Le conferenze di Amato: fra psicologia e antropologia Gender

 amato
Il presente articolo ha un duplice scopo: serbar memoria di una disputa avuta su facebook fra il sottoscritto e un amico aspirante psicologo e neuroscienziato, avente come dato di contesa la notizia di una Conferenza che Gianfranco Amato terrà il giorno 6 novembre 2015 a Clusone (Bg), e proseguirla, grazie all’apporto di voi lettori.

Scrive l’amico psicologo riguardo la Conferenza: 
Invito tutti a partecipare al mio posto, perché io non ci sarò. Non ci sarò perché non mi piego al tono oscurantista e inquisitorio di questo professionista di una materia non sua. Sentenze re-interpretate o lette tendenziosamente, fonti non scientifiche, bibliografia autoreferenziale. Un esempio? Non si può “essere oggi uomo e domani donna”. E precisamente dal 1980, con l’introduzione del DSM III e di un disturbo noto come “disforia di genere”, una condizione del genere è definita patologica. La bislacca ars oratoria di questo signore non sia confusa con perizia, almeno dal punto di vista delle scienze psicologiche e sociali. Questo signore urta il mio sentirmi essere umano, cittadino e urta la mia formazione e quella di tanti altri, credo. Non fatevi fregare! O se proprio volete farvi fregare, fatelo responsabilmente!
Il suo attacco, subito seguito da una salva di”mi piace”, mi è parso significativo del modo di intendere tali conferenze da parte di alcuni esperti di una parte importante del settore psicologico e un buon spunto per approfondire, con uno scienziato della mente, un punto che non viene quasi mai messo in evidenza.
Tralascio al riguardo i primi commenti nei quali esponevo il mio punto di vista chiarendo che a mio avviso la pseudo-metafisica implicita in alcuni assunti scientifici oggi utilizzati fa acqua da tutti i pori. E che il problema non è non farsi fregare da una conferenza singola (per altro condotta leggendo insieme al pubblico su slide le proposte di legge e le sentenze e chiedendo un confronto nel finale), bensì andare oltre lo scientismo tutt’ora imperante che spesso si affida in toto, per delineare cosa sia l’uomo nella sua integralità, a scienze le quali non possono per metodo avere tale orizzonte integrale. “Si dovrebbe ricominciare” scrivevo “a ragionare secondo uno schema di senso comune fondativo di una ontologia finalmente libera dalle assurdità tipiche di questa Europa in pieno declino morale”.
L’amico a questo punto risponde chiarendo perché dal suo punto di vista le Conferenze di Amato fanno solo confusione e lo fa con un ragionamento che mi pare importante citare integralmente:
il dire “oggi mi sento uomo e domani donna”, preso come bandiera della teoria gender, è una considerazione qualitativamente debole. In primis perché non esiste un’unica “teoria gender”, ma questo termine ‘ombrello’ si applica indistintamente a qualsiasi studio, legge, ipotesi operativa che preveda di sostituire il concetto (per altro scientificamente obsoleto) di sesso con quello di genere. Secondariamente, il succo (ipersemplificato) del concetto di genere deriva dalla possibilità di essere uomini o donne indipendentemente dall’orientamento sessuale, possano sentirsi -per l’appunto- uomini e donne. Dal concetto originario di “sesso” si stacca dunque una parte della componente biologica. Non solo, lo studio della disforia di genere ha permesso di gettare luce sulla possibilità che il “sentirsi uomo/donna” (che è diverso dal Meteo) sia qualcosa di qualitativamente diverso dalla genitalità. Se si stacca -in maniera clinicamente ed empiricamente fondata, non per astrazione- orientamento sessuale e genitalità, cosa rimane ai concetti di “uomo” e “donna”? Qualcosa di fumoso, certo. Ma qualcosa che siamo sicuri che sia valido per TUTTI gli uomini e TUTTE le donne.”
 Ho voluto citarlo integralmente perché in primis egli cita perfettamente l’assunto base, quello che lui chiama “ipotesi operativa”, della cosiddetta teoria del Gender senza però considerarne la portata, anzi arrivando a dire che il concetto di “sesso” risulta “scientificamente obsoleto”, presumibilmente tale per la scienza psicologica si intende. Secondo: cita la disfonia di genere come se fosse qualcosa che mina la natura (intesa metafisicamente) dell’ente uomo intesa classicamente.
Al che ho risposto su questo punto con una serie di domande:
Perche’ il concetto di sesso sarebbe ‘scientificamente obsoleto? In virtu’ del fatto che esiste la disforia di genere? La disforia di genere e’ considerata una condition (non per niente terapie ormonali etc vengono autorizzate dopo una attenta valutazione). Perche’ l’esistenza di persone affette da disforia di genere dovrebbe provare che sesso e genere sono distinti? L’esistenza di persone ipo o non vedenti non rende scientificamente obsoleto l’idea di ‘normovedente’.
Altre domande: ma chi definisce il concetto di “sesso”? Sotto quale punto di vista scientifico è obsoleto? E che assunti impliciti devono esistere in quella scienza per pensare che un concetto sia obsoleto e che quella scienza non lo possa più utilizzare? E quanto è possibile estendere questa presunta obsolescenza in TUTTI gli altri campi della conoscenza della realtà? E una volta estesa, non è che – al contrario – si riconosce l’arrancare di tale assunto scientifico? E ancora: per capire se X è patologico va confrontato con ciò che è fisiologico? Se si, ciò che è fisiologico non spetta dirlo alla medicina, ma alla filosofia della medicina, che tratta nello specifico anche la nozione di malattia. Da qui 2 strade: quella meccanicistica-riduzionistica o quella olistica e queste dipendono dall’approccio antropologico implicito. E quale approccio si segue? Ed ha contraddizioni al suo interno?
Queste sono alcune domande di filosofia, filosofia antropologica appunto.
A quel punto ho virato sulle Conferenze di Amato facendo notare che nelle stesse non parla
mai di psicologia, anzi si tiene ben lontano. Lui accenna al massimo, da uomo della strada, agli assunti filosofici che necessita il dualismo (che a me pare di stampo cartesiano) sesso-genere e implicitamente chiarisce che mina l’assunto filosofico dell’unità dell’uomo. E c’è poco da fare: filosoficamente parlando è proprio così. Personalmente ritengo che minare questa unità significa demolirne la struttura ontologica in un dualismo nocivo, contradditorio e – ca va sans dire – antiumano.
Nella reply successiva, avvenuta in uno scambio privato (quindi non ne citerò perfettamente il contenuto, anche se ho avuto il benestare), l’amico nota che la sostanziosa bibliografia neuroscientifica sulla quale oggi sta studiando prende il “genere” come punto di partenza, senza chiedersi troppo il perché e infine decide di fare un po’ di ricerca al riguardo. Chiude apprezzando l’idea di un dibattito fondato su qualcosa di più sostanzioso di mera aria fritta.
L’ultima risposta dell’amico mi ha confortato non poco e mi ha confermato, anche se mai ho avuto motivo di dubitarne, la sua onestà intellettuale.
Al che ne ho approfittato per un’ultima tirata nella quale cercare di far comprendere correttamente il mio pensiero, tirata che propongo integralmente proprio per un proseguo della disputa su queste pagine.
Le scienze contemporanee assumono per metodo degli assunti cardine sui quali basare le speculazioni e le osservazioni successive. Esse non possono chiedersi se tali assunti siano “reali” in quanto tale valutazione esula dal metodo stesso della scienza. E’ la sua potenza e il suo grandissimo limite. E’ la sua potenza perché permette di scandagliare il reale ad un solo aspetto o ad una serie limitata di aspetti molto ben identificati e quindi entrare molto nel dettaglio; è il suo limite perchè quel che viene descritto non è mai il reale e nemmeno quel che è l’oggetto in esame poichè una scienza non studia l’ente che gli è implicito (è appunto fondamento), ma gli aspetti dell’ente che prende in considerazione. In due parole: la scienza non studia direttamente il qualcosa, ma studia qualcosa in quanto qualcosa d’altro!
La problematica quindi è una: in questo periodo storico sostanzialmente si propone un cambiamento antropologico (cioè di visione coerente di cosa sia l’uomo) sulla base di assunti proposti da una scienza la quale – come scienza – non può provare se quegli assunti sono veri o rispondenti al reale o non contraddittori. E questo avviene anche se la scienza considerata “funziona” o si rende utile poiché essa – se lo fa – funziona e si rende utile solo nell’aspetto dell’ente che essa considera, pertanto non può permettersi di parlare per l’ente in sé, nella sua realtà integrale. Inoltre questo Ente soggiace – come si diceva prima – a ciò che viene esaminato: bisogna quindi sempre distinguere l’oggetto di una scienza dal soggetto che ne permette la nascita. Ogni scienza ha dunque la sua potenza e i suoi immensi limiti nei confronti dell’integralità del reale.
Il dibattito sul gender vede ai suoi lati posizioni che accettano la divisione sesso-genere e altri che ne decretano l’assurdità, definendola una divisione nominalistica e non basata sulla natura reale della sostanza esaminata. Tale è la posizione dell’Avv. Amato, il quale non vuole demolire degli assunti, che servono per fare scienza psicologica o neuroscienza, per sminuirne la potenza, bensì contestare le indebite aperture di questi in alvei (sociale, politico, culturale o antropologico) dove tali aperture devono possedere altri presupposti rispetto al mero “funziona” scientifico.
Un perché è subito detto: la divisione sesso-genere che alcuni scienziati assumono è, ad avviso di molti, completamente irreale a causa della dualità contradditoria dalla quale deriva. E il reale è necessariamente non contradditorio.

Ci sono ovviamente diverse idee al riguardo, ma è innegabile che chi è per un dualismo cartesiano rivisitato è impantanato spesso in problemi irrisolvibili (cfr. mind-body problem), che a noi tomisti appaiono creati soltanto dalla dualità erronea di fondo, dualità della quale la divisione sesso-genere non è che una delle molte conseguenze. Il dibattito dunque, lungi dall’essere bislacco, inutile tendenzioso o dannoso, è più che lecito.

Per concludere: la divisione funziona nell’ambito della scienza psicologica o neuroscientifica? La si usi, quanto meno finché funzionerà. Ma si cerchi di non amplificarla nel reale, almeno da parte degli psicologi stessi, in una azione riduzionistica impropria, poiché tale azione è foriera di problemi e contraddizioni di non poco conto, le quali – a mio avviso – se amplificate porterebbero necessariamente a problemi reali.
Chiudo con Edward Feser: “alla fine la realtà vince sempre in modo assoluto. Vince parzialmente anche nel breve periodo – nessuno è o può essere coerentemente scettico – ma vince completamente nel lungo termine. Il problema è che i nemici della realtà, anche se già condannati, nel frattempo possono fare parecchi danni”.


Categories: Filosofia, teologia e apologetica

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25 replies

  1. Molto difficile affrontare questo tema senza portarsi dietro l’inevitabile bagaglio ideologico che ormai lo contraddistingue.
    Parto quindi dall’ultima frase di Feser : alla fine la realtà vince sempre.
    Non si può parlare dell’argomento Gender , a mio parere , senza tener conto del percorso che sulla omosessualità in genere è stato fatto negli ultimi 1000 anni.
    Finalmente , dopo secoli in cui si riteneva che ogni variazione , sul tema maschio/femmina biologico, fosse semplicemente una perversione volontaria ed un peccato mortale , punibile financo con la morte , anche il mondo cattolico si è aperto al dubbio ed al dibattito su questo tema, in tutte le sue accezioni . Questo perché nonostante persecuzioni , disapprovazioni e costrizioni psicologiche , la realtà (che vince sempre) ha dimostrato che un certo numero di esseri umani possiede , inspiegabilmente e contro ogni convenienza pratica , sentimenti , passioni e attrazioni per persone dello stesso sesso biologico , e in alcuni casi disconosce in modo più o meno cosciente il proprio sesso biologico fino al punto da desiderare di cambiarlo , con tutte le incredibili scomodità e problemi che ne conseguono (che già da soli sono conferma del realtà è sincerità delle loro sensazioni)
    Sul punto dell’articolo tornerò più tardi , essendo ora con lo scomodo strumento telefonico , ma mi colpisce positivamente la pacatezza e il senso generale di confronto aperto che finalmente ne traspare , a conferma che anche le ideologie più forti posso lentamente tornare ad essere semplicemente opinioni , la cui veridicità o meno deve essere , ove possibile , confermata dai fatti , e dove invece non possibile , mantenuta nell ‘alveo delle possibilità più che delle certezze .

    • Possedere “sentimenti , passioni e attrazioni per persone dello stesso sesso biologico”, “inspiegabilmente e contro ogni convenienza pratica” (nonostante persecuzioni , disapprovazioni e costrizioni psicologiche)… Tutto questo giustifica l’apertura di un dibattito nientemeno che “sul tema maschio/femmina biologico”? E che mi dici, allora, di chi possiede “sentimenti , passioni e attrazioni per” gli animali, o per i cadaveri, o per i bambini? E di coloro i cui “sentimenti , passioni e attrazioni” sono suscitati non tanto dal tipo di “partner” quanto dalla necessità di associare il sesso alla violenza (sado-masochisti)?

      • Ecco il tuo è il tipico commento ideologico di chi capisce ciò che vuol capire , per partito preso. È’ ovvio che intendo a rapporti tra persone umane adulte e consenzienti. La malizia nel voler a tutti i costi leggere altro è incomprensibile . In qualsiasi discorso tra persone di buon senso tutti avrebbero capito al volo , solo qui c’è questo approccio malpensante , che evidentemente serve , come al solito , ad allargare il discorso , a renderlo surreale ed a creare il solito nemico cattivo . Sono pensieri corti , che la realtà ha già superato proprio perché l’esagerazione di queste posizioni e’ talmente evidente che non fa che creare simpatie proprio verso chi si vuole attaccare.

        • “…la realtà (che vince sempre) ha dimostrato che un certo numero di esseri umani possiede , inspiegabilmente e contro ogni convenienza pratica , sentimenti , passioni e attrazioni per persone dello stesso sesso biologico , e in alcuni casi disconosce in modo più o meno cosciente il proprio sesso biologico fino al punto da desiderare di cambiarlo,,,”.

          E’ questo il punto? Dobbiamo prendere atto del fatto che “un certo numero di esseri umani possiede… …sentimenti , passioni e attrazioni per persone dello stesso sesso biologico”? E questa constatazione dovrebbe portare al dubbio (su cosa? sul fatto che l’essere umano sia maschio e femmina?) e ad un dibattito sul tema maschio/femmina biologico? Per me è follia, ma siccome oggi la follia è diventata la norma, allora posso anche accettare di mettere in discussione quello che nessuno, fra i massimi pensatori e geni di ogni tempo e luogo, si è mai sognato di mettere in discussione. Però mi domando: se “sentimenti , passioni e attrazioni per persone dello stesso sesso biologico” sono così rilevanti da rimettere in discussione l’antropologia umana, perché allora quegli stessi “sentimenti , passioni e attrazioni” provate non più verso persone dello stesso sesso, ma verso animali, non dovrebbero essere riconosciuti come altrettanto importanti e rilevanti ai fini di una nuova definizione dell’essere umano? E perché i sentimenti di chi, sinceramente, visceralmente ed irrimediabilmente si sente attratto dai bambini, dovrebbero essere considerati alieni, contrari alla natura umana e per questo non meritevoli della stessa attenzione e rispetto di cui godono i sentimenti omosessuali?

          Nessuna ideologia, caro mentelibera, sono solo domande a cui ti prego di rispondere. Spiegami perché “sentimenti , passioni e attrazioni” di persone che riescono ad “amare” solo un cadavere o un animale non dovrebbero suscitare la tua attenzione e non dovrebbero far sorgere un dubbio sul fatto che l’essere umano è maschio e femmina e, soprattutto, sul fatto che l’essere maschio e femmina ha un significato. Perché l’evidenza del fatto che esiste il comportamento omosessuale dovrebbe rimettere in discussione l’antropologia umana, mentre invece il comportamento pedofilo, altrettanto presente ed evidente, non dovrebbe avere niente a che fare con una ridefinizione dell’essere umano?

          Il concetto di sesso, ossia “l’essere maschio e femmina”, sarà pure “obsoleto”, ma qualcuno dovrebbe spiegarmi come si fa a fare bambini senza un pene ed una vagina. E se non ci riesce, dovrebbe almeno spiegarmi quale sarebbe il significato del comportamento omosessuale, dato che proprio l’esistenza di questo comportamento, secondo mentelibera, dovrebbe far sorgere il dubbio e scatenare il dibattito attorno al tema “maschio/femmina biologico”. Insomma, se non deve essere il nostro corpo (maschio o femmina) a stabilire chi siamo, ma la nostra identità deve essere determinata da (alcuni) nostri comportamenti, almeno si spieghi qual è il significato di questi comportamenti.

          Qual è il significato del comportamento omosessuale?

  2. Il problema è è che si continua discutere fra due piani diversi. il piano religioso, quello della fede in Dio e nei suoi comandamenti , NON è il piano psicologico-scientifico, sempre che si voglia considerare la psicologia una scienza , cosa di cui io medico non sono affatto convinto. La stessa psicanalisi non è una scienza esatta, se per scienza si intende qualcosa che sia dimostrabile coi metodi scientifici, quando quasi tutte le teorie psicologiche e psicoanalitiche sono appunto “teorie” cioè non dimostrate ne’ dimostrabili.
    il cristiano credente nella Parola di Dio e nella Tradizione della Chiesa dovrebbe perciò affrontare il problema dell’omosessualità non in termini psicologici ma religiosi.
    Se infatti si affronta in termini psicologici, qualsiasi azione umana non può essere definita “peccato” .
    E’ ovvio infatti che qualsiasi perversione della sessualità non è altro che conseguenza di problemi psicologici o psichiatrici dell’individuo. La psicologia non spiega nulla dice solo: è così perchè vediamo che è così.
    l’omosessualità esiste perchè esiste. Insomma come dire il Sole c’è perchè vediamo che il Sole c’è. Non è una spiegazione ma una tautologia. Così come è una tautologia dire che gli omosessuali sono giustificati dal punto di vista morale per il fatto semplice di esistere: ci sono e ci sono sempre stati gli omossessuali , questo nessuno lo nega, ma questa è la semplice constatazione di un dato di fatto . esistono come ha fatto notare Fra’ Centanni anche i sadici, i necrofili, i pedofili. Il fatto puro e semplice che esistano non può essere una spiegazione e una giustificazione alla loro esistenza.
    la psicologia non spiega nulla e tanto meno può dare giudizi morali su una AZIONE. la psicologia infatti non da’ mai giudizi morali ne’ sulle azioni ne’ sulle intenzioni. se qualcuno di voi è andato da uno psicoanalista saprà che se anche confida allo psiconalista di aver fatto o sognato di fare le cose più turpi , se pure desidera di uccidere suo padre o sua madre , lo psicoanalista non si deve permettere di dare MAI giudizi morali.
    diverso è il piano religioso. sul piano religioso esiste una rivelazione divina, esiste una Parola di Dio, che ci rivela quale è la verità e la vita , cioè la giusta legge morale che porta alla vita e non al peccato e alla morte.
    Ad esempio è sul piano religioso che ci è ordinato di amare i nostri nemici ( cosa che sul piano psicologico non ha senso) , è sul piano religioso ci è detto di portare la nostra croce ( il che non equivale al masochismo psicologico) sul è piano religioso ci sono rivelate verità SOPRANNATURALI che ci indicano la retta via, il giusto cammino per arrivare alla vita spirituale e non alla morte spirituale.
    I rapporti omosessuali sia nell’ Antico che nel Nuovo Testamento sono sempre stati condannati dalla Parola di Dio. Tutte le religioni, compreso l’ebraismo e la religione musulmana, condannano simili rapporti. come contari alla volotà di Dio e peccaminosi
    Tanto deve bastare all’uomo religioso, all’uomo che crede nella parola di Dio.
    La parola e le opinioni degli psicologi, ripeto, sono su un altro piano , ad un altro livello, che non è peraltro neppure un livello veramente scientifico perchè di dimostato scientificamente in campo psicologico non c’è nulla! sono teorie che cambiano , che sono già cambiata nel volgere di pochi decenni e che ancora cambieranno. sono opinioni , un po’ come quelle dei dietologi che cambiano nel volger di pochi anni.
    E’ proprio vero quello che disse Chesterton che l’uomo che non crede più in Dio , crede a tutto.
    adesso che non si crede più nella parola di Dio, si crede ciecamente e si prende per oro colato le teorie degli psicologi!

  3. Ma vi rendete conto della aggressività e disprezzo ci sono nelle vostre parole?
    Mischiate comportamenti omosessuali, con pedofilia , necrofilia , malattie di mente varia, e via dicendo.
    Sono 30 anni che l’omosessualità non è più considerata una malattia.
    Se per voi ancora lo è, io che ci posso fare ? che spiegazione volete da me? Ci sono valanghe di libri sull’argomento, c’è poco da spiegare.
    C’è solo da ammettere che non vi fidate della psicologia e medicina moderna, e che essere Cristiani, per voi, significa anche questo.
    Ma non cercate una logica per favore. NON PROVATE A CERCARE UNA LOGICA nel vostro pensiero.
    Concordo in part col post di Giacomo, che riassume in modo basico ciò che sentite profondamente : Dio mi chiede di condannare queste cose? E io lo faccio. Anzi…vado oltre…disprezzo ogni tentativo di indagarle in modo scientifico o psicologico. Sperate di aver capito bene cosa vi chiede Dio, perchè in caso contrario sarete chiamati a risponderne davanti a lui. E ….spero che siate così solerti nel seguire anche tutto il resto della parola di Dio.
    Per il resto smetto di intervenire, perchè ho un paio di amici omosessuali (o come di dice più correttamente, pare, con tendenze omosessuali) . Persone degnissime, che vivono ordinatamente, lavorano , pagano le tasse, si indignano quando un pedofilo non viene punito duramente e sono capaci , per esperienza diretta, di grandi gesti di generosità
    In questo momento mi sto mettendo nei loro panni, nel caso che girando su internet dovessero trovare il post di Fra Cent’anni o di Giacomo. Come si potrebbero sentire? Le parole uccidono molto più della spada.
    D’altra parte forse ci sono abituati, chissà quante ne avranno lette, e avranno imparato a tirar dritto.
    Io invece non riesco ad abituarmici, e devo dire che leggere le vostre parole mi mette molta tristezza.
    Buona giornata.

    • Io osservo questo fatto: una volta (pre anni ’70) certi comportamenti erano ritenuti disturbi per la scienza e, per la parte che si considerava piu` avanzata del mondo, azioni antirivoluzionarie, antisociali, decadentismo edonistico, ecc …

      Ora gli stessi comportamenti sono considerati da parte scientifica normali, e, dalla parte sociale progredita, non solo accettabili ma anche avanguardistici.

      Bisogna ammettere allora che non sempre basta stare dalla parte della scienza e del “progresso” per essere nel giusto, oppure che la psichiatria e il progressismo sono scienze esatte solo storicisticamente, e questo mi pare: 1) pericoloso perche` allora portrebbero darsi societa` nel complesso malate – valutate col metro contemporaneo – ma popolate di individui sani o viceversa 2) contraddittorio, perche` sarebbe possibile raggiungere il progresso anche procedendo con salti intermedi negativi.

    • Mentelibera, c’è una cosa che voglio capire: in che modo la constatazione che gli omosessuali esistono, e che a loro e’ dovuto lo stesso rispetto che è dovuto a qualunque altro essere umano, rende l’omosessualità un comportamento “normale”, e soprattutto in che modo giustifica la teoria del gender, che si vorrebbe insegnare ai bambini?
      E se la teoria gender avesse qualche senso come spieghi che nei paesi dove maggiore è stata l’uguaglianza di educazione impartita a maschi e femmine, maggiore è la differenziazione nelle scelte tra i due sessi, come la Norvegia? La Norvegia è risultato il paese dove maggiormente femmine e maschi hanno espresso una forte differenziazione nelle preferenze con una conferma dello “stereotipo” che vuole i maschi più propensi alle attività tecniche rispetto alle femmine. Eppure secondo le statistiche la Norvegia è ai primissimi posti nell’educazione rispettosa dell’uguaglianza di genere.
      Sarà mica che, forse forse, e’ la teoria del gender che insegna che il genere sessuale sia una costruzione sociale e un prodotto della cultura umana ad essere un tantino sballata?

    • Ai nostri giorni il vittimismo è uno strumento retorico molto efficace, sfruttato a esclusivo beneficio delle categorie quelle rappresentate o promosse dall’establishment.

      • …delle catogorie [quelle] rappresentate…

      • Non bisogna trascurare l’aspetto risarcitorio: i paesi in cui la naturalizzazione dell’omosessualità è maggiormente esaltata sono quelli nei quali gli omosessuali sono stati oggetto di repressione fino a poco tempo fa oggetto di repressione , Gran Bretagna in testa.

        • Alla luce delle attuali contingenze storiche la teoria gender può apparire (e può essere presentata) come una corazzata inaffondabile, almeno sul piano della prassi politico-culturale. In realtà si tratta di un monstrum, che potrà anche essere imposto attraverso coartazioni legali, culturali, politiche, economiche, ma che, nella misura in cui la natura continuerà a tenere campo, non avrà modo di reggere. La radice del fenomeno è nel materialismo edonistico di estrazione angloamericana. Una radice fragile.

  4. Non capisco se non mi sono spiegato nell’articolo oppure ho proprio sbagliato alcuni passaggi, ma io non ho mai parlato qui di religione ne tanto meno di logica. Ho cercato, sì, di unire due piani che però non sono opposti o antitetici o paralleli, bensì uno conseguente l’altro: il piano antropologico filosofico e quello psicologico, il quale deriva dagli assunti del primo. Nessun dogma religioso o tentativo di legittimare una ideologia illogica. Domani dovrei avere più tempo per rispondere meglio, nel frattempo se vi va rileggetemi con questi concetti in testa. Grazie a tutti. Buona serata!

    • Neanch’io ho parlato di religione che, in effetti, non c’entra niente con l’argomento da te proposto. Qui si tratta di capire se è fondato o meno il cambiamento antropologico che sottende all’idea di sostituire il sesso con il genere.

    • Minstrel , intervengo una ultima volta solo per ribadire , come ho scritto per primo, che il tuo articolo è pacato e oggettivo , e che rappresenta un buon modo di aprire una discussione . Sono gli interventi degli altri che non condivido dal punto di vista umano , prima ancora che sul contenuto. Ci si fa scudo con la parola di Dio, per confondere peccati e delitti , tendenze sessuali tra adulti consenzienti e crimini da codice penale, in un miscuglio di pregiudizi che tutto hanno meno che il desiderio di verità . Non è per me.

      • Mentelibera, io a dire il vero ho chiesto perché dovremmo accettare la teoria del gender e accettare che tale teoria venga insegnata ai bambini, quando è sconclusionata anche dal punto di vista scientifico, non ho detto che gli omosessuali siano brutte persone.
        Se vorrai rispondere sarò felice.
        Ciao.

      • Mentelibera, io non ho parlato nè di Parola di Dio nè di peccati. Tu, invece, per primo, hai parlato di peccato mortale e di perversione. Cerchiamo di non rigirare la frittata.

      • D’accordo mentelibera. Allora, se ti va ancora di intervenire, restiamo solo sul contenuto del mio post che tu vedi (e te ne ringrazio) come pacato ed oggettivo.
        Nel tuo primissimo commento scrivevi: “Molto difficile affrontare questo tema senza portarsi dietro l’inevitabile bagaglio ideologico che ormai lo contraddistingue.” e forse non hai tutti i torti. La prima cosa da farsi sarebbe spogliarsi dei propri e vedere cosa salta fuori. Personalmente ho sempre riscontrato il bagaglio ideologico in coloro che scambiano l’esistere di una cosa con il reale naturale della cosa stessa e che non si chiedono se la loro posizione è contraddittoria o meno, ma potrei sbagliarmi.
        Dove il mio post a tuo avviso è ideologico? E come si risponde alla buonissima domanda di Vincent?

        • Chiarisco una volta per tutti che la mia protesta era rivolta a Fra Cent’anni ed a Giacomo, che a valle del mio primo intervento (e mi piacerebbe sapere dove ho sbagliato in quello) mi hanno rovesciato addosso una selva di luoghi comuni tesi a confondere l’omosessualità con tutte le nefandezze e crimini del mondo:
          .
          Scrive Fra Cent’anni
          “Tutto questo giustifica l’apertura di un dibattito nientemeno che “sul tema maschio/femmina biologico”? E che mi dici, allora, di chi possiede “sentimenti , passioni e attrazioni per” gli animali, o per i cadaveri, o per i bambini? E di coloro i cui “sentimenti , passioni e attrazioni” sono suscitati non tanto dal tipo di “partner” quanto dalla necessità di associare il sesso alla violenza (sado-masochisti)?”
          Scrive giacomo (che è quello che introduce il discorso religioso)
          “ci sono e ci sono sempre stati gli omossessuali , questo nessuno lo nega, ma questa è la semplice constatazione di un dato di fatto . esistono come ha fatto notare Fra’ Centanni anche i sadici, i necrofili, i pedofili”

          Ora che ho chiarito con chi ce l’avevo, per il resto farò, come nuovo post, un breve approfondimento di ciò che esiste sul gender, e ciò che invece è un mito. Ho visto però che è stato aperto su croce-via un nuovo capitolo sullo stesso argomento….che facciamo proseguiamo qui..?

          • Direi di farlo sul nuovo post che Simon ha dedicato all’argomento; l’articolo qui presente dovrebbe essere luogo di approfondimento puramente filosofico (sul piano antropologico ed epistemico) e sta attendendo alcuni contributi al riguardo, non credo pertanto mancheranno analisi su cui dibattere. Non vorrei quindi che i tuoi contributi esulino da questo o si disperdano.

            La mia idea qui è cercare di comprendere a pieno dove e come la psicologia si permetta di utilizzare gli assunti genderisti e quanto al massimo li possa utilizzare in ambito ESTERNO alla materia stessa (in ambito interno alla psicologia, come scrivevo, è l’amico mio l’esperto, quindi non posso che tacere e ascoltare).
            In seconda sede vorrei chiarire con coloro che eventualmente difendano questa scelta di utilizzo per ambiti esterni (in chiave sociale, politica e naturalmente – in primis – antropologico filosofica) come gestiscano le problematiche contraddittorie che nascono usando filosofie dualiste o nominaliste o convenzionaliste.

            Anyway: il tuo “breve approfondimento” mira a questi due obiettivi? Continua pure qui.
            No? Vai da Simon.
            Grazie. 🙂

            • Be…. forse è il caso di spostarsi un po tutti da Simon , sennò si rischia un ping pong….
              In ogni caso pure io devo approfondire….

  5. Come giustamente fa notare Minstrel, il rifiuto del pensiero gender non ha e non deve avere una connotazione di tipo prettamente religioso. Io, per esempio, rifiuto questa forma di ideologia in ragione di quella che, parafrasando (volutamente) Nietzsche, dico “fedeltà alla terra”. L’ideologia gender è un abominio della ragione che, in quanto tale, diventa abominio agli occhi del Signore. E’, se vogliamo, la misura di dove possa giungere la volontà di volontà scollata da ogni rapporto con la concreta realtà dei fatti, al di là del bene e del male.

  6. Anche il voler confondere l’ideologia gender e le rivendicazioni omosessuali è abominio agli occhi della ragione. L’omosessuale, fino a prova contraria, è una persona che è attratta sessualmente da persone del suo stesso sesso. Gli omosessuali non rifiutano il proprio genere, ma lo amano talmente tanto che non sanno amare altro, per dir così.

  7. L’amico fa sapere che dovrebbe arrivare lui e pure gli epistemologi a disputare.
    Che salti fuori qualcosa davvero di interessante? Ottimo! 🙂

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