Offertorio Extra-Ordinario e Laudato Sì

enciclica-laudato

Leggendo la Laudate Sì il paragrafo 236 sulla Santa Eucarestia mi ha direttamente interpellato in quanto mi è sembrato un commento diretto dell’offertorio della forma extra-ordinaria. Mi sono allora dato la pena di riportare le preghiere di questo offertorio e utilizzare il testo del Santo Padre come glossa di tale testo. Buona lettura (n.b. le preghiere sono in grassetto, la loro traduzione mia in corsivo, ed il testo della Laudato SÌ in caratteri normali):

(A) Suscipe, sancte Pater, omnipotens, aeterne Deus, hanc immaculatam hostiam, quam ego indignus famulus tuus offero tibi, Deo meo vivo et vero…. (Offert.)

(Ricevi , o Padre Santo, questa ostia immacolata, che ti offro , io servitore indegno, a te Dio vivo e vero…TDR )

Nell’Eucaristia il creato trova la sua mag­giore elevazione.(Laudato sì, 236)

(B) Deus, qui humanae substantiae dignitatem mirabiliter condidisti, et mirabilius reformasti: da nobis per hujus aquae et vini mysterium, ejus divinitatis esse consortes, qui humanitatis nostrae fieri dignatus est particeps, Jesus Christus, Filius tuus, Domimus noster…. (Offert.)

(O Dio che hai in modo ammirabile creato la dignità della natura umana e l’hai restaurata in modo ancor più ammirabile: dacci per questo mistero dell’acqua e del pane di partecipare alla divinità di colui che ha degnato rendersi partecipe della nostra umanità: Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore… TDR)

La grazia, che tende a manifestarsi in modo sensibile, raggiunge un’espressio­ne meravigliosa quando Dio stesso, fatto uomo, arriva a farsi mangiare dalla sua creatura. Il Si­gnore, al culmine del mistero dell’Incarnazione, volle raggiungere la nostra intimità attraverso un frammento di materia.(Laudato sì, 236)

 

(C) Veni, sanctificator, omnipotens aeterne Deus: et benedic hoc sacrificium, tuo sancto nomini preparatum (Offert.)

(Vieni, Santificante , Dio eternamente onnipotente,: e benedici questo sacrificio preparato alla gloria del Tuo Santo Nome TDR)

  Non dall’alto, ma da den­tro, affinché nel nostro stesso mondo potessimo incontrare Lui. (Laudato sì, 236)

(D) Te igitur, clementisssime Pater, per Jesum Christum, Filium Tuum Dominum nostrum, supplices rogamus ac petimus, uti accepta habeas et benedicas, haec dona, haec munera, haec sancta sacrificia illibata. (Canone)

(È dunque a Te, o Padre clementissimo, per Gesù Cristo, Tuo Figlio e Nostro Signore, che supplicanti ti preghiamo ed imploriamo affinché tu abbia accetti, e li benedica, questi doni, questi presenti, queste ostie sante e pure TDR)

Nell’Eucaristia è già realizzata la pienezza, ed è il centro vitale dell’universo, il centro traboccante di amore e di vita inesauribile. (Laudato sì, 236)

(E) Offerimus tibi Domine calicem salutaris, tuam deprecantes clementiam: ut in conspectu divinae majestatis tuae, pro nostra, et totius mundi salute cum odore suavitatis ascendat (Offert.)

(Ti offramo, o Signore, il calice della salvezza e supplichiamo la tua clemenza: fallo salire al cospetto della tua maestà divina, per la nostra salvezza e quello del mondo intero,  come un profumo soave TDR)

Unito al Figlio incarnato, presente nell’Eucari­stia, tutto il cosmo rende grazie a Dio. In effetti l’Eucaristia è di per sé un atto di amore cosmico: « Sì, cosmico! Perché anche quando viene cele­brata sul piccolo altare di una chiesa di campa­gna, l’Eucaristia è sempre celebrata, in certo sen­so, sull’altare del mondo ». L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato.  Il mondo, che è uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eu­caristico « la creazione è protesa verso la diviniz­zazione, verso le sante nozze, verso l’unificazio­ne con il Creatore stesso ». Perciò l’Eucaristia è anche fonte di luce e di motivazione per le nostre preoccupazioni per l’ambiente, e ci orienta ad es­sere custodi di tutto il creato (Laudato sì, 236)

In Pace



Categories: Liturgia e Sacra scrittura, Magistero

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18 replies

  1. Per una felice coincidenza leggevo in questi giorni “Lo spirito della liturgia. Una introduzione” . Salta agli occhi la coincidenza con quanto affermato dal Cardinale Sarah sulla liturgia, al di là della specifica proposta. Magari è quello il vero motivo dell’astio di certuni. Tutti quelli che sperano nella damnatio memoriae di…
    e costantemente silenziano le affermazioni dell’attuale pontefice quando non coincidono col loro schema catto(?)prog(prot).
    Scusate, a volte mi raffaellizzo, poi mi passa.

  2. Sull’eucarestia ho trovato su un libretto parrocchiale questa definizione e precisazione. Eucarestia=offerta del sacrificio di Gesù al Padre per la nostra salvezza che si rinnova ogni volta durante la S.Messa per opera del sacerdote. Fin qui bene. Aggiunge ” Ma non dimentichiamo che il corpo di Cristo presente nell’eucarestia non è il suo corpo “carnale”, ma il suo corpo glorioso, il corpo di Cristo risuscitato, ritornato dai morti, non è la carne di Gesù. Premessa la distinzione tra sostanza e forma,questa ultima interpretazione è corretta? grazie

    • “ma il suo corpo glorioso, il corpo di Cristo risuscitato, ritornato dai morti, non è la carne di Gesù” : ah no? allora cos’è? Che si sappia il corpo glorioso porta le stiimate della Passione…..
      C’è un problema qui colla definizione di “carnale”….
      In Pace

    • @Vincenzo, credo ci sarebbe da dibattere su questa afferazione che riporti…

      Verrebbe subitio da chiedere: “allora il nostro corpo, la nostra “carne”, quella “ressurrezione della carne” del nostro Credo, di cui praltro Cristo è “primizia”, cos’è (o cosa sarà?)

      Inoltre ci sarebbe una contraddizione con i miracoli Eucaristici riconosciuti dalla Chiesa, in cui l’Ostia Consacrata si è “trasformata” (non credo sia il termine corretto, ma passatemelo…) in vera carne umana con tanto di proprio DNA e gruppo sanguigno… miracolo nel miracolo, in alcuni casi questo “brandello di carne” non va incontro alla naturale corruzione.

      • Forse ci sarebbe da farsi spiegare meglio da chi ha scritto, cosa intenda con: “…ma il suo corpo glorioso, il corpo di Cristo risuscitato, ritornato dai morti, non è la carne di Gesù.”

        • E’ proprio quella frase finale “non è la carne di Gesù” che mi ha lasciato sgomento su un foglietto parrocchiale dal titolo “credere” “risposte alle tue domande”, della S.Paolo. Questa frase era contenuta nel titoli “Ma è cannibalismo!” Incredibile! Quindi,in chi legge la confusione aumenta…

          • Quindi sarebbe l’ipotetica, possibile risposta, all’obbiezione di cannibalismo?

            Come spesso capita, per rispondere ad una domanda mal posta e forse solo a fini provocatori, si finisce per smentire lo stesso Cristo che non fa tanti giri di parole:

            «Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
            Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?» (N.B. stessa obbiezione…). Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue (n.b. e questo cosa sarebbe? Vampirismo?), non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

            Giovanni 6, 48-58

      • @Bariom
        Siccome per ‘resurrezione della carne’ non s’intende “carne come la vedi adesso, com’è adesso”, bensì una resurrezione della persona (anche materiale, ma il ‘come’ non si sa, cioè non sarà una “reincarnazione”) – allora credo che tutto il fraintendimento stia su quel concetto… che ci vorrebbe un’enciclopedia a spiegarlo. Sicuramente volevano dire quello (nella frase riportata da Vincenzo) ma l’hanno spiegato male….anche perché dovevano oltretutto spiegare l’unicità del ‘fenomeno’ Gesù Cristo…. e come considerare la Sua carne.
        Vedi link che ho riportato: volevano dire quello, secondo me 😉
        (pensando che tutti i lettori parrocchiani fossero teologi)

        • Hai visto, non fai nemmeno in tempo ad esprimere un desiderio che già ti avevo accontentato 😀 😛

          • Insomma è quello che già pensavo: un corpo di Gesù risorto e quindi spirituale. Gesù risorto però mangia con gli apostoli, se non erro. Un corpo da …sperimentare. Il parroco comunque è stato un gran pasticcione, o no?

            • @Vincenzo, non ho avuto modo di leggere i link di approfondimento e lungi da me pensare di avere una scienza infusa, ma credo NON sia corretto intendere il corpo del Risorto come solo corpo (e quindi carne) “spirituale” (le due stesse definizioni apparirebbero in conflitto).

              Torna la domanda: Cosa si dovrebbe quindi intendere per “resurrezione della carne” che tutti ci attende? (!!)

              Interessante a tal proposito rifarsi a Paolo che ai Corinzi scrive (1 Cor 15 – consiglio lettura da v. 16):

              «35 Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?». 36 Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; 37 e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. 38 E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. 39 Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci. 40 Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri. 41 Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un’altra nello splendore. 42 Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; 43 si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; 44 si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
              Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che 45 il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. 46 Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. 47 Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. 48 Quale è l’uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. 49 E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste. 50 Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l’incorruttibilità.
              51 Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. 53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.
              54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
              La morte è stata ingoiata per la vittoria.
              55 Dov’è, o morte, la tua vittoria?
              Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?»

              Ora difficile dire con certezza assoluta cosa sarà del nostro corpo (carne) che nasce come corruttibile ma viene “trasformato” per essere poi rivestito di incorruttibilità, ma non si può neppure affermare con altrettanta certezza che questo corpo non avrà più ALCUNCHÉ di carnale per divenire un corpo spirituale… una sorta di “corpo angelico”

              Dobbiamo anche rifarci alla Creazione e ad Adamo (ed Eva)… erano forse “corpi angelici? NO.
              E se dopo la caduta che tolse l’incorruttibilità e introdusse la morte (per invidia del Diavolo), il cammino dell’Uomo con l’Avvento del Verbo fatto carne proprio per ristabilire e dare all’Uomo la possibilità di tornare alla piena comunione e vicinanza con Dio, è proprio quello del “ritorno”, possiamo logicamente pensare che ciò che è “corporale” venga del tutto annullato e “spazzato via”?
              Se il corpo partecipa ai beni dell’Anima, anzi per certi versi e in alcuni casi è l’unico mezzo perché l’Anima “acquisisca meriti” (in Cristo) verso Dio, perché non dovrebbe poi partecipare al “premio” ? (mi esprimo così per esprimere un concetto, non per creare una sorta di dualismo che di fatto non esiste…).

              Possiamo anche ipotizzare che nella Vita Eterna il Verbo riassuma un diversa forma che non necessariamente preveda un aspetto corporeo, ma è altresì vero che non necessiteremo più di una Eucarestia come oggi ci è donata, quindi stando a oggi, nel tempo e nello spazio, pur avendo l’Eucarestia valenza infinita, questa nei suoi aspetti di carne e sangue di Cristo, deve necessariamente rimandare e mantenere questi aspetti “corporei”… non credo sia corretto affermare che il corpo e il sangue a cui partecipiamo sono di tipo “spirituale” o rimandano ad una “sostanza” che è quella del Cristo che sarà alla “fine dei Tempi”…

              Poi, sarò banale, ma ritorno ai Miracoli Eucaristici che ho già citato… Miracoli che sono “segni”, segni tangibili che ci educano e che danno “tangibilità reale” al simbolo. Perché Dio ha scelto quindi che l’aspetto tangibile sia vera carne e vero sangue? Poteva darci chessò un segno di “pura luce” o altro che rimandasse ad un corpo trasfigurato divenuto “spirituale”…
              Ma no… ha scelto carne e sangue (guarda caso incorruttibili), perché il nostro corpo corruttibile si nutre qui e ora di Eucarestia (nella Vita Eterna non sappiamo). Del Santissimo Corpo e Sangue (incorruttibili) di Nostro Signore Risorto e Vivente.

              Ciao

  3. @Barion. Personalmente mi sono fatto l’idea che sarà l’anima che ha l’impronta del corpo che producerà misteriosamente e per intervento di Dio un nostro corpo spirituale uguale, come caratteristia, a quello del Cristo. Quindi risurrezione dei corpi va intaso , alla fine dei tempi, che ci verrà ridato un corpo trasfigurato e spirituale con qualche caratteristica del corpo materiale come ebbe Adamo.
    Non penso che il buon Dio vada a ricercare tutte le cellule del nostro corpo decomposto che sono state disperse ed assimilate da altri organismi. Troppo complicato e…faticoso! Mi pare una idea non troppo balzana, o no? ciao.

    • @Vincenzo,

      può essere come dici tu… di certo lo vedremo ( almeno io spero poterlo vedere 😀 😀 )

      Ma questo credo non del tutto risolve la questione che pongo rispetto l’Eucarestia segno (e sostanza e avvenimento e…) nel Tempo fisico-storico…

      Quanto alla fatica di Dio… ma dai su… che fatica vuoi sia per Uno (e Trino)
      che ha creato L’Universo Mondo e su tutto dall’inizio dei Tempi “vede e provvede”, tanto che “non si muove foglia che…”
      O no?

      😉 🙂 😀

    • Due notazioni veloci.
      – l’anima non ha affatto “l’impronta del corpo”, ma è il contrario: è l’anima che è la forma sostanziale del corpo.
      – Dio non abbisogna di ricercare nessuna “cellula” nostra personale poiché è assodato che tutte le cellule del corpo umano, tutte!, cambiano circa ogni 7 anni. Come è possibile che materialmente io sono completamente un’altra persona ogni 7 anni eppure rimango sempre “io”? Risponde appunto la dottrina materia-forma la quale non mi sembra abbia alcun problema a rispondere ad una eventuale resurrezione “della carne”.

      La problematica decade completamente nel momento in cui ci si rende conto che si cerca di rispondere ad una domanda “imperfetta”. Non è possibile infatti dedurre come possa “essere” la carne incorruttibile della resurrezione che vive nell’eternità divina seguendo una conoscenza che deriva completamente e necessariamente di un “rapporto fra soggetto e oggetto” (che è la definizione di conoscenza di massima) entrambi corruttibili e soggetti al divenire.

      E’ insomma una domanda palesemente “irrazionale”, nel senso che per rispondere si necessiterebbe di una conoscenza che trascenda quella che oggi è conosciuta come la razionalità umana; la quale per altro – gnoseologia insegna – è già assolutamente limitata rispetto a questo reale in sé soggetto al divenire, figuriamoci ad un reale eterno di cui non abbiamo alcuna esperienza immediata…

      Non so se mi sono spiegato. 🙂

      • Perfettamente e sottoscrivo…

        La domanda infatti NON è (anche se qui siamo arrivati) cosa/come sarà la carne incorruttibile, ma di che natura è la “carne di Cristo” in cui per transustanzazione si “trasforma” l’ostia/pane consacrato (domanda di partenza).

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