EVANGELII GAUDIUM – RIFLESSIONI: 34 – 49

Evangelii-Gaudium

La lettura di E.G. continua a soprendermi per la Sua grande precisione dottrinale, l’unità di pensiero e di scopo ed il suo fiato energizzante: il Santo Padre mi ha particolarmente sorpreso in bene in questi passi 34 a 49 in quanto va a contro-corrente del pensiero unico mondano e di certa vulgata ecclesiale.

In un primo tempo, egli lotta contro la parcellizzazione della verità, tipica malattia scientista quando applicata alle cose dell’essere e della fede: Papa Francesco ci convoca tutti ad avere uno sguardo metafisico centrato sull’unità profonda del messaggio di Cristo e di non lasciarci disperdere da molteplicità di dottrine nell’attività missionaria della Chiesa.

Concentrarsi sull’essenziale, sul più bello, sul più grande, sul più attrattivo, sul più necessario: che Papa Francesco abbia studiato la dimostrazione dell’esistenza di Dio che ha dato Gödel? Sembrerebbe così, in quanto si riferisce esattamente alle qualità le più positive e al necessario…

Quindi già da un punto di vista logico fa poco senso andare annunciare in priorità dottrine secondarie che sono declinazioni dell’unico Kerygma e non per forza più chiarificanti.

In un secondo tempo, il Santo Padre lotta esplicitamente contro il relativismo intellettuale e morale: come ben sappiamo ci sono due forme di relativismo, quello che pretende che non ci siano valori o verità, e quello che ammette la loro esistenza ma che non accetta une gerarchizzazione tra esse. Orbene Papa Francesco richiamandosi anche a San Tommaso ci ricorda esplicitamente che esiste une gerarchia di verità e di valori morali, che non tutti hanno lo stesso peso o che possiamo sceglierne quel che ci aggradano di più: alla faccia dei progressisti relativisti che ci circondano e che vorrebbero ammettere l’aborto o l’omosessualità praticata a rango quasi di virtù da benedire in Chiesa.

Da questa stessa gerarchia di valori descritta dal tomismo, il Papa ci ricorda che le  opere di amore verso il prossimo sono la manifestazione esterna la più perfetta della grazia interiore dello Spirito e la più grande di tutte le virtù  dell’agire esterno è la misericordia. E qui rimanda alla loro coscienza chi e gli ambienti corrispondenti che sono schizzinosi sul suo quasi quotidiano richiamo alla misericordia.

Filosoficamente, abbiamo visto anche noi che non si può convincere qualcuno senza prima vivere un rapporto di fiducia e quindi di amore con esso: nella sua Esortazione il Santo Padre ricorda che la morale cristiana non è etica stoica né ascesi, ma molto più semplicemente un riconoscere Dio negli altri, un uscire da se stessi alla ricerca del bene di tutti.

E qui ribadisce di nuovo come procedere riferendosi ancora una volta alla sua idea programmatica che poi è quella della Chiesa fin dal Suo inizio: esprimere la permanente novità del Vangelo facendone memoria concetto che abbiamo già commentato qui.

Ma qui esplicita alcune tentazioni che possono diventare pericoli concreti dell’annuncio della Buona Novella: il non distinguere la sostanza del messaggio di Cristo dalle sue formulazioni il che può condurre a situazioni aberranti dove certe formulazioni possono addirittura oscurare il messaggio stesso asseconda delle occasioni. Il Santo Padre bilancia quest’affermazione per chi vorrebbe attenuare il Messaggio di Cristo con questa scusa ricordando ai progressisti che la Fede sempre conserva un’aspetto di Croce che quindi non va da essere obliterata ma e che ci si sono cose che si capiscono e si apprezzano solamente nell’adesione ad Essa.

Sempre riferendosi alle dottrine tomiste di sostanza e accidenti, ricorda che ci possono essere tradizioni, usi e costumi che non hanno più significato oggi giorno e riferendosi a Sant’Agostino che non bisogna appesantire la vita dei fedeli in quanto la nostra religione non è una schiavitù: su queste poche regole si deve concentrare la riflessione della Chiesa sulla propria predicazione. L’attività misericordiosa della Chiesa deve quindi essere un accompagnamento consolatorio certo ma anche amoroso pungiglione.

In questo moto verso gli altri, l’essere in partenza verso i peccatori, significa quindi essere come il padre del figliol prodigo: il Santo Padre ci ricorda come la Santa Eucarestia, aldilà del proprio intrinseco valore sacrificale e di Redenzione, sia anche medicinale citando espressamente Sant’Ambrogio e San Crisostomo al soggetto. I deboli ed i poveri ne hanno fame e sono sempre coloro ai quali il Regno di Dio è annunciato con particolare solerzia grazie all’Evangelizzazione.

In questi passi, il Santo Padre, riscopre per noi la nostra vocazione fondamentale dell’essere cristiani: darci come nutrimento agli altri, concludendo con quella magnifica citazione di Mc 6, 37 : “Ma Egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare»”

In Pace



Categories: Attualità cattolica, Magistero

4 replies

  1. La EG è perfetta e straordinaria, ove con precisione impeccabile esplicita la “dottrina sociale” della Chiesa.
    L’ho sempre pensato ma dopo l’EG posso affermare con quasi certa sicurezza che papa Francesco ha un progetto ambiziosissimo (e speriamo gli sia concesso metterlo pienamente in atto): abbattere il capitalismo selvaggio, autoritario tecnocratico e nichilista, che maciulla e omologa milioni di persone su questo pianeta. Giovanni Paolo II abbattè l’alta “bestia” il comunismo.

    Tutto il resto è Magistero ordinario, nulla afferma e nulla nega riguardo ai Dogmi de Fide. Propone uno stile, consiglia ed esorta, esplicita.
    Una critica in positivo: qualche affermazione aperturista (chi può capire capisca) la si poteva risparmiare. Cosi come qualche affermazione semplicistica che è riuscita a dar fiato a vecchi volponi e tromboni dell’agone ecclesiale.
    Per il resto credo che “non faccia notizia” che un documento papale sia preciso dottrinalmente. La notizia sarebbe se non lo fosse…

    • Grazie Ubi. La tua voce è preziosa nel dibattito che si sta scatenando su questo primo bel documento del nostro Papa.

    • E nel frattempo segnalo un articolo di Tornielli che a mio avviso ti da ragione Ubi:
      http://2.andreatornielli.it/?p=7017

      Il Papa è contro il capitalismo selvaggio!

    • Caro Ubi, grazie per il tuo commento.
      Come sai, il nostro desiderio in Croce-Via è quello di evitare le letture anti-ecclesiali che fanno gli estremisti di ogni risma, tipo “mic” da un lato che adesso addirittura pubblica posizioni sedevacantiste o i suoi utenti e quelli di MIL che senza aver letto il testo sparano a più non posso imbecillità madornali e, d’altro lato, la lettura forzata che ne fanno i soliti tromboni, come dici tu, progressisti.
      Quindi meditare sulla E.G. leggendone le connessioni con l’insegnamento bimillenario ci permette di assaporare quel che il Santo Padre ci dice senza filtri deformanti da un lato e , d’altro lato, ci ci fa capire come questa evoluzione delle strutture ecclesiastiche e della comprensione della vocazione stessa della Chiesa sia organica nel suo sviluppo: rassomiglio in apparenza ben poco a quando ero bambino, ma sono sempre fondamentalmente lo stesso io.
      Ricordarlo non mi sembra superfluo.
      Il concetto che mi sembra centrale nel discorso del Santo Padre che è annunciare il Kerygma come una novità e che per farlo bisogna “farne” memoria, lo trovo assolutamente affascinante.
      In Pace

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