Breaking News: Retropedalata di Kasper: Papa Francesco non mi ha mai approvato!

Card. Walter Kasper

Card. Walter Kasper

Finalmente le cose si stanno rimettendo a posto e si vanno schiarendo alla faccia di chi ha fatto della propria antipatia inverso il Santo Padre Francesco il fondamento della propria vita spirituale (sic).

In un’intervista commentata dal Catholic Herald di ieri 4 giugno 2015 citando l’originale in NCRegister che riporta un’intervista concessa a EWTN per l’emissione televisiva dello stesso giorno intitolata The World Over  il Cardinale  confessa che il Santo Padre Francesco non ha mai approvato la sua proposta di ammettere divorziati risposati alla Santa Comunione dopo un periodo di penitenza (ma ovviamente sempre non praticanti l’astinenza).

Ecco qui lo scambio saliente

“ARROYO: But you do understand, when a Churchman like yourself, a theologian, an esteemed international figure, a Curial official says: “Here is my proposal, and the Pope agrees with me” that does cause some …

CARDINAL KASPER: Well, this I did not say.   

ARROYO: Well you did say, and the quote is: “Clearly this is what he wants,” and the Pope has approved of my proposal. Those were the quotes from the time …

CARDINAL KASPER:  No … he did not approve my proposal. The Pope wanted that I put the question [forward], and, afterwards, in a general way, before all the cardinals, he expressed his satisfaction with my talk. But not the end, not in the … I wouldn’t say he approved the proposal, no, no, no.”

Questo conferma, a posteriori,  ancora una volta, se bisogno ci fosse, che la posizione di Croce-Via sulla questione del Sinodo era quella saggia dissociando fermamente chi si riferiva a Papa Francesco indebitamente da quel che ha sempre oggettivamente insegnato il Santo Padre. Già la sua catechesi sul matrimonio degli ultimi mesi è assolutamente ortodossa come lo è riconosciuto anche da chi era all’inizio alquanto critico verso di lui come il vaticanista Magister, ma questa retro-pedalata del principale interessato che riconosce così essersi un po’ troppo sbilanciato nel passato nell’affermare il contrario è un ulteriore segnale che il Santo Padre non aveva sposato quelle dottrine eterodosse.

La domanda è capire perché questa auto-smentita avviene proprio adesso: secondo me le formulazioni scismatoidi del card. Marx qualche settimana sono state “capite” in Vaticano in quanto tali ed è apparso importante che sia uno degli esponenti stessi di questa filosofia religiosa (riservo il termine teologia a chi è prettamente cattolico) a ben dire che quell’ottica non è quella del Papa. Infatti, non poteva venire su un comunicato del Santo Padre dicendo che non era d’accordo con le tesi teutoniche col rischio di chiudere vie di uscita, ma gli stessi interessati finalmente hanno dovuto riconoscere non avere l’approvazione neanche morale del Romano Pontefice.

Il tutto è quindi ulteriore conferma (anche se non definitiva) di quel che abbiamo sempre supposto: il Santo Padre ha voluto che questo bubbone scismatico tra le Chiese dell’Oltralpi europeo ed il resto della Catholica scoppiasse affinché sia possibile rimediarci senza lasciarla nascosta e latente. È un principio di management quello di permettere ai dissidenti di poter esprimersi liberamente affinché abbiano il sentimento positivo di essere stati ascoltati e che qualunque sia il risultato finale essi ne siano stati in qualche modo attori permettendo loro di reintegrarsi con meno sforzo e senza troppo perdere la faccia.

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In Pace



Categories: Attualità cattolica, Sinodi della famiglia

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14 replies

  1. Ma secondo te caro Simon, questo discorsetto basterà a contentare le “enormi aspettative” (parole di papa Francesco) che le chiese di Germania e Svizzera e Belgio nutrono su questo Sinodo sulla famiglia? aspettatitive, progressiste , di cambiamento , su comunione ai divorziati e ai conviventi, accettazione delle unioni non matrimoniali? Cioè prima si butta la pietra nello stagno , si vedono formarsi le onde , poi si dice ooops scusate abbiamo sbagliato, non volevamo turbare la superficie dello stagno??
    Si contenteranno ,non tanto il clero ,mai cattolici modernisti di sentirsi dire, dopo tanto parlare :
    contrordine compagni, cioè scusate fedeli, abbiamo indetto questo Sinodo per risolvere il problema della comunione ai divorziati rispostati, ai conviventi , però alla fine i Roma ha deciso la teoria Kasper non gli piace e che si lascia tutto come è stato fino ad ora:
    Secondo te caro Simon, le “enormi aspettative” , gonfiate ad arte dai giornali, dalle conferenze, dai libri pubblicati, dalle interviste ecc. eccche fine faranno?
    Non sarà che alla fine , come ha detto chiaram,ente il card. Marx,la chiesa tedesca farà a modo suo
    checchè ne dica Roma?
    e , altra domanda che sorge spontanea, se a Roma si voleva restare fedeli all’ortodossa dottrina cattolica sul matrimonio, perchè lasciare che che tali enormi aspettative di cambiamento fossero gonfiate a dismisura dai media? Perchè illudere , perchè imbrogliare?
    Non è così semplice come sembra fare marcia indietro!

    • Carissimo Giacomo,
      secondo me bisogna evitare errori di retrospettiva: ti posso assicurare che lo scisma “teutonico” è una realtà che non è nata con l’annuncio dei Sinodi nel 2013 ma è una realtà ben più antica che risale nelle sue primizie ai tempi del rigetto di Humanae Vitae.

      Quel che è successo è che il Sinodo ha agito come una cartina da tornasole svelando agli occhi di tutti quel che era rimasto nascosto sotto il tappeto: bisogna che ci sia scandalo, maledetti per chi lo scandalo arriva però.

      Con questa intervista è ormai dimostrato chiaramente quel che i progressisti e i loro speculari antagonistici tradi-protestanti andavano affermando falsamente ognuno colle proprie agende era invenzione: mai il Santo Padre ha approvato le teorie fumose di Kasper e tutte queste “enormi aspettative” degli uni e “enormi angosce” degli altri altro non erano che un solleticarsi da soli sotto le proprie ascelle.

      Penso che sia meglio una chiesa a tendenze scismatiche che resti anche solo formalmente sotto Roma, in quanto si può sempre fare evolvere la situazione lungo i secoli che una chiesa che si separi completamente e che non vive più dell’unione con Pietro e dei vescovi davvero in unione con lui.
      Bisogna essere pratici nella vita.

      in Pace

      • Mi dispiace Simon, ma stavolta non concordo con te.
        Quando la forma è incompatibile con la sostanza siamo dinnanzi all’ipocrisia. Una Chiesa formalmente in comunione con Roma ma sostanzialmente scismastica è un’ipocrisia.E’ un arto in cancrena. E, si sa, per il bene dell’intero organismo, gli arti in cancrena vanno amputati.

        Tu vuoi fare un discorso a lunghissimo raggio, parli di secoli, e fai bene. Ma i “cattolici” scismastici e i loro fratelli maggiori, i luterani, non andranno molto lontano, si estingueranno nel giro di una generazione. Una volta messo lo Zeitgeist al posto dell’ Heilige Geist, le porte degli inferi avranno prevalso, il sale avrà perso il suo sapore e dovrà solo essere gettato e calpestato.

        • Capisco quel che vuoi dire, ma vorrei darti un paio di esempi per meglio spiegarti quel che intendo.
          Subito dopo il Concilio Vaticano I nel 1870, ci fu in Isvizzera a causa dell’influenza protestante, una gran parte dei “cattolici” che rifiutarono il dogma dell’Immacolata Concezione e quello dell’infallibilità papale. Ci furono anche villaggi interi che rifiutarono di avere parroci che accettassero questi due dogmi. C’è un caso famoso nel Cantone di Coira presso Sargans, credo fosse Flums (ma vado di memoria quindi posso errare) dove i cittadini andarono a scegliersi come parroco un sacerdote della diocesi di Basilea a Lucerna in quale non credeva né nell’Immacolata Concezione né nel dogma dell’infallibilità papale. Il vescovo di allora accettò di avere questo sacerdote accudire quel villaggio malgrado l’evidente spirito scismatico ed eretico. Durante ben 25 anni in quel villaggio non ci furono preghiere verso la Vergine Immacolata e nessuna obbedienza inverso Pietro: un vero deserto spirituale. Eppure 25 anni dopo quando il sacerdote morì, i facinorosi parrocchiali di prima essendo anch’essi morti od impotenti, il clima calmato, fu possibile per il vescovo rimettere un parroco “nomale” il quale fu tanto bravo nei decenni seguenti che quel luogo divenne, fino alla crisi degli anni 50-80), un vero vivaio di vocazioni sacerdotali e religiose soprattutto missionarie. E mai il link canonico fu rotto, malgrado l’oggettiva situazione scismatica precedente, ma anzi permesse di ricostruire anni più tardi.

          Il secondo esempio lo abbiamo con il comportamento dell’Ecclesia Dei rispetto a quella realtà scismatica ed eretica (cf. Ecclesiia Dei Afflicta) che è la FSSPX: proprio giorni fa Tornielli su Vatican Insider ha dato notizia che la CdF abbia chiesto a Fellay di giudicare un caso di delicta graviora tra i sacerdoti di quell’organizzazione. Notiamo la finezza e l’intelligenza di chi gli ha chiesto questo carica: si potrebbe dire che c’è ipocrisia mentre in realtà c’è in questa decisione il sottolineare che essi sono sempre sottomessi al Codice di Diritto Canonico della Chiesa cattolica, il che è una cosa positiva, ma al contempo anche un ricordare che tutte le sanzioni sono valide ed assolutamente applicabili. Forse che questo legame canonico, malgrado una situazione oggettivamente scismatica ed eretica, aiuterà un giorno a ricuperare quel che c’è di salvabile in quell’organizzazione.

          Bisogna rimanere fermi sui principi ma molto pratici nel concreto ricercando sempre l’oggettività della situazione.
          In Pace

          • Mah, non so Simon. Finchè si tratta di qualche parrocchia come il caso Flums o di qualche comunità ben definita come la FSSPX, transeat.
            Ma quando un vescovo, con l’appoggio di altri vescovi, dice “non siamo una filiale di Roma e non sarà un Sinodo a dirci cosa fare qui”, allora lo scisma si è già consumato, e bisogna solo prenderne atto.

          • Scusami la mia bestialitá teológica, ma vedo molto diverso dal punto di vista pratico il rifiuto ad un dogma o un concilio senza conseguenze sulle azioni dei fedeli che l´interpretazione di un comandamento che dal punto di vista pratico autorizzerebbe il peccato. Mi pare che il grado di tolleranza permesso dovrebbe essere diverso.

  2. Si rassicuri cardinale…
    nemmeno io ! 🙂

  3. “È un principio di management quello di permettere ai dissidenti di poter esprimersi liberamente affinché abbiano il sentimento positivo di essere stati ascoltati e che qualunque sia il risultato finale essi ne siano stati in qualche modo attori permettendo loro di reintegrarsi con meno sforzo e senza troppo perdere la faccia”.

    Sono d’accordo solo se questo fosse avvenuto a “porte -totalmente- chiuse”.
    Sarà già difficile spiegarlo a questi cardinali e vescovi stesi, figurarsi alle tifosereticherie interessate sparse in giro per le parrocchie, per gli Ordini Religiosi e per le Università Pontificie, nonchè al “mondo”.

  4. Poniamo il caso che al Sinodo della famiglia l’episcopato e i cardinali si spacchino in due partiti: quelli pro-cambiamento alla Kasper, e quelli contro il cambiamento.
    Anche così , senza uno scisma formale, sarebbe un danno gravissimo per la Chiesa cattolica.
    Ed è proprio quello che succederà. Lo si è visto già nel pre-Sinodo: una chiesa spaccata in due.
    E’ questo che voleva il Santo Padre indicendo questo Sinodo sulla famiglia? Credo proprio di no.
    Ma ormai il danno è fatto. Le divisioni fra gli episcopati, da una parte i nord-europei in cui il problema dei divorziati è molto sentito, dall’altra gli episcopati statunitensi , est europei ed africani più tradizionalisti, è già un dato di fatto.
    Che non potrà che essere acuito al prossimo Sinodo. Ripeto non credo che Kasper, Marx,Danneels, Forte and company si accontentino di un “nulla di fatto” . Non credo che per “obbedienza” ( parola ormai totalmente fuori moda) si pieghino alle direttive di papa Francesco.
    Il pasticcio è GIA’ stato fatto, facendo credere che la dottrina millenaria della Chiesa che deriva dai Vangeli (non separi l’uomo quel che Dio ha unito) si possa piegare alle esigenze e al modo di vivere , allo “stile” contemporaneo.
    Non c’è via d’uscita e il papa si è messo da solo in un ginepraio: o accondiscendere alla richieste del “mondo”tradendo il Vangelo, o rifiutarsi di farlo scatenando le ire dei progressisti.
    in entrambi i casi una sconfitta.

  5. Ma a Kasper dobbiamo credergli addesso é non credergli prima?

  6. Vorrei portare alla vostra attenzione l’intervento del giovane vescovo Oster:
    http://sinodo2015.lanuovabq.it/loblio-di-dio-e-la-sessualita-un-vescovo-tedesco-parla/

    Personalmente, condivido parola per parola. In particolare:

    “Dio vuole rendere l’uomo suo figlio. Lo fornirà della grazia e della forza per vivere una vita santa. Qui non si dovrebbe confondere la santità come una sorta di “sport religioso”, in cui mobilitare sforzi smisurati nell’esercizio delle virtù. La santità, innanzitutto, è essere riempiti dalla presenza di Dio, è il dono di una grazia sovrabbondante che viene da Lui, Dio stesso. E’ solo in un secondo momento, dopo aver fatto l’esperienza dei benefici concessi da Dio e della vita nella Sua presenza, che deriva la capacità di vivere in modo buono, disinteressato, e quindi, per estensione, virtuosa, nella libertà cristiana”.

    questa secondo me dovrebbe proprio essere incorniciata.

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