Paolo Sacchi – Le teologie bibliche e la Storia

96986d12-8247-4c4c-9fd0-67cf8a1c2960_0Paolo Sacchi: «Non c’è una teologia biblica, ce ne sono parecchie. Daniele stesso è a mezza strada fra l’Enochismo e il Saducetismo, prova ne sia che è scritto mezzo in ebraico e mezzo in aramaico.»

Gabriella Caramore: «Si, come ci diceva il nostro ospite la settimana scorsa. Beh, questo è molto avvincente per la verità. Che non ci sia una sola teologia biblica, ma ce ne siano molte»
Sacchi: «Certo, ecco qui parlo da credente non parlo da storico, ho l’impressione che noi tendiamo oggi giorno a concepire la religione e a viverla attraverso un catechismo, in realtà la religione si esprime attraverso una molteplicità di catechismi e sono diversi uno dall’altro e bisogna riuscire a viverli nella loro differenza. Perché credo che qualcosa di vero ci sia sempre, si tratta di riviverlo dentro di noi. Il salmo che dice il contrario esatto di Qoelet e cioè che il giusto fiorisce e l’empio perisce, dicendo l’opposto, pare imporre che si segua l’uno  o si segua l’altro. È vero ma fino ad un certo punto. Perché spostandoci dalla dimensione storica fisica, ad una dimensione più spirituale, cantare il giusto che si immedesima con Dio diventa una verità, esattamente come è vero che qui sulla terra le cose vanno come dice Qoelet. Si tratta di mettersi su piani diversi.»

Caramore: «se posso farle una domanda indiscreta, visto che ha detto ‘da credente’, da credente cristiano suppongo…»
Sacchi: «Si, cristiano cattolico» […]
Caramore: «Ecco, mi spiega un po’ come assume la ricchezza di questi testi, l’approccio storico, la molteplicità delle teologie, dove lei dice ‘sono vere entrambe le cose’ […] come fa lei ha scegliere entro queste dimensioni»
Sacchi: «Non so se si tratta di una scelta, vede. Partiamo proprio dal mestiere che faccio: lo studioso. La Bibbia la si può leggere in due modi. Si può leggere come il testo schiacciato, si può costruirci sopra tutte le teologie che vuole e allora ti accorgi che ci sono tante teologie. Ma se invece di leggere il testo, le parole schiacciate sulla carta, cerchi di estrarre dalle parole una dimensione storica, se le porti da due dimensioni a tre e le analizzi attraverso il tempo, ti accorgi che ci sono delle verità che si diluiscono nel tempo, si rivelano nel tempo. Quindi non c’è qualche cosa di Assoluto. Assoluto è Dio. Non c’è qualche cosa di Assoluto nella Bibbia, ma c’è qualche cosa che si cambia a seconda delle situazioni storiche, e delle situazioni storiche del singolo. La Bibbia è un pezzo di storia che mi può fare da modello in un qualche modo; nel quale mi posso ritrovare, a seconda dei momenti, in una parte o in un’altra. Non è una cosa chiara, perché sento al di là di tutto, fortissimo, il Mistero.[…] Bisogna farla vivere dentro di noi, quindi c’è un processo. Insomma la Bibbia se la leggo come testo scritto è immobile; io bisogna che ‘esca’ dal testo scritto e colga la storia che c’è dietro a questo testo scritto. E allora la storia è qualche cosa di vivo, che scorre, che si muove. È qualche cosa che non muore.»”

Uomini e profeti, 2012, RAI Radio 3, 25 marzo



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4 replies

  1. Ottima citazione Minstrel.

    Conviene anche ricordare l’insegnamento sicuro della Commissione Biblica Internazionale
    http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretazione_it.html
    da leggersi in intero conclusione inclusa.

    Forse anche bene ricordare il detto medievale sempre valido:
    “littera gesta docet, quid credas allegoria, moralis quid agas, quo tendas anagogia”

    In Pace

  2. Avevo letto una volta un testo di Thomas Merton “Leggere la Bibbia” in cui il monaco trappista diceva che la Bibbia ci fa domande più che offrirci risposte. Anzi che a ben guardare non ci offre alcuna risposta, non ci rassicura ma ci mette continuamente in crisi La Bibbia ci fa domande in continuazione. Quando Dio chiede ad Adam “Adam dove sei?” il senso letterale è un non-senso: se Dio è Onnisciente come mai chiede dove sei? Sa benissimo dove si trova Adam..Allora che significa quella domanda ” dove sei?”
    E’ la domanda fondamentale che Dio pone ad ogni uomo, perchè ogni uomo è Adam
    Martin Buber, il grande studioso ebreo di Cabbala, racconta nel libro “Il Cammino dell’uomo” una leggenda chassidim :
    il santo Rabbi Shneur Zalman, incarcerato a San Pietroburgo, mentre attendeva di comparire davanti al tribunale, conversava con il comandante delle guardie del carcere che lo stuzzicava sulle apparenti contraddizioni della Bibbia. Come mai Dio se è Onnisciente chiede ad Adamo “Dove sei?
    Risponde il santo rabbi :Dio in ogni tempo interpella ogni uomo. Dove sei? Dove sei nel tuo mondo? Dei giorni e degli anni a te assegnati sono già trascorsi molti, nel frattempo tu dove sei arrivato , nel tuo mondo?Dove ti trovi? Tu per esempio sono già quarantasei anni e sei mesi che sei in vita . Dove ti trovi?
    Ad udire il numero esatto dei suoi anni ,il comandante delle guardie si controllo a stento, posò la mano sulla spalla del Rabbi e disse Bravo ma il cuore gli tremava.

    Questo racconto chassidico ci dice che la Bibbia non da’ risposte ma fa le DOMANDE FONDAMENTALI ad ognuno di noi. Lo stesso pensiero del monaco trappista Thomas Merton.
    per questo la Bibbia è un testo VIVO, anzi neppure un TESTO ma qualcosa di vivo che ha una sua vita non in senso letterale ma in senso spirituale.

    • Bell’anedotto: da ricordare.
      Detto ciò, per il cattolico, ognuno dei “quattro” sensi è vivo di per sé e nessuno è superiore all’altro, ognuno è significativo al suo proprio livello. E non ogni testo ha per forza tutti e quattro livelli al contempo.

      Ad esempio nel caso dove i quattro livelli sono compresenti in un testo, il significato anagogico non può essere contrario a quello che esprime quello letterario né quello letterario assumere significato allegorico, o quello morale. Per giunta l’insegnamento dei Padri della Chiesa ai diversi livelli sono pietre miliari contro le quali non si può andare nella comprensione del testo. Il livello esegetico aiuta a meglio capire il senso letterale dal punto di vista dell’autore, ma l’interpretazione autentica del testo rimane alla Chiesa e solo ad essa.

      L’interpretare la Bibbia come un insieme di scritti che ci pongono domande è proprio del livello morale.
      In Pace

  3. il Dio-unitrino (Padre, Figlio, Spirito Santo) è/conosce di Sé in una relazione eterna e trascendente.
    Quello che il Dio-unitrino (Padre, Figlio, Spirito Santo) è/conosce di Sé, ha tuttavia voluto partecipare/conoscere prima a singoli, poi ad un Popolo, poi IN UN SINGOLO.
    Tutta questa vicenda, che non è solo parola e non solo parola scritta, si è comunque riversata anche in parole e parole scritte in Libri.
    Detto questo, che i Libri contengano diverse visioni e relative comunicazioni è certo fattualmente vero.
    Ma queste diverse visioni e comunicazioni, se si tiene conto della loro Origine e non solo dei loro inizi, stanno come i fili di un Tessuto, sono le parti di un Tutto che ad un tempo le trascende e le innerva.
    Certo, con i mezzi umani, specie quelli che programmaticamente prescindono dall’Origine, quei fili possono sembrare una matassa caotica e contenere nodi indistricabili, che spesso si tende più a tagliare e tagliar via, che pazientemente e umilmente come Fili umani di un Tessuto non fatto da mani d’uomo…

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