Anima- Quarta Puntata

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Telesforo: Nonno, ho ancora altre domande

Nonno: Tanto mi piace parlare con te: mi ringiovanisci.

Telesforo: Nonno, se un concetto non può essere compartito per sé, ma solo la sua descrizione allora vuol dire che non è scientifico? Perché scientifico vuol dire che può essere compartito, ma la mia esperienza di Winter non è compartibile ma solo la descrizione che ne posso fare.

Nonno: Giusto. Ma così è la scienza: essa  accetta il fatto sperimentato in quanto tale , il quale non può essere contraddetto in sé. La scienza discute delle descrizioni che se ne fanno e di cosa possano significare.

Telesforo: Ma la scienza dei concetti è la Logica, hai detto!

Nonno: Proprio così: stabilire legami e connessioni e concepire nuove unità tra i concetti è l’obiettivo della Logica. La Logica è la contemplazione dell’esperienza concettuale: contemplazione dalla quale ricava nuovi concetti: è uno sguardo di conoscenza che cerca l’unità e che la sperimenta.

Telesforo: Ma quando guardo solo gli attributi dei concetti e come si relazionano fra di loro, perché solo questi attributi posso compartire con altri, non faccio Logica?

Nonno: Anche gli attributi sono concetti, quindi hanno da essere logici. Ma quando invece di contemplare l’unità, che è esperienza personale, cerchi di descrivere i meccanismi che rilegano gli attributi tra di loro nelle loro specificità allora rimpiazzi la contemplazione dei concetti, che è Logica, con una narrazione sui loro attributi: questo narrare era chiamato Mythos presso gli antichi. Logos è la parola che svela un’esperienza concettuale, per definizione individuale, e quindi intrinsecamente non trasmissibile, mentre Mythos è una parola che si racconta. Ovviamente Mythos si deve appoggiare sulle esperienze concettuali sennò la narrazione non sarà efficace, mentre il Logos rincorre l’unità concettuale.

Telesforo: Cioè il Mythos cerca di essere efficace nella descrizione dei meccanismi tra gli attributi, mentre il Logos mi dà il concetto di cui posso sperimentare personalmente la forza unitiva?

Nonno: Già! Ad esempio, quando ti pensi, hai il concetto di te anche senza esprimere tutti i tuoi attributi, in quanto sperimenti la tua propria unità. Se hai uno sguardo Logico su di te, potrai contemplare i tuoi attributi, ad esempio essere mio nipotino, figlio del tuo babbo, padrone di Winter, avere due braccia, essere uno studente bravo. Se invece guardi ad un attributo tuo, per esempio, la figliazione, e vuoi spiegare come questo funzioni, non contempli più chi sei, ma narri un  Mito e valuterai la potenza del Mito che racconti in funzione della sua capacità operativa a raccontare storie simili in altre simili circostanze.

Telesforo: Cioè, quel che la gente “della strada” chiama “Scienza”, in realtà è un Mito che si racconta?

Nonno: Proprio così, ma non c’è nessuna qualificazione peggiorativa in quest’accezione.

D’altronde, Telesforo,  la “Scienza” stessa non può fare a meno della Logica e basa, o dovrebbe basare, i suoi Miti intorno all’incontro sperimentale con il reale, tenendo conto delle varie unità che la Logica contempla.

Visto che gli attributi dei concetti sono infiniti, le narrazioni dei Miti che le rilegano possono essere altrettanto diverse e va scelta la narrazione che rispetta al meglio la Logica e che è la più efficace per descrivere un meccanismo in un’epoca data, in una cultura data, in una tecnologia data.

Telesforo: Allora quando un neurologo studia i meccanismi tra i miei neuroni, quel che fa è una narrazione dei meccanismi di alcuni attributi del mio corpo la cui unità è fatta dal mio concetto di me? Spiega i miei meccanismi ma non conosce il mio io! Giusto?

Nonno: Proprio così, Telesforo, solo tu ti puoi concepire, come ogni altro concetto e nessuno lo farà mai al posto tuo: questo è contemplazione Logica. Ma tutti possono provare a raccontare un Mito nei tuoi riguardi, e quello dello neurologia è uno di questi Miti.

Telesforo: Ma allora, Nonno, il mio concetto di me è anche l’unità di tutti i Miti circa i miei attributi!

In Pace

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Anima – Sesta Puntata 

Anima – Settima Puntata

Anima – Ottava ed Ultima Puntata



Categories: Filosofia, teologia e apologetica, Sproloqui

8 replies

  1. Telesforo: nonno, adesso ho capito anche cosa intendeva dirci Rodari!

    Nonno: Rodari? Cioè?

    Telesforo: Nella “bambola a transistor” scrive… aspetta che prendo il libro: “Lo zio Remo (si tratta sempre dello stesso Remo, il quale per il signor Fulvio è un cognato, per la signora Lisa un fratello, per la portiera un ragioniere, per il giornalaio un cliente, per il vigile urbano un pedone e per Enrica, giustappunto, uno zio: quante mai cose può essere una sola persona!), dunque, lo zio Remo osserva la bambola con un sogghigno.”

    Nonno: ahahahah, meraviglioso! Si si! Chi ti legge queste belle cose?

    Telesforo: il papà!

    Nonno: caro babbo, in fondo anche lui sta cercando di fare bene la sua parte nonostante tutto…

  2. son felice ke ho trovato difensori di papa francesco contro la maleducazione e prepotenza di tradizionalisti integralisti avulsi da realtà di gente vera semplice onesta lavoratrice, non solo di libelli. intrisa di buon senso pratico della vita, spesso sfruttata da simili prepotenti, ke si sentono migliori per questa loro fede molto strana insultante il vicario di Cristo, aborrendo il concilio ke porta la parola di Dio negli idiomi indigeni rendendola comprensiva per ki voglia conoscere la forza di Gesù Dio. alla mia età avendo frequentato catechismo credo di avere basi, e gli esempi dei miei ascendenti sono ancor + importanti ciao

    • Beh, benvenuta lieta. Grazie delle sue parole, cerchiamo solo di restare in linea con il magistero. Solo una domanda “alla sua età” usa le k anziché le ch? 🙂

  3. caro mistrel non essere formalista si ho accenni crucchici ciao

    • cerco anime terrene comunicanti per fa na condotta per lavare la pesantezza e le brutture della vita

      • Non sono formalista, figurati. Semplicemente mi sembrava strano. Altra domanda: ma non sei italiana o scrivi veloce? 🙂 Grazie dei passaggi.

        • sono italiana, a ricerca di leggerezze edificanti, chiarificatrici, la verità voglio, sono intruglio dialetti date immigrazioni in loco e assorbimento dialettiche generali, e scrivo sì celere, ciao

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