In uscita il trailer de “Il suono della vita”!

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Nella mia vita ho avuto molte grazie, una delle quali è una sensibilità artistica che mi piace mettere a disposizione degli altri. Succede che Mauro Mendula, amico del blog Croce-Via, filosofo e grande fotografo, mi ha contattato e offerto una nuova avventura mesi fa, avventura che mi ha subito ispirato: scrivere una Original Sound Track per un corto contro l’aborto per il quale egli sarebbe stato direttore della fotografia.

Ho accettato naturalmente, ma con entusiasmo misto a timore poiché era la prima volta che mi cimentavo in una colonna sonora cinematografica: ho scritto canzoni, prodotto concept album, realizzato partiture teatrali, ma il cinema è davvero altra cosa. Ma tant’è, dopo il mio “ok!” sono stato prontamente contattato da Massimo Selis, il regista, che mi ha messo a mio agio e con mia grande sorpresa si è subito affidato a me, non solo non conoscendomi nemmeno, ma non avendo mai ascoltato nulla di mio. Una fiducia incondizionata, dettata forse anche dalle fin troppo belle parole che Mauro Mendula aveva usato nei miei confronti, che mi ha aiutato non poco ad esprimere quello che volevo nel film. Una fiducia reciproca visto che anche io ho voluto affidarmi a Massimo e alla sua incredibile sensibilità musicale, chiedendogli pareri ed opinioni fin dalle prime idee.

Una vera e propria avventura di collaborazione e reciproca ispirazione artistica che mi ha fatto crescere non poco e per la quale ringrazio Dio oltre che ovviamente i protagonisti. Questa la locandina:

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Il motivo per cui ne narro sul blog però non è per mera pubblicità e non solo perché nato da una collaborazione che vede il blog come implicito protagonista, bensì perché tempo fa trinity rifletteva su quanto sarebbe importante avere a disposizione tanti contenuti multimediali di qualità con i quali fare evangelizzazione o campagna di sensibilizzazione su certi temi forti. Un esempio di quel che chiedeva lo riportò Simon in questo splendido articolo a cui vi rimando; forse anche questo corto può essere un inizio di quel che cercava.

Ecco una bella descrizione del contenuto del movie dalle parole di Massimo:

L’INIZIO
La Vita non è qualcosa che si prepara, che si organizza come una riunione di lavoro.
Quando l’inatteso viene a farci visita, ci ricorda che quello che non è davanti ai nostri occhi, ma è nascosto, regola la vita, in segreto.
L’inatteso ci spaventa, mettendo in crisi il nostro bisogno di controllo; ci mostra un orizzonte che volevamo escludere.
Una vita in arrivo è un evento che cambia le nostre vite. Una gioia immensa, ma anche una responsabilità. Ancora di più se questa vita era inaspettata.

Molte giovani donne vengono però lasciate sole dai parenti, dagli amici, dal marito o fidanzato. A volte la situazione è capovolta e sono gli uomini a patire questa solitudine.
Davanti ad una realtà così grande, cadono, pensando di non riuscire a portarla da sole e così interrompono la gravidanza.
Tutto questo, porta con sé un dolore che nonostante gli sforzi per scacciarlo, riemerge e si trascina lungo tutta l’esistenza se non viene curato in profondità.

Il nostro breve film vuole raccontare questo dolore silenzioso e nascosto, questa solitudine che lacera l’animo e le relazioni, di cui quasi nessuno osa parlare; perché parlarne, significa dare voce e forma a tutti quei bambini non nati, al dono della maternità e della paternità che è preparato, secondo modi e tempi diversi, per ogni essere umano.

Lo stato dell’arte in questo Paese e in generale in Occidente rende difficile raccontare queste storie, ancor di più, con uno stile non comune.
Un ringraziamento va quindi a tutti coloro che fino ad oggi hanno collaborato e sostenuto questo progetto e a quelli che ancora vi collaboreranno.
Speriamo di poter lasciare con il nostro film, un’emozione che tocchi la vostra anima.

Di questa nostra fatica dunque è finalmente uscito il trailer che potete vedere in HD su vimeo: schermo intero e alzate le casse!

Il corto uscirà a breve e ancora non conosco quali circuiti seguirà o quanti ne potrà seguire; certo non avrà vita facile e non solo perché si tratta di una produzione indipendente bensì, come accennava lo stesso Massimo nelle parole citate in precedenza, perché il tema e la modalità con la quale lo tratta è controcorrente, lontanissimo da quel pensiero unico che domina in modo soverchiante l’intellettualismo italico e le sue espressioni artistiche, siano esse musicali o (soprattutto) cinematografiche.

Questo ultimo aspetto è delicato e ritengo sia importante approfondirlo, anche in questa sede. Per questo ho proposto a Massimo una sorta di intervista da pubblicare sul blog dedicata all’arte in generale, alla condizione del cinema italiano (e non) oggi e sulle sue possibilità pastorali o di evangelizzazione in particolare. Se avete delle domande che vorreste fargli, scrivetele pure nei commenti.
Il risultato finale sarà dunque un articolo a quattro mani sul “pensiero unico dominante”, che vorrà anche essere una seria riflessione sulla creazione artistica, sui suoi limiti e pregi e sulla sua fruizione, scritta da due uomini che vengono spesso definiti “artisti”, ma che sanno che questa definizione è in fondo solo una bella esagerazione.

Perché parafrasando Matteo: “non chiamatevi artisti, perché uno solo è il vostro artista, ed è il Cristo.”



Categories: Sacra Arte

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5 replies

  1. Ti ringrazio di citare quel mio articolo passato.
    In effetti, il nocciolo del problema sociale culturale attuale è proprio questa dimissione della mascolinità. Amoris Laetitia ne parla in modo preciso nel suo punto 176:

    Si dice che la nostra società è una “società senza padri”. Nella cultura occidentale, la figura del padre sarebbe simbolicamente assente, distorta, sbiadita. Persino la virilità sembrerebbe messa in discussione. Si è verificata una comprensibile confusione, perché « in un primo momento, la cosa è stata percepita come una liberazione: liberazione dal padre-padrone, dal padre come rappresentante della legge che si impone dall’esterno, dal padre come censore della felicità dei figli e ostacolo all’emancipazione e all’autonomia dei giovani. Talvolta in alcune case regnava in passato l’autoritarismo, in certi casi addirittura la sopraffazione ». Tuttavia, « come spesso avviene, si passa da un estremo all’altro. Il problema dei nostri giorni non sembra essere più tanto la presenza invadente dei padri, quanto piuttosto la loro assenza, la loro latitanza. I padri sono talora così concentrati su sé stessi e sul proprio lavoro e alle volte sulle proprie realizzazioni individuali, da dimenticare anche la famiglia. E lasciano soli i piccoli e i giovani ». La presenza paterna, e pertanto la sua autorità, risulta intaccata anche dal tempo sempre maggiore che si dedica ai mezzi di comunicazione e alla tecnologia dello svago. Inoltre oggi l’autorità è vista con sospetto e gli adulti
    sono duramente messi in discussione. Loro stessi abbandonano le certezze e perciò non offrono ai figli orientamenti sicuri e ben fondati. Non è sano che si scambino i ruoli tra genitori e figli: ciò danneggia l’adeguato processo di maturazione che i bambini hanno bisogno di compiere e nega loro un amore capace di orientarli e che li aiuti a maturare.”

    In Pace

    • Caro Simon, il corto ha l’ardire in 8 minuti di presentare anche due figure maschili che sono l’emblema generalizzato di questa mancanza di mascolinità che lamenti. Il fidanzato prima e il padre poi infatti con i loro consigli sembrano semplicemente distanziare il problema e lasciare ancora più sola la protagonista. La madre è più comprensiva, più vicina e proprio per questo le sue parole sono ancora più implacabili.
      Certo non si può pensare che un corto cambi una vita, la salvi o faccia anche solo cambiare idea. In realtà qui non c’è nulla di tutto questo, c’è anzi la volontà di riflettere in modo inusuale nei confronti di un problema che oggi viene narrato in modo volutamente distorto da un pensiero unico dominante e sovverchiante.
      Grazie Simon.

  2. Visto. Bello!
    Dai pochi secondi del trailer mi ricorda lo stile di Malick nel Tree of Life, giusto?

    Teneteci informati sui canali di diffusione.

    Per quanto riguarda le domande per articolo/intervista….
    La prima cosa che mi viene in mente è che nel cinema del pensiero unico ci sono molti, troppi, bambini e adolescenti “adultizzati”: bambini ai quali si attribuiscono atteggiamenti e cinismi da adulti.
    Per contro ci sono cartoni per i bimbi che come maturità affettiva/intellettiva non superano i 3 – 4 anni d’età e con quel livello continuano a rivolgersi ai bambini più grandi.
    Mi sembra che non ci sia spazio per il bambino reale. E questo non-spazio è dovuto principalmente al fatto che i cosiddetti adulti non sono mai cresciuti, nella società come nei film: nella cinematografia mainstream non si vedono altro che adulti (e vecchi e nonni) che si comportano perennemente da adolescenti. Questo intenerisce e porta a parteggiare per loro perché ovviamente richiamano i nostri sentimenti più giocherelloni e un atteggiamento di freschezza verso la vita….
    Come si può fare perché la gente, gli adulti parteggino per altri modelli? Meglio puntare alla Ragione o all’Emozione? …..Un’equilibrio delle due andrebbe bene, credo…. Lascio la riflessione così, senza sapere nemmeno io dove (andare a) parare.

    P.s. è bello anche il filmatino della diocesi di Phoenix. Perché qualcuno non ci piazza dei GRANDI (cubitali) sottotitoli in italiano, così da poterlo diffondere tranquillamente ai comuni mortali? ….Forse un doppiaggio, o semplice traduzione “sopra” con voci italiane andrebbe ancora meglio….

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