Il Card Kasper al Concistoro: un po’ confuso?

Card. Walter Kasper

Card. Walter Kasper

Sul “ Il Foglio “ di oggi è apparsa l’integralità dell’introduzione presentata dal Car. Kasper ai partecipanti dell’ultimo Concistoro seguita anche da un’analisi del Prof. R. de Mattei.

La prima parte di questo discorso, che copre i capitoli da 1 a 4 inclusi, è assolutamente magnifica ed ineccepibile: sarò sicuramente di parte, ma tanti concetti a noi chiari sono stati espressi con bellissima e grande profondità: ad esempio, cosa sia il matrimonio nel progetto di Dio, la necessità della fede, la relazione tra Gesù e Chiesa e il matrimonio. Consiglio tutti i nostri utenti di leggere e di meditare questo testo bellissimo e che, davvero,  ben merita il complimento di “teologia fatta a ginocchio” dal Santo Padre!

Purtroppo a cominciare dal capitolo 5, mi son un po’ cascate le braccia per le ragioni seguenti:

1)      Tutta questa bella meditazione sul Matrimonio nei primi quattro capitoli non è mai utilizzata nella riflessione della seconda parte: quasi come le due parti fossero state scritte separatamente in due tempi diversi con due finalità diverse. Non si parlano fra di loro.

2)      Visto che il problema che il cardinale ha voluto trattare, è la riammissione dei divorziati risposati alla tavola di comunione è molto strano che il Card. Karper faccia l’economia di stabilire quale sia la relazione tra la Santa Eucaristia ed il Santo Matrimonio: quest’analisi  manca assolutamente nel suo discorso e , purtroppo, impedisce il Cardinale di affrontare con totale e piena serietà intellettuale la problematica contemplata e ciò ha come conseguenza di non dargli gli strumenti adatti per analizzare il problema e proporre soluzioni.

3)      Ad esempio, egli afferma: “ Poiché il matrimonio , in quanto sacramento ha carattere pubblico, la decisione della sua validità non può essere lasciata ad una valutazione soggettiva della persona coinvolta.”  Ma viene poi con una proposta seguente: “ci si domanda se la via giudiziaria debba essere l’unica via per risolvere il problema o se non sarebbero possibili altre procedure più pastorali e spirituali” . Ma qui il Cardinale è in contraddizione con se stesso: infatti se il sacramento ha avuto carattere pubblico, la dichiarazione che non sia mai avvenuto deve anche esso rivestire un carattere pubblico, dove viene espresso il giudizio della Chiesa sulla questione, ma appunto esprimere un giudizio di ragione vuol dire essere “giudiziale” anche se con l’uso di  forme allegerite. D’altro canto, e da un punto di vista epistemologico, voler solo  tener conto dell’opinione di un membro della coppia separata circa la validità del proprio matrimonio per poi farlo ratificare “spiritualmente e pastoralmente”  da un “penitenziere” corrisponderebbe a voler dare valore oggettivo a sentimenti soggettivi , e questo è fondamentalmente errato, in quanto non può essere un opinione personale il fondamento di un giudizio oggettivo: un penitenziere non pratica la cartomanzia. Se si andasse lungo questa via, la Chiesa sarebbe più relativista di tutti i peggior relativisti laicardi in giro sul nostro pianeta.

4)      Con giustezza, più in là, il Cardinale ricorda che “sarebbe sbagliato cercare la soluzione del problema solo in un generoso allargamento della procedura di nullità del matrimonio”  e ricorda che la CDF ha stabilito nel 1994 che se i divorziati risposati ben disposti, non possono ricevere la comunione sacramentale, ma possono bensì ricevere quella spirituale. Ma, chiede il prelato: se ricevendo la comunione spirituale si è una sola cosa con Gesù Cristo perché non si può ricevere quella sacramentale?

Questa domanda mi pone un problema sul modo di pensare del Card. Kasper in questo frangente: infatti, e lui dovrebbe saperlo meglio di me, la comunione spirituale non è un atto pubblico come lo è quello sacramentale, e si riferisce appunto al foro interno che nessuno può giudicare e che è il luogo del mistero della relazione di ogni anima con il suo Redentore. Proprio rispetto al problema sollevato dal Cardinale stesso qualche riga più sù e cioè nel caso di persone che sono convinte di non essere state sposate validamente in prime nozze, questa proposta della comunione spirituale è adattata in quanto ad opinione personale del foro interno corrisponde un desiderio dello stesso foro interno di comunione spirituale.

 Si chiede poi il Card. Kasper:  ma a che servono allora i sacramenti? Mi sembra qui che egli esprimi una confusione: sembrerebbe che nella concezione del Card. Kasper ricevere i sacramenti rilevi del toccare un talismano, un’atteggiamento che ho denunziato nel post “Farisaismo Te(cn)ologico” : egli dimentica che ricevere un sacramento non è un diritto, il che sarebbe una forma di neo-pelagianismo, ma un dono gratuito dello Spirito Santo.

5)      Purtroppo , il Cardinale si lancia poi su alcune affermazioni storiche sui Padri della Chiesa perlomeno imprecise e che il prof De Mattei ha già smontato nel suo articolo: in particolare sugli insegnamento di Gregorio di Nazanzio e di Basile Magno, e anche quando cita poi con leggerezza il problema del concilio di Nicea rispetto ai novazianisti , i quali erano contro un secondo matrimonio dei vedovi.

6)      Il Card. Kasper riparte poi in considerazioni che non esiterei a definire, purtroppo,  di teologia da bar, chiedendosi se qualcuno che si pentisse del fallimento del primo matrimonio non potrebbe essere riammesso alla tavola della comunione dopo un cammino espiatorio. Ma qui il bravo cardinale si è scordato qualcosa, che de Mattei ha rilevato con giustezza: il fallimento del matrimonio non è l’oggetto del problema e se uno è stato causa di detto fallimento può sempre a qualunque momento andare a chiedere l’assoluzione.  Il problema è quello di vivere stabilmente nell’adulterio del secondo matrimonio. Certo chiunque può convertirsi e smettere di vivere nell’adulterio. Un po’ confuso il Card. Kasper? Sembrerebbe di sì: non ha capito che tutta la problematica è quella di vivere volontariamente in una struttura oggettiva di peccato e di chiedere l’assoluzione.

E perché il caro Cardinale è confuso? Semplicemente perché ha voluto prendersi una scorciatoia intellettuale non tanto scusabile a suo livello: non aver stabilito previamente il legame che unisce non solo il matrimonio al Dono di Dio alla Chiesa ma anche quello che lo unisce alla Santa Eucaristia.

Resta da sperare che durante i prossimi Sinodi i Padri saranno capaci di evitare queste confusioni, elevarsi nelle considerazioni, essere capaci di contemplare, anche misticamente,  cosa il Santo Matrimonio sia per davvero, evitare le casistiche del Card. Kasper e poi poter venire con delle vere proposte che rispondano per davvero ai bisogni dei tempi nostri. Sennò ci troveremo, tra due anni,  con il caso della montagna che partorisce di un topolino.

In Pace



Categories: Attualità cattolica, Sinodi della famiglia

22 replies

  1. Wow, che bomba per il foglio!
    Trovo il tempo questo we per leggermi il Kasper, così poi posso godermi il Simon! 😀

    Grazie intanto e buona domenica!

  2. Ottimo commento! Ho condiviso!

  3. Io penso veramente che l’intervento del card. Kasper sia ottimo, di grande valore e spessore. Mi piacciono molto le parole di sincero elogio a lui rivolte dal Papa: “Ho riletto il lavoro del cardinale Kasper e vorrei ringraziarlo ha detto – perché ho trovato profonda teologia, anche un pensiero sereno nella teologia. E’ piacevole leggere teologia serena. E ho trovato quello che sant’Ignazio ci diceva, quel sensus ecclesiae, l’amore alla Madre Chiesa, lì. Mi ha fatto bene e mi è venuta un’idea, ma mi scusi eminenza se la faccio vergognare, ma l’idea è: questo si chiama fare teologia in ginocchio. Grazie, grazie”.
    Non vorrei attirarmi le ire di nessuno e non vorrei inasprire un inutile polemica: tuttavia gli sono riconoscente per il modo raffinato e teologicamente fondato con cui esprime il suo amore nei confronti della Chiesa e della famiglia e delle persone che vivono in difficoltà al riguardo. Il card Kasper ha colto con generosità l’opportunità offertagli da Papa Francesco di offrire alcune indicazioni guida ai vescovi ed ha avuto modo di dimostrare la sua totale sintonia col modo di sentire e agire del Papa.
    Certo si sono levate contro di lui parole sguaiate e dissensi assurdi. Come al solito MIL, MIC, De Mattei, il Foglio hanno trovato il modo di aizzare le loro orde barbariche ed i loro sciocchi insulti. In particolare De Mattei si è assurto come paladino dell’ortodossia cattolica. Come ben sapete tengo conservate come reliquie le sue insulse teorie contro il Dio cristiano espresse al terromoto del Giappone. Anche il recente articolo contiene assurdità che conserverò gelosamente a riguardo della visione “forense” dei sacramenti. Ma non è mia intenzione entrare nel merito della questione. De Mattei non è un teologo, ma solo un giornalista e quindi il suo modo di ragionare non ha alcuna attenzione al valore della creatura in rapporto col suo Creatore. Certo lui è stato licenziato da Radio Maria suscitando tante critiche e reazioni isteriche: di che si lamenta? E’ stato assunto da IL FOGLIO e lì lo pagano molto meglio!
    Manca ancora molto al Sinodo: desidero vivamente sentire le ragioni dei vescovi e dei cardinali che non sono daccordo col card Kasper, col card. Marx, col card Maradiaga, col Papa… Finora è emersa qualche timida reazione: penso siamo in molti a gradire un po’ più di coraggio da parte loro, almeno potremo confrontarci con maggior serenità.Il card Muller ha detto qualcosa, gli altri non ci hanno messo la faccia. Attendiamo con ansia e speriamo….

    • Non attirerai nessuna ira, caro Manuel2014, figuriamoci! Quello che hai scritto può essere condiviso da molti sia in parte sia nella totalità.

      Però dobbiamo riconoscere una cosa: se il “via” è stato dato da Papa Francesco alle riflessioni al soggetto, non si può dire che l’aereo abbia già decollato: le riflessioni di cui siamo a conoscenza per ora sembrano come “costrette” a due dimensioni: sia non si sa far evolvere la dottrina sul matrimonio sia la si fa regredire o tradire. Personalmente, spero sempre che i nostri Pastori siano capaci di volare nella terza dimensione, dove senza tradire siano capaci di dare ancora più fiato alla Dottrina.
      In Pace

    • Se un giorno mia moglie mi lascia e si sposa con un altro, la chiesa dovrebbe essere pronta a perdonarla e riammetterla alla santa comunione? E tutto questo senza che sia stata pronunciata una sentenza di nullità? Cioè, vuol dire: il mio matrimonio è valido, mia moglie si sposa con un altro, e quindi vive stabilmente con un altro… e può ricevere l’assoluzione dai suoi peccati ed essere riammessa alla comunione? Scusate, io sono ignorante ma, per poter ricevere l’assoluzione dai peccati, per quel che ne so, non basta il pentimento; ci vuole anche il fermo proposito di non peccare più. Nella situazione concreta di mia moglie, il proposito di non peccare più non può che voler dire rinunciare al secondo matrimonio, rinunciare a vivere con un altro uomo. Senza la rinuncia a proseguire nella vita di peccato, come può essere riammessa alla comunione mia moglie?

      Il cardinale Kasper è mosso da un’incontenibile misericordia verso mia moglie, che mi ha lasciato e si è risposata con un altro. Ma ame, che continuo a ritenere valido il mio matrimonio con mia moglie e che continuerò ad essere fedel a a mia moglie ed ai nostri figli, cosa dice il cardinale Kasper?

      • quando salta vincolo matrimonio non credo sia così semplice riconnettersi altro partner
        quelli ke lo fanno credo non si crean prblm comunione
        al + quello meno colpevole
        ma dico dialogare all’ultimo sangue si fa per dire non si è all’altezza
        senza spargerlo kiaramente
        e per dona re

        • Comunque anche prima di parlare di comunicarsi, già bisogna che i due sposi si siano davvero perdonati a vicenda e che ognuno non tenga nessun rancore: è la sola condizione, in fin dei conti, posta da Gesù per accedere all’Eucaristia, cioè aver fatto pace con suo fratello.
          In Pace

      • Giancarlo porta qui un punto interessante: come potrebbe un atto misericordioso andare contro la giustizia? Nell’esempio di Giancarlo, quella misericordia “à la Kasper” mi sembra creare un’ingiustizia e quindi non può essere misericordia in quanto non tutti beneficiano di quest’atto di misericordia.

        Anche per questo ritengo che queste casistiche kasperiane non possano essere la soluzione.
        In Pace

        • Quello di Giancarlo mi sembra puro buonsenso.

          Circa le prolusioni di Kasper e (si parva licet..) de Mattei, mi interesserebbe capire, al di la’ degli schieramenti prevedibili quanto inutili, la validita’ dei riferimenti patristici. De Mattei ritiene quelli di Kasper completamente inventati, da quel che capisco, da’ precisi riferimenti al riguardo e cio’ non mi pare accusa da poco. Questa, almeno, e’ cosa verificabile e su cui sarebbe bene far luce: io non ne ho la competenza. Del riferimenti al concilio di Nicea mi pare si sia gia’ detto, e almeno su questo non sembrano esserci dubbi.

          • Lasciamo perdere gli schieramenti: noi, cattolici, dovremmo essere capaci di amarci l’un altro aldilà degli schieramenti, anzi forse, anche a causa di questi schieramenti.

            Intanto “gg” ti ringrazio per la domanda: è un punto di cui non avevo parlato per non apparire troppo estremo nella pars destruens .

            Kasper cita i due Padri della Chiesa e sul Concilio di Nicea in modo generico senza dare le referenze precise, ma poi aggiunge una frase un po’ strana : “Come spesso accade, sui dettagli storici di simili questioni ci sono controversie tra esperti”. Questa frase messa così non la trovo molto professionale e mi sembra messa lì per proteggersi da possibili contraddittori: cioè da chi dirà che ha citato male o che non si è d’accordo risponderà che ci sono controversie tra esperti…

            Se Kasper avesse davvero citato le sue fonti in dettaglio, presentando le differenti opinioni di questi esperti, e permettendo a tutti di compararne il calibro, allora quella frase avrebbe potuto presentarsi come una normale conclusione. Ma qui mi sembra un caso di quel che chiamo teologia da bar ( o da blog 😉 ).

            Non ho nessuna simpatia per le posizioni del Prof. De Mattei in generale, ma qui è stato lui davvero professionale e, diciamolo chiaramente, ha sbugiardato de facto il Card. Kasper citando gli studiosi con precisione e dandone le referenze precise. Mi permetto di riportare il passo in intero perché ne vale la pensa:

            “E’ un peccato che il cardinale non dia i suoi riferimenti patristici, perché la realtà storica è tutt’altra da come la descrive. Il padre George H. Joyce, nel suo studio storico-dottrinale sul Matrimonio cristiano (1948) ha dimostrato che durante i primi cinque secoli dell’era cristiana non si può incontrare nessun decreto di un Concilio, né alcuna dichiarazione di un Padre della Chiesa che sostenga la possibilità di scioglimento del vincolo matrimoniale. Quando, nel secondo secolo, Giustino, Atenagora, Teofilo di Antiochia, accennano alla proibizione evangelica del divorzio, non danno alcuna indicazione di eccezione. Clemente di Alessandria e Tertulliano sono ancora più espliciti. E Origene, pur cercando qualche giustificazione per la prassi adottata da alcuni vescovi, precisa che essa contraddice la Scrittura e la Tradizione della Chiesa (Comment. In Matt., XIV, c. 23, in Patrologia Greca, vol. 13, col. 1245). Due tra i primi concili della Chiesa, quello di Elvira (306) e quello di Arles (314), lo ribadiscono chiaramente. In tutte le parti del mondo la Chiesa riteneva lo scioglimento del vincolo come impossibile e il divorzio con diritto a seconde nozze era del tutto sconosciuto. Quello, tra i Padri, che trattò la questione dell’indissolubilità più ampiamente fu sant’Agostino, in molte sue opere, dal De diversis Quaestionibus (390) al De Coniugijs adulterinis (419). Egli confuta chi si lamentava della severità della Chiesa in materia matrimoniale ed è sempre incrollabilmente fermo sull’indissolubilità del matrimonio, dimostrando che esso, una volta contratto non si può più rompere per qualunque ragione o circostanza. E’ a lui che si deve la celebre distinzione tra i tre beni del matrimonio: proles, fides e sacramentum.

            Altrettanto falsa è la tesi di una duplice posizione, latina e orientale, di fronte al divorzio, nei primi secoli della Chiesa. Fu solo dopo Giustiniano che la Chiesa di Oriente iniziò a cedere al cesaropapismo, adeguandosi alle leggi bizantine che tolleravano il divorzio, mentre la Chiesa di Roma affermava la verità e l’indipendenza della sua dottrina di fronte al potere civile. Per quanto riguarda san Basilio invitiamo il cardinale Kasper a leggere le sue lettere e a trovare in esse un passo che autorizzi esplicitamente il secondo matrimonio. Il suo pensiero è riassunto da quanto scrive nell’Ethica: “Non è lecito ad un uomo rimandare la sua moglie e sposarne un’altra. Né è permesso ad un uomo sposare una donna che sia stata divorziata da suo marito”(Ethica, Regula 73, c. 2, in Patrologia Greca, vol. 31, col. 852). Lo stesso si dica dell’altro autore citato dal cardinale, san Gregorio Nazianzeno, che con chiarezza scrive: “il divorzio è assolutamente contrario alle nostre leggi, sebbene le leggi dei Romani giudichino diversamente” (Epistola 144, in Patrologia Greca, vol. 37, col. 248).”

            Chiaramente in questo specifico scambio il Card. Kasper non regge il paragone con De Mattei: se vorrà ritrovare, su questo punto preciso, un po’ di credibilità, dovrà ormai lui stesso pubblicamente citare le sue referenze e gli studiosi ai quali si rifà.
            In Pace

  4. cmq riscossa cristiana raccolta firme de mattei perkè padre livio l’ha licenziato, giusta causa credo se insulta Papa Francesco e Kiesa ufficiale ke credo si impegni sempre cmq possibilmente e passabilmente,
    blog antidemocratico ke cancella commenti sgraditi facenti notare le loro assurde verità

    • Quante raccolte di firme esistono adesso?! Con questa saremo a 6 ma ho perso il conto…

    • A me fa caso vedere che gli estremi, come al solito, si toccano: sia i progressisti transalpini che questi tradi-protestanti non hanno alcuna concezione corretta della Chiesa e credono che questa va da essere governata/influenzata a colpi di raccolte di firme…
      In Pace

  5. dico ke costoro simil antidemocratici sia augurabile mai giungano gangli potere perkè altri avremo dittature
    già han le loro compagnie zeppi di soldi sono na mafia mio avviso dei presunti santi

    • la donna ke ha ucciso figlio undicenne e poi se’ stessa
      il padre di 3 figlie suicidato senza lavoro ai domiciliari per tentata rapina benzinaio conosciuto
      come si fa accettare i lauti introiti dei sozzi legalizzati
      dove sono ki deve aiutare queste persone disperate
      kiediamoci come si arriva a simili limiti estremi
      cosa facciamo per aiutare questi veri deboli e poveri
      altro ke leggere i presunti falsi teologi delle mie scatole
      per me costoro non han culture di dogmi e c
      son solo strafatti di se’ stessi
      scusate

  6. la riflessione è interessante come molti articoli del vostro blog. ciò che mi dispiace è però questo tono spesso livoroso ed astosio nei confronti dei vari deMattei, Gnocchi e Palmaro e c.
    Riconosco peraltro che Simon in questo post è stato onesto nei confronti di de Mattei.
    Cosa dite di adottare un tono un po’ più cristiano anche con quelli che chiamate “tradiprotestanti”? Il che non significa non controbattere quando non si è d’accordo, ma abbandonare l’insulto metodico, ricordando che sono comunque cattolici, e che se anche non lo fossero (non sta a lor dare patenti di ortodossia, ma neppure a noi) non siamo giustificati ad insultarli.

    • In questo periodo sto solo leggendo il blog perché stanco di commentare. Permettete solo questa eccezione dopo letto il commento di Lorenza, che sinceramente non riesco a capire.

      Lorenza, puoi fare qualche esempio di “insulti” con “tono spesso livoroso e astioso” rivolti ai tradiprotestanti ossia ai “vari DeMattei, Gnochhi e Palmaro e c.” che avresti letto su Croce-Via?

  7. bravo giuseppe da loro cancellano tutti i non plaudenti alla faccia del dialogo democrazia
    oltre dico criticano sacerdoti
    perkè non han fatto del sacerdozio la loro vita
    guardate le vostre travi acculturati farisei pelagioni

  8. ti dico lorenza ke io l’insulto l’ho ricevuto diretto
    mi pare ke il non piacere derivi da loro, tuoi amici forse
    salvatori della Kiesa a ciance pochi fatti
    tranne salvarsi co le loro compagnie anke economicamente
    darsi lavori fra loro anke se non all’altezza
    guadagnare bei soldi co articoli soliti e da strapazzo, sempre la solita minestra piagnona
    ci trattano male ue ue
    han insultato Papa Francesco
    ma ki vi credete di essere superbi farisei

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