Effetto Nefasto della Propaganda Progressista sull’Apprezzamento di Papa Francesco

statistiche

Papa Francesco ha un problema che dovrà risolvere prima o dopo: il Suo insegnamento, finora sempre ineccepibile quanto al contenuto rispetto al Magistero Autentico della Santa Chiesa, è talmente deformato dai progressisti e altri eretici in particolare quando il Suo messaggio passa attraverso i media oppure quando è re-interpretato da prelati, cardinali e sacerdoti poco scrupolosi, che la maggioranza del popolo cattolico tende ormai a disattenderlo e ciò fin già dall’anno scorso.

In fin dei conti, la strategia mass-mediatica anti-cattolica  che non ha funzionato contro l’allora Benedetto XVI che vedeva i cattolici unirsi sempre di più intorno a lui, è stata cambiata storcendo sempre l’insegnamento papale in una direzione progressista, colla quale, restiamo chiari, egli non ha niente a che vedere. Mass-media anti-cattolici aiutati specularmente alla grande da quella galassia di perpetui scontenti, comari e calunniatori che è il mondo tradi-protestante.

Il metodo è simile a quello usato con Benedetto XVI ma rigirato nell’altro senso: uscire frasi fuori contesto e fuori dalla dottrina cattolica, negandone ogni continuità, nel primo caso inventando così del Papa di allora un viso biecamente reazionario e nel caso di Francesco creando ex nihilo un’immagine di pontefice che rifiuterebbe, addirittura (!), la stessa Chiesa di cui è il simbolo di unità.

Purtroppo questa tecnica di cercare di separare la testa dal corpo sembra funzionare almeno in Europa, dove l’interesse del cattolico medio per il papato attuale è circa 4 (!) volte inferiore, ad esempio, a quello del sesto anno di pontificato di Benedetto XVI se lo misuriamo con il metro della popolarità all’assistenza alle udienze settimanali.

In fin dei conti più si dava addosso nei media sul Papa, più i cattolici si ritrovavano in lui: la strategia di questi anti-cattolici era quindi, visibilmente, quella sbagliata visto che Benedetto XVI aveva raddoppiato i numeri d San Giovanni Paolo Magno. Mentre oggi, più si trasformano ed interpretano le parole di Francesco con la lente deformante progressista , meno i cattolici, esprimendo un loro naturale sensus fidei che rigetta visceralmente, come essendo contro la Fede, l’agenda modernista, si sentono vicini al Santo Padre.

Dal sito di Magister e di Libero si possono ricavare i dati seguenti che mostrano l’effetto misurabile di questa propaganda sorniona e perversamente anti-cattolica:

Media delle partecipazioni alle prime udienze del pontificatoGPII 22’200 (media di nove udienze, 1978)  Benedetto 90’000 (media prime 9 udienze, 2005)  Francesco 51’617 (media prime 30 udienze, 2013)

Primo Anno di PontificatoGPII 22’000 (media di nove udienze) Benedetto 87’500 (media 32 udienze) Francesco 51’617 (media 30 udienze)

Anno migliore per ogni pontificato: GPII 36’860 (media 43? udienze Anno Santo 2000)  Benedetto 59’390 (media 43(?) udienze 2011) Francesco 51’617 (media 30 udienze primo anno 2013)

Evoluzione di questi ultimi anni:

2011  Benedetto totale 2’553’800 con media di 59’390 su 43(?) udienze

2012  Benedetto totale 2’351’200 con media di 54’679 su 43(?) udienze

2013 Francesco totale 1.548.500 con media di 51’617 su 30 udienze

2014 Francesco totale 1.119.000 con media 27’883 su 43 udienze

2015 Francesco totale 400’100 con media 14’818 su  27 udienze

Cosa ci rimane da fare?

(1) Da persone intellettualmente oneste dobbiamo sempre e solo leggere i testi ufficiali ed evitare di lasciarsi andare alle letture distorte progressiste e tradi-protestanti,

(2) informare attivamente intorno a noi cosa davvero il Santo Padre insegna che sono cose bellissime,

(3) sempre applicare il cosiddetto “Prinicple of Charity” cioè sempre e solo dare l’interpretazione la più cattolica possibile a qualunque informazione o frase estratta dal suo contesto di cui possiamo venire a conoscenza,

(4) sempre pregare per il Santo Padre e le sue intenzioni,

(5) sempre catechizzare intorno a noi con quel che il Magistero Autentico insegna imparando e meditandone i contenuti e vivendoli,

(6) rifuggire ambienti e siti ripieni di triste zelo amaro tradi-protestante come quelli progressisti incapaci di vivere e proporre la dottrina di N.S: Gesù Cristo,

(7) mai lasciarsi impressionare perché questo è segno di presenza satanica.

In Pace



Categories: Attualità cattolica

12 replies

  1. Bel post. I dati e le loro dinamiche possono essere interpretati in molti modi. Al di là di tutto, trovo molto interessanti i dati che riguardano Benedetto XVI, un papa che la stampa mainstream non si è mai stancata di definire impopolare, incapace di comunicare, ecc., e che invece è stato profondamente amato e capito dalla gente (più dai laici che dai consacrati, ho l’impressione) e non solo dalla gente cattolica. Forse perché, come ricordo in un commento un paio di post più sotto, Benedetto XVI scelse di puntare, ancora una volta, sull’Europa, sulla coscienza dell’uomo occidentale, svuotata da decenni di materialismo-edonismo-nichilismo.

    Ciò detto, è anche vero che gli aspetti meramente numerici non sono tutto. In genere trovarsi una chiesa piena è meglio che trovarsi una chiesa vuota; ma trovarsi una chiesa un po’ più vuota è meglio che trovarsi una chiesa piena di uligani senza ritegno…

  2. Perché non avete postato il mio commento?

    • Perché questo è un blog che si vuole cattolico: gli incubi di una notte d’estate dei sedevacantisti non vi trovano posto.
      In Pace

  3. Siamo sicuri che è tutta e solo colpa dei media e dei giornalisti?
    per esempio, nel caso di Eugenio Scalfari che sistematicamente ogni domenica su Repubblica pubblica un articolo dove dice “il papa Francesco al telefono mi ha detto…” seguono presunte parole che probabilmente papa Francesco non ha mai pronunciato. ma che io sappia non c’è mai stata smentita da parte della Santa Sede perciò il lettore di Repubblica può andare avanti convinto che quello sia il Magistero di Francesco.
    Mi chiedo può essere così ingenuo il papa Francesco da continuare ad avere conversazioni telefoniche private e quindi non registrate , con uno Scalfari che ha distorto in modo così plateale le sue parole, con quello Scalfari che scrisse che papa Francesco ha abolito il peccato e dichiarato che ognuno ha la sua idea del bene e del male ? mi chiedo : perchè papa Francesco continua a parlare telefonicamente con Scalfari , perchè la Santa Sede non smentisce tali ridicole telefonate?
    io non credo all’ “ingenuità ” di un gesuita come Bergoglio che ha detto di se stesso di essere “furbo”.
    Quindi c’è una precisa strategia dietro non solo da parte dei media ma anche da parte del papa.
    Forse ognuno delle due parti è convinto di poter manipolare l’altra. papa Francesco forse e’ convinto di poter piegare i media ai suoi progetti, che farseli amici e alleati sia una strategia vincente, e non si è reso conto invece che i media , i vari Scalfari hanno fatto lo stesso ragionamento. ora non si sa più chi dei due manipola l’altro.
    il semplice fedele però, caro Simon, si è un po’ stufato, ne ha piene le scatole (scusatemi l’espressione) di tali telefonate da amiconi fra bergoglio e Scalfari, delle lettere poi smentite di “andare avanti” alle alla scrittrice lesbica, dei maneggi, delle piacionerie, degli ambigui ammiccamenti, di tale strategia 2gesuitica”che poi si ritorce contro il papa stesso .
    Il semplice fedele ha nostalgia delle limpide, chiare, nette parole di Benedtto XVi così osteggiato dai media proprio perchè parlava chiaro, schietto e non era strumentalizzabile .
    Che ci sia un problema ormai è lampante, che questo problema sia la dissaffezione crescente dei veri cattolici dallo stile se non dalla sotanza di questo pontificato è altrettanto lampante.
    Una vecchia signora mi diceva che ogni volta che parla papa Francesco lei sta col cuore in ansia e in angoscia per paura che ne dica una di troppo, per l’ansia e la paura che una volta o l’altra dica qualcosa di irreparabile.

    • Per questo ho iniziato il post dicendo che per Papa Francesco è ormai più che tempo raddrizzare questo problema di comunicazione che lui ha!

      Che una gran parte dei fedeli siano stufati, i numeri riportati lo dimostrano e questi illustrano una fattuale tendenza che , ovviamente, non dice tutto ma illustra qualcosa di pericoloso.

      Purtroppo un Papa non è infallibile nel suo modo di comunicare o di fare pastorale, anche, e soprattutto, perché è molto dipendente dalle staffette che lo circondano.
      Preghiamo con ancora più forza per lui e per le sue intenzioni.
      In Pace

  4. Giacomo, anch’io non penso che sia solo colpa della stampa. Per questo dicevo che i dati si possono interpretare in molti modi. Qualcuno potrebbe ipotizzare, per esempio, che quei in numeri sia registrato il declino della fede cattolica tout court, o la paura di attentati in Vaticano, e via speculando…

    Dico la mia: secondo me l’affievolirsi dell’interesse è dovuto principalmente a due ragioni.

    – La prima è la sovraesposizione di Francesco. Papa Bergoglio è, per così dire, vittima di un fenomeno inflattivo, che ha grazie all’effetto novità ha prodotto un buon exploit di breve termine, ma che nel medio termine, subentrata la generale assuefazione, sta usurando il valore della sua immagine. Per tenere alta l’attenzione generale bisognerebbe procedere di trovava in trovata, progredendo in sortite sempre più estreme. Ma oltre al fatto che il papa non è Gabriele D’Annunzio, se inizi il tuo pontificato con il volo su Vienna e la beffa di Buccari (“…buonasera sono il vescovo di Roma venuto dalla fine del mondo…”), sarà difficile trovare sortite più estreme. E se anche lo farai, finirai per screditare il tuo ruolo e la tua credibilità.

    – La seconda ragione, più importante, è che lo stile pastorale di papa Francesco sta generando il fenomeno dell'”insegnante amico”. Avete presente, quell’insegnante di scuola che si fa dare del tu dagli studenti e che conduce la lezione nel modo più informale, ponendosi con loro su un piano di parità. Sulle prime gli studenti lo adorano, sia per l’inusitatezza del profilo sia per la comodità della situazione. Ma poi, dacché la Natura finisce sempre per riaffermare le sue ragioni (e vincere), essi cominciano a considerare con sufficienza, quando non con disprezzo, l’autorità che si è abbassata al loro piano: si rendono infatti conto che il senso del loro essere a scuola, del loro essere studenti, è imparare da un docente, e che un docente si distingue da uno studente per autorevolezza (competenza nella materia e capacità di trasmetterla) e autorità. Il loro grado di responsabilità e quello dell’insegnante, riflettono, non possono essere tanto simili. E nemmeno il loro comportamento e quello dell’insegnante. Così come non può esserlo loro conoscenza e quella dell’insegnante.

  5. Sono d’accordo con te navigare Necesse est .Quello che succede è l’esatto avverarsi di quello che tutti gli studiosi della “società di massa” hanno descritto Nella società di massa, nell’uomo-massa, c’è sempre bisogno di novità che stimolino l’interesse della massa. Così un papa che si è presentato con le stigmate della “novità” anzi della rivoluzione, anzi dell’INAUDITO, come papa Francesco, ha subito ottenuto un gradimento una “audience”altissima, come le pop star.
    La decisione di non abitare nei Palazzi apostolici, la croce di stagno invece che d’oro , le scarpe nere invece che rosse, la borsa portata a mano, le telefonate informali, insomma tutto questo seppur superficiale e stupido , ha contribuito all’immagine del “papa nuovo, rivoluzionario, povero “, e al gradimento mediatico.Da questi prime rivoluzioni se ne aspettavo anche altre , di ben più profonda portata!
    Ma non sono arrivate. Lo IOR è sempre lì , la Curia è sempre l’, il Catechismo della Chiesa Cattolica è sempre l’ con buona pace di Eugenio Scalfari che ha detto che il ppa “ha abolito il peccato”
    Per sostenere una simile popolarità bisognerebbe che ogni giorno il papa avesse una “trovata nuova”, che ogni giorno il papa facesse rivivere alla massa queste sensazioni di novità, rivoluzione , cambiamento ecc, con sempre nuove trovate.. Solo che di “trovata”in trovata non si può andare all’infinito.. Ad un certo punto ci sono dei limiti, anche perchè la Chiesa non è proprietà privata di Bergoglio. ed oltre certe superficiali “rivoluzioni” egli non può andare.
    Perciò la massa pian piano, scemata la curiosità, la novità, accertatosi che in fin dei conti non cambia nulla, che non PUO’ cambiare sostanzialmente nulla, che lo IOR è sempre lì, la Curia è sempre l’, i Cardinali sono sempre lì anche se non possono più usare le auto blu, chele leggi morali cattolichei non si possono togliere dall’oggi al domani, si volge ad altre star, ad altri divi.
    Così è la società di massa, così sono le leggi della popolarità e dell’audience.
    Così è il dominio della menzogna invece che della verità.
    ci guardi Iddio da cadere in tali diabolici tranelli! E ci guardi Iddio di avere un papa che cade ( forse non per sua colpa)in tali diabolici tranelli!

  6. Ben noto le osservazioni di Navigare e di Giacomo: ma dobbiamo rimanere attenti.
    Una cosa è notare e, nel caso di questo post, di misurare un crollo nella relazione tra il santo Padre e i cattolici, un’altra cosa è analizzarne le possibili cause e ancora un’altra voler proporsi come consulenti del Pontefice.

    Questa ultima tappa non è davvero affar nostro: quel che è affar nostro, invece, è cercare di fare del meglio che noi possiamo intorno a noi, incluso sui blogs, per mostrare quanto la propaganda anti-cattolica stia deformando il proposito di Papa Francesco; oltre ovviamente pregare per lui e le sue intenzioni; cioè dobbiamo sempre essere fautori di unità e non partecipare alle forze centrifughe sopra citate la cui origine è sempre del Divisore.

    È possibile, anzi, sicuro che il Papa faccia errori per tali e tali ragioni, ma una volta analizzato quali queste possano essere, non abbiamo i mezzi per la correzione: o piuttosto la disaffezione di cui sopra è già di per sé una correzione fraterna. Per il resto dobbiamo usare di saggezza e di misericordia verso il nostro Padre, non divertirci a metterne in evidenza i difetti, ma sempre cercare di metterne intorno a noi in luce gli aspetti positivi: questo fanno i figli buoni, questo è onorare il padre e la madre, se si vuole vivere a lungo, recita il Decalogo.

    Eppoi, ricordiamoci una cosa, i difetti che più ci innervosiscono presso gli altri, sono spesso proprio quelli che rispecchiano i nostri propri: forse che i difetti che notiamo nel Santo Padre sono un allarme per stare attenti ai nostri propri e correggerli con più coraggio e determinazione?
    In Pace

    • Consulente del papa? Simpatica idea, ma per fortuna faccio un altro lavoro. No, la mia analisi, che come ho premesso, è personale, non ha lo scopo di suggerire rettifiche comportamentali al pontefice. Non mi permetterei. E infatti di soluzioni non ne propongo. Né l’intenzione è quella di partecipare alle forze centrifughe. In realtà, Simon, le scelte del papa non mi innervosiscono e non le trovo neppure, in sé, difettose; tutto dipende da quale obiettivo esse si prefiggono. Se l’obiettivo era quello di avere attenzione e affezione nel medio termine (sul lungo non mi pronuncio), le statistiche diffuse dal Vaticano mostrano che ciò non è avvenuto. La stampa malevola, s’intende, ci ha messo del suo. Ma aveva messo del suo, e molto più violentemente, anche contro Benedetto XVI (vi ricordate “il pastore tedesco”, “la contraerea Flack” e analoghe imbecillità?).

  7. Non mi sembra tanto giusto confrontare la media delle udienze del primo anno di GPII con quelle del primo anno di BXVI e F: viaggiare nel 1978 era ben diverso dal viaggiare nel 2005 e nel 2013. Alla fine degli anni ’70 non c’erano treni veloci e voli low cost, senza parlare della cortina di ferro.
    Sono sicuramente più confrontabili le medie di BXVI e F, ed in tal caso è interessante il dato statistico, in controtendenza con la vulgata.

    Comunque, vi è stato negli ultimi cento anno un aumento esponenziale delle attività del Papa. Un Papa di inizio Novecento come san Pio X o Benedetto XV non teneva udienze generali ogni mercoledì e angelus alla finestra del Palazzo Apostolico ogni domenica e festa comandata, non celebrava pubblicamente Messa al di fuori delle solennità della Pasqua e dei santi Pietro e Paolo, non si recava in viaggio ai quattro angoli dell’orbe terracqueo, e non aveva l’opportunità di lanciare messaggi tramite radio, televisione, e internet.
    In passato il Papa si limitava al mero “confirma frates tuos”, tramite pubblicazioni di encicliche ed atti di competenza esclusiva del Romano Pontefice (ad esempio convocazioni di giubilei e concili, proclamazioni di nuovi santi, e di nuovi dogmi).
    Tutto questo “attivismo” del Papato di inizio Terzo Millennio provoca secondo me due effetti:
    1)il “mestiere” del Papa è diventato oggi più che mai faticoso, e tutti i complottismi e le dietrologie che si sono scatenate dopo la rinuncia di BXVI, hanno messo in secondo piano la questione dell’ingravescentem aetatem, che resta sempre attuale;
    2)un “gigantismo mediatico” del Papato, che oggi più che mai domina il panorama dell’intero cattolicesimo (forse anche in relazione al declino del clero religioso, che assai spesso in passato rivestiva il ruolo di guida morale e spirituale sia del clero secolare, che dei semplici fedeli), con gli effetti collaterali della distorsione mediatica citata nell’articolo in questione.
    Ecco, ho come l’impressione che tutto questo sia una chiave di lettura tra le più importanti del cattolicesimo attuale, ma mi sembra che le questioni da me citate non siano oggetto nè di studio nè di dibattito.

  8. Condivido. Aggiungo solo due considerazioni a margine.

    La disaffezione è una forma di difesa personale. Se, il Papa e le strutture vaticane che dovrebbero occuparsi dei rapporti coi media non vogliono e/o non possono difendere il semplice fedele dall’effetto caotico e deformante di una certa rappresentazione, il fedele non ha, in fondo, altro strumento di difesa che prendere le distanze dall’elemento da cui scaturisce la confusione, cioè dal Papa. In misura assai ridotta, anche San Giovanni Paolo II si trovava a volte il fianco esposto a tale rischio.

    In secondo luogo, la strategia della confusione/assimilazione è l’unica strategia efficace in Europa e i nemici della Chiesa lo sanno. Ma con Benedetto XVI tale strategia era, molto semplicemente, impraticabile e solo per tale ragione venne utilizzata una strategia d’aggressione. Gli stessi aggressori in fondo lo sapevano ma il loro odio verso la Chiesa aveva pur bisogno di trovare una manifestazione. L’ignoranza crassa di tali figuri nei confronti della dottrina cattolica è però tale che quasi sempre tali attacchi finivano in tutto o in parte fuori bersaglio.

    Due note autobiografiche: quando venne eletto Benedetto XVI il cuore mi si riempì subito di gioia e la ragione principale nasceva proprio dalla certezza, immediata e invincibile, che la strategia dell’assimilazione sarebbe stata subito sgominata radicalmente con un Papa così.
    Quando venne eletto Papa Francesco, figura che non conoscevo per nulla, sentii subito una incomprensibile fitta di sgomento che si allargò a macchia d’olio quando la mia collega cattolica con la quale ho di tanto in tanto piacevoli incontri/scontri mi mandò un SMS (vado a memoria perché nel frattempo mi si è fritto il cellulare) nel quale esprimeva la sua contentezza per la “svolta” e il chiaro segno di voler “voltare pagina” che era emerso dal Collegio Cardinalizio. In quel momento, lo confesso, il mio cuore cadde a precipizio.

    Dal che ne deduco che la strategia d’attacco mi galvanizza mentre quella di assimilazione mi innervosisce oltremisura.

  9. Non ho mai partecipato a un’udienza o Angelus o Messa a San Pietro. Sono stata a Roma un paio di volte e ho anche visitato le tombe dei Papi e il Tabernacolo, in S. Pietro come in altre chiese romane.
    Attraverso i media ho seguito varie elezioni papali e qualche evento particolare, più per curiosità.
    La comunione con i fratelli nella Fede la sento ad ogni Santa Messa; ogni volta le parole “non guardare i nostri peccati ma la Fede della tua Chiesa e donale unità e pace…” mi commuovono e mi danno serenità e quasi sento fisicamente i fratelli intorno a me e in ogni parte del mondo dove si celebra la Santa Messa, presenti, passati e futuri. Sento che siamo tanti, ovunque, uniti, ne ho la certezza, non so dire perché. Suppongo che non è molto utile come metodo di rilevamento statistico e non si può basare uno studio sociologico su delle sensazioni, ma per me queste sono più significative che dei numeri, per quanto precisi e interessanti. Ad ogni modo, grazie del post, occasione di riflessione, come sempre capita coi posta di Croce Via

Scopri di più da Croce-Via

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading