Oggi il Compleanno del Summorum Pontificum!

Forma Straordinaria

La Divina Liturgia

Oggi è un giorno di gioia con fortissima simbolica: 7 anni sono passati dal  07/07/07  quando l’allora Sommo Pontefice, S.S. Benedetto XVI, regalò alla Chiesa il Motu Proprio Summorum Pontificum. Un passo importante per una Chiesa che aveva, e ancora ha, bisogno di fare la pace con se stessa.

La forma straordinaria risponde al bisogno spirituale di centinaia di migliaia di cattolici nel mondo intero che si riconoscono pienamente nella Chiesa di oggi e sono lontani anni luce alle erranze eretiche e scismatiche lefebvriste e sedevacantiste. Ne abbiamo parlato più volte sul Croce-Via: basta andare a dare un’occhiata in Liturgia e Sacra Scrittura.

In Francia circa il 15% delle ordinazioni sacerdotali degli ultimi 10 anni è stata conferita a dei sacerdoti che celebreranno la forma straordinaria, mentre, forse, il numero di cattolici di sensibilità tradizionale è probabilmente molto inferiore all’1%.  Questo meno del’1% “produce” il 15% !

Quando sappiamo che anche nella tremenda Svizzera ( tremenda a livello episcopale e sacerdotale) ben 66% dei praticanti, che rappresentano il 4 % del totale dei cattolici, vorrebbero avere la possibilità di partecipare regolarmente alla forma straordinaria, ben capiam cosa potrebbe succedere se la forma straordinaria fosse offerta sistematicamente in ogni parrocchia. Immaginiamo solamente un istante se ciò avvenisse: nulla ci impedirebbe di immaginare che i sacerdoti in questione sarebbero il 60% delle  consecrazioni negli anni seguenti.

Bisogna dire che un guardare un sacerdote che celebra secondo la forma straordinaria fa “venir la voglia” ad un giovane di dedicarsi peinamente al Signore molto di più  che la vista di un “assistente sociale” che manco ha il diritto di sposarsi e che se ne sta seduto con uno sguardo bovino a guardare il pubblico cantare : ma siamo umani incarnati e non spiriti angelici disincarnati: queste cose contano anche.

Alcuni vedono nella forma straordinaria come una “concorrenza” colla forma ordinaria: posso testimoniare che quando dei sacerdoti come, ad esempio,  quelli della Communauté Saint Martin celebrano la forma ordinaria come la Chiesa comanda, nessuno, ma proprio nessuno, ha il desiderio di altre forme ed, in più, hanno vocazioni sacerdotali in grande numero.

Personalmente ho sempre pensato che la “concorrenza” sia cosa buona non solo in campo economico ma anche in quello spirituale: dove per concorrenza, ovviamente, non intendo una lotta darwiniana a morte ma una ricerca intensa dell’ “areté” dei filosofi greci, l’eccellenza. Il fatto di lasciare libera l’offerta di due forme riconosciute da chi è il Custode del Rito Romano nella Chiesa Latina è una cosa buona in sé: la moltiplicazione dell’offerta implica sempre l’aumento della domanda.

Questo si vede anche in economia dove, quando si riesce a far evolvere contratti di esclusività a contratti aperti, non solo il principale vede le proprie vendite aumentare in generale in una data geografia, ma anche colui che aveva l’iniziale sola esclusività. Non devono aver paura i vescovi di applicare il Summorum Pontificum liberalmente: questo spingerà il loro Presbiterium a celebrare sante messe di migliore qualità ( qualità umana s’intende, quella sacrificale di N.S. Gesù Cristo è sempre la stessa, ovviamente) che attireranno ed educheranno sempre più fedeli, rilanciando anche l’appello vocazionale.

Certo, molti cripto-lefebvriani si nascondono sotto le mentite spoglie di un fedele amante della forma straordinaria e fanno molto rumore che crea una giusta irritazione nelle curie: il vero cattolico di sensibilità tradizionale ama la sua Chiesa, soddisfa in modo naturale all’articolo 19 della Universae Ecclesiae e non si fa mai sentire per calunniare e pettegolezzare Sua Madre la Chiesa ed il Sommo Pontefice. Anzi, un accesso davvero allargato nei fatti allontanerà costoro, in quanto, appunto, chi è davvero cattolico non sa che farsene degli scontenti sempiterni, degli scismatici nel cuore e degli eretici nel pensiero.

Ecco, cerchiamo di ricordarci del 07/07/07 come il giorno del gran ritorno della ricerca dell’ “areté”, dell’eccellenza, nella celebrazione del rito romano della Chiesa latina, eccellenza che va da essere ricercata da ed in ogni comunità ispirata dal soffio dello Spirito Santo che l’anima.

Buon Compleanno!

In Pace

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Categories: Liturgia e Sacra scrittura

21 replies

  1. “In Francia circa il 15% delle ordinazioni sacerdotali degli ultimi 10 anni è stata conferita a dei sacerdoti che celebreranno la forma straordinaria, mentre, forse, il numero di cattolici di sensibilità tradizionale è probabilmente molto inferiore all’1%. Questo meno del’1% “produce” il 15% !”

    “quando dei sacerdoti … celebrano la forma ordinaria come la Chiesa comanda, nessuno, ma proprio nessuno, ha il desiderio di altre forme ed, in più, hanno vocazioni sacerdotali in grande numero.”

    “Il Papa [enedetto XVI] scrive che il Santo «era convinto che dalla Messa dipendesse tutto il fervore della vita di un prete: “La causa della rilassatezza del sacerdote è che non fa attenzione alla Messa! Mio Dio, come è da compiangere un prete che celebra come se facesse una cosa ordinaria!”» [3].”
    http://www.vatican.va/news_services/liturgy/details/ns_lit_doc_20100216_sac-cel-euc_it.html

  2. Personalmente credo che il Summorum Pontificum abbia fallito clamorosamente lo scopo per cui è stato emanato: venire incontro a sensibilità diverse, che mal sopportavano la nuova Liturgia con molte valide ragioni , anche non di tipo dottrinale o teologico. Infatti in troppi casi è diventata una bandiera dei tradizionalisti contro il Vatt. II e la nuova Liturgia, benché per molti sia stato un momento di riassaporare una liturgia dove il raccoglimento, il senso del mistero, l’eucarestia e il sacrificio della croce come centro della messa possono meglio soddisfare la propria spiritualità. Non è detto che non abbia contribuito al ritorno di molti cristiani alla chiesa. Tuttavia ritengo che sia un grosso errore mantenere due forme liturgiche, creando quasi solo dissidi e partigianeria. La soluzione sta proprio in quel “quando dei sacerdoti … celebrano la forma ordinaria come la Chiesa comanda, nessuno, ma proprio nessuno, ha il desiderio di altre forme ed, in più, hanno vocazioni sacerdotali in grande numero.” Riformare in fretta l’N.O. togliendo i molti abusi e facendo in modo che la chiesa ridiventi la casa di Dio, non delle riunioni…condominiali, dove si fa di tutto e tutto è permesso, compresi applausi… Come anche ‘Eucarestia in bocca e in ginocchio rende meglio la sacralità delle specie eucaristica. Segni importantissimi. Almeno in Europa la sensibilità maggioritaria credo che sia questa. In Argentina forse è diversa….

    • Caro Vincenzodatorino,
      sai, in fin dei conti, la penso come te: questo “in fin dei conti” l’avevo espresso nel post “L’ultima messa” http://pellegrininellaverita.wordpress.com/2014/02/17/lultima-messa/

      Vorrei però mostrare la mia solidarietà totale con coloro che hanno “sensibilità diverse, che mal sopportavano la nuova Liturgia con molte valide ragioni “: costoro son stati traditi , soprattutto in Italia, ma non esclusivamente ovviamente, da quei tradi-protestanti che ne hanno fatto un vessillo contro il Papa e la Santa Chiesa , tipi alla “De Mattei” e altri compari.

      Eppoi, bisogna riconoscere che, relativamente al loro numero dei praticanti, danno vocazioni alla Chiesa che non son neanche molteplici ma veri e propri ordini di grandezza di quelli negli altri ambienti: fossi vescovo, ci farei un pensierino.

      Grazie.
      In Pace

      P.S.: La Chiesa dell’America Latina è “diversa”: obbedisce a dinamiche culturali che ci sono estranee. Personalmente ho visitato quasi tutti i paesi del sottocontinente e non sono mai stato “impressionato” dalla profondità del cattolicesimo che vi si esprime, ma piuttosto dal fatto che mi è sempre sembrato essere come una crosta esterna che si appoggia troppo sulle superstizioni e precedenti antiche credenze presso il grosso della popolazione veramente indigena. Popolazioni che quando guardono una statua della Vergine, vedono la Pachamama, la dea terra…. al XXI secolo e dopo mezzo millennio di missione.

      Quanto all’avanzo delle religioni protestanti, bisogna sapere che sono da decenni finanziati dagli Stati Uniti coll’appoggio neanche nascosto della CIA, in quanto per il governo USA, da sempre l’influenza della Chiesa cattolica è stata vista come in opposizione agli interessi degli Stati Uniti. Però i bravi indios vanno ai culti protestanti per i soldi, ma vanno in chiesa per le cose serie, e nella vita quotidiana dai vari stregoni shamanizzanti. Un altro mondo: io capisco Papa Francesco da questo punto di vista: non è reagendo da pelagiani che si convertiranno queste popolazioni.

      • Grazie Simon. Osservo che , a mia conoscenza tramite soprattutto i missionari salesiani, il mondo latino-americano è molto variegato da una nazione all’altra, da gruppi ad altri, pur avendo dei connotati di mentalità in comune tipici di quella macro area. L’Argentina e parte del Brasile con molta influenza europea è cosa diversa da… Haiti. Certamente all’aspetto di facile entusiasmo, di grande emozionalismo, di pronta accettazione non fa riscontro spesso ad un minimo di costanza attuativa! La scenografia e coreografia è più importante,,,,,quasi sostanziale! In alcuni posti un poco viene dalla secolare abitudine di vivere di elemosina, vista come un diritto!

        • E’ vero, è molto variegata, ma hanno un punto in comune: ci sono davvero un po’ “alieni” nonostante tutto…
          In Pace

          • Anche io nel mio viaggio in una serie di missioni in quel del Perù ho riscontrato una spiritualità molto “emozionale”. Ci sono stato gran poco e pertanto non posso pronunciarmi più di tanto, però effettivamente mi ha colpito di più la grande volontà e determinazione pratica di molte missionarie laiche o delle famiglie che lì ho incontrato, piuttosto che il culto a Mama Ashu che molto spesso mi somigliava quel accennava prima Simon… pratiche (pseudo-quasi)superstiziose le quali, inutile dirlo, ad un razionalista fallito come il sottoscritto sembravano lontane mille miglia da quel che cercavo io nella fede cattolico-cristiana. Per fortuna non ero lì per fare il teologo del nulla, ma letteralmente e praticamente e fisicamente per aiutare quindi non ho quasi mai avuto tempo di pensarci seriamente. La sera crollavo a letto e via! 🙂

          • Crollavi a letto: beh questo è l’apostolato come lo intende Papa Francesco e, onestamente, non ne vedo altra possibile alternativa concreta in quei posti.
            E forse neanche altrove.
            Francesco lo capisco anche se mi è culturalmente abbastanza alieno.
            In Pace

          • @Simon. Sei o no svizzero? Ergo…facile vedere alieni gli altri..ah! ah! ciao

  3. Avendo un pò di “frequentazioni” pure io nel mondo missionario…sai che c’è? Che quella crosta che dici, Simon, è più che normale…si può dire logica?
    È proprio il lavoro del missionario quello di immergersi totalmente (a noi può sembrare che si “perdano” perfino) e solo qualche anno dopo iniziare l’evangelizzazione a parole. Il fatto linguistico/culturale di partenza è il fondamento di tutto. Nel frattempo la gente li vede come esempi di vita, ma non propriamente predicatori. Se poi consideriamo un intero popolo, il passaggio dalla religiosità alla religione penso richieda secoli. Millenni? Con ritorni, sempre in agguato, della religiosità. Secondo me questo capita anche in Europa….solo che avendo tradizioni più lunghe siamo un pò più raffinati, leggermente più esenti da folklore. Lo vedo anch’io quello che vedete voi nelle popolazioni non europee, è innegabile.
    (certo poi mi piacerebbe sapere che ne dice Gesù….che….., non sparatemi vi prego, non diciamo niente in aramaico e non riproduciamo l’Ultima Cena più fedelmente.Magari ci sta dicendo, tramite le giovani Chiese, che nemmeno noi europei abbiamo ancora raggiunto la comprensione piena, la via migliore per accoglierlo)

    Per la liturgia di cui parlate, confesso: non sono mai stata ad una Messa con quella forma. Credo dipenda dalla zona in cui si abita, giusto? O se si abita in città si possono trovare diverse chiese col loro prete. Io campagnola 🙂 E dalle mie parti può anche accadere che lo stesso prete serva più di una chiesa. Causa carenza vocazioni.

    • Quel che ci dici, cara Trinity, fa moltissimo senso: San Paolo convertiva di più fabbricando tende che andando a predicare all’agorà…

      Penso che sia più che tempo che le giovani Chiese interpellino le vecchie Chiese, che sono oggettivamente moribonde, e le chiamino ad un ulteriore conversione. Ti seguo al 100%.

      Quanto alla forma straordinaria, guarda che non è un fine in sè: la forma ordinaria compie quel che deve compiere quando non è abusiva e fa quel che la Chiesa vuole che sia fatto.

      Meglio vale cercare messe nella forma ordinaria celebrate con delicatezza e carità che rischiare di diventare un fissato del rubricismo estetico.

      Detto ciò, debbo confessare che la forma straordinaria corrisponde meglio al mio modo personale di relazionarmi con Cristo, cioè nella verticalità e nel mistero.
      In Pace

  4. Ho rilevato sopra che trovo giusto e necessario che venga ripristinato l’uso della comunione in bocca e la genuflessione, poiché credo che sia un atto esterno di fede nella presenza reale del Cristo utile. Da Mic leggo quanto scrive Luisa, non so quanto giusta “Una realtà drammatica anche se occultata è il numero di sacerdoti che NON credono alla Presenza Reale di N.S.G.C., sono ciffre che danno i brividi, già qualche anno fa un sondaggio fatto in Francia dava delle ciffre da sgomento, più del 27% dei sacerdoti non crede alla Presenza Reale, il Vicario generale della diocesi di Treviri in Germania ha detto che sono 80% i preti che non credono più alla Presenza Reale, a Sydney in Australia è stato fatto un questionario per i sacerdoti con risposta anonima : 78% non credono alla Presenza Reale.
    Sono solo alcuni esempi, ma riflettono una ben triste realtà, la crisi del sacerdozio non è solo questione di numeri.
    È colpa della Messa riformata?
    Di una formazione degenerata?”
    Se è vero è impressionante.

  5. invece dico ke cantare esempio salmi in italiano mi rende + spirituale ke un latino premasticato

  6. è colpa di leggerezze generali, la chiamata non è rispondere ad un appello dovrebbe essere santificazione e via per ascesi totale, i consacrati a volte si ammantano po’ superficiali di fede,il fatto ke abbian preso voti
    spesso li mette in crisi nell’odierno mondo quando poi ci devon sguazzare bene, van in depressione e trovan derive variabili, la loro fede si spegne e si nota dal come sono, anke se son ammantati di presunta tredizione

  7. A mio parere, l’effetto di SPC è stato paradossale, anzi eterogenetico.
    Non conosco dal di dentro le dinamiche che hanno portato alla soluzione scelta dall’allora Papa,
    ma è ben probabile che ve ne fossero altre sul tappeto.
    Era possibile che ci fosse ad esempio un ampliamento radicale dell’Indulto
    accompagnato, conditio sine qua non, da una radicale riforma del Novus ordo
    (che non necessariamente implicava una sua ri-tridentinizzazione).
    Ma questa che è stata scelta,
    ha di fatto costituito una doppia manifestazione di debolezza
    (erano i prodomi dell’11.02.2013 ??):
    ha dato troppa importanza ai fruitori e alle condizioni di fruizione (e di qui, tutta le schermaglie tra i pro e i contro, infiltrazioni lefevriane comprese),
    piuttosto che alla realtà da fruire;
    ha dato nuova forza ai sostenitori della banalizzazione e della secolarizzazione liturgica, che
    dietro la comoda difesa dell’unità del rito voluto dall’ultimo Concilio,
    hanno difeso il loro modo di interpretare e sfigurare il rito.
    Insomma, si sono cristallizzati il rito pre- e il rito post-, proprio quello che non serviva,
    perché entrambi avevano (come ai primordi di questo blog ho abbozzato a dire)
    necessità di radicale riforma.
    Oggi sappiamo come è andata a finire, nel senso che è proprio finita
    e le scelte succedutesi non fanno altre che
    continuare a cristallizzare l’incristallizzabile
    e non nel solo ambito liturgico.

    • E’ possibile, L.

      Ma almeno dalle parte mie posso constatare un generale miglioramento delle “prassi” liturgiche apprezzato solitamente da chi va “ancora” a messa. Eppoi il numero di messe SP continua ad espandersi, se non altro relativamente, dato il numero di sacerdoti che la conoscono che continua a crescere. La Conferenza Episcopale di Francia che da sempre dimenticava di aggiungere alla lista dei seminaristi e degli ordinandi ed ordinati quelli membri delle realtà Ecclesia Dei ormai lo fa: questo è un immenso progresso psicologico di inclusione.

      Quando la crisi religiosa avrà ben ben “lavorato” l’Italia, il che non è ancora il caso, ma che con una popolazione che ha il tasso di natalità il più basso in Europa, non mancherà di farsi tremendamente sentire tra poco, anche da voi gli episcopi ricominceranno ad essere pìù aperti ed inclusivi rispetto a queste realtà.

      Debbo riconoscere che l’abuso liturgico è divenuto ormai l’eccezione e concerne una tipologia particolare di fedeli “sessantottini ritardati” in alcune località ben identificati, dove si ritrovano chi si rassomiglia.

      Bisogna dire che alcuni decenni di liturgia olé olé non sono riuscite a fare da contrappeso alle pressioni mondane anti-religiose e chi, ormai, continua ad andare a messa, meno del 4% dei cattolici, lo fa perchè ci crede davvero: il problema grosso rimane ancora la catechesi ancora troppo spesso in mano a sessantottini ritardati, pagati profumamente dalle diocesi e che non lascerebbero la sinecura per nulla al mondo. Ma quest’ultimo è un altro discorso, troppo specifico alla mia geografia e che può non interessare.

      Il modernismo religioso è sterile, non si riproduce, non è capace di dare famiglie numerose e neanche vocazioni, non è quindi un problema a lungo termine ed è naturalmente destinato a sparire in un paio di generazioni.

      Peccato che i cripto-lefebvristi ed altri calunniatori di professione abbiano reso gli amanti del rito romano nella sua forma straordinaria così antipatici ed ostici e vanificato in parte la volontà di Benedetto XVI: ma cosa si può aspettare d’altro da chi non ama la Chiesa di Cristo e si pone aldisopra del Magistero, permettendosi di giudicarlo con una spocchia degna dei più accesi protestanti?
      In Pace

      • vi ritengo multipessimisti, esempi santi miei ascendenti non mi permettono rinnegare Kiesa vera oltre sentimento di verità e perdonanza unico di Kiesa Cattolica, i vs commenti mi paion di poca speranza, amo i semplici ke son + diretti e meno permalosi, semplici di orpelli di studi e fattivi laboriosi di opere per portare avanti il mondo

  8. ma siete simil pessimisti, siete presi da dinamike retro, non parlo di comandamenti, parlo di cuori nostalgici.
    la verticalità passa dall’obiettività terrena aiuti esempi veri non certo pregni di superiorità data da presunta giusta e vera osservanza con scarsa misericordia generale mondiale…………..

    • non ho nuvoletta coments articolo seguente. molto kiaro, mi avete preso per sessantotina?
      mi spiace, navigo in difficoltà, il mio baluardo verità massima in tutto, + sorrisi e meno burbe oibo suvvia………….

  9. Bellissimo articolo, i miei complimenti.

    Posso capire il pessimismo di alcuni commentatori, ma non posso condividerlo.
    Con il SP la Chiesa ha davvero fatto pace con se stessa. In questi ultimi 7 anni abbiamo assistito alla nascita di una generazone di “tradizionalisti 2.0” che sanno coniugare l’amore per la Tradizione con la fedeltà alla Chiesa. E questi tradizionalisti 2.0 giocheranno un ruolo cruciale nel futuro della Chiesa.

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