacolo della parrocchia di Santa Maria della Croce, sul viale della stazione a Foggia, è stato forzato ed è stata profanata l’Eucarestia. L’annuncio arriva da monsignor Vincenzo Pelvi, che si rivolge ai “carissimi confratelli, con l’ animo profondamente amareggiato”.

    LA PREGHIERA. “L’atto commesso è gravissimo – commenta l’arcivescovo della diocesi Foggia – Bovino, rivolgendosi ai fedeli – e non può lasciarci indifferenti. Invito, pertanto, tutti i fedeli della diocesi ad unirsi in preghiera con me, per riparare al macabro gesto. 
In tutte le parrocchie, per tre giorni, sino a domenica, ci sia chi si prostri in adorazione del SS. Sacramento. Tutte le Ss. Messe abbiano un ricordo speciale in merito. Preghiamo anche per il cuore degli autori di questo gesto; invochiamo la conversione e il rimedio spirituale”. Monsignor Pelvi celebrerà messa domenica alle 12 nella chiesa oggetto del furto. Intanto non si fermano le ricerche e una delle piste seguite è quella che vede i riti satanici dietro il gesto della profanazione del tabernacolo.

    Notizia del 23/9 da http://www.foggiacittaaperta.it/news/read/foggia-profanato-tabernacolo-chiesa-santa-maria-della-croce

    Uniamoci nella Domenica di oggi con le nostre preghiere e accostandoci alla Santa Eucaristia con una intenzione di riparazione di questo atto sacrilego.
    Auguriamoci che il gesto sia solo di qualche balordo, che pensava di impossessarsi di un oggetto prezioso (la pisside).

    • Grazie per averci informato. Per fortuna ho letto prima di andare a messa.

    • balordi senza senso….speriamo che sia una bravata

      • Dài, menteliberadiandareafoggia, di’ la verità, sei stato tu!

        • Ok Navigare… però non scherziamoci troppo che è fatto gravissimo (e so che lo sai bene…)

          Perché io mi sono augurato un balordo, ma volendo portar via qualcosa da rivendere in una chiesa di cose se ne trovano… le “motivazioni” quindi potrebbero essere molto più gravi.

          • Con la scusa dei balordi, qui in Italia si lasciano correre troppe cose. CERTO che è un fatto gravissimo! Indipendentemente dal fatto che a rubare quelle particole consacrate sia stato un mentecatto, un massonaccio o un satanista. Quella odierna è una congiuntura intrisa di anticristianesimo, consapevole o inconsapevole ha un’importanza molto relativa.

            P.S. Constato con molto apprezzamento la reazione di Monsignor Pelvi.

            • E, per inciso, sono gravissime anche le posizioni che va sostenendo la nostra mentelibera65 e forse anche l’impulso che lo spinge a propinarle serialmente in questa sede.

              • Dai e date decisamente troppa importanza a quello che scrivo io , che sono uno scemo qualsiasi , ed all’impatto di questo blog in genere.
                Non è certo da queste pagine che viene alimentata l’anti-sacralità delle cose, è davvero meschino addebitarmi qualcosa in questo senso. Mai parlato dell’eucarestia su queste pagine.
                E’ il mondo che desacralizza tutto, e io penso che sia anche perchè forse per troppo tempo si è sacralizzato troppo.
                Ma il novero degli eventi che gridano allo scandalo ed avvengono ogni giorno (guerre, morti, abomini di tutti i tipi verso i più poveri e indifesi della società, sopratutto bambini e donne) è talmente grande che io mi terrei i superlativi assoluti per queste cose, cercando di minimizare queste altre e soprattutto di evitare che il clamore mediatico complessivo crei dei fenomeni di emulazione, visto che le chiese italiane non sono (per fortuna) delle banche blindate.

              • Be’, stavolta il commento della nostra mentelibera65 contiene almeno un elemento di verità.

              • L’elemento di verità contenuto nel commento di Mentelibera65 è quello relativo al rischio di emulazione connesso al clamore mediatico attorno al sacrilego evento? Se è così, nel mio piccolo, concordo. A ML65 manifesto invece la mia perplessità sull’idea di fondo che mi pare emergere in filigrana nell’argomentazione circa la maggiore gravità dei peccati sociali (sfruttamento dell’uomo sull’uomo, ingiustizia sociale etc.) rispetto a quelli contro il primo comandamento/ contro la carità (nell’accezione di amore verso Dio). Non contesto il fatto che peccati come l’oppressione del povero gridino vendetta al cospetto di Dio, bensì l’impostazione del ragionamento di Mentelibera (naturalmente se ti ho frainteso, o se sbaglio, correggimi, Mentelibera!) che oppone a)il peccato contro il prossimo al peccato contro Dio e b)il peccato sociale al peccato individuale, sicché si suppone che possano darsi rapporti interpersonali armonici e ordinati in un contesto di grave disordine nel rapporto con Dio ( ma se Mosè, nel decalogo, si preoccupa prima di regolamentare i rapporti uomo-Dio e poi quelli uomo-uomo un motivo ci sarà 🙂 🙂 )Se non ho frainteso l’insegnamento del Catechismo – è molto frequente che io fraintenda, purtroppo – l’art. 1869 CCC insegna che il peccato personale è l’origine e la causa del peccato sociale, anche se tale consequenzialità non è empiricamente dimostrabile né si rende evidente all’osservazione umana. Ieri sera a letto leggevo questi versi, molto condivisibili a mio modesto avviso: “Se umiltà e purezza non sono nel cuore, non sono nella casa: e se e non sono nella casa non saranno nella Città”. Voglio dire che quando io, che pecco molto, nuoccio spiritualmente a me stessa, al contempo nuoccio all’intera società. So che mi spiego male – per farlo meglio dovrei ripassare quanto meno la Reconciliatio et Poenitentia – e mi scuso in anticipo per eventuali imprecisioni, tuttavia ritengo che un peccato di oltraggio all’eucaristia, in qualche modo misterioso, ricada sull’intera umanità che, allontanandosi dalla fonte della giustizia, dell’unità e della pace, diventerà più ingiusta, più lacerata da conflitti e discordie, più violenta. Dunque non ha senso,a mio avviso, affermare che la gravità dei peccati verso il prossimo sia superiore rispetto a quella degli oltraggi verso Dio. Che ne dici, Mentelibera? Se sbaglio non esitare/ non esitate a correggermi, non aspetto altro. Grazie

              • Refuso: Reconciliatio et PAEnitentia

              • @alessandrann

                No, l’elemento di verità è nel periodo: date decisamente troppa importanza a quello che scrivo io , che sono uno scemo qualsiasi, in particolare nella parte finale. 😉

              • perplessità sull’idea di fondo che mi pare emergere in filigrana nell’argomentazione circa la maggiore gravità dei peccati sociali (sfruttamento dell’uomo sull’uomo, ingiustizia sociale etc.) rispetto a quelli contro il primo comandamento/ contro la carità (nell’accezione di amore verso Dio)

                Hai messo il dito in una delle piaghe della mentolinalibera, che sul punto si trova ormai senz’altro in nutrita compagnia.

                L’ordine di importanza lo cogli ancora meglio nel Vangelo (prendiamo Matteo 22,37-39), là dove Uno che Se ne intendeva spiega: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Come al solito, Gesù ha detto tutto. Con buona pace delle testolinelibere.

              • Per Alessandra
                Intanto ti ringrazio per aver letto in modo critico e non pregiudizievole il mio post., e rispondo sui punti da te citati, ed anche sull’intervento di Necessitare successivo (il quale invece non resiste alla tentazione di punzecchiare).
                E’ vero tutto quello che dite, in particolare Matteo : ““Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso”.
                Mi soffermerei però su un aggettivo che si tende forse a minimizzare : “simile”
                Che significa che il secondo è simile al primo ? In che senso è simile ? Perchè parla d’amore ? Non credo proprio.
                Il secondo è la strada attraverso la quale si dimostra di essere giunti al primo. Il frutto visibile dell’albero invisibile. D’altra parte come potremmo dimostrare pienamente il primo, se non attraverso il secondo?
                E questo frutto è ancor più visibile quando si mostra negli altri, più che su noi stessi, che pure siamo chiamati a trattare noi stessi con lo stesso rispetto.
                Gli altri (il prossimo) sono i fatti concreti che Dio ci ha messo davanti : Ami me ? ama loro!
                Certo..amali nel senso concreto e cristiano di amore quindi sia fisico che spirituale (rispettali, ammoniscili, parlagli in verità , nutriscili , proteggili, etc etc). E’ vero che in altre parole Gesù loderà la donna che lo improfuma, ma il senso è semplice : Gesù sa che se non ami Dio , non potrai mai arrivare ad amare pienamente gli altri , perchè ti mancherà l’energia.
                Ma attenzione, se questa energia è rivolta solo a Dio ed a te stesso, non è vera.
                “Caritas Christi Urget Nos”. La carità di Cristo ci spinge a fare del bene. Se non ci spinge vuol dire che Cristo non è in noi.
                Amare gli altri alla fine è la cosa più difficile, per questo Dio ce la mette d’innanzi. Sottrarre vita a noi stessi per cederla agli altri è un atto che ci supera. Dare tempo, soldi, vita per gli altri, è un segno visibile.
                Per questo la disobbedienza alla secondo comenadamento di gesù (“guerre, morti, abomini di tutti i tipi verso i più poveri e indifesi della società, sopratutto bambini e donne”) denunciano la mancanza della concreta dell’obbedienza al primo, e sono quindi concretamente dei sacrilegi analoghi a quelli dell’eucarestia (e, visto il fatto di questi giorni, in proporzione numerica certamente più gravi)

              • Che significa che il secondo è simile al primo ? In che senso è simile ? Perchè parla d’amore ? Non credo proprio.
                Il secondo è la strada attraverso la quale si dimostra di essere giunti al primo. Il frutto visibile dell’albero invisibile. D’altra parte come potremmo dimostrare pienamente il primo, se non attraverso il secondo?

                Peccato che Gesù parli qui di importanza e non ponga affatto il problema di “dimostrare” alcunché. Il senso di quel “simile” è così ovvio, semplice e immediato che per ingarbugliarlo la nostra mentolinalibera si è dovuta inventare un sofisma da petomane dell’ermeneutica!

              • Grazie a entrambi per le risposte e per avermi dedicato la vostra attenzione. Ho qualche piccola riserva sulla frase “le disobbedienze al secondo comenadamento di gesù […] sono quindi concretamente dei sacrilegi analoghi a quelli dell’eucarestia”.Con ogni probabilità si tratta di un’approsimazione dovuta alla fretta, ma immagino che non sia proprio la stessa cosa. Se un balordo mi incontra per strada e mi picchia commette sì un grave peccato, ma non un sacrilegio, né incorre nella scomunica latae sententiae (ora non è che voglia incoraggiare la gente a picchiarmi 🙂 ). Un balordo oltraggiatore dell’eucaristia è in una situazione ben peggiore! Almeno così credo, anche se non sono sicura al 100% di essere nel giusto. Oppure ciò è talmente ovvio che Mente l’ha dato per sottinteso, e io sto qua a fargli le pulci 🙂

                • Concordo con Alessandra: non c’è comune misura nella gravità dell’atto di oltraggiare Cristo Stesso nelle Sante Speci e quello di prendersela con uno di noi, salvo il caso in cui, ovviamente, siamo “picchiati” a ragione della nostra appartenenza a Cristo.
                  In Pace

                • Infatti se non erro, l’offesa grave, le percosse ad un Sacerdote o altro, sono invece direttamente anche atto sacrilego, per la sua concreta e più evidente realtà di “figura Chirsti”.

              • Cito Navigare
                Il senso di quel “simile” è così ovvio, semplice e immediato che per ingarbugliarlo la nostra mentolinalibera si è dovuta inventare un sofisma da petomane dell’ermeneutica!

                Non capisco se con queste offese triviali stai facendo di tutto per farmi sbottare e smettere di scrivere su questo blog, o questo è il tuo normale interloquire con le persone.
                Penso che nessuna cultura del mondo ti autorizzi a parlare così, e che un uomo davvero colto non lo farebbe.
                D’altra parte ti giudichi da solo, non ho bisogno di dire altro. Per fortuna che forse anche altri ci leggono, e possono giudicare.

              • Alessandra
                Io ho “menzionato guerre, morti, abomini di tutti i tipi verso i più poveri e indifesi della società, sopratutto bambini e donne”, quindi casi gravissimi, non certo il balordo che ti da uno schiaffo per strada.
                Parlo sopratutto di uccisioni di innocenti.
                Se , davanti a Dio, uccidere un innocente è meno grave che profanare una ostia consacrata, io questo non lo so, e dubito che tutta la teologia del mondo sia in grado di chiarirlo davvero, visto che da molte altri parti si legge che la vita è Sacra.
                So solo che se venissi posto teoricamente nella condizione di poter evitare solo uno dei 2 eventi , non avrei dubbi su cosa scegliere , e non ci sarebbe interpretazione teologia terrena che mi convincerebbe a fare il contrario.
                Ciao !

              • Ahahaha, la solita reazione da verginella offesa. Ma per carità, non andartene dal blog! Sei una presenza didattica, oltre che divertente.

            • Navigare la questione del “balordo” l’ho inserita io come speranza che non fossimo di fonte ad una azione di satanismo (ma purtroppo temo sia quella più probabile).

  14. I dati sul campo sono così macroscopici che neppure le sedi tradizionalmente anticristiane possono ignorarlo:

    http://www.lastampa.it/2016/09/24/italia/cronache/in-italia-boom-di-richieste-per-liberarsi-dal-diavolo-ma-mancano-gli-esorcisti-vwsnIB6p6zbuJmsGRqiZHO/pagina.html

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