Chiesa, colonna della Verità (02)

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Domenica 29 novembre 2015, I° di Avvento

LA STRUTTURA DELLA CHIESA

Gesù scelse gli apostoli affinché fossero i capi terreni della Chiesa. Egli conferì loro la sua stessa autorità per insegnare e governare, non in qualità di dittatori, ma come padri e pastori amorevoli. Questo è il motivo per cui i Cattolici chiamano i loro leader spirituali “padre”. Nel far ciò noi seguiamo l’esempio dell’apostolo Paolo, il quale si definì padre spirituale di coloro che aveva evangelizzato (1 Cor 4,15).
Gli apostoli, ottemperando al volere di Gesù, ordinarono dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi, al fine di trasmettere loro il proprio ministero – ai vescovi nella sua pienezza ed in minor misura ai presbiteri ed ai diaconi.

Il Papa e i Vescovi (CCC 880-883)
Gesù conferì a Simone, figlio di Giona, un’autorità speciale tra gli apostoli (Gv 21,15-17) e a testimonianza di questo cambiò il nome di questi in Pietro, che significa “pietra” (Gv 1,42). Egli disse che Pietro era la pietra sulla quale avrebbe costruito la sua Chiesa (Mt 16,18).
In Aramaico, la lingua parlata da Gesù, il nuovo nome di Simone era Kepha (indicante una grossa pietra). Successivamente il suo nome fu tradotto in Greco in Petros (Gv 1,42) ed in Italiano in Pietro. Gesù dette solamente a Pietro le “chiavi del regno” (Mt 16,19) e promise che tutte le sue decisioni sarebbero state vincolanti in cielo come sulla terra. Egli dette un potere simile anche agli altri apostoli (Mt 18,18), ma solo a Pietro furono assegnate le chiavi, simbolo della sua autorità come guida della Chiesa sulla terra.
Gesù, il Buon Pastore, disse a Pietro che sarebbe stato il pastore della sua Chiesa (Gv 21,15-17). Egli assegnò a Pietro il compito di confortare gli altri apostoli nella loro fede (Lc 22,31-32). Pietro guidò la Chiesa nella predicazione e quando si trattò di prendere delle decisioni importanti (At 2,1-41; 15,7-12).
Gli scritti dei primi Cristiani ci testimoniano il fatto che i successori di Pietro, i vescovi di Roma, continuarono ad esercitare il ministero di Pietro nel seno della Chiesa.

COME DIO CI PARLA

Così come fu dal principio, Dio parla alla sua Chiesa tramite la Bibbia e la Sacra Tradizione. Per assicurarci una retta comprensione della sua Parola, egli guida il Magistero della Chiesa in modo che questo interpreti la Bibbia e la Sacra Tradizione nel modo più esatto. Questo è quello che viene indicato come il dono dell’infallibilità.
Come le tre gambe di uno sgabello, la Bibbia, la Tradizione ed il Magistero sono tutti necessari per la stabilità della Chiesa e per garantire la solidità della dottrina da questa insegnata.

La Sacra Tradizione (CCC 75-83)
La Sacra Tradizione non deve in alcun modo essere confusa con le tradizioni degli uomini, che sono più comunemente dette usi e costumi. Gesù, in alcuni casi, condannò le tradizioni umane, ma solo quando queste erano contrarie al comando di Dio (Mc 7,8). Egli non condannò mai la Sacra Tradizione, né condannò le tradizioni umane nel loro complesso.
La Sacra Tradizione e la Bibbia non costituiscono due rivelazioni indipendenti. Queste sono le due vie attraverso le quali la Chiesa ha trasmesso lungo i secoli il vangelo. Insegnamenti apostolici quali il battesimo dei bambini, la Trinità, l’inerranza della Bibbia, il purgatorio, la perpetua verginità di Maria sono state insegnate più chiaramente attraverso la Tradizione, per quanto comunque implicitamente presenti nella Bibbia (ed assolutamente non contrarie a quanto da questa insegnato). La Bibbia stessa ci dice di rimanere aggrappati alla Tradizione, sia che questa ci giunga in forma scritta che orale (2 Tes 2,15; 1 Cor 11,2).
La Sacra Tradizione non va assolutamente confusa con le tradizioni della Chiesa, quali il rosario o il celibato ecclesiastico, ad esempio. Queste sono cose utili, ma non concernono in alcun modo la dottrina di Cristo. La Sacra Tradizione contiene la dottrina insegnata dagli apostoli e da questi consegnata alla Chiesa fino ad oggi tramite i loro successori, i vescovi.

La Scrittura (CCC 101-141)
La Scrittura, nella quale comprendiamo sia l’Antico che il Nuovo Testamento, è stata ispirata da Dio (2 Tm 3,16). Lo Spirito Santo ha guidato gli autori biblici nello scrivere ciò che voleva far loro scrivere. Dato che Dio è l’autore principale della Bibbia e dato che Dio è la Verità (Gv 14,16) e non può insegnare nulla di falso, la Bibbia è libera da errori in ogni cosa che asserisce essere vera relativamente alla nostra salvezza.
Alcuni Cristiani sono convinti che la Bibbia sia tutto ciò di cui hanno bisogno, ma questa nozione non è insegnata nella Bibbia stessa. Infatti, la Bibbia insegna proprio il contrario (2 Pt 1,20-21; 3.15-16). La dottrina della cosiddetta “sola Scrittura” non fu sostenuta da alcuno nella Chiesa primitiva.
Tale dottrina è infatti un qualcosa di relativamente nuovo, essendo sorta solo nel secolo XVI, durante la cosiddetta Riforma Protestante. Questa dottrina, quindi, non è altro che una “tradizione di uomini” che ha annullato la Parola di Dio, distorcendo il vero ruolo della Bibbia, e minando l’autorità della Chiesa che Gesù ha istituito (Mc 7,1-8).
Nonostante la sua popolarità tra i nostri fratelli protestanti, la teoria della “sola Scrittura” semplicemente non funziona nella pratica. L’esperienza storica stessa la confuta. Quasi ogni giorno sorge, infatti, una nuova confessione cristiana convinta di essere l’unica fondata esclusivamente sulla Bibbia. Oggi ci sono migliaia e migliaia di confessioni di matrice protestante, ognuna delle quali non fa che proclamare che la sua interpretazione della Bibbia è quella giusta, ma ognuna delle quali propugnante una qualche dottrina inconciliabile con quelle propugnate dalle altre. Ne è risultata una tale frammentazione della cristianità da causare confusione in milioni di sinceri Cristiani.
Ora, noi sappiamo per certo che lo Spirito Santo non può essere l’artefice di tale confusione (1 Cor 14,33). Dio non può insegnare dottrine contraddittorie, perché la Verità è una sola. La conclusione? La dottrina della “sola Scrittura” non regge.

Il Magistero (CCC 85-87, 888-892)
Il papa ed i vescovi sono i pastori della Chiesa ed il loro insegnamento è ciò che viene denominato il Magistero (dal latino magister, “maestro”) della Chiesa. Il Magistero, guidato dallo Spirito Santo, ci fornisce insegnamenti certi in materia di dottrina e di morale. La Chiesa è la custode della Bibbia, insegnando fedelmente ed accuratamente il messaggio in essa contenuto ed adempiendo al compito assegnatole da Dio stesso.
Bisogna sempre tener presente che c’era già una Chiesa quando il Nuovo Testamento non era ancora stato scritto. Gli autori ispirati del Nuovo Testamento erano dei membri della Chiesa e la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, è colei che sola può interpretare rettamente la Bibbia, il cui Canone (l’elenco dei libri che la compongono e che sono quindi da considerarsi ispirati) essa stessa ha stabilito. Tale interprete ufficiale ci è indispensabile al fine di comprendere la Bibbia in modo corretto. (Tutti noi sappiamo cosa c’è scritto nella Costituzione, ma solo la Corte Costituzionale può dirci che cosa questa veramente ci dice.)
Il Magistero è infallibile nei suoi insegnamenti ufficiali, in quanto Gesù promise di inviare lo Spirito Santo agli apostoli ed ai loro successori per guidarli alla verità intera (Gv 16,12-13).

Leggi la Prefazione
Leggi la prima parte

Translated by Trianello



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89 replies

  1. Sì ma come la mettiamo con l’ecumenismo? se la Chiesa è la colonna della Verità può questa stessa Chiesa per bocca di suoi rappresentanti festeggiare come si trattasse di un evento positivo ( e non di una tragedia per la cristianità come è stato) “500 anni della Riforma protestante ” e dire come ha detto Padre Cantalamessa , frate francescano , al sino degli anglicani che
    “È di vitale importanza per tutta la Chiesa che questa opportunità ( il festeggiamento dei 500 anni della Riforma protestante ) non sia sprecata da persone rimaste prigioniere del passato, cercando di stabilire chi ha avuto ragione e chi torto. ”

    http://www.zenit.org/it/articles/cantalamessa-al-sinodo-anglicano-stiamo-affrontando-un-mondo-post-cristiano

    cosa deve pensare il semplice fedele cattolico di questo? che siccome siamo in un mondo post-cristiano non ha importanza se Lutero avesse ragione o torto? Che non aveva ragione ne’ Lutero ne’ la Chiesa cattolica? che avevano ragione tutti e due o torto tutti e due? che non esiste una Verità’ ???che la Verità cambia con la storia? che ai nostri tempi non ha più importanza chi avesse ragione fra protestanti e cattolici? Che quello che il semplice cattolico ha creduto fino ad ora, cioè che Lutero fosse eretico, è un rimanere “legato al passato” e che non si deve rimanere legati al passato? ma allora se questo vale per Lutero vale anche per ogni altra cosa. allora la Verità non è una colonna ma un mulinello di sabbia che cambia ad ogni soffiar di vento?

    se non ha importanza stabilire chi avuto ragione e chi torto, come la mettiamo con la Verità? esiste ancora una Verità? e se esiste ha ancora importanza per la Chiesa cattolica? Parrebbe proprio di no: la Chiesa cattolica attuale ecumenista al massimo grado mette fra parentesi la Verità, non gli importa più se Lutero e la Riforma protestante fossero o no una eresia e un allontanarsi dalla verità, non ha più importanza, l’importante è il “dialogo ecumenico”.
    Di fronte a tale atteggiamento delle gerarachie ecclesiastiche ( padre Cantalamessa è predicatore della Curia )come pensare ancora la chiesa come “colonna della Verità”?
    La colonna è qualcosa di solido e di permanente. La Chiesa di oggi sembra sabbia che si sbriciola e che svolazza qua e là ad ogni soffio di vento ecumenico!!!

    • Capisco quel che intendi, ma, secondo me, mischi piani.

      A me pare che il discorso qui sia eminentemente pastorale: P. Cantalamessa non dice che tutti o nessuno avevano ragione o torto all’epoca dello scisma di occidente, cioè non è proprio la domanda che pone.
      Neanche dice che non c’è verità e che questa sia inconoscibile!

      Per stabilire un giudizio vero bisogna già essere un uomo di virtù, cioè che vive di prudenza, fortezza, giustizia e saggezza, per giunta, in materie prossime alla fede, deve essere un uomo che vive perfettamente le virtù teologali della Fede, della Speranza e della Carità: mentre è certo che puoi trovare tra gli anglicani uomini tanto virtuosi quanto tra i cattolici, è altrettanto certo che la virtù. di fede può essere vissuta perfettamente solo da un cattolico in quanto è nel Credo cattolico e nella Dottrina cattolica che la Fede si esprime completamente senza errori.

      Ciò vuol dire che solo un cattolico con queste sette virtù può formare un giudizio sereno e vero su quel che è successo 500 anni fa: per questo guardiamo cosa hanno detto i Santo cattolici al soggetto in quanto essi davvero giudicano in verità quel che avvenne.

      Ma questo non può essere chiesto agli anglicani, almeno finché restano separati dal Successore di Pietro e, quindi, P. Cantalamessa ha perfettamente ragione di di loro che non devono concentrarsi sulla problematica di sapere chi abbia avuto torto o ragione (questo la Chiesa lo ha già stabilito e loro non ce la possono umanamente fare): adesso il tempo per loro è di andare avanti senza rimanere prigionieri del passato.

      E tutto questo discorso ha quindi senso se e solo se la Chiesa è la colonna della Verità, e non il contrario come sembri capire tu, all’opposto del … buon senso.

      Buon inizio di Avvento.
      In Pace

      • A me sembra che all’opposto del buon senso ci siano le parole molto chiare del padre Cantalamessa.”non sia sprecata da persone rimaste prigioniere del passato, cercando di stabilire chi ha avuto ragione e chi torto. ”
        non mi pare siano parole tanto complicate da poter dare adito a interpretazioni diverse.

        e mi pare all’opposto del buon senso e della ragione, dal punto di vista della verità, che se una cosa la dice un ecclesiastico, un prete , un frate, il semplice fedele laico come io sono, abbia sempre torto o capisca sempre male e l’ecclesiastico sempre ragione, per definizione.

        • Caro giacomo,
          no so che dirti: P. Cantalamessa fa un discorso agli anglicani (mica a noi cattolici) e dice loro di non rimanere prigionieri del passato cercando di stabilire chi ha ragione e chi ha torto: davvero non vedo quale altra interpretazione trovare al suo discorso se non quella che ho tentato di esporti.
          In Pace

          • Ma Simon, apri gli occhi! guarda la realta!:

            È di vitale importanza per tutta la Chiesa che questa opportunità ( il festeggiamento dei 500 anni della Riforma protestante ) non sia sprecata da persone rimaste prigioniere del passato, cercando di stabilire chi ha avuto ragione e chi torto.

            Parla a tutta la Chiesa, non agli anglicani. E chiede che persone come me che so chi ha avuto ragione e chi torto non gli roviniamo le feste dei 500 anni.

            • Se l’unico modo di salvarsi fosse il ritorno alla Cattolica senza se e senza ma, andando oltre anche il proprio conoscere la verità secondo quel che in casa cristiana si chiama “coscienza”, potrei anche essere d’accordo. Così è? No.
              Ma come sotto Trianello sottolineava,non solo siamo in un momento pastorale dove ci è chiesto di sottolineare quel che ci unisce e non quello che ci divide, ma questo atteggiamento di ricerca di unità, di “ubuntu” direbbe Simon, è l’atteggiamento propriamente cristiano (ebreo con gli ebrei, greco con i greci ecc ecc). Con tutti i se e tutti i ma eh! Ma tieniteli, non metterli in campo ogni 2x3sei.

              Fosse anche rivolto a tutta la Chiesa, ebbene leggiamola con “Principio di Carità mode on” e rendiamoci conto che il Papa ci chiede di non litigare su materie che son talmente complesse che pensare di trattarle come si discute al bar è quanto meno un “giudizio temerario”, né più né meno.

              Personalmente, ad esempio, ho cercato di capirci di più approfondendo la cosidetta “dichiarazione congiunta” (http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/documents/rc_pc_chrstuni_doc_31101999_cath-luth-joint-declaration_it.html) e arrivato al punto di rendermi conto che ancora mi mancano delle basi solide su cui permettermi di approfondire come si deve, ho tralasciato.
              Dire: “ehi, tornate da noi, zitti e muti!” diciamo che non ci riesco.

            • Grazie della risposta minstrel, molto meglio che nascondersi dietro un ha parlato agli anglicani.
              Ma ora, se ci é chiesto di vivere un “Principio di Carità mode on”. Posso chiedere a scopo di che? Quale la meta di questa strada pastorale?
              E poi, se l’unico modo di salvarsi fosse il ritorno alla Cattolica senza se e senza ma, andando oltre anche il proprio conoscere la verità secondo quel che in casa cristiana si chiama “coscienza perche siamo al secondo post Chiesa, colonna di veritá? Tanto, potrebbero avere ragione anche gli anglicani.(Sopratutto dopo le discussioni del Sinodo).

            • Mi sembra, caro Blaspas, che hai un problema con l’italiano.
              P. Cantalamessa non parla a tutta la Chiesa, ma parla agli anglicani e dice loro che , per la Chiesa, vale meglio non sprecare l’opportunità in questione rimanendo chiusi nel passato cercando di capire chi aveva ragione o torto.
              Smettila di arrampicarti sugli specchi: questo blog non è quello buono per chi ama questo sport.
              Qui ci interessa solo la realtà non le invenzioni masochiste di chi ama farsi male.
              In Pace

            • Simon chi si arrampica agli specchi sei tu. Queste persone rimaste prigioniere del passato sono membri della Chiesa o sono anglicani? A chi chiede di smettere di cercare di stabilire chi ha avuto ragione? Importa agli anglicani le opportunitá della Chiesa?

            • Blaspas, queste tue domande mi lasciano per davvero attonito di stupefazione!

              “Queste persone rimaste prigioniere del passato sono membri della Chiesa o sono anglicani?” : P. Cantalamessa non dice (educatamente) a quale religione appartengano queste persone, ma egli sta chiaramente parlando ad anglicani….

              “A chi chiede di smettere di cercare di stabilire chi ha avuto ragione? “: anche qui, a chi si sta indirizzando P. Cantalamessa molto concretamente?

              “Importa agli anglicani le opportunitá della Chiesa?”: certo, visto che gli anglicani sono battezzati e membri del Corpo di Cristo in virtù di questo stesso battesimo anche se ne sono canonicamente e sacramentalmente (ad di fuori dal battesimo e dal matrimonio) tagliati via.

              Orsù!
              In Pace

          • Simon leggendoti non so se ridere o piangere. Io capisco difendere cosí quando parla Francesco, ma difendere Cantalamessa?

            • Caro Balspas,
              nel tuo caso non ho dubbi: piango.
              Proprio non riesci a leggere quel che è scritto e riportato nero su bianco tale e quale: mi spiace.
              Va a divertiti sul noto blog Chiacchiere & Pettegolezzi Calunniosi: lì vedono il mondo come te. 😉
              In Pace

          • Beh Simon complimenti. Fraternizzi con chi è lontano ma sberleffi con leggerezza un fratello…auguri.

            Il discorso non è insensato. Nessuno mette in discussione che anche chi è fuori dalla chiesa può salvarsi , ma sappiamo tutti bene come e perché.
            Il problema qui è che la Chiesa contraddice se stessa.

            La vostra contraddizione consiste nel voler separare la dogmatica dalla pastorale. Siamo tutti buoni così, le carte le mischiate voi e tutti quelli che fanno un falso ecumenismo che è e rimane mera questione politica, in realtà, come a Roma sanno fare bene.
            Non capisco perché voi dobbiate difendere l’indifendibile, in passato i nostri vescovi ed i fedeli non avevano ubbie sul da farsi. Il vescovo , scrivono i canoni, può ed anzi deve venir accusato anche in ambito di fede , certo con regole precise, ma un laico stesso può adire una causa contro il suo vigile.
            Il vostro clericalismo sta affossando la realtà della Chiesa stessa

    • visto che qui non amiamo i salamelecchi ecumenisti e sincretisti, mi permetto di rivolgere una franca domanda a giacomo.
      E’ un caso, giacomo, che citando l’articolo tu abbia sostituito il termine “celebrazione” col termine “festeggiamento”?
      Nell’articolo da te citato infatti non si parla di feste e bagordi in occasione del 500esimo anniversario della riforma protestante, ma piuttosto di celebrazioni e riflessioni. Sostituendo “festeggiamenti” a “celebrazioni” hai dato all’intervento del padre Cantalamessa un tono festaiolo che io personalmente non ho riscontrato nella lettura diretta dell’articolo in questione.

  2. Non parliamo poi dell’atteggiamento “sincretista” volto all’instaurazione di una religione unica mondiale, di cui un esempio pratico abbiamo visto per le esequie della donna italiana rimasta uccisa al Bataclan. I “funerali laici” di Stato vedevano schierati un po’ come Polizia e carabinieri, i “rappresentanti delle religioni ” un vescovo cattolico un rabbino ed un iman .
    Della serie : questo o quello per me pari son, meglio ci siano tutti così non facciamo differenze e discriminazioni. ( a proposito perchè non invitare anche un brahmino induista?)
    Che per lo Stato Laico le religioni siano tutte eguali ed indifferinziate ( quindi tutti egualmente false per per il principio di non contraddizione “che nol consente” ,( infatti se A=Verità NON-A non può essere uguale a Verità), si può capire in base ai principi stessi della Laicità.
    non si capisce invece l’atteggiamento della Chiesa cattolica nella persona del vescovo Moraglia.
    In che ruolo ha partecipato a tali funerali la Chiesa cattolica? come “una ” fra le tante religioni fra i tanti riti folcloristici ?
    capisco ovviamente la preuccupazione ecumenista, l’ansia del dialogo, il terrore che i musulmani si offendano ( pare che si offendano anche per i canti natalizi e per i presepi) , però dove va a finire in tutto ciò la “Chiesa colonna della Verità”.
    ho la triste impressione che la Chiesa colonna della verità viva ormai solo nel cuore e nella nostalgia di pochi fedeli. Ci vuol più coraggio oggi a cantare pubblicamente Adeste Fideles che non la Marsigliese.

    • Non ho seguito la faccenda Moraglia, ma ti sarebbe sembrato normale che, a questi funerali laici, ai quali hanno partecipato tanto di imam e di rabbino, non ci fosse stata la presenza di un rappresentante della religione cattolica?
      Certo, chi ha organizzato i funerali laici, avrebbe dovuto chiedere l’assenza di ogni rappresentante religioso…..
      D’altro canto , non è perché ti fai ammazzare da un musulmano che ti crea l’obbligo di avere un funerale con l’imam……
      In Pace

      • L´assistenza non é il problema, ma la partecipazione attiva. Se volevano una preghiera o una benedizione avessero fatto un funerale cattolico. Tutte queste cerimonie miste l´unico che fanno é mettere allo stesso livello tutte le religioni e anche gli atei. Se la Chiesa ancora crede di essere la vera religione de ve attuare come tale, considerare tutto il resto falso e sbagliato.

  3. Veramenter la Tradizione è l’insieme di tutte queste cose. Manca poi la Liturgia, che è grave, secondo me, non mettere.
    Mancano i sacramenti oltretutto. Ed il concilio ecumenico è da sempre la forma democratica della Chiesa

    • Come ci parla andava inteso letterale?

      Comunque la tradizione ed il suo deposito non riguarda esclusivamente la dottrina ma anche le discipline intese come i costumi consoni. Sempre volendo ridurla ad essere quel che non è giacché la tradizione il tradere, è l’insieme di tutte queste cose che dite, assieme al diritto ecclesiastico ed alla liturgia et cetera et cetera

  4. Un Papa Santo (Giovanni XXIII) disse : Cerchiamo sempre ciò che ci unisce, mai quello che ci divide.
    Questo significa forse ammettere di aver torto in qualcosa ? No assolutamente.
    Questo significa accettare che altri possano avere posizioni diverse, idee diverse.
    E lo stesso però c’è necessità di condividere, in pace con loro, questa terra che è stata donata a noi come a loro.
    Questo è il senso dell’ecumenismo. Non certo abdicare al nostro pensiero.
    D’altra parte se la nostra verità fosse debole…allora si che andrebbe protetta dalle contaminazioni, per paura che si alteri.
    Ma chi sa di portare la verità vera, che paura può avere di dialoghi con altri ?
    Forse però qualcuno confonde la tradizione di usi e costumi con la verità. Ritiene che sia essenziale affiancare al credo, ai comandamenti ed al magistero, altri mille piccoli/grandi inamovibili concetti, tesi a descrivere il cristiano in HD (1080p o addirittura 2160p!)
    Se è così, questo cristiano in UltraHD dovrebbe splendere fulgido tra tutti gli altri, per bontà , carità , temperanza, saggezza e tanto altro. E dove sono questi super cristiani la cui sola presenza converte tutti per miglia e miglia quadrate intorno? Io invece ricordo di tanti Santi imperfetti nella dottrina, e perfetti però nel loro amore agli altri ed a Gesù.
    Salve.

    • Mentelibera scrive

      “Questo è il senso dell’ecumenismo. Non certo abdicare al nostro pensiero.
      D’altra parte se la nostra verità fosse debole…allora si che andrebbe protetta dalle contaminazioni, per paura che si alteri.
      Ma chi sa di portare la verità vera, che paura può avere di dialoghi con altri ?”

      Grazie per questo pensiero, Mentelibera, condivido pienamente. Condivido pienamenre anche il resto del post, ti contraddico solo sull’ultimo punto.

      Nell’ultimo punto scrivi

      “Io invece ricordo di tanti Santi imperfetti nella dottrina, e perfetti però nel loro amore agli altri ed a Gesù.
      Salve.”

      Considera pero’ che un grandissimo Santo come San Pio da Pietrelcina, aveva continui contatti e visioni di Cristo e della Madonna, sai come faceva a discernere le visioni reali da quelle demoniache? Dalla loro fedeltà alla dottrina. Quando Cristo gli diceva cose contrarie alla dottrina Lui capiva subito che Colui che aveva davanti non era Dio ma il demonio.
      Inoltre Padre Pio e’ sempre stato sottomesso alla Chiesa, non si è mai ribellato alla sua autorità.
      Questo riguarda anche gli altri Santi che mi è dato di conoscere. 🙂

    • Per il resto ti faccio i miei complimenti, sono certo che i tuoi figli hanno un’ottima guida spirituale in te, sicuramente migliore di quella di alcuni sacerdoti di oggi.

      • Ma Mentelibera È un sacerdote, non l’hai ancora capito Vincent? Dice che tiene figli, ma scrive come uno di questi preti supermoderni. Contento lui e contento te, contenti tutti. Ciao!

        • Io non pretendo di dire chi sei tu, e tu cortesemente evita di presumere chi sia io.
          Sono padre di tre figli, e assolutamente non sono un sacerdote.
          Scrivo in questo modo, perchè il mio sentire è l’esito di decenni di vita vissuta nella chiesa in modo concreto e non teorico. Di tanto contatto con vite “imperfette” , trasformate poi dall’incontro con Gesù. Con storie dure e piene di macelli, ma anche piene di umanità e di ferite. Di storie vere di gente vera, che mille volte è caduta ma ha avuto la forza di accettare l’amore di Dio senza opporvisi, e di salvarsi per questo.
          Se al di là di qualche imperfezione teologica, che francamente sono l’ultimo dei problemi miei e dell’umanità, trovate nelle mie parole qualcosa di clamorosamente anti-cristiano, ditelo apertamente. Tutto quello che dico è tratto in genere dalla Bibbia o , soprattutto, dai Vangeli e dagli atti degli apostoli, che sono scritti un po ignorati su questo blog, dove si preferisce citare preferibilmente autori cristiani di ogni epoca e genere, piuttosto che la Parola del Signore, quasi che quest’ultima fosse troppo “grezza”, e dovesse per forza essere mediata da qualcosa di più sofisticato.
          In ogni caso i creatori di queste pagine dovrebbero ringraziarmi, perchè quando scrivo qualcosa i commenti si moltiplicano, mentre invece a volte languono, segno che gli stessi commentatori si sono stufati di farsi i complimenti a vicenda, come se fossimo al Club Esclusivo del Buon Cristiano o in qualcuna di quelle pre-conciliari confraternite di centenari, che si vestivano come soldati pronti alla battaglia, salvo poi finire le serate cacciando i mendicanti dalla scalinata della chiesa.

          • Come puoi notare, Mentelibera, veniamo “menati” anche dalla parte per così dire avversa, quella che tu citeresti come “pre-conciliari confraternite di centenari”. La tua presenza conta al di là dei commenti pro o contro che riesci a sollevare, e conta in quanto mi pare presenza sincera e nonostante tutto disponibile al dialogo.
            Per far fruire frotte di commentatori basta poco, cioè basta fare l’esatto contrario cui siamo soliti: pubblicare articoli sfrontati e senza argomenti, oppure fare spazio ai commenti spam che noi moderiamo di solito, oppure ancora avere opinioni molto estreme.

            Purtroppo (o per fortuna?) noi cerchiamo di rispondere a ciò che siamo e quel che viene pubblicato, nonostante sia molto lontano dall’essere Vangelo, è certamente meditato e onesto. Su quello posso metterci pure me stesso sul fuoco.
            Poi ci si può sbagliare o si può cambiare idea, Deo Gratias non siamo infallibili, anche se chiamati alla Santità.
            Certamente per il web è molto meglio fare titoli e articoli strillati in stile Fatto Quotidiano o Libero. Personalmente, da cantante, ci tengo a tenere la mia voce lontano da utilizzi così malsani. 😉

    • Scusami MenteLibera, ma quando parli di santi “imperfetti nella dottrina, e perfetti però nel loro amore agli altri ed a Gesù”, a chi stai pensando?
      Forse volevi dire “inesperti di dottrina”. Perchè io non ho notizia di santi eretici.
      Ipotizzando che i santi in questione siano gli uomini e le donne elevati agli onori degli altari.

      • Si francheschiello…inesperta dottrina rende meglio. Ti ringrazio per non aver inteso in modo malevolo il mio aggettivo, come purtroppo altri si sono lanciati a fare…

        • Figurati. Del resto, è pacifico che per diventare santi non sia necessario essere raffinati teologi.
          Lo sapeva bene perfino quel grandissimo teologo che era san Tommaso d’Aquino, che in vecchiaia in seguito ad un’esperienza mistica capì che tutto quanto aveva scritto nel corso della sua vita (stiamo parlando delle vette più alte della teologia cattolica) era robetta in confronto agli “arcana Dei”.

    • Contrariamente a Mentelibera65 personalmente non ricordo “di tanti Santi imperfetti nella dottrina”: un Santo colla maiuscola (cioè, immagino, canonizzato) ha da vivere le virtù teologali con eroismo e, in particolare, la fede e, di certo, imperfezione nella dottrina vuol dire imperfezione nella Fede professata: non davvero da Santo da altare.
      Tante brave e sante persone, ma non Sante, saranno, invece, sicuramente, in Cielo anche non essendo assolutamente perfetti nella dottrina ma per via della loro Carità unita a quella di Cristo.
      In Pace

  5. Il fatto che il cattolico dia persuaso di possedere la Verità nella sua pienezza implica che questi debba dialogare con chi tale Verità conosca solo in modo parziale, magari frammista a molti errori. L’incontro dialettico avverrà sulla base della Verità condivisa, ovviamente. Nel caso specifico del dialogo ecumenico, questo si basa sul principio della “gerarchia delle verità”, che ci permette di considerare come cristiani anche coloro che non condividono in toto il contenuto del Catechismo della Chiesa Cattolica, ma credono comunque nella divinità di Cristo, nella Santissima Trinità e nel valore sacramentale del Battesimo.

  6. All’interno della magnifica basilica gesuitica di S. Ignazio in Roma c’è da molti anni una grande opera di ebanisteria, realizzata da un laico alla fine del Novecento, che raffigura un enorme Tempio a cupola schiacciata, sormontata da una Torre (senza simboli), circondato dda chiese e templi di varie religioni: tutti a fare corona al Mega-Tempio della Religione Unica Mondiale, grazie alla quale gli uomini avranno finalmente la Pace Universale. Così spiega il cartello

    Nel suo ultimo editoriale, quello di domenica 29 novembre, Scalfari il fondatore di Repubblica ha scritto, per l’ennesima volta: “Questo Papa è quello che sostiene e l’ha fatto anche nel corso di questo viaggio l’esistenza di un unico Dio e questo lo porta ad affratellarsi non solo con tutte le varie comunità cristiane ma anche con gli ebrei e soprattutto con i musulmani e a combattere contro i fondamentalismi dovunque affiorino, Chiesa cattolica compresa”.

    Dunque davanti all’UNICa RELIGIONE Mondiale, il credere, il continuare a credere che Cristo sia l’UNICA VERITA’ e la sua Chiesa la Colonna della verità è un imperdonabile “fondamentalismo”.

    caro Trianello, non arrampichiamoci sulli specchi. Il dialogo ecumenico come lu tratteggi tu è una pia utopia.
    se vai a dire chiaramente ai musulmani che la Chiesa cattolica è la “colonna della Verità” e che Dio èla Santissima Trinità , se sono miti ti replicano indignati che non è vero, che l’unico Dio è Allah, se sono aggressivi ti tagliano la testa.
    solo in forza di ipocrisie e di negazioni della Verità, si può dialogare con chi non crede nella religione cattolica. Gesù ha detto ai suoi discepoli andate e predicate a tutti il Regno di Dio , la conversione.
    Non ha detto andate e dialogate e scoprite quanto c’è di buono e di vero nel culto di Zeus o di Cibele o di Dionisio. NON HA CHIESTO DI DARE RAGIONE AI PAGANI ! E ppure anche nel culto di Zeus e Dioniso e Cibele c’erano tante cose giuste e vere!

    • Giacomo, non ho personalmente mai sentito parlare di dialogo ecumenico con i musulmani: devo essermi perso una puntata….
      In Pace

  7. Scusate voi vi definite i pellegrini della Verità: è mai possibile che al giorno d’oggi nessun cattolico, nessun prete o vescovo,nessuno pubblicamente abbia la semplicità e il coraggio di dire che no non è vero che le religioni sono tutte ugualmente stimabili, il coraggio di dire che la religione musulmana è una FALSA religione.
    e’ così difficile? e’ così difficile? Allora vuol dire che dire la Verità e testimoniare la Verità è difficile.
    ma questo ci esime dal farlo? e se lo stesso papa, il capo della Chiesa cattolica, non solo non proclama la Verità ma per amor di dialogo e per la “pastorale” e per la realpolitik lascia credere che tutte le credenze siano buone e stimabili e che la religione musulmana sia buona e stimabile ed encomiabile , che ne dobbiamo dedurre??
    dove va a finire la Chiesa “colonna della Verita’” ????????

  8. http://agensir.it/quotidiano/2015/11/30/cardinale-kasper-misericordia-chiave-della-vita-cristiana-e-tema-condiviso-dalle-altre-fedi/

    tema condiviso dalle altre fedi. se è “condiviso” dalle altre fedi vuol dire che è vero?
    allora la Santa Trinità , siccome non è “condivisa” vuol dire che è falsa?

    • Ma perché non fai questi commenti “scemi” su altri blog a cui piacciono queste emerite cretinate?
      Risparmiati! Sforzati di intervenire qui solo quando hai qualcosa da dire che sia intelligente.
      Grazie
      In Pace

  9. perché non parlate della doppia natura dela potestà sacra e delll’ambiguità che pone in essere il CVII ?

  10. Erat autem Simon Petrus stans et calefaciens se. Dixerunt ergo ei: “ Numquid et tu ex discipulis eius es? ”. Negavit ille et dixit: “ Non sum! ”.
    Dicit unus ex servis pontificis, cognatus eius, cuius abscidit Petrus auriculam: “ Nonne ego te vidi in horto cum illo? ”.
    Iterum ergo negavit Petrus; et statim gallus cantavit.
    Adducunt ergo Iesum a Caipha in praetorium. Erat autem mane. Et ipsi non introierunt in praetorium, ut non contaminarentur, sed manducarent Pascha.
    Exivit ergo Pilatus ad eos foras et dicit: “ Quam accusationem affertis adversus hominem hunc? ”.
    Responderunt et dixerunt ei: “ Si non esset hic malefactor, non tibi tradidissemus eum ”.
    Dixit ergo eis Pilatus: “ Accipite eum vos et secundum legem vestram iudicate eum! ”. Dixerunt ei Iudaei: “ Nobis non licet interficere quemquam ”, ut sermo Iesu impleretur, quem dixit, significans qua esset morte moriturus.
    Introivit ergo iterum in praetorium Pilatus et vocavit Iesum et dixit ei: “ Tu es rex Iudaeorum? ”.
    Respondit Iesus: “ A temetipso tu hoc dicis, an alii tibi dixerunt de me? ”.
    Respondit Pilatus: “ Numquid ego Iudaeus sum? Gens tua et pontifices tradiderunt te mihi; quid fecisti? ”.
    Respondit Iesus: “ Regnum meum non est de mundo hoc; si ex hoc mundo esset regnum meum, ministri mei decertarent, ut non traderer Iudaeis; nunc autem meum regnum non est hinc ”.
    Dixit itaque ei Pilatus: “ Ergo rex es tu? ”. Respondit Iesus: “ Tu dicis quia rex sum. Ego in hoc natus sum et ad hoc veni in mundum, ut testimonium perhibeam veritati; omnis, qui est ex veritate, audit meam vocem ”.
    Dicit ei Pilatus: “ Quid est veritas? ”. Et cum hoc dixisset, iterum exivit ad Iudaeos et dicit eis: “ Ego nullam invenio in eo causam.

    • 25Ἦν δὲ Σίμων Πέτρος ἑστὼς καὶ θερμαινόμενος. εἶπον οὖν αὐτῷ· Μὴ καὶ σὺ ἐκ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ εἶ; ἠρνήσατο ἐκεῖνος καὶ εἶπεν· Οὐκ εἰμί. 26λέγει εἷς ἐκ τῶν δούλων τοῦ ἀρχιερέως, συγγενὴς ὢν οὗ ἀπέκοψεν Πέτρος τὸ ὠτίον· Οὐκ ἐγώ σε εἶδον ἐν τῷ κήπῳ μετ’ αὐτοῦ; 27πάλιν οὖν ἠρνήσατο Πέτρος· καὶ εὐθέως ἀλέκτωρ ἐφώνησεν. 28Ἄγουσιν οὖν τὸν Ἰησοῦν ἀπὸ τοῦ Καϊάφα εἰς τὸ πραιτώριον· ἦν δὲ πρωΐ· καὶ αὐτοὶ οὐκ εἰσῆλθον εἰς τὸ πραιτώριον, ἵνα μὴ μιανθῶσιν ἀλλὰ φάγωσιν τὸ πάσχα. 29ἐξῆλθεν οὖν ὁ Πιλᾶτος ἔξω πρὸς αὐτοὺς καὶ φησίν· Τίνα κατηγορίαν φέρετε κατὰ τοῦ ἀνθρώπου τούτου; 30ἀπεκρίθησαν καὶ εἶπαν αὐτῷ· Εἰ μὴ ἦν οὗτος κακὸν ποιῶν , οὐκ ἄν σοι παρεδώκαμεν αὐτόν. 31εἶπεν οὖν αὐτοῖς ὁ Πιλᾶτος· Λάβετε αὐτὸν ὑμεῖς, καὶ κατὰ τὸν νόμον ὑμῶν κρίνατε αὐτόν. εἶπον αὐτῷ οἱ Ἰουδαῖοι· Ἡμῖν οὐκ ἔξεστιν ἀποκτεῖναι οὐδένα· 32ἵνα ὁ λόγος τοῦ Ἰησοῦ πληρωθῇ ὃν εἶπεν σημαίνων ποίῳ θανάτῳ ἤμελλεν ἀποθνῄσκειν. 33Εἰσῆλθεν οὖν πάλιν εἰς τὸ πραιτώριον ὁ Πιλᾶτος καὶ ἐφώνησεν τὸν Ἰησοῦν καὶ εἶπεν αὐτῷ· Σὺ εἶ ὁ βασιλεὺς τῶν Ἰουδαίων; 34 ἀπεκρίθη Ἰησοῦς· Ἀπὸ σεαυτοῦ σὺ τοῦτο λέγεις ἢ ἄλλοι εἶπόν σοι περὶ ἐμοῦ; 35ἀπεκρίθη ὁ Πιλᾶτος· Μήτι ἐγὼ Ἰουδαῖός εἰμι; τὸ ἔθνος τὸ σὸν καὶ οἱ ἀρχιερεῖς παρέδωκάν σε ἐμοί· τί ἐποίησας; 36ἀπεκρίθη Ἰησοῦς· Ἡ βασιλεία ἡ ἐμὴ οὐκ ἔστιν ἐκ τοῦ κόσμου τούτου· εἰ ἐκ τοῦ κόσμου τούτου ἦν ἡ βασιλεία ἡ ἐμή, οἱ ὑπηρέται οἱ ἐμοὶ ἠγωνίζοντο ἄν , ἵνα μὴ παραδοθῶ τοῖς Ἰουδαίοις· νῦν δὲ ἡ βασιλεία ἡ ἐμὴ οὐκ ἔστιν ἐντεῦθεν. 37εἶπεν οὖν αὐτῷ ὁ Πιλᾶτος· Οὐκοῦν βασιλεὺς εἶ σύ; ἀπεκρίθη ὁ Ἰησοῦς· Σὺ λέγεις ὅτι βασιλεύς εἰμι. ἐγὼ εἰς τοῦτο γεγέννημαι καὶ εἰς τοῦτο ἐλήλυθα εἰς τὸν κόσμον ἵνα μαρτυρήσω τῇ ἀληθείᾳ· πᾶς ὁ ὢν ἐκ τῆς ἀληθείας ἀκούει μου τῆς φωνῆς. 38λέγει αὐτῷ ὁ Πιλᾶτος· Τί ἐστιν ἀλήθεια; Καὶ τοῦτο εἰπὼν πάλιν ἐξῆλθεν πρὸς τοὺς Ἰουδαίους, καὶ λέγει αὐτοῖς· Ἐγὼ οὐδεμίαν εὑρίσκω ἐν αὐτῷ αἰτίαν

      In Pace

  11. scusate ma come fate a non vedere, a non capire che QUESTA CHIESA, con questa gerarchia ecclesiastica, con questi teologici alla moda, con questi gesuiti alla moda, non solo non è (più) la “colonna della verità”ma è la MANIPOLATRICE DELLA VERITA’?
    eppure i fatti lo dimostrano in tutti i modi! la manipolazione del Sinodo 2014, la tentata manipolazione non andata a buon fine del sinodo 2015, e d ora ricomincia la grancassa mediatica con la stessa solfa con lo stesso mantra “la misericordia”:
    http://www.repubblica.it/esteri/2015/12/02/news/walter_kasper_nessuno_verra_escluso_dalla_chiesa_di_francesco_-128610250/

    la “Chiesa di Francesco”??? ma la Chiesa , colonna della Verità non è di Bergoglio è di Cristo! possibile che nessuno si renda conto del tradimento assurdo che i prelati stessi, i teologi stessi stanno facendo della Chiesa di Cristo, trasformandola nella “chiesa di Francesco?

    http://www.ncregister.com/daily-news/jesuit-journals-entry-at-odds-with-synods-final-report/

    E voi di Croce-via siete d’accordo?

    • “Dedicare un Giubileo alla misericordia significa ricordare che il nome di Dio non è altro che questo. Non c’è fede né cristianesimo senza misericordia”.
      Che cosa ci trovi di anti-cristiano in questo che dice Kasper?

      La lettera ai corinzi dice :
      ” Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
      2 E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
      3 E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
      4 La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, 5 non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6 non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. 7 Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8 La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. 9 La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. 10 Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11 Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. 12 Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
      13 Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!”

      Ritieni forse tu, Giacomo, di essere più fedele del cardinale Kasper o di San Paolo, e di poter ritenere la misericordia come un accessorio facoltativo, per il cristiano?

    • Il Cardinale Kasper dice : “”Dedicare un Giubileo alla misericordia significa ricordare che il nome di Dio non è altro che questo. Non c’è fede né cristianesimo senza misericordia”. C’è qualcosa di sbagliato ?
      Se poi il giornale titola “la chiesa di Francesco” mica è colpa di Kasper.
      Certo è che volente o nolente questo Papa sta dando una connotazione molto sociale al suo papato. Si vede che Il Signore aveva questo progetto per lui e di conseguenza per noi.
      L’inno alla carità non l’ha scritto ne Kasper ne Papa Francesco, ma San Paolo, uno che di cristianesimo penso se ne intendesse.
      la misericordia non è un mantra, ma è il fondamento di un cristiano (“Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!” – S.Paolo)
      O…non sei d’accordo ? 🙂

      • Mi ero perso un commento e l’ho riscritto….e poi..zac…è ricomparso…vabbe…così ce ne sono 2 versioni! 🙂

    • Amico Giacomo,
      se la Chiesa, che è solo una ed è quella concreta e visibile con a capo il Successore di Pietro, fosse una manipolatrice della verità, allora l’annuncio dell’incontro con il Risorto 2000 anni fa sarebbe una gran bufala dello stesso stampo che l’Islam o l’Induismo o il Buddhismo.
      Allora non ci resterebbe che rimanere dei semplici teisti, visto che la conoscenza dell’esistenza di un Dio è un risultato definitivo dell’intelligenza come anche quello dell’immortalità della nostra forma umana.
      Comunque, se guardi la storia della Chiesa durante gli ultimi 2000 anni, siamo passati da una manipolazione all’altra di tanti fatti storici (penso ad esempio alle condizioni nelle quali si eleggevano i pontefici romani nel passato o al modo in cui si sono svolti diversi concili ecumenici), ma mai, malgrado o addirittura grazie, a questi agire umani, la Chiesa ha tradito l’insegnamento di Cristo e nulla in quello che ci dici qui sembra essere differente in natura di quanto sia già storicamente successo.
      In Pace

      • A proposito Simon, ho letto ieri questo articolo di un filosofo francese ateo che cerca di “demolire” la visione di “sapere che Dio esiste”
        http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/LATEO-crede-Ma-non-sa-se-Dio-esiste-.aspx
        Magari ti ispira una eventuale risposta. 😉

        A presto e scusate l’assenza di questi giorni.

        • L’ho letto rapidamente: ma il tizio è alquanto confuso già nelle sue definizioni e fa una tonnellata di affermazioni perentorie gratuite, come quella dell’affermare che nessuno sa… mentre da Aristotele in poi fino e compreso Gödel sappiamo a tal punto che è un dogma della Chiesa cattolica che la ragione, senza la fede, può arrivare a questa conoscenza.
          D’accordo con lui però quando afferma che la convinzione della non-esistenza di Dio è una credenza e non un sapere.
          Non mi preoccupa più di tanto quando uno che si professa ateo e che quindi lo fa per credenza personale e abdicando della propria intelligenza al soggetto venga affermare tali imprecisioni e falsità con tale sicumera: quel che mi preoccupa di più è che l’assenza di una rigorosa formazione intellettuale presso troppi sacerdoti e laici cattolici li faccia inclinare verso questo tipo di pubblica asserzione del falso.
          In Pace

          • Ma infatti a me ha colpito – più che la pubblicazione su Avvenire (il pezzo è una sorta di sunto del nuovo libro del filosofo) – sono le risposte in reply su facebook dei lettori che non erano “sul pezzo”, cioè non si accorgevano delle nozioni lanciate senza una vera definizione. Anche secondo me alla fine del pezzo regna un clima di generale confusione, spero almeno mitigata nel libro che confido darà tutte le definizioni del caso.
            Credo.
            Dite che è una credenza ingenua come quella atea?

            • Chi crede in Dio senza sapere che Dio è, cioè senza usare della ragione per capirlo, ha una credenza “naturale”, nel senso che pone la sua fede in qualcosa che è dimostrato essere anche se non sa razionalmente che è ma tutto nel reale richiama a Dio.

              La credenza atea è invece una fede contro-natura in quanto niente nel reale indica l’assenza di Dio eppure si sforzano (un atto di fede è un atto di volontà) di credere in questa cosa impossibile: la credenza atea non è quindi ingenua ma genuinamente perversa.

              C’è una gran differenza tra credere che la terra sia un geoide senza averlo dimostrato, ma dove tutti i fatti reali coincidono con questa affermazione e credere che sia piatta, ma dove tutto prova, casomai, il contrario….
              In Pace

      • CAro Simon , tu che piangi ai miei commenti qui ti metto qualcosa per cui veramente vale la pena versare le lacrime:

        (Jürgen Baez della DPA, Sudafrica)

        Santità, l’AIDS sta devastando l’Africa. La cura aiuta oggi molte persone a vivere più a lungo. Ma l’epidemia continua. Solo in Uganda, l’anno scorso ci sono stati 135 mila nuovi contagi da AIDS. In Kenya la situazione è addirittura peggiore. L’AIDS è la prima causa di morte tra i giovani africani. Santità, Lei ha incontrato bambini sieropositivi e ha ascoltato una testimonianza commovente in Uganda. Eppure, Lei ha detto molto poco su questo argomento. Noi sappiamo che la prevenzione è fondamentale. Sappiamo anche che il profilattico non è l’unico mezzo per fermare l’epidemia. Sappiamo che però è una parte importante della risposta. Non è forse tempo di cambiare la posizione della Chiesa a questo proposito? Di consentire l’uso del profilattico al fine di prevenire ulteriori contagi?

        (Papa Francesco)

        La domanda mi sembra troppo piccola e mi sembra anche una domanda parziale. Sì, è uno dei metodi; la morale della Chiesa si trova – penso – su questo punto davanti a una perplessità: è il quinto o è il sesto comandamento? Difendere la vita, o che il rapporto sessuale sia aperto alla vita? Ma questo non è il problema. Il problema è più grande. Questa domanda mi fa pensare a quella che hanno fatto a Gesù, una volta: “Dimmi, Maestro, è lecito guarire di sabato?”. E’ obbligatorio guarire! Questa domanda, se è lecito guarire… Ma la malnutrizione, lo sfruttamento delle persone, il lavoro schiavo, la mancanza di acqua potabile: questi sono i problemi. Non chiediamoci se si può usare tale cerotto o tale altro per una piccola ferita. La grande ferita è l’ingiustizia sociale, l’ingiustizia dell’ambiente, l’ingiustizia che ho detto dello sfruttamento, e la malnutrizione. Questo è. A me non piace scendere a riflessioni così casistiche, quando la gente muore per mancanza di acqua e per fame, per l’habitat… Quando tutti saranno guariti o quando non ci saranno queste malattie tragiche che provoca l’uomo, sia per ingiustizia sociale, sia per guadagnare più soldi – pensa al traffico delle armi! – quando non ci saranno questi problemi, credo che si potrà fare una domanda: “E’ lecito guarire di sabato?”. Perché si continuano a fabbricare armi e trafficare le armi? Le guerre sono la causa di mortalità più grande… Io direi di non pensare se è lecito o non è lecito guarire di sabato. Io dirò all’umanità: fate giustizia, e quando tutti saranno guariti, quando non ci sarà ingiustizia in questo mondo, possiamo parlare del sabato.

        Se qualquno avesse voluto insegnare il contrario del Vangelo, non lo avrebbe fatto meglio.

        • E dove Blas? Perché secondo te una risposta simile, data a braccio, da dottore privato, è la licenza che da il Papa di poter usare i preservativi?

          • No, non é la licenza che da il Papa di poter usare i preservativi. é un pensiero non evangelico di un dotore privato che guarda caso é il Papa.

            • Ma dove non è evangelico? E’ questo che non riesco a capire, probabilmente per mia ingenuità o uso inaudito di principio di carità.

            • minstrel, la Caritá non é nascondere la Veritá. Tu sei intelligente e colto per capire che quello che dice il dottore privato non segue lo spirito evangelico.

        • Blaspas59,
          la Dottrina della Chiesa è chiarissima: gli atti sessuali sono atti riservati alla coppia sposata e con essi marito e moglie si santificano nella misura nella quale l’amore si apre sempre alla vita, esattamente come la Carità nella Santa Trinità che dà vita a tutto il Creato, esattamente come il Cristo che nel proprio dono definitivo alla Chiesa, Sua Sposa, genera alla Vita tutte le moltitudini che ha chiamato alla Redenzione.

          Questo essendo chiaramente definito (e perfettamente insegnato da Papa Francesco in particolare nelle sue catechesi del mercoledì) se ne deduce:

          (1) l’uso di metodi contraccettivi e di metodi naturali di regolazione delle nascite con intenzione contraccettiva va contro la natura stessa di quel che costituisce il matrimonio

          (2) l’uso di questi atti sessuali al di fuori dal matrimonio è dunque un atto di adulterio e di infedeltà che questo avvenga prima, durante e dopo un matrimonio e chi li compie in piena conoscenza di causa, ovviamente, si pone al di fuori della relazione tra Cristo e la Sua Chiesa, cioè commette quel che si chiama un peccato mortale con tutto quel che ne consegue.

          (3) se una persona usa o non usa di metodi contraccettivi in una relazione illecita come descritta al punto (2) non cambia niente al fatto che essa rimanga in stato di peccato mortale

          (4) prendersi le proprie responsabilità rispetto alla propria salute e di quella altrui è un dovere per tutti ed è quindi un bene usare dei metodi e degli strumenti che aiutano a mantenersi in salute e a mantenere gli altri in salute

          (5) supponiamo che esiste uno strumento perfetto che impedisce la trasmissione di MST al 100% , ma che ha come effetto collaterale di impedire la procreazione allora:
          (5a) l’uso di questo strumento potrebbe essere considerato un non-male in quest’ottica nel solo caso di un matrimonio dove uno dei due sposi si ritrova malato con detta MST e non si desidera trasmetterla all’altro: infatti la vita e la salute del coniuge ha precedenza sulla potenzialità di una vita che non esiste ancora
          (5b) l’uso di questo strumento non cambierebbe in niente la qualificazione morale degli atti descritti in (2) esattamente come in (3) e cioè una persona che commette un atto sessuale al di fuori del matrimonio e che userebbe dello strumento perfetto (5) al fine di proteggersi e proteggere il proprio partner farebbe sempre un peccato mortale con il semplice fatto di avere rapporti sessuali e, cioè, no è che commetterebbe “meno” adulterio perché userebbe di tale strumento. `Ma l’usare di questo strumento sarebbe meno peggio che non usarlo: questa è la qualificazione morale ma il suo uso sarebbe buono in sé malgrado il contesto che resterebbe sempre immorale.

          (6) il problema è che si sa benissimo che il preservativo è lungi dall’essere uno strumento perfetto e che il suo uso porta statisticamente ad una crescita delle persone infettate in una popolazione data in proporzione al tasso di malfunzionamento in questione (tra 10 e 30%) oltre alla falsa impressione di sicurezza che dà ai suoi utilizzatori ma che non è giustificata scientificamente, in quanto solo ritarda la rapidità dell’espansione di un’epidemia di MST ma non la ferma. Di conseguenza:
          (6a) anche all’interno di un matrimonio stabile non si può decentemente proporre questo strumento in quanto la probabilità di contaminare il coniuge sano è pur sempre troppo alta ed è come giocare alla roulette russa
          (6b) l’uso di questo strumento non protegge in modo alcuno chi ha relazioni sessuali fuori dal matrimonio in quanto l’uso del preservativo non garantisce che poca protezione statistica e, dunque, contrariamente al caso (5b) il suo uso non è neanche “meno peggio” ma lascia una connotazione di “peggio” punto e basta.

          Ecco, spero che tu veda adesso la perplessità di fronte alla quale si trova la Chiesa cattolica come ha ben fatto di ricordare il Santo Padre. La questione è che da un lato la Chiesa non può proporre il preservativo all’interno del Santo Matrimonio in quanto sarebbe un tradimento dell’essenza stessa del matrimonio, ma , per giunta, a causa dell’imperfezione di questo strumento non può neanche consigliarla ad una coppia legittima dove uno dei due coniuge fosse malato perché sarebbe come accettare la condanna a morte (nel caso dell’AIDS) a termine anche di quello sano.
          Per altro se è vero che chi ha relazioni fuori dal matrimonio compie sempre un peccato mortale, il fatto che utilizzi un preservativo non fa diventare tale atto meno peccaminoso, ma neanche, sul piano della salute, garantisce un rischio di contaminazione azzerato ma solo un ritardo statistico temporale: basta questo ipotetico ritardo statistico ad avere la Chiesa, in quanto Chiesa, a consigliare l’uso di questo strumento malgrado l’immoralità del contesto nel quale sarebbe utilizzato? C’è di che rimanere perplessi.

          Come Benedetto XVI tenderei a dire che presso un ignorante o una persona che per vizio o condizione economica usa del proprio corpo fuori dal matrimonio, il fatto di usare del preservativo per proteggersi o proteggere altrui, anche se protegge poco o niente, denota un atteggiamento più altruista e più “etico” che colui che se ne infischia: il che non cambia niente alla connotazione morale dei suoi atti, ma li qualifica come “meno peggio” che colui che non se ne importa.

          La risposta del Santo Padre è qui eccezionale in quanto ricorda che il miglior modo di lottare contro la piaga che è l’AIDS oltre ai metodi cattolici usati in Uganda è quello di lottare contro la povertà, la disinformazione, l’ingiustizia.

          In Pace

  12. Simon, non so se il non vedere il problema e ha posta o veramente non lo vedi. Sorvolo il tema se quello che tu dici (ricorda che il miglior modo di lottare contro la piaga che è l’AIDS oltre ai metodi cattolici usati in Uganda è quello di lottare contro la povertà, la disinformazione, l’ingiustizia.) é quello che ha veramente detto, o se é vero. Il problema delle dichiarazione del dotore privato sta in questo:

    Quando tutti saranno guariti o quando non ci saranno queste malattie tragiche che provoca l’uomo, sia per ingiustizia sociale, sia per guadagnare più soldi – pensa al traffico delle armi! – quando non ci saranno questi problemi, credo che si potrà fare una domanda: “E’ lecito guarire di sabato?”.
    … Io direi di non pensare se è lecito o non è lecito guarire di sabato. Io dirò all’umanità: fate giustizia, e quando tutti saranno guariti, quando non ci sarà ingiustizia in questo mondo, possiamo parlare del sabato.

    • Ma guarda, è quel che ho tentato di spiegarti nella mia risposta: una prostituta che usa del condom per proteggersi e proteggere gli altri ha un’intenzione buona e ciò anche se quel preservativo vale poco da un punto di vista epidemiologico in quanto può solo ritardare la progressione della malattia. Ma già ritardarla è meno peggio che non fare niente.
      È questa la domanda del Santo Padre: “È lecito guarire il sabato?”, cioè è lecito fare qualcosa in quel che è proibito se l’intenzione è buona? La questione qui è che non ci dovrebbero essere prostitute, tanto per cominciare, e che tutte le persone dovrebbero essere informate ed educate su cosa significa il matrimonio, avere relazioni sessuali, i rischi ed i limiti dei preservativi.
      Cominciamo con fare giustizia e,quando questa sarà fatta, ci potremo chiedere se si o no sia lecito usare dei preservativi.

      Seguivo qualche anno fa un catecumeno che da allora si è battezzato e cresimato: all’inizio il suo problema era che era anche massone. Anche sapendolo non ho esitato a seguirlo per 18 mesi su per giù e quando mi chiedeva perché non era possibile per un massone essere battezzato cattolico non gli rispondevo e gli dicevo che era un soggetto che avremmo trattato più tardi. Ebbene, dopo circa 15 mesi aveva capito da solo perché non poteva essere massone e cattolico. Quella domanda lì era come porre la domanda: È lecito guarire il sabato?. Si è risolta quando chi la poneva era ormai abbastanza formato nelle cose della fede e con l’aiuto della preghiera.
      In Pace

      • Quella domanda lì era come porre la domanda: È lecito guarire il sabato?. Si è risolta quando chi la poneva era ormai abbastanza formato nelle cose della fede e con l’aiuto della preghiera.

        Ma come la domanda si é risolta prima che non si muoia per mancanza di acqua e per fame, per l’habitat… Prima che tutti siano guariti o ci siano finite le malattie tragiche che provoca l’uomo prima che siano finite le guerre?
        Concedo, per il fatto della risposta a braccio, di paragonare la guarigione il sabato col uso del condom nelle relazioni sessuali. Ma il ragionamento é propio alla rovescio. Prima occupiamoci della Fede, del Regno, di rispettare il sabato, poi tutto il resto verrá. Perché, secondo il vangelo, il dottore privato non arriverá mai a occuparsi di guarire il sabato Ameno che Gesú non abbia un po esagerato

        • Non ho capito quel che mi vuoi dire: puoi rifrasare, per favore?
          In Pace

        • Una prima considerazione che faccio è che sul vangelo non si menzionano i preservativi, mentre invece il “non uccidere” è un comandamento abbastanza importante. (a meno di non parificare l’utilizzo del preservativo all’omocidio)

          In ogni caso posso fare un paio domande (a tutti) da ultimo della classe?

          1) Se un uomo ed una donna sani ma NON sposati hanno un rapporto sessuale, commettono peccato. Il loro peccato è più grave se lo fanno con il preservativo?

          2) Se un uomo consapevolmente malato di AIDS ed una donna NON sposati hanno un rapporto sessuale, commettono peccato. Il loro peccato è ancora più grave perchè lo fanno col preservativo ? oppure è ancora più grave se facendolo senza preservativo, mettono a rischio la vita anche della persona non infetta?

          3) Se un uomo ed una donna sposati hanno un rapporto sessuale con il preservativo, commettono peccato. Il loro peccato è più lieve, se lo fanno perchè uno dei due è malato di AIDS ?

          4) Un uomo ed una donna sposati non hanno rapporti sessuali , perchè uno dei due è malatodi AIDS. Se questo “non avere rapporti” alla lunga mette a rischio il sussistere del matrimonio, è lecito che abbiano rapporti protetti dal preservativo, o la protezione del sacramento del matrimonio è meno importante dell’avere rapporti senza preservativo?

          Grazie per risposte puntuali sulle singole domande. (meglio se sono solo SI o NO), senza presuppore scenari diversi.

          • Certo e trovi tutte le (mie) risposte nel mio intervento di ieri alle 19:37 5 interventi più sù.
            http://pellegrininellaverita.com/2015/11/29/chiesa-colonna-della-verita-02/comment-page-1/#comment-17892

            In Pace

            • Si grazie, non avevo letto ed è molto chiaro.

              Dissento però dall’affermazione che il preservativo sia sostanzialmente poco efficace nell’impedire la trasmissione delll’infezione HIV, e mi permetto di allegare questa nota, tra le tante trovate :

              http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&frm=1&source=web&cd=1&ved=0ahUKEwjgr5fDw8LJAhUBOxQKHWMTBUkQFggkMAA&url=http%3A%2F%2Feuropa.eu%2Frapid%2Fpress-release_IP-03-1410_it.pdf&usg=AFQjCNFVqjEZjXHMo4cw8ch0HObE_mByxA

              Far passare l’idea che utilizzare o non utilizzare il preservativo sia lo stesso (ai fini della trasmissione del virus) è come dire che quando piove forte sia inutile prendere l’ombrello perchè tanto ti bagni lo stesso. A nessuno sfugge che quando piove il miglior metodo per non bagnarsi sia non uscire in strada, ma di fronte a tante persone che non seguono questo consigilo,non si può neppure trasmettere il messaggio che l’ombrello sia inefficace.

              Tra il 100% di efficacia e lo 0% ci sono tanti gradi intermedi, ed ogni punto percentuale corrisponde alla vita di tante persone, e non va banalizzato. Il sistema sicuro non c’è, ma cè la limitazione del rischio.

              • Indubbiamente. Ma quando la pioggia è un acido mortale il solo consiglio sensato è quello di non uscire in strada. Poi se la gente vuol mettere a repentaglio la propria vita, il che è sempre immorale salvo per salvare la vita altrui, si discute di altro che di fare il bene.
                In Pace

            • E il piu grande problema é che distribuiscono ombrelli gratuitamente dando il messaggio che non é possibile non uscire sotto la pioggia di acido. Per quello é che tutti lo fanno sei solo tu il solo cretino che resti a casa.

            • Il sesso e di gran lunga una delle cose più piacevoli del mondo , se non si parte da questo assunto non si può davvero capire perché la gente corra per Esso grandi rischi o commetta peccati. Non si tratta di rinunciare al cinema o ad una partita di bocce . Se siamo 7 miliardi è perché ogni giorno milioni o forse miliardi di persone fanno sesso. Proprio dalla estrema demonizzazione del sesso e’ partita poi la reazione sotto forma di rivoluzione sessuale sfrenata. Se per Secoli la situazione è stata apparentemente sotto controllo , non era certo per mancanza di desiderio , ma per forme Educative estremamente chiuse , che affiancavano al sesso tutta una serie di conseguenze gravissime. Con la cultura si è’ smontato tutto il castello di carte , ed ora le persone col cavolo con le convinci che se non rinunciano a fare un po di sesso prima del matrimonio , andranno all’inferno . Ti obiettano che se loro vanno all’inferno per questa cosa , allora il paradiso e’ vuoto, oppure che al momento opportuno si pentiranno . Nessuno accetta più di considerare così grave un atto consapevole fatto in modo consenziente da persone adulte. È inutile lamentarsi , e’ così e basta .

            • Demonizzazione del sesso, Mentelibera65? Dove? Non nella dottrina cattolica di certo!
              Nell’insegnamento della Chiesa cattolica il sesso sponsale è immagine/analogia carnale della Carità che anima la Trinità colle stesse conseguenze: la Vita; cosiccome il Dono totale del Cristo per la propria Sposa la Chiesa: questo è il contrario della demonizzazione!
              Chi vive del Sacramento del Matrimonio vive del Cristo, altro che demonizzazione! Il Santo Matrimonio è uno spazio di sacralità positiva al quale partecipano gli atti propri al Matrimonio ed è cammino di Santità.
              Devi rivedere i tuoi preconcetti sull’insegnamento della Chiesa che non corrispondono a nulla di oggettivo.
              Ti consiglio la lettura diretta e personale di Humanae Vitae e di Familiaris Consortio, testi Magisteriali, ripresi più volte anche nell’ultimo Sinodo dei Vescovi per ben capire cosa dice per davvero la Chiesa al soggetto e non limitarti ad un imperdonabile, per un cattolico, sentito dire.
              In Pace

            • Tralascio la totale astrusità dei concetti da te espressi, rispetto a quello che invece le persone ordinariamente e semplicemente pensano del sesso. E rispetto a come si comportano (e fanno figli)
              C’è talmente tanta distanza tra la teoria e la realtà che mi sembra inutile entrare nel merito.

              Riporto solo alcune date :

              Rivoluzione Sessuale : Esplosa a partire dal 1968, dopo anni di gestazione.
              Humane Vitae – Luglio 1968
              Familiaris Consortio – Novembre 1981
              Mi sembra che la “cosiddetta” risposta della Chiesa sull’argomento “sesso” sia arrivata fuori ogni tempo massimo.
              Forse se le due encicliche fossero state fatte una 30ina di anni prima avrebbero avuto qualche effetto su quello che è successo dopo.
              Ma fino al 1968 : Sesso = male necessario, fatelo solo per procreare e non provate troppo piacere , sennò è peccato.
              Non si può rimettere il dentifricio dentro al tubetto.

          • @ml65

            Questa idea degli italiani repressi sessualmente quando nascerebbe?
            Potrei citarti ad esempio il “pasticciaccio” di Gadda (ambientato negli anni 30) in cui si parla di un erotologo inglese “tramutatosi in geodeta” che identifica il triangolo non euclideo con vertici Sassari – Civitavecchia – Reggio (con gran dispetto dei palermitani) come massimo del potenziale erotico virile. Per non parlare del Duca di Mantova, di Casanova, ecc …

            La rivoluzione sessuale sarebbe poi un “dannunzianesimo” per le masse ? Se questo e` progressismo …

          • https://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/speeches/1951/documents/hf_p-xii_spe_19511029_ostetriche.html

            DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
            ALLE PARTECIPANTI AL CONGRESSO DELLA
            UNIONE CATTOLICA ITALIANA OSTETRICHE

            Lunedì, 29 ottobre 1951

            Ma si obietterà che una simile astinenza è impossibile, che un tale eroismo è inattuabile. Questa obiezione voi oggi la sentirete, voi la leggerete dappertutto, anche da parte di chi, per dovere e per competenza, dovrebbe essere in grado di giudicare ben diversamente. E si adduce a prova il seguente argomento: — Niuno è obbligato all’impossibile, e nessun legislatore ragionevole si presume che voglia obbligare con la sua legge anche all’impossibile. Ma per i coniugi l’astinenza a lunga durata è impossibile. Dunque non sono obbligati all’astinenza; la legge divina non può avere questo senso ».

            In tal guisa da premesse parzialmente vere si deduce una conseguenza falsa. Per convincersene basta invertire i termini dell’argomento: — Iddio non obbliga all’impossibile. Ma Iddio obbliga i coniugi all’astinenza se la loro unione non può essere compiuta secondo le norme della natura. Dunque in questi casi l’astinenza è possibile. — Abbiamo a conferma di tale argomento la dottrina del Concilio di Trento, il quale, nel capitolo sulla osservanza, necessaria e possibile, dei comandamenti, insegna, riferendosi a un passo di S. Agostino: « Iddio non comanda cose impossibili, ma mentre comanda, ammonisce, e di fare quel che puoi, e di domandare quel che non puoi, e aiuta affinchè tu possa »

  13. @ml65
    Ma fino al 1968 : Sesso = male necessario, fatelo solo per procreare e non provate troppo piacere , sennò è peccato.

    Pur troppo ondate incessanti di edonismo invadono il mondo e minacciano di sommergere nella marea crescente dei pensieri, dei desideri e degli atti tutta la vita matrimoniale, non senza seri pericoli e grave pregiudizio dell’ufficio primario dei coniugi.

    Questo edonismo anticristiano troppo spesso non si arrossisce di erigerlo a dottrina, inculcando la brama di rendere sempre più intenso il godimento nella preparazione e nella attuazione della unione coniugale; come se nei rapporti matrimoniali tutta la legge morale si riducesse al regolare compimento dell’atto stesso, e come se tutto il resto, in qualunque modo fatto, rimanga giustificato dalla effusione del reciproco affetto, santificato dal sacramento del matrimonio, meritevole di lode e di mercede dinanzi a Dio e alla coscienza. Della dignità dell’uomo e della dignità del cristiano, che mettono un freno agli eccessi della sensualità, non si ha cura.

    Ebbene, no. La gravità e la santità della legge morale cristiana non ammettono una sfrenata soddisfazione dell’istinto sessuale e di tendere così soltanto al piacere e al godimento; essa non permette all’uomo ragionevole di lasciarsi dominare sino a tal punto, né quanto alla sostanza, nè quanto alle circostanze dell’atto.

    Si vorrebbe da alcuni addurre che la felicità nel matrimonio è in ragione diretta del reciproco godimento nei rapporti coniugali. No: la felicità nel matrimonio è invece in ragione diretta del vicendevole rispetto fra i coniugi, anche nelle loro intime relazioni; non già ,quasi che essi giudichino immorale e rifiutino quel che la natura offre e il Creatore ha donato, ma perchè questo rispetto, e la mutua stima che esso ingenera, è uno dei più validi elementi di un amore puro, e per ciò stesso tanto più tenero.

    Nella vostra attività professionale opponetevi, per quanto vi è possibile, all’impeto di questo raffinato edonismo, vuoto di valori spirituali, e quindi indegno di sposi cristiani. Mostrate come la natura ha dato, è vero, il desiderio istintivo del godimento e lo approva nelle legittime nozze, ma non come fine a sè stesso, bensì insomma per il servizio della vita. Bandite dal vostro spirito quel culto del piacere, e fate del vostro meglio per impedire la diffusione di una letteratura che si crede in dovere di descrivere in ogni particolare le intimità della vita coniugale col pretesto di istruire, di dirigere e di rassicurare. Per tranquillizzare le coscienze timorate degli sposi bastano in generale il buon senso, l’istinto naturale e una breve istruzione sulle chiare e semplici massime della legge morale cristiana. Se, in alcune speciali circostanze, una fidanzata o una giovane sposa avessero bisogno di più ampi schiarimenti su qualche punto particolare, toccherà a voi di dar loro delicatamente una spiegazione conforme alla legge naturale e alla sana coscienza cristiana.

    Quindi abbracciare lo stato matrimoniale, usare continuamente la facoltà ad esso propria e in esso solo lecita, e, d’altra parte, sottrarsi sempre e deliberatamente, senza un grave motivo, al suo primario dovere, sarebbe un peccare contro il senso stesso della vita coniugale.

    Da quella prestazione positiva obbligatoria possono esimere, anche per lungo tempo, anzi per l’intera durata del matrimonio, seri motivi, come quelli che si hanno non di rado nella cosiddetta « indicazione » medica, eugenica, economica e sociale. Da ciò consegue che l’osservanza dei tempi infecondi può essere lecita sotto l’aspetto morale; e nelle condizioni menzionate è realmente tale. Se però non vi sono, secondo un giudizio ragionevole ed equo, simili gravi ragioni personali o derivanti dalle circostanze esteriori, la volontà di evitare abitualmente la fecondità della loro unione, pur continuando a soddisfare pienamente la loro sensualità, non può derivare che da un falso apprezzamento della vita e da motivi estranei alle rette norme etiche.

    1951

    • Diciamo che la morale sessuale della Chiesa è certamemte uno degli aspetti più difficili da seguire del Cattolicesimo, che richiede un reale eroismo, specie per quanto riguarda i rapporti prematrimoniali, dal momento che oggi, per ragioni economiche, molti arrivano ad avere le condizioni economiche adatte al matrimonio tra i 35 e i 40 anni (molti, quasi metà della popolazione, l’altra metà in genere tra i 30 e i 35).
      Nei tempi pagsni si diceva “muore giovane colui che è caro agli dei”, ma oggi va ribaltata questa frase, perché ritengo (su questo saremo tutti d’accordo) che sia più facile per un anziano vivere secondo tutti i precetti della Chiesa che per un giovane.
      A dire il vero, se Dio tenesse davvero così tanto a ciò che facciamo sotto le lenzuola (premetto che non parlo di atti perversi come la pedofilia o l’omosessualità) non so quanti si salverebbero, dico sul serio.
      Speriamo di diventare tutti anziani, per un cattolico la “pace dei sensi’ è di certo la liberazione da molti sensi di colpa e da occasioni di peccato.
      Paradossalmente credo che l’essere di manica stretta da parte della Chiesa, per quanto riguarda la sessualità, abbia l’effetto positivo di indurre nelle anime quel giusto senso di colpa che le porta, anche qualora pecchino, a pentirsi e a comunque non eccedere.
      Diciamo che è un freno che può aiutare a non eccedere nel senso opposto, da questo punto di vista è utile. Non posso che essere d’accordo con Mentelibera sul fatto che la Chiesa demonizzi il sesso e il piacere (dai, ragazzi, non raccontiamoci favole, lo demonizza eccome) ma ritengo che questo sia in qualche modo utile per impedire ai fedeli che si esageri nel senso opposto.
      Se io metto al limite a 1, se lo trasgredisci magari andrai a 3 ma non a 10 come se non avessi posto alcun limite. La Chiesa conosce bene la natura umana, credo che sia anche per questo che è così di “manica stretta”.
      Che Dio non demonizzi il sesso invece secondo me è lapalissiano, anzi io credo che dopo che ci sarà stata la resurrezione della carne ci sarà un sesso n volte migliore di quello che sperimentiamo su questa terra. Leggete qui http://www.foglimariani.it/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=480:la-sessualita-dei-risorti&catid=39:il-mio-apostolato-laico&Itemid=64

      Se la vediamo da questo punto di vista vale la pena sacrificarsi un pò in questa vita. D’altronde la resurrezione della carne a cosa potrà mai servire se non a redimere il corpo, oltre che l’anima?

      • Copio dal link che ho citato sopra

        “Ora, naturalmente, non è possibile stabilire in modo particolareggiato le specifiche modalità in cui verrebbe esercitandosi la sessualità tra i risorti, giacché questa è una di quelle cose che superano ogni possibile immaginazione umana, ma è invece ragionevolmente possibile ipotizzare che il piacere, il godimento, la felicità stessa dei sensi, indipendentemente dalle forme che verranno assumendo, non solo non verranno meno ma raggiungeranno livelli estatici di durata e di pienezza di gran lunga superiori a quelli che, nei casi migliori, possono essere raggiunti in questo nostro mondo imperfetto in cui le soddisfazioni e le gioie umane sono fatiscenti e destinate a perire. Se eros non è solo affettività intensa o sentimento appassionato ma profonda attrazione amorosa e desiderio sessuale, probabilmente quest’ultima valenza psico-sensoriale non verrà meno nel Regno dei cieli, anche se vi si verrà manifestando in una versione depurata da tutte le impurità e le perversioni della vita terrena.”

        Se questo è vero, ragazzi, e non ho motivo di pensare che non lo sia (anche perché altrimenti a che servirebbe la Resurrezione della carne se i cinque sensi nell’aldilá saranno totalmente inutili? Questo dimostra che l’uomo rimane sempre uomo, non diventa una creatura completamente spirituale come un angelo ma è un connubio di spirito e corpo) vale sicuramente la pena di fare qualche sacrificio in questa valle di lacrime, non credete?

    • Caro Lovinski ,
      Proprio nella frase “Ebbene, no. La gravità e la santità della legge morale cristiana non ammettono una sfrenata soddisfazione dell’istinto sessuale e di tendere così soltanto al piacere e al godimento; essa non permette all’uomo ragionevole di lasciarsi dominare sino a tal punto, né quanto alla sostanza, nè quanto alle circostanze dell’atto.” si condensa quello che la Chiesa, fino al 1968, ha pensato del sesso.
      Sinceramente non sono qui a valutare se questo sia giusto o sbagliato, perchè non ne ho ne i mezzi ne la presunzione
      Ma di certo , da cristiano peccatore , ma anche da osservatore della realtà, posso cogliere gli effetti, nella storia di tale atteggiamento.
      Come diceva Giovanni XXIII la storia è maestra di vita.
      Che le intenzioni della Chiesa , nel mantenere per secoli questo atteggiamo nei confronti del sesso, fossero quelle di proteggere i discepoli, è fuor di dubbio.
      Purtuttavia è sempre difficile capire da dove, questo timore per i discepoli stessi, derivasse in concreto, e come , dalle Parole di Gesù ma anche degli apostoli (mai così precise e condannatorie) si fosse invece arrivati , ancora a distanza di 1951 dalla nascita di Gesù, ad una articolazione così perentoria.
      Ma torniamo al punto, e cioè agli effetti, che sono davanti agli occhi di tutti.
      Rendere peccato ogni atto sessuale non ispirato principalmente alla procreazione, ha di fatto reso peccato praticamente il 90% delle effusioni anche tra marito e moglie. E quando si arriva a questo limite, è facile che questo non venga rispettato. Ma soprattutto è facile che avvenga l’effetto opposto.
      Se infatti io metto in autostrada il limite di 30 chilometri l’ora, e do la stessa pena a chi lo oltrepassa di 10 km o di 200 km , creo due effetti: pochissimi saranno in grado di rispettare il limite, e chi lo oltrepasserà lo farà andando a 200 all’ora, visto che la pena è la stessa. La consapevolezza di essere poi in tanti, a fare questa infrazione, ne farà sempre più scemare la gravità nell’immaginario collettivo.
      E questo è quello che progressivamente nel mondo è accaduto. Le coppie , tranne eccezioni, si sono progressivamente sempre di più staccate da queste indicazioni, e dalla rivoluzione industriale in poi si sono gettate le basi per quella rivoluzione sessuale “globale” e soprattutto pubblica (da non confondere con i comportamenti sfrenati ma privati di certa borghesia e intellighenzia, che sono sempre esistiti ma che facevano eccezione e non regola).
      Quello che fu vero nel 1968, con l’Humane Vitae, non era forse vero anche prima ? Perchè la chiesa per secoli ha sentito il bisogno di entrare in modo così profondo e dettagliato nella vita intima delle coppie, pur consapevole che non l’uomo è fatto per la legge, ma la legge è fatta per l’uomo ?
      Non entro poi nel merito dei rapporti pre-matrimoniali, e di altro. Mi limito a dire che, per tante cause, l’età media in cui i giovani si sposano è arrivata a 35 anni. Ancora oggi quindi, in teoria, seguendo pedissequamente le indicazioni, ci potremmo trovare di fronte a persone che alla soglia dei 40 anni non hanno mai provato il piacere sessuale, visto che non solo i rapporti di tutti i tipi sono esclusi, ma anche la masturbazione. Il fatto che il peccato sia “attenuato” infatti, non gli toglie il bollino di peccato, e , di conseguenza, del senso di colpa derivante.
      E’ inutile dire che in questo caso il grado di mancato rispetto delle indicazioni della Chiesa arriva al 99%, eppure nessuno (per ora) si chiede se, per caso, la indicazioni date sui comportamenti sessuali nei secoli non siano (semplicemente ) sbagliate.
      Eppure non può essere ignorato dalla Chiesa stessa, che tutta la psicologia (se si vuole dare un minimo credito a questa scienza) consideri la masturbazione come un atto perfettamente naturale, che sopratutto in un certo momento dello sviluppo umano, importantissimo per uno sviluppo equilibrato.
      E’ un tempo di grande trasformazione questo, nel mondo. Capisco che porre in dubbio il magistero e la tradizione, anche su un solo argomento, getti le basi per altri dubbi e sconcerti.
      Ma per quanto tempo il popolo di Dio dovrà subire le conseguenze di precetti antichi, fondati forse più che sulle intenzioni di Cristo, sulle credenze e rigidità degli uomini che li scrissero ?

      • Lascio, ovviamente Lovinski risponderti direttamente se lo desidera.

        Ma questo tuo commento fa sorgere in me altre riflessioni che desidero compartire.
        Il Cammino che offre il Cristo non è una strada larga ma una stretta e questo perché è ovvio che per vestirci del Cristo stesso implica una conversione radicale dei nostri cuori: cioè da rigirati su noi stessi ad aperti sugli altri e alla vita non solo in senso metaforico ma anche concreto ed efficace.
        La Misericordia di Dio è di concederci e di aiutarci in questa conversione in Cristo all’Altro, Dio, e agli altri, esseri umani.

        La Chiesa è qui come Madre e Maestra per aiutarci a camminare verso la Santità cioè a convertirci con spirito sportivo per usare delle immagini di San Paolo.

        Il grado di mancato rispetto alle indicazioni della Chiesa, se facciamo la somma di tutti i peccati, è di 100% e non di 99%: infatti il Cristo stesso ha detto che il giusto pecca almeno 7 volte al giorno. Quindi la giustezza delle indicazioni di N.S. Gesù Cristo non si basano sulla “fattibilità” per il giusto “medio” di viverle pienamente, ma sulla giustizia del Cristo stesso, solo Giusto.

        Siamo sempre alle solite: qual’è il nostro sguardo sul nostro peccato? Quello dell’orgoglioso che si addolora ogni volta che cade nel peccato e che non rassomiglia a Cristo e che si chiude su se stesso, vuole negare che questo sia peccato oppure quello del povero e dell’umile che sapendosi peccatore, senza cercare vane giustificazioni per il fatto di avere peccato, usa della propria debolezza come di una leva per slanciarsi ed implorare l’aiuto del Cristo stesso?

        Qui sotto abbiamo, incidentalmente, parlato di Paradiso: quello sarà probabilmente il luogo dove ci rallegreremo della potenza di Dio e della Sua Misericordia, ogni nostro peccato e caduta e imperfezione essendo Lì la manifestazione del Dio che ci ha salvato e occasione per noi di gioia e allegria comune per avere un Dio che ci ha amato a quel punto. E in inferno? Beh, lì esattamente gli stessi peccati, cadute e imperfezioni saranno vissuti come dannazioni in quanto incapaci di gridare e chiamare in aiuto il Santo, i dannati concentrati a trovare scuse in se stessi e proprie e addizionali scusanti per sè nelle altrui colpe.

        In Pace

      • Una sessualita` che esclude assolutamente e a qualunque costo la procreazione e` ancora tale ? O non e` forse solo masturbazione ? Nella frase che hai citato quel “soltanto” distingue le due cose.

        Non e` vero che la Chiesa ammette solo il sesso procreativo: e` vero che esclude la sessualita` che non e` propriamente tale, cioe` se non conserva in qualche modo il suo fondamento: la generazione di nuova vita.

        E` invece la chiesa edonistica a non ammettere il sesso se mantiene ancora questo aspetto, senza possibilita` alcuna di pentimento, come ben sappiamo.

        Veniamo poi alla pratica: Il sistema sessuale “industriale” non funziona: il ricambio generazionale non e` piu` garantito. la sterilita` e` in amunento, cosi` come l`insoddisfazione; difenderlo vuol dire, paradossalmente, augurarne la fine insieme al suicidio demografico: tragicomicamente l`occidente si spegnera` con tutti gli indicatori della salute sessuale al massimo: contraccezione, masturbazione, pornografia, “diritti riproduttivi”, ecc …

        • Lovisky :

          “Non e` vero che la Chiesa ammette solo il sesso procreativo: e` vero che esclude la sessualita` che non e` propriamente tale, cioe` se non conserva in qualche modo il suo fondamento: la generazione di nuova vita.”

          E’ proprio questo il punto. Limitandoci alla masturbazione messa in essere da un soggetto non sposato. Essa viene negata perchè fine a se stessa.
          Eppure quanti atti piacevoli fini a se stessi vengono concessi ? E’ forse peccato bere un bicchiere di vino ? O prendersi 15 minuti di relax sul divano? O grattarsi il braccio se prude ?
          Si dice che gli organi sessuali siano stati creati solo per la riproduzione.
          Ma se fosse così, per quale motivo sia l’uomo che la donna sono in grado di provare eccitazione, piacere ed orgasmo anche in tanti altri modi, che non un rapporto sessuale tradizionale ?
          Forse che il corpo umano è stato creato “sbagliato”? Eppure non sarebbe stato difficile dargli dei ritmi del desiderio simili a quelli degli animali, e dargli la possibilità di provare piacere solo tramite un rapporto sessuale tradizionale con penetrazione.
          Addirittura, invece, la donna prova piacere tramite una parte di organo sessuale collocata esternamente. Quale è il senso di queste possibilità ? Quello di negarne l’utilizzo? E questo sarebbe la visione “naturale” della cose ?
          La realtà è che c’è una tradizione punitiva sul piacere sessuale che risale a secoli e secoli. Risale alla visione del cristiano come una essere in eterna penitenza, che deve riscattare con una vita di patimenti la sua salvezza.
          E soprattutto i sensi di colpa, legati ai piccoli peccati di natura sessuale, siano stati anche uno strumento , per secoli in passato , per far sentire il cristiano peccatore e quindi indegno.
          Ora tutto potrebbe essere un po diverso, ma non c’è coraggio per intervenire . Io penso invece che sulla sessualità andrebbe riavvolto il nastro, in modo serio. E che almeno tra i “cristiani adulti” si possa parlare di tutto questo senza passare per eretici. Poi non se ne farà nulla…ma almeno non copriamoci dietro ad un dito…

  14. @Mentelibera65
    Con ogni evidenza non posso sapere quel sia stato l’insegnamento in materia sessuale in Italia prima del 1968. Dalle parti mie grande è stata l’influenza dal XVIII al XX del protestantesimo e del giansenismo nella questione della morale sessuale: queste due eresie condannate dalla Chiesa cattolica insegnavano un rapporto al corpo assolutamente malsano ma che, purtroppo. ha influenzato troppe persone all’interno della Chiesa (un po’ come oggi le assurdità morali del pensiero unico perverso che invade la società in materia di sessualità intacca tanti cattolici, ma, stavolta nell’altro senso).
    La Chiesa cattolica in quanto tale non ha mai insegnato che le relazioni sessuali all’interno del matrimonio siano una cosa malvagia anzi e questo è appariscente con il modo con cui la Chiesa prima dello scisma d’occidente trattava le problematiche che vie erano relative cioè senza rigidità.
    Ovviamente avere relazioni sessuali fuori del matrimonio è sempre stato adulterio come, di fatto, è.
    Quindi prenditela con il protestantesimo e con chi, nella Chiesa, si è lasciato incantare dalle sue sirene in disobbedienza con l’insegnamento tradizionale millenario.

    @Vincent Vega
    Avere relazioni sessuali è sicuramente piacevole ma, purtroppo, come devi essertene già accorto, esse sono di durata abbastanza limitata nel tempo e poco convengono per loro natura ad una durata eterna. Il Maometto credeva risolvere il problema assicurando ai suoi seguaci orgasmi che duravano 80 anni e decine di Uri sempre vergini, ma il ridicolo della soluzione non sfugge a nessuno. Quanto a noi sappiamo da Gesù stesso che in Cielo non ci saranno più né marito né moglie e visto che le relazioni sessuali sono lì per la procreazione e per l’aiuto reciproco questo ci indica che la beatitudine non sarà nell’esercizio della sessualità intesa come piacere individuale ma nell’esercizio della Carità.
    Il problema della sessualità, che è sempre la stessa storia di chi, vedendo un bicchiere parzialmente riempito, lo vede mezzo pieno e altri mezzo vuoto è lo sguardo che si ha sul suo uso: è uno sguardo concupiscente, cioè uno sguardo che va verso una masturbazione a due, oppure è uno sguardo di vera Carità dove nella coppia c’è dono genuino e totale all’altro, generoso e armonico nel suo attuarsi?
    D’altronde ci sono piaceri superiori ma che sono per palati più raffinati nella carità come quello dell’essere assieme a gioire di uno spettacolo magnifico come può essere un tramonto, uno spettacolo musicale, un festino in famiglia con figli, nipoti e pronipoti: piaceri che sono ben più concepibili nella durata e che sono più atti ad evitare moti di concupiscenza.
    Ci sono piaceri intensi nella conoscenza e nella creazione artistica, intellettuale e manuale che di gran lunga si inseriscono nella durata e che coinvolgono corpo, psiche e spirito.
    Ci sono momenti di adorazione, di contemplazione e di preghiera che provocano gioia su tutti i ipiani dell’essere.
    Il corpo di certo avrà la sua parte di gioia alla resurrezione dei corpi ma sarà una gioia completa, in un atto unico, in armonia con lo spirito e la mente nella Carità della Santa Trinità.
    In Pace

    • Ahahaha no Simon, non fraintendere, non ho una visione islamica del Paradiso, semplicemente ritengo che come verrà massimamente glorificato lo Spirito altrettanto grandemente verrà glorificato il corpo “glorioso” e i cinque sensi. Questo articolo ha una linea che condivido http://medjugorje.altervista.org/doc/paradiso//10-natura.php

      Questo non significa, dal mio punto di vista, che permarranno le perversioni e i peccati della vita mondana, attenzione, ma che si tornerà a come doveva essere in origine, prima del peccato.
      Per esempio, un’altra delle doti del corpo glorioso è il non essere legato al determinismo della materia, e infatti ritengo che l’intera Creazione, quando verrà rinnovata, sarà il Paradiso dei beati. Oggi l’uomo desidera di visitare le stelle, di vedere da vicino i quasar eccetera, col corpo glorioso saranno cose fattibilissime non essendo esso vincolato alla corruttibilità e ai limiti della materia, pertanto ritengo che l’uomo potrà godere attivamente delle meraviglie dell’universo rinnovato.
      Insomma, tra il Paradiso degli gnostici e il Paradiso carnale degli islamici c’è di certo una via di mezzo, che ritengo sia quella reale, dopotutto Dio glorificherà anche il nostro corpo, e non solo il nostro spirito. 😉
      Quindi vai tranquillo, nessuna tentazione di islamizzazione da parte mia, solo ritengo che sia più che plausibile che ai godimenti spirtiuali saranno aggiunti anche i godimenti sensibili. Et et, non aut aut. I piaceri che hai elencato tu saranno certamente presenti, ma appunto non escludono le gioie sensibili, essendo l’uomo un connubio di spirito e corpo e non una creatura puramente spirituale come gli angeli. 😉
      Di una cosa sono più che certo: la noia sarà totalmente sconosciuta in Paradiso! 😀

        • Mi permetto di segnalarvi, in merito al piacere, questo link
          https://lafontanadelvillaggio2.wordpress.com/2013/03/05/perche-camminare-quando-puoi-cavalcare-reprint/
          Da leggere il racconto-parabola sul piacere in paradiso, in ottica cristiana di Lewis, lo trovo molto azzeccato.
          Buon Sant’Ambrogio a tutti!

        • Precisamente, Minstrel! 😉
          In particolare San Tommaso scrive
          “Poiché sarebbe stato tanto maggiore il diletto sensibile quanto più pura era la natura e più sensibile il corpo”, che infatti era ciò che intendevo anch’io con i commenti sopra, quando scrivevo che i cinque sensi (per esempio, per quanto riguarda l’olfatto, penso che tu sappia che i Santi emanano un odore penetrante di rose, un odore che non si trova sulla terra, lo chiamano “il profumo del Paradiso”, abbiamo molte testimonianze in tal senso su Padre Pio) saranno anch’essi esaltati quando avverrà il giudizio finale.
          Pertanto fare l’amore adesso è solo una pallida ombra del fare l’amore paradisiaco. 🙂
          Da quello che ho capito invece i dannati avranno un supplemento di pena dalla resurrezione corporale, in quanto alla sofferenza spirituale dovuta all’assenza di Dio (la pena del danno) si aggiungerà la sofferenza sensibile (la pena del senso, che comunque rimarrà poca cosa rispetto alla pena del danno).
          Dalle visioni di alcuni santi come Suor Faustina Kowalska che sono stati all’inferno mi risulta che già adesso che non è ancora avvenuta la resurrezione della carne gli spiriti dei defunti subiscano già la pena del senso oltre a quella del danno, tuttavia credo che quando ci sarà la Resurrezione corporale sarà molto peggio.

          • Vincent, confesso che per me non c’è nulla di meno interessante del tentare di capire come sarà il paradiso. Ci è stata fatta la promessa che sarà bello, e se Dio dice che una cosa è bella, che altro c’è da capire?.
            Sinceramente non mi appassionano affatto queste elucubrazioni, che sono tutte totalmente opinabili. Meglio sarebbe che tutti ci concentrassimo sul presente, finchè siamo vivi e possiamo fare qualcosa nella vigna del Signore. Il Paradiso non dipende da noi.

            • Si, hai ragione, Mentelibera. Concordo con te sull’oggettiva difficoltà di seguire i precetti sessuali della Chiesa, staremo a vedere cosa ci riserverà il futuro in tal senso.

  15. MenteLibera65 ha ragione da vendere.
    Il quale molto semplicemente osserva la realtà che ci circonda e da essa trae conclusioni assai probanti. Ed è giunto a una conclusione inattaccabile: «C’è talmente tanta distanza tra la teoria e la realtà che mi sembra inutile entrare nel merito». Appunto!
    Se proprio si vuol aggiungere qualcosa, si può dire che oggi per nostra fortuna non si considera più “morale” quella precettistica ossessiva e ovunque disattesa che giudica l’onestà di un uomo o di una donna dal suo comportamento in camera da letto.
    Oggi si ha l’impressione che le cose stiano un po’ cambiando forse perché qualcuno si è accorto e ha riferito a chi compete che le stalle sono ormai quasi vuote e fatto rilevare che l’uso del vecchio linguaggio non miete più consensi. Adesso si parla di misericordia dalla mattina alla sera e capita di ascoltarne i pregi anche a notte inoltrata, quando chi soffre d’insonnia non sapendo cosa fare accende il televisore.
    La rivoluzione sessuale del ’68 è stata la conseguenza diretta della realizzazione prima e della commercializzazione poi della pillola anticoncezionale che, sciogliendo l’atavico nesso che lega il piacere sessuale alla riproduzione, è stata l’unico vero fondamento della liberazione femminile.
    Grazie alla biochimica la società ha subito una profonda rivoluzione antropologica, un cambiamento nel modo di essere uomini e donne così profondo, che nessuna religione, nessuna filosofia, nessuna trasformazione culturale l’aveva mai costretta in termini così radicali.

    • Concordo con te Simone! Anche nella chiarezza con la quale hai espresso un concetto che dovrebbe essere chiaro a tutti.
      E cioè che ci troviamo di fronte a tempi totalmente diversi da tutti quelli che li hanno preceduti.
      Salve.

      • Non capisco da che posizione partite per fare queste affermazioni. La morale sessuale della Chiesa é sempre stata contraria a quella del mondo non credente. La differenza della morale sessuale della Chiesa del primo secolo con quella del mondo pagano era grande come quella del mondo di oggi.
        Impossibile da compiere? Forse, senza l´aiuto do Dio. Come per fare sempre il Bene. Come sempre tutto sta nel rispondere Chi é Lui per voi?
        Se c´é qualche cosa di piu “discutibile” nella morale sessuale della Chiesa é la morale sessuale dentro il matrimonio, dove si puó trovar un Sant´Agostino che dice di essete un “peccato tollerato” ha posizioni molto piú tolleranti.

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