Introduzione a Bernard Lonergan

Uno sguardo in fuga

Uno sguardo in fuga

Grazie della fiducia a chi mi ha chiesto una sintesi della posizione di Bernard Lonergan e della sua relazione con l’autentico Tomismo.

Una sintesi in breve e’ quasi impossibile. Poiche’ ciascuno parte da conoscenze e aspettative diverse, che non conosco, faro’ brevi accenni, a modo di esca, per poi cercare di rispondere a precise domande, senza sobbarcarmi il compito di spiegare tutto a tutti, obiettivo che richiederebbe tutt’altro impegno e spazio.

Le mie prime affermazioni avranno carattere negativo, per delimitare un po’ il campo. Ad es., talora il Lonergan viene posto nella corrente trascendentale, sorta in quel periodo in campo cattolico, soprattutto per l’influsso di Marechal, che il Lonergan conobbe dall’esposizione verbale di un compagno di studi a Roma. Ma il Lonergan ha sempre negato la sua appartenenza alla corrente trascendentale. Di fatto non si e’ mai interessato alle condizioni a priori del conoscere, ma ha creato una filosofia tratta dallo studio della conoscenza umana e, in quanto tale, a base empirica. Infine non ha quasi nulla che lo accomuni a Karl Rahner, il noto teologo gesuita coetaneo, che non e’ stato un pensatore sistematico ed e’ ancora citato su singoli temi, ma non ha lasciato una scuola, pur avendo avuto un grande influsso. Un libro di Otto Muck aveva inserito Lonergan nella scuola trascendentale, ma senza fondamento. Pero’ questa e simili errate classificazioni sono destinate a restare patrimonio della numerosissima schiera di coloro che devono mostrare di sapere senza conoscere. Se c’e’ stato un padre intellettuale del Lonergan questo e’ stato il card. John Newman con The Grammar of Assent, che il Lonergan rilesse piu’ volte, ma l’influenza riguardo’ piu’ l’attenzione costante al soggetto pensante, che non specifiche conclusioni del Newman.

E’ necessario avere un’idea della situazione del tempo. Il tomismo era stato promosso da Leone XIII, i gesuiti avevano pubblicato le 25 tesi distintive, ma soprattutto nella prima parte del secolo XX  c’era stata una fioritura di studi critici su s.Tommaso che ne stavano mettendo in luce il pensiero autentico. Gli studi principali, richiamati dal Lonergan nell’opera sulla grazia operante secondo s.Tommaso, sono quelli di Schupp, Doms, Landgraf e Lottin. Non solo la correttezza, ma anche la vitalita’ del tomismo tradizionale era tutt’altro che entusiamante. Come il Lonergan ricorda all’inizio dello studio su Idea e Verbum, nel 1939 comparve su Ephemerides theologicae lovanienses un articolo che analizzando molte opere di allora sull’aspetto intellettuale della processione dell’amore nella Trinita’, concludeva dicendo che le opere si dividevano in due categorie, quella di coloro che non cercavano di risolvere la questione e quella di coloro che la risolvevano in modo insoddisfacente.  Lo stesso Louis Billot, che era ricordato come il grande teologo della Gregoriana dove insegnara’ il Lonergan, aveva concluso la riflessione sulla processione intellettuale, dichiarandola del tutto simile a cio’ che avviene nell’immaginazione, nella quale dal punto di vista metafisico c’e’ un eguale passaggio dalla potenza all’atto rispetto ad un oggetto che puo’ non essere presente. Poiche’ l’immaginazione e’ una facolta’ sensibile la conclusione contrastava pero’ con la posizione di s.Tommaso, secondo il quale l’imago Dei (non il vestigium di Dio, presente in tutta la creazione) puo’esserci solo nella mente delle creature ragionevoli. Da qui l’analisi del Lonergan che preludera’ al trattato trinitario di alcuni anni dopo.

Il  Lonergan dedico’ undici anni allo studio di s.Tommaso e prima dell’opera su Idea e verbum, aveva pubblicato un serie di articoli, ai quali ho accennato, sulla grazia operante in s.Tommaso. Nel 1965 per motivi di salute abbandono’ l’insegnamento alla Gregoriana dove era stato chiamato nel 1953. Proprio nello stesso tempo, con la chiusura del Concilio, cessava non solo l’uso del latino, ma anche l’interesse per s.Tommaso nell’insegnamento teologico.  Ormai da anni le opere che avevano aperto il nuovo corso della teologia non erano piu’ in latino, quali quelle di Chenu, De Lubac, Congar, Rahner. A differenza di questi teologi il Lonergan non ebbe mai problemi con le congregazioni romane, i maligni dicevano che era perche’ nessuno lo capiva. Di fatto non era un autore facile, perche’ molto tecnico e con un’impressionante e stancante capacita’ di analisi.

In conclusione. Il Lonergan fu il piu’ grande neotomista del XX secolo, che fu capace non solo di ripristinare l’autentico pensiero di s.Tommaso, ma anche, in seguito, di sviluppare sistematicamente quelle che in s.Tommaso erano solo solide premesse, per ottenere un sistema intellettuale che rispondesse fino in fondo alle sfide della cultura contemporanea. Nei trattati in latino su Cristo, sull’Incarnazione e sulla Trinita’ il Lonergan ha usato come nessun altro le categorie metafisiche tomiste, che aveva riportato in vita, ed e’ riuscito ad introdurre la componente esegetica e storica emersa dai piu’ recenti studi. Successivamente, completo’ il compito che si era proposto con Method in Theology (1972) nel quali sviluppo’ per la teologia le riflessioni metodologiche del capolavoro, Insight. A Study of Human Undertanding (scritto nel 1953, pubblicato nel 1957).

Non amo’ la polemica ne’ la ribalta. Ma tra coloro che lo studiarono produsse effetti permanenti. La scuola che nacque spontaneamente da lui continua ad espandersi in tutti i continenti con nomi di tutto rispetto nel campo teologico, filosofico e, forse, anche economico, perche’, nel tempo perso…, si occupo’ anche di teoria economica.

Alcune delle sue grandi acquisizioni:

(1)          La nozione di conoscenza come struttura conscia autocostruentesi che persegue nell’ordine: l’esigenza di comprendere, poi quella di verificare la realta’, poi il valore, poi la relazione attiva e passiva con il divino.

(2)          La nozione di coscienza come esperienza di se’ e dei propri atti, quale era solo possibile nella sua concezione non intuizionista della conoscenza. Non conosco un’altra concezione simile, tantomeno cosi’ chiarificatrice. (v. n.4)

(3)          L’esatta distinzione tra comprensione e concettualizzazione e percio’ tra forma, oggetto della prima, e sostanza, oggetto della seconda. Qui sta la demarcazione decisiva tra tomismo e scotismo, infiltratosi in gran parte della scolastica.

 (4)         Come conseguenza del (2) la possibilita’ di prospettare un metodo empirico generalizzato e di far diventare empirica la filosofia nel suoi tre sviluppi: a. Lo sviluppo di un’empirica teoria della conoscenza; b. Quello di un’empirica teoria della metafisica riguardante i differenti contenuti di differenti atti conoscitivi; c. quello di una teoria critica del realismo derivante da a+b.

Oggi ci sono molte divulgazioni del pensiero del Lonergan, ma ritengo che sia consigliabile leggere direttamente i suoi testi, soprattutto qualche breve paper riassuntivo. Il problema e’ che questi papers, raccolti in differenti volumi delle CWL (Le tre Collections) non so dove si possano trovare sul web. I papers che consiglio per iniziare sono:

Metaphysics as Horizon;
The Cognitional Structure;
The Subject;
The Dimension of Meaning;
The Transition from a Classicist World-View to a Historical-Mindedness (molto citata);
The Future of Thomism.

Potrò trattare per accenni qualcuno di questi temi o altri, secondo le eventuali richieste.

Tom



Categories: Filosofia, teologia e apologetica

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20 replies

  1. (Questione tecnica: Minstrel metto qua i miei commenti che si vedono anche nell’altro articolo. Cancella quelli là e lascia questi qua. Grazie mille)

    Ok comincio io con le domande.
    Tenete sempre presente (lo dico soprattutto per eventuali nuovi lettori) che non sto trattando il problema come farebbe un teologo o un filosofo. Non sono un’esperta in materia. Sto solo approfondendo degli argomenti con una mia personale visione del “sapere”. Visione che vuole sempre alla fine arrivare ad una qualche utilità pratica, diretta o indiretta. Dunque potrà sembrare a qualcuno che le mie riflessioni non siano attinenti al tema….mi rincuora comunque sapere che il pensiero filosofico di un cardinale si sia allargato a temi economici 🙂 contraddizione solo apparente.

    Prendo ora un pò a caso dal web dei siti che trattano in generale l’argomento che vorrei introdurre e sottoporre a Tom e a tutti
    (non prendeteli come siti di riferimento, non so nemmeno chi siano gli autori! – ma solo come spunto momentaneo)

    Dunque. Leggendo “qua e là” il pensiero di Lonergan, da documenti in internet che vi fornisco poi, immediatamente mi sono tornati alla mente dei concetti in cui sguazzavo anni fa. Le discipline non sono né la filosofia né la teologia…però, ragazzi…quando si arriva ad un certo livello le scienze (almeno alcune parti di alcune scienze) non si “fondono” per forza? Tutte le scienze e le discipline non si chiedono sempre alla fin fine quale metodo usare e quali mezzi per “conoscere” – e poi agire ?
    Trattandosi in questo caso di filosofia/teologia, non si sconfina, talvolta, per forza nella psicologia e in generale nello studio dei processi cognitivi dell’essere umano ?

    Articolo che tratta dei modelli di APPRENDIMENTO.
    http://www.edurete.org/pd/sele_art.asp?idp=235&ida=4100
    Estratti:
    “L’apprendimento è dunque definibile come un processo che coinvolge lo sviluppo cognitivo, la dimensione mentale, affettiva, relazionale e motivazionale di un soggetto, snodandosi per tutto il corso della sua vita; è uno strumento di sviluppo il quale, essendo soggetto a continue trasformazioni dovute al livello psico-cognitivo raggiunto dall’individuo, produce cambiamenti relativamente permanenti che dipendono così non dalla maturazione o dalle condizioni dell’organismo del soggetto stesso, ma si verificano a seguito delle esperienze che l’individuo compie durante il proprio percorso esistenziale. Quando si parla di apprendimento è inevitabile fare riferimento al concetto di conoscenza e al ruolo che essa svolge nei processi cognitivi”

    “Il soggetto assume un ruolo attivo di adattamento ai contesti ambientali in cui apprende, apprendendo proprio attraverso la costruzione del mondo e delle esperienze. È così il soggetto che organizza il mondo utilizzando i processi mentali per cercare di creare le condizioni ottimali per intrattenere relazioni adattive con il mondo”

    “Grazie all’analisi riguardante le conoscenze metacognitive, si evince l’importanza e la necessità di favorire nel soggetto un apprendimento attivo, consapevole, significativo e auto-regolato”

    “L’individuo svolge così un ruolo centrale e attivo nel processo di apprendimento.
    A tal proposito J. Dewey, è un autore il quale sottolinea l’importanza dell’intreccio tra il momento teorico e il momento pratico, concependo il “fare” come un elemento basilare nei processi di apprendimento”

    “Oltre alla pedagogia, anche la psicologia ha elaborato teorie riguardanti l’apprendimento, sottolineando l’importanza nel concepire l’individuo promotore e realizzatore del proprio apprendimento, ponendolo, così, attivamente e in modo impegnato, all’interno della realtà nel quale si trova, nel raggiungimento di obiettivi desiderabili”

    Articolo di psicologia con particolare riferimento alla CONSAPEVOLEZZA corporea:
    http://www.psicologi-italia.it/psicologia/varie/720/consapevolezza-corporea.html
    Estratti:
    “Esistere non è solo la capacità di vedere il mondo esterno, quanto piuttosto la capacità di conoscersi come colui che può vedere il mondo. La consapevolezza di sé non è solamente un’esperienza interiore soggettiva, ma anche la base attraverso cui vediamo il vero mondo attorno a noi. Con l’aumento della consapevolezza di sé si può iniziare a vedere il mondo e gli altri in relazione a sé, invece di vedere sé in relazione agli altri”

    “Il processo di integrazione di un contenuto psichico richiede: 1) che il contenuto venga espresso, o drammatizzato, per 2) essere visto, 3) conosciuto, 4) integrato nella coscienza”

    Articolo sull’apprendimento della dott.ssa Vallorani, psicologa, psicoterapeuta.
    Evidenzia fase per fase come avviene l’apprendimento e come accompagnare gli allievi attraverso le fasi perché sia efficace.
    http://www.progetti-educativi.it/?cat=39
    Estratto
    “Ma se il concetto non è entrato ed è rimasto in superficie e se se ne ricordano solo aspetti impostati in modo meccanico, allora verrà riprodotto nella stessa forma: in modo superficiale, frammentato e devitalizzato. Il pensiero potrà avvalersi solo di pezzi di realtà, di parti non integrate, non riunite tra di loro e si disorienterà tra tanti concetti che si sommeranno l’uno sull’altro in modo uniforme.
    In questo modo il pensiero perde una delle sue caratteristiche più importanti che è la funzione attiva e autonoma della coscienza che fa sentire la persona protagonista della realtà esterna ed interna. Un pensiero passivo, rigido, amorfo determina una perdita di energia vitale, una perdita della dignità della persona e in particolare una perdita della propria libertà”

    (segue…)

  2. (Seconda parte)

    Andiamo ai documenti che ho trovato su Lonergan, che se approvati da Tom possono servire da riferimento a tutti.

    1) http://carleton.ca/ccer/wp-content/uploads/learning-about-learning.pdf
    Cheryl Picard, Learning about learning: the value of “Insight”

    2) http://gherripaolo.eu/metodo-umanistico_PC.pdf
    Paolo Gherri, da seminario sul Metodo Empirico Generale, “Verso una nuova metodologia scientifico-umanistica?”

    3) una tesi di dottorato che linko per voi esperti, ma che io non ho né il tempo né la capacità di leggere e giudicare.
    Dott.ssa Chiara de Santis, Comprendere e essere: lo sviluppo della questione ermeneutica nel pensiero di Bernard Lonergan
    http://www.univr.it/documenti/AllegatiOA/allegatooa_8040.pdf

    LA MIA DOMANDA: si pone quindi Lonergan come trasversale rispetto ad un insieme di discipline, compresa la psicologia ed in generale i percorsi formativi della persona/società che forse lui aveva in mente PRIMA di tutto il resto, soprattutto prima di sterili esercizi metodologici?
    Ed è quindi abbastanza ovvio (quanto triste) che sia stato snobbato da ambienti fortemente specialistici? …..piaga del mondo attuale….che spero cominci a svoltare almeno un pò……

    Un esempio di contaminazione (secondo me proficua) tra diversi campi del sapere. Qualche anno fa è nata una liaison tra psicologia e filosofia, una tendenza (che non so quanto seguito abbia avuto) che ha portato alcuni filosofi – nel senso di laureati in filosofia – a occuparsi di “psicoterapia”, proprio nel senso di incontrare persone in seduta “terapeutica” (terapeutica in senso lato). Si chiama “counseling filosofico”. Per accedere al master (e poi lavorare con i clienti/pazienti) bisogna avere il diploma di laurea in filosofia o psicologia o pedagogia o medicina http://www.sscf.it/
    Qui invece si può vedere il concetto di “insight” nella psicoterapia esistenziale:
    http://www.psicoterapiaesistenziale.org/La-posizione-della-psicoterapia-esistenziale.html

    (quest’ultimo discorso sul conseling filosofico non ha attinenza con Lonergan, è un’associazione di idee che ho fatto io….)

    Che ne pensate?
    Grazie.

    • Cara Trinity,
      scusa il ritardo.
      Molto in breve, ma disposto ad approfondimenti.

      Il Lonergan non era un cardinale, ma un religioso gesuita che dal 1953 al 1965 insegno’ alla Gregoriana, l’universita’ internazionale che i gesuiti hanno a Roma e che nel XX secolo era considerata forse la piu’ prestigiosa universita cattolica.

      Quanto al suo pensiero, hai colto nel segno perche’ il fondamento di tutto e’ una teoria della conoscenza, costruita su un’indagine psicologica della conoscenza a carattere empirico, nella quale pero’ il Lonergan chiarisce perche’ i dati della coscienza di se’ e dei propri atti possano essere considerati dati empirici. Di qui il nome di metodo empirico generalizzato.

      I tre punti di partenza della filosofia, secondo BL, sono (1) una teoria psicologica della conioscenza, che la psicologia non ha sviluppato a sufficienza anche se BL richiama spesso Piaget e le sue osservazioni, (2) una teoria epistemologica del valore della conoscenza e del quadruplice significato di oggettivita’ in relazione ad (1), e (3) una teoria metafisica come struttura dei contenuti della conoscenza paralleli alla sua struttura (v.1).

      Filosofi-psicologi. Si tratta di una contaminazione che in pratica puo’ avere risultati positivi o negativi, perche’ all’interno delle due discipline ci sono indirizzi che hanno poco in comune e soprattutto, non c’e’ nulla nella filosofia direttamente legato alla psicoterapia.

  3. Ciao Tom! Riprendo la domanda sull’epistemologia di Tommaso e quella di Lonergan dal vecchio thread:
    In breve, secondo me Lonergan non ha obiezioni sull’epistemologia di s Tommaso, che pero’ va oltre quella di Aristotele, c’e’ pero’ un’osservzione importante da fare sulla “natura” delle cose..”

    Che dici? l facciamo questa osservazione importante sulla natura delle cose?

    • Caro Claudio,
      l’osservazione riguarda niente di meno che le conclusioni della scienza contemporanea e la differenziazione del sapere scientifico da quello del senso comune. Ma non ti preoccupare che cerchero’ di essere vsemplicissimo, almeno in prima battuta.
      Tutti sappiamo oggi che siamo composti da molecole, composte da atomi, composti da…perche’ questa e’ la conoscenza comune propria della nostra epoca. C’e’ pero’ una differenza se questo stesso argomento e’ pensato a livello di “senso comune” o scientifico.
      Per il senso comune, come gia’ per Democrito, si pensa a particelle suddivise in sopttoparticelle sempre piu’ piccole, per lo scienziato si pensa a qualcosa di piu’ complesso retto da complicate leggi che, ad es. fanno parlare di non immaginabili corpuscoli/onde.
      Ai tempi di Aristotele e Tommaso la natura era la risposta alla domanda “che cos’e'” data pero’ in termini descrittivi secondo il senso comune e non secondo le “coniugate (correlazioni) esplicative” delle scienze.

      Poiche’, piu’ chiaramente in s.Tommaso, ma implicitamente in Aristotele, il reale e’ cio’ che e’ affermabile con un giudizio vero, entrambi non avrebbero avuto problemi ad accettare gli sviluppi odierni.

      • Aggiungo qualcosa alla troppo succinta risposta.

        Ho accennato nell’introduzione al problema derivante dalle limitazioni imposte dall’analisi solo metafisica all’analogia trinitaria sulla comprensione delle processioni del Figlio e dello Spirito Santo dal Padre, partendo dalla mente umana in quanto spirituale.
        Il primo passo attuato nei cinque articoli raccolti in “Idea and Verbum” e’ stato proprio di mostrare come Aristotele e Tommaso avessero utilizzato come fonte dell’analisi metafisica l’analisi psicologica del conoscere umano. Nell’ultimo articolo i risultati sono utilizzati per la teologia trinitaria.
        Nel 1953 l’indagine e’ estesa a tutti i campi della conoscenza umana, nella matematica, nella fisica, nella biologia, nel senso comune, nella metafisica, nell’interpretazione, nell’etica ed infine nel discorso su Dio. Non viene affrontato lo scopo ultimo dell’indagine quello di come la conoscenza si struttura nelle scienze umane e soprattutto nella teologia, perche’ nel 1952 BL ha notizia della chiamata alla Gregoriana e percio’ deve interrompere il lavoro l’anno successivo e raccogliere in un’opera a se’ stante i risultati gia’ ottenuti, che saranno pubblicati solo nel 1957 in “Insight”.
        Quando finalmente nel 1965 BL sarebbe stato pronto alla stesura di quello che sara’ “Method in Theology” dovette abbandonare l’insegnamento e sospendere tutto per un periodo di cure, che si protrasse a lungo, e pote’ perfezionare e pubblicare l’opera solo sette anni dopo, nel 1972.

        Ma il nucleo dei successivi sviluppi e’ nei risultati esposti nelle piu’ di duecento fitte pagine dedicate a Idea e Verbum nell’Aquinate. Pertanto mi soffermo un momento.

        Come gia’ era avvenuto nello studio sulla grazia operante, Lonergan si accorge che s.Tommaso sviluppa il proprio pensiero dalle prime opere alle ultime, usando una terminologia non costante ne’ sistematica, che e’ possibile quando si raggiunge una sintesi definitiva. L’Aquinate comprende che a monte delle categorie metafisiche di Aristitele c’e’ l’analisi psicologica del significato di una serie di domande, il primo tipo delle quali richiede una risposta elaborata, non riducibile ad un “si/no/non so/forse/ possibile/probabile”. Sono le domande “com’e’? “ “perche’ e’ cosi’?” “che cos’e’?”. I tre tipi di domande non sono equivalenti, anche se sono complementari nel senso che ciascuna prepara la strada alla soluzione della successiva. Il punto di snodo e’ la seconda domanda che verte intorno alla causa intellegibile, la causa formale di cio’ che e’ descritto nella prima domanda e che viene compiutamente definito nei suoi caratteri generali nella risposta alla terza domanda. L’esempio portato da Aristotele e ripreso da Tommaso riguarda l’eclissi della luna e le sue fasi regolari, facili da descrivere, ma incomprensibili finche’ non si e’ capito che esse non possono che derivare dall’ombra terrestre proiettata sulla superfice sferica della luna. Questa comprensione non e’ un dato sensibile in piu’ da aggiungere alla descrizione, perche’ finche non si e’ compresa la spiegazione le osservazioni possono essere ripetute all’infinito in modo sempre piu’ meticoloso, ma senza risultati.

        La comprensione nasce dall’indagine sui dati e dal loro adattamento in configurazioni semplificate piu’ adatte per la comprensione, e ha un carattere unificante, perche’ e’ un’unica comprensione di un complesso di dati. Benche’ unica, essa non puo’ che essere espressa in modo complesso attraverso un gruppo di concetti che esprimono i riferimenti ai dati e alle conseguenze della comprensione. In termini metafisici, la comprensione coglie la forma, la definizione successiva esprime la sostanza, o essenza, o natura, cioe’ la forma con riferimento ai dati in generale e alle potenzialita’ dell’insieme. Il soggetto passa da una conscia ricerca dell’intelligibilita’ dei dati, ad una intelligente comprensione di essi, per poter esprimere dei concetti. I concetti non sono pertanto il prodotto inconscio ed automatico della mente umana, come era ritenuto dal concettualismo scotista e come e’ spesso comunemente ritenuto.

        Poiche’ la natura delle cose (o essenza o sostanza) e’ frutto del capire, essa sara’ definita correttamente solo in tanto in quanto si e’ capito e poiche’ la comprensione delle cose e’ tuttora in corso, la nostra definizione della natura delle cose e’ parziale e provvisoria.

  4. Ora ho trovato anche questo 🙂
    Tratto da Bruno Forte “Teologia e psicologia: resistenza, indifferenza, resa o integrazione?”
    http://dimensionesperanza.it/aree/spiritualita/psicologia-e-spiritualita/item/4101-teologia-e-psicologia-resistenza-indifferenza-resa-o-integrazione-seconda-parte-bruno-forte.html
    Articolo due-piccioni-con-una-fava ovvero una citazione di Lonergan e al contempo riflessioni su altre “contaminazioni”: teologia e psicologia

    B. Lonergan, Il metodo in teologia, Brescia 1975,125s: «Being in love with God, as experienced, is being in love in an unrestricted fashion. All love is self-surrender, but being in love with God is being in love without limits or qualifications or conditions or reservations. Just as unrestricted questioning is our capacity for self-transcendence, so being in love in an unrestricted fashion is the proper fulfilment of that capacity. That fulfilment… dismantles and abolishes the horizon in which our knowing and choosing went on and it sets up a new horizon in which the love of God will transvalue our values and the eyes of that love will transform our knowing» (Method in Theology, London 1971, 105f).

    «Essere innamorati di Dio, in quanto sperimentato, è essere innamorati in maniera che non conosce limite alcuno. Ogni amore è donazione di sé, ma essere innamorati di Dio è essere innamorati senza limiti, né restrizioni, né condizioni, né riserve. Come il nostro potere illimitato di domandare costituisce la nostra capacità di autotrascendenza, così l’essere innamorati in maniera illimitata costituisce l’attuazione propria di siffatta capacità. Questa attuazione… smantella e abolisce l’orizzonte entro il quale finora si verificava la nostra conoscenza e la nostra scelta, e stabilisce un nuovo orizzonte nel quale l’amore di Dio transvalorerà i nostri valori, e gli occhi di questo amore trasformeranno la nostra conoscenza»

    (traduzione italiana tratta dall’articolo linkato sopra)

    (Non lo dice anche Simon che lo sguardo di chi ama è oggettivo?)

    P.s. io sto prendendo le questioni da una prospettiva molto generale – e non so nemmeno se corretta, mi perdonerete.

    A voi esperti andare sullo specifico secondo le vostre competenze.

  5. Sì, qualcosa di quello che ho scritto sopra ora ho capito che….c’entra con Lonergan 😉

    Finding the Mind, Intro for non-Lonergan readers
    https://docs.google.com/document/d/1S9QV5Q1NZNjyVlQCHXnmq0M1rM1EmUlru2dbhznV-H0/mobilebasic?pli=1&hl=en_US

    Tom, tutti qua in attesa di un tuo commento 🙂

    • Gli ho scritto. Vediamo se ha tempo. 🙂

      • Ciao Minstrel, perdonami se utilizzo il primo post sul tuo eccellente blog per una comunicazione di servizio, ma avrei bisogno di contattarti in privato. Posso e se sì, a quale indirizzo?

        Ciao e grazie

    • Cara Trinity,

      la citazione del Forte e’ giusta, ma fuori del contesto e utilizzata ad usum delphini, perche’ le relazioni tra psicologia e teologia sono viste da BL in tutt’altro modo. Per lui entrambe le discipline sono sviluppi della conoscenza umana, cioe’ della stessa struttura intenzionale per capire tutto di tutto, Questa struttura comune e’ studiata dalla filosofia nelle sue tre direttive principali (che cos’e’ la conoscenza, perche’ il conoscere e’ conoscenza, e che cosa conosco quando conosco), come ho detto sopra, ma poiche’ non mi sembra che al Forte interessi la filosofia, l’integrazione che lui vede tra le due discipline, psicologia e teologia, e’ diversa.

      Grazie del rimando a CB King, che non conoscevo, anche se cio’ che cita mi e’ noto. Ormai la scuola del Lonergan e’ talmente diffusa che e’ molto difficile tenersi aggiornato, per me impossibile. Come vedi, ci sono anche molte donne, e di valore.

      • Grazie Tom per le risposte 🙂

        (perché gli avevo dato del “cardinale”? – perché probabilmente andando di fretta su certi risultati di Google avevo letto che aveva partecipato al CVII… ora ho riletto e ho visto che ha partecipato come perito. Non che a me interessi la carica per dar credito ad un’idea….e difatti parlando di psicologia, ad esempio, ho una visione piuttosto personale di questa “scienza” che non corrisponde propriamente a quella “ufficiale” perché mi riferisco anche al lavoro di terapeuti o a metodi sconosciuti agli accademici…estremizzando, mi potrei anche riferire a chi non ha scritto nulla ma sa avvicinarsi all’essere umano….o anche mi riferisco al fatto che molte teorie non sono state ancora ad oggi del tutto comprese, sviluppate, integrate – al di là degli indirizzi considerati. Appunto, al di là…ci manca, spesso, alle varie scienze, accademicamente considerate,di fare quel salto di qualità)

        Bene 🙂 Alla luce di quello che ci hai detto, ora si può comprendere meglio quello che viene detto nei seguenti siti.
        Nel primo sito si afferma chiaramente che BL non intende “integrare” le scienze nel senso di “mischiare i contenuti”.

        http://www.ignatianspirituality.com/ignatian-voices/20th-century-ignatian-voices/bernard-lonergan-sj/
        Insight— Bernard Lonergan’s monumental work—addresses the question “What am I doing when I am knowing? ”
        He asked this question for two reasons:
        -To provide what he called a “common ground” on which people could meet one another, that is, the common ground of the operations through which they pursue meaning and truth.
        -To provide what is probably a solution to the fragmentation of knowledge—not by attempting to integrate the content of knowledge, but by acknowledging the same operations of experiencing, understanding, and judging in all fields.

        This acknowledgment, which Lonergan’s book Insight shows, brings a startling unity to knowledge and to the pursuit of understanding in every field. It helps us relate such “hard sciences” as mathematics, physics, and chemistry to the sciences of life, and to relate all of these to psychology, philosophy, the arts, and theology.The key is the act of insight.
        Lonergan is seeking an insight into insight itself. He writes: “…to grasp it in its conditions, its working, and its results is to confer a basic yet startling unity on the whole field of human inquiry and human opinion.” (By Jim Campbell)

        Qui si fa una breve presentazione di uno studio, una presentazione che dice abbastanza (credo) sulla posizione filosofica. Sempre al vaglio di Tom. O per confrontarsi con Claudio. (io non ho capito una cippa, non avendo letto Tommaso. Intuisco qualcosa qua e là)
        Jim Duffy. Review of Verbum: Word and Idea in Aquinas by Bernard Lonergan, The Collected Works of Lonergan. Volume two. Frederick Crowe and Robert Doran, eds.Toronto: University of Toronto Press. 1997. 09 Oct. 1997.
        http://lonergan.concordia.ca/breviews/duffy.htm

        Qui una cosa molto interessante che invece capisco bene.
        Non so però quanto e se questa posizione sia oggi accettata….
        Presentazione del volume 7 dei Collected Works
        http://www.amazon.com/The-Ontological-Psychological-Constitution-Christ/dp/0802084745

        Ho trovato anche altri link di vari settori di scienza o conoscenza che utilizzano il metodo di Lonergan. Il suo metodo sta dando molti frutti, sembra.
        Ogni tanto, in diversi ambiti e settori della scienza e della vita, s’incontra un genio.
        Eccone un altro 😉

        • Minstreeeeeeelllllll 🙁
          Non ho la più pallida idea del perché è uscita quell’immagine!!!
          Avevo linkato normalmente copiando la mia barra degli indirizzi…
          Vedi se puoi sistemare

        • Cara Trinity,
          mi chiedi se la teoria espressa in “The Ontological and Psychological Constitution of Christ” sia oggi accettata. Criticata oggi, no, utilizzata forse neppure. Di fatto questa e’ stata la prima opera pubblicata in latino alla Gregoriana ed e’ stata tradotta in inglese solo con la recente ripubblicazione nelle CWL. Quindi dopo il 1965, e’ ben improbabile che sia stata utilizzata come manuale (complementare) d’insegnamento, quando nessuno piu’ usava il latino ed era interessato alle categorie scolastiche, che quel manualetto spiega in modo brillante. Poco dopo la pubblicazione fu radicalmente criticata dal collega gesuita p.Angelo Perego su Divinitas 2 (1958) 409-24. Fu una delle rarissime volte, nelle quali BL, che rifuggiva la polemica, fu costretto a rispondere fino in fondo. Era nuovo in Italia e alla Gregoriana e non poteva permettersi di essere completamente frainteso. Ne venne fuori l’articolo: “Christ as Subject: a Replay” ripubblicato in Collection (CWL 4). Il nocciolo del fraintendimento era la nuova nozione di coscienza come esperienza, in senso stretto ed interna, di se’ e dei propri atti. Come avere esperienza di un oggetto non significa ancora conoscerlo, ma e’ solo il presupposto per cercare di conoscerlo, sollevando domande su “Com’e’?”, “che cos’e’ ?” “Perche’ e’ cosi’ ?” e poi le domande se “E’ veramente cosi, la sua descrizione e la sua spiegazione?” “Esiste?”, infine le domande sul valore, “E’ utile, buono, valido?”. Cosi’, avere esperienza del soggetto e delle sue operazioni non e’ ancora conoscere ne’ lui ne’ le sue operazioni. Il Lonergan qui prende chiaramente posizioni contro l’intuizionismo conoscitivo in favore della concezione della conoscenza come struttura che si costruisce consciamente a differenti livelli. Una concezione intuizionista non puo’ parlare del soggetto in quanto soggetto perche’ nell’intuizione il soggetto sarebbe percepito come oggetto, non come soggetto.

          • Aggiungo quello che so. Dopo “The Ontological and Psychological Constitution of Christ”, che e’ un’integrazione al corso vero e proprio, Il Lonergan scrisse due manuali latini sulla Trinita’ e sul Verbo Incarnato. Il primo, in due volumi, e’ stato pubblicato in latino e inglese nelle CWL, il secondo dovrebbe essere pubblicato a breve. Il corso sulla Trinita’ e’ stato nel suo genere un capolavoro e dal punto di vista teorico (il secondo volume) e dal punto di vista storico per la ricostruzione dello sviluppo dogmatico nel primo volume. Pensavo che fosse stato interamente dimenticato, ma mi sbagliavo perche’ ho saputo dell’interessante progetto, portato avanti congiuntamente dal prof Robert M. Doran, SJ della Marquette University (USA) e dal professor Neil Ormerod dell’Universita’ Cattolica Australiana di Sydney per utilizzare la teoria trinitaria di Lonergan come il nucleo sistematico di tutta la teologia.

  6. Grazie Tom 🙂
    Un’ultima domanda…sulla psicologia per Bernard Lonergan.
    Vediamo ad esempio una “psicologia diversa” da quella più comunemente intesa. È comunque una scuola relativamente conosciuta, non del tutto…orfana.
    So che richiede del tempo, ma se potessi dare un’occhiata agli articoli che linko, soprattutto il primo…. mi potresti dire se, quanto e in che cosa, secondo te, Viktor Frankl può incontrare Bernard Lonergan…..?
    (se non hai tempo, lasciamo la questione così com’è: aperta a chi la vuole approfondire. Io estraggo solo delle brevi citazioni dagli articoli completi che linko per tutti. E poi lascio spazio per argomenti più In Topic)

    http://www.logoterapiaonline.it/Logoterapia/IPrincipi/tabid/62/Default.aspx
    “non c’è una psicoterapia senza una teoria dell’uomo ed una sottostante filosofia della vita” (Viktor Frankl)

    “La prima legge è orientata a stabilire l’unità dell’uomo nonostante la molteplicità delle sue dimensioni, mentre la seconda sottolinea che una vera comprensione della personalità si ha soltanto quando si tiene conto che la molteplicità dei fattori che realizzano l’uomo viene concretamente vissuta in una totalità integrata”

    “La tesi centrale della logoterapia è che c’è sempre un significato della vita da realizzare e sta in potere dell’uomo ricercarlo e attuarlo. Tale significato è unico e relazionato ad ogni singola persona e ad ogni singola situazione.
    “Nel contesto della logoterapia, il significato non rappresenta qualcosa di astratto, ma qualcosa di assolutamente concreto: il concreto significato cioè di una situazione, con cui un’altrettanto concreta persona viene a confrontarsi” (V. Frankl).Questo significa l’unicità dei significati. Per Frankl non esiste un significato universale della vita, ma esistono significati unici di situazioni individuali.
    “Tuttavia fra queste situazioni vi sono anche di quelle che hanno qualcosa di comune e, conseguentemente, vi sono significati condivisi da esseri umani. […] Piuttosto che essere in relazione a situazioni uniche, tali significati hanno riferimento alla condizione umana” (V.Frankl). Ed ecco perché li chiama valori”

    http://www.santiebeati.it/dettaglio/94494
    La Terza Scuola Viennese: dalla psicoanalisi alla LogoterapiaFin dal tempo dell’università Frankl manifesta uno spiccato interesse per i problemi della psicologia, conosce personalmente il medico viennese Sigmund Freud (1856-1939) ma si sente più attratto dalla psicologia individuale dell’austriaco Alfred Adler (1870-1937), con cui inizia un’intensa collaborazione. All’interno del movimento adleriano Frankl s’avvicina alle posizioni dello psicologo pure austriaco Rudolf Allers (1883-1963), CATTOLICO E TOMISTA, i cui interessi filosofici andavano ben oltre i confini ristretti della teoria adleriana e dopo la sua uscita dal movimento anche Frankl ne viene espulso.

    Frankl fa parte dello sparuto gruppo di psichiatri e di psicoterapeuti che non sono stati abbagliati dalle verità parziali della psicoanalisi e della psicologia del profondo, e che non si sono neppure limitati a criticarne le teorie, ma hanno cercato di prospettare in alternativa una teoria atta a spiegare fenomeni psichici razionali e irrazionali, normali e patologici, partendo da una concezione dell’uomo come essere dotato di anima e di corpo e con una vocazione alla trascendenza.

    In Italia il lavoro di V. Frankl viene portato avanti dall’A.L.Æ.F (Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana) , il cui fondatore è don Eugenio Fizzotti http://www.logoterapiaonline.it/IlFondatore/tabid/67/Default.aspx
    Infatti se anche V. Frankl era ebreo (lo “psicologo nel lager”), è tra gli autori molto apprezzati dai cattolici.

    • Cara Trinity,
      prima di risponderti, per caso provvidenziale, sono capitato a leggere i tuoi interventi sul post di Law (il 2). Bellissimi. Grazie.

      Sulla tua domanda, non essendoci ancora l’indice generale, potrei trascurare riferimenti di BL a Frankl in opere minori. In Insight Lonergan considera Freud, Jung, Adler, Stenkel in relazione soprattutto all’insorgenza dell’insight (la comprensione), citando dettagliatamente la discussione sulla relazione tra psicoanalisi e conoscenza fino a H.S.Sullivan (Insight,CWL 3, p.227) e aggiungendo alcune brevi note metodologiche su Freud (ivi, p 227-231). Non prende invece in considerazione Frankl. Mentre in Method in Theology (1972) ci sono molte citazioni del decennio successivo a p.67-69 e tra esse le principali opere di Frankl in relazione all’indirizzo piu’ esistenziale della psicoanalisi. Non c’e pero’ alcun giudizio specifico. Per quello che posso dire, molto superficialmente, e’ che indubbiamente i risultati che Frankl ha ottenuto indicano che aveva colto aspetti molto importanti della terapia. E’ poi piu’ difficile aver tempo ed opportunita’ per riflettere pienamente sull’aspetto teorico delle proprie esperienze e queste riflessioni rischiano di essere ulteriormente semplificate da chi si richiama a lui come maestro di pratica, anche se si tratta di una nobile pratica. Quello che scrive sul Dio inconscio mi sembra interessante, ma non ho letto il suo libro su quell’argomento. Bello anche il suo matrimonio con una cattolica nel rispetto reciproco delle convinzioni religiose.

      • Scusami se non ho risposto direttamente alla domanda su che relazione hanno la psicologia di Frankl e quella di BL. Il Lonergan non e’ uno psicologo, ma s’interessa solo di psicologia della conoscenza, perche’ e’ convinto che essa sia la base della filosofia. Denominera’ il suo studio analisi dell’intenzionalita’. Essa inizia da quando la coscienza del soggetto ha una prima comparsa nel sogno fino all’esperienza religiosa. Poiche’ la dimensione spirituale del soggetto coincide con lo sviluppo della sua intenzionalita’,c’e’ certamente una relazione tra i momenti dello sviluppo del soggetto studiati nella loro piena generalita’ dal Lonergan e alcuni dei problemi piu’ generali affrontati da Frankl, ma non saprei dire di piu’.

        • Grazie, mi hai già risposto abbastanza per quello che si può fare via internet! Hai dato comunque a me e a tutti delle ottime basi da cui partire per approfondimenti. Grazie!
          Infatti m’interessava se BL avesse sviluppato anche una linea di pensiero sposando questa o quella scuola – oppure se l’avesse fatto inconsapevolmente esprimendosi nelle proprie opere.
          Hai chiarito definitivamente dicendo che è interessato comunque solo alla psicologia della conoscenza. Quindi prende dagli psicanalisti, psichiatri, psicologi ecc. solo quella parte dei loro studi.
          È già comunque NOTEVOLE che in quegli anni abbia utilizzato certi strumenti. Sicuramente negli anni successivi gli studi anche nella psicologia sono proseguiti..e proseguono…dunque ci sarebbe “lavoro” per chi volesse continuare su quella strada.
          Poi ogni tanto penso: ma se certi geni avessero avuto internet…quello avrebbe detto a quest’altro che….e chissà dove arrivavano 🙂

  7. capire, troppi han arrogance capire solo sè stessi, ke forse finora gli è andata assez bien………………..

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