Pierpaolo Pasolini – L’ateo che aveva il coraggio di chiamare l’aborto con il suo nome (I)

pasolini-sul setIn questo primo aforisma dell’intellettuale omosessuale Pasolini, Croce-via vuole sottolineare come – nonostante le ideologie – la Verità si imponga sempre alle persone che riescono a guardare in modo oggettivo il Reale. E’ un piccolo aforisma di speranza in questo afoso agosto, che però sarà mitigato da una “tempesta” che pubblicheremo a fine estate, dello stesso autore e tratto dallo stesso articolo, che ci farà capire come non sia mai possibile abbassare la guardia di fronte al peccato.

Buona estate a tutti e buon cammino verso quella vetta che Pasolini ha sempre cercato e a cui purtroppo ha sempre pubblicamente voltato le spalle.

Io sono per gli otto referendum del partito radicale, e sarei disposto a una campagna anche immediata in loro favore. Condivido col partito radicale l’ansia della ratificazione, l’ansia cioè del dar corpo formale a realtà esistenti: che è il primo principio della democrazia.
Sono però traumatizzato dalla legalizzazione dell’aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell’omicidio. Nei sogni, e nel comportamento quotidiano – cosa comune a tutti gli uomini – io vivo la mia vita prenatale, la mia felice immersione nelle acque materne: so che là io ero esistente. Mi limito a dir questo, perché, a proposito dell’aborto, ho cose più urgenti da dire. Che la vita sia sacra è ovvio: è un principio più forte ancora che ogni principio della democrazia, ed è inutile ripeterlo.
La prima cosa che vorrei invece dire è questa: a proposito dell’aborto, è il primo, e l’unico, caso in cui i radicali e tutti gli abortisti democratici più puri e rigorosi, si appellano alla Realpolitik e quindi ricorrono alla prevaricazione «cinica» dei dati di fatto e del buon senso.
Se essi si sono posti sempre, anzitutto, e magari idealmente (com’è giusto), il problema di quali siano i «principi reali» da difendere, questa volta non l’hanno fatto.
Ora, come essi sanno bene, non c’è un solo caso in cui i «principi reali» coincidano con quelli che la maggioranza considera propri diritti. Nel contesto democratico, si lotta, certo, per la maggioranza, ossia per l’intero consorzio civile, ma si trova che la maggioranza, nella sua santità, ha sempre torto: perché il suo conformismo è sempre, per propria natura, brutalmente repressivo.
Perché io considero non «reali» i principi su cui i radicali e in genere i progressisti (conformisticamente) fondano la loro lotta per la legalizzazione dell’aborto?
Per una serie caotica, tumultuosa e emozionante di ragioni. Io so intanto, come ho detto, che la maggioranza è già tutta, potenzialmente, per la legalizzazione dell’aborto (anche se magari nel caso di un nuovo «referendum» molti voterebbero contro, e la «vittoria» radicale sarebbe molto meno clamorosa). L’aborto legalizzato è infatti – su questo non c’è dubbio – una enorme comodità per la maggioranza. Soprattutto perché renderebbe ancora più facile il coito – l’accoppiamento eterosessuale – a cui non ci sarebbero più praticamente ostacoli. Ma questa libertà del coito della «coppia» così com’è concepita dalla maggioranza – questa meravigliosa permissività nei suoi riguardi – da chi è stata tacitamente voluta, tacitamente promulgata e tacitamente fatta entrare, in modo ormai irreversibile, nelle abitudini? Dal potere dei consumi, dal nuovo fascismo. Esso si è impadronito delle esigenze di libertà, diciamo così, liberali e progressiste e, facendole sue, le ha vanificate, ha cambiato la loro natura.
Oggi la libertà sessuale della maggioranza è in realtà una convenzione, un obbligo, un dovere sociale, un’ansia sociale, una caratteristica irrinunciabile della qualità di vita del consumatore. Insomma, la falsa liberalizzazione del benessere, ha creato una situazione altrettanto e forse più insana che quella dei tempi della povertà.[…]

Pasolini, Pierpaolo. Scritti Corsari. dall’articolo “Sono contro l’aborto” del Corriere della Sera del 19 gennaio 1975. Garzanti, 1975, Milano, pp. 108-109



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23 replies

  1. Caro Minstrel,
    ti ringrazio per la tua proposta di questo testo.
    In particolare ritengo questa frase cosi profondamente giusta:

    Ora, come essi sanno bene, non c’è un solo caso in cui i «principi reali» coincidano con quelli che la maggioranza considera propri diritti. Nel contesto democratico, si lotta, certo, per la maggioranza, ossia per l’intero consorzio civile, ma si trova che la maggioranza, nella sua santità, ha sempre torto: perché il suo conformismo è sempre, per propria natura, brutalmente repressivo.

    Il conformismo della maggioranza è sempre, per propria natura, brutalmente repressivo

    In questo riconosco il perché in quanto cristiano posso solo essere un po’ di lievito ma non tutto il pane, il perché molti siano chiamati ma pochi gli eletti: il cristiano non può mai essere davvero maggioranza e se lo diventasse non sarebbe più cristiano perché diventerebbe brutalmente repressivo.

    Bello il fatto che Pasolini si riferisca alla “natura” di qualcosa, in questo caso della maggioranza.
    In Pace

  2. Capita spesso, quando si parla di aborto tra noi cattolici, di avere l’impressione che non si stia parlando di omicidio. Naturalmente tutti si affrettano a condannare la pratica dell’aborto; poi però, altrettanto frettolosamente, (quasi)tutti si premurano di assicurare amicizia, vicinanza, sostegno, solidarietà e, naturalmente (poteva mancare?), perdono alle donne che hanno abortito perché, certamente, si è trattato di “una scelta sofferta”, della quale “la donna è la prima vittima”. Insomma, appena si profila all’orizzonte una donna che ha abortito, c’è subito qualcuno che, dalle nostre fila, le corre incontro per rovesciarle addosso una secchiata di misericordia, prima ancora che questa possa aprire bocca.

    Vorrei subito dire con chiarezza che questo pregiudizio di innocenza, pronunciato sulle donne che abortiscono, è del tutto indebito. Questa misericordia a prescindere, rovesciata addosso a chiunque si avvicini, senza neanche valutare se misericordia è stata richiesta, senza nemmeno accertarsi se c’è stato un pentimento e se chi ha abortito si sia resa conto di aver ucciso un bambino, o sia invece ancora convinta che l’aborto è un diritto; ebbene, questo “abbassare la guardia di fronte al peccato” , come giustamente dice Minstrel, è l’indispensabile premessa perché poi ci sia chi, dopo aver detto che “l’aborto è un diritto”, pensi anche che, se lo si può uccidere, allora lo si può anche vendere un feto; anche a pezzi magari, il fegato a quello, i reni a quell’altro, come fanno alla “plannedparenthood”. Certo che lo si può fare a pezzi e venderlo un tanto all’etto il feto. Se l’embrione non è un essere umano, se il feto non è ancora persona, allora lo si può uccidere e, perché no, anche vendere a pezzi, dov’è il problema?

    Ho conosciuto personalmente donne che, dopo aver abortito, hanno abortito una seconda volta e, in seguito, hanno continuato tranquillamente a difendere il diritto delle donne ad abortire. Ma anche in televisione, ovunque si sente parlare del “diritto di abortire” come di un qualcosa di assolutamente pacifico ed acquisito. Anche gran parte dei cattolici, ormai, si è arresa a questa mentalità mortifera: l’aborto è un diritto o, quantomeno, una possibilità, una scelta (naturalmente “sofferta”) che deve essere resa possibile alle donne che lo vogliono.

    Ebbene, l’aborto non è un omicidio, ma “una scelta certamente sofferta”, a volte necessaria, se, e solo se, ci dimentichiamo di guardare la Realtà. Se invece teniamo gli occhi puntati sul Reale, allora non sfugge a nessuno cosa sia un aborto. L’aborto è un omicidio e chi lo compie è un assassino: medici, infermieri, farmacisti, uomini che non si oppongono a questa scelta e, soprattutto, la madre che compie questa scelta. E’ scomodo dirlo oggi, momento storico nel quale la donna è santa a prescindere e l’uomo violento e bestione da contenere e sopportare, ma è così: la madre che sceglie di abortire è la prima responsabile dell’uccisione di suo figlio. Poi ci sono anche tutte le altre persone responsabili, che non devono essere dimenticate né sminuite nella loro colpa, certo. Ma la prima responsabile è la madre, non neghiamolo. Ecco perché mi dà fastidio, tra cattolici, tutta questa fretta di perdonare, quest’ansia di accogliere e coccolare non solo chi, pentita e distrutta dentro, corre tra le braccia di santa madre chiesa per chiedere perdono, ma anche chi di quel perdono se ne fotte bellamente. Dimenticando che sono tutte assassine. E, se giustamente la chiesa accoglie e perdona chi si pente di aver ucciso, è però altrettanto giusto non dimenticare che chi non si pente di aver abortito sta dalla stessa parte di “plannedparenthood”, dalla parte di chi, dimenticando di guardare il Reale, dice che un embrione non è persona, ma cosa. E taglia e vende pezzi di feto come si trattasse di carne al macello.

    • Ma quando dici
      “Anche gran parte dei cattolici, ormai, si è arresa a questa mentalità mortifera: l’aborto è un diritto o, quantomeno, una possibilità, una scelta (naturalmente “sofferta”) che deve essere resa possibile alle donne che lo vogliono”
      a chi ti riferisci? A quelli del tuo gruppo, della tua comunità, a quelli che vengono a Messa la Domenica nella tua parrocchia? Nella parrocchia che frequento c’è un gruppo che si preoccupa delle donne che hanno difficoltà economiche a portare avanti una gravidanza sostenendole.
      Dalle tue parti le donne che abortiscono lo fanno sapere pubblicamente? Come può accadere che appena una donna che ha abortito si profili all’orizzonte qualcuno le corra incontro?
      Io ho conosciuto una mamma che dopo aver abortito ha poi portato avanti la gravidanza insorta successivamente. Non esistono solo donne che usano l’aborto come metodo contraccettivo
      Francesco G.

      • Mi riferisco all’intera comunità dei cattolici in Italia, forse anche nel mondo. La maggior parte di coloro che si definiscono cattolici, credenti e praticanti, invoca esplicitamente la possibilità dell’aborto, almeno in alcuni casi come la violenza sessuale o il pericolo di morte per la mamma. Ma in realtà, come ho cercato di spiegare, è ampiamente diffusa tra i cattolici italiani, se non una opinione francamente abortista, almeno una mentalità molto tollerante ed incline a lasciare alle donne la possibilità di scegliere se abortire oppure no.

        Quello che voglio dire appare evidente se si riflette sulle reazioni scandalizzate ed indignate che ci sono state in America e nel mondo a seguito dello scandalo legato alla vendita di organi fetali praticata dalla “plannedparenthood”. Ci si scandalizza e ci si indigna perché alcuni signori fanno quattrini vendendo organi di feto, ma non si riflette sul fatto che tale vendita è secondaria alla scelta (sempre sofferta, mi raccomando) do abortire. Se non ci fosse prima una donna che sceglie di abortire, non ci potrebbe essere poi la vendita degli organi di suo figlio.

        Con questo ragionamento cosa voglio mettere in evidenza? Semplicemente il fatto che oggi l’aborto non scandalizza più (quasi) nessuno e che è necessario varcare le soglie della macelleria per suscitare ancora un po’ di orrore. A me fa piacere, naturalmente, che ci sia stata questa ondata di indignazione mondiale contro la “plannedparenthood”, Però vorrei sommessamente far rilevare che è molto più grave abortire un figlio che vendere gli organi del cadavere di quel figlio. In fondo, quando un bambino è stato abortito, non ha più bisogno del suo fegato, né dei reni, né del cuore. E’ morto, l’unica cosa di cui avrebbe bisogno sarebbe quella di una degna sepoltura.

        • Due cose:
          1- Attento con le generalizzazioni, per altro sostenute da tue opinioni, senza nemmeno delle statistiche (che comunque lascerebbero il tempo che trovano).
          2 – il fatto che oggi i cattolici non urlino più ad ogni aborto non significa che hanno smesso di lottare. Prova ne sia che l’alto tasso di obiezione di coscienza esistente fra i medici italiani. Non per niente c’è un disegno di legge per obbligarli tutti…

          • Non ho la pretesa di essere attendibile al cento per cento. Dici bene, ho espresso la mia opinione quando ho parlato di maggioranza di cattolici ormai “pro-choice”. Opinione che ho maturato parlando con tanti cattolici, nei blog e nella vita reale. Se mi sbagliassi ne sarei felice. Comunque, se anche si trattasse di una minoranza di cattolici “pro-choice”, è importante far conoscere loro tutto il disgusto e lo schifo che mi suscitano.

            L’obiezione di coscienza che va aumentando tra medici, infermieri e farmacisti, è motivo di grande speranza. Vedremo se i cattolici, quando sarà il momento di sostenerli nella loro lotta contro il potere, sapranno adeguatamente sostenerli e difenderli.

            • Vabbè fra’, ma dalla tua “mini-demoscopea” ad estendere la tua opinione a… ecc, ecc. mi pare ce ne corra (!) e la cosa non fa onore né al tuo pensiero, né alla tua intelligenza.. non credi?.

            • @fra
              Ovviamente non posso sapere cosa ti abbiano detto i cattolici con cui hai parlato nella vita reale.
              Per quanto riguarda i blog, però i link potresti fornirceli.
              Ho inserito nella casella di ricerca di google la seguente stringa “blog cattolici” and “aborto”. Ho guardato rapidamente le prime due pagine di risultati e non ho trovato nulla che corrobori la tua tesi che la maggior parte dei cattolici siano pro aborto. Ovviamente ognuno è libero di scrivere quello che vuole, ma sarebbe preferibile che quando si traggono delle conclusioni generali come quelle cui giungi tu si dessero un po’ di informazioni su come a quelle conclusioni si è giunti.
              Per questo ti avevo domandato se avessi discusso dell’argomento in un gruppo parrocchiale o con quelli che frequentano la Messa domenicale nella tua parrocchia; almeno sapremmo che nel tuo gruppo o nella tua parrocchia c’è una maggioranza di cattolici abortista.
              Un’ultima cosa : mi appare difficile convertire qualcuno per cui si prova schifo e disgusto. Non credo per un cristiano sia importante far conoscere ai fratelli che per loro prova schifo e disgusto; quello che importa è far loro conoscere che Gesù li ama e lo può fare soltanto amandoli.

            • Va bene Francesco, probabilmente ho sbagliato ad esprimermi. Porta pazienza.

        • @fra
          “Mi riferisco all’intera comunità dei cattolici in Italia, forse anche nel mondo.” CASPITA!

          Naturalmente ti puoi “riferire” o rivolgere a chi ti pare… (escludendo te stesso a quanto pare…) da qui ad affermare: “La maggior parte di coloro che si definiscono cattolici, credenti e praticanti, invoca esplicitamente la possibilità dell’aborto, *almeno in alcuni casi come la violenza sessuale o il pericolo di morte per la mamma” (*e qui aggiusti il tiro), è naturalmente TUA opinione di cui ti farai carico (ma è facile giacché NON ci sarà “l’intera comunità cattolica” a chiedertene conto!).

          Detto questo, mi preme farti notare che seppure è innegabile che l’aborto rimanga la deliberata scelta di sopprimere una vita, nel caso ad esempio in cui è a rischio la vita della madre, è necessaria una Fede decisamente forte e matura, nonché un grado di “virtù eroica per rinunziare alla propria vita… non per nulla chi arriva a tale scelta è portata come esempio illuminante.
          Quindi considerare tali esempi avendo la dovuta misericordia per chi non riesce a seguirli, o gridare allo scandalo nello scandalo della “intera comunità cattolica”?

          Che poi caro fra’, bisognerebbe esserci in certe situazioni, prima di fare il censore… e anche dopo esserci passati (tu cmq il problema non lo avrai mai essendo uomo) ergersi a giudice sarebbe comunque da evitarsi.

          Concordo sull’assioma: nessun bambino abortito (se non per cause naturali) = nessun traffico di organi o altro.
          Ciò che credo (credo io…) abbia maggiormente scandalizzato nella vicenda “plannedparenthood” oltre al video della dottoressa “tale” che tratta della cosa come si trattasse di verdura un tanto al kg (ma ci possiamo veramente meravigliare?), è il fatto che in molti casi, si trattava di bambini ormai nati (salvo per il diabolico stratagemma della testa ancora non completamente fuoriuscita), ma anche qui, salvo l’inorridire per l’atroce (e diabolico ripeto) stratagemma, questi bimbi erano già stati condannati a morte ahimè dalle loro stesse madri…

          • Ha ragione Fra Centanni. I giovani,diciamo la generazione sotto i trent‘anni,considera l‘aborto un diritto acquisito delle societa‘evolute e civili. Anche i giovani cattolici. Quelli che sono contro l‘aborto sono considerati fanatici fondamentalisti dai giovani,anche cattolici. Dire che l‘aborto e‘un omicidio puo‘costarti il posto di lavoro,come e‘successo a un professore di religione a Milano. Se sei un medico e sei contro l‘aborto sei guardato malissimo. Insomma e‘vero che nella societa(attuale l‘aborto non sia piu‘considerato un crimine ma un diritto sacrosanto delle donne. E questo anche dai cattolici,tranne pochi vilipesi e sbeffeggati “integralisti“ bollati dal segretario dei vescovi italiani Galantino come “visi inespressivi che recitano il rosario fuori dlle fliniche abortiste.

            • La verita‘e‘che viviamo in un mondo che prova piu‘compassione per il povero leone?Cecil ucciso da un cacciatore che per i feti umani smembrati da Planned Parenthood. E QUESTO ANCHE I CATTOLIFI. Non siamo ipocriti!INegliUSA pe suore progressiste accompagnavno le adolescenti ad abortire!Nessuna suora progressista accompagnerebbe un cacciatore ad uccidere neppure una lepre! Dunque i fattopic di oggi sono pieni ri “misericordia“per il creato e di preuccupazioni ecologi he. Molto meno pieni di compassione pervi feti abortiti. Tranne pochi “integralisti“sconfessati dall‘attuale gerarchia cpn a capo Bergoglio.

              • La tua conclusione e i toni riassumono molto bene il tuo pensiero…

                Ma voi tutti urlatori di denunce e delle verità inconfessabili, com’è che non vi sento mai urlare nelle piazze e da sui tetti??

            • E quindi ha ragione in cosa? Nella sua indistinta generalizzazione a cui ti accodi in un’altra massificante che riguarda ora non più ora l’intera comunità, ma una parte sola – quella dei giovani?

              Attendiamo l’accodarsi altrettanto generica che riguarda i preti e via così, a seconda dei mini… macché mini, micro-sondaggi personali (e personali opinioni) 😐

              Che se tu sei un medico anti-abortista e sia malvisto molti (o anche la maggior parte) dei colleghi, questo è tutt’altro discorso.

            • Sono d’accordo con te Giacomo, però il papa chiamiamolo “papa Francesco” oppure “santo padre”, non Bergoglio, anche se è lui stesso a non amare di essere chiamato papa.

          • Bariom, l´unica risposta a Fra e giacomo é la mancanza di inchieste affidabili? Non basta il fatto che l´aborto é legalizzato nei “paesi cattolici” come l´Italia da maggioranze consistenti e trasversali? Non basta che in Italia ci sia la possibilitá che l´obbiezione di coscienza sia abolita da questa maggioranza trasversale? In questa inchiesta

            “http://s2ew.bolzano.chiesacattolica.it/bolzano/allegati/33086/Visionspapier%208%20documento%20programmatico.pdf”

            non parlano di aborto ma visto il risultato su anticoncezione non mi sembra esagerata l´opinione di Fra.

            Purtroppo la Chiesa non insegna piu cosa crede, perche lo crede e le conseguenze di quel credere. Cosi molti si dicono cattolici e non sanno cosa vuol dire, come spiegarlo ne comportarsi come tali.

            • @blaspas59

              infatti la mia non era una risposta “al tema”, ma (mi pareva chiaro) una obbiezione al modo accusatorio e massificante dei cattolici tutti o quasi tutti o specifica parte dei tutti…
              Mi spiace tu non colga.

              Peraltro la mia obbiezione in mezzo alla prima di Minstrel e a seguire quella di Francesco Girardi (n.b. anche la risposta di fra’…) c’è uno specifico motivo per cui ti rivolgi a me solo?

              Dissento poi sulla tua ultima affermazione… ritengo “molti” si dicano cattolici, ma poi preferiscano solo ascoltare chi conferma le loro personali opinioni, piuttosto che fare la fatica di mettersi in discussione e arrivare al profondo senso delle cose.
              “Senso delle cose” che nelle Chiesa trovi in tutta la su Verità (checché se ne dica…)

            • @bariom, Francesco Girardi

              Dopo centinaia di volte che uno ha tentato in ogni modo di spiegare che esistono i “nemici di Dio” (che poi sono soprattutto nemici dell’uomo), succede che uno, all’ennesima intimazione che pretenderebbe di obbligarlo a coltivare sentimenti di rispetto ed affetto verso chi oggettivamente odia Dio e l’uomo, si accorge all’improvviso di essersi rotto le palle e rinuncia a rispondere per le rime, come meriterebbe. E’ una resa dovuta allo sfinimento, non al fatto che abbia cambiato idea:

              http://pellegrininellaverita.com/2015/08/16/pierpaolo-pasolini-lateo-che-aveva-il-coraggio-di-chiamare-laborto-con-il-suo-nome-i/comment-page-1/#comment-15801

              Non illuderti quindi bariom (ma lo dico anche a Francesco Girardi) che i “cattolici” pro choice non mi facciano più schifo e ribrezzo, anzi. Proprio in questo modo testimonio tutto il mio amore per loro: mostrando loro quanto sia abissalmente lontano il loro modo di pensare e di essere rispetto a quello che ha insegnato Gesù.

              Di fronte a chi non solo non si pente, ma, addirittura, insite imperterrito nel suo errore, rimane solo la possibilità di contrastarlo in ogni modo possibile senza mostrare né aperture né dialoghi insulsi.

              • Mah…

                Io non cerco di non illudermi in generale di nulla (con te poi proprio no…), poi stavolta sbagli pure bersaglio visto che io dei tuoi schifi e ribrezzi non ho proprio parlato… ‘na volta tanto

                Ci si farà una ragione delle “non risposte per le rime” (che presuppongono come sempre da parte tua che le “rime” abbia ragione tu di farle e darle…)

                Per il resto mi auguro che ti si riaggiustino… (le palle intendo). Possono sempre tornar utili per momenti probabilmente più opportuni.

              • “Io… cerco di non” (il primo “non” era di troppo) 😉

          • Peraltro la mia obbiezione in mezzo alla prima di Minstrel e a seguire quella di Francesco Girardi (n.b. anche la risposta di fra’…) c’è uno specifico motivo per cui ti rivolgi a me solo?

            Solo perche tu hai risposto due volte con lo stesso argomento.

            Dissento poi sulla tua ultima affermazione… ritengo “molti” si dicano cattolici, ma poi preferiscano solo ascoltare chi conferma le loro personali opinioni, piuttosto che fare la fatica di mettersi in discussione e arrivare al profondo senso delle cose.

            “Senso delle cose” che nelle Chiesa trovi in tutta la su Verità (checché se ne dica…)

            Propio cosi, uno tutta la Veritá la trova nella Chiesa … se la va a cercare, e nel posto giusto, perche ci sono anche deviatori della strada anche se solo formalmente dentro la Chiesa.
            Ma mi pare poco, Colui che raccogli dove non ha seminato mi pare pretenda qualche cosa di piú. Non che uno la deva “trovare” la Veritá, ma che sia proclamata chiaro e forte.

            • Cosa è poco, cosa è molto, quali siano le (supposte) pretese del Seminatore…
              Siamo sempre nell’ambito delle personali opinioni… e il nocciolo qui per me era: non spacciamo le personali opinioni e valutazioni per categoriche verità (ciò non significa non esprimere le proprie opinioni).

    • L’aborto è un crimine oggettivo e abominevole in quanto intrinsecamente contro-natura in qualunque situazione: la natura della madre è di dare vita, a qualunque costo ed in ogni circostanza.

      Su questo rimaniamo chiari.

      Come deve anche essere chiaro che una donna che ha abortito, che si pente, si converte è l’oggetto della piena e totale misericordia divina.

      E se non si è ancora pentita deve essere l’oggetto delle nostre preghiere, sacrifici e atti buoni (fare il bene comporta sempre fatica da parte del soggetto) in appoggio alla nostra supplica a Dio per concedergli la grazia di questa conversione.

      Nel frattempo lottiamo contro questa aberrazione legale e culturale del meglio che si può come cristiani.
      In Pace

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