Miracoli presso i Tradi-Protestanti

Miracolo_a_tutto_campo

Tutta la colpa all’amico Minstrel: ci ha segnalato qualche giorno fa di un articolo di Feser tradotto e pubblicato in tre puntate sul famigerato sito C&PC, il covo telematico degli scontenti della Chiesa cattolica, il bar di chi passa il più chiaro del proprio tempo a criticare il Santo Padre a prescindere, il punto di raduno di chi fa della critica deleteria uno stile di vita e del pessimismo nefasto una ragion di vita.

Dopo anni sono quindi andato a dare un’occhiata su C&PC, in quanto Feser è per me, come anche per molti utenti di Croce-Via una referenza contemporanea e vi ho trovato gli articoli in questione  ben tradotti in italiano e di questo ringraziamo il traduttore dall’inglese del sito in questione. Sono tre articoli apparsi all’inizio di questo mese su www.lifesitenews.com e dunque freschissimi di stampa:

Papal errors of the past show the ridiculousness of ‘spin-doctoring’ the pope tradotto in italiano qui

Can the Pope change doctrine? It’s time for some clarity on papal infallibility tradotto in italiano qui

When popes can be wrong: breaking down the degrees of papal authority tradotto in italiano qui

Se leggete la traduzione in italiano evitate di tener conto delle varie prefazioni e commenti proposti da C&PC che non hanno nessun interesse rispetto a quel che illustra Feser e che sono solo un tentativo, intellettualmente fallito, di cercare di deviare un ottimo testo ad usum delphini, il delphinus qui essendo la causa extra-cattolica del tradi-protestantesimo.

Vi garantisco che quel che Feser spiega ed illustra è esattamente quel che la Chiesa insegna al soggetto e, quindi, automaticamente rappresenta perfettamente il nostro modo di sentire qui su Croce-Via in queste materie. In due parole Feser mostra in un primo tempo che i Pontefici sono persone umane e sono fallibili come tutti noi quando non intendono insegnare magisterialmente in materia di fede e di morale; in un secondo tempo spiega chiaramente quali sono i limiti dell’infallibilità papale che noi tutti conosciamo ma citando esplicitamente l’insegnamento della Dei Verbum del S.S. Concilio Vaticano II e quello del Santo Padre Benedetto XVI; nel terzo tempo, che è il punto il più importante, ricorda la dottrina cattolica sui vari gradi magisteriali appoggiandosi sulla Domum Veritatis del 1990 e che abbiamo ricordato in modo ricorrente su questo blog in varie occasioni: da leggere con attenzione, se possibile nel testo in inglese e se in quello italiano facendo attenzione a non lasciarsi abbindolare dal confusionismo di C&PC che nelle sue note cerca di re-introdurre per il rotto della cuffia altre definizioni dei gradi magisteriali che quelli riconosciuti dalla Chiesa ma senza neanche darsi la pena di spiegare al lettore  circa come queste si articolerebbero tra di loro.

Mi sono chiesto che cosa sia successo nella testa della responsabile del blog per accettare la pubblicazione di un testo prettamente cattolico che sbugiarda per la sua essenza tutta la costruzione ideologica dell’eresia tradi-protestante di stampo econiano; testo specialmente apparentato alle materie rilevanti del famoso terzo comma, descritte nell’ultimo articolo del Feser al punto tre e al quale si riferiscono tutte le dottrine del S.S. Concilio Vaticano II, ovviamente quando trattano di fede e di morale. Che sia un miracolo dell’anno giubilare della misericordia da ascrivere a Papa Francesco? Oppure che sia un effetto delle confessioni valide per un anno che finalmente riceve chi frequenta quegli ambienti lefebvristi?

Sono andato a leggere cosa altro si pubblicava in quei giorni su C&PC nella speranza di qualche segno ulteriore di conversione al cattolicesimo verace e non quello fantasmagorico tipico di quell’ambiente. E, a mia meraviglia, ho trovato un articolo di un tale don Curzio Nitoglia, a me finora sconosciuto nelle mie valli transalpine , intitolato “Primato del Papa, Collegialità episcopale o “sola Traditio”?” e che è una vera perla: l’autore usa di categorie e di linguaggio tipico dell’ambiente tradizionalista ma riesce a spiegare con onestà quali siano gli errori del tradi-protestantesimo e quali siano gli atteggiamenti possibili per i seguaci delle chiesuole scismatiche de facto, de jure o de corde. Questo articolo dovrebbe rimanere una referenza nei nostri rapporti ecumenici ad esempio con chi frequenta la FSSPX o simili confraternite: anche qui non si capisce perché C&PC l’abbia pubblicato ma, a leggere i commenti, nessuno su quel blog ha capito e/o neanche letto quel che vi è scritto.

Don Curzio Nitoglia vi fa un’analisi serrata della relazione tra Conciliarismo e Primato papale e conclude che “esiste una  differenza solo accidentale tra 

  1. la tesi del Conciliarismo progressista, che sostiene la superiorità dell’Episcopato sul Papa come potere venente dal basso in maniera democratica, e, la
  2. teoria dell’ Episcopalismo tradizionalista, che, invece, è conservatore poiché non si fonda sul popolo democraticamente inteso, ma sulla Tradizione aristocraticamente intesa, non è interpretata dal Papa regnante in atto e dal suo Magistero vivente, ma dal clero, dall’Episcopato tradizionale e dai fedeli tradizionalisti.”

Ancora una volta, una dimostrazione fatta da una parte terza che conferma ulteriormente e indipendentemente la giustezza della nostra analisi da tanti anni circa questa convergenza di apparenti opposti, opposizione solo accidentalmente differente ma profondamente identica nella sostanza, e che è la fonte della nostra antipatia intellettuale sia per i progressisti che per il tradi-protestantesimo.

Ma il più bello viene quando  Don Curzio indica quali non siano le soluzioni idonee per un cattolico verace: La crisi del Papato non può essere corretta 

  • dal Conciliarismo, che pone l’Episcopato sopra il Papa, giudica e depone il Papa;
  • dal Tradizionalismo gallicano, che pone la sola Tradizione senza la guida del Magistero vivo nel Papa attualmente regnante al di sopra del Papa e
  • neppure dal servilismo, secondo cui il Papa è al di sopra di ogni legge e può dire ciò che vuole senza dover conservare, trasmettere ed insegnare la Fede e la Morale  rivelata anche a costo di inventarne una nuova.”

Ci identifichiamo pienamente nell’analisi di questi tre punti che riassumono la nostra filosofia e il nostro atteggiamento di fedeli amanti della Chiesa e sottomessi al Magistero Autentico del Santo Padre e dei Vescovi in unione con lui nelle materie legate alla fede ed ai costumi. Non possiamo che essere d’accordo con lui quando conclude che  “occorre non pretendere che l’Episcopato collegiale o la sola Tradizione gallicaneggiante senza Magistero vivente possano rimettere la Chiesa in ordine e quindi, bisogna, come consigliava il de Vio, ricorrere alla preghiera e alla riforma di se stessi perché negli uomini di Chiesa ritorni l’ordine, che solo Dio tramite il Papa può restaurare nella Chiesa.”

Comunque non preoccupatevi, il tabloid digitale C&PC, malgrado questi articoli capitati lì probabilmente per errore o svista umani e che sono come una carezza voluta dallo Spirito Santo per chi frequenta quel sito, ha già ricominciato e continuato a lasciare spazio a tutte le porcherie possibili sul Santo Padre e la Chiesa di cui è il Vicario, sul Magistero vivente e adesso pure sulla FSSPX, eppure loro faro spirituale (sic), colpevole di aver patrocinato in Ispagna una statua della Santa Vergine in ferro, della serie c’è sempre un estremista più estremista…

In Pace



Categories: Magistero, Sproloqui

10 replies

  1. Grazie Simon per la segnalazione.
    “Carezza dello Spirito”… 🙂
    Che sia un primo frutto della decisione del Papa di dichiarare valide durante il Giubileo le confessioni presso preti FSSPX?
    “Preghiera e riforma di se stessi”, grazie a Don Curzio per ricordarci ciò che sempre va ricordato.

  2. Attenti a Don Curzio! Nello specifico può aver detto delle cose corrette, ma , nel suo insieme, la sua letteratura storico-teologica è piuttosto “estrema”. L’ho seguito per un po’…ma mi stavo perdendo! È una mente lucida, ma tendente al complottismo cosmico.

    • Grazie per l’avvertenza, Rosanna,
      Personalmente non lo conosco e il suo articolo è di certo scritto nel quadro di una “cultura” tradi specifica.
      Il mio commento qui sopra si limita solo a questo articolo nella sua essenza.
      In Pace

  3. In effetti, l’articolo di Feser è in perfetta armonia con il Magistero della Chiesa e non capisco come vi si possano estrapolare delle considerazioni di tipo eterodosso.
    Per ciò che riguarda Don Curzio, questi ha rimbalzato per anni dalla FSSPX all’Istituto Mater Boni Consilii (di cui credo sia stato uno dei fondatori), sposando quindi la cosiddetta “tesi di Cassiciacum”. Successivamente si è messo a giocare in proprio, proponendo una sua versione del sedevacantismo da lui stesso denominata “Ipotesi di Velletri”. Scrive un sacco di roba su internet sia d’argomento teologico che d’argomento filosofico. Sia in teologia che in filosofia propone una lettura abbastanza angusta del tomismo. Tra le altre cose ha scritto un prolisso commento alle XXIV tesi tomiste che, per quanto contenga qui e lì delle interessanti considerazioni, nel suo complesso dà di questo sistema filosofico un’immagine che definirei glaciale.

    • È, cioè, un clericus vagans?
      In Pace

      • Praticamente sì. Credo sia molto vicino ad ambienti di estrema destra di stampo complottista e negazionista.

        • Comunque il suo ragionamento in quell’articolo è, a mio parere, ineccepibile a prescindere dal suo percorso personale.
          In Pace

          • Per carità, come ho detto, spesso scrive anche delle cose sensate ed interessanti: è la sua posizione di fondo ad essere poco sensata e poco interessante.

        • Don Curzio è di casa da Mic non sempre gradito da chi commenta. A me è mai piaciuto troppo, benchè ne apprezzi la cultura. Spesso mi ha lasciato basito.Mi è sembrato un personaggio ondivago. Mah!

  4. Il mio complesso di superiorità a volte mi torna utile, e in certi casi ritengo che non valga la pena combatterlo.
    Per non dire della preveggenza…
    Uagliò, solo i terni al lotto non becco oh!

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