John Ronald Reuel Tolkien – La veste bianca

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Multicolore, come l’Arcobaleno: Tolkien profetico. [ndLaw]

“Perché sono Saruman il Saggio, Saruman il creatore d’anelli, Saruman il Multicolore!”
In quel momento vidi che la sua veste, che sembrava bianca, non lo era, bensì era intessuta di tutti i colori che, muovendosi, brillavano e cambiavano tonalità, così che l’occhio rimaneva disorientato.
“Preferivo il bianco.” Dissi.
“Bianco!” Ghignò. “Serve da inizio. Un vestito bianco può essere tinto. Sulla pagina bianca si può scrivere; e la luce bianca si può scomporre.”
“In tal caso non sarà più bianca.” Dissi io. “E colui che rompe una cosa per scoprire che cos’è ha lasciato la via della saggezza.”
– Gandalf

J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Libro II, Capitolo II, Il Consiglio di Elrond



Categories: Aforismi

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21 replies

  1. Ben visto ragazzi! Evviva JRR!

  2. Veramente profetico questo passo.

    “E colui che rompe una cosa per scoprire che cos’è ha lasciato la via della saggezza.”

    Qui però si apre l’abisso, almeno per me, come è da intendere esattamente questa affermazione?
    La curiosità è male? Ovviamente no.

    La questione della « Beata colpa, che meritò tale e così grande Redentore » non sono ancora riuscito a metabolizzarla.

    • Io la intendo principalmente in modo filosofico.
      Solo perché l’intero può essere spezzato in molte parti specifiche non significa né che l’intero sia la somma di quelle parti specifiche e neppure che l’intero non esista o non possa essere riconosciuto.
      E ancora: i risultati soddisfacenti su concetti specifici non comportano necessariamente affermazioni di inesistenza di concetti universali.

      “il che sarebbe un po’ come se un tale, avendo soltanto il concetto di uomo in quanto tale — e fosse pure un esatto e profondo concetto dell’uomo — pretendesse di dedurre da esso come si comportò Giulio Cesare nella conquista delle Gallie, senza avere alcuna conoscenza delle fonti storiche, senza servirsi di alcuna testimonianza sulla persona e Fattività di Giulio Cesare. Ognuno può immaginare quanto fantasiosi sarebbero i risultati di una tale storia costruita a priori sul puro concetto delFuomo in quanto tale, e altrettanto fantasiosi erano i risultati della fisica insegnata da alcuni scolastici contemporanei di Galileo. Ora avvenne a Galileo e ai pionieri della nuova scienza della natura quel che potrebbe accadere ad uno storico che, trovando innanzi a sè pseudo-storie costruite a priori, ne fosse inorridito a tal punto da propugnare non solo — e a buon diritto — la necessità di studiare le fonti, ma da voler addirittura bandito il concetto di uomo e da affermare che al mondo non son mai esistiti uomini, ma solo individui storici come Alessandro, Cesare ecc, Galileo, Cartesio e in genere i creatori della nuova fisica hanno orrore delle forme sostanziali e, per eliminarle, cercano di eliminare dal mondo corporeo anche le qualità.”

      Vanni Rovighi, Sofia. Elementi di filosofia I. pag. 121 Ed. La Scuola

      Ovviamente è una prospettiva, non l’unica. Ad esempio tu richiamando il peccato originale la intendi in modo assolutamente teologico. Law richiamando gli arcobaleni smorti che tinteggiano facebook et similia lo fa richiamandosi alla contemporaneità storica più interessata a conclusioni parziali accettabili dalla massa oggi senza badare alla incoerenza di fondo dell’intera metafisica che la stessa massa segue ecc. 🙂

      • O ancor più nello specifico il matrimonio, cioè la veste bianca, che non può essere tinto in arcobaleno a meno di perdere la propria essenza (ovvero l’essere bianco). E la società che ha abbandonato la via della saggezza, di conseguenza. (Tolkien con questa allegoria vuole definire, penso, l’ideologia, quindi essa è applicabile ad altre ideologie in ogni caso.)

    • In una mia recente ubriacatura di video youtube con le conferenze di Padre Barzaghi (quindi non ricordo più in quale conferenza) lui dice, se ricordo bene, che per alcuni saremmo ora in situazione anche migliore di quella originaria. Beh…potrebbe essere possibile. E in questa possibilità si metabolizzerebbe meglio la felix culpa – peraltro poco digeribile anche per me.

    • Caro Alèudin,
      per come la vedo io la “Felix Culpa” cantata nell’Exultet a Pasqua è l’espressione stessa dell’infintà di Dio.

      L’infinità di Dio l’ho spesso definita su questo blog con “essere il proprio traboccamento”: nel Suo atto di essere, la Sua esistenza coincide con il proprio traboccare su Se stesso, in Se stesso, aldilà di Se Stesso, per Se Stesso e cioè con quel che è include tutto quel da Lui straripa.

      Quando DIo nel Suo atto di creazione crea l’Uomo e gli Angeli, li crea per definizione liberi e cioè capaci di aumentare la loro propria libertà (il loro modo proprio di traboccare e diventare simili a Dio) o di diminuirla (il che è male ed è colpevole in quanto non realizza la loro natura propria) : ma nel Suo Traboccare, nel Suo stesso atto di Creare già è inclusa e si esprime il Bene ancora più traboccante che è da essere generato per “coprire”, “corregegre”, il male che queste creature generano e trarne una Creazione ancora piû bella, un Mondo nuovo e dei Cieli nuovi e una Gerusalemme perfetta.

      Questo appare con ovvietà già nel capitolo 3 di Genesi versetto 15 dove, al contempo che sono tratte tutte le conseguenze negative dal peccato di Adamo, Egli ha già in Atto la meravigliosa soluzione: la Promessa già realizzata nel Suo essere traboccante, il Cristo: ” Io porrò inimicizia tra te e la donna,tra la tua stripe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.

      Personalmente questa Beata Colpa, che resta un mistero e che quindi è, ovviamente, sacramento, mi fa girare la testa a Pasqua in quanto mi fa “toccare” colla mente e con il cuore l’infinità traboccante dell’Atto di Volontà che è Dio.
      In Pace

  3. Trovo azzeccatissimo per il periodo estivo abbondare con gli aforismi. Essendo questo il momento ideale per molti (per me di sicuro) di prendere in mano i libri che non si è riusciti a leggere prima… quindi lunghi articoli sui blogs e su schermo non attirano più di tanto (eccetto progetti in corso, tipo Law, ovvio)

    • Neh si?
      Allora sono certo troverai azzeccata anche la scelta di accompagnare l’estate di Croce-via con due doni che ci ha fatto uno scrittore che… aaah, ma non anticipo nulla! Sospendo qui per una giusta tensione oratoria! 😀

      Ovviamente questo non significa rinunciare agli approfondimenti o ai progetti, quanto prenderli in modo più sereno, senza assilli.

      Qui lo dico e qui lo nego, da buon incoerente: dobbiamo cominciare ad assillare Simon per il testamento di Magister Ludi!
      E’ da settembre 2014 che il protagonista verga indefessamente ghirigori sui papiri! Avrà pur imparato ora a fare “miniature e illuminazioni” no?!

      Eddajje Simon!

  4. Quel che mi colpisce in questa veste bianca che è multicolore è ovviamente il fatto che il bianco è all’analisi prismatica.multicolore.

    In questa espressione Tolkien mette scientemente in evidenza la differenza fondamentale che esiste tra il conoscere metafisico che conosce il bianco in quanto tale in modo esperienziale, che include i qualia che partecipano dell’unicità dell’incontro tra oggetto conosciuto e soggetto conoscente, unicità irripetibile e per definizione al di fuori dal discorso scientifico di stampo popperiano e tra il conoscere scientifico, che analizza e discute dello stesso fenomeno della bianchezza ma che ne perde tutta l’unicità e la qualità esperienziale.

    Dire che una luce è 7% di violetto, 18% di verde, 22% di rosso e così via di seguito, descrive le parti ma non rende conto dell’esperienza soggettiva, sola reale, che si prova osservando quel fascio di luce.

    Diciamo che Saruman con quella nuova veste ha perso contatto colla… Realtà e che ormai racconta a se stesso un mito…
    In Pace

  5. E’ curioso perché anche a me, prima di leggere il tuo post, è tornato alla mente Saruman che da bianco diventa multicolore in questi ultimi giorni. A voler essere proprio precisi, il momento in cui il parallelismo si è fatto prepotentemente largo nella mia testa è stato quando ho visto l’immagine di questo articolo: http://www.thegospelcoalition.org/blogs/erikraymond/2015/06/29/dear-christian-friends-remember-you-are-not-home/ e cioè la casa bianca diventata casa multicolore. Quando si dice che un’immagine vale mille parole … 😛

  6. Un Feser sul matrimonio omosessuale da tradurre ragazzi, diamoci dentro!

    http://edwardfeser.blogspot.it/2015/06/marriage-and-matrix.html

    We cannot make sense of the world’s being intelligible at all, or of the human intellect’s ability to understand it, unless we affirm a classical essentialist and teleological metaphysics. But applying that metaphysics to the study of human nature entails a classical natural law understanding of ethics. And that understanding of ethics in turn yields, among other things, a traditional account of sexual morality that rules out “same-sex marriage” in principle. Hence, to defend “same-sex marriage” you have to reject natural law, which in turn requires rejecting a classical essentialist and teleological metaphysics, which in turn undermines the possibility of making intelligible either the world or the mind’s ability to understand it.

    E non ce n’è per nessuno!

    Consider once again your situation as you try to reason with Matrix theorists and rebut their increasingly aggressive attempts to impose their doctrine via economic and political force. Suppose that as you look around, you notice that some of your allies are starting to slink away from the field of battle. One of them says: “Well, you know, we have sometimes been very insulting to believers in the Matrix theory. Who can blame them for being angry at us? Maybe we should focus more on correcting our own attitudes and less on changing their minds.” Another suggests: “Maybe we’ve been talking too much about this debate between the Matrix theory and commonsense realism. We sound like we’re obsessed with it. Maybe we should talk about something else instead, like poverty or the environment.” A third opines: “We can natter on about philosophy all we want, but the bottom line is that scripture says that the world outside our minds is real. The trouble is that we’ve gotten away from the Bible. Maybe we should withdraw into our own faith communities and just try to live our biblically-based belief in external reality the best we can.”

    Ahah, sembra di sentire certi Vescovi.

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