Blog dei blogs: breve rassegna web – 18

Negative WWW

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Cambiamo decisamente strada dopo la discussione sui Frati dell’Immacolata che ha avuto il pregio di confermare che la confusione sul argomento non è cessata, ma è anzi aumentata. Stiamo su coloro che non conoscono direttamente i fatti e che hanno varcato la soglia del presente blog (lasciamo cioè gli estremi più estremi che si parlano addosso, se mi è consentito dire): da un lato mi sembra esserci chi si fida della Chiesa, ma trova che le decisioni di Padre Volpi siano pesantissime e pertanto si chiede cosa mai abbiano commesso questi frati di altrettanto pesante; dall’altro c’è chi si fida in modo assoluto della Chiesa e quindi è certo, in forza della fede, che qualcosa di grave abbiano commesso senza se e senza ma. In mezzo tutte le possibile sfaccettature. Personalmente la faccenda mi appare così: è necessaria la fiducia nella Santa Sede per forza di autorità. La Santa Sede si fida di Padre Volpi e del suo operato. Padre Volpi mi pare molto osteggiato da una frangia vicina ai frati di Manelli, frangia che si sente chiaramente attaccata e lo fa con tutti i mezzi che ha a disposizione (fra i quali blog e intellettuali pro parte sua). Padre Volpi mi sembra uno che non ne può più, mi sembra molto intelligente, che sa il fatto suo anche se all’inizio (non si sa se per leggerezza, per fiducia, per ingenuità o per calcolo finissimo!) ha scritto qualcosina di troppo che ora pagherà con una causa civile, causa della quale non ha certo timore.

E moh, annamo avanti e partiamo con la morte di Eugenio Corti.

IlSole24ore
Il miglior articolo che ho scovato è quello dell’inserto cultura del Sole. E’ l’unico che parla infatti del Corti scrittore, con tutte le implicazioni del caso, senza per forza farne una bandiera pro-tradizione (lieta mi ha confidato che Palmaro ha scritto a tale riguardo su Avvenire, ma non ho trovato nulla, probabilmente è nella versione cartacea) o la visione della decadenza della narrativa nazionale. No, linko solo questa bella biografia ragionata e per il resto concludo con le parole che il Corti stesso avrebbe voluto sulla tomba, tratte dal bel sito a lui dedicato:
“Quando si arriva a una certa età si pensa alla frase che si vorrebbe sulla propria tomba… Io non voglio una tomba duratura, meglio la nuda terra, perché il corpo con cui risorgeremo non è quello con cui moriamo: dunque è meglio che questo si dissolva al più presto. Comunque per la mia tomba avrei chiesto questa frase: “Ha combattuto per il Regno”. Sono conscio di non avere, purtroppo, combattuto bene. Però è fuori discussione che ho combattuto”.

Magister
Preme sull’acceleratore del Sinodo rendendoci edotti dei risultati dei sondaggi svoltisi in Germania e in Svizzera. Mi piace pensare che questi risultati da un lato non possono certo portare ad un cambio radicale extra-tradizione in sede di sinodo e dall’altro falsificano la generalizzazione che aveva portato avanti il Card. Maridiaga per il quale in Germania c’è la mentalità teologica del bianco e del nero della quale è schiavo Muller. Ora salta fuori che in Germania c’è molto più grigio che in una fotografia di Ansel Adams.
Battutine a parte, Magister riproduce un articolo che vuole tentare di essere sopra le parti, ma di fondo mostra un atteggiamento di ripulsa per tutta la faccenda; prova ne sia il cappello introduttivo all’articolo che è palesemente un giudizio dell’intera faccenda: “Il dilemma della Chiesa: adeguarsi alla modernità o restare ferma sul “non sciolga l’uomo ciò che Dio ha unito”?”
Personalmente resto sul chi va là e nel frattempo mi tengo stretto la mia unica moglie, la quale mi basta e avanza!

Chiesa e postconcilio
Lo stesso Magister qualche giorno fa scriveva sul Papa che tira le orecchie ai Neocatecumenali. Non ho mai avuto a che fare con tale realtà e sinceramente non ne sento né il bisogno né l’utilità. Mic, fra i mille articoli settimanali, offre comunque una riflessione di Mons. Landucci su questa realtà della Chiesa. Non che sia la Verità unica sul movimento, ma è pur sempre un Monsignore che scrive e quello che scrive non è difettoso.

Vino Nuovo
La testata progressista (con senno) propone questa settimana un articolo particolare. Guido Mocellin fa una panoramica degli argomenti che hanno caratterizzato la “settimana religiosa” delle testate nazionali. Ottima guida che aiuta anche noi a scovare il argomenti cardine della settimana trascorsa. E naturalmente l’argomento cardine è l’ONU che bacchetta la Chiesa… vediamo un pò chi ne parla:

Apologeticon
Parla di Ipocrisia dell’ONU perché non si è dimostrata altrettanto solerte nel denunciare Associazione degli Psichiatri Americani (APA) che nell’ultima pubblicazione del suo manuale di riferimento (Statistical Manual of Mental Disorders) ha declassato la pedofilia da “disordine” a “orientamento”.

Giuliano Guzzo
Anche il sociologo Guzzo ripiglia la notizia e fa le pulci all’ONU stesso con una serie di rimbeccate di non poco conto. Scrive: “dov’erano i severi membri dell’attuale Commissione Onu per i Diritti dell’infanzia al tempo degli scandali delle Nazioni Unite in Africa proprio per pedofilia?” […] “dov’erano i signori della nostra Commissione quando, nel 2006, usciva un rapporto secondo cui ad Haiti i casi di stupro su donne e bambine nei due anni precedenti sarebbero stati perfino 32.000, e in almeno il 25% dei casi con responsabili polizia locale e, udite udite, soldati dell’Onu (Cfr. The Lancet, 2006; Vol. 368 (9538): 864 – 873)”.
Lettura da fare insomma e da legare insieme a questa dedicata a  Saviano che straparla di aborto.

InfotdGeova
Sul forum critico dei Testimoni di Geova un utente palesemente geovista approfitta dell’attacco dell’ONU per cercare di spostare l’attenzione di un thread dedicato al caso Candace Conti (la WTF condannata al risarcimento di 7 milioni di dollari per uno scandalo su minore, il processo è ora in appello). Lo faccio presente perché nel frattempo è riapparso su quelle pagine Polymetis che ha chiarito alcuni aspetti dello scritto dell’ONU. Cito fra i suoi numerosi interventi: “a differenza del caso Conti in cui c’è stato il parere di un tribunale, qui non c’è stato alcun processo. Non c’è stato un dibattito forense con escussione di testimoni come sarebbe avvenuto se sifosse trattato di un processo al tribunale internazionale dell’Aia. S’è trattato del parere di una commissione dell’ONU, non del verdetto di un processo. Oltre al mero punto di vista giuridico, cioè al fatto che il parere di una commissione ONU serve per l’appunto ad esprimere un parere, e non ha conseguenze legali di alcun genere, occorre poi interrogarsi sulla natura di questo pronunciamento.” […] “Chi si stesse chiedendo che cosa c’entri l’aborto, o il matrimonio gay, o l’ideologia gender col lavoro di una commissione sulla pedofilia, sarebbe ovviamente un’anima candida. La risposta abbastanza ovvia che mi sono dato è che all’interno della commissione vi fossero persone pregiudizialmente avverse al vaticano per via della presa di posizione del papato sui temi succitati, il che ha impedito un giudizio sereno.” […] “Qualora si attribuisse un ruolo attivo nell’insabbiamento al Vaticano, questo potrebbe avere due livelli diversi: a)L’aver dato delle direttive, partite da Roma, per coprire dei singoli casi di cui giungeva notizia a Roma. b)L’aver pianificato, prima dei singoli casi, e a prescindere da essi, una strategia di insabbiamento che doveva scattare automaticamente in tutti i casi di pedofilia.
Si tratta di due accuse molto diverse. Nel primo caso, il Vaticano, su iniziativa di alcuni prelati romani, avrebbe dato ordine di insabbiare alcuni casi di cui s’era venuti a conoscenza nelle stanze Vaticane; nel secondo caso esisterebbe invece una strategia per insabbiare i casi pianificata ancora prima che essi si presentino, e da applicarsi in tutti i casi. Prima dunque d’aver saputo esattamente di che cosa è accusata la Santa Sede, cioè quali responsabilità effettive le si attribuiscono, risulta difficile parlare.” ed infine “L’interferenza denunciata da alcuni osservatori, è quello in materia di aborto, matrimoni gay, ed identità di genere. L’insegnamento che la commissione ONU starebbe cercando di rovinare, è quello della Santa Sede su questi temi. Io stesso infatti mi chiedo, e vorrei sapere che cosa ne pensi tu al riguardo, che cosa c’entrino questi temi con quello della pedofilia.
A mio avviso si tratta di un clamoroso autogol, perché denunzia ipso facto una matrice fortemente ideologizzata della commissione.”

Sacramentum Futuri
Il bellissimo blog di liturgia di Don Marco Felini prosegue il suo percorso di studiare la liturgia contemporanea e la sua continuità con quella dei secoli precedenti. Nel frattempo offre anche splendide citazioni come quella di quest’ultimo post dedicato ad una riflessione mistico-teologica di Ratzinger sull’eucarestia presa da una omelia tenuta in occasione della Messa conclusiva della sua prima Giornata Mondiale della Gioventù, nella sua Germania, a Colonia, il 21 agosto 2005.

Critica Scientifica
In morte del fisico Enrico del Giudice scoppia una piccola polemica fra fisici. Andrea da una parte che denuncia come Del Giudice non facesse “fisica” oramai da anni e fosse schiavo del suo pensiero a-critico che piaceva tanto a chi di scienza non capisce nulla. Masiero dal canto suo non se la prende, ma invita alla calma il giovine Andrea. Nel frattempo il dialogo si sposta sull’interpretazione “atea” di Copenhagen della meccanica quantistica e Andrea promette di scrivere qualcosa in risposta a quello che scrisse Giorgio Masiero qualche tempo fa. Aspettiamo  e vediamo.

Edward Feser
Del nostro filosofo americano tomista preferito non so cosa linkare. La sagace e ilare stroncatura di David “Willy Wonka” Hume per cui la causalità scompare per principio (alla facciazza di Plantiga) oppure la pubblicità al suo nuovo libro Scholastic Metaphysics: A Contemporary Introduction? Ok, entrambi e non se ne parli più.

Andrea Carradori
Andrea si pone di fronte all’anniversario delle dimissioni di Benedetto XVI con una riflessione nella quale cita Socci (ed è pro), Bertone (ed è contro) e un Magister d’annata (2005) il quale scriveva che gli attacchi a Ratzinger erano iniziati subito attraverso il vaticanista Brunelli che aveva pubblicato un presunto diario anonimo delle votazioni del Conclave da cui emergevano dettagli delegittimanti del nuovo pontificato. Conclude con una esortazione alla speranza e la citazione di due scritti da due blog che cercano di incanalare il discorso sulla giusta fiducia che si deve alla Chiesa.

Questa volta niente imprescindibile: troppi argomenti e troppi diversamente sviscerati. E’ così.

Concludiamo al solito: avete altre segnalazioni da farci? Beh, i commenti sono aperti; postatele lì senza alcun problema. Grazie!



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11 replies

  1. penso ke le armi dell’avvento del regno oggi non siano ostracismi, imposizioni vekkie liturgie o altri similie
    il dialogo, l’amore, l’ESEMPIO, coerenza. doti positive nell’attrarre carismaticamente, SANTITA’
    non sono guerrafondaia e mi stupisce sentire persone parlare di battaglie, ultime e non
    armiamoci e partite mi vien in mente
    i sapienti ke forse fan sogni di guerra date le scarse energie fuse in attività pesanti dure fisike
    gentilezza rispetto educazione son + del cuore ke non dell’eloquio fasullo
    ciao

  2. «Magister preme sull’acceleratore del Sinodo rendendoci edotti dei risultati dei sondaggi svoltisi in Germania e in Svizzera. Mi piace pensare che questi risultati da un lato non possono certo portare ad un cambio radicale extra-tradizione in sede di sinodo …».
    Beh, che i cattolici non si comportino da cattolici non è una gran novità, anche le pietre se ne rano accorte, così come i sacerdoti e tutti gli zucchetti variopinti della scala gerarchica, fino al bianco. Il questionario è servito per ponderare il fenomeno, per certificarlo, in modo che non si possa più dire, di non sapere: ora è ufficiale.
    Sull’impossibilità del cambio radicale extra-tradizione, l’amico Minstrel non solo pensa bene ma ha ragione da vendere!
    Il perché è evidente: i dogmi e i principi fondanti di una qualsiasi religione non possono mutare, altrimenti quel credo si dissolve, o per chi mastica fisica, si annichilisce con un gran botto, senza lasciare traccia.
    E quindi in concreto muterà poco o nulla, salvo forse trovare qualche codicillo utile ad ampliare la base dei divorziati che in alcuni casi si vedranno riammessi all’Eucaristia, giocando sulla nullità per un qualche vizio del matrimonio celebrato o qualcosa del genere. Sarà però interessante osservare come si muoveranno le diverse Conferenze Episcopali nel mondo e se l’Humanae Vitae, già contrastata allora, riuscirà a passare il guado indenne.
    Nell’attesa la Chiesa continuerà a diffondere i suoi insegnamenti e gli individui continueranno a vivere la loro vita, come hanno sempre fatto. E tra chi si accorgerà di essere giunto all’ultimo miglio in evidente affanno, parecchi scambieranno la lucetta tremula sul comodino per il bagliore accecante che ha convertito san Paolo sulla via di Damasco e cercheranno di ripulirsi in fretta la coscienza. I ritardatari, come sempre accade, si rimetteranno alla clemenza della corte.

  3. Quel diavolo di un Berlicche ci sa fare con la tastiera!

    http://berlicche.wordpress.com/2014/02/11/permesso/

    • berlikke dice rubare soldi a chi li ha
      il fatto li ruban a ki ne ha molto poki dopo una vita di lavoro
      le disgrazie han fatto sparire guadagni di una vita
      e la troppa onestà pagare gabelle in cui si inciampa
      han prosciugato sogni, speranze
      si vive nell’ansia perenne

  4. Parrebbero buone nuove per la SPX, forse qualcosa si muove contro l’apparenza, grazie al mandato di Papa Francesco alla CDF di “accompagnare gli sforzi di unificazione con pazienza e forza”.
    Sono riuscito a ricostruire il senso, ma mi sfuggono le “scappatoie”, qualcuno saprebbe tradurre?
    ___
    Weiter hält der Präfekt der Glaubenskongregation eine Aussöhnung mit der Piusbruderschaft noch immer für möglich. Die Glaubenskongregation habe eine klare dogmatische Präambel verfasst und vorgelegt; “diese Tür steht offen, wir schließen sie nicht”, so Müller. Es gebe jedoch auch “kein Hintertürchen”. Die Glaubenskongregation begleite die Einigungsbemühungen “mit Geduld und Festigkeit”, wie es ihr von Papst Franziskus aufgetragen worden sei.
    —-
    http://www.kathpress.co.at/site/nachrichten/database/60545.html

  5. Dopo un periodo di voluto silenzio dico anch’io il mio parere
    Mi sono “zittito” dopo l’accesa discussione su youtube con Andrea (Carradori) e coi suoi lacchè. Ero da solo contro tutti ma ugualmente sono riuscito a farmi censurare un post (addirittura su youtube!) ed a collezionare una serie di insulti in stile tradiprotestante (come direbbe simon) ed una serie di volgarità che denotano la qualità della fede della bassomanovalanza di tale gentaglia. Il tutto a seguito dell’accoglienza festosa dei ragazzi di Varese all’urna di don Bosco. Lascio a voi se lo ritenete opportuno di leggere il tutto prima su MIL e poi su youtube… Al di là delle scelte opinabili si capisce la prossima mossa: sul loro sito tradizionalista americano è già pronta la bordata, naturalmente contro il card. Bertoglio, alias Papa Francesco!
    Adesso quelli del Summorum Pontificum hanno tolto dalla locandina del nuovo incontro annuale la foto del Papa ed hanno messo quella dell’antiPapa Burke (quello della coda da 12 metri)
    Anche a me non piace l’articolo di Socci: non vale (ed è inutile) cercare di formare il partito di Benedetto XVI per metterlo contro Papa Francesco! Questo non vale soprattutto se si è pagati per scrivere certe cose!
    Non è vero che non si può fare nulla nel Sinodo sulla famiglia: vale l’affermazione di Papa Francesco: tenere presente l’insegnamento della Chiesa senza dimenticare il comportamento e gli insegnamenti di Gesù. Io ho in mente una lista di soluzioni (anche se il mio parere non conta nulla) Il Card. di Boston (ricordate? quello delle confessioni con Messa da Requiem e assoluzione sul catafalco…) può dire quello che vuole: il Papa è il Papa e soprattutto non è solo! Spero che qualcun altro oltre al card. Maradiaga alzi la voce!
    Rubo il posto a qualcun altro in pace… 🙂

    • Su Socci e combricola cantante (che ancora non ci crede d’aver trovato spago e agio in un vaticanista) ho trovato un bel commento di un lettore di CePC che riporto integralmente. MI sembra un commento che entra nel dettaglio di quanto chiede Mic a gran voce da mesi. E in due righe gli smonta tutto.
      Da quel che ho letto finora questo commento è apparso e non è stato né contestato né disputato (ci prova stefano78 con una petitio principii). E te credo…

      “Francesco è il papa legittimo. Può non far piacere – a me, a noi certo non fa piacere –, ma è così: non c’è il minimo dubbio.

      Non vorrei offender nessuno, ma le argomentazioni con cui si vorrebbe dimostrare l’invalidità, o anche solo mettere in dubbio la validità, della rinunzia di Benedetto sono risibili. Io non sono un canonista, ma basta avere un’infarinatura di diritto canonico e di teologia morale – e prim’ancóra, direi, un po’ di buon senso – per rendersi conto che non c’è nessunissimo motivo per dubitare.

      Le “rationes dubitandi” che ho visto addotte, la prima dal Socci e da altri, la seconda da Amicus, si riferiscono alla libertà della rinunzia e all’estensione della stessa, che avrebbe riguardato il solo “ministero attivo” del papa.

      Quanto al primo punto, osservo:

      a) Benedetto ha dichiarato di rinunziare “in piena libertà”, e d’esser “ben consapevole” di quel che faceva: “BENE CONSCIUS ponderis huius actus PLENA LIBERTATE declaro” eccetera: dov’è da notare non solo il sostantivo, ma anche l’aggettivo, “in PIENA libertà”.

      Dirò col Socci: “Non è ammissibile dubitare delle sue parole, quindi il suo fu un gesto libero”. E quindi valido, secondo il canone 332, § 2: per la validità si richiede “ut renuntiatio libere fiat”, “che la rinunzia sia fatta liberamente”. E qui, a meno di considerar Benedetto un bugiardo (o, peggio ancóra, un simulatore su tutta la linea), abbiamo di più della semplice libertà: abbiamo la “piena libertà”: “plena libertate”!

      Che situazioni e circostanze gravi abbiano influito sulla decisione di Benedetto XVI, è possibilissimo. Ma questo non toglie nulla alla libertà del suo atto: il papa ha valutato, ha riflettuto, ha pregato, e ha deciso.

      Non dimentichiamo che parliamo d’una persona d’eccezionale intelligenza, cultura, rettitudine morale, libertà interiore.

      b) Per quanto condizionata si voglia supporre (senza provarlo) la decisione di papa Ratzinger, essa resta sempre sostanzialmente libera, e quindi valida. Per il diritto canonico (che non fa qui, mi sembra, che riferire l’esigenze del diritto naturale, valide “ex natura rei”) ci vorrebbe ben altro, come prova bene don Mauro Tranquillo, per poter anche solo dubitare della validità della rinunzia! Perché una cosa è certa: Benedetto non aveva una pistola alla tempia, non era sotto l’effetto d’una coazione, né fisica né morale. Insomma, ha fatto quel che ha voluto fare, dopo averci lungamente pensato su.

      Quanto poi alla seconda “ratio dubitandi”, espressa da Amicus, mi sembra proprio un arzigogolo anch’essa.

      “[D]eclaro me ministerio episcopi Romae, successoris sancti Petri, […] renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes sancti Petri vacet, et conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse.”

      “Dichiaro di rinunziare al ministero di vescovo di Roma, successore di san Pietro, […] sicché dal 28 di febbraio del 2013, alle 8 di sera, la sede di Roma, [cioè] la sede di san Pietro, sarà vacante; e [dichiaro] che dev’esser convocato, da quelli a cui spetta, il conclave per eleggere il nuovo Sommo Pontefice.”

      Ora, messi da parte i cavilli, qual è il senso ovvio di queste parole? Più chiaro di così…!: il papa rinunzia (abdica, si dimette), e dalle 8 di sera del 28 febbraio non ci sarà più il papa: la sede di Roma sarà vacante, e il conclave dovrà eleggere il successore di Benedetto.

      Benedetto o è o non è papa, “tertium non datur”: non si può esser papi a metà. Di papi ce ne può essere uno solo, e le funzioni o le prerogative o i poteri o i carismi del papa non si posson dividere: uno li ha, se è papa, tutti, e se non è papa non ne ha nessuno. Non si può non esser più papi quanto al “ministero attivo” (?), ma seguitare a esser tali sotto altri aspetti.

      Se poi si vuol dire che Benedetto avrebbe voluto rinunziare solo all’uso del potere di governo della Chiesa, delegandone per così dire in bianco l’esercizio a un altro, questo è manifestamente falso. Basti dire, tra tante cose che si potrebbero osservare, che Benedetto ha dichiarato doversi convocare il conclave: ora, il conclave si convoca per eleggere il papa, e il papa s’elegge perché il papa precedente non c’è più (è morto, o comunque non è più papa). È tutto d’una chiarezza cristallina.

      Vi prego, non ci mettiamo su questa strada. Queste teorie strampalate rischiano di screditarci da un lato, e dall’altro di crear nuovi ulteriori.

      Ricordiamoci che “subesse romano pontifici” è “de necessitate salutis”, esser sottomesso al romano pontefice è necessario per la salvezza, secondo la definizione di Bonifazio VIII. E il papa, oggi, si chiama Francesco.

      Maso”

    • le esposizioni finte colte vellutate di costoro mi nauseano
      e cmq spesso incappano in mancanza di rispetto becere
      potevan fa’ essi studi clericali se all’altezza e cerca diveni’ papa per salvare come dicon loro Kiesa mondo
      evidente non sono affatti capaci meritevoli all’altezza
      viva i preti veri santi esemplari umani ke han timone del gregge tutto
      viva Papa Francesco e i veri cattolici tutti
      certo non i coccodrilli delle maxi code, i cometoni
      quei preti ke frequentan party roma bene e non voglion farsi ritrarre perkè san di essere in luogo poco adatto loro stato sacerdotale. occorre n’attimo metterli in discussione mio avviso
      ciao

  6. Purtroppo gli articoli di Socci sono sempre più penosi e quasi… artefatti, danno l’impressione di vere e proprie forzature.
    Che il pontificato di Benedetto XVI abbia subito un contrasto feroce e inaudito anche da ambienti interni è indiscutibile; per questo è di una grandezza straordinaria, e J. Ratzinger lo ha vissuto in modo eroico da “umile lavoratore” completamente donato, senza farsi impaurire e senza mai indietreggiare, fino all’ultimo. Ha portato a compimento un’opera la cui importanza sarà sempre più svelata dalla storia; pensiamo solo alle linee di definitiva sistemazione dottrinale dell’eredità del Concilio, ormai saldamente tracciate all’epilogo della crisi “post-conciliare”, o al profondo lavoro di pulizia (davvero “rivoluzionaria”!) da un certo marciume che purtroppo si era radicato: anche qui non si potrà più tornare indietro e questo è merito provvidenziale eminente del Papa Benedetto.
    Non meno eroica, nella dimensione dell’umiltà e del coraggio, è stata la decisione ispirata di rinunciare al ministero petrino per fare spazio – con l’energia necessaria di cui Egli non diponeva più – ai processi profondi di rinnovamento e di riforma le cui premesse erano ormai mature.
    Non stupisce affatto, e tanto meno può diventare pretesto per fantasie complottiste circa pressioni tali da inficiare addirittura la libertà decisionale del Papa – che idiozia! – l’esistenza di oscure trame curiali o di pensieri risalenti e ricorrenti dello stesso Benedetto XVI circa la rinuncia e il suo momento. Al contrario tutto questo dimostra l’eroismo e l’altissima libertà del Papa Emerito in ogni sua scelta; la perfetta consapevolezza del proprio compito e la completa donazione. Molti mesi prima della solenne Renunciatio se vi ricordate fece omaggio alla tomba di San Celestino V; ci sarà stata pure una ragione. La preghiera del Papa Emerito sta accompagnando il pontificato di Francesco e il cammino di tutta la Chiesa.

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