Rischio di Scisma: una possibile via d’uscita e la Chiesa profetizzerà

cardinali 7

Nel nostro ultimo post al soggetto dei prossimi Sinodi sulla famiglia avevamo rilevato un’evoluzione nel pensiero del Card.  Kasper, evoluzione che già ci aveva dato qualche inizio di speranza per una soluzione che possa rispondere all’oggettiva problematica dei divorziati risposati, senza dover incorrere indebite deformazioni di dogmi fondanti il cattolicesimo come il dono definitivo di Cristo alla Chiesa, che fonda quello definitivo degli sposi l’un per l’altro e che sfocia nel dono di Cristo nella Sua Eucaristia.

Sembra essere passata inosservata un’interessantissima riflessione del Rev. Andrew McLean Cummings dell’Arcidiocesi di Baltimora apparsa ieri 12 giugno su Crisis Magazine ed intitolata “What Cardinal Kasper Really Said About Divorce”.

Invito tutti gli utenti interessati dal soggetto a leggerla fino alla fine in quanto offre uno sguardo innovativo sulla problematica in questione lontana anni luce da speculazioni fantasiose alla Grillo e riuscendo a spostarla lontano da considerazioni dogmatiche foriere di scismi e divisioni varie.

La sostanza della dimostrazione, secondo me riuscita, di Padre Andrew è di notare che sia Kasper che, ad esempio, un Caffarra dicono per l’essenziale le stesse cose e che l’oggetto del discutere non è la validità del sacramento o la possibilità di risposarsi: in questo considerazioni di gruppi di pressione nella Chiesa, essenzialmente progressisti, hanno contribuito ad imbrogliare alquanto le carte introducendo nozioni aliene al contesto cattolico come quello di seconde nozze possibili oppure di “morte” del primo sacramento o altre proposte consimili che hanno infuocato le curie ed i blogs, compreso il nostro.

Il punto centrale della discordia in realtà sarebbe il grado di colpevolezza attuale del divorziato-risposato: rimaniamo attenti però perché qui si va a rivedere non solo l’insegnamento e la pastorale per costoro ma per tutti i peccatori.

La posizione tradizionale della Chiesa essendo di dire che quando qualcuno si trova in una situazione peccaminosa pubblica allora bisogna presumere che sia oggettivamente in peccato e, quindi, negargli l’accesso alla Santa Comunione per evitargli un peccato ancora più grande come una comunione sacrilega. La posizione di Kasper senza negare l’oggettiva situazione peccaminosa ma basandosi sul fatto che l’essere in peccato dipende da tanti fattori riconosciuti anche dal  Catechismo della Chiesa Cattolica, come l’ignoranza non colpevole, cattive abitudini eccetera, tenderebbe a dire che se la persona non si sente soggettivamente in una situazione di peccato allora la Chiesa non può impedirgli di accedere alla Santa Comunione anche se oggettivamente tutto tenda a dimostrare il contrario.

Ovviamente percepiamo tutte le conseguenze a livello del menefreghismo generalizzato che ciò implica ed il rischio accresciuto di dannare ancora più gente che si comunicherebbe in modo sacrilego in modo abituale e non solo saltuario, ma questa richiesta ha una risonanza culturale per noi uomini occidentali del XXI secolo: di qualcuno preso in flagrante delitto si deve presumere l’innocenza o la colpevolezza fino a prova contraria?

Il bello di questo sguardo, come detto prima, è che ci allontaniamo dalle sponde di Scilla e Cariddi (dogmi sul matrimonio e tradizioni millenarie) che rischierebbero di affondare la Barca o, perlomeno di spaccarla ulteriormente in due.  Con la problematica posta in quest’ottica entriamo in un discorso puramente pastorale e non più dogmatico: cosa conviene, come applicare un giudizio saggio ad una situazione complessa, come esercitare epikeia. Lasciando poi ad ogni vescovo la libertà e l’autorità di esercitarla al meglio secondo le situazioni socio-storiche nelle quali si trova.

Resta un problema: l’affermazione di Kasper che l’eroismo non è per il cristiano medio, che equivale, riflettiamoci bene, a dire che la Visione di Dio e la Sua Amicizia non sono per il cristiano medio, è un’affermazione che manca di fede e di speranza nei sacramenti e nella Chiesa stessa, Corpo di Cristo. Se i Padri Sinodali saranno capaci di risolvere i problema posto nei termini messi in luce da Padre Andrew senza ricorrere ad argomenti così poveri di fede e di speranza come quelli di Kasper, allora penso che una soluzione potrà intrevvedersi ed una nuova stagione continuare per la Santa Chiesa Cattolica.

In Pace

 



Categories: Attualità cattolica, Sinodi della famiglia

35 replies

  1. il cristiano medio è il vip ke va funerali omonimo e fa comunione, o ki ha dispense strane da parroci (moderni?), ki divorzia non credo sia gran cristiano, altrimenti esiste rota ke annulla, o se proprio si vuol sfoggiare fede castità, o si usi libero arbitrio per fare cavolo ke si vuole, si erra e si purga l’errore, assunzione responsabilità……………

  2. Innanzitutto, ancora una volta sto con Papa Francesco. E’ veramente assurdo pensare che il problema delle famiglie oggi e del Sinodo sulla famiglia sia quello dei divorziati risposati che vogliono ricevere la comunione. Ci sono molti problemi ed opportunità a riguardo della famiglia: problemi economici, educativi, psicologici… Ormai i giovani non si sposano più ed accettano di mettere in piedi qualcosa di diverso dalla “famiglia”. L’ha detto un cardinale (che non la pensa come me e di cui non faccio il nome perché parlerà lui direttamente a settembre o al massimo all’inizio del Sinodo): il problema è quello delle convivenze (oltre a quello che ho scritto prima). Per me è controproducente dire come afferma l’autore dell’articolo, che il peccato mortale imperdonabile dei divorziati risposati sia il fatto che si siano sposati civilmente. Se costoro si sposano solo “civilmente” per questioni legali che non hanno nulla a che fare con il sacramento del matrimonio, alla luce della fede non sono in situazione diversa rispetto a coloro che convivono. Da come han impostato il discorso Caffarra e i suoi seguaci sembra che la soluzione stia nel convivere senza sposarsi
    Tornando al discorso riguardante l’Eucaristia e la Confessione, la linea “tradizionalista” sta facendo a NOSTRO (nel senso che siamo in tanti a pensarla così) avviso un pessimo lavoro di demolizione di quanto costruito nel corso dei millenni
    Infatti quanto da me citato tempo fa della RECONCILIATIO ET PAENITENTIA è deprimente: nella misura in cui si invitano i divorziati risposati a cercare per altre vie la misericordia di Dio fa pensare che l’impegno profuso nei millenni da tanti sacerdoti e fedeli per vivere l’Eucaristia e la Riconciliazione sia (stato) perfettamente inutile. Infatti se è possibile ottenere la misericordia di Dio per altre vie, diamo l’opportunità a tutti di autoassolversi e di fare comunione “spiritualmente e realmente” con Gesù Cristo.
    Ci mancavano anche le stupefacenti tesi di tale Nicola Bux sul prestigioso blog MIL (come sono diventato buono… 🙂 ) a riguardo della Messa da intendere come la Cena di coloro che sono riconciliati: ovviamente, chi non è perfetto come lui anathema sit!

    • Caro Manuel1974,
      qui siamo tutti (almeno spero) con Papa Francesco: ad esempio sono d’accordo con lui circa il fatto che si parli troppo solo dei divorziati-risposati e non del Santo Matrimonio in quanto tale e della pastorale per far fronte ai problemi che tu citi.

      Purtroppo, ma non si può più tornare indietro nel tempo per correggere, la famosa prolusione di Kasper ha sviato il soggetto, probabilmente involontariamente in un certo qual modo, e il modo con il quale è stato fatto era troppo violento ed inaccettabile all’interno dell’insegnamento cattolico anche moderno se pensiamo a Familiaris Consortio, ad esempio,

      Quel che mi è piaciuto con lo sguardo di P. Andrew è che è stato capace di spostare l’argomento da un luogo teologico praticamente intangibile (se non a un ulteriore approfondimento ma che non lo contraddica) ad un altro che pone un problema non più dogmatico o di principi (sempre sanguinosi per chi li difende) ad uno pratico e pertanto solubile ( parola a doppio senso) nella pastorale: è lecito considerare innocente qualcuno che si ritiene innocente benché preso in flagrante (cioè oggettivo) delitto? Qualunque sia la risposta,, e le due risposte hanno le loro ragioni, essa dipenderà moltissimo dal delitto di cui si parla per via del principio di proporzionalità e dello scandalo che ne può conseguire per gli innocenti. Ogni caso e ogni specie può avere un tipo di risposta che l’epikeia del sacerdote e del vescovo in carica applicherà.

      Personalmente la mia risposta personale sarebbe no, per via di principio, in quanto la flagranza di un delitto è un elemento del reale e non si può nascondere il reale sotto un tappeto, a meno che…. a meno che sia per una carità superiore che solo il caso particolare può indicare, cioè torniamo all’epikeia.

      Ovviamente capisco e concordo con il resto del tuo intervento
      Grazie Manuel1974
      In Pace

      • Continuiamo a ragionare pacatamente…
        SImon, mi devi spiegare in che cosa consiste il “delitto”. Non do la colpa a te ovviamente, ma non c’è la chiarezza sul contenuto del discutere.
        Il delitto consiste nell’adulterio? E l’adulterio in cosa consiste? Nell’avere rapporti sessuali con una persona che non è la moglie o il marito “veri”? E se questi rapporti non ci sono, l’adulterio non c’è più?
        Tuttavia se il problema fosse l’adulterio, basterebbe consigliare alle nuove generazioni di non accedere al matrimonio sacramento ma di vivere in regime di concubinato oppure di sposarsi solo civilmente togliendo a queste convivenze ogni legame con il sacramento.
        Ed allora… bingo!!! I “tradizionalisti” non solo hanno tolto valore all’Eucaristia e alla riconciliazione: adesso per loro anche il sacramento del matrimonio non ha valore: infatti ciò che interessa a loro è il modo di annullarlo, magari alzando il prezzo e complicando la procedura a favore dei giudici rotali di Roma e dei giuristi cattolici (opps…. ho citato involontariamente i massimi esponenti dei “tradiprotestanti” come li chiami tu)
        Mi dirai che sono esagerato… 🙂
        Ma la questione non è risolta perché obiettivamente rimarrà il problema delle famiglie di fatto e delle convivenze. Si dovrà passare a breve alla criminalizzazione anche di queste persone? C’è un problema però… Infatti stavolta non potranno assolutamente appellarsi alla parola di Gesù. Gesù di queste “coppie” ha parlato una volta sola, alla Samaritana, senza alcuna disapprovazione o condanna. Vedremo cosa andranno a cercare…Senz’altro troveranno qualcosa che certamente non arriverà da Gesù; forse troveranno qualche apparizione privata in cui si prospetta l’inferno con le torture più atroci a chi pensa diversamente. Alla fine diranno che è così perché deve essere così e basta o perché si è sempre fatto così; al massimo accuseranno chi si oppone di essere stato istruito da satana in persona…
        Aspetto quindi settembre. Ovviamente dal cardinale di cui parlavo ho avuto qualche gustosa anticipazione. Come già fatto esprimerò le mie richieste di chiarimento nelle sedi opportune, come del resto in parte è già avvenuto. Per ora “non mi è stato dato torto”, vedremo

        • Grazie per il 1974. Di solito metto 2014 per nascondere la mia età che avanza. In realtà sono del 1958: grazie per lo sconto accordatomi :9

        • A me pare che i comandamenti rimangano sempre validi, anche se Gesu’ non ha pensato essere utile fare una paternale alla samaritana o almeno farla riportare nel Vangelo, dopotutto aveva altro da dirle di valenza generale, ne’ sappiamo cosa le abbia detto in privato. Inoltre:

          “ch’assolver non si può chi non si pente,
          né pentere e volere insieme puossi
          per la contradizion che nol consente”

        • manuel2014 per il 1974 ti chiedo scusa, ho scritto il tuo nome di memoria e ho cortocircuitato 2014 con il 1971 dell’utente Mauro: Alzheimer è forse non lontano: sarà come Dio vuole. 😉

          Il “delitto” formale di cui si discute qui è quello di adulterio: mi sembra chiaro, nel contesto di questa discussione, che vivere con una donna che non è la tua, è essere oggettivamente in una situazione di adulterio.

          E l’adulterio è sempre stato condannato fin dall’antico testamento compreso, la nozione di fedeltà essendo costitutiva della struttura sociale dell’epoca e della relazione stessa tra YHVH ed il suo popolo.

          Fedeltà poi assurta ai suoi massimi livelli nel dono definitivo di Cristo stesso alla Sua Chiesa.

          L’incontro colla Samaritana, come ben dice “gg” non è un luogo di condonazione del peccato di codesta, per altro ben identificato dal Signore stesso, ma è luogo del dialogo: non si sa cosa la Samaritana abbia fatto dopo questo incontro, cioè se si sia convertita o no, come il giovane ricco: io, più positivamente, immagino che nel suo gesto di lasciare la brocca dell’acqua “non viva” per andare ad annunciare ai suoi compaesani la presenza di Gesù, si sia dissetata coll'”acqua viva” ed abbia, al contempo, lasciato l’uomo con il quale conviveva e che non era uno dei suoi cinque precedenti mariti.

          Ma questa parabola colla Samaritana si riallaccia alla nozione di fedeltà di Dio con il suo popolo: casomai riafferma l’insegnamento preciso di Paolo di vedere nel matrimonio l’unione di Cristo con il Suo Popolo: la Samaritana adultera rappresenta lo “scisma” dei samaritani rispetto ad Israele, questi ultimi avendo una nozione adulterata di YHVH al punto di avere anche altri idoli “in parallelo”, proprio come i cinque mariti più uno che non è neanche il marito.

          L’adulterio consiste proprio nell’assenza di fedeltà, manuel2014: Cristo ci dice che siamo adulteri anche solamente quando desideriamo una donna che non sia la nostra senza neanche fare niente! Ma ci sono graduazioni nell’adulterio, un desiderio primus primi non è neanche infedeltà, una rimuginare questo desiderio però già lo è, ma meno grave che flirtare, il che è meno grave che avere relazioni sessuali adultere, il che è meno grave che lasciare moglie e figli per vivere con un’altra donna:mi sembra che sono tutte cose di buon senso.

          Già il rimuginare questa infedeltà non ci permette di andare a comunicarci al Cristo che è pura fedeltà inverso noi senza chiedergli perdono: ma quando qualcuno viene a comunicarsi l’atteggiamento di base è sempre di supporre che la fedeltà ai comandamenti nuovi ed antichi proclamata da chi viene a comunicarsi corrisponda alla sua situazione oggettiva, in quanto uno va da essere presunto “innocente” ed in questa materia trattiamo di foro interno che solo Dio stesso conosce.

          P. Andrew ci dice che il nerbo della discussione tra Kasper e gli altri Cardinali verte sul sapere se si può applicare questa regola di presunzione di innocenza anche a chi è in una situazione oggettiva, cioè constatabile da tutti, di peccato: ammettiamo che Hitler venga chiedere la comunione, colla proposta di Kasper bisognerebbe dargliela assieme alla confessione mentre al tempo stesso il campi di sterminio lavorano a piena capacità e questo perché si supporrebbe che lui credendosi innocente dei propri delitti si deve presumere che lo sia agli occhi di Dio.

          Le tue domande penso che trovino così risposta da sole: l’atto sessuale certifica oggettivamente che c’è adulterio, cioè usciamo dall’intimo di una persona per porre atti oggettivi, si esce dalla soggettività e foro interno e si entra nell’oggettività e foro esterno. La convivenza/matrimonio civile fa un passo supplementare passando dalla vita privata a quella pubblica: c’è spazio per pensare che compiendo adulterio in foro esterno e, addirittura, pubblico la persona in questione non sia cosciente e responsabile della propria infedeltà? Il catechismo della Chiesa cattolica dice di sì, che ci sono situazioni tali dove la labilità delle persone coinvolte le rende non pienamente responsabili degli atti commessi. E qui subentra la direzione spirituale che deve essere capace di discernere se una persona può avere accesso o no all’eucaristia, vagliandone la situazione.

          La soluzione di Ratzinger è logica, e aldilà della distorsione che ne ha fatto Kasper, indica la strada pastoralmente giusta: a peccato di foro interno soluzioni da foro interno, a peccati di foro esterno soluzioni da foro esterno, a peccati pubblici soluzioni pubbliche asseconda se in fondo del mio cuore mi considero giustificato da Cristo.

          C’è poco da fare famiglie di fatto e le convivenze sono criminali: e anche tu ed io siamo criminali. Rimaniamone coscienti: ci salviamo solo se, per opera dello Spirito Santo, ci lasciamo rivestire del Cristo. Lasciamo l’acqua viva dissetarci o torniamo alle nostre antiche brocche?

          Nella morte siamo tutti uguali, somma giustizia, ma la morte concerne anche il peccato, sola vera morte, e solo il Risorto colla Sua Chiesa salva: penso che una pastorale seria sia una pastorale che coinvolga senza esclusioni alcune tutte le categorie di peccatori e con questo raggiungo perfettamente l’auspicio di Papa Francesco. Ma il comunicarsi, senza fedeltà nelle piccole come nelle grandi cose (ricordiamoci della parabola) è un condannarsi se stessi (come insegna Gesù stesso) ed il primo obiettivo pastorale dovrebbe essere di non farlo, indipendentemente dal peccato, dalla morte spirituale considerata.

          Come tu sai la mia concezione del matrimonio va più lontano di quel che la Chiesa ha insegnato autenticamente fino ad oggi: per me il sacramento del matrimonio dovrebbe essere celebrato solo da chi ha capito che esso è davvero un cammino vocazionale che la Chiesa locale riconosce e valida. Il che non vuol dire che chi vive una realtà matrimoniale fuori dalla Chiesa sia automaticamente nell’adulterio fintanto che coscientemente si riallaccia a quel che fa la natura di un matrimonio umano cioè fedeltà, mutuo aiuto e fecondità.

          Aspettiamo tutti la celebrazione dei due Sinodi e, per quanto mi riguarda, mi sottometto fin d’ora all’insegnamento autentico che ne scaturirà, qualunque esso sia, in quanto credo la Chiesa , una, santa, cattolica ed apostolica

          Buona domenica.
          In Pace

          • Ok
            Procedo allora con la riflessione, dato che mi pare tu convenga con me che il nocciolo del contendere stia nell’adulterio nel momento dell’esercizio della sessualità. Certo che il peccato di adulterio non è vissuto solo dai divorziati risposati ma anche in maniera continuativa da persone (felicemente ?) sposate. Non capisco perché in questo ultimo caso nessuno ponga problemi: non dirmi che questi adulteri non sono consapevoli di quanto stanno facendo.
            Tuttavia nel caso di una promessa della riduzione concreta degli “atti incriminati”, non vedo quali problemi possano esserci nel concedere l’Eucaristia. Si potrebbe giungere a consigliare una semplice convivenza proprio per non rendere “pubblica” la situazione
            Intanto però togliamo sempre valore al sacramento o perlomeno lo sconsigliamo vivamente per non incorrere in sanzioni molto gravi se ci sono difficoltà
            Ora della fine rimane il comando della genesi: “non è bene che l’uomo sia solo…” e si giungerà sempre più alla situazione di convivere cercando le garanzie migliori di legalità e solidarietà. Per questo diceva “il Cardinale” che il problema più importante da risolvere nel Sinodo non è quello della comunione ai divorziati risposati ma quello delle convivenze
            TRa un po’ conviveranno tutti: i divorziati che non saranno più “risposati”, i conviventi che aumenteranno sempre più e, già che ci siamo, i fidanzati più o meno ufficiali. Tutto a discapito del matrimonio; per ora i “teologici” pensano a criticare Kasper e più o meno esplicitamente invitano alla convivenza..
            Ma non si potrà procedere così e quindi si giungerà a puntare il dito contro le convivenze. Ora diamo per scontato che tutti siano sposati: tuttavia affinchè si possa parlare di adulterio ci deve essere qualcuno che è sposato… Adesso c’è una generazione di non sposati: è difficile trovare parole di Gesù a riguardo di questa categoria di persone che formalmente non commettono adulterio.
            Per ora mi fermo qui perché vado a celebrare: oggi è la festa della Trinità. Mistero grande: viva la misericordia di DIo 🙂

          • a parte ke ognuno è di se’ stesso, non direi solo di donna, anke di uomo essere partner unico,
            cmq c’è gran disordine, tanto + quanto tante situzioni arcinote vengono ignorate e queste persone son pubblike anke livelli minimi, e bypassati x questioni utilitaristike, non solo merito sesso, ma anke onestà, dignità, onore, ke troppi mascherano con parole assurde ipocrite false
            esempi docent
            re coccopalmerio scajola exemple

          • Noooooooooo Lieta!
            Non distruggermi un mito… Cosa ti ha fatto di male Coccopalmerio? Non so se c’è in giro qualche pettegolezzo: tu fidati di lui… Ti assicuro che è una persona rettissima che nel preconclave ha messo l’accento sulla necessità del rinnovamento nella curia romana. Adesso sta collaborando attivamente con Papa Francesco in questa direzione: ovviamente Bertone &c stanno lottando contro di lui e penso che qualche spruzzo di fango sia stato lanciato. Qualche mese fa ho pranzato con lui e a novembre sono stato a casa sua (solo per mezzora) e non ho notatato nessuna affermazione “dubbia”. E’ vero: quando parla è un po’ noioso, perdonalo!

          • Non capisco perché in questo ultimo caso nessuno ponga problemi scrivi riferendoti a chi compie adulterio senza riposarsi: a me sembra che problema ci sia eccome! Immagino (e spero) che se un uomo sposato venisse da te confessandoti di avere un’amante “segreta” non gli darai l’assoluzione finché non avrà rotto la sua relazione con detta amante…..

            Non ho ben capito a cosa ti riferisci quando scrivi “una promessa della riduzione concreta degli “atti incriminati” “ : a quale “riduzione” ti riferisci?

            Poi scrivi “togliamo sempre valore al sacramento o perlomeno lo sconsigliamo vivamente”: sulla nozione di togliere valore non capisco cosa vuoi dire e sulla nozione di sconsigliare, indubbiamente sono del parere che non si debba dare il sacramento del matrimonio ( o dell’ordine) a qualcuno che non ne faccia una richiesta veramente consapevole e pienamente cosciente delle sue implicazioni: ma detto sacramento va da essere consigliato a chiunque sia capace di capirne il senso e le conseguenze e che lo voglia davvero.

            Quanto alle convivenze esse non sono il problema: il vero problema è l’assenza di fede che fa si che ci siano convivenze! La situazione è la stessa che durante i primi 4 secoli di cristianità in un mondo pagano: bisogna che i giovani incontrino il Cristo, che si convertano, eppoi un giorno capiranno che la loro unione può, anche e per giunta, essere segno dell’amore di Cristo e si sposeranno.

            TRa un po’ conviveranno tutti: i divorziati che non saranno più “risposati”, i conviventi che aumenteranno sempre più e, già che ci siamo, i fidanzati più o meno ufficiali. Tutto a discapito del matrimonio : il matrimonio non è un fine in sé. Il matrimonio è un cammino di unione al Cristo quello stesso che il Cristo ha scelto per la Sua Chiesa: se costoro vogliono convivere è il loro problema e denota assenza di fede, punto e basta. Che essi siano colpevoli di questa assenza di fede non ci concerne: quel che ci deve interessare è cosa facciamo noi per far incontrare loro il Cristo. Dare l’Eucaristia come una “pasticca” medicinale o l’accesso al matrimonio sacramentale a chi non ha la fede NON E’ e non sarà mai la soluzione.

            Francamente, chissenefrega che uno che non ha la fede sia convivente ? Quel che ci deve interessare è che abbia la fede, la speranza e la carità: se ce l’ha il resto segue.

            Cosi mi pare almeno. 😉
            Che ne dici?
            In Pace

        • Manuel2014: scusi se mi permetto MA SI RILEGGA IL VANGELO e nON SOLO PASSI SIGEGRITI DALLA MISERICORDIA DI BERGOGLIO…Gesù è stato CHIARISSIMO ANCHE SULLE CONVIVENZE OLTRE CHE SULLE SECONDE NOZZE NEL PASSO IN CUI DICE CHE:”CHIUNQUE RIPUDI LA PROPRIA MOGLIE, SALVO CASO DI CONCUBINATO, COMMETTE ADULTERIO….”. Si rispolveri quindi un po’ di storia e vada a vedere perché Gesù parla così: infatti Gesù nel concubinato INCLUDE SECONDE “NOZZE” E CONVIVENZA….Tant’è che che dice che ripudiare la propria moglie NON E’ LECITO A MENO CHE, APPUNTO, NON VI SIA CONCUBINATO. E scommetto che come tanti “cattolici praticanti” Lei non sappia cosa sia il concubinato. Ma mi ascolti: VADA A RISTUDIARE LA STORIA.

          • Pardon: SUGGERITI.

          • Nel darti il benvenuto OLLA, mi permetto due considerazioni rapide:
            1 – Manuel2014 è un sacerdote e come tale pretendiamo un rispetto minimo, fisso e garantito per queste figure. In questo intervento e soprattutto quello sotto, tale rispetto mi sembra non traspaia. Capisco che questa informazione possa risultarle nuova, prego di tenerne conto nel proseguio della sua permanenza qui. Don Manuel (bene o male non possiamo certo dirlo non essendo suoi parrocchiani o il suo Vescovo) annuncia ogni giorno il Vangelo e la dottrina. Certo ne sa più di me e forse anche di lei. Così come ne sa di “storia”, qualsiasi nozione lei intenda con questa parola. 🙂
            2 – la presunta “chiarezza” di Gesù deriva da una ermeneutica sua personale che nessuno potrebbe dichiarare sbagliata, ma chiunque potrebbe dire non essere l’unica. Ad esempio se lei applicasse un ermeneutica storica di ripristino delle presunte tradizioni ebraiche dove sono nati quei testi probabilmente comprenderebbe come i casi che cita Gesù in questo episodio (come in altri) siano fuori asse rispetto alle problematiche di coppia contemporanee. D’altra parte non può nemmeno essere letta in maniera completamente disallineata con i 2000 anni di storia che separano le categorie gesuane da quelle che lei utilizza. Il rischio è fare fondamentalismo letteralista e far dire alla Bibbia quel che ci serve, non quello che in effetti lo scritto vorrebbe passare.
            Detto questo la Tradizione ci ha consegnato comunque una modalità di lettura di questi testi, ma anche questa Tradizione – soprattutto se antica – non va intesa con fare “fondamentalista” (cioè riletta scambiando nozioni soltanto parallele e non equivalenti in tutto e per tutto).
            Insomma, starei personalmente attento dunque a fare giudizi così netti e decisi su queste delicate questioni che mettono in crisi un intero Sinodo di Padri contemporaneo.

            Grazie e di nuovo benvenuto!

            • Invero caro Minstrel, che Manuel sia sacerdote o meno, non è il massimo del proporsi a chicchessia (specie se si è buon “ultimo arrivato”) con affermazioni tanto perentorie e che presumono anzi ACCUSANO altri di ignoranza bella e crassa, con inviti PERENTORI a rileggersi o studiarsi questo o quello!

              E già che ci siamo, e visto caro OLLA che tanto lei conosce più di altri, impari che in un blog come sul web in genere SCRIVERE TUTTI IN MAIUSCOLO equivale ad URLARE.

              Se poi già di questo era edotto, prendo atto che oltre al poco garbo nei modi e nella sostanza ha anche quello del tono di voce…

              Motivi più che sufficienti perché d’emblée si sia portati a chiudere ogni confronto… ma sono certo che Manuel che è dotato della pazienza tipica di un buon sacerdote (e di cui io difetto), saprà andare oltre.

  3. cmq appunto è propria coscienza ke può definire se son degno comunione dopo grandi ripensamenti quando si sbaglia in modo eclatante

  4. ha promesso a scaiola voti dei cattolici

  5. articolo su corriere poco tempo, fa pranzo lui re e scajola dove pare sia uscita sta cosa

  6. Magister arriva a Brandmuller e rilancia con Grichting!

    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350815

    • Sottolineo Grichting http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350812
      Semplicemente preciso e con buon senso, da leggere tutto! Cito:

      “…una nuova relazione intima deve essere vista come extraconiugale.
      Vivere in questa nuova relazione da ora in poi non sarebbe dunque più peccato. O sarebbe un peccato in un certo senso tollerato dalla Chiesa, per il quale non sarebbe richiesto pentimento e per il quale non sarebbe necessaria almeno la volontà di volersi distanziare da esso. Questa è la conclusione che si trae dalle esposizioni del cardinale Kasper.”

      ed ancor ail senso pratico assurge di nuovo qui:

      “…l vero motivo per cui i fedeli che vivono in una relazione extraconiugale non possono ricevere il sacramento della penitenza … È nel fatto che la relazione intima con una terza persona comporta adulterio e questa è una realtà oggettivamente peccaminosa, per la quale non sussiste pentimento, né l’intenzione a rinunciarvi. Anzi, questa seconda relazione intima viene espressamente voluta. È stata contratta in piena coscienza, non vi è intenzione di abbandonarla e si ritiene che continui a persistere nel futuro. È questo il problema”

      Ed ancora :
      “…inoltre, L’imminente sinodo e in particolare la questione dei divorziati “risposati” con rito civile potrebbero essere un’occasione per nuovamente riflettere sulle condizioni che rendono fruttuosa la comunione sacramentale e sulla frequenza nel ricevere questo sacramento.

      ed infine:
      “Il modo di procedere proposto dal cardinale Kasper ignora principi teologici della dottrina della Chiesa circa il sacramento della penitenza, il matrimonio e l’eucaristia. È ovvio che non si possono sacrificare questi principi per “salvare” la Chiesa. Se il dibattito rimane su questo corridoio stretto, c’è il rischio che si blocchi.
      Rimane dunque come unica soluzione quella di sviluppare e mettere in atto una pastorale specifica per i fedeli “risposati” che rispetti la dottrina della Chiesa. La Chiesa deve inoltre occuparsi dell’impoverimento liturgico che si è venuto a creare negli ultimi decenni. E infine deve ristudiare e porre in discussione a livello di Chiesa universale la questione dell’accostamento degno e fruttuoso ai sacramenti.

      Andiamo al sodo in queste materie con Grichting!
      In Pace

      • È nel fatto che la relazione intima con una terza persona comporta adulterio e questa è una realtà oggettivamente peccaminosa, per la quale non sussiste pentimento, né l’intenzione a rinunciarvi. Anzi, questa seconda relazione intima viene espressamente voluta. È stata contratta in piena coscienza, non vi è intenzione di abbandonarla e si ritiene che continui a persistere nel futuro. È questo il problema”

        Sono contento…. 🙂
        Più si procede nel tempo e più si chiariscono le questioni nel senso che i “tradizionalisti” esauriscono le cartucce a loro disposizione sparando a salve…
        Infatti qui si dice chiaramente qual è il problema: “la relazione intima con una terza persona”. Le altre difficoltà sono sparite.
        La soluzione del problema è semplice: non un nuovo “divorzio”, ma la promessa di “non avere relazioni intime”. Questo vale per loro e per tutti coloro che vivono la sessualità non all’interno del matrimonio. Mi riferisco anche ai conviventi, ai fidanzati ecc ecc. Infatti nessuno si è mai sognato di togliere i sacramenti ai fidanzati che ormai non vivono in maniera diversa da coloro che sono definitivamente sposati.
        E se non mantengono la promessa? Ci si comporta come con coloro che per fragilità non riescono a mantenerla (fidanzati e fedifraghi compresi…): si chiede loro di accostarsi ancora al sacramento della riconciliazione. Tuttavia spesse volte (anche a motivo dell’età) non hanno problemi al riguardo…

        • Dire che Grichting è “tradizionalista” non mi sembra fargli onore: è tradizionale come siamo noi tutti cattolici che attingiamo alle due sorgenti della Scrittura e della Tradizione.

          Non vedo quali altri difficoltà ci siano se non quelle di pretendere l’accesso ad un’assoluzione ed alla comunione senza, perlomeno, desiderare voler cessare la situazione peccaminosa nella quale uno si trova: questo ancora nessuno riesce a spiegarlo e Kasper meno di chiunque altro.

          Non sono sicuro aver capito la tua frase, ma ad una coppia di fidanzati che convivono, la comunione non gliela puoi dare e se si sono lasciati andare allora ci vuole un minimo di ripentimento ed il desiderio reale di non ricominciare fino al matrimonio: guarda che qui, nella Svizzera avanguardista, se un sacerdote sa che due convivono va a parlare loro riguardo all’accesso alla comunione: ti immagini che ipocrisia sarebbe sennò? .Addirittura, se tu vuoi assicurarti che al momento del matrimonio il “si” dei due sia davvero valido, devi assicurarti che sia davvero libero e senza pressioni indebite implicite ed esplicite e quindi la convivenza dovrebbe aver smesso qualche tempo prima.

          E se non mantengono la promessa? E’ qui chesi esercita la misericordia: tu che confessi ben sai che chi si confessa si confessa sempre degli stessi peccati, settimane dopo settimane, mesi dopo mesi ed anni dopo anni: anzi, se uno ti cambia il registro … ti vengono i dubbi che ci sia qualcosa d’altro che non ti dice… 😉

          L’approccio di P. Andrew mi sembra più interessante: le problematiche sono più “concrete”.
          In Pace

          • Vabbeh! Dai… ti concedo che non è tradizionalista… 🙂
            A riguardo dei fidanzati alludevo a quelli che ancora non convivono e che nonostante le promesse ci “ricascano”, perché la carne è debole…
            Comunque una convivenza con “promessa” di castità che la distingua dal matrimonio sacramento mi sembra una buona base per concedere la partecipazione al sacramento della Penitenza e della Eucaristia….

          • Non ne farei una regola generale: ma di sicuro lascerei al sacerdote che conosce la coppia di fidanzatini concreta di giudicare di caso in caso.

            Il caso che mi sembra più complicato è invece il seguente: in una coppia divorziata risposata civilmente uno dei due desidera confessarsi e comunicarsi, ma ha dei doveri presso i figli nati nella seconda unione ed in particolare di non spezzare la nuova unione. Però l’altro sposo vuole assolutamente le sue relazioni sessuali e non gliene importa niente o poco dello stato d’animo di chi si confessa: quindi quest’ultimo sa pertinamente che dovrà pur cedere e commettere l’adulterio. E mo’? 😉
            In Pace

          • E mo’? 😉
            Beh, non è così complicato… 🙂
            L’imputabilità del peccato è direttamente proporzionale (per parlare in matematichese) al grado di libertà presente nella scelta fatta. Un tempo si diceva che per avere un peccato è necessaria la materia grave ma anche che è indispensabile la piena avvertenza e il deliberato consenso. E’ il principio applicato anche al caso in cui un membro di una coppia non intenda usufruire dei metodi naturali per la paternità/maternità responsabile e l’altro, invece, non ne voglia sapere…

        • Manuel2014: mi perdoni di nuovo ma LEI MOSTRA GRAVE IGNORANZA DOTTRINALE….infatti dovrebbe sapere che nel Cattolicesimo, oltre al peccato in quanto tale ed alla sua gravità, ESISTE ANCHE LA RIPETIZIONE DEL PECCATO. Esempio: se io rubo oggi tre mele dalla mensa aziendale perché ho fame, mi confesso e mi pento, il prete mi assolve ma devo promettere di non farlo più…se lo rifaccio e chiedo Assoluzione il prete può riassolvermi ma se CONTINUO NO…per i conviventi ed i “risposati” c’è quindi la QUESTIONE DELLA PERMANENZA DEL PECCATO. Per poter accedere alla Comunione bisogna INTERROMPERE LA RELAZIONE ADULTERINA (stando alle parole di Gesù) o VIVERE IN CASTITA’. Inoltre bisogna precisare che non si può essere assolti per TANTISSIMI MOTIVI,anche frequentare assiduamente cartomanti non permette l’Assoluzione se non vi è pentimento! Quindi il problema non è qui la gravità del peccato ma la sua ripetizione….chi è in peccato mortale non può fare da padrino/madrina, prender ella particola consacrata ma E’ DOVEROSO E GIUSTO RICORDARE CHE NELLA CASISTICA NON VI SONO SOLO I PECCATI SESSUALI!!!!

  7. Da L’imitazione di Cristo, Capitolo XXIII, “La meditazione della morte”:

    Ben presto la morte sarà qui, presso di te. Considera la tua condizione: l’uomo oggi c’è e domani è scomparso; e quando è sottratto alla vista, rapidamente esce anche dalla memoria. Quanto grandi sono la stoltezza e la durezza di cuore dell’uomo: egli pensa soltanto alle cose di oggi e non piuttosto alle cose future. In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; ché, se avrai retta la coscienza, non avrai molta paura di morire.

    Dedicato a tutti i cavillatori di questo blog che con le loro elucubrazione e il loro spaccare il capello in quattro fanno venire il voltastomaco ( ma questi sono veri preti? non non credo)

    • @Maria Cristina. Credo proprio che lei abbia capito male e che, maldestramente , non vede lo sforzo di chiarezza e quindi anche di notevole impegno e sacrificio dei vari Minstrel e Simon. I toni, a volte possono essere smussati da parte di alcuni , ma la retta intenzione, la prudenza e la voglia di chiarezza mi pare fuori discussione dei succitati. Credo un servizio di competenza che ben pochi blog sanno dare. Qui si è con la chiesa e con il papa. Cosa vuole di più come cattolica? E, giustamente, si cerca di mettere in guardia da blog dire, spesso, indecenti è un eufemismo, salva la buona fede quando questa è rilevabile. Sappia valutare articolo per articolo e sappia contraddire in merito, se vuole. Pertanto la sua citazione, sempre valida, è fuori mira. Anzi a me da molto fastidio. Non si chiede se forse non è lei che non…comprende. Saluti

  8. diciamo ke ki ha una vita sofferta non teme la morte, ke dolce dedica dolce maria cristina
    i spaccacapelli li vedo molto in altri ambiti assurdamente finti amanti dicono della Kiesa

  9. Si prega di diffondere la presente lettera aperta.
    COME COMINCIO’ L’APOSTASIA NEL VATICANO

    Uno scisma della chiesa cattolica sarebbe una grave conseguenza per la chiesa di Cristo?
    Ma di quale gravi conseguenze e tardivamente si sta cianciando in merito al Sinodo sulla famiglia?
    Per la salvezza della Chiesa lo scisma andava consumato già nel 1958 e volontariamente da parte dei cardinali conservatori, contro il modernismo, il comunismo, la libertà religiosa ,l’ecumenismo ed il sincretismo massonico.
    Così come già richiedevano il Sillabo e la Madonna alla Salette e a Fatima, ma soprattutto come richiedono il libro di Rivelazione o Apocalisse e l’insieme delle profezie dei vangeli e delle lettere apostoliche: I Corinti 6: 9-10; II Corinti 6: 17; Rivelazione o Apocalisse 18: 4; Isaia 48: 20 e 52: 11; Geremia 51: 45; Romani 2: 16-24; IITessalonicesi 2: 1-12, (i Katechon sono i papa cum dignitate, che si sono succeduti legittimamente sul soglio di Pietro fino a Pio XII e che hanno trattenuto l’uomo dell’illegalità dall’usurpare il governo della chiesa cattolica fino al 1958).
    Poi dal conclave del 1958 in poi, con l’elezione falsa dell’antipapa Giovanni XXIII, nel Vaticano è iniziata l’apostasia massonica.
    INFINE L’APOSTASIA è continuata e si è aggravata col concilio Vaticano II, fino ad avere oggi un papa nero e vero uomo dell’illegalità come presunto vescovo di Roma, che ci sta portando all’abominio della desolazione contro la Chiesa Cattolica di sempre, (il gesuita e massone Bergoglio).
    Storia dell’apostasia:
    L’ultimo papa validamente eletto nel Conclave del 1958 dopo la morte di Pio XII è stato il Cardinale Giuseppe SIRI, il quale assunse il nome di Gregorio XVII.
    Tutti videro la fumata bianca su piazza San Pietro. Poi fu negata l’elezione avvenuta di Siri e dopo tre giorni fu annunciata quella dell’Antipapa Giovanni XXIII.
    Questo avvenne perché nel segreto del Conclave giunsero le minacce dell’Unione Sovietica di mandare a morte tutti i vescovi cattolici presenti nell’URSS, se si fosse eletto papa il conservatore Giuseppe SIRI.
    Quindi cadendo nell’apostasia contro lo Spirito Santo, nel segreto del Conclave, all’eletto Papa Gregorio XVII fu sostituito l’antipapa Giovanni XXIII.
    Con ciò alla Chiesa Cattolica di sempre è stata sostituita la chiesa falsa degli ultimi tempi dei gentili.
    L’abominio della desolazione massonica e demoniaca si è impossessata del Vaticano.
    Il soglio di Pietro è dunque vacante dal 1958.
    Le cose affermate dai servizi segreti hanno sempre queste caratteristiche di mistero e dopo essere state affermate vengono sempre smentite e depistate per accordi sopravvenuti tra i poteri mondiali, che non vogliono sbranarsi a vicenda, ma trovano sempre accordi mistificatori.
    Comunque il cardinale Siri intervistato non smentì mai tali avvenimenti. In tal caso si sarebbe anche dovuto scandalizzare ed impegnare a cancellare per sempre tale narrazione dei fatti. non lo fece, non si stupì, non si scandalizzò ne intraprese una crociata contro questa eventuale calunnia gravissima contro la Chiesa.
    Tacque per anni, infine sbottò e in una intervista disse di essere vincolato al segreto per aver giurato.
    Inoltre aggiunse che aveva assistito a fatti orrendi e terribili in vari conclavi, ma che era vincolato al segreto.
    Provate a digitare in rete: elezione del cardinale Siri a Papa nel conclave del 1958.
    Ne leggerete a dovizia di particolari sulla vicenda.
    Infine provate a spiegare voi in altro modo, la fine orrenda che ha fatto la chiesa vaticana dopo il conclave del 1958 e il distruttivo concilio vaticano II.
    Le profezie della bibbia parlano dettagliatamente di questi eventi che sarebbero accaduti e dicono che infine Dio stesso indicherà dove si è andata a nascondere la sua Chiesa Cattolica Vera, che riemergerà infine Gloriosa e Vincitrice contro quella apostata e massonica del vaticano.
    Saluti cordiali da Vincenzo RUSSO

    • Il “Sillabo e la Madonna alla Salette e a Fatima, ma soprattutto […] il libro di Rivelazione o Apocalisse e l’insieme delle profezie dei vangeli e delle lettere apostoliche: I Corinti 6: 9-10; II Corinti 6: 17; Rivelazione o Apocalisse 18: 4; Isaia 48: 20 e 52: 11; Geremia 51: 45; Romani 2: 16-24; IITessalonicesi 2: 1-12” sono considerabili densi di autorità poiché emessi da una Chiesa che prende da un fatto storico la propria autorità, la quale è inerrabile per fede. La stessa Chiesa ha dogmato il Non prevalebunt di cristologica memoria che nella presente “dissertazione” (chiamiamola così) viene bellamente ignorato o, peggio, deliberatamente falsificato. Ignorarlo è quello che è, il termine parla da sè; tentare di falsificarlo porta a sole due conclusioni:
      1 – o si crede alla Chiesa tutta intera e pertanto si entra in contraddizione e come tale qualsiasi argomentazione è nulla
      2 – o si smette di credere alla Chiesa poiché essa non è che in realtà una costruzione umana (troppo umana) fallace e per giunta poco attuale.

      Detto questo ognuno è libero di compiere il cammino che crede, anche quello che sconfina nella contraddizione o che porta di fatto ad un agnosticismo senza certezze.
      Entrambe le possibilità portano inevitabilmente al silenzio, non a continui proclami sedevaticanisti, questo poichè la contraddizione è “nulla come dire”, l’agnostico puro invece deve sospendere qualsiasi affermazione di fede, perché ognuna di esse, per essere fatta, necessita di un assoluto certo su cui poggiare.

      Non sarebbe male infine chiuderla con la tiritera del Siri. Anche se fosse successo, ANCHE SE, questo avvenimento non comporterebbe alcun problema da un punto di vista autoritativo, poiché nella Chiesa è valido quello che viene considerato valido dall’intera Chiesa stessa e non quello che viene considerato tale da una minoranza di (presunti) “fedeli”, minoranza che si squalifica da sola per contraddizione o agnosticismo manifesto.

      Direi quindi di smettere di intervenire tangenzialmente sui post facendo finta di essere interessati all’argomento mentre in realtà pare si cerchino solo agganci per ripetere in stile ctrl+C interpretazioni storiche dubbie che per altro soffrono, come ogni interpretazione storica, di deficit ontologici non potendo per statuto descrivere la Verità di quanto effettivamente successo.
      La richiesta di “cercare in internet” la verità è in realtà un incitamento a “cercare quel che si vorrebbe fosse la verità” poiché è risaputo che su web c’è tutto e l’intero suo contrario e quel che fa la differenza in questo caso è l’ermeneutica che si applica a quel che si legge, non quello che si legge in sé.

      Finiamola qui. Buon cammino.

  10. Chi vivrà vedrà.
    E’ certo però che il cristiano non deve disprezzare la profezia e deve anche indagare ogni cosa, ritenendo infine ciò che è eccellente, perché solo l’eccellenza viene da Dio.
    Ora invece la chiesa vaticana appare chiaramente un disastroso tradimento della Chiesa di sempre e della dottrina di Cristo.
    Il sedevacantismo non è necessario per vedere questa triste realtà? Basta infatti la tesi di cassicianum, (sede occupata ma da un apostata).
    Il sedevacantismo spiega però molto meglio e conformemente alle profezie, perché siamo giunti all’apostasia di Francesco.
    Comunque se la sede non fosse vacante è però certamente occupata da un apostata da molto tempo.
    Ripeto dunque la parte indiscutibile della fede positiva del cristiano che attende la restaurazione dell’eccellenza di Dio: “le profezie della bibbia parlano dettagliatamente di questi eventi che sarebbero immancabilmente accaduti al tempo della venuta intermedia di Gesù e annunciano che infine Dio stesso indicherà dove si è andata a nascondere la sua Chiesa Cattolica Vera, che riemergerà infine Gloriosa e Vincitrice contro quella apostata e massonica del vaticano”.

    • Spero si renda conto che non ha fatto altro che ignorare l’intera confutazione sopra riportata. Io domani ho da lavorare pertanto me ne vado a letto, ma non prima d’avere augurato buona apocalisse. Minuscola, si.

  11. Ma quale apocalisse?
    La Madonna e la Sacra Bibbia dicono che non verrà la fine del mondo, perché tornerà Cristo a fermarla e dicono anche che Cristo entrerà nei cuori degli uomini mediante un colloquio interiore e porterà così un Regno felice, come in cielo così in terra. Attrarrà a se gli uomini di ogni razza e di ogni popolo.
    Ci saranno nuovi cieli e nuova terra ed in essi regnerà la pace. Le cose di prima non verranno più in mente.
    ” Morte dov’è il tuo pungiglione, morte dov’è la tua vittoria? “Apocalisse 21: 1-4
    Ovviamente Cristo dovrà prima allontanare dal governo del mondo, tutti gli apostati massoni.

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