Rischio di Scisma: un leggero progresso nel pensiero del Cardinale Kasper.

Card. Walter Kasper dovrebbe ascoltare le omelie di Papa Francesco

Card. Walter Kasper dovrebbe ascoltare le omelie di Papa Francesco

Il Santo Padre nell’omelia a Santa Marta riportataci dal Dr Tornielli su Vatican Insider ci ricorda che le porte della Chiesa devono restare aperte, che quello che lo Stesso Spirito Santo ha purificato non può essere chiamato impuro , che lo Spirito Santo è la presenza via di Dio nella Chiesa. . È quello che fa andare la Chiesa, quello che fa camminare la Chiesa. Sempre più, oltre i limiti, più avanti. Lo Spirito Santo con i suoi doni guida la Chiesa. Non si può capire la Chiesa di Gesù senza questo Paraclito, che il Signore ci invia per questo. E fa queste scelte impensabili, ma impensabili! Per usare una parola di san Giovanni XXIII: è proprio lo Spirito Santo che aggiorna la Chiesa: veramente, proprio la aggiorna e la fa andare avanti. E noi cristiani dobbiamo chiedere al Signore la grazia della docilità allo Spirito Santo . La docilità a questo Spirito, che ci parla nel cuore, ci parla nelle circostanze della vita , ci parla nella vita ecclesiale, nelle comunità cristiane, ci parla sempre” .

Rileggendo poi l’ultimo intervento del Card. Kasper sul soggetto teologicamente e pastoralmente “caldo” dei prossimi Sinodi sulla Famiglia riguardo ai divorziati risposati  ho finalmente capito quale sia il suo problema: mancanza pratica di fede del cardinale nell’efficacia dell’opera dello Spirito Santo e delle sue grazie nelle circostanze della vita, cioè proprio il punto che il Santo Padre Francesco ha sottolineato nell’omelia citata.

Non desidero in questo post riscrivere una nuova contro-risposta con l’insegnamento della Chiesa al riguardo e che rimanderebbe (virtualmente) il caro Cardinale ai suoi studi sul Catechismo di base della Chiesa cattolica: tanti Cardinali e teologi di sicura dottrina e di altissimo calibro lo hanno già fatto e di certuni ne abbiamo già parlato nel nostro blog come le precisioni del Card. Müller che è la voce ufficiale del Santo Padre Francesco in materia di Dottrina della Fede, dei Card Caffarra , Card. Brandmüller, e Card. Bassetti  e, last but no least, la prolusione ineccepibile del Cardinale Velasio de Paolis, quello stesso che ha raddrizzato i Legionari di Cristo in questi ultimi anni.

Ovviamente i media, che sono sempre prontissimi a mettere in evidenza in primis chi cerca di demolire direttamente o indirettamente l’Insegnamento del Cristo, ma troppo spesso assenti per dar parola a chi Lo difende, non ne parlano mai: consiglio quindi ai lettori del nostro blog, se non altro a titolo informativo, di andarsi a leggere personalmente questi articoli che rispondono alla problematica contemplata con vera misericordia e senso della giustizia e sicura dottrina, in particolare quella del Card. de Paolis.

Quel che mi interessa di più in queste righe è cercare di capire il cuore di cosa davvero non funziona alla radice dell’approccio di Kasper ma evitando uno sguardo concentrato sulla sola pars destruens volendo io anche cercare di vedere quella possibilmente costruens, anche perché ci sono cose che il cardinale ha detto che, secondo me, vanno nella buona direzione e, stranamente,  non sono quelle che vogliono notare gli usuali media.

Oltre al fatto che il caro cardinale continua a fare finta di non capire che il problema non è l’assoluzione dal peccato di aver “divorziato”, assoluzione sempre accessibile per chi si sia davvero pentito e cerchi genuinamente di riparare del meglio che può, almeno due sono state le affermazioni significative del Card Kasper che illustrano la sua (poca) fede nelle grazie dello Spirito Santo ( utilizzo qui la traduzione fatta dal Dr Tornielli dell’intervista di Kasper già citata più sopra):

(1) Vivere insieme come fratello e sorella? Naturalmente ho grande rispetto per coloro che stanno facendo questo – ha detto Kasper – Ma è un atto eroico, e l’eroismo non è per il cristiano medio.

(2) Non siamo in grado, come esseri umani, di raggiungere sempre l’ideale, la cosa migliore. Dobbiamo fare il meglio possibile in una determinata situazione.

In questi due esempi c’è la radice dell’errore dottrinale del cardinale e mostra quanto il suo ragionamento sia puramente mondano:   Kasper dimentica (a) che le grazie dello Spirito Santo perfezionano la natura umana, (b) che il fatto di sottomettersi alle mozioni dello Spirito Santo non è questione di  eroismo ma di semplice obbedienza dell’umile alle mozioni divine .

Egli dimentica, in altre parole, che lo stesso sacramento del primo matrimonio, sempre valido per sua stessa espressa opinione nello stesso articolo(“Il primo matrimonio è indissolubile – risponde Kasper – perché il matrimonio non è solo una promessa tra le due parti; è anche la promessa di Dio, e ciò che Dio fa è fatto per ogni tempo “), (a) fornisce le grazie di stato che permetterà al divorziato sposato veramente pentito di vivere nell’amicizia con Dio  e che (b) le persone che riescono a vivere come fratelli e sorelle non lo fanno per eroismo ma per vissuta virtù di speranza incardinata nella loro umile fede nelle parole di Cristo.

In fin dei conti, per Kasper (a)  lo Spirito Santo è mediocre, non libera l’uomo peccatore in quanto peccatore e non apre le porte a tutti come Papa Francesco chiama la Chiesa, Sacramento dello stesso Spirito Santo, a fare;  per Kasper (b) ci sono i cristiani “eroi” e quelli “mediocri” coloro che possono essere salvati per “misericordia” e non perché purificati dal fuoco dello Spirito Santo ed egli dimentica così che è l’Opera stessa dello Spirito Santo attraverso i Sacramenti stessi ad essere Misericordia efficace!

Questa è la radice profondissima dell’aspetto che ora non esito a definire non propriamente cattolico  delle sue proposte in questa materia: se Kasper non crede che il Santo Matrimonio (eppure considerato fin dai primi insegnamenti del Papa San Giovanni Paolo Magno come essendo il Sacramento fondante di tutti gli altri, in quanto esprimente la relazione stessa tra la Santissima Trinità ed il genere umano) sia portatore di grazie effettive e concrete che realmente fanno partecipare la coppia della vita stessa di Dio e del dono di Cristo alla Chiesa e l’aiuta in tutti i frangenti possibili ed immaginabili della vita; se egli non crede che il sacramento della riconciliazione effettivamente aiuta a non ricascare negli stessi peccati e a rinforzare con efficacia i propositi di pentimento e di riparo, allora, ovviamente, si capisce perché egli propone soluzioni che di divino hanno poco, non essendo basate sulla Fede e la Speranza ma su ragionamenti e su “forze” eminentemente mondani.

Questo per la pars destruens di questo post: ma, come sempre, insieme all’errore è mischiato anche un po’ di buono, visto che l’errore assoluto non può esistere. Vorrei sottolineare ancora quattro punti che Kasper ha dichiarato nella stessa intervista e che, secondo me vanno nella buona direzione e che formano la mia pars construens:

(A)  “Dobbiamo fare molto di più nella catechesi prematrimoniale perché non possiamo presupporre che quanti sono formalmente cristiani abbiano anche la fede”

(B) “Un sacramento presuppone la fede. E se la coppia desidera solo una cerimonia borghese in una chiesa perché è più bello, più romantico rispetto a una cerimonia civile, ci si deve chiedere se ci fosse la fede, e se sono state realmente accettate tutte le condizioni per la validità sacramentale del matrimonio”

(C) “Dio offre una nuova possibilità, senza annullare le esigenze della giustizia: Dio non giustifica il peccato. Ma giustifica il peccatore”

(D) “Il secondo matrimonio, naturalmente, non è un matrimonio nel nostro senso cristiano. E io sarei contrario a celebrarlo in chiesa. Ma ci sono alcuni elementi del matrimonio. Vorrei paragonare questa situazione con il modo con cui la Chiesa cattolica vede altre Chiese.  La Chiesa cattolica è la vera chiesa di Cristo, ma ci sono altre chiese che hanno elementi della vera Chiesa, e noi riconosciamo questi elementi. In modo simile, possiamo dire: il vero matrimonio è il matrimonio sacramentale; il secondo non è un matrimonio nello stesso senso, ma ci sono degli elementi di esso .”

Sono entusiasta che il Kaspar-pensiero vada in direzione di questi lidi intellettuali in quanto, rispetto ai punti (A) e (B), esso va nel senso del mio personale auspicio espresso ad esempio in questo post sull’Asimmetria della Buona Novella all’inizio dello scorso marzo: ” la prima tappa è capire meglio cosa sia il Santo Matrimonio eppoi adattare la legislazione a questa più profonda comprensione: non il contrario. Ad esempio, se si implica che la fede è strumentale per la validità del sacramento, allora la legislazione può richiedere la sua dimostrazione o a contrario usare la sua assenza per dichiararne la nullità. Altro esempio: se si conclude che è un cammino vocazionale specifico , allora obbliga un discernimento particolare della Chiesa locale, ma può forse aprire nuove strade per dei matrimoni non “vocazionali” ma secondo la sola natura. Dall’approfondimento del Mistero possono sorgere nuove vie canoniche e pastorali, ma non dalla riduzione e deformazione di Questo.”

In quello stesso post terminavo anche con un’affermazione seguente che era in anticipo sulle dichiarazioni (C) e (D) e che trova in esse una forma di riscontro quando mi riferivo alla Chiesa Domestica :  “Allora perché non estendere questa riflessione della Lumen Gentium sulla Chiesa universale a quella Chiesa particolare che è la Chiesa domestica, anche quando “umanamente” parlando fallita? Perché non cercare di vedere nella natura intrinsecamente differente nella sua asimmetria il sacramento sempre oggettivamente valido del primo ( e solo) matrimonio (sacramentale) quel che svela “in mezzo al mondo anche se non più perfettamente” l’incontro con Lui, dove il “non più perfettamente” potrebbe essere un secondo matrimonio (civile), ma stavolta ben vissuto, umanamente parlando, e portatore anch’esso di “semi di verità”, malgrado tutti i malgradi?

Allora, ecco, mi sembra davvero che il pensiero di Kasper stia cominciando ad evolvere nella buona direzione: l’unica che, nel mio piccolo, sono capace di immaginare e che potrebbe permettere un’evoluzione della dottrina della Chiesa che contenga soluzioni in perfetta continuità con duemila anni di insegnamenti e cioè dare al sacramento del Santo Matrimonio tutto il posto che merita in quanto vocazione specifica e che non gli è ancora stato riconosciuto pienamente dalla Chiesa e da questo punto ”più alto” ridiscendere per esaminare nuove proposte pastorali alle problematiche familiari contemporanee.

In Pace



Categories: Attualità cattolica, Sinodi della famiglia

10 replies

  1. “cosa davvero non funziona alla radice dell’approccio di Kasper” ?

    L’essere stato allievo di Küng…

  2. Un interessante articolo sul libro di Kasper, lodato da Papa Francesco, qua
    http://www.crisismagazine.com/2014/kasper-versus-kasper
    Praticamente, in questo libro NON si parla di divorziati risposati etc, ma si presenta un account ortodosso e cristianissimo di misericordia, il che spiega le lodi del Pontefice.

    • Articolo interessante. Va detto per completezza che l’articolista trova un evidente contraddizione tra i contenuti del testo e le tesi enunciate in pubblico da Kasper, e commenta con durezza:

      “I’ve reluctantly come to the conclusion that Cardinal Kasper—and many other German-speaking bishops—are willing to do whatever they think it takes to change the Church’s doctrine on marriage in ways that, while nominally retaining the principle of marriage’s indissolubility, effectively nullify the principle’s content à la the church of England”

      Ho trovato anche interessante un link contenuto nell’articolo:

      http://www.zenit.org/en/articles/remarriage-divorce-and-communion-patristic-light-on-a-recent-problem

      che smonta i (peraltro scarni) presunti appigli patristici del nostro, concludendo che

      “we have here an example of a procedure all too frequent in academia, more especially when work may be motivated by convenience or ideology: there is an overwhelming amount of evidence in one direction and one or two texts which might conceivably be read otherwise; from which is derived the desired conclusion, or at least that the matter is open”

      Magistrale

    • Grazie Claudio per questo articolo.

      (1) Samuel Gregg, che scopro, mi è subito piaciuto quando, citando il novello santo, lo ha chiamato “Saint John Paul the Great”, cioè collo stesso atteggiamento di ammirazione filiale risalente all’omelia del Card. Ratzinger durante le esequie del papa polacco. Ed io trovo giusto, da sempre, chiamarlo San Giovanni Paolo Magno o il Grande. Anzi, forse dovremmo avere questo blog sotto il patronato spirituale di San Giovanni Paolo il Grande: che Minstrel ci faccia un pensierino. Anzi, dovremmo forse cominciare ad operare per chiedere il suo Dottorato della Chiesa.

      (2) Che il Card. Kasper si sia permesso di sporcare l’insegnamento della Chiesa sulla contraccezione è per me informazione nuova: proprio l’anno in cui il Venerabile Paolo VI sarà portato sugli altari e proprio grazie ad un miracolo legato direttamente alla sua profetica enciclica Humanae Vitae, mi sembra essere una sconcezza spirituale da parte del Cardinale, ma, almeno, ben mostra, quanto il suo pensiero debba essere preso colle pinzette

      (3) Quanto alle lodi del pontefice non credo che bisogna farne una difesa particolare: il pontefice ha il diritto, in quanto umano, di avere i propri gusti personali: de gustibus et coloribus non est dispuntandum. Non è mancare di rispetto pensare che Papa Francesco non ha la mia stessa sensibilità su certi soggetti: il mio amore per Papa Francesco di certo non dipende dai miei ( o i suoi) affetti. Che questo libro gli piaccia, sono fatti suoi: io non avendolo letto non so che pensarne anche se dalla recensione di Gregg sembrerebbe chiaro che mi mostrerei moooolto meno entusiasta che il nostro Santo Padre.

      (4) Riferendoci alle proposte di Kasper circa i divorziati risposati, credo che bisogna lasciare la parola finale al giudice Robert Rofle citato da Gregg che nel 1842 disse: “Hard cases make bad law” e concludere con Samule Gregg:
      Hard cases also facilitate legalisms and rationalizations of the worst sort. Hence neither they nor feelings are a sound basis for thinking through how we live a gospel of mercy rooted in the objective moral order that Christ reveals to us.
      In Pace

      • Anzi, forse dovremmo avere questo blog sotto il patronato spirituale di San Giovanni Paolo il Grande: che Minstrel ci faccia un pensierino.

        Bellissima idea! Cerco di avere due minuti per farlo. 🙂

        • e San Tommaso? non era lui il nostro patrono?e se si offende?:)

          • Giusto! Allora due Patroni….. San Tommaso non si offende. Tanto San Giovanni Paolo il Grande sarà un giorno anche lui Dottore , ne son convinto!
            😀
            In Pace

            P.S.: Lasciamo Minstrel decidere 😉

          • Guardate a destra e ditemi se vi piace.
            Se non vi piace, naturalmente, liberi di dirlo.

            Invierò il Mastino… 😀

  3. san Tommaso mi piace assai, grande dottore, ma anke inizialmente timido e coerente sempre con la sua dedizione a Dio comprendendo in toto l’umanità nello spirito e nel corpo……………

  4. santissimi i nostri protettori…………….

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