Odori di scisma : le frecciate “mafiose” del Card. Mariadaga.

Cardinal Maradiaga: the Godfather IV

Il Meta-Papa Card. Maradiaga: “The Godfather IV” ?

Il Card. Mariadaga , “padrino” dell’elezione di Papa Francesco, ha visto troppi films. In particolare ha visto “The Godfather” di F.F. Coppola troppe volte, o allora è il suo stile abituale e non ci fa nemmeno caso.

In un’intervista rilasciata al Kölner Stadt Anzeiger e riassunta dal Dr. Tornielli su Vatican Insider  il Nostro si permette di fare delle “minacce” che qualificherei di sentore  “mafioso” al suo futuro fratello nel cardinalato e nell’episcopato S.E.R.  Mons. G. Müller, Prefetto della CDF.

Ben ci ricordiamo come il capo della CDF ha rimesso le cose a posto circa slittamenti pastorali e dottrinali della diocesi di Friburgo in materia di pastorale dei divorziati risposati e come già dovette fare ai conti con il suo connazionale il Card. Marx ancora un altro che non ha le idee chiare né in materia di dottrina e quantomeno in quella di pastorale.

Ecco cosa dice Mariadaga a Müller: “ Okay, forse hai ragione, ma forse no. Voglio dire, lo capisco: è un professore di teologia tedesco, nella sua mentalità c’è solo il vero e il falso… Però, dico io,  fratello mio, il mondo non è così, tu dovresti essere un po’ flessibile quando ascolti altre voci, e quindi non solo ascoltare e essere un muro. Io però credo che egli sarà condotto a capire anche altri punti di vista. Ma adesso si trova solo all’inizio e ascolta solo i suoi consiglieri. Finora non abbiamo ancora parlato, ma di certo parleremo. E’ sempre bene avere una buona discussione”

(“Okay, vielleicht hast Du Recht, vielleicht aber auch nicht.” Ich meine, ich verstehe ihn: Er ist Deutscher – ja, ich muss das sagen, er ist obendrein Professor, ein deutscher Theologieprofessor. In seiner Mentalität gibt es nur richtig oder falsch, das war’s. Aber ich sage: “Die Welt, mein Bruder, die Welt ist nicht so. Du solltest ein wenig flexibel sein, wenn du andere Stimmen hörst, damit du nicht nur zuhörst und sagst, nein, hier ist die Wand.” Also, ich glaube, er wird dahin gelangen, andere Ansichten zu verstehen. Aber jetzt ist er halt noch am Anfang, hört bloß auf seinen Beraterstab. Bis jetzt haben wir noch nicht miteinander gesprochen. Aber wir werden reden, ganz bestimmt. Es ist immer gut, einen guten Dialog zu führen.“)

A parte il fatto che un Cardinale che dice che ci sono cose che possano essere vere e false al contempo mi lascia davvero  di stucco perché svela quella forma di progressismo informe e distruttore del Logos che informa la Chiesa ed il mondo  e quindi della Caritas che li costituisce; a parte il fatto che il suo sguardo è imbevuto di clichés allucinanti di provincialismo indegni di un principe della Chiesa Universale, clichés addirittura al limite razzisti nei riguardi dei cultura germanica; quel che mi disturba ancora di più è il linguaggio comminatorio utilizzato degno di un vero Don Corleone ( o Sollozzo?) uscito direttamente da un film di Coppola:  

“Fratello, non essere così rigido che non va bene, noi sappiamo che non è davvero colpa tua ma perché tu male consigliato sei: guarda anche il Papa è consigliato da me, anzi sono io che Papa lo feci, quindi bene faresti ad ascoltare quel che ti dico. Capisce?”

Disgustoso: come può un Cardinale di Santa Romana Chiesa indirizzarsi in questo modo , pubblicamente poi, per giornali interposti, senza mai avergli parlato prima per sua stessa ammissione ad un suo confratello? Che vergogna!

Non solo, ma per giunta nello stesso articolo si permette anche di giudicare l’operato di altri vescovi totalmente fuori dalla sua giurisdizione anche quando probabilmente saranno scagionati dalle accuse a loro mosse,  come nel caso del vescovo di Limburg, di cui Mons. Gänswein ha ricordato ultimamente che l’inchiesta finale si chiuderà probabilmente in suo favore. Uno è innocente finché non è provato colpevole, Card. Mariadaga: siamo in Europa qui.

Certo che la combriccola Mariadraga / Marx non è il meglio che poteva capitare alla Chiesa. Commisero Papa Francesco che deve sopportare la presenza dietro le sue spalle dell’ombra di questo suo sempre più ingombrante “Padrino” , il quale si prende per un meta-papa che vorrebbe dettare a lui e a tutta la Chiesa  un’agenda ispirata dalla confusione e proposta con discorsi minacciosi allucinanti.

Questi sono i fautori di scismi: essi non ingannano nessuno neanche quando dicono che la dottrina tradizionale non sarà cambiata ma solo la pastorale, anzi ragion supplementare per star doppiamente attenti. Una pastorale cattolica non può basarsi su presupposti implicitamente eretici: dopo quel che è capitato dopo il S.S. Concilio Vaticano II, tra i cattolici veri ormai più nessuno ci casca.

Quanto a noi rimaniamo tranquilli e ci fidiamo del Magistero di Santa Romana Chiesa in materia di Fede e di Morale.

Indefettibilmente ed in Pace.

EDIT:  Noto con interesse che anche Il Foglio nota l’avvenire di una tempesta ( che noi chiamiamo rischio di scisma)  e rileva le dispute oggettive che stanno sviluppandosi nella Chiesa quando noi parliamo di vaso di Pandora 



Categories: Attualità cattolica, Sinodi della famiglia

50 replies

  1. ho letto sul corriere stamattina
    penso ke potere dà alla testa
    cmq la Kiesa non è solo europea è mondiale
    del giogo dei matrimoni di immaturi ne parla anke Simon
    ciao

    • quelli ke spacciano falsità tutte specie riguardo la vera fede son peggio degli spacciatori droga
      cmq a livelli alti la casta è tutta collusa dio denaro da quelli cartello medellin stati e anke frange nella Kiesa
      vedi 14 appartamenti oltre beni di lusso di scarano non è un sacerdote costui
      con troppe famiglie senza casa o impossibilitate ristrutturare per mancanza fondi divorati dai ladri tutti delle caste (pre)potenti tutte
      le schifose esorbitanti tasse pagate al solito dagli onesti maltrattati e accusati spesso di crimini quando alzano la testa

  2. Accidenti, sei parecchio inca**ato Simon.
    Personalmente, al di là dell’assurdità logica del vero/falso, non mi è sembrata un’intervista con l’indice accusatorio puntato. Mi è sembrata piuttosto un’intervista che mostra che durante le riunioni voleranno non poche parolaccie e probabilmente verranno svelati malumori mai sopiti.
    Ma va bene, in fondo sono convinto che un Cardinale non può agire in malafede in modo completo, cioè con l’intendo consapevole a sé stesso di nuocere alla Chiesa. Non che la buona fede giustifichi tutto, men che meno illogica dimostrata, ma nemmeno si deve pensare che la riflessione richiesta da Francesco sul tema sia inutile perché tanto Muller ha ragione in tutto e su tutto.
    Se fosse così su cosa si deve riflettere? Su quanto è stato bravo Muller a tracciare il pensier unico immutabile?
    In una battuta: a me lo scritto di Muller sembra un punto di partenza imprescindibile, non l’unico punto di approdo.
    Poi, Livi docet, cerco ora di dare poco peso alle parole del Papa reinterpretate da un giornale, figuriamoci di un cardinale riportato da un quotidiano tedesco che vuole sparare in prima che un Cardinale pare si permetta di criticare la mentalità tedesca.
    Che ne pensi Simon?

    Intanto grazie di questo tuo sfogo. A mio avviso nei giorni delle riunioni, se esce qualche cosa, a proposito di “telenovele” ne vedremo delle belle! 😉

    • i santi dicono le parolaccie ahhahah

    • Caro Minstrel,
      quel che ha detto il Meta-Papa nell’intervista non è tutto da buttar via: anzi, ne condivido le grandi linee.
      Quel che mi mette in furia è l’atteggiamento presuntuoso di uno che si crede “creatore” di Papi e che pretende essere aldilà ed al di sopra della Gerarchia: fino a prova del contrario questo cardinale non è in carica di nessun dicastero, ai vescovi per occuparsi del caso della diocesi di Linburg c’è sempre Ouellet, e per la dottrina della fede c’è Müller appena confermato.
      Fare minacce , pubbliche poi, è segno di un atteggiamento deleterio, che va contro il principio gerarchico della Chiesa: francamente, questo discorso del Meta-Papa Mariadaga ne mostra al meglio la leggerezza con il quale parla, al peggio i suoi veri sentimenti ed intenzioni , l’un l’altro non escludendosi…
      Ma il tutto deve esser visto anche nella lotta all’ultimo sangue ( si fa per dire, ma forse no) tra chi vuole una pastorale rinnovata e tenente conto della realtà contemporanea verso la problematica dei divorziati risposati, di cui sono un caldo sostenitore e così anche il neo-card. Müller,e quelli come questo Mariadaga che vogliono un cambiamento della bimillenaria teologia sul matrimonio stessa per via di subdole eteroprassi nascoste sotto la parola “pastorale” .
      In Pace

  3. Speriamo che i cardinaloni consiglieri del Papa non si montino la testa… come teme l’amico Simon.
    A ogni modo i giornali ci ricamano e facciamo bene a seguire la saggia indicazione di A. Livi sulla utilità di non prenderli mai troppo sul serio.
    Infatti, se si va a vedere ciò che il coordinatore ha detto nel merito leggiamo:

    «La Chiesa è tenuta ai comandamenti di Dio» e a ciò che Gesù «dice sul matrimonio: ciò che Dio ha unito, l’uomo non deve separarlo. Però ci sono diversi approcci per chiarire questo. Dopo il fallimento di un matrimonio ci possiamo per esempio chiedere: gli sposi erano veramente uniti in Dio? Lì c’è ancora molto spazio per un esame più approfondito. Però non si va nella direzione per cui domani è bianco ciò che oggi è nero».

    Cioè si conferma essattamente che non si tratterà di cambiare la dottrina immutabile sulla indissolubilità del matrimonio, neanche in rapporto all’amministrazione dei sacramenti. Si tratterà di applicarla correttamente alle situazioni odierne, molto complesse e variegate, per rendere efficace l’evangelizzazione; e ciò a partire dal tema centrale della “validità” del matrimonio.
    Siamo sempre sulla linea che era stata già indicata da Benedetto XVI: non ce ne può essere un’altra.

    • Ecco, vedi giuseppe, quando il Meta-Papa pone la domanda seguente “Dopo il fallimento di un matrimonio ci possiamo per esempio chiedere: gli sposi erano veramente uniti in Dio?” siamo proprio nel tipico linguaggio ambiguo anzi addirittura eretico: il fallimento ( o la riuscita) di un matrimonio non è la prova che il sacramento non sia stato dato validamente, o peggio ancora che al fallimento del matrimonio il sacramento sia “finito”. Su queste strade da cattolici non si può andare . E se Mariadaga vuole andare lì allora vuole cambiare l’essenza stessa del matrimonio, da dove il suo stile comminatorio verso chi non la pensa come lui.

      La domanda, che poi è quella tradizionale di sapere se il matrimonio era nullo oppure no non fa referenza all’esito finale del matrimonio ma alle condizioni nel quale il contratto è stato inizialmente stabilito: infatti la materia è il contratto e questo deve essere valido. E certo bisogna dare accesso a prezzi normali ed in una tempistica normale a coloro che lo richiedono, questo è l’aspetto pastorale di questa parte del problema.
      In Pace

  4. Penso anch’io che il bravo Simon dia troppo peso ad una intervista che viene riportata con fraseggio da traduttore Google(in questo quasi ad imitazione del fraseggio illetterato mafioso, unico paragone possibile)e quindi molto dubbio che veramente riporti quanto detto dal Cardinale, Il quale ha titoli accademici di eccellenza anche in teologia ed è un Pastore, senza contare che ha la fiducia incondizionata del papa che lo ha scelto tra i suoi consiglieri permanenti. Non credo che il Cardinale voglia sconfessare lo scritto del capo del CDF, quanto piuttosto far rivelare che forse era meglio produrre un documento concordato che lo avrebbe arricchito e potenziato dando un timbro pastorale nuovo, come chiede papa Francesco. Da qui la richiesta di un dialogo da chi ne ha il potere non certo per attenuare la sostanza della dottrina.

    • Fino a prova del contrario, cioè sue dimissioni, il card. Müller rappresenta un pensiero che è in unione con quello del Pontefice. Quanto a Mariadaga, egli rappresentam finora, solo se stesso.
      In Pace

  5. scusa simon se ho parlato di beata umanità
    cmq concordo di visioni diverse x quel ke concerne matrimonio sessualità ad alcune latitudini del mondo
    ne ho prova ambito famiglia co intromissione mini brasiliana
    cmq maradiaga a me piace assez
    non mi pare sia totalmente al di fuori di sacramentalità
    e non credo volesse offendere muller
    mi fa specie cmq ke georg garswin dica ke il vescovo di lindburg, mi pare, co vasca da bagno supermoderna è innocente per quel ke riguarda ristrutturazione da favola della sua abitazione vescovile
    va be saltello lietamente po’ mestamente nei guazza bugli vari
    riciao

    • Guarda che quella frase è minacciosa in qualunque contesto, a parte l’assenza di buona educazione generale ….
      In Pace

      • non ni sento minacciosa e neanke maleducata generale……………………….abbiamo tutti le nostre suscettabilità

        • Non mi riferivo alla tua frase 🙂 ma a quella del Card. Mariadaga.
          Scusami per l’ambiguità, cara Lieta.
          In Pace

          • non importa x ki era, credo ancora fosse per me
            io sono molto imperfetta lo ammetto
            cerco cmq di vivere
            cerco la verità terrena + vicina a Dio
            sig Simon lei è perfezionista
            credo sia sacerdote gesuita

            x quel ke riguarda la presunta pecorella smarrita da salvare tutti costi
            nonostante la superbia e testardaggine
            ke in simil condizioni sti difetti son acuiti presumo
            come presumo i suoi timori mondiali x il futuri dei suoi figli di santo solo amante di Dio
            mi viene paragone welby
            serenamente

  6. Io invece sono completamente d’accordo con il commento di Simon.

    L’intervista di Maradiaga, che non e’ affatto mal tradotta (c’e’ l’originale in tedesco), affronta si’ da un lato questioni in linea di principio condivisibili, quali la verifica della sussistenza reale dei requisiti per la validita’ delle nozze che e’ oggi assai piu’ difficile di ieri (presumibilmente i casi in cui si comprende realmente cosa sia il matrimonio per la Chiesa sono assai piu’ di quelli in cui gli sposi non riconoscono ad esempio l’indissolubilita’: ma in questo caso il problema e’ annullare le nozze o il fatto che cosi’ tante coppie possano sposarsi di fatto mentendo sulle proprie intenzioni? Che i preti abbiano il coraggio, per il bene delle coppie, di NON CELEBRARE i matrimoni su cui ci siano fondati dubbi: non e’ mancanza di carita’, sarebbe anzi prorpio il contrario in certi casi).

    Ma poi, ad esempio, mostra un atteggiamento che sfuma nel razzismo verso un suo confratello con cui oltretutto non ha mai parlato, sul merito del documento prodotto dal quale peraltro si guarda bene dall’entrare (perche’ che mai potrebbe dire, mi sembra). Il suo mi sembra un atteggiamento estremamente pericoloso, dico e non dico, metto una frase per coprirmi le spalle, e poi pero’ la metto in dubbio di fatto con mille se e ma. Quel che meno mi piace e’ l’ennesimo accenno alla “nuova era” che invariabilmente ci viene proposta come miracolosa soluzione dei problemi della chiesa: soluzione che alla fine finisce sempre nel dire che la si pensa come prima, pero’ in realta’ si deve fare il contrario. L’ambiguita’ puo’ benissimo essere dovuta alla scarsa preparazione, anche questa ipotesi sarebbe triste ma ve n’e’ una peggiore: quella per cui l’ambiguita’ sia voluta, in modo che i media notino le divisioni e si crei dello spazio di manovra nella chiesa e tra i semplici fedeli, gia’ disorientati da troppe pressioni. Poi, se succede un guaio troppo grosso, basta dire che non si e’ stati capiti: ricordo ad esempio bene l’occasione in cui il Patriarca di Lisbona dichiaro’ non esserci alcun ostacolo teologico al sacerdozio femminile, salvo poi imbarazzato rifugiarsi in dei se e dei ma richiesto di spiegazioni. E’ lo stesso tipo di atteggiamento, solo che oggi Maradiaga ha una posizione di grande influenza e puo’ fare maggior danno.

    Particolarmente vergognoso l’accenno al vescovo Tebartz-van Elst, la cui vicenda e’ sotto indagine e assolutamente non chiara. Magari alla fine avra’ ragione (o magari no) ma condannare qualcuno senza conoscere il caso non sembra esattamente caritatevole.

    Il cardinale si presenta come capobanda di un partito politico, che presenta le sue parole d’ordine (riforme, nuova era, aria nuova, pastorale e non dottrina) e punta su quelle per ingraziarsi i polli.

    • Grazie GG. Forse la mia giovane età (seee) mi rende ingenuo. Capisco il tuo (vostro) punto di vista. Che poi stiano, con questa richiesta di Francesco, spuntando le linee politiche varie nella Curia è naturale. Di una cosa sono sicuro: se le argomentazioni della parte iper-progressista sono di questa portata stanno freschi contro al teutonica logica del Muller. 😉
      Naturalmente si scherza, son convinto che sarà una “bella lotta”.

    • Credo che nessuno abbia una gran simpatia per Tebartz-van ELst viste le circostanze, ma il minimo per un cristiano ( ed una persona civile del mondo occidentale) e, a fortiori, per un un fratello nell’episcopato è di riservare i suoi giudizi fino all’esito dell’inchiesta ufficiale e non dare, per giunta, la pena in pastura al pubblico. Mariadaga si è comportato, come minimo, come un personaggio grossolano quanto un elefante in un negozio di porcellane.
      In Pace

  7. Una sintetica divulgazione di nozioni fondamentali di ecclesiologia, dal Prefetto:
    http://es.gaudiumpress.org/content/55053

  8. A osservare quanto accade vien proprio da ridere. Da una parte la Chiesa si lamenta che i matrimoni religiosi diminuiscono e dall’altra c’è chi si lamenta ugualmente e suggerisce che i preti dovrebbero avere il coraggio di non celebrare i matrimoni, quando su di essi ci fossero fondati dubbi sulla reale comprensione del vincolo religioso.
    Io credo che Maradiaga abbia ragione, quando chiede più flessibilità al collega Müller. Ha ragione semplicemente perché sono i numeri a dargli ragione e ce ne renderemo conto a breve, quando saranno note le percentuali delle risposte date al questionario, inviato per la prima volta a tutte le Diocesi.
    E vedrete che alla fine un “escamotage” dedicato ai divorziati risposati si troverà: sono troppi e in continuo aumento.
    Del resto che cosa ha detto Maradiaga, parlando del prossimo Sinodo?
    «Ho chiesto al Papa perché un nuovo Sinodo sulla famiglia, dopo quello del 1980 e dopo l’esortazione di GPII ‘Familiaris consortio’?».
    Il Papa ha risposto: «Quello accadeva trent’anni fa, oggi la famiglia di allora per la maggior parte delle persone non c’è quasi più. Abbiamo separazioni, famiglie allargate, molte persone che crescono da sole i figli, maternità in affitto, matrimoni senza figli, senza dimenticare le unioni delle persone dello stesso sesso. Nel 1980 queste cose non erano nemmeno all’orizzonte».
    Come vedete la realtà nella quale già oggi la Chiesa è costretta a operare è peggiore della fantasia più nera. Ed è proprio per questo che è necessario auspicare un po’ di lungimirante flessibilità, altrimenti ci si spezza e si resta in pochi.

    • Certo c’è un problema: è difficile rifiutare un sacremento a chi lo richiede in buona fede anche se costui non capisce bene cosa richiede, d’altronde, chi lo capisce davvero bene?

      D’altro canto c’è un problema pastorale: troppa gente va a celebrare matrimoni che poi si verificano nulli: una soluzione è quindi di accertarsi che veramente costoro non celebreranno un matrimonio nullo, e se questo non è possibile, bisogna che il sacerdote sappia dire no.

      I numeri non servono a dare ragione: qui parliamo di teologia mica di statistica, parliamo dell’essere e non del mondo misurabile con un metro. Ed i numeri possono essere manipolabili a piacere soprattutto quando le domande sono mal poste: a questo soggetto si legga questo nostro post precedente .

      Il fatto che ci sia un crescita di divorzi e, per conseguente forza di cose, di divorziati risposati, pone un problema pastorale non teologico : come fare per sostenere spiritualmente queste persone che Cristo è venuto a salvare alla stessa stregua di chiunque altro? E come farlo tenendo conto dei grandi numeri, della figliolanza , etc. etc.?

      Dare l’accesso alla comunione, come vorrebbe il Meta-Papa, non è una soluzione: è atteggiamento farisaico, è ridurre la Sacra Particola, Corpo di Cristo, ad un amuleto ed il comunicarsi ad Essa ad un atto superstizioso.

      Quel che conta molto di più è fare sì che questi divorziati risposati abbiamo perdonato al loro (primo) coniuge in Cristo , che preghino per lui, che compiano tutti i loro doveri verso le persone di cui sono in carica della prima come anche della seconda famiglia, che abbiamo una vita di preghiera e di carità .

      Non bisogna dimenticarsi che il sacramento del matrimonio è l’icona reale, sacramentale appunto, dell’ unione indissolubile del Cristo alla Chiesa, del Suo Dono sulla Croce e quindi nell’Eucaristia per la Redenzione di tutti, della promessa irreversibile di Dio: sì, anche nel sacramento del Matrimonio c’è tutto l’atto di Redenzione, la promessa indissolubile di Dio stesso, come in ogni sacramento, per altro.

      Non comunicarsi quando non in stato di farlo ma vivere della e nella carità può essere visto come l’equivalente di una comunione “apofatica” dove tutte le grazie sono lo stesso concesse da N.S.G.C. alla persona che le chiede con purezza di cuore e di intenti. Spiegarlo è vera pastorale
      In Pace

      • Questo commento meriterebbe un post a sé Simon, perché riesce a spiegare in modo incisivo la tua posizione odierna e inquadra perfettamente il problema.
        Circa la mia posizione per ora resto a guardare perché non ho ancora compreso quali siano le forti argomentazioni teologiche di questi iperprogressisti che vogliono contrapporre all’introduzione al problema di Muller e che possano controbattere le tue fortissime conclusioni.
        Taccio insomma per pura ignoranza di una “campana”, anche se – mi ripeto – se questa campana pretende di avere ragione mediante apoftegmi irrisori come quelli qui presentati dal Cardinale meglio che ci metta una pietra sopra subito al “pensiero stupendo”…

        • Nota, caro Minstrel, che lascio al confessore il diritto di decidere, di caso in caso, se una persona in quella situazione può accedere privatamente alla Santa Comunione: ma questo la Chiesa lo ha sempre fatto.
          Ad ogni modo, a quel che il Magistero Autentico svilupperà, io già mi sottometto.
          Grazie per le tue gentili parole.
          In Pace

    • Gaspare, perfettamente d’accordo

  9. sei proprio giovane mintrel incatenato nella musica anke della patti pravo si può sorridere in questo blog ahahahahah serenamente

    • La patti pravo la cito e basta, preferisco di gran lunga ascoltarmi l’ultimo di Jonathan Wilson e dei Mumford & Son! 😉
      Forse sono giovane dentro, forse sono ingenuo e con le fette di salame sugli occhi, ma tendo per mia formazione ad essere scettico, ad agire come il filosofo naturale. Per questo quando sento di non essere all’altezza ascolto tutte le campane e per ora quella di Simon squilla fortissimo e in modo intonato. Ma non conoscendo con esattezza il suono della contraltare non posso formulare un mio giudizio. Una volta che avrò ascoltato l’altra (e credo lo si potrà fare durante i resoconti delle dispute vescovili – se mai usciranno – ) allora potrò farmi un’idea più precisa. Tutto qui. 🙂

      • anke io son ancora purtroppo giovane dentro, prosciutto su okki semicieki pure
        la mia filosofia se esiste e’ dire pane a pane e vino a vino mio avviso
        certo ke Simon è in gambissima
        mi auguro sia conductor giusto giuste cause
        anke lui umano cmq
        e i giudizi han vari gradi di conoscenze e supponenze per tutti
        bannatemi se scoccio
        cmq ripeto siam tutti figli Dio

        non conosco mumford
        youtube ascolto musike varie
        conosci mina cd 2000 anno giubileo, dalla terra da frisina canti sacri anke gregoriani omni die, te deum,
        nada te turbe………………grazie cmq
        serendipyti

        • Sono per formazione restio ad apprezzare esecutori “leggeri” su canti nati per un’emissione lirica o comunque diversa dal codice pop odierno. Pure Sting ad esempio, del quale esalto l’ultimo “last ship”, ha praticamente – a mio umile avviso – demolito in modo irreparabile le atmosfere di Dowland.
          Su Frisina non mi pronuncio, mi è capitato di cantare in coro il Magnificat (quello che canta Mina sul cd) con una solista molto brava e buon coro subito dopo un Bach qualsiasi… ti assicuro che anche il direttore s’era reso conto che forse il programma era male costruito. 😉
          Se vuoi volare pigliati l’ubi caritas di Morten Lauridsen! 🙂

  10. Hanno fatto la traduzione integrale dell’intervista del coordinatore.
    http://www.ilfoglio.it/soloqui/21590

    Nella sostanza abbastanza vuota e senza spessore nel merito.
    Le battute rivolte al Prefetto della CDF, in effetti, sono del tutto fuori luogo e inaccettabili.
    Mueller si incontra regolarmente e di frequenza con Papa Francesco ed è il suo maggior referente naturale, di fatto e di diritto, sulla dottrina. Il coordinatore non ha competenze dottrinali, sembra un intemperante verbale.
    Insomma, tolto quanto possa esser stato “gonfiato” giornalisticamente, questa intervista sembra chiacchiera… pura chiacchiera, anche un po’ sgangherata.
    Non so, mi sbaglierò, ma ho la vaga impressione che il coordinatore non sia cresciuto molto nella considerazione del Sommo Pontefice… 🙂
    http://it.radiovaticana.va/news/2014/01/23/papa_francesco:_gelosie,_invidie_e_chiacchiere_dividono_e_distruggono/it1-766503

  11. Grazie Giuseppe per la traduzione del testo. Così meglio si comprende. Non vi vedo, chiedo scusa, l’allarmismo del bravo Simon, pur concordando sulla necessità che il cardinale coordinatore non debba esprimersi con una tale leggerezza verso il Cardinale della CDF. Una intervista di semplice cortesia che non aggiunge nulla, ma che ribadisce la volontà di cambiamenti strutturali della chiesa e della catechesi senza mai rompere con la dottrina. Cosa veramente sia e comporti questo nuovo cambiamento di stile e metodo lo dobbiamo(almeno io) ancora ben comprendere e sperimentare, avendone solo intuito qualcosa….Per me occorre solo pazienza e fiducia

  12. Per incassare botte (e per darle) metaforicamente parlando sembro fatto apposta… La guerra dei tradizionalisti più o meno mascherati si fa sempre più accesa. Andrea (carradori) parla addirittura di scendere in piazza e volano insulti a destra (e non a manca). Poi ci sono alcuni che cercano di “sgridarli” per tenerli un po’ a bada con scarsi risultati e con argomentazioni teologiche poco convincenti. Adesso non riescono più a prendersela direttamente col Papa (ne hanno paura) e rivolgono le invettive contro il Card Mariadaga. Altre volte se la prendono con il card. Ravasi: devono avere qualcuno da insultare…
    Per me il Card. Mariadaga non è il Padrino e non è mafioso visto che tale affermazione non ha alcuna valenza teologica… Prima di esprimere giudizi in merito aspetterei il Sinodo e mi confronterei sulle argomentazioni. La prassi attuale che affronta le difficili situazioni “matrimoniali” necessita di un confronto pacato e motivato perché è almeno inadeguata
    Sempre col Papa…

    • Molto più in là che un riconoscimento molto alleggerito della nullità di un matrimonio da parte di un semplice parroco non credo che si possa andare senza cambiare la teologia del matrimonio: però anche questo approccio sarebbe l’equivalente di una divorzio “cattolico” visto il basso livello di preparazione del sacerdote medio in queste materie e il tutto diventerebbe discrezionale ed in finis il matrimonio cattolico diventerebbe una gran farsa ipocrita.
      In Pace

  13. Anche Tosatti reagisce qui e nota “Cardinale contro Cardinale”
    In Pace

  14. caro don manuel leggendo il bollettino mi fai sorridere tanto
    grazie ne ho bisogno
    mi piace la manca
    l’obiettivo scomparso dei santi presunti
    ora sopra la lupaggine indossano ermellini o agnelli
    serenamente a tutti

  15. @Simon.
    Sono d’accordo ed è evidente che la questione dei divorziati risposati rappresenti innanzitutto un “problema” di matrice pastorale non semplice da risolvere.
    Sulla previsione del “dove” si possa giungere senza mutare la teologia del matrimonio ritengo saggio attendere gli eventi e trepidanti siamo qui per questo.
    Sul rischio che tutto possa diventare discrezionale e sfociare in una gran farsa ipocrita c’è poco da temere per il semplice motivo che in gran parte farsa lo è già.
    Lei stesso ha scritto: «… E’ difficile rifiutare un sacramento a chi lo richiede in buona fede, anche se costui non capisce bene cosa richiede, d’altronde, chi lo capisce davvero bene?». Verissimo, ma proprio perché è difficile se non impossibile rifiutare un sacramento già accade quanto temuto: quante persone, battezzate, comunicate, cresimate e sposate possono in coscienza affermare di essere cattoliche osservanti?

    • l’osservanza in questi duri e vergognosi tempi moderni è molto dura
      c’è l’osservanza della praticanza secondi dettami e regole x ki può e ha vita classica
      e l’osservanza dell’esagerato fare specie per sfruttati e insicuri ke si allontanano anke per deviazioni periferike dati troppi isolamenti cui sono sottoposti
      dati anke stress
      spesso Dio so lo si trova nel silenzio nell’isolamento
      non nella mondanità dell’esposizione mediatica di certuni esposti x sacre cause
      vedi dal politocone super sozzo ke lo fa il suo presunto bene impegno per gli altri, si permette pure fingere dire
      e il giornalista finto ingenuo quanto possa valere la sua presunta intelligenza santità
      non è ke voglio giudicare ma alla mia verde età della vecchia qualke pensiero posso esporlo
      se pur stenografico
      cmq siamo umani e lo son in maniera peggio ki filosofeggia perkè tra pensare le cose e fare c’è di mezzo il mare
      perkè la vera filosofia esiste dopo aver fatto prove pratiche di vita
      kiaro ke se si riesce aprioristicamente programmare vedere come impostare al meglio ottimo
      ma spesso la necessità kiede immediatezza non filosofia del pensiero
      fatti non parole
      serenità

      • E’ vero lieta.
        Al di là di tutto ciò, solo conta una cosa: la carità.
        A volte quando si considera un problema lo si guarda alla luce della ragione e non si lascia questa essere informata sufficientemente dall’amore. A volte si parte da buoni sentimenti , ma non si ragiona sufficientemente ed il buon sentimento non diventa amore.
        Comunque ti chiedo perdono semmai i miei “ragionamenti” non mostrano abbastanza carità.
        In Pace

        • simon scherzi mi piaci assai perkè capisco molto di quanto dici perkè sei molto kiaro
          son io ke a volte nel vortice della solitudine sono piuttosto guaglioncella
          grazie
          serenita’ come lo è il meteo quando è terso gradevolissimo come oggi abbastanza preludi primaverili ke stimolan tutto il nostro essere
          sono forse così po’ guaglioncella perkè come donne spesso noi siamo registi famiglia anke da casalinghitudine
          ciao

    • Credo che sul fondo concordiamo, Gaspare.

      Quanto alla tua ultima domanda essa sembra sottintendere che il fine ultimo è l’osservanza: questa è certamente una condizione, un punto di partenza, ma, secondo me, l’osservanza condanna più che salva, è lì per mostrare la nostra indigenza e, a volte, se non è vissuta come caritas può anche diventare sorgente di orgoglio presuntuoso.

      Lo dico in quanto cattolico “molto” osservante e che conosce perfettamente nella propria vita quanto questa osservanza non lo salvi di per sé.

      Il fine ultimo del cattolico è quello di partecipare al festino celeste, offrire i propri peccati al Cristo in cambio della propria redenzione e di quella del mondo tutto: solo un peccatore può farlo, non uno che è giusto.

      La critica che muoverei a Madriaga e chi la pensa come lui è quella di voler fare di tutti degli osservanti, in riga in processione per prendere la comunione: ma non è prendere la comunione davanti a tutti che fa un giusto né che salva gli altri, ma l’unirsi nella vita all’oblazione di Cristo al Padre.

      Un divorziato risposato ha croci immense della vita sulle spalle: bisogna fare finta come vuole il Meta-Papa che queste croci non esistono e tutti vadano a comunicarsi? Oppure vale meglio riconoscere queste croci e farne opera di redenzione per loro stessi, per le loro famiglie ed i loro coniugi? Comportarsi da adulto vuol anche dire assumersi i propri errori e le vicende della vita e assumerle nella carità.

      Ecco, vedi, quel che mi sembra è che Mariadaga e altri Marx hanno una concezione tecnologica della Redenzione: hai un problema di fegato? non ti diciamo di smetterla di bere alcool, ma ti diamo una pasticca? Sei divorziato risposato? non ti diciamo di fare di questa situazione un cammino di avvicinamento al Signore , ma ti diamo la Santa Particola.

      In Pace

      • infatti son così tribolata ke non mi sento altezza correre in kiesa pericolo di cadere, osteoporosi
        e non mi piace vedere divorziati assumere comunione pubblicamente
        tanti si semplificano la vita mi pare
        grazie simon del tuo dialogo e vicinanza
        il parroco anke se mi pare abbastanza vicino ha tanto da fare
        ciao

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