Primo Sinodo della Famiglia: Happy End

Beato Paolo VI

Per Croce-Via, assieme a tutta la Chiesa cattolica, oggi è un giorno di Festa Nuziale, di Banchetto, di Regno di Dio in Terra, incoronato dall’appello dei Vescovi del Sinodo alle Famiglie, dai Lineamenta (Relatio Synodi) per il prossimo Sinodo voluti dai Padri Sinodali in unione con il Santo Padre, il magnifico discorso di chiusura sinodale davvero “Papale” da parte del Santo Padre Francesco e, last but not least, l’elevazione agli altari del Venerabile Paolo VI, ormai Beato.

Vorremmo commentare quanto avvenuto intorno ai punti di rilievo che corrispondono di più ai nostri “pallini”, ben coscienti che il Sinodo è stato ben più ricco di quanto potremo mai renderne conto in una pagina di blog.

Prima considerazione: C’è stato il breakthrough teologico che noi ambivamo vedere e siamo felicissimi della presenza dell’articolo 22 nella Relatio Synodi e del fatto che sia stata votata con 88% di voti positivi (160 su 182). Questo articolo esprime la nostra proposta espressa nel post “La Buona Novella Asimmetrica” del 7 marzo di quest’anno e ricordata dal card Schönborn.

Ricordiamo qui il tenore di questo articolo, sottolineature nostre: “22. Nella stessa prospettiva, facendo nostro l’insegnamento dell’Apostolo secondo cui tutta la creazione è stata pensata in Cristo e in vista di lui (cf. Col 1,16), il Concilio Vaticano II ha voluto esprimere apprezzamento per il matrimonio naturale e per gli elementi validi presenti nelle altre religioni (cf. Nostra Aetate, 2) e nelle culture nonostante i limiti e le insufficienze (cf. Redemptoris Missio, 55). La presenza dei semina Verbi nelle culture (cf. Ad Gentes, 11) potrebbe essere applicata, per alcuni versi, anche alla realtà matrimoniale e familiare di tante culture e di persone non cristiane. Ci sono quindi elementi validi anche in alcune forme fuori del matrimonio cristiano –comunque fondato sulla relazione stabile e vera di un uomo e una donna –, che in ogni caso riteniamo siano ad esso orientate. Con lo sguardo rivolto alla saggezza umana dei popoli e delle culture, la Chiesa riconosce anche questa famiglia come la cellula basilare necessaria e feconda della convivenza umana”.

Speriamo che durante l’anno che seguirà, teologi e pastori, approfondiranno questa nozione da noi profondamente caldeggiata per farne poi dottrina e Magistero Autentico all’esito del secondo Sinodo sulla famiglia del prossimo anno. Sarebbe un caso vissuto da noi tutti in prima persona di riforma nella continuità della dottrina sul matrimonio sacramentale, questi passando da metaforica Chiesa Domestica a Chiesa Domestica per analogia propria alla Chiesa stessa! De facto dando ben altra altura allo statuto del matrimonio sacramentale. Per giunta questo darebbe un sostrato teologico sicuro per il lavoro pastorale con chi vive di questi Semina Verbi in modo solo parziale e per offrire loro un cammino graduale sensato, dove ogni progresso verso il matrimonio sacramentale già avrebbe un valore morale positivo.

Il bello in questo testo è che non avrebbe potuto esprimersi senza lo spirito profetico del Sacro Santo Concilio Vaticano II e un documento, Nostra Aetate formalmente all’epoca non tanto importante, che dispiega i suoi effetti in una direzione imprevista all’origine e che concerne tutti i matrimoni cattolici in primis e tutte le persone di buona volontà che in quanto uomini e donne vivono una relazione stabile.

Seconda considerazione: Il paragrafo 52 circa le condizioni di riammissione di alcuni divorziati risposati non ha il consenso dei Padri sinodali, solo una piccola maggioranza del 58%  (104 su 178) avendo desiderato presentarla come soggetto di discussione al prossimo sinodo. Uno dei problemi impliciti del Sinodo essendo quello di riassorbire lo scisma de facto delle chiese del centro europeo, sarebbe stato poco saggio non discutere di questo punto con più profondità durante il prossimo anno e il Santo Padre bene ha fatto a riproporlo di sua autorità: resta che de facto le tesi teologiche di Kasper e altri compari germanici sono state rigettate in modo eclatante.

Circa quest’articolo 52 vorrei sottolineare la seguente affermazione, sottolineature nostre: “52. …  Altri si sono espressi per un’accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari ed a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste. L’eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del Vescovo diocesano. … “.

Abbiamo già espresso qui il nostro sostegno alla proposta di cammino penitenziale del Card. Schönborn, però, qui su Croce-Via vorremmo proporre di andare più in là e di introdurre quel concetto di Unione di Grazia di cui abbiamo già parlato e questo referendoci direttamente all’articolo 22 di cui sopra.

Noi pensiamo sinceramente che la nozione di cammino penitenziale non è adattato alla cultura contemporanea in quanto il concetto di penitenza nasconde nel linguaggio odierno la gioia che l’accompagna: quel che bisognerebbe spingere in avanti è una nozione di cammino di riconciliazione che esprime la stessa cosa ma in un linguaggio udibile. E di che conciliazione parliamo? Di quella della coppia sposata sacramentalmente e di cui le tappe di cammino penitenziale del Card. Schönborn compongono il cammino obbligato. Insomma, a difetto di ritrovare un unità di vita, offrire alla coppia separata e oggettivamente impossibilitata dalle circostanze della vita di poter rivivere della grazia del loro matrimonio per santificarsi a vicenda, benché ognuno nel proprio contesto: questo fa senso pienamente teologicamente solo se si sviluppa fino in fondo i concetti dell’articolo 22, già citato.

Se la Chiesa Docente sarà capace di questo concetto di Unità di Grazia allora ci potrebbe essere, dalle considerazioni sul cammino di riconciliazione, una dinamica che ricambierebbe Nostra Aetate del servizio reso alla teologia della famiglia: quello di un discorso ecumenico totalmente rinnovato.

Terza considerazione: Leggiamo con piacere il drastico ridimensionamento delle tesi del pro-omosessualista Mons Forte negli articoli 55 e 56: il primo ricordando fermamente che la Chiesa insegna: «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia».  Il secondo sottolineando che “è del tutto inaccettabile che i Pastori della Chiesa subiscano delle pressioni in questa materia”.

Quarta Considerazione: È riaffermata con fermezza la dottrina di Humanae Vitae del Beato Paolo VI nei punti 57, 58, 59 con quasi unanimità (più del 94%).  È interessante notare che questa generazione di vescovi post-conciliare, a livello mondiale, accetta meglio quegli insegnamenti profetici che i vescovi formati in periodo pre-conciliare dell’epoca che lo rifiutarono causando il grande disastro spirituale e familiare che possiamo tutti constatare. Ecco un altro magnifico risultato del Sacro Santo Concilio Vaticano II.

“art 57:  … L’apertura alla vita è esigenza intrinseca dell’amore coniugale …

art 58: …  È su questa base che può poggiare un adeguato insegnamento circa i metodi naturali per la procreazione responsabile. Esso aiuta a vivere in maniera armoniosa e consapevole la comunione tra i coniugi, in tutte le sue dimensioni, insieme alla responsabilità generativa. Va riscoperto il messaggio dell’Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, che sottolinea il bisogno di rispettare la dignità della persona nella valutazione morale dei metodi di regolazione della natalità. …

art 59: … È di grande aiuto l’esempio di un amore fedele e profondo fatto di tenerezza, di rispetto, capace di crescere nel tempo e che nel suo concreto aprirsi alla generazione della vita fa l’esperienza di un mistero che ci trascende….”

Quinta Considerazione: Il Santo Padre Francesco ha pienamente assunto la sua funzione di Papa in tutti i sensi del termine nel suo discorso di chiusura del Sinodo. Riportiamo alcuni brani che si sembrano estremamente importanti e che, tutti, si riferiscono nel loro contenuto alle posizione cattoliche di Croce-Via espresse in questi ultimi giorni, sottolineature e grassetti nostri:

“Questa è la Chiesa, la nostra madre! E quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare: è la bellezza e la forza del sensus fidei, di quel senso soprannaturale della fede, che viene donato dallo Spirito Santo affinché, insieme, possiamo tutti entrare nel cuore del Vangelo e imparare a seguire Gesù nella nostra vita, e questo non deve essere visto come motivo di confusione e di disagio”

“E, come ho osato di dirvi all’inizio, era necessario vivere tutto questo con tranquillità, con pace interiore anche perché il Sinodo si svolge cum Petro et sub Petro, e la presenza del Papa è garanzia per tutti.

“…il compito del Papa è quello di garantire l’unità della Chiesa; è quello di ricordare ai pastori che il loro primo dovere è nutrire il gregge – nutrire il gregge – che il Signore ha loro affidato e di cercare di accogliere – con paternità e misericordia e senza false paure – le pecorelle smarrite..”

“Quindi, la Chiesa è di Cristo – è la Sua Sposa – e tutti i vescovi, in comunione con il Successore di Pietro, hanno il compito e il dovere di custodirla e di servirla, non come padroni ma come servitori. Il Papa, in questo contesto, non è il signore supremo ma piuttosto il supremo servitore – il “servus servorum Dei”; il garante dell’ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa, mettendo da parte ogni arbitrio personale, pur essendo – per volontà di Cristo stesso – il “Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli” (Can. 749) e pur godendo “della potestà ordinaria che è suprema, piena, immediata e universale nella Chiesa” (cf. Cann. 331-334).”

Sesta Considerazione: L’onore degli altari al Beato Paolo VI celebrato oggi, oltre ovviamente la necessaria validazione dell’iter canonico, trova in questo sinodo come il suo compimento archetipale: è grazie al S.S. Concilio Vaticno II e a Nostra Aetate che è stato possibile fare quel grandissimo passo in avanti dell’art. 22, che speriamo riconfermato in futuro, è grazie alla sua Humanae Vitae che è stato possibile ribadire con fermezza il Vangelo della Vita, è grazie alla sua decisione che i Sinodi dei Vescovi sono stati istituiti.

Oremus et pro Pontefice Nostro

In Pace



Categories: Attualità cattolica, Sinodi della famiglia

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71 replies

  1. E grazie Simon per il lavoro da te svolto su questo Sinodo che ha permesso a tutti noi (per lo meno a chi voleva) di seguirlo con il cuore in pace e la speranza di un cammino mai interrotto di comprensione ed approfondimento della Tradizione dell’intero corpo della Chiesa.

  2. Con un brevissimo viaggio nella galassia web sono capitato da Don Camillo dove esprime la sua gioia pubblicando un commento di Luciana Cuppo e sorridendo a chi diceva robe tipo: “Bergoglio non si appella nemmeno papa, cosa lo si segue a fare?!”
    http://lepaginedidoncamillo.blogspot.it/2014/10/il-papa-si-pronuncia-al-sinodo-discorso.html

    Luciana sottolinea soprattutto due elementi che trova essenziali della Dottrina bimillenaria e insieme innovazione che Papa Francesco ha saputo riproporre: salus animarum e servizio alla Tradizione. Well!

    edit: il finale del commento è fenomenale “E vi pare che i vescovi non dovrebbero ballare il tango? ma, dico io, il tango ed il valzer e la tarantella!”
    Ahahahhaha, Jammo, jammo,’ncoppa jammo ja’!
    Jammo, jammo,’ncoppa jammo ja’
    Funiculí, funiculá, funiculí, funiculàaaaaaaaaaaaa
    ‘Ncoppa jammo ja’, funiculí, funiculá!

  3. quarta considerazione, sono stata cresimata da Papa Montini, mi ha dato lo schiaffetto, kiedo anke la Sua protezione………………….

    • Azz
      Allora vuol dire che hai qualche anno più di me… Da me è arrivato Colombo
      Ma non si chiede l’età alle donne!

      • e sì Don Manuel credo di sì ahahahahahaha mi vedevi giovincella, forse di cuore lo sono da esempi familiiaris consortio………………ci casco sempre dare fiducia spesso loro sono aspiraforze………………….

  4. Stavo rileggendo Familaris Consortio: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio_it.html
    Debbo dire che, a parte nel suo punto 22, niente è detto nella relatio synodi che non sia già stato detto nell’esortazione apostolica di San Giovanni Paolo Magno: stesse preoccupazioni, stessi oggetti del contendere, stessa preoccupazione pastorale. e stesso fiato apostolico, magari detto anche meglio. Leggetelo per intero e lo constaterete.
    A volte ci si chiede, intellettualmente parlando, il perché re-inventare la ruota: la risposta che intravvedo è che questo è un metodo pastorale per rifocalizzare l’attenzione del Popolo di Dio sulla famiglia a livello globale e per calmare le tendenze centrifughe degli episcopati tedeschi, finanziariamente significanti.
    In Pace

  5. Mi è venuto un dubbio.
    Le cronache riferiscono che il testo finale del sinodo era diviso in 62 paragrafi che sono stati votati uno per uno fo: i vescovi e gli altri membri del Sinodo si sono espressi su ciascuno dei 62 numeri. Com’è noto, per l’approvazione ci voleva la maggioranza dei due terzi e pertanto non sono passti né quello sui divorziati tisposati né quello sugli omosessuali. Il Papa però ha detto di pubblicare tutto e che il testo di lavoro in vista del 2015 sarà la relazione finale completa, comprendente anche quanto non è stato approvato.
    Non vi pare che la cosa puzzi di bruciato?
    Anche perché di qui al 2015 quanti ‘cardinali Burke’ faranno la stessa fine? Quante rimozioni, spostamenti, pensionamenti non rinviati, commissioni ancor più blindate ecc. si architetteranno per ‘andare sul sicuro’?
    Temo che non si debba tirare il fiato troppo presto; è finita una battaglia, non la guerra.

    • Alla fin del link ufficiale sulla Relatio finale ci sono i risultati delle votazioni paragrafo per paragrafo.
      È vero che quei tre paragrafi hanno ottenuto “solo” una maggioranza assoluta 😉 e non i due terzi: il Papa avendo fatto le regole può anche esonerarsene se lo vuole.

      Il fatto di non aver raggiunto il due terzi è anche segno che i soggetti trattati non erano stati sviscerati sufficientemente per giungere ad un consenso generale, ragion sufficiente direi per approfondirli ancora e senza paura.

      Secondo me ha fatto bene però a riammettere questi punti in discussione: non scordiamoci il contesto che è una situazione di rivolta di tipo scismatico nelle aree germanofone. Chiunque abbia condotto esseri umani in vita sua, sa che quando una parte delle truppe è scontenta, o un cliente non è contento, una risposta autocratica ha solo conseguenze negative e rintuzza gli ego, mentre invece lasciare gli scontenti esprimersi liberamente e farli partecipare alla soluzione del problema sollevato rinforza di nuovo l’unità.

      In questo rispetto osservando l’agire del Santo Padre dal punto di vista manageriale, direi che finora si è comportato da leader responsabile e cosciente del dover creare consenso e unità.

      Per giunta, ora, le aree tedesche sono coscienti di essere alquanto sole a livello mondiale circa queste problematiche e già sanno fin d’ora che le soluzioni, qualunque esse saranno, non potranno sovvertire il Magistero della Chiesa come certuni tra di loro avrebbero voluto.
      In Pace

  6. Beh, mica da ridere l’intervista di De Paolis: non critica come è stato condotto il Sinodo, ciritca proprio come è stato impostato e la mentalità di fondo che vi sta dietro. Di fatto, con altre parole si tratta esattamente delle stesse cose che ha detto Burke.
    Purtroppo anche De Paolis non è un giovanotto… e qui si torna a quanto detto sopra. Perché io ho grande fiducvia nei giovani (d’oggi), ma ho il sacro terrore di quelli che erano giovani negli anni ’60-70…

    • Infatti.
      Eppoi il rischio di scisma associato ne abbiamo parlato qui fin dal 2013.
      Comunque a criticare siamo tutti bravi, me compreso: il difficile è fare avanzare le cose rimanendo uniti. Penso da questo venga quella beatitudine circa gli operatori di pace.
      In Pace

  7. beatitudine serenità lietezza le rincorro tutte con la speranza di finire serenamente

  8. Il passato remoto per narrare sci-fi è tipico dell’apocalittica contemporanea.
    Divertente modo di perdere tempo, nulla più. Preghiamo per loro.

    http://rorate-caeli.blogspot.com/2014/10/important-backlash-against-manipulated.html

    • Mi fanno sempre sorridere con ironia quando chi sono fuori della Chiesa, come codesti da te linkati, si permettono di giudicarla, mentre essi stessi sono nella confusione la più radicale del tradi-protestantesimo filo-econiano o nel becero progressismo.

      Mi fa però ancora più pena quando leggo interviste di critica sterile che sollevano volontariamente ed impudicamente un angolo del velo che invece si dovrebbe stendere sul foro interno di chi è vescovo e cardinale ma mostra la sua poca fede nella Chiesa, a volte al termine di un’intera vita dedicata ad Essa.

      E, comunque, il Santo Padre Francesco ha ricevuto una standing ovation di ben 5 minuti al termine del suo discorso finale: questo è un segno magnifico di consenso pratico.
      In Pace

  9. ” E quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare:”

    Questo non é un cambió nel dogma dell´infallibilitá papale?

    • No, perché la Chiesa non può essere considerata esprimersi in comunione in assenza del Papa o in opposizione a lui.
      In Pace

      • Allora estendiamo l´infallibilitá alla Chiesa quando si esprime in comunione del Papa?

        • Certo.
          In Pace

          • non riesco stellinare cmq concordo Simon

          • La chiesa è governata dai Vescovi in comunione con il papa più che dal papa in comunione con i Vescovi, salvo le prerogative date al papa dal Vaticano I, come risulta dalla stessa volontà di Gesù. Non esiste altro potere superiore che è inerrabile per la promessa di Gesù che ha inviato lo Spirito Santo, non sempre infallibile, salvo espressamente detto. Mi sembra più giusto così.

          • @blaspas59
            Non solo la Chiesa ha una struttura comunitaria come ben descritto da vncenzodatorino, ma per giunta è infallibile perché così lo ha assicurato Gesù stesso in Lc 10, 3 quando afferma “chi vi ascolta Mi ascolta, etc”. Questa verità è sempre stata creduta e ricordata nel catechismo di San Pio X dove si ricorda che la Chiesa Docente, ivi definita, come i Vescovi ed il Papa in comunione tra di loro, non può errare.
            Ovviamente parliamo solo e sempre di quando la Chiesa si esprime autenticamente e in materia di fede e morale.
            In Pace

  10. ”Ieri, prima di dormire, ma non per addormentarmi, ho letto – ho riletto – il lavoro del cardinale Kasper e vorrei ringraziarlo, perché ho trovato profonda teologia, anche un pensiero sereno nella teologia. È piacevole leggere teologia serena. E anche ho trovato quello che sant’Ignazio ci diceva, quel ‘sensus Ecclesiae’, l’amore alla Madre Chiesa. Mi ha fatto bene e mi è venuta un’idea – mi scusi eminenza se la faccio vergognare –, ma l’idea è che questo si chiama ‘fare teologia in ginocchio’. Grazie. Grazie”.

    Parole di Pietro ( papa Francesco) sulla teologia di Kasper.
    E dopo tutto questo non credete ancora alla assoluta consonanza di vedute tra Pietro ( papa Francesco) e Kasper?
    ma allora come si dice a Roma “siete de’ coccio” !!!!

  11. In verità questo sinodo mi ha piuttosto deluso secondo le mie aspettative. Alla fine di fronte ai vari problemi sul tappeto e secondo l’esigenza di chiarezza e soluzione degli stessi ha prodotto ben poco. La parte migliore, secondo me, è il discorso finale del papa per i concetti espressi. Una perla unica che da unità alla chiesa , raffredda gli animi dei due schieramenti e visto in prospettiva può dare buoni frutti. In particolare il ribadire l’humanae vitae senza ulteriore approfondimento del problema complica notevolmente la pastorale e l’adesione dei cattolici. Qui vi ho visto solo la paura di aprirsi troppo che ha avuto come conseguenza il serrare i ranghi sul sicuro E’ un documento perfetto, ma non tiene conto delle difficoltà reali dei cattolici, oltre ad non essere capito all’esterno, anzi ne riceve solo disaffezione ed incredulità. Il tempo ridà….

    • Provo lo stesso feeling che il tuo nell’insieme. La sola cosa che mi fa dire che ne valeva dopottutto la pena è l’articolo 22. Sennò Familiaris Consortio basta ed avanza alla grande sui testi proposti.
      Comunque siamo solo a metà del processo in termini temporali e a un terzo in termini di contributi, secondo me.
      In Pace

  12. Visto che in fotografia c’è il Beato Paolo II:

    È necessario confermare in noi tali convinzioni per evitare un altro pericolo, che il desiderio di riforma potrebbe generare non tanto in noi Pastori, cui trattiene un vigile senso di responsabilità, quanto nell’opinione di molti fedeli che pensano dover consistere principalmente la riforma della Chiesa nell’adattamento dei suoi sentimenti e dei suoi costumi a quelli mondani. Il fascino della vita profana oggi è potentissimo. Il conformismo sembra a molti fatale e sapiente. Chi non è ben radicato nella fede e nella pratica della legge ecclesiastica pensa facilmente essere venuto il momento di adattarsi alla concezione profana della vita, come se questa fosse la migliore, fosse quella che un cristiano può e deve far propria. Questo fenomeno di adattamento si pronuncia tanto nel campo filosofico (quanto può la moda anche nel regno del pensiero, che dovrebbe essere autonomo e libero, e solo avido e docile davanti alla verità e all’autorità di provati maestri!), quanto nel campo pratico, dove diventa sempre più incerto e difficile segnare la linea della rettitudine morale, e della retta condotta pratica.”

    Papa Paolo VI Lettera Enciclica “Ecclesiam Suam

    (Grassetto da intendersi come “sottolineatura”)

  13. Salutandovi indistintamente” , a proposito di “beati”,
    volevo dirvi: beati voi che “proponete” e “pensate”.
    Io sono rimasto ancora ai tempi che… “Credo”.

  14. Giacomo,
    ti censuro questa volta il tuo intervento perché sono stufo col tuo ripetere sempre le stesse cose sui F.I. dimostrate false alla grande su questo stesso blog.
    Hai dei blog che si specializzano nel farsi male facendo male alla Chiesa, dedicati alla calunnia e ai pettegolezzi da comari, che se ne infischiano della ricerca di verità ma solo interessa loro il proprio sguardo negativo sul Papa, su chi governa la Chiesa, sui Vescovi: va lì e fatti piacere.
    Torna quindi quando avrai qualcosa da dire e di dimostrato.
    In Pace

  15. Segnalo questo articolo del grande teologo milanese Inos Biffi:
    http://www.incrocinews.it/chiesa-diocesi/a-proposito-della-comunione-ai-divorziati-1.98518
    E’ un testo di grande chiarezza e semplicità di lettura, che, fra parentesi, precisa anche bene che è il mondo da leggersi – e cambiare – alla luce del Vangelo, non viceversa.

    • Articolo più che condivisibile. Grazie.
      In Pace

      • A parte il grande teologo milanese che si è casualmente ricordato in questi giorni di essere milanese, simon che significato dai al numero 5? 😉

        • “5. Con queste considerazioni e precisazioni si può comprendere la ragione per la quale una pastorale autenticamente evangelica non ammetta all’Eucaristia chi permanga di fatto e deliberatamente in una condizione di divorzio.”

          Beh, difficile non essere d’accordo con questo concetto di Biffi: la questione da porsi ora è, però, sapere se qualcuno che (a) fa a pace col congiunto “sacramentale”, che (b) si prende in carica i figli e gli altri obblighi socio-economici del primo matrimonio, oltre che quelli del secondo, che (c) prega e si mortifica per il congiunto e per i figli del matrimonio sacramentale ; che (d) fa di tutto, in buona fede, per vivere ormai castamente la seconda unione civile; che (e) si comporta in tutto da buon cristiano; sapere, quindi, se questo qualcuno permane oggettivamente, cioè dal punto di vista della grazia, in una situazione di divorzio e, per giunta, deliberatamente…. Questa è la domanda che mi pongo, alla quale domanda tendo a rispondere, salvo Magistero esplicito contrario, che non è il caso.
          E tu, che ne dici?
          In Pace

          • Conoscendo il tipo, non voglio pensare ad un refuso tipografico. Il suo ritorno ad alto livello in diocesi è perlomeno sospetto, ma questo è un problema che assolutamente non deve entrare nella discussione di questo blog perché è di pertinenza “nostra”
            A parte che come sai non mi convince la sua idea di misericodia che è teologicamente diversa da quella evangelica (e anche su questo NON intendo intervenire) è singolare la sua affermazione al numero 5.
            “… una pastorale autenticamente evangelica non ammetta all’Eucaristia chi permanga di fatto e deliberatamente in una condizione di divorzio.”
            Infatti cos’è una situazione di divorzio? Come puoi uscire da una situazione di divorzio?
            Il divorzio cattolico non esiste: esiste la separazione oppure la dichiarazione di nullità. Quindi si tratta di una situazione “civile” che consiste nell’ufficialità della conclusione di un matrimonio e nella sistemazione dei problemi legati ai beni, ai figli ecc ecc
            Da che mondo è mondo NESSUNO ha mai affermato che un divorziato o separato (che rimane “single”) NON possa ricevere la Eucaristia. Inoltre chiedo a te come sia possibile uscire da una situazione di divorzio qualora questo sia stato sancito civilmente.
            Ovviamente su questi argomenti avrò modo di accalorarmi in altri luoghi proprio perché questo non è un caso isolato. Cominciano ad apparire sui giornali notizie di pseudoteologi che hanno già interpretato e messo in atto personalmente una pastorale che non è mai esistita nella Chiesa e che fa apparire il card Burke un modernista alla stregua di Hans Kung 😉

            • Ah! ho capito cosa intendevi: quando leggevo divorzio capivo, coi miei occhiali, risposato civilmente….. e ho commentato con quest’ottica.
              In questo caso la risposta alla domanda di Biffi è semplice: ti confessi, fai la pace e ripari i danni come puoi. Ma credo che quella parola “divorzio” lì, significhi proprio quel che i miei “occhiali” hanno capito.
              Una pastorale che non sia motivante, che non dia l’acquolina in bocca di Cristo, non è una pastorale: e c’è la legge della gradualità sempre da tener in conto.
              Troppi vivono nel mondo delle idee.
              In Pace

            • Mi stupisco che un prete ambrosiano manifesti un disprezzo così patente verso uno dei più eminente teologi italiani. Mi ha molto colpito uno dei suoi ultimi libri, un piccolo volume che rilegge in modo davvero finissimo gli inni di Ambrogio e gli inni sacri di Manzoni.
              So che spesso fra preti non ci si ama, m l’antipatia personale fa velo a tal punto a don Manuel da impedirgli di comprendere quel che legge e spingerlo a un ragionamento assurdo riguardo al citato punto 5.
              Sarebbe infatti bastato leggere poche righe sopra al punto 3: “3. Certo, occorre subito distinguere tra il caso di chi si trova abbandonato e non istituisce nuovo vincolo coniugale, e il caso di chi invece ha spezzato quel legame e ha creato un secondo un matrimonio. Nel primo caso non fa nessun problema l’ammissione all’Eucaristia, mentre completamente diverso è il caso di chi ha divorziato e si è, civilmente, risposato. In questo caso l’Eucaristia non può essere data”. Dal che il n. 5 evidetemente parla di quest’ultimo caso.
              Scrive don Manuel “Da che mondo è mondo NESSUNO ha mai affermato che un divorziato o separato (che rimane “single”) NON possa ricevere la Eucaristia”. E’ esattamente quello che dice Biffi al punto 3.
              Il che è un esempio di come ormai si ragioni per partito preso, senza ascoltare le ragioni dell’altro: se l’ha detto X, che classifico nella casella Y, è automaticamente giusto o sbagliato, a prescindere.

              P.S. Sia chiaro che anch’io ho dei rimproveri da muovere a Biffi nella sua antica veste di redattore del nuovo Messale ambrosiano postconciliare. Ma er al’eoca, c’erano molti problemi, ed erano gli anni ’70.

            • @Gregorius
              L’avevo capito già da tempo e questo episodio me ne da la conferma della vis polemica nei miei confronti: per questo motivo ho scritto che in questo blog non ne voglio parlare. In effetti ne posso parlare tranquillamente con lui (o con i suoi amici…), dato che arrivano loro da me a casa mia. Anche per questo motivo non accetto il confronto qui dove sono semplicemente ospite: figurati quando mi provochi su argomenti in cui ci andrebbero di mezzo anche miei parenti…
              @Simon
              L’ho scritto sopra che anche a me il punto 5 pareva un refuso tipografico. Poi sono apparse sui giornali locali alcune interviste di suoi amici che hanno “approfondito” il suo pensiero: così, ad occhio, il refuso non pareva più tale 😉

          • Ma no, don manuel, assolutamente non ce l’ho con Lei, anzi mi scuso se a volte parto in quarta. Vedrò di migliorare. Però, diamine, anche Lei esordisce con delle allusioni non molto simpatiche su uno dei personaggi di levatura superiore che ornano il venerabile Capitolo della Metropolitana, e io mi innervosisco subito: come per denigrare il Messale antico si ridicolizza la prassi di una volta, così per contestare un’opinione si denigra la persona. Eppoi o uno spiega i suoi giudizi oppure alludere senza dire non è tanto bello. Mi scusi eh, e mi impegno a stare fra le righe, senza andarci sopra!

  16. In compenso, cari amici, il fronte “progressista”, scontento dell’esito di un Sinodo che dava già per scontato, ha già avviato l’incitamento aperto alle epurazioni.

    Ecco quel che dichiara Andrea Riccardi, uno dei campioni della nuova Chiesa postconciliare:
    “Dal Sinodo è emersa la necessità di riformare il governo centrale della Chiesa. Alla guida dei dicasteri Francesco deve avere persone in sintonia con lui”.

    Passa quindi a indicare apertamente i nemici da togliere di mezzo, che sono i superstiti dell’era Benedetto XVI:
    “Il governo attuale di Francesco è rimasto quello di Benedetto XVI. Ed è proprio nella compagine del suo governo che Francesco incontra le resistenze più forti al cambiamento. La sua riforma della Curia non può limitarsi all’accorpamento di qualche dicastero (un maquillage da governi italiani). Papa Bergoglio ha bisogno di collaboratori in sintonia con lui. ”

    Testo integrale:
    http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-37078/

    Ora è chiaro a tutti il concetto di collegialità di questa genìa?
    Ora è chiaro a tutti come si fa a decidere ‘collegialmente’ quel che vogliono loro?
    Ne vedremo delle belle. Come ho già detto si è (forse) vinta una battaglia, ma la guerra è ancora lunga… e temo non ne verrà grande bene alla povera Chiesa.

    • Sai, in realtà non è un mistero che la Curia Vaticana fosse stata contraria a delle aperture auspicate da Francesco. Il problema che riscontro su quanto dice Riccardi al massimo è che ognuno di noi deve fare il proprio lavoro: io il mio, Riccardi il suo e lasciar fare al Papa regnante il proprio.

    • @Gregorius. Normale che il papa possa scegliersi i collaboratori. Se il papa ha confermato molti è perché li ritiene validi collaboratori nelle cose essenziali e a lui utili. Un buon capo, qui Simon può meglio esprimersi, credo che cerchi la competenza e la validità delle persone, purché alla fine accettino le sue decisioni. Un papa ha sempre bisogno di collaboratori che non la pensano sempre come lui. Gli serve per avere un orizzonte ampio delle situali, eventuali suggerimenti che provengano da persone con sensibilità e idee diverse ecc. Questa impostazione di papa Bergoglio mi pare saggia, purché non gli sfuggi di mano. L’uniformità chiesta da Riccardi la ritengo controproducente e forse esprime la preoccupazione di uno stallo non secondo i desideri del papa per il rinnovamento in base al ottimo discorso finale del Sinodo. Questo comunque non c’entra nulla con la Collegialità
      Una nota: lasci perdere il dispregiativo “genia”. per educazione, carità cristiana e rispetto per le decisioni del papa che a Ricciardi da credito, non sappiamo fino a quale punto. Non le pare? saluti.

      • In effetti, un team, e un “governo” è un team, è davvero efficace se sa far leva e forza dalle differenze piuttosto che dall’uniformità: la diversità di vedute è sempre una ricchezza e anche se necessita più sforzi per raggiungere una decisione comune, l’implementazione di solito è velocissima.
        Ma questo significa che abbiamo un team composto di membri maturi che sanno quando si può discutere e pronti a mettere all’opera le decisioni anche se non sono in linea con le proprie e questo nel modo il più intelligente possibile: per questo è importante aver davvero capito l’importanza del bene comune e la capacità di farlo passare davanti ai propri interessi o opinioni personali.

        Il fatto di credere che bisogna avere intorno solo gente che la pensa come sè stessi è un errore di management primitivo che conduce a quel fenomeno chiamato “groupthink”: per prendere un esempio laico, se prendete la Svizzera essa è sempre governata a livello anche dell’esecutivo, sia federale che cantonale, dai rappresentanti di tutto l’arco politico e nell’insieme, non possiamo dire che sia governata così male.

        Nel caso della Chiesa è importante poi che al “governo” tutte le tendenze siano rappresentate, in quanto la nozione di unità è estremamente importante e non bisogna che una parte significativa del popolo cattolico non si senta in qualche modo rappresentato nelle proprie sensibilità. Detto ciò se qualche cardinale davvero non se la sente di lavorare con un Papa dato deve essere onesto soprattutto con se stesso e dimettersi: “non se la sente” significa avere sempre “second thoughts” circa le decisioni di chi è in carica.
        In Pace

        • Grazie delle risposte e colgo subito l’occasione per scusarmi di termini crudi. Come ho promesso a don Manuel, cercherò di starci più attento.
          Solo una precisazione: è chiaro che chi è al vertice deve avere collaboratori in sintonia con lui, non voglio certo negarlo.
          Il punto è un altro, più sottile: Riccardi non ha parlato di questo in un discorso sulle riforme della Curia, ma, attenzione, in relazione all’esito del Sinodo.
          Capite il sottile passaggio? Il pensiero è, in sostanza, che ci si deve assicurare di non avere ‘sorprese’ come quelle avute nel Sinodo. Cioè a dire che l’assemblea va pilotata a dovere.
          Come dicevo, non c’è male come modello di collegialità…

        • Ma l’articolo di Riccardi, neanche troppo velatamente, chiede la testa di Mueller, fa allusione ai dicasteri e non dice “se non siete d’accordo dimettetevi”, dice “bisogna che il Papa li cacci”…

          • Riccardi può dire quello che vuole, siamo in democrazia. L’autorità che esprime è quella che gli deriva nel bene e nel male dalla sua esperienza nel governo Monti. Da un punto di vista ecclesiale è “legato” alla comunità di S. Egidio. Pertanto le sue argomentazioni non hanno valore teologico e il Papa sarà in grado se lo ritiene opportuno di dare il giusto valore a quanto affermato. Il problema della Governance papale è chiaro fin dall’inizio del Pontificato, ma non nasce in quel momento. Le dimissioni di Benedetto XVI sono state segno del rendersi conto da parte sua che troppi si facevano forti della compiacenza del Papa nei confronti delle loro azioni mentre l’interessato ne era completamente all’oscuro. E’ ovvio che c’è l’esigenza di mettere ordine non solo formale nei vari dicasteri. Basta pensare a quanto successo per tener fuori lo IOR dalla blacklist delle banche sospettate di riciclaggio….

  17. Oggi è San Giovanni Paolo II. Una invocazione per la Chiesa credo che sia d’obbligo. grazie.

  18. proteggici ti prego grande San Giovanni Paolo Magno………………………

  19. @ Manuel. Se le interessa ho sempre apprezzato i suoi interventi, anche se non poche volte non li condividevo totalmente. Una vis polemica nei termini e modi secondo la carità cristiana per me è essenziale per ampliare gli orizzonti e cercare assieme di avvicinarsi alla comprensione più completa possibile dei problemi. Avere un unico desiderio e ideale sì. L’uniformità totale è.. noia mortale e non arricchisce. Gli amministratori del blog penso che abbiano parlato chiaro. Lei è sacerdote, quindi ritengo personalmente la sua presenza molto importante in questo blog. saluti.

    • Figurati se mi preoccupa il contraddittorio, se sono felice. Quando ho un pensiero su cui ho riflettuto molto parto sempre dall’idea che ho ragione. Ma poi se mi convincono del contrario accetto la critica. Il problema (almeno in me) sorge quando ci sono apprezzamenti nei confronti di una persona per denigrarla: della serie: chi è costui per giudicarmi? 🙂 🙂 🙂

      • In quel caso …arrabbiati , fallo notare…e continua imperterrito ..Ripeto, per me la tua presenza per quello che rappresenti è importante.

      • Caro don Manuel, Le ho risposto sopra, il problema è sorto perché io ho avuto l’impressione che lei avese fatto questo, cioè che facesse delle allusioni (che peraltro nn ho ben capito) sulla persona Biffi per sminuire le sue opinioni.

  20. Papa Francesco ultimamente ha detto ke

    farisei han fede come cosmesi, trucco, si mettono belletti, sepolcri imbiancati

    secondo diffidare di vicino ke eserctià carità lontano, nel senso non vede le necessità familiari, del prossimo delle persone vicine insomma, non collabora ha un cuore di pietra in diretta……….nel loro caso spesso la sinistra sa quanto fa la destra perkè oltretutto si pubblicizzano spesso, io io faccio volontariato (fuori)……………….

  21.  Quando vi avevo detto attenzione, non cantiamo vittoria perchè il messaggio che il Papa ha fatto passare alla gente arriva in un certo modo…eccoci serviti, guardate questa copertina di un diffusissimo settimanale:

    https://www.facebook.com/rrradiospada/photos/pb.577400568956283.-2207520000.1414338017./968022936560709/?type=1&theater

    Capito che ormai il disastro è fatto?

  22. Cliccate sopra la foto per ingrandirla

  23. be’ ma non si da’ molto credito a giornali gossip o scandalistici………………..

  24. Certo, cara Lieta. NOI non gli diamo credito, ma quanta gente semplice sì? E questo dovrebbe essere ben presente a chi sta in alto loco. Capisci cosa voglio dire?

    • Comprendo alla stragrande Gregorius, ma irporto un episodio personale che vuole fungere da motore di speranza. Oggi primo incontro per la comunione di uno dei miei figli. Il parroco, giovane (la mia età in pratica), dopo una messa cantata con chitarre e batteria elettronica (soft e ben suonata credetemi e non lo dico solo perché mia moglie ci suona in quel gruppetto) salta fuori nell’incontro coi genitori con queste frasi:
      – “perché è vero che a volte le nostre liturgie non sono all’altezza del sacrificio incruento che stiamo compiendo”
      – “perché credo sia palese a tutti che il pre-Sinodo di quest’anno non sia la cretinata tutti in o tutti out che è stata presentata da molti giornali”
      – “quel catechismo domande-risposte di Pio X che a volte è bello riscoprire”
      e ai bambini, prima di fare una decina del rosario (!) insieme a noi, ha detto:
      – “perché ho fatto una genuflessione? a chi? Alla statua della madonna? no. A quella di San Giuseppe? no. Al crocefisso? Eh no! E allora? Eh… a Dio che è presente. Ed è qui!” E indica il tabernacolo, e altra genuflessione.
      and again:
      – “tu andrea sei presente nella tua foto? No. La madonna è in questa statua? Ma no! E Cristo è presente in questa particola? EH SI! E se la divido? E’ presente VERAMENTE in entrambi, tutto in entrambi!”
      E sorrideva. Perché è la Verità che fa l’uomo libero e pure felice di esprimerla.
      Non stiamo parlando di un tradizionalista d’un pezzo ragazzi. Stiamo parlando di un semplice Don che vive la sua “vita con le gioie e i dolori di ogni giorno”. E’ quello che Dio vuole da teeeeeeeeeeeeeeeeee! Già, uno di quelli usciti dal seminario 10 anni fa, quegli stessi seminari diocesani così osteggiati perché i migliori sono solo quelli che adesso non esistono più perché li hanno voluti distruggere.
      Verrò dalla luna, ma davvero non capisco… che ne so, ogni volta che mi guardo in giro mica vedo sto sfacelo che molti mi vogliono dipingere.

      L’idea è questa: c’è speranza ragazzi.
      Questa è la semplicità che la gente semplice brama e intende al volo!
      Il resto è teologia cretina e sempliciotta che nutre i giornali quel numero di copie necessario per uscire anche la settimana successiva.
      ‘fanculo le cazzate, abbiamo una vita da vivere noi! 😛 😉

      • a) d’accordissimo sulla speranza nei nuovi preti: le nuove generazioni di preti saranno in larga parte assai diverse e molto più “tradizionali”
        b) il parroco di minstrel dottrinalmente è ok, ora deve solo perfezionarsi sopprimendo fisicamente il complessino della moglie di minstrel eheheheh 😉
        c) nel caso il parroco sia più clemente, minstrel potrà avvalersi di un’opzione che si intende far approvare al prox sinodo sulla famiglia, cioè che chi ha una moglie che suona in liturgia in un complesso chitarre e batteria potrà ottenere dal suo stesso parroco l’annullamento automatico del vincolo e convolare a seconde nozze in chiesa con nuova sposa di comprovata competenza nel canto gregoriano 😉 😉

        Per chi avesse dei dubbi…stavo scherzando!
        Però, seriàmente, direi all’ottimo parroco di fare al gruppo un ragionamento tipo : con quel che suonate adesso mettiamo in piedi un musical, una serata all’oratorio, una veglia, una festa pero missioni, qualsiaisi cosa; e facciamo un cammino per fare in liturgia un percorso diverso ecc., sviluppando un ragionamento serio e costruttivo.

        • Ad avere il tempo (e le competenze necessarie!) mi piacerebbe tentare questa esperienza.
          Il gregoriano io l’ho sempre cantato, ma non l’ho mai studiato seriamente. Come da prassi vocale l’idea è “dammi la parte, dimmi come la vuoi e fidati”. Ovviamente questo mi porta ad avere un pò di esperienza, ma pochissima idea filologica e di ricerca al riguardo.

          Detto questo c’è da dire che la classica corale il mio paesello ce l’ha ed ha anche delle belle voci. A volte succede che mi chiedono una mano per la sezione tenorile ed è sempre un buontempo. Inoltre il maestro è uno che scrive musica quindi capita di fare messe con organo e coro d’archi orchestrati all’uopo, oppure piccola orchestra di fiati.
          E non siamo certo gli unici visto che è l’intera zona che ha una solidissima tradizione di corali parrocchiali che fanno anche i concerti nel duomo della città.

          Infine, concludo, non mi sposerei mai una donna più competente in canto gregoriano che in Led Zeppellin. Ma ti immagini?! What a balls! 😀

          (Per chi avesse dei dubbi… stavo scherzando?) 😛

          • Orca locca, quanta grazia musicale dalle vostre parti.
            E un saluto alla moglie, messa in mezzo dalle nostre battutacce liturgico-musicali!

        • ke credi ke non stan già sviluppando ragionamento serio e costruttivo, ke ne sai delle loro iniziative

  25. cmq amici, come lo vedo io ke son bufale giornalistike e non mi sento na cima in sto mondo balordo, credo ke siam tanti vedere la superficialità di simil giornali, dopotutto la buona grande base della Kiesa è fatta di persone piuttosto accorte……………un esempio mirabilissimo Asia Bibi

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